Libro sette, capitolo 4: I Una nuvola inquietante

     
Liberamente ispirato al libro sette, capitolo quattro: I sette Potter














Harry salì di corsa in camera e si avvicinò alla finestra appena in tempo per vedere l'auto
...dei Dursley scortata da Dedalus Lux e Hestia Jones che usciva dal vialetto e si avviava lungo Privet Drive, sparendo nel tramonto.
Invece, gli Stregatti aspettarono pigramente di veder comparire Alastor Moody e gli altri membri dell'Ordine della Fenice, per poi ritirarsi nel cortile di Arabella Figgs con l'intento di decidere il piano da adottare per facilitare il trasferimento di Harry.

"Miao Arabella, come stai?" chiese Pietra esibendosi nel solito elegante inchino felino.
"Sono ancora viva. Non posso lamentarmi alla mia età e di questi tempi" disse Arabella ricambiando l'inchino con un ginocchio scricchiolante. "L'agente Tibbs si sta occupando dei Babbani schiantati per errore, mentre io mi sto prendendo cura della posta che tu sai. Tanto per tenerci in esercizio"
"Ottimo, ottimo" rispose lo Stregatto imbarazzato. "Ehm...Immagino che ti sia pervenuta una lettera da parte del professor Piton"
"Si" replicò Arabella consegnando una busta nelle zampe di Pietra. "Se non c'è altro, vado a dare una mano a Tibbs: il Sindaco fatica a riprendersi; quando si riprenderà, gli dirò che è stato vittima di un colpo di sole. Buona fortuna!"
"Grazie, Arabellissima" miagolò Pietra sogghignando. 

Conan, Eileen e Daisy guardarono Pietra sorpresi. Nessuno di loro sapeva che Severus Piton aveva un rapporto di corrispondenza con la Signora Figgs.

"Cosa contiene...?" chiese Daisy incuriosita.
"Capelli del Mangiamorte Selwyn"
"Avanti, spiegaci il nostro ruolo nel piano di Alastor..." mormorò Eileen con un tono di voce spazientito.
"Stanotte l'Ordine della Fenice invierà sei persone trasformate in falsi Harry Potter con la Pozione Polisucco oltre al vero Harry in sette direzioni diverse contemporaneamente, allo scopo di raggiungere sette luoghi protetti. Harry andrà a Casa dei genitori di Tonks. Alla fine di ogni trasferimento, però, i membri dell'Ordine useranno una Passaporta per riunirsi tutti alla Tana dei Signori Weasley. Moody mi ha confidato che ciascuno dei sette Potter volerà insieme a 'un guardiano', e che Harry viaggerà con Hagrid sulla moto di Sirius..."
"Moody non ce l'ha con noi?" chiese Conan con un tono di voce preoccupato.
"No. Alastor sa che noi Stregatti siamo sempre e comunque gli Stregatti di Silente" rispose Pietra. "Tuttavia, i sette Potter saranno attaccati dai Mangiamorte durante il volo. Severus ha riferito a Voldemort il piano, ma non gli ha detto qual è il vero Harry Potter. E quindi, dovranno separare le forze e perdere molto tempo per individuarlo".

Gli Stregatti annuirono mostrando grande ammirazione per l'arte di Severus Piton di rivelare i piani dell'Ordine al Signore Oscuro celando le informazioni essenziali.

"Ho comprato una scopa mimetica Firebolt-Cloud pesantemente modificata e armata da Arthur Weasley; abbatterò il Mangiamorte Selwyn e prenderò il suo posto durante l'inseguimento al vero Harry" miagolò Pietra senza permettere interruzioni. "Usando la Polisucco s'intende..."
"E noi?" chiese Conan. 
"Voi presterete soccorso e difesa a coloro che saranno abbattuti durante il combattimento aereo: recupererete i feriti...ed eventualmente i morti. Nessuno deve cadere in mano nemica!" rispose lo Stregatto tirando fuori dalla tasca della cappottina un mantello nero con cappuccio, una maschera da Mangiamorte uguale a quella di Selwyn, una bacchetta acquistata nel negozio di scherzi dei gemelli Weasley, e una fiaschetta di Pozione Polisucco Speciale per Stregatti.

