Libro sei capitoli 20, 21: Una collezione di tentativi disperati

        

   


        Liberamente ispirato a Harry Potter e il Principe Mezzosangue, libro sei capitoli 20, 21: La richiesta di Voldemort, La Stanza delle Necessità






Harry e Ron uscirono dall'infermeria il lunedì mattina completamente guariti dalle cure di Madama Chips. 

Potevano finalmente godersi i privilegi di essere stati abbattuti e avvelenati, il migliore dei quali era la rinata amicizia tra Hermione e Ron. 
Lei arrivò perfino a scortarli a colazione, annunciando che Ginny aveva litigato con Dean. 
La creatura che sonnecchiava nel petto di Harry alzò all'improvviso la testa, annusando l'aria, speranzosa.

"Come mai?" chiese, cercando di simulare indifferenza. 

Stavano svoltando in un corridoio del settimo piano, deserto a parte una ragazzina minuscola che contemplava dei Troll in tutù su un arazzo, proprio nelle vicinanze della Stanza delle Necessità.

Appena li vide avvicinarsi sussultò di paura e lasciò cadere la pesante bilancia di ottone che aveva in mano.

"Non ti preoccupare!" disse Hermione gentilmente, correndo in suo aiuto. "Ecco...". 
Colpì la bilancia rotta con la bacchetta e ordinò: "Reparo".
La ragazzina non ringraziò, ma li guardò allontanarsi, inchiodata dov'era; Ron si voltò ad osservarla.

"Li fanno sempre più piccoli" notò.
"Lascia stare" incalzò Harry, impaziente. "Perché Ginny e Dean hanno litigato, Hermione?".
"Oh, Dean rideva perché McLaggen ti aveva colpito con il bolide" rispose Hermione.
"In effetti dev'essere stato buffo" osservò Ron, con buonsenso.
"Non è stato buffo per niente!" esclamò Hermione, infervorata. "E' stato terribile, e se Coote e Peaks, non l'avessero preso, Harry avrebbe potuto farsi molto male!".

Era una scusa debole per lasciare una persona, ma ad Harry non importava molto, anzi era felice che fosse accaduto, e per causa sua.

Poi furono raggiunti da Luna Lovegood, che aveva un altro messaggio di Silente: l'appuntamento per la nuova lezione sui ricordi riguardanti Voldemort era fissata per quella sera, alle otto.
E alla fine incontrarono Lavanda Brown, che bloccò Ron da solo per almeno mezz'ora. 

In breve, si trattò di una colazione a ostacoli, uno degli 'sport' più odiati dagli Stregatti, che non tolleravano troppe distrazioni prima dei pasti.
Tuttavia, Hermione fu di buon umore per tutto il giorno, a tal punto da aiutare in serata Harry, e indirettamente Ron, nella ricerca di Erbologia.
Probabilmente, anche lei, sperava che Ron si decidesse una volta per tutte a lasciare Lavanda.

Poco prima delle otto Harry la ringraziò e lasciò la Sala Comune per andare all'incontro con Silente. 
Si domandava cos'altro il Preside gli avrebbe fatto vedere, senza sapere che Silente aveva già mostrato nel pomeriggio due nuovi ricordi ad un altro insegnante di Hogwarts, il curioso Pietra Stregatto. 
Naturalmente con la promessa del felino che avrebbe personalmente provveduto a spelare il Pensatoio prima della lezione serale al Prescelto.

E mentre Harry stava salendo la scala a chiocciola protetta dal Gargoyle per accedere all'Ufficio del Preside, lo Stregatto si accingeva a raccontare agli membri dell'Ordine di Gattaca i ricordi rivisitati in solitudine nel Pensatoio. 

"Il primo ricordo che ho visto appartiene a un Elfa Domestica di nome Hokey, la servitrice della defunta e ricca signora Hepzibah Smith" miagolò Pietra soave, seduto su una comoda poltrona davanti al camino principale delle cucine elfiche. 
"Stiamo forse miagolando di quella Hepzibah che sosteneva di essere una lontana parente di Tosca Tassorosso?" domandò Conan lievemente sorpreso.
"Si, miao, proprio lei" confermò lo Stregatto annuendo pigramente. 
"Era la strega che possedeva la Coppa di Tassorosso e il Medaglione di Serpeverde?" chiese Daisy incuriosita.
"Miagolosamente affermativo" proseguì il direttore di Violafucsia stiracchiandosi. "Due magnifici tesori di Hogwarts nascosti a casa sua".
"Secondo le indagini svolte dal Ministero la Coppa e il Medaglione sparirono in seguito alla sua morte" continuò Eileen seduta su un divano in mezzo a Conan e Daisy, "e fu avvelenata per sbaglio dalla sua Elfa Domestica con la cioccolata serale: le aveva somministrato una polverina simile allo zucchero, ma...". 
"Miagolosamente negativo" replicò Pietra grattandosi il pancia senza riguardo. "La morte di Hepzibah e quella precedente dei Riddle pare che siano avvenute con le medesime modalità: in entrambi i casi qualcuno ha subito una modifica della propria memoria e ha confessato beatamente il delitto non commesso".
"Stai affermando che si è ripetuto lo stesso schema d'azione delittuosa che ha coinvolto Orfin Gaunt al tempo dell'assassinio della Famiglia Riddle?" domandò Conan insospettito.
"Esatto...Si tratta di omicidi che si assomigliano come tre gocce di latte" miagolò lo Stregatto annuendo. "Hepizbah è stata uccisa e derubata da Tom Riddle".
"Due gocce!" lo corresse Scintillo.
"Ah, ho perso il conto degli omicidi o del latte, ghghgh!" ridacchiò il Direttore di Violafucsia.

Dei 'puff' annunciarono l'arrivo di altre due Stregatte, le studentesse Kitty Tiffany detta Hope e Bia Langdon, le nuove agenti dell'Ordine di Gattaca.

