Libro sei, capitolo 17: Una missione lumacosa


                                    


  Liberamente ispirato a Harry Potter e il Principe Mezzosangue, libro sei, capitolo 17: Un ricordo lumacoso






Un tardo pomeriggio, qualche giorno dopo Capodanno, Harry Potter, Ron e Ginny si misero in fila accanto al camino della cucina per tornare a Hogwarts.

Il Ministero aveva predisposto un collegamento straordinario alla Metropolvere per far tornare gli studenti a scuola rapidamente e in tutta sicurezza. Salutata Molly, Harry entrò nel fuoco smeraldino e gridò: "Hogwarts!". Ebbe un'ultima fugace visione della cucina e del  volto lacrimoso della signora Weasley prima che le fiamme lo avvolgessero.
Poi, si ritrovò ad arrampicarsi fuori dal focolare del camino dell'Ufficio della sua direttrice. La professoressa McGranitt alzò appena lo sguardo dal lavoro e disse: " 'Sera Potter. Cerca di non far cadere troppa cenere sul tappeto".
Si udì un miagolio soffuso, appena percettibile. Minerva alzò gli occhi al cielo leggermente imbarazzata, senza proferir parola.
"Si, professoressa" disse lui, osservando il tappeto ricoperto in qua a là da peli color violafucsia. 

Harry si raddrizzò gli occhiali e si appiattì i capelli mentre Ron appariva roteando. 
Quando fu arrivata anche Ginny uscirono dall'Ufficio della McGranitt e si diressero verso la Torre di Grifondoro, dove la Signora Grassa li bloccò proprio all'entrata della Sala Comune: la parola d'ordine era cambiata.
Per fortuna, sopraggiunse Hermione, arrivata a Hogwarts due ore prima di loro. 
Aveva già avuto occasione di salutare Hagrid ed era a conoscenza della nuova parola d'ordine.
 
"Avete passato un buon Natale?" disse la ragazza.
"Altroché" rispose subito Ron, "pieno di avvenimenti, Rufus Scrim...".
"Ho qualcosa per te, Harry" lo interruppe Hermione senza guardarlo né dare segno di averlo sentito. "Oh, un momento...la parola d'ordine. Astinenza". 
"Precisamente" pigolò la signora Grassa, che durante le feste aveva bevuto, con la sua amica Violet, un'intera tinozza di vino vecchio di cinquecento anni nel quadro dei monaci ubriachi in fondo al corridoio dell'Aula di Incantesimi.

                                      

Una volta entrata nella Sala Comune di Grifondoro, la Granger si frugò in tasca e prese un rotolo di pergamena scritto con la calligrafia di Silente, che annunciava che la 'lezione' successiva con Harry era fissata per la sera dopo.
"Ottimo" fece Harry all'amica leggendo il messaggio. "Ho un mucchio di cose da dirgli...e da dire a te. Sediamoci...".
All'improvviso, arrivò Lavanda Brown a far prigioniero Ron gettandosi nelle braccia di Ron, e parecchi studenti sogghignarono.
Hermione ridacchiò e disse: "C'è un tavolo laggiù...vieni con noi Ginny?".
"No, grazie, ho un appuntamento con Dean" rispose lei, e Harry non poté fare a meno di notare che non sembrava molto entusiasta. 

Appena raggiunto il tavolo, Harry cercò immediatamente di proporre una sorta tregua tra lei e Ron, tentando di riappacificargli, ma non ebbe successo.
Hermione sembrava troppo inviperita per discutere, così Harry lasciò cadere l'argomento Ron e riferì la conversazione tra Malfoy e Piton.
Quando ebbe finito, Hermione rimase immersa nei suoi pensieri per un momento e poi domandò: "Non credi...?".
"...Che stesse fingendo di aiutarlo in modo da convincere Malfoy a dirgli che cosa sta facendo?"
"Bè, si" rispose lei.
"Anche il padre di Ron e Lupin la pensano così" ammise Harry a malincuore. "Ma questo dimostra senza dubbio che Malfoy sta tramando qualcosa, non puoi negarlo".
"No, infatti" convenne l'amica.
"E agisce per ordine di Voldemort, come ho detto io!" 
"Mmm...uno dei due ha davvero fatto il nome di Voldemort?" 

Harry aggrottò la fronte cercando di ricordare.

"Non ne sono sicuro...Piton ha detto certamente 'il tuo Signore', e chi altri potrebbe essere?"
"Non so" rispose Hermione, mordendosi il labbro. "Forse suo padre?....Come sta Lupin?".
"Non benissimo" rispose Harry, e le raccontò della missione tra i Lupi Mannari e delle difficoltà che stava affrontando. "Hai mai sentito parlare di questo Fenrir Greyback?"
"Certo!" esclamò Hermione, trasalendo. " E anche tu, Harry!".
 