Poi aprì con cura la busta di Piton contenente i capelli del Mangiamorte Selwyn e mormorò: "Tenetevi pronti, stanotte avete la licenza di...Insomma, avete capito. Per legittima e miagolante difesa e per...ehm...il bene superiore, miao"
"Agli ordini!" miagolarono in coro Conan, Eileen e Daisy.
"Ehm, ehm....un ultima cosa, Pietra" miagolò Conan sogghignando.
"Si, amico mio?" chiese Pietra incuriosito
"Mi raccomando, fai attenzione a quelli dell'Ordine e, soprattutto, non farti ammazzare da Potter!"
"Muahahahahahahaahahahaahhh!!!...Udite, udite...dispongo di una Pozione di Felix Felicis Miagolantis preparata da Sev!"

Conan, Eileen e Daisy si guardarono inquieti.

"Non ti farà male bere la Polisucco Speciale e la Fortuna Liquida Miagolante contemporaneamente?" Miagolò Daisy con un tono di voce preoccupato. "Gli effetti di questa combinazione di Pozioni sono sconosciuti..."
"Bè, farò da cavia sul campo di battaglia" replicò Pietra sbrigativamente. "Ci vediamo alla Tana, Buona fortuna miagolosa!"

                             


Nel frattempo Harry uscì in giardino e montò nel sidecar. Ron ridacchiò e lo fece sentire come un bimbo seduto in una macchinina dell'autoscontro. 
Ron era stato accoppiato con il 'guardiano' Tonks, mentre Hermione stava con Kingsley.
Harry cercò di ignorare quella brutta sensazione di umiliazione, si ficcò lo zaino e la Firebolt fra i piedi, e mise la gabbia di Edvige in mezzo alle ginocchia.

"Bene" disse Moody. "Tutti pronti, per piacere; dobbiamo partire esattamente alla stessa ora o l'azione diversiva non avrà senso"

Tutti inforcarono i manici di scopa o salirono su dei Thestral. Hagrid era già sulla moto, pronto a partire con Harry al suo fianco nel sidecar.

"Buona fortuna a tutti!" urlò Moody. "Ci vediamo tra un'ora alla Tana. Al mio tre. Uno...Due...Tre"

La moto mandò un enorme barrito e iniziò a portare Hagrid e Harry in alto nel cielo verso la casa dei Tonks, mentre le altre sei coppie presero le direzioni stabilite da Moody. 
Harry guardò oltre il bordo del sidecar con gli occhi lacrimanti per il vento, ma ormai gli era quasi impossibile distinguere la sua casa dalle altre. Saliva sempre più veloce verso il cielo...

E poi, d'improvviso, dal nulla, vennero circondati. Almeno trenta figure incappucciate, sospese a mezz'aria, formavano un vasto cerchio al centro del quale erano finiti i membri dell'Ordine della Fenice, ignari...

Urla, lampi di luce verde da ogni dove: Hagrid ululò e la moto si ribaltò. Harry non sapeva più dove dov'erano: lampioni sopra di lui, grida intorno; si tenne aggrappato forte al sidecar.
La gabbia di Edvige, la Firelbolt e lo zaino gli scivolarono via tra le ginocchia...

"No...Edvige"

La scopa precipitò roteando, ma Harry riuscì ad afferrare la cinghia dello zaino e la cima della gabbia mentre la moto si raddrizzava. Un istante di sollievo e poi un altro lampo.
La civetta stridette e cadde sul fondo della gabbia.

"No...No!"

E poi accadde l'imprevedibile.
Una testa incappucciata sbucò rapidissima da una nuvola sopra di lui, colpì il vicino Mangiamorte che aveva ucciso Edvige con un lampo verde, per poi salutarlo e scomparire insieme al cadavere del nemico e alla sua scopa nella densa nuvola dalla quale era uscito.

Harry aveva osservato l'azione di combattimento con grande meraviglia: un contrattacco così preciso, fulmineo, a distanza ravvicinata, a tal punto che nessuno degli altri Mangiamorte lo aveva notato. 
Tuttavia non riuscì a dare un senso a quello che aveva visto, perché il dolore per la scomparsa della sua adorata civetta era troppo grande. 

La moto sfrecciò in avanti; Harry vide i Mangiamorte incappucciati rompere il cerchio prima che Hagrid piombasse su di loro.

"Edvige...Edvige..."

Ma la civetta giaceva immobile e patetica come un giocatolo. Nel caos della battaglia il ragazzo pensava che la morte di Edvige era una sua responsabilità, e chissà quanti altri sarebbero morti per colpa sua. 
D'impulso, chiese a Hagrid di tornare indietro a combattere, ma Rubeus si rifiutò: sapeva che la priorità era salvare Harry.