"Alla Buon ora!" sbottò Conan falsamente indignato. "Ecco l'entrata trionfale in ritardo della 'Spada Vivente e della sua degna scudiera".
"Chiediamo scusa, ma abbiamo ritenuto opportuno intrattenerci per qualche minuto nell'Ufficio del Preside per carpire le ultime notizie" rispose Kitty facendo un inchino.
"E Silente ve lo ha permesso" aggiunse Daisy sogghignando. "Ebbene, quali nuove miagolanti?".
"Bè, prima la professoressa Cooman si è lamentata della presenza del Centauro Fiorenzo nella scuola. Secondo lei non è all'altezza di insegnare Divinazione e ne ha chiesto l'allontanamento. Tuttavia la richiesta è stata respinta, ed è stata congedata dall'ufficio nel momento in cui è arrivato di Harry" spiegò Bia imbarazzata. 
"Sibilla non si può lamentare" la interruppe Pietra. "Se Fiorenzo si fosse rifiutato di insegnare Divinazione, avrei chiesto di farlo io, a costo di usare la Pozione Polisucco. Ho sempre pensato che il futuro sta scritto nei sassolini della mia lettiera".
"Oh...Ehm, successivamente Silente ha fatto vergognare il ragazzo" continuò Bia, "per non essere ancora riuscito a recuperare il ricordo originale di Lumacorno, mettendo in risalto il suo scarso impegno".
"Però Harry ha promesso che riuscirà a prendere quel ricordo" proseguì Kitty saltellando, "senza il quale ulteriori lezioni sarebbero inutili".
"Silente desidera avere la conferma di ciò che sa già in cuor suo" mormorò Daisy scuotendo la testolina. 
"E il Prescelto sta cominciando a capire che cosa significa essere veramente un 'uomo di Silente' " concluse Eileen sospirando. "Albus non ammette errori commessi da stesso, figuriamoci dagli altri. Forse è il suo unico difetto...".
"Bene, adesso accomodatevi insieme a noi" mormorò Pietra alle studentesse. "E aiutateci a riflettere su ciò che sarà Miagolato".

                                   

Proprio mentre Kitty e Bia si accomodavano sul tappetto dinanzi al fuoco del camino, alcuni Elfi portarono alcuni vassoi pieni di salsicce e rosticciana e dei calici pieni di ottimo vino.


"Dunque, dove eravamo?" chiese lo Stregatto distrattamente.
"Dal ricordo di Hokey hai dedotto che Tom Riddle rubò il Medaglione di Salazar Serpeverde e la Coppa di Tosca Tassorosso, uccidendo Hepzibah Smith e facendo Incantesimi di memoria per far incolpare della sua morte la stessa Elfa Domestica".
"E poi...il vecchio Tom sparì" aggiunse Pietra mentre rosicchiava meticolosamente un pezzo di rosticciana. "Non lo rivide più neanche il signor Burke, il datore di lavoro del negozio di Magie Sinister".
"Come?" chiese Bia colta di sorpresa. "Uno studente del calibro di Tom Riddle aveva accettato un lavoro come commesso di Magie Sinister?".
"Sicuramente ha imparato più cose in quel postaccio sulla Magia Oscura che in uno stage al Ministero della Magia" rispose il direttore ridacchiando. "Sebbene lui fosse più interessato alla ricerca di certi oggetti magici che al lavoro".
"In particolare Tom teneva al Medaglione di Serpeverde, appartenuto a sua madre" aggiunse Conan. "Ma non poteva certo disprezzare la Coppa di Tassorosso, un altro oggetto simbolico appartenuto a una Fondatrice di Hogwarts".
"Ma perché voleva entrare in possesso di questi cimeli?" chiese Kitty con un filo di voce.
"Stiamo valutando alcune ipotesi" miagolò Daisy incrociando le zampette. "Qual è la tua?".
"Probabilmente il Signore Oscuro ama collezionare tutto ciò che rappresenta Hogwarts, la sua amata scuola" replicò Kitty, gli occhi abbassati.
"Vorrebbe collezionare anche me..." mormorò Pietra. "Appeso a un soffitto".
"Bè, non credo che sia sufficiente la passione per il collezionismo per giustificare l'assassinio della signora Smith" commentò Eileen. "Di sicuro, il Signore Oscuro aveva qualcos'altro in mente".
"E a tal proposito, il vero ricordo di Lumacorno sarà davvero illuminante" concluse Pietra leccandosi le zampette. "Ecco perché, secondo Albus, senza quel ricordo le ulteriori lezioni a Harry sarebbero solo una perdita di tempo".

Ci fu un brindisi e una lunga pausa di silenzio. 
Un Elfo provò a portare via un vassoio quasi vuoto, e lo Stregatto lo dissuase fulminandolo con lo sguardo.

"Bene, miao, ora passiamo al secondo ricordo" miagolò lo Stregatto mettendosi a testa in giù sulla poltrona. "Si tratta di un ricordo dello stesso Albus Silente, ghghgh!".
"E cosa ci mostra?" chiese Bia in fervente attesa.
"Riguarda il ritorno di Tom Riddle a Hogwarts per chiedere un posto di lavoro" miagolò Pietra lasciando tutti a bocca aperta. "Erano passati diversi anni dalla prima richiesta, cioè da quando il Preside Dippet glielo negò a causa della sua giovane età".
"Come apprendista di Argus Gazza?" chiese Kitty sogghignando.
"Quella sarebbe stata la mansione più consona a Tom, eh, eh, eh!" miagolò Conan ironicamente finendo l'ultima salsiccia. "Ma immagino che la richiesta riguardasse una cattedra, giusto?".
"Indovinato!" esclamò lo Stregatto soave. "Ha sempre richiesto di insegnare Difesa Contro le Arti Oscure".
"Non poteva essere quello lo scopo!" miagolò Daisy scuotendo la testa. "O si trattava di cercarsi un'attività di copertura oppure di una scusa temporanea per fare altro". 
"Cioè per giustificare la sua presenza a Hogwarts" precisò Eileen, "senza farsi scoprire ad eseguire il vero piano che aveva in mente".
"Quale piano?" chiese Kitty.
"E' questo il punto miagolante" annuì il direttore felino. "Pix aveva visto Tom Riddle intrattenersi con Helena, il fantasma della Casa di Corvonero".
"E di cosa avevano parlato?" chiese Bia. 
"Pix fu cacciato via prima di poter ascoltare l'inizio della conversazione" proseguì Pietra. "Di sicuro Tom non aveva chiesto a Helena un lavoro da fantasma, ghghgh!".
"Riddle  possedeva già il Medaglione di Serpeverde e la Coppa di Tassorosso, e forse voleva rubare gli ultimi due oggetti dei Fondatori delle Case conosciute...la Spada di Grifondoro e il Diadema di Corvonero".
"Il Diadema perduto di Corvonero..." mormorò Eileen sospirando. 
"Chissà, magari il Diadema ritrovato" aggiunse Conan. "Ma per farci cosa, miao?".
"E' questo un altro punto ancora più miagolante che Silente desidera chiarire!" brontolò lo Stregatto. "A tal riguardo lui desidera capire i piani del Signore Oscuro esaminando il vero ricordo di Horace".