Hermione ricordò all'amico che Malfoy lo aveva nominato per minacciare Sinister a Nocturn Alley, prima dell'inizio dell'anno scolastico, e loro avevano assistito alla scena: Draco aveva impaurito il negoziante dicendogli che avrebbe fatto controllare il lavoro che avrebbe dovuto fare per lui dal più temibile dei Lupi Mannari.
Harry la guardò a bocca aperta.
 
"Me l'ero dimenticato! Ma questo prova che Malfoy è un Mangiamorte. Altrimenti come potrebbe essere in contatto con Greyback e dirgli cosa fare?".
"E' molto sospetto" sussurrò Hermione. "A meno che...".
"Oh, andiamo" sbottò Harry esasperato, "non puoi contestare anche questo!"
"Bè...c'è la possibilità che fosse un bluff!".
"Sei incredibile, sai?" Harry scosse la testa. "Vedremo chi ha ragione...Ti rimangerai le tue parole, Hermione, proprio come il Ministero. Oh, già, ho anche litigato con Rufus Scrimgeour...".

E trascorsero il resto della serata a parlare male del Ministero della Magia, perché Hermione, come Ron, era convinta che, dopo tutto quello che il Ministero aveva fatto passare a Harry l'anno prima, ci voleva un bel coraggio a chiedere il suo aiuto.

Il nuovo quadrimestre cominciò la mattina dopo, con una piacevole sorpresa per i ragazzi del sesto anno: durante la notte, nella bacheca della Sala Comune, era apparso un grosso cartello.

                                                     Lezioni di Materializzazione
Se hai diciassette anni, o li compirai entro il 31 agosto, sei idoneo per un corso di dodici settimane di lezione di Materializzazione tenuto da un Istruttore del Ministero della Magia.
Se desideri partecipare sei pregato di apporre qui sotto la tua firma.
Iscrizione: dodici galeoni.

                                      
 

Prima di andare a Incantesimi  con Hermione, Harry e Ron si unirono davanti alla folla di ragazzi che sgomitavano davanti al cartello e a turno scrivevano il proprio nome in fondo.
A onor del vero, Harry aveva già avuto un'esperienza di 'Materializzazione Congiunta con Silente', ma aveva avuto provato una sgradevole sensazione.
Quando Ron lo rivelò incautamente agli altri studenti, senza menzionare il nome del Preside, Harry fu tempestato per il resto della giornata dalle numerose domande dei suoi amici.
Tuttavia, alle otto meno dieci, sgattaiolò nell'Ufficio di Silente, dove lo attendeva la nuova 'lezione privata'.

"Ho saputo che hai conosciuto il Ministro della Magia a Natale" disse il Preside, la sua mano destra non era affatto guarita. 
"Si" confermò Harry "Non è molto contento di me".
"No" sospirò Silente. "Nemmeno di me. Dobbiamo cercare di non sprofondare nel dolore, Harry, ma continuare a combattere".
 
"Nemmeno di noi" mormorò Pietra invisibile e sbadigliante accanto al Cappello Parlante.
"Di certo non si può essere soddisfatti di quattro stregatti attaccati alle..." rispose Conan sibilando.
"...E' vietato pronunciare volgarità nell'Ufficio del Preside" lo interruppe il Cappello Parlante stizzito. 
"Voleva miagolare...'attaccati alla spalliera del letto' " precisò Eileen ridacchiando. "Noi siamo ghirlande leggere, ma Pietra e Conan sono addobbi pesanti, hihihi!".
"Ah, ecco" rispose il Cappello Parlante. "Pesanti in tutti i sensi, eh?".
"Sissi, eravamo tutti e quattro attaccati alla spalliera del letto del Ministro a Natale" puntualizzò Daisy. "E' un modo di dire o miagolare, lo sai".
"Ah, ecco" ripeté il Cappello Parlante meno convinto. "Come adesso lo siete più o meno con me".
"E poi c'erano le palle di Natale di Molly" miagolò Pietra sogghignando. "Ma quelle erano appese all'albero, miao".
"Ah ecco, ecco!" ribadì il Cappello Parlante. "Vi ringrazio per gli esaustivi chiarimenti, chiarissimi professori".
 
Intanto Harry rispose con un gran sorriso alla battuta del Preside, e riferì l'inutile tentativo di Scrimgeour di fare di lui una mascotte del Ministero della Magia: si trattava di un'idea che, secondo Silente, era stata ereditata dal precedente Ministro Cornelius Caramell.
 
