Libro 5, capitoli 27, 28: Ricordi miagolanti d'infanzia (post suscettibile di revisione grafica da parte di Eileen)

                                                                                                   

 

Liberamente ispirata a Harry Potter e L'Ordine della Fenice, capitolo 27, 28: Il Centauro e la spia, Il peggior ricordo di Piton.   

 

 

 

 

La gioia provata da Harry dopo l'intervista comparsa sul Cavillo era svanita da un pezzo. 

 

Mentre un cupo marzo sfumava in un aprile burrascoso, la sua vita gli pareva essere ridiventata un'interminabile serie di preoccupazioni e di problemi.
Anche L'Ordine di Gattaca era più in apprensione del solito: il timore che la Umbridge scoprisse, prima o poi, le attività dell'Esercito di Silente non era certo infondato.
Inoltre, Pietra lamentava di aver sognato ripetutamente che Dolores era diventata Preside e che Minerva incolpava lui di tutte le disgrazie di Hogwarts.

In quei giorni l'Aula Professori della Casa di Violafucsia era costellata di sdraie e lettini da mare, materassi e canotti, cucce gonfiabili, cuscini, ombrelloni, e frigobar presi come 'gadgets-ricordo' negli hotel più lussuosi del mondo Babbano.
In difesa contro le aspre critiche della Professoressa McGranitt, lo Stregatto, che si vantava di farne collezione, ripeteva miagolamente di tanto in tanto: "E' una consuetudine Babbana....più una tradizione! C'è chi prende i portaceneri, chi gli asciugamani, e chi si accontenta delle saponette. Ma io preferisco selezionare oggetti più adeguati alla mia personalità magica".
A nulla valsero le argomentazioni della direttrice di Grifondoro in merito al fatto che la discutibile tradizione riguardava la clientela che, perlomeno, aveva l'accortezza di pagare il conto e lasciare una mancia, non i ladri.

Proprio in quell'aula, a fine marzo, Pietra, Conan, Eileen e Daisy si riunirono per fare il punto miagolante della situazione.

"Che ne pensate delle lezioni di Divinazione di Fiorenzo?" domandò Pietra appollaiato sopra un lettino, con indosso stravaganti occhiali a lenti scure che ricordavano Luna Lovegood. "Sono ottime per pigrare sdraiati sotto un cielo stellato; mi fanno venire nostalgia della stagione estiva, miao!".
"E' vero, ma l'idillio va in frantumi quando Fiorenzo comincia a ripetere agli studenti il solito avvertimento che...'la specie dei maghi sta vivendo solo una breve parentesi di quiete tra due guerre' " miagolò Conan sdraiato accanto a lui, " e che 'Marte arde luminoso sopra di noi e suggerisce l'imminente scoppio di un nuovo conflitto'. Bé, sarà meglio procurarsi degli ottimi occhiali da sole antiriflesso nucleare, eh, eh, eh!".
"Ha detto quando comincia la seconda guerra?" chiese lo Stregatto sbadigliando.
"Non ha ancora una data precisa" rispose Scintillo stiracchiandosi. "Perché?".
"Bé, vorrei farmi trovare pronto" replicò Pietra pettinandosi il ciuffetto. "Non possiamo combattere senza un'abbronzatura lunare integrale! Se dovessero scattarci delle foto da prima pagina per la Gazzetta del Miagolio Profetico...".
"Giusto!" esclamò Conan battendo un pugno nel palmo dell'altra zampetta. "Se Marte, latore di guerre, ha deciso che dobbiamo parteciparvi, chiederemo a Sev di procurarci una crema magica con un fattore di protezione pari a cento".
"A dispetto di Marte e delle vostre abbronzature da copertina, io sono molto più preoccupata per Hagrid: alla fine della prima lezione, il Centauro aveva affidato a Harry un messaggio per il nostro amico barbuto, allo scopo di dissuaderlo dal proseguire la sua attività di 'cura dei familiari troppo impegnativi' " miagolò Daisy sistemandosi sopra una sdraia. "In breve Fiorenzo aveva chiesto di riferire a Hagrid che il suo tentativo non avrebbe portato a nulla, e che avrebbe fatto meglio a lasciar perdere".
"E infatti, non sta portando a nulla...Grop è Grop!" concordò Eileen risoluta godendosi una burrobirra a zero calorie. "Come il comportamento educato che Minerva ha sempre riservato a Pietra in tutti questi anni. Ma lei persevera come Hagrid".

All'improvviso lo Stregatto cadde giù dal lettino. Ma si rialzò immediatamente imbarazzato, borbottando qualcosa di irripetibile sulla direttrice di Grifondoro e la sua artefatta gentilezza.

