Libro sei, capitolo 28: Sempre dalla parte giusta

 



      Liberamente ispirato a Harry Potter e il Principe Mezzosangue, Libro sei, capitolo 28: La fuga del Principe






Anche Harry si sentì scaraventare nello spazio; non è vero...non può essere vero.


"Fuori di qui, sbrigatevi" ordinò Piton. 

Afferrò Malfoy per il colletto e lo spinse oltre la porta, davanti agli altri. 
Greyback e i due fratelli tarchiati lo seguirono, gli ultimi due ansanti di eccitazione.
Harry si rese conto che riusciva di nuovo a muoversi, e che Pietra e Conan erano spariti; ciò che ora lo teneva paralizzato contro la parete non era magia, ma orrore e raccapriccio.
Scagliò da parte il Mantello dell'Invisibilità nel stesso momento in cui il Mangiamorte dalla faccia volgare, l'ultimo a lasciare la cima della Torre spariva oltre la porta.

"Petrificus Totalus!" 

Il Mangiamorte si contorse come se fosse stato colpito da qualcosa di duro nella schiena e cadde, rigido come una statua di cera. Non aveva ancora toccato terra quando Harry lo scavalcò e corse giù per la scala buia.
Il terrore gli lacerava il petto. Doveva raggiungere Silente e doveva prendere Piton...in qualche modo le due cose erano legate...se le avesse ottenute entrambe avrebbe potuto invertire gli eventi...Silente non poteva essere morto...

Superò con un balzo gli ultimi dieci scalini e si fermò, la bacchetta alzata. Il corridoio illuminato fiocamente era pieno di polvere; metà del soffitto sembrava essere crollata e davanti a lui impazzava una battaglia ma, mentre cercava di capire chi combatteva conto chi, udì l'odiata voce gridare: "E' finita, andiamo!" e vide Piton sparire dietro l'angolo in fondo al corridio. Lui e Malfoy evidentemente si erano fatti strada incolumi nella battaglia.

"Lasciali andare; devi occuparti di cose più importanti" miagolò la voce di Pietra alla sua destra. "Albus contava su di te!"
"Silente contava anche su voi, traditori!...Stupeficium!!!"

Il lampo di luce rossa finì per schiantarsi contro la parete del corridoio senza alcun effetto.

"Devi occuparti degli Horcrux..." miagolò la voce di Conan.
"Stupeficium!...Petrificus Totalus!!!" rispose Harry sparando lampi di luce alla cieca.

"Cosa credi di fare?...Non è la prima volta che ti sbagli!" miagolò Pietra indignato. "Capisco il tuo dolore, ma Sev è dalla parte giusta, come tutti noi"
"No, per lui ho di meglio!" esclamò Harry pensando al Sectumsempra. "Impedimenta!"

Anche quest'ultimo incantesimo finì la sua corsa contro la parete del corridoio.

"D'accordo, Harry!...Ne riparliamo quando ti sarai calmato" concluse Pietra deluso. "Sono addolorato quanto te, ma lui avrebbe voluto che..."
"Traditori non fatevi più vedere!" urlò Harry con tutto il fiato che aveva in corpo. 
"Siamo invisibili anche adesso!" brontolò Conan infuriato. "Ma questo non significa che non siamo dalla parte giusta".
"Siete d'accordo con Piton!" concluse Harry, gli occhi venati. "Combattete o toglietevi di torno!!!".

                                 

Poi Harry si accorse di essere rimasto solo e si lanciò dietro i fuggitivi, ma dovette affrontare per primo Greyback, che liquidò con un Incantesimo Petrificus Totalus a seguito di un breve ma aspro combattimento.

Il giovane grifondoro sentì Greyback crollargli addosso, con uno sforzo immane lo spinse via da sé, e si chinò appena in tempo per evitare uno spruzzo di luce verde.
Si gettò nella mischia, giusto in tempo per salvare Ginny da una maledizione di Amycus, che fu scaraventato contro una parete da un 'Impedimenta'.
Combattevano anche la McGranitt, Lupin, Ron e Tonks, ma Harry non parlò a nessuno di loro, e non rispose neanche a Ginny: era fondamentale che Piton non fuggisse.

