Libro sette, capitolo 7: Il testamento di Albus Silente


                                 
  

             Liberamente ispirato al Libro sette, Capitolo sette: Il testamento di Albus Silente





Il giorno del suo compleanno Harry si svegliò dopo aver sognato un uomo ricercato da Voldemort, un certo Gregorovich.

Era un nome familiare per il ragazzo, ma non riuscì a ricordare in quale contesto lo aveva già sentito nominare, e neanche Ron capì di chi si trattava.
L'unica cosa certa era che il collegamento tra la mente del Signore Oscuro e quella di Harry era ancora perfettamente attiva.

In ogni caso, compiuti i diciassette anni, la Traccia magica dei minorenni era ormai scomparsa, e Harry si divertì a far volare un po' di cose nella stanza, richiamando a sé i suoi occhiali come primo Incantesimo da maggiorenne.

Il primo regalo scartato fu quello di Ron, un libro dal titolo 'Dodici passi infallibili per sedurre una Strega'. Non molto azzeccato dal momento che il suo amico stava per lasciare sua sorella.
Seguì il regalo tradizionale per la maggiore età dei Maghi di Arthur e Molly: un orologio con stelle al posto delle lancette.
Poi arrivò lo Spioscopio di Hermione, almeno un dono utile. 
Sette salsicce erano state trovate avvolte sotto il cuscino in un pacchetto color violafucsia, accompagnate da un biglietto in cui era scritto 'Assaggia la fortuna!'.
Di sicuro quel profumatissimo e allettante cibo era di una provenienza molto più che familiare.
La raccolta dei regali seguì per tutta la mattina, ma il dono più originale che ricevette il nostro Grifondoro lo ebbe dalla sua adorata Ginny.

Lei lo condusse in camera sua e, pur sapendo che si sarebbero lasciati, gli fece vivere un momento indimenticabile: lo baciò come non aveva mai fatto prima.

A Ron occorsero diversi minuti per digerire la decisione di Harry, ma dovette ammettere che la missione che stavano per intraprendere non lasciava molto spazio a progetti di vita futuri.

"Solo a Silente abbiamo regalato sette salsicce!" brontolò lo Stregatto verso l'ora di cena. 
"E' il numero magico più potente" aggiunse Conan. "Se le assaggia gli porteranno fortuna"
"Sono miagolerie da Stregatti" mormorò Daisy. "Non potete biasimare Harry se non crede a queste superstizioni feline..."
"E vi siete già pentiti di esservi privati di quelle salsicce" miagolò Eileen.
"Nessun rimpianto!" miagolarono in coro Pietra e Conan con gli occhi lucidi.
"E' da un anno che pensavamo a regalargliele" mormorò Conan. "E' stata una lunga, ponderata decisione..."
"...Anche sofferta, miao!" ammise lo Stregatto.
"Un anno e basta?" chiese Daisy con un tono di voce carico di ironia.
"Un anno e una settimana circa" precisò Conan falsamente indignato. "Pensavamo di rifletterci almeno un secolo, ma le vite umane sono così brevi...".
"Specialmente quando ti dà la caccia il Signore Oscuro" mormorò Eileen rabbrividendo.

                               

A cena Molly si presentò in cortile con una torta a forma di Boccino d'oro Alato grande come un pallone da spiaggia. 
"E' straordinaria, Signora Weasley!" commentò Harry.
"Oh, non è nulla caro" rispose lei con affetto. Ron, alle sue spalle, gli fece cenno con i pollici in su.
Erano le sette quando gli ultimi invitati si presentarono alla Tana. Fred, George, Charlie. Remus Lupin, Tonks e alla fine Hagrid con il suo porta oggetti 'Mokessino' in regalo, ovvero un sacchetto peloso con un cordoncino da appendere al collo.
Mancava soltanto Arthur Weasley.

"Sarà meglio che cominciamo senza Arthur" gridò ai presenti Molly dopo qualche istante, mentre stava conversando con Madame Delacour. "Dev'essere stato trattenuto al...Oh!"