"Purtroppo Rubeus continua la sua 'attività di badante di cucciolo di gigante' " continuò Daisy ignorando il commento del suo fidanzato pigrone. "Oltretutto, dinanzi alla prospettiva dell'esito negativo delle verifiche della Umbridge, ha risposto che 'ci sono cose più importanti che tenersi il lavoro' ".
"Oh, non ha tutti i torti" aggiunse Eileen accucciandosi su una pila di cuscini. "Però, se continua a prendersi cura del suo fratellastro senza pensare alla sua incolumità, ce lo giochiamo prima che la seconda guerra abbia inizio!...L'ultima volta che è andato a trovare Grop nella foresta, se non era per Conan...".
"Lo so, lo so! Hagrid ha rischiato di fare una brutta fine" concluse Daisy senza indugio. "E' fatto così, lo giustifica. Ritiene che 'Groppino' sia solo un cucciolo un po' vivace".

Seguì un momento di pausa-relax, in cui Pietra ne approfittò per gonfiare un materassino con una fantasia di gattini britannici e una piccola piscina di gomma magica antigraffio.

"Quali sono le ultime notizie su Harry Potter?" domandò Eileen mentre finiva di leggere una rivista sulla moda felina primavera-estate. "Ultimamente le sue cene sono così frettolose...".
"Sta insegnando ai membri dell'Esercito di Silente a evocare i Patronus, ma si lamenta di non avere un molliccio a disposizione" miagolò Conan sommessamente. "In ogni caso, questa di stasera è l'ultima lezione prima di Pasqua".
"Evidentemente la Stanza delle Necessità ha suoi limiti magici" osservò Pietra allargando le zampette. "Non può creare 'creature  viventi' ".
"Nonostante tutto, il recentissimo rapporto di Mrs Purr ci miagola che la Stanza è piena di animali argentei, bellissimi Patronus corporei!" esclamò Daisy con aria soddisfatta. "Prenderanno 'Eccezionale' in Difesa contro le Arti Oscure".
"A meno che non vengano espulsi dalla scuola prima dei G.U.F.O." brontolò lo Stregatto lottando con un marshmallow troppo appiccicoso. "Le spie sono sempre dietro l'angolo, e quelle più maldestre agiscono dopo i pasti!".
"Per quale motivo le spie sarebbero maldestre, una volta che si sono nutrite?" chiese Eileen incuriosita.
"Perché la digestione non favorisce i ripensamenti, ma la pigrata" mormorò Pietra accusando i primi brontolii del suo stomaco. "A proposito, a differenza di Potter, dobbiamo ancora cenare!".
"E prima di digerire il tuo cibo frugale, nessun ripensamento?" miagolò Daisy ironicamente.
"Moltissimi!...Soprattutto sulle portate del menù del castello, ovviamente" sibilò lo Stregatto soave. "C'è una scelta così vasta da avere ripensamenti per nove vite, ghghgh!".
"Ma non fate la spia alla McGranitt" mormorò Conan sottovoce. "La vegliarda potrebbe 'ripensare' il nostro menù per motivi di bilancio, eh, eh, eh!".

Contemporaneamente alla riunione dell'Ordine di Gattaca, nella Sala dei Ritratti, si stava svolgendo un incontro tra il  Fondatore della quinta Casa segreta e i quattro Fondatori delle Case ordinarie, per il consueto aggiornamento settimanale sugli affari di Hogwarts.

"Le ricerche di Kitty e Bia hanno dato frutti meravigliosi, ben oltre le miagolose previsioni" miagolò lo Stregatto Violafucsia eccitato aprendo e richiudendo la sua copertina. "E' perfino troppo bello per essere vero!".
"E allora, cosa ti turba?" chiese Priscilla Corvonero mentre lucidava il suo Diadema".
 "L'avventatezza...la mancanza di prudenza con cui si stanno avvicinando alla verità, miao!" rispose il Libro Stregatto degli Stregatti senza indugio.
"Io le chiamo audacia e coraggio!" osservò Godric Grifondoro.
"Io intravedo impulsività e stupidità" sibilò Salazar Serpeverde.
"Ma sono solo delle studentesse!" esclamò Tosca Tassorosso alzandosi dalla sua poltrona. "Che cosa pretendete, la navigata saggezza di Albus Silente?".
"La Spada Vivente è consapevole dei suoi poteri, ma non dei suoi limiti" miagolò Il Fondatore felino. "Kitty pensa di poter...'spaccare il mondo' ".
"Ah, siamo alle porte dell'adolescenza felina!" borbottò Salazar sogghignando.
"Bé, a questo problema puoi porre rimedio solo tu" rispose Priscilla puntando un dito indice su Violafucsia. "Ove si rendesse necessario...".
"Ho ritenuto sufficiente indurre Kitty Tiffany a sognare l'esito di un duello con qualcuno che ha quasi gli stessi poteri del Guardiano dell'Oltre" la interruppe il Libro Stregatto degli Stregatti indicando se stesso con una zampetta.
"Ah, che umiltà!...Se avessi perso un duello in sogno, avrei voluto subito la rivincita al mio risveglio!" sbottò Godric alzando in aria la sua spada.
"Se fossi stato sconfitto in duello dal Guardiano dell'Oltre, mi sarei chiesto prima di tutto perché sono ancora vivo, e poi, perché sono stato così scioco da affrontarlo!" sibilò Salazar Serpeverde accarezzando il suo medaglione.
"Se mi fossi confrontata con qualcuno che rispetto, seppur in sogno, avrei desiderato parlarci al mio risveglio" mormorò Tosca coccolandosi la sua Coppa.
"E se fosse accaduto a me, avrei già compreso il significato del sogno, e quindi, i miei limiti" disse Priscilla risoluta.
"Uff-miao...io, invece, avrei voluto continuare la pigrata" miagolò Lo Stregatto Violafucsia affamato. "Magari, la seconda volta, avrei potuto sognare una ciotola fumante di trippa al ragù di ratto che volava fuori dall'Arco di Pietra dal velo nero".
"Hai scambiato quel portale per l'ingresso di una taverna, amico mio?" domandò Godric rinfoderando la spada.
"In tal caso, presta attenzione ai camerieri Dissennatori: ti tolgono l'acquolina che hai in bocca, e qualcos'altro" sibilò Salazar arricciando le labbra.
"Il Lupo Mannaro sogna le pecore" aggiunse Tosca scuotendo la testa.
"Credo che sia giunta l'ora del pasto. Buon appetito, Violafucsia!" disse Priscilla congedando con un inchino il Libro Stregatto degli Stregatti.

