Libro sette, capitolo 9: Fuga con cappuccini

    Liberamente ispirato al Libro sette, capitolo nove: Un nascondiglio

 Tutto era sfuocato, lento. Harry e Hermione balzarono in piedi sfoderando le bacchette.


Daisy lanciò piccoli ciuffi di 'Peli Magici individuanti' sulle spalle di Harry, Hermione e Ron: servivano per seguire le tracce di eventuali Smaterializzazioni.

Molti si erano appena resi conto che era successo qualcosa di strano e stavano ancora voltandosi verso il felino d'argento, cioè il Patronus di Kingsley, quando quello sparì.

Poi qualcuno urlò.
Harry e Hermione si gettarono nella folla terrorizzata. Gli invitati schizzavano da tutte le parti, mentre i camerieri Stregatti avevano ancora forme umane e mantenevano calma piatta.

"Copriamo la fuga di Harry" gridò Daisy a Pietra, Conan e Eileen. "E poi li seguiamo. I Peli Magici ci indicheranno il luogo dove..."
"...Ottima idea, per uno spuntino" la interruppe Pietra. "Scommetto che andranno a Londra, ghghgh!"
"Quindi...nessuna rissa con i Mangiamorte?" chiese Conan deluso.
"Non oggi!" brontolò Eileen.

Molti invitati si Smaterializzavano; gli Incantesimi intorno alla Tana si erano infranti.

"Ron?" gridò Hermione. "Ron, dove sei?"

Mentre si facevano largo per la pista da ballo, Harry vide apparire tra la folla figure incappucciate e mascherate; poi scorse Lupin, Tonks, e i camerieri che avevano servito al suo tavolo che stavano assumendo le sembianze di Stregatti conosciuti; li udì urlare e miagolare "Protego Miagolaxima!", un grido che echeggiò ovunque...

"Ron, Ron!" chiamò Hermione tra i singhiozzi. I convitati in preda al panico li urtavano e Harry le prese la mano per assicurarsi che non venissero separati.
Vide una striscia di luce che sibilava sopra le loro teste. Impossibile dire se fosse un Incantesimo di Protezione o qualcosa di più sinistro...
Osservò un Mangiamorte volare oltre di lui dopo un pugno sferrato da Conan, mentre Pietra e Eileen avevano diretto coltelli, forchette, sedie, tavoli e ciò che rimaneva della torta nuziale addosso a un Mangiamorte che stava per raggiungere Hermione.
Harry comprese che i Felini avevano scatenato un piccolo uragano dentro il tendone per permettergli di fuggire.

Finalmente trovarono Ron, che afferrò la mano libera di Hermione. Harry la sentì vorticare su se stessa; vista e udito si spensero, l'oscurità lo sommergeva, sentiva solo la mano di Hermione mentre veniva strizzato fra spazio e tempo, lontano dalla Tana, lontano dai Mangiamorte in picchiata, lontano, forse, da Voldemort stesso...

                                     

"Dove siamo?" chiese la voce di Ron.

"Tottenham Court Road" rispose Hermione, affannata, mentre Harry apriva lentamente gli occhi. "Cammina e basta, dobbiamo trovare un posto dove vi possiate cambiare".

Harry e Ron erano ancora in abiti da cerimonia, ma obbedirono.

"Hermione, non abbiamo vestiti" le disse Ron.
"Perché non ho portato il Mantello dell'Invisibilità?" si rimproverò Harry, maledicendo la propria stupidità. "Lo tengo con me tutto l'anno e poi..."
"Tranquillo , l'Ho portato io, e ho i vestiti per tutti e due" ribatté Hermione. "Cercate solo di non dare troppo nell'occhio finché...qui va bene".

Li guidò in una stradina laterale, poi al sicuro in un vicolo poco illuminato.

"Quando dici che hai il Mantello e i vestiti..." cominciò Harry, guardando accigliato Hermione: non aveva con sé altro che la borsetta di perline, nella quale stava frugando.