"Mi ha accusato di essere 'l'uomo di Silente, sempre e comunque' "
"Molto maleducato da parte sua"
"Gli ho risposto che è vero"
 
Silente aprì la bocca per parlare e poi la richiuse; era molto commosso dalle parole del ragazzo.
D'altra parte, negli ultimi mesi Rufus Scrimgeour aveva fallito su più di un fronte: non era neanche riuscito a capire dove andava Albus Silente quando non era a Hogwarts.
Nemmeno Harry lo sapeva, ma era sicuro che avrebbe conosciuto tale informazione dallo stesso Silente al momento giusto. 
Tuttavia, il giovane mago non poté evitare di parlare al professore della sospetta conversazione tra Severus Piton e Draco Malfoy.
 
Silente ascoltò il racconto con volto impassibile, tacque per alcuni istanti, poi disse: "Grazie per avermelo riferito, Harry, ma ti suggerisco di non pensarci più. Non credo che sia di grande importanza".
"Non di grande importanza?" ripeté Harry incredulo. "Professore, ha capito...?".
"Si, Harry, dotato come sono di un cervello straordinario, ho capito tutto quello che mi hai raccontato" rispose Silente con una certa asprezza. "Credo che potresti perfino prendere in considerazione la possibilità che abbia capito più di te. Sono contento che ti sia confidato con me, ma permettimi di rassicurarti: non mi hai detto niente che mi provochi inquietudine".
 
"Non ti fidare mai di niente che pensi da solo, se non riesci a capire dove sta il cervello" miagolò Pietra osservando torvo il Cappello Parlante.
"Mi stai esaminando?" chiese l'oggetto magico. "Forse il tuo cervello ha capito qualcosa?".
"Si, miao, tu ce l'hai nella tesa" mormorò lo Stregatto. "Ecco perché è così piatto, ghghgh!".
"E tu ce l'hai nella coda, ecco perché è affusolato" rispose il Cappello Parlante. "Attento che non te lo pestino!". 

                                    
 
Dopo aver rassicurato l'astioso e riluttante grifondoro riguardo la sua immutata fiducia nel professor Piton, Silente lo convinse che avevano cose più importanti di cui occuparsi.
In effetti, c'erano due ricordi da mostrare a Harry, entrambi ottenuti con enorme difficoltà, e il secondo era il più vitale che il Preside avesse mai raccolto. 
 
"Quindi" proseguì Silente con voce sonora, "ci incontriamo questa sera per continuare la storia di Tom Riddle, che all'ultima lezione abbiamo lasciato sospeso sulla soglia dei suoi anni a Hogwarts".
 
Riddle era stato smistato nella Casa di Serpeverde nello stesso istante in cui il Cappello Parlante aveva sfiorato la sua testa, e considerato dagli insegnanti come uno studente modello. In seguito, aveva appreso che il Fondatore della sua Casa Salazar Serpeverde era un Rettilofono come lui.  

"Ma lei non si fidava veramente di lui, giusto? Lui mi ha detto...il Riddle che è uscito da quel diario mi ha detto: "Silente non mi ha mai apprezzato quanto gli altri insegnanti".

A questa obiezione, Silente confermò a Harry che non aveva mai dato per scontato che Tom Riddle fosse degno di fiducia. 
Gli spiegò, inoltre, come l'erede di Serpeverde iniziò ad attirare intorno a sé studenti crudeli, ambiziosi o bisognosi di protezione, e che alcuni di loro divennero i primi Mangiamorte, dopo aver lasciato Hogwarts. 
Purtroppo, il Preside fu anche costretto ad ammettere che, durante gli anni scolastici, nessuno di loro fu mai sorpreso a commettere atti malvagi, sebbene l'apertura della Camera dei Segreti aveva condotto alla morte Mirtilla Malcontenta.  

"...Come sai, Hagrid fu accusato a torto di quel crimine" concluse Silente.
 
Poi l'anziano mago parlò delle ricerche compiute da Riddle sulla sua stirpe magica e delle sue scoperte. 
I documenti rinvenuti nell'Orfanotrofio indirizzarono subito lo studente sul nome 'Orvoloson', il nome del padre della madre. 
In seguito, dopo aver consultato vecchi libri sulle famiglie magiche, venne a conoscenza dell'esistenza dei parenti 'Gaunt'. 
Una volta scoperta l'esistenza del ramo sopravvissuto dei Serpeverde, nell'estate del suo sedicesimo anno Tom Riddle lasciò l'orfanotrofio per andare a fare visita ai Gaunt sopravvissuti. 
 