                                     

Quella sera, quando gli ultimi studenti e gli stregatti ebbero finito di cenare, Dobby sparecchiò i tavoli della Sala Grande in un lampo, e spelò il tappetto sotto il tavolo degli insegnanti.
Successivamente, si diresse a togliere la polvere dalle cornici dei quadri al primo e al secondo piano: era un lavoro che avrebbe dovuto svolgere la sua amica Winky, ma in quel momento non era troppo sobria per farlo.
Giunto vicino all'Ufficio di Difesa contro le Arti Oscure, l'Elfo Domestico vide Marietta Edgcombe, l'amica di Cho Chang, bussare alla porta della professoressa Umbridge ed entrare nella sua stanza con estrema circospezione.
Dal momento che Marietta avrebbe dovuto trovarsi a lezione con Harry, nella Stanza delle Necessità, Dobby si insospettì e si avvicinò cautamente alla porta per carpire informazioni.
Con suo grande stupore Dobby venne al corrente che, per il timore di ritorsioni contro la madre, impiegata del Ministero, Marietta aveva deciso di avvisare l'Inquisitore Supremo della riunione dell'ES in corso.
Travolto dalle 'difficoltà' che il dovere di fedeltà e segretezza verso un insegnante di Hogwarts gli procurava nel rivelare informazioni riservate, Dobby si recò da Harry riuscendo ad avvisarlo del pericolo in agguato.
Infine, su ordine del giovne mago, l'Elfo si rifugiò nelle cucine del castello, dove Mrs Purr e Grattastinchi, resi edotti dell'allarmante situazione, fecero immediato rapporto all'Ordine di Gattaca.

"Per tutti i criceti di Merlino! Il Ministro è appena arrivato, con al seguito di una scorta di Auror!" esclamò Eileen preoccupata. "Ma c'è anche Kingsley Schacklebolt, per fortuna".
"E Harry Potter è stato catturato, miao!" aggiunse Daisy respirando affannosamente. "Hanno una testimone e altre prove schiaccianti contro di lui!".
"Lo stanno portando adesso nell'Ufficio del Preside" fece notare Conan.
"Dobbiamo aver fiducia in Silente" miagolò Pietra grattandosi un orecchio. "Nel frattempo...prepariamo un piano di riserva per far evadere Potter da Azkaban, ghghgh!".
"Mettiamo in preallarme il sottomarino Gnautilus?" chiese Conan strabuzzando gli occhi.
"Non miagoliamo sciocchezze, per favore!" sbottò Daisy mentre zampettava intorno alla scrivania dell'Ufficio del direttore. "Attenderei l'evolversi degli eventi: non saranno certo pochi Auror a mettere in difficoltà il vecchio Albus!".
"E alla signorina Kitty Tiffany chi ci pensa?" domandò Conan Scintillo. "Ha l'ordine di proteggere Harry; lo fa per incontrarsi con Dennis: non permetterà mai che la Umbridge lo interroghi".
"Conoscendo la sua testardaggine, lei dichiarerà guerra al Ministero della Magia per portare a compimento la missione" sogghignò Pietra, mentre il Libro Stregatto degli Stregatti stava scomparendo dalla libreria. "Tuttavia...credo che qualcuno di nostra conoscenza sia andato a dissuadere la nostra 'Hope' dai suoi propositi, per riportarla sulla retta e miagolante via, ghghgh!".