"Si, sono qui" rispose Hermione, e con grande stupore dei due estrasse un paio di Jeans, una felpa, dei calzini rossicci e infine l'argenteo Mantello dell'Invisibilità.
"come accidenti..."
"Incantesimo Estensivo Irriconoscibile" spiegò lei. "Complicato, ma credo di averlo fatto giusto; comunque sono riuscita a ficcare qui dentro tutto quello che ci serve". Diede una scrollata alla borsetta apparentemente fragile, che rimbombò come un container al rumore di un gran numero di oggetti che si rigiravano al suo interno. "Oh, no, quelli sono i libri" disse sbirciando dentro, "li avevo divisi per argomento...va bè...Harry, è meglio se prendi il Mantello. Ron spicciati a cambiarti..."
"Quando hai fatto tutte queste cose?" chiese Harry, mentre Ron si spogliava.
"Te l'ho detto alla Tana, erano giorni che tenevo pronte le cose essenziali, sai, in caso di fuga improvvisa. Ho riempito il tuo zaino stamattina, Harry, dopo che ti eri vestito, e l'ho messo qui dentro...avevo come la sensazione..."
"Sei straordinaria, davvero" commentò Ron, consegnandole l'abito appallottolato. 
"Grazie" rispose Hermione, abbozzando un sorrisetto e spingendo l'abito nella borsa. "Per favore, Harry, mettiti quel Mantello!"

Harry si gettò sulla testa e sulle spalle il Mantello dell'Invisibilità. Sparì. Stava appena cominciando a rendersi conto dell'accaduto.

"Gli altri...tutti gli invitati...". 
Ma qualcosa in cuor gli suggerì che con Lupin e gli Stregatti presenti non avrebbero dovuto temere i Mangiamorte. Ma se fosse arrivato anche Voldemort...

"Non possiamo pensare a loro adesso" sussurrò Hermione. "E' a te che danno la caccia, Harry; se tornassimo metteremmo tutti ancora più in pericolo.
"Ha ragione" convenne Ron. "Gran parte dell'Ordine era lì, si occuperanno di loro, di tutti".

Harry annuì, poi si ricordò che non lo potevano vedere e disse: "Si". Ma pensò a Ginny e la paura ribollì come acido nel suo stomaco. 

"Andiamo, dobbiamo muoverci" li esortò Hermione.

Tornarono sulla strada principale, dove, sul marciapiede opposto, un gruppo di uomini cantava barcollando. 

"Solo per curiosità, perché proprio Tottenham Court Road?" chiese Ron a Hermione.
"Non lo so, mi è venuta in mente e basta, ma sono certa che siamo più al sicuro nel mondo Babbano, non si aspettano di trovarci qui".
"Giusto" approvò Ron guardando intorno, "Ma non ti senti un po'...vistosa?"
"Che alternative abbiamo?" chiese Hermione, facendo una smorfia quando gli ubriachi cominciarono a fischiare al suo indirizzo. "Non possiamo mica prendere delle stanze al Paiolo Magico, no? E Grimmauld Place è da escludere, se Piton può entrarci...potremmo provare a casa dei miei, anche se può darsi che vadano a controllare...oh, perché non chiudono il becco!"

Gli ubriachi la invitarono ad andare con loro e a mollare 'il rosso'.

"Andiamo a sederci da qualche parte" propose Hermione in fretta, perché Ron aveva già aperto la bocca per ribattere ai molestatori. "Guardate, questo andrà bene, qui dentro!"

Era un piccolo, squallido caffè aperto ventiquattr'ore su ventiquattro. 
Proprio in quel momento, la Pozione Polisucco terminò di fare effetto e Harry fu felice di riavere le proprie sembianze e sedersi al tavolo insieme ai suoi amici. 
Si sfilò gli occhiali di tasca e li inforcò.