Intanto lo stesso Elfo che aveva rischiato la vita qualche minuto prima ritornò per il vassoio ormai vuoto, portandone uno pieno. Pietra gli fece un rapido sorriso di approvazione.

"In ogni caso, il Preside offrì al giovane Signore Oscuro del buon vino, ma gli negò il posto da insegnante" miagolò Pietra sorseggiando del vino. "Inoltre, Albus gli fece notare che era diventato molto più esperto solo di alcuni tipi di magia, ma che era carente in quello più importante: la Magia Antica fondata sul sentimento dell'Amore".
"Tom non era un romanticone, vero?" chiese Kitty pensando al suo amato Dennis Canon.
"Decisamente no" replicò Conan lanciando un'occhiataccia a Kitty per la domanda fuori luogo.
"Tom non prenderà mai in considerazione tali magie" osservò Daisy facendo spallucce. "Le considera arti magiche deboli, indegne della sua considerazione".
"Precisamente" confermò Eileen. "Per questo motivo il Signore Oscuro sottovalutò il sacrificio di Lily Evans, dal quale è scaturita la potente protezione magica contro l'Avada Kedavra che salvò suo figlio" aggiunse Eileen senza esitare.
"Fin qui siamo tutti d'accordo" miagolò lo Stregatto con un tono di voce serafico. "Come è plausibile che, vedendosi negare il posto, Tom lanciò una maledizione su chiunque avesse preso in futuro quella cattedra".
"In effetti ad Hogwarts, dopo quel giorno, non si è mai riuscito a trattenere un insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure per più di un anno" miagolò Conan rabbuiato. "E la mano di Silente come sta?".
"E' carne annerita e morta" rispose Pietra socchiudendo gli occhi. "Non gli resta molto da vivere".

"COOOSAAAA???" esclamarono in coro Kitty e Bia.

"Silenzio, voi due!" miagolò lo Stregatto rabbuiato. "Adesso sarete messe al corrente del piano di Silente che riguarda la sua morte e di cosa ha ordinato di fare a Severus Piton".
"Si-Si-Silente ha addirittura un piano per organizzare la sua morte?" chiese Bia esterrefatta.
"Albus ha un piano per tutto e per tutti, anche per se stesso" replicò Pietra imperterrito. "Quello che sto per miagolarvi è top miao secret. Agenti dell'Ordine di Gattaca, ascoltate senza interrompermi...".

Alla fine del racconto, Kitty e Bia rimasero basite e furono invase da un'immensa tristezza. Entrambe si domandarono che cosa avrebbero fatto al posto di Severus Piton. 
E per la prima volta compresero che, per loro, il tempo dei giochi era finito.

                                  

La settimana dopo la lezione sui ricordi di Hokey e di Silente, Harry si spremette le meningi per trovare il modo di convincere Lumacorno a consegnargli il vero ricordo su Tom Riddle, ma non gli venne niente che assomigliasse a un'idea.
Pertanto, consultò il libro del Principe Mezzosangue, dove scoprì una strana formula 'Sectumsempra' scribacchiata sopra le interessanti parole 'Contro i nemici'.

Prometteva bene, ma non era la soluzione ideale per farsi consegnare il ricordo dell'anziano Maestro di Pozioni.
Bruciava dalla voglia di provarla, ma pensò che fosse meglio non farlo davanti a Hermione.
Ripiegò furtivo l'angolo della pagina.

Lui e Hermione avevano opinioni differenti sull'utilità del Libro di Pozioni Avanzate pieno di appunti del misterioso Principe.
Harry gli aveva fatto notare che era merito del Principe Mezzosangue se Ron era ancora vivo, mentre Hermione aveva replicato che l'idea del Bezoar avrebbe potuto averla anche da solo, se avesse prestato attenzione alle lezioni di Piton il primo anno.

Erano seduti accanto al fuoco nella Sala Comune insieme ad altri studenti del sesto anno, e si percepiva una certa agitazione, perché dopo cena avevano trovato appeso in bacheca un nuovo cartello con la data dell'esame di Materializzazione. 
Chi avesse compiuto diciassette anni entro quella data, il ventuno aprile, aveva la possibilità di iscriversi a una serie di lezioni supplementari, che si sarebbero tenute a Hogsmeade.
Harry era fuori gioco per la questione dell'età, ma Ron no, ed aveva estremamente bisogno di quelle lezioni. 

"Almeno tu ci riesci!" esclamò Ron teso. "Non avrai problemi a luglio!".
"L'Ho fatto una volta sola" gli ricordò Harry; finalmente, nell'ultima lezione, era riuscito a scomparire e riapparire dentro il suo cerchio.

E poi c'era il compito di Piton su come difendersi dai Dissennatori, e Harry era in disaccordo con l'insegnante sul modo migliore per affrontarli.
Tuttavia la priorità era sempre il ricordo di Lumacorno.