Dopo essere inciampato nel corpo di Neville, che non sembrava ferito gravemente, Harry riprese l'inseguimento. Poteva scorgere un Mangiamorte Biondo che aveva precedentemente colpito al volto, Amycus e Alecto, ma non riusciva a intravedere la figura di Piton e Malfoy.

Da un'impronta insanguinata il grifondoro dedusse che Piton non si era diretto verso la Stanza delle Necessità, forse bloccata, ma alla porta principale.
Seguì un altro breve scontro con i fratelli Carrow e poi decise di prendere una scorciatoia per superarli e mettersi alla calcagna di Piton, che ormai doveva aver raggiunto il parco.

Attraversata la Sala d'Ingresso, Harry uscì nel parco buio, dove distinse tre figure che correvano sul prato, Piton, Malfoy e il Mangiamorte Biondo.
Si lanciò verso di loro ma era ancora lontano per prendere la mira con la bacchetta, ma vide dei lampi nell'oscurità, in direzione della Capanna di Hagrid.

Intanto dal sottomarino Gnautilus immerso nelle acque del Lago Nero partì una salva di 'Razzi Buiopesto Peruviano', che alzò una fitta cortina fumogena tra il cortile della scuola e Harry, impedendo di fatto a qualunque altro membro dell'Ordine della Fenice di partecipare all'inseguimento.

"Questa storia non mi piace" commentò Kitty Tiffany detta 'Hope' dopo aver eseguito l'ordine di Pietra. "Impedire ai nostri di aiutare Harry...Ma che sta succedendo, miao?"
"Sinceramente non lo so" miagolò l'amica Bia Langdon accanto a lei sul ponte di comando. "Ma se Silente si fida di Pietra e di Piton..."
"...Ci fidiamo anche noi" proseguì Kitty, la Spada Vivente.

Un altro lampo, urla, fiotti di luce, e Harry capì: Hagrid era sbucato dalla sua capanna e stava cercando di bloccare i Mangiamorte.
In un nuovo scontro con Alecto e Amycus, Harry ebbe la meglio e corse avanti, dietro a Piton.

Mentre Hagrid teneva testa al Mangiamorte biondo, il giovane mago superò la capanna e si mise sulla scia dei fuggitivi: sapeva bene che se Piton e Malfoy avessero superato il Cancello dei Cinghiali Alati sarebbero stati in grado di Smaterializzarsi.

Harry corse oltre Hagrid e il suo avversario, mirò alla schiena di Piton e gridò: "Stupeficium!".
Lo mancò, il getto di luce planò oltre la testa di Pton che gridò: "Corri Draco!"; e si voltò, separati da venti metri, lui e Harry si guardarono prima di alzare le bacchette nello stesso momento.

"Cru..."
Ma Piton schivò la Maledizione Cruciatus facendo cadere Harry prima che riuscisse a completarla.

                                      

Harry si rialzò mentre la Capanna di Hagrid era in fiamme.
"C'è dentro Thor, brutto...!"

"Cru...!" gridò Harry per la seconda volta, mirando all'ombra di fronte a lui, ma Piton la parò ancora. Harry lo vide ridere beffardo.

"Niente Maledizioni Senza Perdono da te, Potter!" gridò sopra il rombo delle fiamme, le grida di Hagrid, e gli uggiolii di Thor imprigionato. "Non ne hai il coraggio, né l'abilità..."

Nel frattempo, Eileen e Daisy si stavano impegnando per spegnere l'incedio e mettere in salvo Thor.

"Meno male che Harry non ci ha viste..." miagolò Daisy mentre avanzava circondata dalle fiamme. "Di questi tempi, un miagolio è di troppo e due sono pochi".
"E Silente è morto" aggiunse Eileen annuendo e lanciando Incantesimi acquatici dappertutto. "Ci ha lasciati alzando una cortina di fumo sulla verità più fitta di quella che il Gnautilus ha creato stanotte".

"Incarce..." ruggì Harry, ma Piton deviò l'incantesimo con un gesto quasi pigro del braccio.
"Reagisci!" gli urlò Harry. "Reagisci, vigliacco..."
"Mi hai chiamato vigliacco, Potter?" gridò Piton di rimando. "Tuo padre non mi attaccava mai se non erano quattro contro uno: mi chiedo come lo definiresti..."