                                   

Nel frattempo, gli Stregatti giunsero davanti la vetrina del caffè nel momento in cui i tre Grinfondoro si misero seduti a un tavolo unto.
Naturalmente indossavano le loro cappottine invisibili. 
Inoltre, Pietra aveva anche schiantato altri ubriachi di passaggio perché stavano dando fastidio a un gatto randagio. 

"Era proprio necessario schiantarli?" chiese Daisy.
"Strana è l'arte della nostra necessità, che può render preziose le cose vili" miagolò Pietra citando Shakespeare e sogghignando.

Dopo qualche minuto, Ron disse: "Sapete, non siamo lontani dal Paiolo Magico, è in Charing Cross..."
"Ron, non possiamo!" sbottò Hermione.
"Non per dormirci, ma per scoprire cosa sta succedendo!"
"Ma lo sappiamo, cosa sta succedendo! Voldemort si è impadronito del Ministero, che altro dobbiamo sapere?"
"Va bene, va bene, era solo un idea!"

Udito il nome del Signore Oscuro, gli Stregatti erano rimasti agghiacciati, e non per il freddo.

"Hanno pronunciato il suo....no...nome" miagolò Eileen a stento.
"Adesso i Mangiamorte sapranno dove sono..." aggiunse Conan.
"Quel maledetto Incantesimo per trovare le persone che pronunciano il suo nome non è mai passato di moda!" sbottò Daisy.
"Ma loro non lo sanno..." concluse Pietra sospirando. "Certo che una ragazza così intelligente come Hermione Granger..."

La cameriera arrivò strascicando i piedi e masticando una gomma, e Hermione ordinò due cappuccini; Siccome Harry era invisibile, sarebbe parso strano chiederne uno anche per lui.

Una coppia di operai corpulenti entrarono e si strizzarono nelle panche vicine.

"Pietra, hai visto quei due?" chiese Conan.
"Si" miagolo Pietra. "Ma interverremo solo se....necessario, ghghgh!".

Eileen e Daisy lo scrutarono con un sguardo torvo.

"Ma come, miao?...Difendi un gatto randagio da un branco di ubriachi e non il Prescelto dai Mangiamorte?" chiese Eileen incuriosita.
"Il gatto randagio non aveva una bacchetta" ridacchiò Pietra. "E nemmeno degli amici. Non vorrei che Potter si abituasse male...".
"E poi sono solo due Mangiamorte..." aggiunse Conan sbadigliando.
"Si, si, ma c'è Doholov" miagolò Daisy preoccupata. "Prepariamoci comunque a intervenire".
"Prendiamo anche noi un cappuccino?....con la panna?" chiese lo Stregatto pieno di speranza.
"Se il caffè non sarà distrutto prima dell'ordinazione" brontolò Eileen stizzita.
"D'accordo" replicò Pietra facendo l'occhiolino. "Farò in modo che non accada nulla al vassoio della panna...è fresca, l''hanno appena montata".
"E io mi occuperò di proteggere la macchina del caffè" proseguì Scintillo sogghignando.
"In ogni caso, i ragazzi non devono accorgersi della nostra presenza" concluse Pietra stiracchiandosi. "E' miagolamente chiaro?".
"Agli ordini!...Nessun Miagolo-Incantesimo!" miagolarono in coro gli altri Stregatti.


Intanto, Hermione ridusse la voce a un sussurro.
"Troviamo un posto tranquillo per Smaterializzarci e andiamo in campagna. Una volta là, potremo mandare un messaggio all'Ordine".
"Perché, sai far parlare i Patroni?" le chiese Ron.
"Ci ho provato, credo di si" rispose Hermione.
"Bè, basta che non li mettiamo nei guai. Magari sono già stati arrestati. Santo cielo, fa schifo" commentò Ron dopo una sorsata di schiumoso caffè grigiastro.