"Ti dico che quello stupido Principe non ti aiuterà, Harry" ripeté Hermione a voce alta. "C'è solo un modo per costringere qualcuno a fare quello che vuoi, ed è la Maledizione Imperius, che è illegale...".
"Si, lo so, grazie" rispose Harry senza alzare lo sguardo dal libro. "Ecco perché sto cercando qualcosa di diverso. Silente dice che il Veritaserum non funziona, ma ci potrebbe essere qualcos'altro, una pozione, un Incantesimo...".
"Affronti il problema dalla parte sbagliata" insistette Hermione. "Silente dice che solo tu puoi ottenere quel ricordo. Deve voler dire che puoi convincere Lumacorno mentre altre persone non possono. Non si tratta di fargli bere di nascosto una pozione, potrebbe riuscirci chiunque...".

Intanto Ron ebbe un problema con le penne autocorreggenti di Fred e George, ma dopo aver palesato l'intenzione di porre fine alla sua relazione con Lavanda, Hermione si offrì prontamente per riscrivere in modo corretto il compito senza batter ciglio.

In Sala Comune non c'erano altri rumori a parte lo scoppiettio del fuoco e la piuma di Hermione con cui Ron stava scrivendo l'ultimo paragrafo sui Dissennatori.
Harry aveva appena chiuso il libro del Principe Mezzosangue e sbadigliava quando...

Crac.

Hermione fece un piccolo strillo; Ron versò l'inchiostro sul compito e Harry esclamò: "Kreacher!".
L'Elfo Domestico fece un profondo inchino ai propri alluci contorti.
"Il padrone ha detto che voleva rapporti regolari sul ragazzo Malfoy e così Kreacher è venuto a riferire..."

Crac. Dobby apparve accanto a Kreacher, il cappello-copriteiera tutto storto.

"Anche Dobby ha dato una mano, Harry Potter!" squittì, lanciando a Kreacher un'occhiataccia rancorosa. "E Kreacher dovrebbe dire a Dobby quando viene a trovare Harry Potter, così possono fare rapporto insieme!"
"Cos'è questa storia?" chiese Hermione, ancora scombussolata. "Che succede, Harry?".
"Bè...stanno pedinando Malfoy per me" spiego il giovane mago.
"Giorno e notte" gracchiò Kreacher.
"Dobby non dorme da una settimana, Harry Potter!" esclamò Dobby fiero, dondolando.

Hermione era indignata.

"Non dormi, Dobby? Ma Harry, non puoi avergli detto di non..."
"No, certo che no" rispose subito Harry. "Dobby, puoi dormire, d'accordo? Ma qualcuno di voi due ha scoperto qualcosa?" si affrettò a chiedere prima che Hermione potesse intromettersi di nuovo.

Il reticente Kreacher raccontò alcuni dettagli superflui su Malfoy e dei suoi spostamenti completamente privi di rilievo.
Solo Dobby riuscì a mettere il grifondoro sulla strada giusta con il suo rapporto.

"Harry Potter, signore" rispose Dobby, gli occhioni grossi come globi lucenti alla luce del fuoco. "Il ragazzo Malfoy non infrange regole che Dobby sia riuscito a scoprire, ma è molto attento a non farsi sorprendere. Fa visite regolari al settimo piano con svariati altri studenti, che fanno la guardia mentre lui entra...".
"Nella Stanza delle Necessità!" esclamò Harry, dandosi Pozioni Avanzate sulla fronte. Hermione e Ron lo fissarono. Ecco dove va....quello che fa! Scommetto che è per questo che scompare dalla Mappa...Adesso che ci penso, non ho mai visto la Stanza delle Necessità sulla Mappa!".
"Forse i Malandrini non ne hanno mai scoperto l'esistenza" suggerì Ron.
"Credo che sia parte della magia della Stanza" intervenne Hermione. "Se si ha bisogno che sia indisegnabile, lo è".
"Dobby sei mai riuscito a entrare e a vedere che cosa fa Malfoy?" 
"No, Harry Potter, questo è impossibile" rispose Dobby
"Invece no" lo contraddisse Harry. "Malfoy è entrato nel Quartier General dell'ES l'anno scorso, quindi anch'io ci riuscirò, non c'è problema"
"Non credo che ce la farai, Harry" osservò Hermione lentamente. "Malfoy sapeva già come usavamo la Stanza, perché quella stupida di Marietta aveva cantato. Aveva bisogno che la Stanza fosse il luogo di riunione dell'ES, e così è stato. Ma tu non sai cosa diventa la Stanza quando ci entra Malfoy, quindi non sai in che cosa devi chiederle di trasformarsi".
"Ci sarà pure un modo" tagliò corto Harry. "Sei stato bravissimo, Dobby".
"Anche Kreacher è stato bravo" aggiunse gentilmente Hermione; ma ben lungi dall'essere grato, Kreacher distolse gli enormi occhi iniettati di sangue e gracchiò al soffitto: "La Mezzosangue parla con Kreacher, Kreacher farà finta di non sentire...".  
"Fuori di qui" sbottò Harry, e Kreacher fece un ultimo profondo inchino e si smaterializzò. "E' meglio che vada a dormire anche tu, Dobby".
"Grazie, Harry Potter, signore" squittì Dobby felice, e svanì.
"Fantastico, no?" si entusiasmò Harry non appena la stanza fu sgombra di Elfi. "Sappiamo dove va Malfoy! L'abbiamo messo con le spalle al muro!"
"Si, grandioso" borbottò Ron tetro. "Ma cos'è questa storia che va lassù con 'svariati altri studenti'? Quanti sono? Mi sembra strano che voglia raccontare a tanta gente quello che sta facendo..."
"Già, è molto strano" rispose Harry accigliato. L'ho sentito dire a Tiger di farsi i fatti suoi...e allora che cosa racconta a tutti questi..."

La voce di Harry svanì; stava fissando il fuoco.