"Sev mantieni la calma: non sei mica un grifondoro" miagolò la voce felina di Pietra, resosi invisibile alla destra di Piton. "In fondo lui è..."
"Il Prescelto?...Il figlio di Lily?....Un ragazzino?...E a me chi..." mormorò Piton
"Ci pensiamo noi" lo interruppe Conan. "Non sarai mai lasciato solo: gli Stregatti saranno sempre con te, fino alla fine!"
"Vorrei che la fine fosse..." replicò Piton ripensando alla morte Silente, senza finire la frase.
"...Non ora!" continuò Pietra. 

Intanto Harry decise di tentare con altro Incantesimo: "Stupe..."
"Bloccato ancora, e ancora e ancora, finché non imparerai a tenere la bocca sigillata e la mente chiusa" lo canzonò Piton, deviando ancora una volta la Maledizione.
"Adesso vieni!" urlò al Mangiamorte biondo. "E' ora di andare prima che arrivino dal Ministero"

"Ottimo, miao!" commentò Pietra. "Rispettiamo il piano di Silente, Preside"
"Preside...?" chiese Piton, gli occhi a fessura.
"Presto lo sarai" aggiunse Conan. "Il Signore Oscuro avrà totale fiducia in te e ti ricompenserà nominandoti Preside, vuoi scommetterci?....E poi saresti sprecato come Ministro della Magia, quindi..."

"Impedi..."

Ma prima che Harry riuscisse a finire la formula sentì un dolore lancinante, cadde nell'erba, qualcuno urlava, sarebbe certamente morto di quel dolore, Piton lo avrebbe torturato fino alla morte o alla follia...

"No!" ruggì la voce di Piton, e il dolore cessò improvviso com'era arrivato; Harry rimase rannicchiato, stringendo la bacchetta, ansante; da qualche parte sopra di lui Piton urlava: "Hai dimenticato gli ordini? Potter appartiene al Signore Oscuro...dobbiamo lasciarlo stare! Via!Via!".

E Harry sentì il suolo tremare sotto il suo viso mentre Amycus, Alecto e il Mangiamorte biondo obbedivano e correvano verso i cancelli.
Un urlo inarticolato di rabbia sfuggi al ragazzo: in quel momento non gli importava di vivere o morire.
Si rialzò e barcollò alla cieca verso Piton, l'uomo che ormai odiava quanto Voldemort stesso..

"Sectum..."

Piton agitò la bacchetta e la Maledizione venne respinta.
Ma Harry era a pochi metri da lui e lo vide bene in volto. Non era più beffardo o ghignante: le fiamme roventi della capanna di Hagrid mostravano un viso sconvolto dalla rabbia. 
Raccogliendo tutta la concentrazione possibile, Harry pensò: "Levi..."

"No, Potter!"gridò Piton. Si udì un esplosione e Harry fu scagliato indietro: batte di nuovo a terra, e questa volta la bacchetta gli volò via di mano.

"Ricordati degli Auror, Sev! Fuggi!" miagolò Pietra preoccupato. "Non vorrai mica che faccia lanciare i missili del Gnautilus contro di loro?"
"Kitty e Bia disobbedirebbero a un simile ordine, miao" osservò Conan. "Dovremmo fermarli noi e scoppierebbe la guerra tra il Ministero e la Federazione delle colonie feline".

                                         

Piton si avvicinò, sovrastando Harry, disarmato e indifeso come lo era stato Silente. Il volto pallido di Piton, illuminato dalla capanna in fiamme, era intriso di odio prroprio come quando aveva scagliato la Maledizione su Silente.

"Tu hai il coraggio di usare i miei incantesimi contro di me, Potter? Sono stato io a inventarli!...Io, il Principe Mezzosangue. E tu rivolti le mie invenzioni contro di me, come il tuo schifoso padre?...Non credo...No!"

Harry si era tuffato per recuperare la bacchetta; Piton la colpì con una fattura e quella volò a parecchi metri di distanza e sparì nel buio.