In effetti, in quell'istante, nel tratto di corridoio che univa la Stanza delle Necessità all'Ufficio del Preside, Kitty e Bia stavano zampettando in direzione della statua del Gargoyle con le loro cappottine invisibili.
Dopo l'allarme lanciato dall'Agente Grattastinchi, le studentesse si erano miagolosamente attivate per salvare Potter dalle grinfie della Umbridge e condurlo in un luogo sicuro.
Ma una volta giunte di fronte alla millenaria guardia della scala a chiocciola, trovarono il Fondatore felino appollaiato sulla sua testa mostruosa.

"Ci pensi tu a queste due?" mormorò il Gargoyle. "Io sono sfinito".
Violafucsia annuì piegandosi leggermente in avanti.
"Meno male che ci sei tu a darmi una zampa" replicò il Gargoyle esausto. "Stasera sono entrati anche in troppi lassù, per i miei gusti".

"Sorbetto al limone...bigné al caramello...pallini acidi...scarafaggi a grappolo!" miagolò Kitty infuriata. "Insomma, miao, o ci fai passare oppure..."
"Oppure cosa?" rispose la statua indignata.
"Se provassimo a chiedere...'per favore'?" mormorò Bia sfoderando un sorriso affabile. "Gentilissimo Gargoyle, sarebbe possibile...per favore...in nome del miagoloso bene inferiore!".
"Superiore!" preciso Kitty con un tick nervoso a un occhio.
"No!" rispose la statua seccamente. "Neanche se foste voi le Prescelte!!!".

D'un tratto, il Libro Stregatto degli Stregatti scese giù dalla testa del Gargoyle, avvolto da uno strano anello di nebbia nera vorticosa.
Prontamente Bia prese per la coda Kitty, cercando di trascinarla qualche metro più indietro.
Colta alla sprovvista Kitty non oppose resistenza, limitandosi a osservare la metamorfosi del libro magico. Gli ricordava qualcosa, o qualcuno, oppure...

"Non sai mai quando fermarti" sibilò lo Stregatto Violafucsia zampettando verso di lei.
"Miagolami che devo fare" miagolò Kitty.
"Torna nel tuo dormitorio e...lascialo al suo destino".
"Nel mio dormitorio..." replicò la piccola Hope incerta. "Chi dovrei lasciare al suo destino?".
"Harry Potter...lascialo al suo destino di Prescelto!".

Improvvisamente, Kitty si ricordò del suo precedente incubo: il Fondatore della Casa di Violafucsia gli stava parlando con parole non troppo diverse da quelle pronunciate dalla terrificante creatura nera che l'aveva sconfitta in duello nel sogno.

"...Soglie che non puoi varcare...limiti che non devi superare...poteri indomabili...".
"Chi sei tu?" gridò la studentessa felina. "Di che poteri stai parlando?".
"Torna nel tuo dormitorio e lascia il ragazzo al suo destino, almeno per stasera".

La nebbia si trasformò in sabbia, e continuò a vorticare minacciosa intorno al Libro magico.

"Devi finire la tua ricerca" miagolò Violafucsia. "Dovete terminarla!".
"Sei forse tu il Guardiano dell'Oltre?" chiese Hope tremante. "Io ho sognato che...".
"Non più"
"allora...lo sei stato, miao!"
"Non per molto"
"Ho visto i Collari dell'Apocalisse...e una pietra...e...".
"E non lo sono stato nel modo giusto".
"Ma quella nebbia nera, i tuoi poteri...".
"Benché alberghino in me ancora in minima parte, quasi fossi portatore sano di un virus magico, la Spada Vivente che è in te non potrà assorbirli se non nel modo giusto".

Le due studentesse feline incrociarono i loro sguardi smarriti iniziando a zampettare lentamente all'indietro, verso la rampa di scale che conduceva al sesto piano.

"Avranno capito che è meglio per loro andare a dormire?" chiese il Gargoyle sbuffando. "Non voglio più sentire 'ape frizzola' fino a domani mattina!".
"Oh, miao, sono studentesse molto intelligenti" miagolò Violafucsia risalendo sulla testa della statua. "Hanno capito che è più importante tradurre il quarto capitolo del loro libro, piuttosto che avventurarsi in duelli persi in partenza".

Senza più indugiare, Bia prese Kitty per una zampetta e la condusse via, al dormitorio felino al terzo piano. Sul musetto di Kitty, Bia stava 'leggendo' una sensazione di 'impotenza' mai vista prima. Forse, era il primo passo per conoscere i suoi limiti, e un'occasione per crescere.