La videro tutti insieme, una striscia luminosa volò attraverso il giardino fino al tavolo, dove si mutò in una lucente donnola d'argento che si rizzò sulle zampe posteriori e parlò con la voce del Signor Weasley.

'Il Ministro della Magia sta arrivando con me'

Il Patronus si dissolse nell'aria, mentre la famiglia di Fleur scrutava esterrefatta il punto in cui era sparito.

"Noi non dovremmo essere qui" esclamò subito Lupin. "Harry...mi dispiace...te lo spiego la prossima volta..."
Afferrò Tonks per il polso e la trascinò via; raggiunsero la staccionata, la scavalcarono e sparirono.
La signora Weasley era sconvolta.
"Il Ministro...ma perché?...Non capisco..."

Ma non ci fu il tempo di discuterne; un attimo dopo il signor Weasley comparve al cancello, accompagnato da Rufus Scrimgeour, con la sua inconfondibile criniera brizzolata.

"Che ne è del duello che dovevi fare con il Ministro?" domandò Conan allo Stregatto.
"Si...dopo la fine della guerra...se saremo ancora vivi..." miagolò Pietra annuendo. "Ma non vorrei essere costretto ad anticiparlo oggi..."
Eileen e Daisy lo scrutarono preoccupate.

"Se Rufus è passato dalla parte di Voldemort, lo ucciderò senza pensarci mezza volta, miao!" continuò il direttore della Casa di Violafucsia, lo sguardo truce. "Voi mettete in salvo...la Torta!".
"E Harry?" chiese Eileen.
"Proteggete la torta...a Potter, ci penso io, sigh-miao!" aggiunse lo Stregatto sospirando profondamente.

I nuovi arrivati attraversarono il cortile diretti al giardino e alla tavola illuminata per la festa di compleanno, dove tutti sedevano in silenzio guardandoli. 
Quando Scrimgeour fu a tiro di lanterna, Harry notò che era molto invecchiato, dimagrito e cupo.

"Mi spiace interferire" esordì il Ministro, zoppicando fino al tavolo. "Soprattutto perché sto rovinando una festa".  

Il suo sguardo indugiò sull'enorme torta a forma di boccino, mentre Pietra era già pronto a lanciargli un Miagolo-Petrificus Totalus se solo si fosse azzardato ad allungare una mano per prenderne una fetta.

"Cento di questi giorni".
"Grazie" rispose Harry.
"Ho bisogno di parlarti in privato" continuò Scrimgeour. "Anche col signor Ronald Weasley e con la signorina Hermione Granger"
"Noi?" domandò Ron, sorpreso. "Perché noi?"
"Te lo dirò quando saremo in un posto più intimo" ribatté Scrimgeour. "Esiste un posto del genere?" chiese al signor Weasley.
"Si, certo" rispose Arthur nervosamente. "Il...ehm...il salotto, perché non andate là?"
"Fammi strada" disse Scrimgeour a Ron. "Non c'è bisogno che ci accompagni, Arthur".

                                

"Rufus non sembra avere idee bellicose" miagolò Pietra mentre tutti insieme seguivano invisibili Ron attraversando la cucina in disordine.
"E nemmeno regali di compleanno, miao" brontolò Conan un po' deluso.

Giunti in salotto, Scrimgeour prese posto nella poltrona sfondata del signor Weasley, lasciando gli amici a strizzarsi  fianco a fianco sul divano. Poi parlò.

"Ho alcune domande da fare a ognuno di voi, e credo sia meglio procedere con ordine. Voi due" e indicò Harry e Hermione. "Potete aspettare di sopra; comincerò con Ronald".
"Noi non andiamo da nessuna parte" ribatté Harry, e Hermione annuì con forza. "O parla con tutti e tre, oppure non se ne fa niente"

Scrimgeour lo squadrò con uno sguardo gelido, ma proprio in quel momento lo Stregatto decise di palesare per un secondo la sua presenza al Ministro con una rapidissima apparizione, giusto il tempo di un battito di ciglia.
 
A quel punto il Ministro cercò di nascondere l'inevitabile imbarazzo, mascherandolo come se il suo sguardo sorpreso fosse dovuto esclusivamente alla dura risposta del giovane mago.