"Sono un idiota" mormorò. "E' ovvio, no? Ce n'era una tinozza piena giù nella segreta...potrebbe averne rubato in qualunque momento della lezione..."
"Rubato cosa?" chiese Ron.
"La Pozione Polisucco. Ha rubato un po' della Pozione Polisucco che Lumacorno ci ha mostrato alla prima lezione di Pozioni...Non ci sono svariati studenti che fanno il palo...sono Tiger e Goyle come al solito...si, tutto torna!" esclamò Harry, balzando in piedi e cominciando a camminare avanti e indietro. "Sono abbastanza stupidi da obbedire a Malfoy senza sapere che cos'ha in mente...e siccome lui non vuole che vengano visti fuori della Stanza delle Necessità, li ha convinti a prendere la Polisucco...Quelle due ragazze con cui l'ho visto quando non è venuto alla partita...Ah! Tiger e Goyle!"
"Cioè" sussurrò Hermione, "quella bambinetta a cui ho aggiustato la bilancia...?"
"Si, certo!" urlò Harry, fissandola. "Sicuro! Malfoy doveva essere dentro la Stanza in quel momento, così lei - ma che dico? - lui ha lasciato cadere la bilancia per avvertirlo di non uscire, perché c'era qualcuno! E quella ragazzina che ha fatto cadere le uova di rospo, anche lei! Gli siamo passati davanti un sacco di volte senza saperlo!".
"Costringe Tiger e Goyle a trasformarsi in ragazze" sghignazzò Ron. "Accidenti...ci credo che non sembrano felici in questo periodo...mi stupisce che non gli dicano di andare al diavolo..."
"Bè, non possono, se lui gli ha mostrato il Marchio Nero" osservò Harry.
"Mmm...il Marchio Nero che non sappiamo se esiste" replicò Hermione, scettica.
"Vedremo ribatté Harry, sicuro di sé.
"Si, vedremo" rispose Hermione. Si alzò e si stiracchiò. "Però, Harry, prima di agitarti troppo, non credo che riuscirai a entrare nella Stanza delle Necessità se non sai che c'è dentro. E non dimenticare" e mettendosi la borsa in spalla gli lanciò uno sguardo molto severo, "che quello su cui dovresti concentrarti è come ottenere il ricordo da Lumacorno. Buonanotte"

Harry la guardò allontanarsi, un po' scontento. Quando la porta del dormitorio delle ragazze si chiuse, si rivolse a Ron. "Che cosa ne pensi?".
"Che vorrei potermi Smaterializzare come un Elfo Domestico" rispose lui, fissando il punto in cui Dobby era sparito. "Avrei già in tasca quell'esame"

Ad un tratto, il divano sobbalzò e apparirono dal nulla, dietro la spalliera, Pietra e Conan.

"Oppure come uno Stregatto...Puff!" miagolò Pietra sogghignando. 
"Da quanto tempo siete qui?" chiese Harry indispettito.
"Abbastanza da manomettere la penna di Fred e George, eh, eh, eh!" ridacchiò Conan dispettosamente.
Ron gli lanciò un'occhiataccia senza replicare, ormai conosceva le abitudini di quelle creature.
"Malfoy sta facendo qualcosa di pericoloso nella Stanza delle Necessità" disse Harry nella speranza di ottenere un aiuto insperato.
"Lo abbiamo appena saputo da voi, ma chissà se è davvero pericoloso!" esclamò lo Stregatto con un tono di voce soave. "A tal riguardo, mi duole miagolarti che la signorina Granger ha ragione, non sarà per niente facile entrarvi".
"Tutto qui?" chiese Harry indispettito. "Neanche un suggerimento?".
"Qualcuno...si" mormorò Conan lentamente. "Se anche fosse vero che Draco Malfoy è un Mangiamorte, resta uno studente di Hogwarts".
"E quindi, può uccidere impunemente?" domandò Ron cercando di capire dove volessero andare a parare i felini magici.
"Se anche avesse davvero tentato di uccidere, nessuno può farsi giustizia da sé, nemmeno Harry Potter" spiegò Pietra facendo vibrare i baffetti. "E non prendere alla leggera l'utilizzo degli Incantesimi del Principe Mezzosangue".
"Il Principe è un genio e non farebbe mai un incantesimo per fare del male a qualcuno" obiettò Harry scuotendo la testa.
"Oppure si assicurerebbe di creare il Controincantesimo prima di usarlo" aggiunse Conan con aria innocente.
"Allora lo conoscete!" brontolò Ron sospettoso.

"No, miao!" miagolarono in coro gli Stregatti facendo dei sorrisi affettati.
"Bè, avete detto che è un genio, e pertanto Conan ha dedotto che chiunque crei un Incantesimo deve creare anche il Contro..." continuò Pietra, gli occhi rivolti al soffitto.

"E per prendere il ricordo di Lumacorno, avete qualche idea da proporci?" lo interruppe Harry reprimendo la rabbia che cresceva in lui.
"Siamo convinti che con un po' di fortuna ce la farai" miagolò Conan strizzando un occhietto. "E al Prescelto la fortuna non manca!....Giusto?".
"Ci avete fatto perdere solo tempo!" sbottò Ron secco. "Andiamo a dormire!".

Pietra e Conan si guardarono sbadigliando, senza proferir miagolio; fecero un inchino ai grifondoro, e svanirono con il solito 'Puff!".

                                  

Harry non dormì bene. Rimase sveglio per ore, a chiedendosi a che scopo Malfoy usava la Stanza delle Necessità e che cosa lui, Harry, avrebbe visto una volta che vi fosse entrato il giorno dopo, perché a dispetto di Hermione era sicuro che, se Malfoy aveva visto il Quartier Generale dell'ES, lui sarebbe riuscito a vedere il...che cosa poteva essere? Un luogo di riunione? Un nascondiglio? Un deposito? Un laboratorio? La mente di Harry lavorava febbrile e i suoi sogni, quando infine si addormentò, furono frammentati e turbati da immagini di Malfoy che si trasformava in Lumacorno che si trasformava in Piton...