"Il cappuccino migliore è quello italiano" sentenziò Pietra appostatosi vicino alle spalle dei Mangiamorte insieme a Conan. "Ricordi il Bar 'Da Quei Tre?".
"Ah si, a Firenze..." chiese Conan.
"Esatto" miagolò Pietra. "Non ho mai capito perché si chiama da 'Da quei tre', dal momento che ci sono tutte bariste, ghghgh!".
"Bè, ci dobbiamo ritornare in quella città. Volevo anche vedere il 'David Copperfield' di Michelangelo e il quadro della 'Marte' di Botticelli" miagolò Scintillo entusiasta.
Eileen e Daisy si scambiarono un'occhiata completamente basite.
 
La cameriera sentì Ron e gli scoccò un'occhiata invelenita mentre si trascinava verso i nuovi clienti. Il più grosso dei due, biondo e robusto, le fece cenno di allontanarsi. Lei lo guardò male, offesa.

"Andiamo, allora, non voglio bere questa fanghiglia. "Hermione, hai soldi Babbani per pagare?"
"Si, ho prosciugato il mio libretto di risparmio prima di venire alla Tana. "Scommetto che tutta la moneta è finita sul fondo" sospirò, chinandosi a prendere la borsa di perline.

I due operai fecero un gesto identico e Harry istintivamente li imitò: tutti e tre estrassero le bacchette. Ron, in ritardo di qualche secondo, si gettò sul tavolo e spinse Hermione sulla panca. 
Nello stesso istante Pietra e Conan dettero una pacca sul braccio dei Mangiamorte e le loro Maledizioni partirono imprecise fracassando la parete di piastrelle alle spalle di Ron, mentre Harry, ancora invisibile, urlava: "Stupeficium!"

Il Mangiamorte biondo fu colpito in viso da un getto di luce rossa e si afflosciò, privo di sensi. Il suo compagno non vedendo chi aveva deviato il suo braccio e chi aveva scagliato l'Incantesimo, ne spedì un altro: corde nere e lucide volarono dalla punta della sua bacchetta e legarono Ron dalla testa ai piedi. La cameriera strillò e corse verso l'uscita. Harry scagliò un altro Schiantesimo contro il Mangiamorte dalla faccia storta che aveva legato Ron, ma l'incanto fallì il colpo, rimbalzò contro la vetrina e colpì la cameriera, che cadde davanti alla porta. Daisy e Eileen si preoccuparono di rendere più morbido il suo atterraggio sul pavimento.

Pietra aveva spostato il vassoio della panna sul pavimento verso l'uscita, mentre con  la zampa libera tirava verso il basso la manica della tuta del Mangiamorte, quella del braccio che reggeva la bacchetta.
"Expulso!" urlò il Mangiamorte facendo fatica ad eseguire il puntamento, e il tavolo esplose scagliando Harry contro la parete: sentì la bacchetta scivolargli di mano e il Mantello cadergli di dosso.

"Petrificus Totalus!" gridò Hermione, fuori del suo campo visivo, e il Mangiamorte cadde rumorosamente in avanti come una statua sul miscuglio di tazze rotte, pezzi di tavole e caffè. Hermione strisciò fuori da sotto la panca, scuotendosi i frammenti di vetro del portacenere dai capelli, tutta tremante. 

"D-diffindo!" disse, puntando la bacchetta verso Ron, che gemette perché gli aveva squarciato i Jeans al ginocchio, lasciando un taglio profondo. "Oh, scusami, Ron, mi trema la mano! Diffindo!"

Le corde tagliate caddero.

"La Granger lo vuole tagliuzzare prima di mettersi con lui?" mormorò Pietra confuso.
"Dev'essere un rituale d'amore, come tra noi felini magici quando..." sibilò Conan senza finire la frase.
"Di sicuro" sogghignò lo Stregatto. "Basta che la ragazza non tagli la gola a Weasley prima che pronunci il fatidico 'si', ghghgh!"

Ron si alzò e scrollò le braccia per riacquistare la sensibilità. 
Harry raccolse la bacchetta e si arrampicò sui detriti fino alla panca dov'era disteso il Mangiamorte biondo e grosso. 