"Molto bene, allora starete insieme" risolse, scrollando le spalle. "Si schiarì la gola. "Sono qui, come certo sapete, a causa del testamento di Albus Silente".

"Harry, Ron, e Hermione si guardarono con gli occhi spalancati. Anche gli Stregatti, a loro volta sorpresi, drizzarono le orecchie e i baffetti.

"A quanto pare è una sorpresa! Dunque non sapevate che Silente vi ha lasciato qualcosa?"
"A...a tutti?" chiese Ron. "Anche a me e Hermione?"
"Si, a tutti, e..."

Ma Harry lo interruppe.

"Silente è morto più di un mese fa. Perché avete aspettato tanto per darci quello che ci ha lasciato?"
"Non è ovvio?" rispose Hermione, prima che Scrimgeour potesse rispondere. "Volevano esaminare l'eredità". Non ne avevano il diritto!" protestò, con voce roca.
"Avevo tutti i diritti" tagliò corto Scrimgeour. "Il Decreto per la Giustificabile Confisca dà al Ministero il potere di confiscare il contenuto di un testamento..."
"Quella legge è stata pensata per evitare che i maghi si tramandino oggetti oscuri obiettò Hermione, e il Ministro deve avere prove schiaccianti che le proprietà del deceduto siano illegali prima di confiscarle! Ci sta dicendo che secondo lei Silente stava cercando di passarci degli oggetti oscuri?"
"Pensa di intraprendere una carriera di Magisprudenza, signorina Granger?" le chiese Scrimgeour.
"No" ribatté Hermione. "Spero di fare qualcosa di buono per il mondo!"
"Ron scoppiò a ridere. Scrimgeour lo fulminò con lo sguardo ma si voltò subito quando Harry parlò.

"E adesso come mai ha deciso di farci avere le nostre cose? Non è riuscito a trovare una buona scusa per tenersele?"
"No, è perché i trentun giorni sono passati" rispose pronta Hermione. "Non possono trattenere gli oggetti più a lungo, a meno di non dimostrare che sono pericolosi. Giusto?"

"E quindi, il Ministero ha interpretato l'applicazione del Decreto in modo 'molto estensivo', ma alla fine ha rispettato la scadenza del termine d'esame degli oggetti" miagolò Eileen torva. "Furbi, eh?...Rufus ha forzato il contenuto della legge al proprio uso e consumo"
"E' come se avessero lanciato un Incantesimo Estensibile Irriconoscibile sul Decreto" aggiunse Daisy sogghignando. "Invece, in realtà, si tratta della 'magia delle parole' di cui una volta parlava Silente. Parole che, una volta espresse, possono fare del bene o del..."
"Bando alle miagolezze!...Vi siete chiesti se Silente ci ha lasciato qualcosa nel testamento?" borbottò Conan.
"Forse una stretta di mano" mormorò Pietra disilluso. "Anche il testamento fa parte del piano di Silente per abbattere Voldemort, e il vecchio Rufus lo ha intuito".  

"Puoi affermare di aver avuto un legame speciale con Silente, Ronald?" chiese Scrimgeour, ignorando Hermione". Ron sembrava allarmato.
"Io? No...non proprio...era sempre Harry che..."
"Se non eri in rapporti stretti con Silente, allora come mai ti ha ricordato nel suo testamento? I suoi lasciti privati sono straordinariamente ridotti. La maggior parte delle sue proprietà - la sua biblioteca privata, i suoi strumenti magici e altri effetti personali - è stata lasciata a Hogwarts. Perché pensi di essere stato scelto?" 
"Io...non so" rispose Ron. "Io...quando dico che non avevamo un rapporto stretto...Insomma, gli piacevo, credo..."
"Sei modesto, Ron" intervenne Hermione. "Silente ti era molto affezionato".

Anche se era un'esagerazione, Scrimgeour parve non aver sentito; infilò la mano sotto il mantello e tirò fuori un sacchetto chiuso da legacci. 
Ne sfilò una pergamena che srotolò e lesse ad alta voce.