La mattina dopo a colazione era tesissimo; aveva un'ora libera prima di Difesa contro le Arti Oscure ed era deciso a entrare nella Stanza delle Necessità. 
Hermione ostentò una totale mancanza di interesse per i piani che Harry le sussurrava, cosa che lo irritò, perché era convinto che sarebbe stata di grande aiuto, se solo avesse voluto.

"Senti" mormorò. Si chinò in avanti e posò una mano sulla Gazzetta del Profeta appena arrivata via gufo per evitare che Hermione la aprisse, scomparendovi dietro. "Non ho dimenticato Lumacorno, ma non ho idea di come prendergli quel ricordo, e finché non mi viene un'illuminazione perché non scoprire che cosa combina Malfoy?".
"Te l'ho già detto, devi convincere Lumacorno" ribatté Hermione. "Non è questione di ingannarlo o stregarlo: Silente lo avrebbe potuto fare in un attimo. Invece di bighellonare fuori della Stanza delle Necessità" e sfilò il Profeta da sotto la mano di Harry, lo aprì e guardò la prima pagina, "dovresti andare a trovare Lumacorno e fare appello al suo lato più nobile".

"Qualcuno che conosciamo...?" chiese Ron mentre Hermione scorreva i titoli.
"Si!" rispose lei, facendo andar di traverso la colazione sia a Harry che a Ron, "ma non è morto...è Mundungus, è stato arrestato e spedito ad Azkaban! Pare che abbia impersonato un Inferius durante un tentativo di furto...e un certo Octavius Pepper è sparito...Oh, che cosa orribile, un bambino di nove anni è stato arrestato per aver cercato di uccidere i nonni, pensano che fosse sotto la Maledizione Imperius..."

Finirono di mangiare in silenzio.
Hermione partì subito per Antiche Rune, Ron salì alla Torre, visto che doveva ancora finire il compito per Piton, e Harry si diresse verso il corridoio del settimo piano e la striscia di parete di fronte all'arazzo di Barnaba il Babbeo che insegnava danza classica ai Troll.
Si infilò il Mantello dell'Invisibilità non appena fu in un corridoio vuoto, ma non avrebbe dovuto preoccuparsi. Raggiunta la sua destinazione la trovò deserta.

Non sapeva se le probabilità di entrare nella Stanza fossero maggiori con Malfoy dentro o fuori, ma almeno il suo primo tentativo non sarebbe stato complicato dalla presenza di Tiger o Goyle, nelle sembianze di ragazzine di undici anni.

Chiuse gli occhi e si avvicinò al punto in cui la porta della Stanza delle Necessità era nascosta. 
E cominciarono i primi tentativi di scoprire il luogo dove andava Malfoy.

"Devo vedere che cosa fa Malfoy qui dentro..." pensò. Non accadde nulla.

"Devo vedere il posto in cui Malfoy continua a venire in segreto"...Niente da fare.

Harry pensò intensamente prima di riprendere a camminare davanti alla porta.

"Ho bisogno che tu diventi il luogo che diventi per Draco Malfoy" ma la parete rimase chiusa.

Harry imprecò. Qualcuno urlò. Si voltò e vide un gruppo di matricole che scappavano, chiaramente convinte di aver incontrato un fantasma molto sboccato. 

Harry tentò ogni variazione possibile sul tema per un'ora intera.

"Ho bisogno di vedere che cosa fa Draco Malfoy dentro di te"

Poi zampettarono in quel corridoio anche Pietra e Conan, ma offrirono a Harry un modesto contributo.

"Ho bisogno che diventi il luogo che sta cercando Harry Potter per scoprire che cosa fa Draco, miao" miagolò Pietra mentre il suo stomaco brontolava.
"Devo vedere il posto che Pietra sta cercando per trovare il luogo desiderato da Harry Potter" miagolò Conan trattenendosi dal ridere.
"Avete finito?" chiese Harry, lo sguardo truce.
Gli Stregatti fecero spallucce e sparirono di nuovo. 

Alla fine fu costretto ad ammettere che forse Hermione non aveva torto: la stanza non voleva aprirsi per lui. Deluso e seccato, si sfilò il Mantello dell'Invisibilità, lo ficcò nella borsa e andò a lezione di Difesa contro le Arti Oscure.

"Sei di nuovo in ritardo, Potter" lo apostrofò Piton, gelido, quando lui entrò di corsa nell'aula illuminata dalle candele. "Dieci in meno per Grifondoro". 

Harry si scaraventò nel posto accanto a Ron, lanciando a Piton un'occhiata torva: metà della classe era ancora in piedi, a prendere libri e sistemare le proprie cose. Non poteva essere molto più in ritardo di uno qualunque dei compagni.

"Prima di cominciare, voglio i vostri temi sui Dissennatori" . Piton agitò la bacchetta con noncuranza, e venticinque fogli di pergamena si levarono in aria e atterrarono in una pila ordinata sulla cattedra. "E spero per il vostro bene che siano migliori delle fesserie che ho dovuto sopportare sulle difese contro la Maledizione Imperius. Ora, se volete aprire tutti il libro a pagina...che cosa c'è Signor Finnigan?".
"Signore" domandò Seamus. "mi chiedevo, come si fa a stabilire la differenza tra un Inferius e un fantasma? Perché sulla Gazzetta del Profeta c'era qualcosa su un Inferius...".
"No, non c'era" rispose Piton annoiato.
"Ma signore, ho sentito la gente dire..."
"Se avessi davvero letto l'articolo in questione, signor Finnigan, sapresti che il sedicente Inferius non era altro che un ladruncolo puzzolente che risponde al nome di Mundungus Fletcher".

"Credevo che Piton e Mundungud fossero dalla stessa parte" borbottò Harry a Ron e Hermione. "Non dovrebbe essere turbato dall'arresto di Mundun...?"

"Ma Potter sembra avere molto da dire sull'argomento" osservò Piton, indicando all'improvviso il fondo dell'aula, gli occhi neri fissi su Harry. "Chiediamo a Potter come si fa a stabile la differenza tra un Inferius e un fantasma".

Tutta la classe si voltò a guardare Harry.