"Avrei dovuto riconoscerlo, c'era anche lui la notte che è morto Silente" osservò. Rivoltò con un piede il Mangiamorte più scuro di capelli; gli occhi dell'uomo scattarono da Harry a Ron a Hermione.
"E' Dolohov" disse Ron. "Mi ricordo la foto di quando era un ricercato. Credo che quello grosso sia Thorfinn Rowle".

"E chi se ne importa dei loro nomi!" esclamò Hermione. "Come hanno fatto a trovarci?" Cosa facciamo adesso?"

"Bè, se la Granger continuerà a pronunciare il nome di Tu-Sai-Chi, vi troveranno ancora" miagolò Daisy a un orecchio di Ron, che rimase per un attimo sorpreso e impietrito, ma in silenzio.

                                

In qualche modo il suo panico schiarì le idee a Harry.
"Chiudi a chiave la porta" ordinò, "e tu, Ron, spegni le luci".
 
Guardò Dolohov immobilizzato, riflettendo in fretta mentre la serratura scattava e Ron usava il Deluminatore per sprofondare il caffè nell'oscurità.
Sentì gli uomini che prima avevano urlato a Hermione apostrofare un'altra ragazza in lontananza.
Vide un vassoio intatto e pieno di panna sul pavimento vicino la vetrina, e si domandò come aveva fatto a finire proprio lì. 
Fu proprio in quel momento che gli venne il sospetto che i Mangiamorte non erano i soli ad essere presenti nel negozio, oltre a loro e alla commessa.

"Che cosa ne facciamo di quelli?" gli bisbigliò Ron nel buio; poi, più piano: "Li uccidiamo? Loro ci ucciderebbero. Ci hanno appena provato".

Hermione rabbrividì e fece un passo indietro. Harry scosse la testa.

"Dobbiamo solo cancellargli la memoria" rispose. "E' meglio così, farà perdere le nostre tracce. Se li uccidessimo, sarebbe ovvio che siamo stati qui".

"Si sta arrampicando sugli specchi" miagolò Pietra facendo spallucce. "Una scusa debole"
"Speriamo che in futuro Potter non se ne debba pentire" aggiunse Conan. 

"Sei tu il capo" ribatté Ron, profondamente sollevato. "Ma io non ho mai fatto un Incantesimo di Memoria".
"Nemmeno io intervenne Hermione" intervenne Hermione. "Però so la teoria"

Trasse un gran respiro per calmarsi, poi puntò la bacchetta contro la fronte di Dolohov e disse: "Oblivion".

Subito gli occhi di Dolohov si annebbiarono, sognanti.

"Brava!" esclamò Harry dandole una pacca sulla schiena. "Occupati di quell'altro e della cameriera mentre io e Ron mettiamo in ordine".
"Mettere in ordine?" gridò Ron, guardando il caffè semidistrutto. "Perché?"
"Non credi che potrebbero chiedersi cosa è successo, se si svegliano e si ritrovano in un posto che sembra appena bombardato?"
"Oh, si, è vero"

"Ha dormito poco Weasley?" chiese Eileen stizzita.
"No, è solo pigrizia cronica" replicò Daisy scuotendo la testa. 

Riportato il caffè al suo aspetto originario , risistemarono i Mangiamorte sulle panche, uno di fronte all'altro. 

"Ma come hanno fatto a trovarci?" chiese Hermione guardando i due uomini inerti. "Come hanno fatto a sapere che eravamo qui?"
Si rivolse a Harry.
"Tu non credi di avere ancora la Traccia addosso, vero, Harry?"
"Impossibile" decretò Ron. "La Traccia svanisce a diciassette anni, è una legge magica, non si può imporla a un adulto"
"Per quanto ne sai tu" lo rimbeccò Hermione. "E se i Mangiamorte hanno trovato un modo di imporla a un diciassettenne?"
"Ma Harry non è stato vicino a un Mangiamorte nelle ultime ventiquattr'ore. Chi potrebbe avergli imposto la Traccia?"