" 'Ultime volontà e testamento di Albus Percival Wulfric Brian Silente'...ecco, ci siamo...'a Ronald Weasley lascio il mio Deluminatore, nella speranza che si ricordi di me quando lo usa' ".

Scrimgeour prese dalla borsa un oggetto che Harry aveva già visto: sembrava un accendino d'argento, ma, lo sapeva, aveva il potere di risucchiare tutta la luce da un luogo, e di riportarvela, con un semplice scatto. Scrmgeour si chinò e passò il Deluminatore a Ron, che lo prese e se lo rigirò fra le dita, sbalordito.

"E' un oggetto di valore" osservò Scrimgeour, guardando Ron. "Potrebbe essere unico. Di sicuro è stato progettato da Silente in persona. Perché ti avrebbe lasciato un oggetto così raro?"

Ron scosse il capo, sconvolto.

"Silente ha insegnato a migliaia di studenti" insisté Scrimgeour. "Eppure i soli che ha ricordato nel suo testamento siete voi tre. Perché? A quale uso pensava che avresti destinato il suo Deluminatore, signor Weasley?"
"Per spegnere le luci, immagino" borbottò Ron. "Cos'altro potrei farci?"

Era chiaro che Scrimgeour non aveva suggerimenti da dargli e neanche gli Stregatti. 
Pietra immaginò di spegnere le luci al castello mentre la povera McGranitt scendeva le scale, ma poi ridacchiò tra i baffetti un po' pentito della sua idea balorda.

Dopo aver sogguardato Ron per qualche istante, il Ministro tornò al testamento.

" 'A Hermione Jean Granger lascio la mia copia delle fiabe di Beda il Bardo, nella speranza che le trovi appassionanti e istruttive' " 

Scrimgeour estrasse dalla borsa un piccolo libro che sembrava antico quanto 'Segreti dell'Arte più Oscura'. Hermione lo prese senza una parola, ma una sua lacrima cadde sui caratteri in rilievo del titolo scritto in rune.

"Perché credi che Silente ti abbia lasciato questo libro, signorina Granger?" chiese Scrimgeour.
"Lui...lui sapeva che amo i libri" rispose Hermione con la voce velata, asciugandosi gli occhi con la manica. 
"Ma perché proprio questo?"
"Non lo so. Avrà pensato che mi sarebbe piaciuto"
"Hai mai discusso di codici o di modi di passarsi messaggi segreti con Silente?"
"No" disse Hermione. "E, se il Ministero non ha trovato codici nascosti in questo libro in trentun giorni, dubito che ci riuscirò io".
Poi soffocò un singhiozzo e Scrimgeour tornò per l'ultima volta al testamento.

" 'A Harry James Potter' " lesse, e le viscere di Harry si contrassero per l'agitazione , " 'lascio il Boccino che catturò nella sua prima partita di Quidditch a Hogwarts, in memoria delle ricompense che perseveranza e abilità meritano' " 

"Perché Silente ti ha lasciato questo boccino?" gli chiese Scrimgeour.
"Non ne ho idea" rispose Harry. "Per le ragioni che ha appena letto, immagino...per ricordarmi quello che si può ottenere se si...persevera, e tutto il resto".
"Credi che sia un ricordo puramente simbolico, quindi?"
"Immagino di si" rispose Harry. "Che altro potrebbe essere?"
"Le domande le faccio io" ribatté Scrimgeour, spostando la poltrona più vicino al divano. "Vedo che la tua torta di compleanno è a forma di Boccino, come mai?"

Alla parola 'torta', il collare di Pietra emanò un bagliore sinistro alle spalle di Harry, che Scrimgeour fece in tempo a percepire.

"Neanche il bassotto di Sherlock Holmes colpito da Ictus Miagolante avrebbe fatto una domanda simile" brontolò lo Stregatto.
"Si...anche perché un evento simile lascia solo il tempo di una miagolata prolungata prima di morire" fece notare Conan. "Ma colpisce solo i felini".

Hermione scoppiò in una risata sprezzante.