"Fermati...Fermati!" gridò Harry. Ma quando si voltò di nuovo, due getti di luce gli sfiorarono l'orecchio sinistro: quattro Mangiamorte si erano separati dal cerchio e li inseguivano, mirando alla vasta schiena di Hagrid, e dietro di loro...la strana nuvola.

Hagrid scartò, ma i Mangiamorte non mollarono, scagliarono altre maledizioni e Harry dovette abbassarsi nel sidecar per evitarle. Si voltò e gridò 'Stupeficium!' e un lampo di luce rossa partì dalla sua bacchetta, aprendo un varco tra i quattro inseguitori.

Fu proprio in quel momento che Harry vide la nuvola 'inglobare' un quinto Mangiamorte rimasto più indietro: era come se il suo inseguitore fosse stato mangiato vivo.
Era chiaro che, per il ragazzo, quella non era una nuvola, ma di sicuro non era Voldemort.

"Tienti forte, Harry, questo li sistema!" ruggì Hagrid, e Harry guardò in su appena in tempo per vederlo calare il ditone su un pulsante verde vicino all'indicatore di carburante.

Una parete, una solida parete di mattoni, eruppe dal tubo di scappamento. Allungando il collo, Harry la vide espandersi a mezz'aria. Tre Mangiamorte scartarono e la evitarono, ma il quarto Mangiamorte non fu così fortunato: sparì e poi cadde come un masso dietro il muro, la scopa in mille pezzi.
Uno dei compagni rallentò per salvarlo, ma entrambi furono inghiottiti dall'oscurità insieme alla parete quando Hagrid si chinò sul manubrio e accelerò.
Solo la nuvola rimase dietro i due Mangiamorte rimasti, che riuscirono ad evitare un'enorme rete magica lanciata da Hagrid. 

Anche il terzo Mangiamorte che si era fermato a soccorrere il compagno stordito li raggiunse: sbucò all'improvviso dal buio, e adesso erano in tre a inseguire la moto, scagliando maledizioni. 
Per il momento, la nuvola sembrava accontentarsi di stare nella scia degli inseguiti e degli inseguitori a breve distanza.
Harry ipotizzò che fosse un Incantesimo protettivo di Malocchio.

                                     

Intanto, tra gli Auror, c'era stata una vittima illustre: era proprio lui, Malocchio Alastor Moody.
Colpito a morte da Voldemort, Malocchio era caduto da trecento metri di altezza nei pressi del gruppo felino di salvataggio.

"Avete visto, laggiù in quella boscaglia a sud?" chiese Conan alle altre due Stregatte. 
"E' Moody!" gridarono in coro Eileen e Daisy.


Quando arrivarono nei pressi del guerriero caduto, quattro Mangiamorte stavano circondando il suo cadavere.
Uno di loro aveva in mano l'occhio di Alastor agitandolo come un trofeo; rimontò sulla scopa e volò via nell'oscurità.
Gli altri si avvicinarono per vedere cosa potevano strappare via del suo corpo, e uno di loro smontò la gamba finta.
Ma delle voci miagolanti li colsero di sorpresa.

"Avete finito di depredare i morti, maledetti..." mormorò Daisy. 
"Stanotte, avete finito in tutti i sensi" aggiunse Eileen.

I Mangiamorte si girarono cercando di puntare le bacchette, ma non fecero in tempo a lanciare nessuna maledizione.
Due furono fulminati da Miagolo-Avada Kedavra, mentre il terzo fu infilzato dagli artigli della zampa destra Conan all'altezza degli occhi: la velocità e la potenza di Scintillo nel combattimento corpo a corpo era leggenda.

Il Mangiamorte sanguinante cadde a terra insieme alla gamba finta di Moody che aveva sotto braccio, prima in ginocchio e poi si riversò di lato, come se il suo cervello si fosse spento all'improvviso. Non si era nemmeno reso conto di cosa gli era accaduto.