Hermione non rispose. Harry si sentiva contaminato, infettato: era così che i Mangiamorte l'avevano individuato?

"Se io non posso usare la magia senza rivelare la nostra posizione, e voi nemmeno finché siete vicino a me..." esordì.
"Non ci separeremo!" esclamò Hermione, decisa.
"Ci serve un posto sicuro dove nasconderci" disse Ron ripensando alla vocina nell'orecchio. "Per avere il tempo di riflettere"
"Grimmauld Place" rispose Harry.

Gli altri due lo guardarono a bocca aperta, mentre Daisy lanciava sulle loro spalle altri peli tracciatori della Smaterializzazione. Conoscevano la destinazione proposta dal giovane mago, ma la prudenza non era mai troppa.

"Non essere sciocco, Harry, Piton può entrare!"
"Il padre di Ron ha detto che hanno messo delle fatture contro di lui...e anche se non hanno funzionato" incalzò, prima che Hermione potesse ribattere, "che differenza fa? Giuro che non desidero altro che incontrare Piton!"
"Ma..."
"Hermione, che alternative abbiamo? E' la soluzione migliore. Piton è un Mangiamorte solo. Se ho ancora addosso la Traccia, ci seguiranno a frotte, ovunque andiamo".
Lei non poté controbattere, mentre a Pietra fu impedito da Eileen e Daisy di sbafarsi la panna nel vassoio. 
Tutto nel locale doveva apparire come era prima che i Grifondoro entrassero.

Hermione aprì la porta del caffè e Ron fece scattare il Deluminatore per riaccendere le luci. 
Poi, al tre di Harry, annullarono gli Incantesimi sulle vittime e, prima che la cameriera o uno dei Mangiamorte potesse far altro che stiracchiarsi, girarono su se stessi e svanirono di nuovo nell'oscurità opprimente.

                                       

Qualche attimo dopo i polmoni di Harry si dilatarono grati e lui aprì gli occhi: erano al centro di una squallida piazzetta dall'aria familiare. 
Potevano vedere il numero dodici perché Silente, il Custode Segreto, aveva rivelato loro la sua esistenza, e si precipitarono da quella parte, voltandosi a ogni passo per controllare di non essere seguiti o spiati. 
Gli Stregatti erano invisibili e svolazzanti sopra di loro.
Subito i ragazzi salirono di corsa i gradini di pietra e Harry picchiò una volta sulla porta con la bacchetta. 
Udirono una serie di scatti metallici e lo sferragliare di una catena, poi la porta si spalancò cigolando e i tre varcarono la soglia, in compagnia dei felini della Quinta Casa. 

Non appena Harry varcò la porta, le vecchie lampade a gas si accesero, proiettando luci tremolanti lungo l'ingresso. Era come lo ricordava: inquietante, pieno di ragnatele.
I profili delle teste degli Elfi Domestici appesi alla parete gettavano strane ombre su per la scala. Lunghe tende scure celavano il ritratto della madre di Sirius. 
La sola cosa fuori posto era il portaombrelli fatto con una zampa di Troll, che era rovesciato a terra, come se Tonks l'avesse fatto cadere un'altra volta.
"Credo che qualcuno sia stato qui" sussurrò Hermione, indicandolo.
"Può essere successo quando sono usciti quelli dell'Ordine" bisbigliò in risposta Ron.
"Allora dove sono queste fatture contro Piton?" chiese Harry.
"Forse si attivano solo in sua presenza" suggerì Ron.
"Bè, non possiamo stare qui per sempre" disse Harry, e fece un passo avanti.

"Severus Piton?" La voce di Malocchio emerse sussurrando dal buio e li fece sobbalzare tutti e tre. 
"Non siamo Piton!" gracchiò Harry, prima che qualcosa gli alitasse addosso come aria fredda e la lingua gli si arricciasse in bocca, impedendogli di parlare. Fece per toccarsela, ma si era già ridistesa. 
Gli altri due sperimentarono la stessa spiacevole sensazione. Ron fu assalito da conati; Hermione balbettò: "De-Dev'essere la Maledizione Languelingua che Malocchio ha messo per Piton!"