"Ehm...e come procede la trama di quel libro?" chiese il Gargoyle incuriosito. "Si sposeranno felici e contenti, come nel romanzo 'Ragione e Miagolamento' di Jane Austen, oppure faranno la fine di Minerva?".
"E' meglio che non te lo miagoli per adesso" rispose Violafucsia mentre la nebbia intorno a lui si stava diradando. "Ti rovinerei il finale!".

                                           

Intanto, nell'Ufficio del Preside la resa dei conti tra Cornelius Caramell e Albus Silente stava per avere una svolta assolutamente imprevista.

"Dolores" disse Caramell, con l'aria di chi vuole chiarire la faccenda una volta per tutte, "la riunione di stasera...quella che sappiamo per certo esserci stata...".
"Si...si...non appena la signorina Edgecombe mi ha avvertito, sono salita subito al settimo piano insieme ad alcuni studenti fidati, in modo da sorprendere i partecipanti in flagrante" disse la Umbridge, gli occhi fissi su una pergamena. "Però qualcuno deve averli avvertiti, perché al nostro arrivo stavano fuggendo da tutte le parti. Comunque non importa. Ho i loro nomi. La signorina Parkinson è andata nella Stanza delle Necessità per vedere se vi avessero lasciato qualcosa: ci servivano prove, e le abbiamo trovate".

Inorridito, Harry la vide estrarre dalla tasca la lista dei nomi che avevano affisso alla parete della Stanza delle Necessità e consegnarla a Caramell, commentando la circostanza della presenza del suo nome.

"Eccellente" il Ministro sorrise. "Davvero eccellente, Dolores. E...per tutti i tuoni...".
Lanciò un'occhiata a Silente, fermo accanto a Marietta, la bacchetta in mano.
"Visto che nome hanno scelto?" sussurrò Caramell. "Esercito di Silente".

Silente tese una mano e prese a sua volta la pergamena.

"E così il gioco è finito" disse il Preside sorridente. "Gradisci una confessione scritta, Caramell, o ti basta una dichiarazione di fronte a questi testimoni?".

Harry vide la McGranitt e Kingsley scambiarsi un'occhiata ansiosa, impaurita. Non capiva che cosa stava succedendo e a quel che pareva non lo capiva neanche Caramell.

"Confessione?" ripeté lentamente il Ministro. "Ma cosa...non capisco...".
"Esercito di Silente, Caramell" ripeté Silente senza smettere di sorridere, sventolandogli la lista sotto il naso. "Non esercito di Potter. Esercito di Silente".
"Ma...ma..." balbettò Caramell. "Tu?".
"Proprio così" annuì amabilmente Silente.
"L'hai organizzata tu?"
"Proprio così" ripeté Silente.
"Hai reclutato questi studenti per il tuo...esercito?".
"Quella di stasera era la prima riunione" mentì Silente. "Per scoprire fino a che punto erano interessati a unirsi a me. Ma a quanto sembra, ho commesso un errore invitando la signorina Edgecombe".

Marietta annuì come ipnotizzata.

"Sei sicuro che non sia venuto il momento di una coloritissima metafora, Phineas?" borbottò Fortebraccio battendo un pugno sul piccolo tavolo ritratto nel suo dipinto.
"Mai perdere lo charme e la propria classe, Dexter" replicò Nigellus Black apparentemente imperturbabile. "A mio avviso, Albus sarebbe stato molto bene, da studente, nella Casa di Serpeverde".

Caramell fissò la studentessa. Tornò a fissare Silente. E poi gonfiò il petto.

"Tu hai complottato contro di me!" esclamò il Ministro.
"Proprio!" ripeté ancora una volta Silente.
"No!" urlò Harry.

Kingsley gli lanciò uno sguardo di avvertimento e la McGranitt lo fulminò con gli occhi, ma Harry aveva capito che cosa aveva intenzione di fare Silente e non poteva permetterglielo.

"Ve lo dicevo che il ragazzo è un po' tardo" continuò Phineas Nigellus. "Anche i suoi progressi in Occlumanzia sono da ritenersi assai lenti. I professori Severus Piton e Pietra Stregatto sono sempre stati d'accordo nell'affermare che...".
"Oh, stai zitto, per favore!...Quei due sono come il gatto e la volpe!" lo interruppe Dilys Derwent.
"Uno stregatto e una volpe, mia cara Dilys" la corresse Armando Dippet, che non conosceva la favola babbana di Pinocchio.
"E' solo troppo scosso emotivamente per ammettere che la strategia del Preside ha una sua logica" proseguì Derwent ignorando il commento di Dippet. "E' comprensibile!".
"Appunto" replicò l'ex Preside di Serpeverde applaudendo pacatamente. "Perché è un tipico grifondoro".
"Hai detto qualcosa, Phinnes" disse Fortebraccio con uno sguardo torvo.
"Niente che tu non sappia già sugli studenti appartenenti alla tua Casa, Dexter" replicò Nigellus accomodandosi sulla sua poltrona. "Come tutti i tuoi pupilli, Potter è audace e coraggioso...e tardo".