"...E ora Harry, se sei pronto..." disse Silente alla fine del suo racconto.
 
Il Preside si alzò, e Harry vide che reggeva ancora una bottiglietta di cristallo, colma di vorticante, perlacea memoria.
 
"Ho avuto molta fortuna a trovare questo" disse versando la massa lucente nel pensatoio, "come capirai presto, andiamo?"
 
Harry si avvicinò al bacile di pietra e si chinò obbediente finché il suo viso sprofondò nella superficie del ricordo; provò la familiare sensazione di cadere nel nulla e poi atterrò su un sudicio pavimento di pietra, nel buio quasi totale. 
Lui e Silente si trovavano nella Casa dei Gaunt, dove un uomo trasandato, con barba e capelli lunghi, sedeva in mezzo a bottiglie vuote, in compagnia della luce tremolante di una candela.

Si trattava del ricordo del breve incontro con Tom Riddle, ottenuto da Orfin figlio di Orvoloson deceduto. 
Quel giorno il giovane Voldemort gettò un Incantesimo Stupeficium sullo zio, gli prese la bacchetta e andò alla vicina casa dei Riddle, dove si vendicò di suo padre, che non lo aveva voluto e aveva abbandonato sua madre strega, poi si occupò dei nonni. 
Dopo essersi lasciato alle spalle tre cadaveri, tornò alla catapecchia dei Gaunt, eseguì la complicata magia per innestare un falso ricordo nella mente dello zio, posò la bacchetta di Orfin accanto al proprietario privo di sensi, intascò l'Anello di Orvoloson e se ne andò.
Naturalmente, a causa dei falsi ricordi, Orfin confessò gli omicidi che non aveva commesso, terminando la sua vita nella prigione di Azkaban. 
Inutili e tardivi furono i tentativi di Silente per riabilitarlo.
 
"Ma perché il Ministero non capì che Voldemort aveva fatto tutto questo a Orfin?" chiese Harry con rabbia. "Era minorenne, no? Pensavo si potesse intercettare la magia eseguita da minori!".
"Hai ragione..." rispose Silente, "si può intercettare la magia, ma non chi la compie: ricorderai di essere stato accusato dal Ministero dell'Incantesimo di Librazione che in effetti fu compiuto da..."
"Dobby" ringhiò Harry; quell'ingiustizia della torta fatta cadere addosso agli ospiti dei suoi zii gli bruciava ancora. "Allora, se un minorenne pratica la magia nella casa di un mago o di una strega adulti, il Ministero non lo può scoprire?"
"Certo non riuscirà a identificare chi ha messo in atto la magia". Silente sorrise appena all'espressione indignata di Harry. "Contano sul fatto che i genitori maghi impongano l'obbedienza ai loro rampolli all'interno delle mura domestiche".

Dopo alcuni commenti sul povero Orfin, Silente estrasse da una tasca interna un'altra fiala di cristallo e Harry tacque: il Preside aveva detto che era la memoria più importante che avesse raccolto.
Era un ricordo del Professor Horace Lumacorno, e riguardava un colloquio avuto con lo studente Tom Riddle a Hogwarts. 
Ovviamente il Maestro di Pozioni era molto più giovane; si trovava nel suo ufficio sprofondato nella sua poltrona; con una mano stringeva un bicchiere di vino, con l'altra frugava in una scatola di ananas canditi.
Forse era una riunione del 'Lumaclub', perché c'erano sei o sette ragazzi, tra cui riddle, che aveva al dito l'anello nero e oro di Orvoloson; aveva già ucciso suo padre. 

"Signore, è vero che la professoressa Gaiamens va in pensione?" chiese Riddle.
"Tom, Tom, anche se lo sapessi non potrei dirtelo" rispose Lumacorno divertito. "Ammetto che mi piacerebbe sapere da dove prendi le tue informazioni, ragazzo; ne sai di più della metà del corpo insegnanti, davvero".

Riddle sorrise, gli altri ragazzi risero e lo guardarono ammirati.

"Con la tua inquietante capacità di scoprire le cose che non dovresti sapere, e la tua abile adulazione verso coloro che contano...grazie per l'ananas, fra parentesi, hai ragione, è il mio preferito..."

Mentre parecchi ragazzi ridacchiavano, successe una cosa molto strana. Tutta la stanza all'improvviso si riempì di una densa nebbia bianca, e Harry non riuscì a vedere altro che il volto di Silente, in piedi accanto a lui. Poi la voce di Lumacorno risuonò nella nebbia innaturalmente forte: "...finirai male, ragazzo mio, dai retta a me".