"Mi uccida, allora" gridò Harry. Non provava paura, ma solo rabbia e disprezzo. "Mi uccida come ha ucciso lui, vigliacco..."
"NON..." urlò Piton, e il suo viso si fece all'improvviso folle, disumano, come se provasse tanto dolore quanto il cane che guaiva e ululava rinchiuso nella casa alle loro spalle, "CHIAMARMI VIGLIACCO!"

E sferzò l'aria: Harry sentì come una frusta incandescente colpirlo in volto e fu scaraventato di nuovo al suolo. 
Macchie di luce gli esplosero davanti agli occhi e per un attimo rimase senza fiato, poi udì un battito d'ali e qualcosa di enorme oscurò le stelle: Fierobecco si era avventato su Piton, che quasi cadde all'indietro, sfregiato dagli artigli affilati come rasoi.
Ma, a sua volta, l'Ippogrifo ricevette un 'pugno di avvertimento' da Conan nel costato, che ne ritardò l'azione.
Ssolo gli artigli degli Stregatti erano più letali di quelli degli Ippogrifi.

Harry si alzò a sedere, la testa che gli girava dopo l'urto, e vide Piton correre a più non posso e l'enorme bestia volare dietro di lui, strillamdo come non mai...
Tuttavia, c'era qualcosa di strano in Fierobecco: aveva le gambe posteriori tese come se qualcuno lo trattenesse, sebbene a fatica.

Harry si mise in piedi a fatica, si guardò intorno, stordito, in cerca della bacchetta; ma anche mentre scartava l'erba e scartava legnetti, sapeva che era troppo tardi per riprendere l'inseguimento.
E infatti, trovata la bacchetta, si voltò e vide l'Ippogrifo volare in cerchio sul cancello: Piton era riuscito a Smaterializzarsi appena fuori dai confini della scuola.
E l'Ippogrifo si ritrovava un occhio tumefatto e dei ciuffi di pelo color violafucsia tra le ali.

"Non ci pagheranno mai abbastanza salsicce per questo!" borbottò Conan ansimante e sanguinate da una zampetta.
"E io preferisco i Thestral tutte le nove vite!" brontolò Pietra con il ciuffetto spettinato. "Altro che inchini idioti, miao!"

Ad Harry non restò altro che sincerarsi delle condizioni di Hagrid, che era appena riuscito a portare in salvo Thor.
Anche Hagrid era ansioso di sapere come stava Harry, ma quando ebbe la notizia dell'assassinio di Silente eseguito da Piton pensò che Harry avesse ricevuto un forte colpo sulla testa.
Purtroppo, all'arrivo al castello, sotto la Torre di Astronomia, la verità si rivelò nuda e cruda malcelata alla vista solo da una folla di studenti.

"Ma che guardano laggiù?" chiese Hagrid. Si stavano avvicinando all'entrata del castello. "Ma che c'è sull'erba?" aggiunse bruscamente puntando ai piedi della Torre di Astronomia. "Vedi, Harry? Proprio lì vicino alla Torre? Sotto il Marchio...Accidenti...non sarà mica che qualcuno è stato buttato...?"

                              

Si fecero strada come in sogno tra la folla mormorante, e arrivarono dove gli studenti e gli insegnanti sconvolti avevano lasciato uno spazio.

I quattro Stregatti osservavano impotenti il corpo di Silente dall'alto con le lacrime agli occhi.

"E adesso?" miagolò Eileen. "Harry ci considera dei nemici"
"Come Piton" aggiunse Daisy sconsolata. "E' normale, ha bisogno di tempo"
"Gli faremo cambiare idea" commentò Conan annuendo. "Vedrete, Harry è un ragazzo intelligente. Chiariremo la questione anche con l'Ippogrifo"
"Ma se Harry se non la cambia" osservò Pietra. "Andremo avanti lo stesso, punto e miao".