"Penseremo noi a seppellire il vecchio Alastor" miagolò Eileen piangendo. "Ma chi ha rubato l'occhio magico, dirà che il grande Moody è stato fatto a pezzi"
"Non ha importanza, lasciateglielo credere" rispose Conan. "Noi ritroveremo l'occhio e sveleremo il luogo dove giace l'eroe a guerra finita, quando a Harry Potter sarà chiaro da quale parte stiamo"
"Lo seppelliremo temporaneamente sotto una quercia, un albero grande e forte come lui" aggiunse Daisy in lacrime. "D'accordo, miao?"
Conan e Eileen annuirono lentamente. E poi piansero tutti e tre.

Nel frattempo Hagrid schiaffò la mano su un pulsante viola vicino al tachimetro della moto e, dal tubo di scappamento, si sprigionò fuoco di Drago, incandescente e azzurro.
La moto scattò in avanti come un proiettile e Harry vide i Mangiamorte deviare per evitare la scia mortifera di fiamme. 
Perfino la misteriosa nuvola cambiò traiettoria, ma senza farsi distanziare.
Nello stesso tempo, il grifondoro sentì il sidecar ondeggiare paurosamente: i giunti di ferro che lo fissavano alla moto si erano spaccati per la forza dell'accelerazione.

Purtroppo, Hagrid cercò di riparare la moto e peggiorò la situazione: un esplosione assordante e il sidecar si separò del tutto dalla moto.
Harry filò in avanti, spinto dall'inerzia, poi cominciò a perdere quota...
Disperato, puntò la bacchetta sul sidecar e gridò: "Wingardium Leviosa!"

Il carrozzino schizzò in alto come un tappo di spumante, ingovernabile, ma almeno ancora in volo. 
Harry ebbe un solo istante di sollievo prima che altre maledizioni gli sfrecciassero accanto. 
I tre Mangiamorte e la nuvola dietro di loro si avvicinavano sempre di più.

Un quarto Mangiamorte che aveva raggiunto la nuvola fu eliminato dalla nuvola stessa senza che i compagni davanti a lui se ne accorgessero: una fiammata violafucsia lo avvolse all'improvviso polverizzandolo.

"Ma che diavolo sta succedendo laggiù?" pensò il giovane mago osservando la strana nuvola che riprendeva la rotta per inseguirlo. "Si ammazzano tra di loro per la gloria di uccidermi?".

Intanto, Harry colpì il Mangiamorte al centro della formazione con un incantesimo 'Impedimenta', mentre Hagrid, che lo aveva appena raggiunto, si posizionò sopra di lui.
Prima che il sidecar perdesse quota, Rubeus estrasse Harry dall'abitacolo per farlo accomodare sul sedile della moto. 

Sfrecciarono in alto, lontano dai due Mangiamorte superstiti e dalla nuvola sempre più vicina, che sembrava cominciare a perdere di consistenza. 

Harry puntò la bacchetta verso il sidecar in caduta libera verso gli inseguitori e urlò: "Confringo!"

Provò una tremenda fitta allo stomaco per Edvige quando lo vide esplodere; Il Mangiamorte più vicino fu scaraventato giù dalla scopa e scomparve, l'altro rimase indietro e sparì dalla vista.

Nonostante tutto, altri due Mangiamorte erano affiorati dal buio e si avvicinavano. E la nuvola era sulla loro scia.

Durante lo scontro aereo a uno dei due Mangiamorte era caduto il cappuccio e Harry riconobbe Stan Picchetto, probabilmente vittima di una maledizione 'Imperius'.

Di certo Harry non poteva ucciderlo, e quindi gridò: "Expelliarmus!"

"E' lui, è lui, è quello vero!"

Lo avevano riconosciuto dall'incantesimo utilizzato, ma il ragazzo non se ne era reso ancora accorto. A dire il vero, Harry non si era mai reso conto che l'Expelliarmus' era ormai considerato alla stregua della sua firma.

L'urlo del Mangiamorte ancora celato raggiunse Harry sopra il tuono del motore: un attimo dopo, entrambi gli inseguitori scomparvero si erano fermati e non si vedevano più.

Anche l'inquietante nuvola sembrava essersi dissolta.

Harry aveva paura; sapeva di essere stato riconosciuto e chiese ad Hagrid di usare di nuovo il fuoco di drago a acquistare velocità.

"Dai che ci siamo, Harry, ce l'abbiamo quasi fatta!" urlò Hagrid pilotando la moto verso il basso, ma le luci a terra sembravano ancora distanti come stelle.