"Ehm...bè...i fantasmi sono trasparenti..." cominciò.
"Oh, molto bene" lo interruppe Piton, con le labbra arricciate. ""Si, è bello vedere che quasi sei anni di istruzione magica non sono andati sprecati, Potter. I fantasmi sono trasparenti".

Pansy parkinson emise una risatina acuta. Parecchi altri ragazzi ridacchiarono. 
E delle risatine miagolanti si confusero con le altre.
Harry respirò profondamente e continuò con calma, anche se le sue viscere ribollivano: "Si, i fantasmi sono trasparenti, ma gli Inferi sono corpi morti, no? Quindi devono essere solidi..."
"Un bambino di cinque anni avrebbe potuto dirci altrettanto" rispose Piton sarcastico. "L'Inferius è un cadavere che è stato rianimato dagli Incantesimi di un mago oscuro. Non è vivo, viene solo usato come una marionetta per eseguire gli ordini del mago. Un fantasma, come voglio sperare che tutti ormai sappiate, è l'impronta di un'anima dipartita lasciata sulla terra, e naturalmente, come Potter ci informa, è trasparente". 
"Bè, quello che ha detto Harry è utilissimo se vogliamo distinguerli!" intervenne Ron. "Quando ci troviamo faccia a faccia con uno di loro in un vicolo buio abbiamo giusto il tempo di un'occhiata per vedere se è solido, non ci mettiamo a chiedere 'Mi scusi, lei è un'impronta di un'anima dipartita?' "

Si levò un'ondata di risate, repressa all'istante dallo sguardo di Piton.

"Non mi sarei aspettato niente di più sofisticato da te, Ronald Weasley, un ragazzo così concreto che non riesce a Materializzarsi quindici centimetri più in là di dove si trova".

"No!" sussurrò Hermione, afferrando per un braccio Harry che stava per spalancare la bocca, furibondo. "Non serve a niente, finirai di nuovo in punizione, lascia perdere!"
"Adesso aprite il libro a pagina duecentotredici" proseguì Piton con una smorfia, "e leggete i primi due paragrafi sulla Maledizione Cruciatus..."

                                

In cuor suo Ron sapeva che Piton aveva ragione; doveva impegnarsi di più per superare l'esame di Materializzazione. 
Così, dopo la lezione, una volta che si erano liberati di Lavanda entrando nel bagno dei maschi, manifestò all'amico il triste pensiero.

"Dovresti provare a seguire le lezioni supplementari a Hogsmeade" consigliò Harry. "Sarà più interessante che cercare di entrare in uno stupido cerchio, comunque. E poi, se non sarai ancora - insomma - bravo come vorresti, puoi spostare l'esame, farlo con me dopo l'esta...Mirtilla, questo è il bagno dei ragazzi!".

Il fantasma di una ragazza era sorto dal water in un cubicolo alle loro spalle e galleggiava a mezz'aria, fissandoli attraverso grossi occhiali bianchi e tondi.

"Oh" fece lei, lugubre. "Siete voi due". 

Mirtilla Malcontenta spiegò la sua insolita presenza nel bagno dei ragazzi confessando di aspettare qualcuno con cui si sentiva affine. Poi guardò speranzosa verso la porta.

"Quando dici che avevate tante cose in comune" chiese Ron, divertito, "intendi dire che abita anche lui in un tubo di scarico?"
"No" rispose Mirtilla in tono di sfida, e la voce echeggiò alta nel vecchio bagno piastrellato. "Voglio dire che è sensibile, la gente è prepotente anche con lui, e si sente solo e non ha nessuno con cui parlare, e non ha paura di mostrare i suoi sentimenti e di piangere!"
"Qui dentro c'era un ragazzo che piangeva?" domandò Harry curioso. "Un ragazzino?".
"Non sono affari tuoi!" esclamò Mirtilla, gli occhietti acquosi fissi su Ron, che ormai rideva apertamente. "Ho promesso di non dirlo a nessuno e porterò il suo segreto nella..."
"Non nella tomba, vero?" sghignazzò Ron. "Magari nelle fogne...".

Mirtilla levò un ululato di rabbia e si rituffò nel water, facendo traboccare l'acqua sul pavimento.
Averla punzecchiata parve ridare vigore a Ron.

"Hai ragione" concluse, rimettendosi in spalla la borsa dei libri, "seguirò le esercitazioni a Hogsmeade prima di decidere se fare l'esame".

                                 

Così, nel fine settimana, Ron scelse di seguire Hermione al villaggio, mentre Harry decise di tentare un nuovo assalto alla Stanza delle Necessità.
Il solito parere contrario dell'amica, che ricordava sempre a Harry la sua missione prioritaria, non lo distolse dai suoi propositi.
In verità, Harry ci aveva provato un sacco di volte a parlare con Lumacorno, ma i suoi tentati erano stati vanificati dal comportamento sfuggente dell'anziano Maestro di Pozioni.

Dopo aver augurato buona fortuna ai suoi amici, Harry si allontanò dalla Sala d'Ingresso, indossò il Mantello dell'Invisibilità, estrasse la Mappa del Malandrino dalla borsa e la colpì con la bacchetta mormorando "Giuro solennemente di non avere buone intenzioni" e la scrutò con cura.

Siccome era domenica mattina, quasi tutti gli studenti si trovavano nelle Sale Comuni... e là, solo nel corridoio del settimo piano, c'era Gregory Goyle.
Non c'era traccia della Stanza delle Necessità, ma Harry non se ne preoccupava; se Goyle stava facendo la guardia, la Stanza era aperta, che la Mappa lo sapesse o no.

Una volta raggiunto il corridoio del settimo piano, Harry fece un complimento alla falsa bambina che trovò. Subito Goyle lanciò levò un acuto strillo di terrore, gettò per aria la bilancia e filo via.
Era sparito molto prima che il rumore dell'oggetto che si fracassava sul pavimento avesse smesso di echeggiare nel corridoio.