"Oh, non può essere un'allusione al fatto che Harry è un grande Cercatore, è troppo ovvio. Dev'esserci un messaggio segreto di Silente nascosto nella glassa!"
"Non credo che ci sia qualcosa nascosto nella glassa" obiettò Scrimgeour, "Ma un boccino sarebbe un gran bel nascondiglio per un piccolo oggetto . Sai perché, immagino".

Harry scrollò le spalle. Hermione però rispose. 

"Perché i boccini hanno una memoria tattile".

"Cosa?" esclamarono Harry e Ron; entrambi consideravano pressoché nulla la cultura di Hermione sul Quidditch.

"Giusto" disse Scrimgeour. "Un boccino non viene toccato dalla pelle nuda prima di essere liberato, nemmeno dal suo artefice, che indossa i guanti. E' intriso di un Incantesimo che gli consente di identificare il primo umano che vi abbia posto le mani sopra, in caso di cattura incerta o discutibile. Questo boccino" e alzò la pallina d'oro, "ricorda il tuo tocco, Potter. Forse Silente, che possedeva straordinarie abilità magiche, quali che fossero i suoi difetti, ha incantato questo boccino in modo che si aprà solo a te".

Il cuore di Harry batteva forte. Anche Pietra, che sapeva cosa c'era dentro aveva i baffetti dritti che segnalavano 'allarme rosso'.

                                 

Di sicuro Scrimgeour aveva ragione. Come poteva Harry evitare di toccare il boccino a mani nude davanti al Ministro?

"Non dici nulla" riprese Scrimgeour". "Forse sai già che cosa contiene.
"No" rispose Harry
"Prendilo" disse calmo il Ministro.

Harry incrociò il suo sguardo e capì che non aveva scelta: doveva obbedire. Tese la mano. Scrimgeour si sporse di nuovo in avanti e posò il boccino, con deliberata lentezza, nel suo palmo.

"E se si apre?" chiese Eileen.
"Raccontiamo al Ministro dei Quattro Collari dell'Apocalisse?" rispose Conan di rimando
"Bè, meglio parlargli di 'leggende umane', per esempio dei Doni della Morte?" Chiese Daisy
"No" mormorò Pietra sogghignando. "Schiantiamo tutti nel salotto...prendiamo la pietra...e sgattaioliamo via a tutta velocità".
Gli altri Stregatti guardarono il direttore di Violafucsia esterrefatti, ma pronti ad obbedire.

Non successe nulla. Quando le dita di Harry si chiusero attorno al boccino, le sue ali vibrarono e si fermarono subito. 
Scrimgeour, Ron e Hermione continuarono a fissare avidi la pallina seminascosta , come se ancora sperassero di vederla trasformarsi.

"Davvero un gran spettacolo" commentò Harry con distacco. Ron e Hermione risero.

"E' tutto, allora?" chiese Hermione, facendo il gesto di alzarsi dal divano.
"Non ancora" Scrimgeour adesso sembrava veramente di malumore. "Silente ti ha lasciato qualcos'altro, Potter".
"Che cos'è?" domandò Harry, di nuovo eccitato.

Questa volta Scrimgeour non si prese nemmeno la briga di leggere il testamento. 

"La Spada di Godric Grifondoro" rispose.
"E dov'è?" chiese Harry sospettoso.
"Purtroppo" riprese Scrimgeour. "Silente non aveva la facoltà di donare quell'arma. La Spada di Godric Grifondoro è un importante oggetto storico, e come tale appartiene a..."
"Appartiene a Harry!" Hermione si accalorò. "L'ha scelto, lui l'ha trovata, gliel'ha consegnata il Cappello Parlante..."
"Secondo attendibili fonti storiche, la Spada può offrirsi a qualunque valoro Grifondoro" ribatté Scrimgeour. "Questo non ne fa una proprietà esclusiva del signor Potter, qualunque cosa Silente possa aver deciso". Scrimgeour si grattò la barba mal rasata, osservando Harry. "Perché pensi...?"
"Che Silente abbia voluto lasciarmi la Spada?" concluse Harry cercando di trattenersi. "Forse trovava che sarebbe stata bene sulla parete di casa mia"
"Non è uno scherzo, Potter!" ringhiò Scrimgeour. "E' perché Silente sapeva che solo la Spada di Grifondoro potesse sconfiggere l'Erede di Serpeverde? Ha voluto darti quella Spada, Potter, perché era convinto, come molti altri, che tu sia il predestinato a distruggere Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato?"