Dopo aver messo a tacere Harry, Caramell fece il punto della situazione, e concluse: "Bene, bene, bene...ero venuto qui per espellere Potter, e invece...".
"Invece arresti me" concluse Silente sorridendo. "E' come perdere uno zellino e trovare un galeone, vero?".

Udite quelle ultime parole gli ex Presidi di Hogwarts si scambiarono degli sguardi incrociati, ed entrarono nel quadro di Nigellus.

"Mi dispiace, ma non ho niente da offrirvi" sibilò Phineas infastidito. "A cosa debbo l'onore?".
"Silente non si lascerà catturare così facilmente" mormorò Fortebraccio scuotendo la testa. "Fanny sa già cosa deve fare".
"D'accordo, ma qualcuno deve avvisare l'Ordine di Gattaca" rispose Derwent sottovoce, leggermente agitata.
"Se non sbaglio uno dei tuoi ritratti è nell'Ufficio del direttore di Violafucsia, Phineas" osservò Dippet. "Dunque, puoi riferire la situazione all'Ordine di Gattaca".
"Ovviamente...sono uno degli ex Presidi più famosi di Hogwarts" sibilò Nigellus Black impettito. "I miei quadri sono dappertutto nel castello, e dovunque in Inghilterra: uno di essi è appeso a Buckingham Palace. Credono che sia un lontano parente dell'Ammiraglio Horatio Nelson".
"Dio salvi la regina" disse fra sé e sé Fortebraccio facendo ritorno nel suo quadro.

Come previsto, la fuga di Silente non fu troppo complicata: l'anziano mago non si sarebbe mai lasciato condurre ad Azkaban a perdere tempo prezioso.
Dopo aver stordito con dei lampi argentei Caramell, la Umbridge, Dawlish e anche Shacklebolt, Albus salutò Harry e la professoressa McGranitt dopo averli rassicurati.

"Purtroppo ho dovuto colpire anche Kingsley, o sarebbe parso troppo sospetto" sussurrò Silente. "Ha agito con grande prontezza, modificando la memoria della Signorina Edgecombe mentre gli altri erano distratti...lo ringrazi da parte mia Minerva. Allora...si sveglieranno prestissimo, e sarà meglio che non sappiano che abbiamo avuto il tempo di comunicare...dovrete comportarvi come se fosse passato appena un istante, come se fossero semplicemente caduti, non ricorderanno...".
"Dove andrà, Silente?" bisbigliò la professoressa Mcgranitt. "In Grimmauld Place?".
"Oh, no" rispose Silente con un sorriso cupo, "non ho intenzione di nascondermi. Vi prometto che presto Caramell si augurerà di non avermi mai allontanato da Hogwarts".
"Professore..." mormorò Harry.

Non sapeva da dove cominciare: da quanto gli dispiaceva aver organizzato l'Esercito di Silente e provocato tanti guai, o da come si sentiva in colpa perché lui era costretto ad andarsene?
Ma Silente lo interruppe, ribadendogli la necessità di studiare Occlumanzia con il massimo impegno.

"Allora...hai avvisato il Professor Pietra Stregatto, Phinneas?" chiese Dippet ansioso, mentre l'ex Preside di Serpeverde riappariva nel suo ritratto.
"Certamente" disse Phinneas sogghignando. "Il direttore della Casa di Violafucsia ha già tratto le dovute conclusioni: la nuova Preside di Hogwarts sarà probabilmente Dolores Umbridge, mentre l'Ordine di Gattaca prenderà ordini da Minerva McGranitt fino al ritorno di Silente".
"E l'ha presa bene?" chiese Derwent preoccupata.
"Non saprei, i suoi baffi si sono irrigiditi" mormorò il professor Black alzando gli occhi verso il soffitto. "Allo stato attuale, è possibile affermare che sia affetto da un lieve stato confusionale".
"Per la barba di Merlino!...Un brutto colpo, per Pietra" commentò Fortebraccio sconsolato. "Due vegliarde da sopportare in un colpo solo! Immagino che il professor Severus Piton sia già intervenuto".
"...Con i suoi più pregiati sali di salsiccia e qualche pacca sulle spalle, si" concluse Phinneas annuendo.

Mentre gli ex Presidi stavano meditando una fuga in altri ritratti, nel caso che la Umbridge fosse riuscita a superare di nuovo il Gargoyle, Fanny fece il giro dell'Ufficio e si librò bassa sopra Silente. L'anziano mago si congedò da Harry e levò una mano per afferrare la coda dorata della fenice.
Un attimo dopo erano entrambi scomparsi in un lampo di fuoco.