Invece sugli Stregatti le fatture di Malocchio non ebbero alcun effetto.

Cautamente, Harry fece un altro passo avanti. Qualcosa si mosse tra le ombre in fondo all'ingresso e, prima che uno dei tre potesse dire un'altra parola, dalla moquette emerse una figura alta, polverosa e terribile. Hermione urlò, e altrettanto fece la signora Black, spalancando le tende; la figura grigia scivola verso di loro, sempre più rapida, i capelli lunghi fino alla vita e la barba fluttuanti, il volto scavato, scarnificato, con le orbite vuote, orrendamente familiare, spaventosamente alterato: levò un braccio putrefatto, indicando Harry.

"No!" urlò Harry, e benché avesse alzato la bacchetta non gli venne in mente nessun Incantesimo. "No! Non siamo stati noi! Non ti abbiamo ucciso..."

Alla parola 'ucciso' la sagoma esplose in un enorme nuvola di polvere; tossendo e lacrimando, Harry si voltò e vide Hermione rannicchiata a terra vicino alla porta con le braccia sulla testa e Ron, scosso da un tremito, che le batteva goffamente una mano sulla spalla ripetendo: "V-Va t-tutto bene...è sparito..."

Pietra sbuffava annoiato, ma il suo stomaco stava iniziando a brontolare.
Fortuna che Conan aveva precedentemente 'prelevato' diversi tramezzini sul retro del caffè e alcune bevande dal magazzino.
Tuttavia Eileen e Daisy avevano lasciato del denaro Babbano vicino la cassa.

La polvere vorticava intorno a Harry come nebbia, catturando la luce blu delle lampade, mentre la signora Black strillava.
Harry la mise subito a tacere richiudendo le tende, mentre Hermione aveva appena riconosciuto la figura magica creata dall'Incantesimo difensivo, che si era poi dissolta.

"Si" rispose Harry all'amica avanzando nell'atrio. "Ma non era davvero lui. Era solo per spaventare Piton".

"C'era bisogno di precisarlo che non era Silente, miao?" chiese Eileen. 
"Credono che sia ancora vivo?" domandò Daisy.
"Quando un grandissimo mago ti abitua ad ogni sorta di magie e quasi miracoli..."
"E' colpa della magia stessa" borbottò Pietra. "E' la magia che tiene sempre una porta aperta alla speranza. Ed è giusto che sia così".

                                      

Hermione decise di controllare con l'Incantesimo 'Homenum Revelio' se vi erano altre trappole o presenze umane: il luogo si rivelò sicuro.
Quindi si avviò su per le scale scricchiolanti, fino al salotto.
Agitò la bacchetta per accendere le vetuste lampade a gas e si appollaiò sul divano, le braccia serrate attorno alle ginocchia.
Ron andò alla finestra e scostò la pesante tenda di velluto.

"Non vedo nessuno là fuori" riferì. "E se Harry avesse ancora la Traccia addosso, ci avrebbero seguiti fin qui. Lo so che non possono entrare in casa, ma...che cosa succede, Harry?"

Harry aveva urlato di dolore: Aveva sentito un'altra fitta alla cicatrice.

"Cos'hai visto?" chiese Ron avvicinandosi. "L'hai visto a casa mia?"
"No, sento solo la rabbia...è molto arrabbiato..."
"Ma potrebbe essere alla Tana" insisté Ron a voce alta. "E poi? Non hai visto nulla? Stava colpendo qualcuno?"
"No, ho sentito solo la rabbia...non saprei..."

"Harry era infastidito, confuso, e Hermione non migliorò la situazione dicendo con voce spaventata: "Di nuovo la cicatrice? Ma cosa succede? Pensavo che la connessione si fosse chiusa!"