"Siamo sicuri che Scrimgeour non sia un discendente scemo di Sherlock Holmes?" miagolò Pietra. "Oppure il primo caso nel Mondo Magico di Ictus Miagolante non letale, ma con gravi complicazioni cerebrali?"
"Opto per il secondo caso" commentò Conan. "Dopo tutti i contatti che ha avuto con noi due..."

"Interessante teoria" disse Harry. "Qualcuno ha mai provato a infilzare Voldemort con una spada? Forse il Ministero dovrebbe affidare questo compito a un po' di gente, invece di perdere tempo a smontare Deluminatori o a coprire le fughe da Azkaban. E' questo che fa, Ministro, chiuso nel suo ufficio, cerca di aprire un Boccino? La gente muore, per poco non sono morto anch'io, Voldemort mi ha dato la caccia per tre contee, ha ucciso Malocchio Moody, ma il Ministero non ha detto una parola, vero? E lei si aspetta ancora che noi collaboriamo con voi!"
"Hai passato il limite!" urlò Scrimgeour, alzandosi; anche Harry balzò in piedi. 

Scrimgeour avanzò zoppicando verso di lui e lo colpì forte sul petto con la punta della sua bacchetta., che aprì nella maglietta di Harry una bruciatura, come di sigaretta accesa.

"Ehi!" esclamò Ron, balzando in piedi e afferrando la bacchetta. 
Ma Harry lo fermò: "No! Vuoi dargli una scusa per arrestarci?"

"Sei tu il Predestinato, Rufus?" mormorò una tenue vocina miagolante all'orecchio destro del Ministro. "Se sei tu, arresta pure Potter. Altrimenti, sgridalo e poi togliti di torno".

"Ti sei ricordato che non sei a scuola, eh?" ansimò Scrimgeour, le parole di Pietra risuonavano ancora nelle sue orecchie. "Ti sei ricordato che io non sono Silente, che perdonava la tua insolenza e le tue ribellioni? Puoi anche portare in giro quella cicatrice come una corona, Potter, ma non spetta a un diciassettenne dirmi come fare il mio lavoro! E' ora che impari ad avere un po' di rispetto!"
"E' ora che lei se lo meriti" ribatté Harry.

Il pavimento tremò; uno scalpiccio, e la porta del salotto si spalancò per lasciare entrare i signori Weasley.

"Noi...ci è sembrato di sentire..." balbettò Arthur, decisamente preoccupato nel vedere i nasi di Harry e del Ministro che praticamente si toccavano.
"...Qualcuno che urlava" concluse ansante Molly.

Scrimgeour arretrò di qualche passo, guardando il buco nella maglietta di Harry, e parve rimpiangere di aver perso la pazienza.

"Non è,,, non è nulla" ringhiò. "Io... mi rammarico per il tuo atteggiamento". Guardò un'altra volta Harry. "Sembri convinto che il Ministero non desideri quello che tu... quello che Silente desiderava. Invece dovremmo lavorare insieme".
"Non mi piacciono i vostri metodi, Ministro" replicò Harry. "Si ricorda?"

Per la seconda volta alzò il pugno destro e mostrò a Scrimgeour le cicatrici ancora bianche sul dorso della mano,: " 'Non devo dire bugie' ".
L'espressione di Scrimgeour s'induri. Il Ministro si voltò senza dire altro e se ne andò zoppicando. La signora Weasley si affrettò a seguirlo; Harry sentì che si fermava sulla soglia della cucina. Dopo un attimo gridò: "E' sparito!"

"Che cosa voleva?" chiese il signor Weasley.
"Darci le cose che ci ha lasciato Silente" spiegò Harry. "Hanno appena pubblicato il suo testamento".