Poi la cicatrice in fronte gli arse come fuoco, mentre Pietra travestito da Mangiamorte con la maschera di Selwyn stava bevendo l'ultimo sorso della Pozione speciale Felix Felicis per Stregatti. 
Due anatemi che Uccidono, scagliati da dietro, mancarono il ragazzo di un soffio...

E Harry lo vide. Voldemort volava come fumo nel vento, senza una scopa o un Thestral. 
Il suo volto da serpente brillava nel buio, le dita bianche levarono di nuovo la bacchetta...

Hagrid lanciò la moto in verticale; Harry lanciò una salva di Schiantesimi a caso riuscendo a colpire un Mangiamorte.
Poi, si udì uno schianto e la moto iniziò a fare scintille dal motore.

In quell'istante, Hagrid si lanciò con un urlo rabbioso addosso al Mangiamorte che si era avvicinato a loro. 
Harry li vide precipitare, il loro peso sembrava troppo per la scopa.

"Miao Hagrid, vuoi rovinare la mia Missione?...Lasciami andare, siamo a bassa quota, adesso" disse Selwyn-Stregatto virando con la scopa a pochi metri da terra. "Non mi riconosci? Sono Pietra!...Sto usando una pozione Polisucco per Stregatti!!!"
"Certo che non ti non riconosco!" urlò Hagrid allentando la presa su di lui. "Come avrei potuto!...A parte il 'miao inconfondibile', s'intende...".
"Devo tornare lassù prima che sia troppo tardi, me lo sta suggerendo la Felix Felicis Miagolantis: devo andare da Voldemort ma non so il motivo" aggiunse lo Stregatto. "Fidati, Rubeus!!!...Salta!!!....Ora!!!"
E Hagrid obbedì senza pensarci due volte, lasciandosi cadere nel buio.

                                     

Dalla scopa del falso Selwyn si sprigionò un triplo getto di fuoco di drago e Harry e Voldemort furono raggiunti in un battibaleno.

Intanto Harry, che si reggeva alla moto in picchiata, udì Voldemort che gridava: "Mio!"

Era finita: non vedeva né sentiva dove fosse Voldemort, scorse un altro Mangiamorte che usciva di scena vorticando, e udì: "Avada..."

Il dolore della cicatrice lo costrinse a chiudere gli occhi, ma la sua bacchetta agì di propria iniziativa.
Si sentì tirare la mano come da un enorme magnete, intravide uno schizzo di fuoco dorato attraverso le palpebre socchiuse, udì un 'crac' e un grido di rabbia.

Il Mangiamorte superstite imprecò, Voldemort urlò: "No!"

In qualche modo, Harry si ritrovò col naso a un centimetro dal pulsante del fuoco di drago, lo premette con la mano libera e la moto eruttò altre fiamme, precipitando verso il suolo.

"Hagrid!" gridò Harry. "Hagrid...Accio Hagrid!"

La moto accelerò, risucchiata verso terra. Il volto schiacciato sul manubrio. 
Harry non vedeva altro che luci lontane diventare sempre più vicine; si sarebbe sfracellato, e non poteva farci nulla.

Dietro di lui si levò un altro grido.

"La tua bacchetta, Selwyn, dammi la tua bacchetta!"
E Selwyn-Pietra gli passò la bacchetta comprata dal negozio di scherzi Weasley, oltretutto la più costosa.

Lo percepì prima di vederlo. Sbirciò di lato e fissò gli occhi rossi, certo che fosse l'ultima cosa che avrebbe visto: Voldemort pronto a scagliare contro di lui un'altra Maledizione...

Poi Harry osservò una cosa stranissima: il Mangiamorte che aveva dato la bacchetta a Voldemort aveva lanciato un Incantesimo contro un altro Mangiamorte superstite dietro di lui, ma il lampo magico era partito da un collare sotto la sua maschera.
Inoltre, per una frazione di secondo, al grifondoro parve che la bacchetta prestata a Voldemort si trasformasse in un grosso mazzo di fiori.
 
Pensò che era sicuramente un'allucinazione per tutto il sangue che aveva perduto.

E poi il curioso Mangiamorte rimasto s'immerse in una piccola nuvola color violafucsia, proprio un istante prima che scomparisse anche Voldemort: gli Incantesimi di protezione sulla destinazione da raggiungere avevano funzionato.

Harry guardò in giù e vide Hagrid a terra, braccia e gambe spalancate: strattonò con violenza il manubrio per evitare di colpirlo, cercò a tentoni il freno, ma con un tonfo assordante, che fece vibrare il suolo, andò a schiantarsi in uno stagno fangoso.