Ridendo, Harry si voltò a contemplare la parete vuota dietro la quale, ne era certo, Draco Malfoy stava immobile, ben sapendo che qualcuno di sgradito era là fuori, ma senza avere il coraggio di mostrarsi.
L'idea diede a Harry una piacevolissima sensazione di potere, mentre si sforzava di ricordare quali formule non aveva ancora tentato.
Ma il suo buon umore non durò a lungo. Mezz'ora e numerosi tentativi più tardi, la parete era sempre senza porte. 

"Necessito che diventi il luogo dove Draco Malfoy si apparta con Pansy Parkinson" tentò di nuovo Pietra sogghignando.
"Ho bisogno di vedere il luogo dove Malfoy si riunisce con se stesso" proseguì Conan soave.
"Devo trovare il posto in cui Draco cerca pace" miagolò Eileen secca.
"Ho bisogno che diventi la stanza di cui Draco non aveva mai avuto bisogno" sibilò Daisy, lo sguardo rivolto alla parete.
Non accadde nulla.
"D'accordo, grazie per l'impegno e la compagnia" disse Harry con un tono di voce ironico.
Ancora una volta gli Stregatti salutarono Harry e scomparirono ridacchianti.

La frustrazione di Harry era al massimo; Malfoy poteva essere a pochi centimetri da lui, e non c'era ancora un briciolo di prova di quello che stava facendo là dentro. Perse del tutto la pazienza, corse verso il muro e lo prese a calci.

"AHIA!"

Pensò di essersi come minimo rotto l'alluce; si afferrò il piede saltellando sull'altro, e il Mantello dell'Invisibilità gli scivolo via.

"Harry?"

Si voltò su una gamba sola, e cadde. Con profonda meraviglia vide Tonks che veniva verso di lui come se passeggiasse abitualmente in quel corridoio.

"Che cosa ci fai qui?" le chiese, rialzandosi. Perché doveva sempre trovarlo disteso per terra?

"Sono venuta per vedere Silente" rispose Tonks.

Harry la mise immediatamente al corrente che il Preside non era al Castello. 
Il periodo che stavano attraversando era molto delicato, e Tonks pareva cercare dall'anziano mago delle rassicurazioni. 
O forse desiderava parlare di altro.
Poi la conversazione cadde su Sirius, e il solo ricordo della sua morte lasciò Tonks in un stato di stordimento. Harry ebbe l'impressione che non avesse ascoltato neanche ciò che gli aveva detto sul mancato ricevimento di lettere da parte degli membri dell'Ordine della Fenice.

"Nessuno dell'Ordine mi scrive più" chiarì Harry. "Non da quando Sirius..."
"Che cosa?" chiese lei in tono distratto. "Bè...ci vediamo Harry..."

Si voltò di scatto e si avviò lungo il corridoio.
Dopo che si fu allontanata, Harry s'infilò il Mantello e ricominciò a cercare la Stanza delle Necessità, ma senza autentico impegno.
Infine, un vuoto allo stomaco e la certezza che Ron e Hermione sarebbero tornati presto per il pranzo lo indussero ad abbandonare il tentativo e a lasciare il corridoio a Malfoy.

Trovò i suoi amici in Sala Grande, già a metà di un pranzo anticipato.

"Ce l'ho fatta...bè, quasi!" annunciò Ron felice di descrivere la sua prova discreta.
Hermione era stata perfetta come al solito, e fu lo stesso Ron a confermarlo.

"E Tu?" domandò Hermione a Harry. "Sei stato su alla Stanza delle Necessità per tutto questo tempo?"
"Si" rispose Harry. "E indovinate chi ho incontrato? Tonks!"
"Tonks?" ripeterono in coro Ron e Hermione sorpresi.
"Si, ha detto che era venuta per vedere Silente..."
"Secondo me" commentò Ron dopo che Harry ebbe finito di raccontare la loro conversazione, "è un po' scoppiata. Ha perso la testa dopo quello che è successo al Ministero"
"E' curioso" disse Hermione, che sembrava molto preoccupata. "Dovrebbe fare la guardia alla scuola: perché abbandona il suo posto all'improvviso per venire a trovare Silente che non è nemmeno qui?"

L'ipotesi di Harry era che Tonks fosse innamorata di Sirius.

"Che cosa diavolo te lo fa dire?" domandò Hermione.

"Non so" rispose Harry, alzando le spalle, "ma quando l'ho nominato si è quasi messa a piangere...e il suo Patronus è un animale grosso a quattro zampe, adesso...magari è diventato...insomma...lui".
"E' un'idea" rifletté Hermione. "Ma continuo a non capire perché dovrebbe precipitarsi al castello per vedere Silente, ammesso che fosse qui per questo..."
"Torniamo a quello che ho detto io, no?" intervenne Ron, ficcandosi in bocca una cucchiaiata di purè. "E' diventata un po' balenga. Crollo di nervi. Donne" disse rivolto a Harry con l'aria di chi la sapeva lunga. "Si turbano facilmente".
"Eppure" ribatté Hermione, "dubito che troveresti una donna capace di tenere il broncio per mezz'ora perché Madama Rosmerta non ha riso alla sua barzelletta sulla Megera, il Guaritore, e la Mimbulus Mimbletonia".
Ron si rabbuiò.

Subito una voce miagolante e competitiva mormorò all'orecchio di Harry: "Sai qual è il colmo per uno Stregatto intellettuale?...Dare la caccia soltanto ai topi di Biblioteca...e alla Granger"

Harry scoppiò improvvisamente a ridere; Ron osservò Harry soddisfatto, come se il suo amico avesse riso della sua barzelletta. E fu il turno di Hermione di Rabbuiarsi in volto.


 

 











Nessun commento:

Posta un commento

AVVISO: Benvenuti! Potete commentare pur non essendo registrati, ma sapete che è possibile inserire un nickname? Nella tendina "Commenta come" c'è l'opzione "Nome/URL". Inserite soltanto un nome e cliccate su continua, potrete così identificare facilmente i vostri commenti! Buona permanenza nel blog!