La nebbia si dissolse all'improvviso com'era apparsa, eppure nessuno ne parlò; né parve aver assistito a qualcosa di insolito. Esterrefatto, Harry vide un orologino d'oro sulla scrivania di Lumacorno battere le undici. 
 
"Cielo, è già così tardi?" esclamò il professore. "E' meglio che cominciate ad andare, ragazzi, o ci metteremo tutti nei guai. Lestrange, voglio la tua relazione per domani o finirai in punizione. Lo stesso vale per te, Avery. Attento, Tom, non vorrai farti sorprendere fuori dal letto nelle ore proibite, sei anche un prefetto".
"Signore, volevo chiederle una cosa" disse Riddle una volta rimasto da solo con l'insegnante.
"Chiedi, ragazzo mio, chiedi..."
"Signore, mi domandavo che cosa sa degli...degli Horcrux".
 
E successe ancora: la densa nebbia riempi la stanza e Harry non riuscì più a vedere Lumacorno né Riddle ma solo Silente che sorrideva sereno accanto a lui. Poi la voce di Lumacorno rimbombò di nuovo come prima. 
 
"Non so niente degli Horcrux e se lo sapessi non te lo direi! Adesso esci subito di qui e non farti sorprendere a nominarli un'altra volta!"

                                        
 
"Bè, ecco tutto" commentò Silente tranquillo. " E' ora di andare".
"E' tutto qui?" chiese Harry stupito dopo che i suoi piedi si erano posati di nuovo sul tappeto davanti la scrivania del Preside.
"Come avrai forse notato" osservò Silente, sedendosi di nuovo dietro la scrivania, "quel ricordo è stato manomesso".
"Manomesso?" ripeté Harry, riprendendo posto a sua volta.
"Infatti. Il professor Lumacorno ha modificato la propria memoria"
"Ma perché?"
"Perché si vergogna, suppongo. Ha cercato di rielaborare il ricordo per mettersi in una luce migliore, cancellando quelle parti che non vuole far vedere. Il lavoro è stato fatto con una certa approssimazione, ed è meglio così, perché ci mostra che il vero ricordo è ancora lì, sotto le alterazioni. E dunque, per la prima volta, ti assegno un compito, Harry. Dovrai convincere il professor Lumacorno a raccontare cosa è accaduto davvero, e questa sarà senza dubbio l'informazione più preziosa di tutte".
 
Harry lo fissò. Gli Stregatti lo fissarono.
 
"Ma, signore" obiettò, mantenendo il tono più rispettoso possibile, "lei non ha bisogno di me...potrebbe ricorrere alla Legilimanzia...o al Veritaserum...".
"Il professor Lumacorno è un mago estremamente capace, e si aspetta entrambe le cose" rispose Silente. "E' molto più abile in Occlumanzia del povero Orfin, e mi stupirei se non avesse portato con sé un antidoto al Veritaserum fin da quando l'ho costretto a consegnarmi questa parodia di un ricordo. No, credo che sarebbe sciocco cercare di estrarre con la forza la verità al professor Lumacorno, e potrebbe rivelarsi più dannoso che utile; io non desidero che se ne vada da Hogwarts. Tuttavia ha le sue debolezze come tutti noi e credo che tu sia la sola persona in grado di penetrare le sue difese. E' importantissimo che ci impossessiamo del vero ricordo, Harry...Quanto è importante, lo sapremo solo quando lo avremo visto. Quindi buona fortuna...e buonanotte".
 
Un po' sconcertato dal brusco congedo, Harry si alzò in fretta.
 
"Buonanotte, signore"
 
Chiudendo la porta dello studio, udì chiaramente la voce di Phinneas Nigellus.
 
"Non capisco perché il ragazzo dovrebbe riuscire a far meglio di te, Silente"
"Non mi aspetto che tu lo capisca, Phinneas" replicò Silente, e Fanny diede un altro basso grido musicale.

"Tu non capisci neanche perché io sono ancora vivo dopo aver duellato con il Signore Oscuro a Little Hangleton, mio caro Phinneas" miagolò Pietra tornando visibile insieme agli altri felini e facendo un inchino a Silente.
"In questo secondo caso, Pietra, Phinneas è in buona compagnia" sorrise Albus Silente prima di congedare gli Stregatti.
"Ah, ecco!!!" borbottarono in coro l'Ex Preside di Serpeverde nel suo ritratto e il Cappello Parlante sul suo scaffale.


 
 

 
 
 
 
 




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