                                     

Poi, finalmente, la festa di compleanno in giardino ebbe luogo: gli Stregatti che si buttarono rapidissimi sulla parte rimanente della torta, dopo che tutti erano stati già serviti.

Dopo cena, in soffitta, Hermione lanciò un Incantesimo 'Muffliato', per parlare senza essere ascoltati dal pianerottolo.
Esaminò il Deluminatore, osservando che lo stesso effetto di quell'oggetto poteva essere ottenuto con della banale Polvere Buiopesto Peruviana. 
E Silente non poteva aver dato a nessuno di loro degli oggetti così inutili alla loro missione.

"Però è forte" commentò Ron sulla difensiva. "E dicono che l'ha inventato Silente!"
"Lo so, ma non credo che ti abbia nominato nel testamento solo per aiutarci a spegnere la luce!"

Ovviamente, Silente non poteva spiegare le ragioni dei suoi 'lasciti' ai grifondoro nel testamento, e gli Stregatti si rammaricarono per non riuscire a capirle.
Restava il fatto che il Preside avrebbe potuto metterli al corrente dell'utilità degli oggetti ereditati quando era ancora vivo.
Tuttavia, le motivazioni potevano essere considerate da Silente talmente ovvie, almeno per i tre ragazzi,  da non ritenere necessario proferir parola.

"Allora si è sbagliato" concluse Ron sull'anziano mago. "Io l'ho sempre detto che era pazzo. Intelligente e tutto, ma fuori come un balcone. Lasciare a Harry un vecchio boccino...cosa diavolo vuol dire?"
"Non ne ho idea" rispose Hermione. "Quando Scrimgeour ti ha costretto a toccarlo, Harry, ero sicura che sarebbe successo qualcosa!"
"Si, bè" ammise Harry, e il suo cuore accelerò quando prese il boccino fra le dita. "Non era il caso di insistere davanti a Scrimgeour".
"Cosa vuoi dire?" chiese Hermione.
"Il boccino che ho catturato nella mia primissima partita a Quidditch, non ricordate?

"Hermione sembrava solo perplessa". Ron invece trattenne il respiro, indicando prima Harry, poi il boccino, poi di nuovo Harry finché non ritrovò la voce.
"Era quello che hai quasi mandato giù!"
"Proprio così" confermò Harry, e col cuore a mille avvicinò le labbra al boccino.

"Lo deve leccare come un gelato di Fortebraccio?" mormorò Pietra presente nella stanza insieme agli altri felini sin da prima che fosse gettato l'Incantesimo Muffliato e il Controincantesimo miagolante circoscritto a pochi metri dai letti.
"Pensi ancora a mangiare?" chiese Daisy. "Ti sei appena sbafato un pezzo di torta più grosso della tua testa..."

Non si aprì. L'amarezza e la delusione lo invasero: abbassò la sfera dorata, ma Hermione gridò: "Una scritta! C'è una scritta sopra, presto, guarda!"

Harry lasciò cadere il boccino per l'eccitazione e la sorpresa. Era vero: incise sulla liscia superficie dorata, dove solo qualche istante prima non c'era nulla, erano apparse quattro parole nella sottile grafia sghemba che Harry riconobbe come quella di Silente.

"Mi apro alla chiusura"

Le aveva appena lette che svanirono.

                                     

"Quanto dovremo aspettare per completare il Collare dei quattro collari dell'Apocalisse?" miagolò Conan. "Alla chiusura dei giochi sarebbe....inutile".
"Alla chiusura, si...ma prima della chiusura completa..." borbottò Pietra fra se e se. "Festiva o feriale?"
"Il boccino non è un negozio di scherzi!" sibilò Eileen stizzita.
"Qui il senso dell'umorismo di Silente è già arrrivato alla chiusura, miao" brontolò lo Stregatto.
"L'importante è essere nel posto giusto al momento giusto" concluse Daisy. "E questo significa seguire Harry Potter fino all'apertura del boccino, fino alla fine". 

"Mi apro alla chiusura...che cosa vuol dire?"