Intanto, sul mazzo di fiori in cui la bacchetta si era appena trasformata nella mano di Voldemort spuntò fuori un biglietto con un messaggio inequivocabile: "BUON NON COMPLEANNO, VOLDY!",
Poi un petardo con un effetto simile al 'Buiopesto Peruviano' ricoprì di bruciature e fuliggine il volto di Voldemort, che ringhiò a lungo il suo secondo disappunto della sua inconcludente nottata.

"NOOOOOOOOOOHHHHHH!!! MALEDETTI STREGATTIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!"

Inutile dire che una tale scritta era come l'Expelliarmus usato da Harry Potter: una firma incontestabile dell'autore felino dell'ennesimo affronto.

                                 

Poco dopo, lo Stregatto apparve ai suoi compagni, che avevano appena finito di sotterrare Malocchio Moody ai piedi di una grande quercia situata nella parte più selvaggia della Foresta Proibita, all'interno territorio dei Centauri.
Rimase in silenzio, guardando la terra fresca rimossa: aveva sempre avuto molto rispetto per Alastor.

"Date le circostanze, i Centauri hanno detto che non c'è alcun problema" esordì Conan voltandosi verso il direttore di Violafucsia. "Lì ho convinti ad accettare la sepoltura temporanea di Alastor; loro hanno capito subito che era la cosa giusta da fare".
"Bè, se avevi la stessa espressione arcigna con cui mi stai miagolando", mormorò Pietra con un tono di voce serio "Saranno bastati pochi secondi..."

Un corvo si posò sopra la tomba di Moody in cerca di cibo; strappò un verme dal terreno e volò via. 

"Dobbiamo recuperare l'occhio di Moody" aggiunse Daisy. "Se lo sono presi..."
"Lo faremo" la interruppe lo Stregatto. "Costi quello che costi".
"Abbiamo utilizzato una bara da Stregatto" miagolò Conan socchiudendo gli occhi.
"Non starà molto comodo..." rispose Pietra colto alla sprovvista dalla notizia. 

Immaginò il cadavere del guerriero con la gamba sana piegata. Per fortuna che era una soluzione temporanea.

"Harry Potter è in salvo?" chiese Eileen. "Sta bene?"
"Ha superato la barriera magica che protegge Casa Tonks" replicò lo Stregatto fregandosi le zampette. "E di sicuro sta meglio di alcuni Mangiamorte che lo inseguivano....Almeno è ancora vivo. Edvige è morta".

Gli Stregatti si fissarono negli occhi per un istante, in ognuno di loro si poteva leggere la sofferenza per le decisioni e le azioni intraprese in quella notte.

"La Casa dei Tonks?...E' la nostra prossima tappa?" chiese Conan sospirando profondamente.
"Si...andiamo a far visita a Teddy e Andromeda" miagolò Pietra facendo spallucce. "Così ci informeremo sullo stato di salute del ragazzo e di Hagrid. Poi li seguiremo alla Tana dei Weasley. Per noi Stregatti, le barriere magiche non sono un problema"
"E Ted e Andromeda lo sono?...E quelli dell'Ordine della Fenice?" chiese Eileen preoccupata. "Se Potter gli avesse parlato male di noi?"
"Teddy e Dromeda sono amiconi di vecchia data. Quelli dell'Ordine...persone intelligenti" rispose Pietra abbozzando un sorrisetto malizioso. "Ci accoglieranno a bacchette e a braccia aperte, ghghgh!"
"E se ci lanceranno maledizioni?" chiese Conan.
"Bè, da qualche parte dovremo pur cominciare a chiarire gli equivoci!" borbottò lo Stregatto allargando le zampette. "Siete d'accordo?"
"Alternative?" domandò Eileen quasi implorante. "Vogliamo esaminare anche altri piani?"
"Ma certo....Andare a raccontare le favole al San Mungo ai bambini a cui sono scomparse le orecchie, per esempio?" miagolò Pietra sbadigliando. "Allora...siete pronti, miao?"
Conan, Eileen e Daisy annuirono e sogghignarono.

Sotto la sorveglianza di un distante gruppo di Centauri, gli Stregatti scomparvero tra i loro inconfondibili vapori color violafucsia, lasciando riposare Moody sotto l'ombra della più grande quercia della Foresta Proibita.





































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