Infine Harry dovette subire la solita recriminazione sulla sua noncuranza delle lezioni di Occlumanzia e l'ennesimo ammonimento riguardante le false immagini che Voldemort avrebbe potuto insinuare nella sua mente.
Tutti argomenti che si ricordava benissimo. 

"Ops!...La Granger ha pronunciato di nuovo il suo nome" brontolò Eileen.
"Forse dovevamo essere più chiari con loro" aggiunse Daisy.
"Abbiamo sopravvalutato la conoscenza della Storia della Magia di Hermione" fece notare Conan.
"Bè, come ha detto Ron Weasley, I Mangiamorte non possono vedere la casa, ma di sicuro ce li ritroveremo a passeggiare nella piazzetta" concluse Pietra prendendo a morsi un tramezzino.

Harry desiderò di non aver raccontato quello che aveva visto e provato e voltò le spalle ai suoi amici fingendo di studiare il vecchio arazzo dell'albero genealogico dei Black.

Poi Hermione cacciò un urlo: Harry sfoderò di nuovo la bacchetta, si voltò e vide un Patronus argenteo planare attraverso la finestra del salotto e atterrare davanti a loro, dove assunse le sembianze della donnola, che parlava con la voce del padre di Ron. 

"Famiglia al sicuro, non rispondete, ci spiano"

Il Patronus si dissolse nel nulla. E Almeno Ron era stato rassicurato.

"Non voglio stare da sola" disse Hermione. "Possiamo dormire qui, stanotte? Ho portato i sacchi a pelo".

Harry udì Ron assentire, ma lui non riuscì più a sopportare il dolore della cicatrice e disse ai suoi amici di dover andare in bagno. 

Arrivò appena in tempo. 
Chiuse a chiave con mani tremanti, si afferrò la testa che pulsava e cadde a terra, poi, in un'esplosione di dolore, avverti la rabbia che non gli apparteneva invadergli l'anima.
Vide una stanza lunga illuminata da un camino e il Mangiamorte Rowle che urlava e si contorceva sul pavimento.

La punizione per essersi fatti sfuggire Harry Potter al Caffè di Londra era la tortura mediante la Maledizione Cruciatus. Dolohov e Rowle potevano considerarsi fortunati per non essere finiti in pasto a Nagini.
Il Signore Oscuro stava usando il pallido e dimagrito Draco Malfoy per torturarli.

"...Mi hai chiamato per dirmi che Harry Potter è fuggito di nuovo?" disse Lord Voldemort. "Draco dai a Rowle un altro assaggio del nostro scontento...fallo, o sarai tu a subire la mia collera!"

Provò Nausea per ciò che aveva visto, per l'uso che Voldemort faceva di Draco.

Proprio in quel momento gli apparvero Eileen Scintille e Daisy Stregatta: le  feline avevano attirato l'attenzione del ragazzo tirando la catena del water.

"Il Prescelto può permettersi la carta igienica in questo bagno, ma non può pretendere la privacy assoluta, hi, hi, hi!" miagolò Eileen strizzando un occhietto.
"Voi...qui?" chiese Harry ancora a sedere sul pavimento.
"Miao...se continuate a pronunciare il nome di Tu-Sai-Chi, allora vuol dire che siete dei poveri...Si dice 'mentegatti' o  'mentecatti'?...Forse la seconda..." continuò La Stregatta prima di essere interrotta.

Un bussare sordo alla porta, e Harry sussultò al suono della voce di Hermione.

"Harry, vuoi lo spazzolino? Ce l'Ho qui?"
"Si, magnifico, grazie" rispose lui, cercando di mantenere un tono di voce normale mentre si alzava per aprire la porta.
 
Intanto, le Stregatte erano già scomparse in un 'puff!', nella immancabile nuvoletta di vapore color violafucsia.

 
       Causa Pigrata Natalizia e di Capodanno, il prossimo capitolo uscirà nella prima settimana di febbraio. Miagolanti e Miagolosi Auguri a Tutti da Pietra Stregatto!





 
























 
































































  








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