"Dov'è?" strepitò Caramell sollevandosi a fatica. "Dov'è?".
"Non lo so!" gridò Kingsley balzando in piedi.
"Non può essersi smaterializzato!" gracidò la Umbridge. "E' impossibile dentro la scuola...".
"Le scale!" esclamò Dawlish. Si slanciò verso la porta, la spalancò d'impeto e sparì, seguito da Kingsley e dalla Umbridge.

"Bé, Minerva" disse Caramell alla fine in tono maligno, raddrizzandosi una manica strappata, "temo che questa sia la fine del suo amico Silente".
"Lo crede davvero?" replicò sprezzante la professoressa McGranitt.

Caramell parve non sentirla. Stava perlustrando con lo sguardo l'ufficio sottosopra. Alcuni ritratti gli sibilarono contro, e un paio gli rivolsero addirittura gesti insolenti.

"Farebbe meglio a mettere a letto questi due" disse il Ministro, riportando lo sguardo sulla direttrice di Grifondoro e accennando a Harry e Marietta.

Senza una parola, la professoressa McGranitt scortò Harry e Marietta fuori dalla stanza.
Mentre la porta si chiudeva alle loro spalle, Harry sentì la voce di Phineas Nigellus.
"Sa, Ministro, sono in disaccordo con Silente su molti punti di vista...però non si può negare che abbia stile".

                                               

I timori di Pietra Stregatto riguardanti la nomina del nuovo Preside di Hogwarts si concretizzarono nel giro poche ore.
Infatti, durante la notte, gli avvisi dell'entrata in vigore del Decreto Didattico Numero Ventotto erano comparsi in tutta la scuola con il loro messaggio inequivocabile: Dolores Umbridge avrebbe sostituito Silente. O almeno ci avrebbe provato.
Ma nonostante la squadra d'Inquisizione capeggiata da Malfoy, che appoggiava Caramell e si divertiva a togliere punti alla Casa di Grifondoro, Fred e George contribuirono a rendere 'indimenticabile' il primo giorno del nuovo incarico di Dolores, sguinzagliando fuochi d'artificio magici in ogni angolo del castello.
Neanche un subdolo interrogatorio subito da Harry e presieduto dalla Umbridge in persona sortì gli effetti sperati: per il Ministero Albus Silente e Sirius black continuavano ad essere due maghi ricercati e scomparsi nel nulla.

Nelle ore che seguirono, l'unica vera novità fu rappresentata dai particolari emersi dal nuovo sogno di Potter riguardante l'Ufficio Misteri.
Prima di essere risvegliato dalle urla di Seamus Finnigan entusiasta, come Ron, per gli ultimi fuochi d'artificio fuggiaschi nel cielo, Harry aveva sognato un locale fiocamente illuminato, alto e vasto come una cattedrale. Era pieno di file e file scaffali torreggianti, ognuno coperto da piccole, polverose sfere di vetro.
Là dentro c'era qualcosa che lui desiderava, che voleva a tutti i costi...qualcosa che lui, o qualcun altro, voleva.
Il ragazzo si sentì stringere lo stomaco quando gli venne in mente che la sera dopo lo aspettava un'altra lezione di Occlumanzia, e che non aveva niente per 'sgombrare' la mente dalle emozioni.

La sera successiva, dopo una breve discussione con Cho a causa del comportamento delatorio della sua amica Marietta, Harry si presentò alla lezione privata di Occlumanzia, nella speranza che il Maestro di Pozioni non scoprisse quanto si era addentrato nell'Ufficio Misteri durante l'ultimo sogno.

"Sei in ritardo, Potter" lo accolse gelido Piton mentre Harry chiudeva la porta.

Questa volta, gli stregatti avevano già preso posizione negli scaffali più alti, dove Pietra aveva portato un sacco di semi di mais per la preparazione del popcorn.

"Si può sapere cosa ci farai con questi semi?" domandò Daisy lanciando uno sguardo torvo al suo fidanzato.
"Miao, credo di aver inventato un nuovo tipo di Maledizione Gemino: quando il seme di mais stregato scoppia si moltiplica per mille popcorn, così possiamo pappare di più e fare miagolosi dispetti alla Umbridge" miagolò lo Stregatto soave.
"I semi di mais da popcorn più utilizzati sono di una qualità chiamata 'Gattos' " aggiunse Conan orgogliosamente. "Potremmo far moltiplicare un chicco fino ad ottenere un milione di popcorn!".
"Ma perché portarli in Aula Pozioni?" chiese Eileen sgomitando contro il sacchetto.
"Desidero solo sapere che cosa ne pensa Sev della mia maledizione 'modificata', ghghgh!" rispose Pietra accarezzando il prezioso sacchetto. "In particolare, sarei miagolamente lieto di domandargli se, a suo parere, un cibo moltiplicato con una maledizione sia commestibile. E inoltre, se sia più prudente riscaldare semi maledetti nell'olio di extravergine di oliva oppure in quello di semi di arachidi. Non vorrei far saltare in aria la cucina del castello; non me lo perdonerei mai, miao".
Messe di fronte a quell'ardua scelta culinaria, le stregatte rimasero basite.