Intanto Harry udì il gemito di dolore e paura di Hagrid, ma non si fermò: avanzò adagio fino a raggiungere il punto in cui giaceva Silente, e si accovacciò accanto a lui.
Aveva saputo che non c'era alcuna speranza fin dal momento che in cui si era riscosso dall'Incantesimo Petrificus Totalus, saputo che era svanito solo perché chi l'aveva formulato era morto.
Silente aveva gli occhi chiusi, a parte la strana angolatore di gambe e braccia, sembrava addormentato.
Harry si protese, raddrizzò gli occhiali a mezzaluna sul naso adunco, e asciugò con la manica un rivolo di sangue che scendeva dalla bocca. 
Poi guardò il vecchio volto saggio e cercò di assorbire l'enorme, incomprensibile verità, che mai più Silente gli avrebbe parlato, mai più lo avrebbe aiutato...

La folla mormorava alle spalle di Harry. Dopo quella che parve un'eternità lui si rese conto di essersi inginocchiato su qualcosa di duro e guardò in basso. 
Anche gli Stregatti osservarono dall'alto incuriositi l'oggetto che era stato fino allora celato dal corpo del ragazzo.

Il medaglione che erano riusciti a rubare poche ore prima era caduto dalla tasca di Silente e si era aperto, forse per la violenza della caduta. E anche se Harry non poteva essere più addolorato, straziato o triste di quanto già fosse, capì subito che qualcosa non andava.

"Avete visto quella....patacca?" chiese Eileen presa alla sprovvista. "E' un falso!"
"Cosa?" chiese Conan sbadigliando. "Non è il Medaglione di...Per tutte le aringhe di Merlino!".
"Che avete da guardarmi in cagnesco?...Non date la colpa a me!" mugugnò Pietra facendo spallucce.
"Di solito è sempre colpa tua: la nostra è una sana abitudine" miagolò Daisy sogghignando. "Comunque, dentro il falso medaglione c'è una piccola pergamena..."

Harry si rigirò il medaglione fra le dita, non era grande come quello che aveva visto nel pensatoio, e non recava segni, nessuna traccia della 'S' elaborata del marchio di Serpeverde. Per giunta dentro non c'era nulla, tranne un pezzetto di pergamena ripiegata infilato con cura nel posto in cui avrebbe dovuto esserci un ritratto.

Meccanicamente, senza pensare, Harry sfilò il frammento di pergamena, lo aprì, e alla luce delle tante bacchette che ormai si erano accese alle sue spalle lesse: "AL SIGNORE OSCURO....SO CHE AVRO' TROVATO LA MORTE MOLTO PRIMA CHE TU LEGGA QUESTE PAROLE MA VOGLIO CHE TU SAPPIA CHE SONO STATO IO AD AVER SCOPERTO IL TUO SEGRETO. HO RUBATO IL VERO HORCRUX E VOGLIO DISTRUGGERLO APPENA POSSIBILE. AFFRONTO LA MORTE NELLA SPERANZA  CHE, QUANDO INCONTRERAI IL TUO DEGNO RIVALE, SARAI DI NUOVO MORTALE....R.A,B. ".

"Avete letto anche voi?" chiese Conan sbalordito.
"Si, miao!" risposero in coro gli altri Stregatti.
"Mi stava simpatico il vecchio Regulus..." mormorò Pietra sempre più triste. "Ricordo quando dava da mangiare ai gatti neri a Grimmauld Place. Mi diceva che io e i gatti neri gli portavamo fortuna".
"E quindi dobbiamo aiutare Harry a dare la caccia al vero Horcrux" osservò Daisy. "Chiediamo a Kreacher?"
"Si, direi di cominciare da Casa Black" aggiunse Eileen annuendo.
"Anche se il Prescelto ha deciso di dichiararci guerra...?" mormorò Conan grattandosi la testa. "Prima dobbiamo far pace con lui o tutto sarà più difficile" 
"A questo punto, una guerra in più o in meno non farà differenza" miagolò Pietra sbuffando. "E poi Potter non si dà mai pace finché non scoppia una guerra, ghghgh!"

Harry non sapeva che cosa volesse dire il messaggio, e non gli importava. 
Solo una cosa contava: quello non era un Horcrux. Bevendo quella terribile pozione, Silente si era indebolito per nulla. 
Harry accartocciò la pergamena e i suoi occhi bruciarono di lacrime mentre dietro di lui Thor cominciava a ululare.







 



 











 

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