Hermione e Ron scossero il capo con aria stolida.

"Mi apro alla chiusura...alla chiusura,,, mi apro alla chiusura" 

Ma per quanto lo ripetessero con mille inflessioni diverse non riuscirono a cavarne un senso.

"E la spada" disse Ron abbandonato ogni tentativo di indovinare il significato della scritta. "Perché voleva che Harry avesse la spada?"
"Non poteva dirmelo e basta" mormorò Harry sentendosi sotto esame. "Era là, sulla parete del suo studio durante tutte le nostre conversazioni l'anno scorso! Se voleva che l'avessi io, perché non me l'ha data allora?"
"E questo libro, poi" continuò Hermione. "Le Fiabe di Beda il Bardo...Non ne ho neanche mai sentito parlare!"
"Non hai mai sentito parlare delle Fiabe di Beda il Bardo?" esclamò Ron, incredulo. "Stai scherzando, vero?"
"No che non scherzo" ribatté Hermione sorpresa. "Tu invece le conosci?"
"Ma certo!"

Harry fu distolto dai suoi pensieri e alzò lo sguardo. Il fatto che Ron avesse letto un libro che Hermione non conosceva era senza precedenti. 
Ron tuttavia sembrava perplesso per la loro sorpresa. 

"La Fonte della buona cuccia....Il pentolone salsicciante" mormorò Pietra annuendo.
"Parla della versione felina..." fece notare Conan di fronte agli sguardi sconcertati di Eileen e Daisy. "Aggiungerei anche Baba Raba e il Ceppo pigrante..."

"Ma dai!" esclamò Ron guardando stupefatto i suoi amici. "Mai sentito parlare di Baba Raba?"
"Ron sai benissimo che io e Harry siamo cresciuti tra i Babbani!" protestò Hermione. "Da piccoli non ci raccontavano queste storie. "Noi conosciamo Biancaneve e i sette nani, Cenerentola..."

"Alice nel paese delle Meraviglie non l'ha citato!" s'ingrugnì Pietra. "Forse siamo a due libri non letti da Hermione....uno scandalo!"
"Glielo regaleremo al suo prossimo Buon Non Compleanno' " sogghignò Conan.

"Cos'è, una malattia?" chiese Ron riferendosi al titolo dell'ultima favola Babbana.
"Quindi queste sono storie per bambini?" domandò Hermione, china sulle rune.
"Già" rispose Ron, dubbioso, "insomma, è quello che dicono, sai, che tutte queste storie sono di Beda. Non so come siano nella versione originale".
"Mi domando perché Silente pensava che dovessi leggerle"

Qualcosa cigolò di sotto.

"Dev'essere Charlie che sgattaiola fuori per farsi ricrescere i capelli mentre la mamma dorme" suggerì Ron nervosamente.
"Comunque dovremmo andare a letto" mormorò Hermione. "Non è il caso di svegliarci tardi domattina".
"No" assentì Ron. "Un brutale triplice omicidio a opera della madre dello sposo potrebbe raggelare un po' l'atmosfera delle nozze. Penso io alla luce".

E fece scattare un'altra volta il Deluminatore mentre Hermione usciva dalla stanza.

Dopo qualche secondo, otto occhietti dorati luminescenti apparirono al buio, occhi di felini magici.

"Sapete che domani c'è un matrimonio, vero?" chiese Ron prima che Harry potesse aprire bocca.
"Miagolamente affermativo" rispose Pietra.
"E c'è anche un'altra torta" aggiunse Conan.
"Ma non avete ricevuto inviti" continuò Harry.
"D'accordo, abbiamo capito" mormorò Eileen, "andiamo a dormire in soffitta con il Ghoul"
"E se domani vi azzardate a rovinare la festa noi, anzi, mia madre..."
"Si, abbiamo afferrato il concetto" miagolò Daisy interrompendolo. "Un brutale quadruplice stregatticidio di Molly potrebbe aggiungersi a un triplice omicidio di appartenenti a Grifondoro. E' sempre sette il numero magico più potente, vero?...Notte, notte, ragazzi".





















 













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