Invece, Piton dava la schiena al ragazzo, e come al solito stava rimuovendo alcuni dei suoi pensieri per versarli nel pensatoio di Silente. Lasciò cadere l'ultimo filo argenteo nel bacile di pietra e si voltò verso di lui.

"Allora" gli chiese, "ti sei esercitato?".
"Si" mentì Harry, concentrandosi su una gamba della scrivania.
"Lo scopriremo subito" disse Piton in tono soave. "Su la bacchetta, Potter".

Harry prese il suo solito posto dall'altra parte della scrivania.

"Al tre..." disse pigramente Piton. "Uno...due...".

All'improvviso la porta si spalancò e entrò Draco Malfoy.
Lo studente di Serpeverde era giunto nell'ufficio solo per avvisare il direttore che Montague, il capitano della squadra di Quidditch della sua Casa, era incastrato dentro un water al quarto piano. Tuttavia, quando Piton gli disse che Harry Potter si trovava lì per prendere 'ripetizioni' di Pozioni, il suo ghigno divenne insostenibile.

"Molto bene, molto bene, Potter, riprenderemo la lezione domani sera" disse Piton uscendo in fretta dall'ufficio insieme al suo studente prediletto.
Prima di seguirlo, Malfoy fissò Harry e mosse le labbra a sillabare "ripetizioni?", poi se ne andò anche lui.

Furioso, Harry mise via la bacchetta e fece per uscire.
Almeno aveva davanti ventiquattr'ore per esercitarsi; era stato fortunato a cavarsela per il rotto della cuffia, ma era dura sapere che Malfoy avrebbe raccontato a tutta la scuola che Potter aveva bisogno di ripetizioni in Pozioni.

Vista la situazione, Eileen e Daisy ritornarono alle loro occupazioni didattiche, mentre Pietra e Conan decisero di pigrare un po' dietro i barattoli di scaraggi morti.

"Basta con le urla di Potter e le sue cadute rumorose sul pavimento, qui ci sono dei poveri stregatti che hanno dormito solo quattordici ore, miao" aveva mormorato lo Stregatto prima di addormentarsi.

Intanto, Harry era già alla porta, quando la vide: una chiazza di luce tremolante che danzava sullo stipite. Si voltò. La luce veniva dal Pensatoio sulla scrivania. Il suo contenuto bianco-argenteo fluttuava e turbinava. I pensieri di Piton...quelli che voleva tenere segreti nel caso che Harry fosse riuscito a superare le sue difese.
Il ragazzo, vinto dalla curiosità, fece due passi verso la scrivania. Possibile che fossero informazioni sull'Ufficio Misteri che Piton voleva tenergli nascoste?
Si guardò alle spalle, il cuore che batteva sempre più forte e rapido. Quanto ci sarebbe voluto a Piton per estrarre Montague dal water?
Superò la breve distanza che ancora lo separava dal Pensatoio e rimase immobile, lo sguardo immerso nelle sue profondità.
Esitò, le orecchie tese, poi estrasse di nuovo la bacchetta immergendone la punta nel fluido argenteo, che prese a turbinare rapido.
La tentazione era irresistibile...Piton poteva tornare da un momento all'altro...poi Harry pensò alla rabbia di Cho e al ghigno di Malfoy, e una folle audacia s'impadronì di lui.
Prese fiato e tuffò il viso dentro i pensieri di Piton. Un attimo dopo il pavimento dell'ufficio sussultò, rovesciandolo a capofitto nel Pensatoio.

Si ritrovò nella Sala Grande, nel momento in cui si stavano svolgendo gli esami G.U.F.O. di Severus Piton e di suo padre. C'erano anche Sirius, Codaliscia, e Lupin, tutti studenti tra i quindici e sedici anni. Era una splendida giornata estiva.
Finiti gli esami, presieduti dal professor Vitious, la scena cambiò, e Harry si ritrovò vicino alla riva del Lago Nero, dove James Potter e Sirius Black stavano attuando un piano da bulli contro Severus Piton di fronte a una piccola platea di studenti. Nel frattempo, il giovane Prefetto Lupin se ne stava seduto a leggere un libro, senza muovere un dito, e Codaliscia si limitava a guardare divertito la scena. Fra gli studenti presenti, soltanto sua madre, Lily Evans, era accorsa a difendere Piton.
Nello stesso tempo, sentì un lieve miagolio lamentoso provenire da un cespuglio nelle vicinanze di Lupin, ma fu solo un istante.

"Lascialo stare" disse Lily Evans guardando con disgusto James Potter"Che cosa ti ha fatto?"
"Bé..." rispose James, fingendo di ponderare la questione, "è più il fatto che esiste, non so se mi spiego".
"Ti credi divertente, Potter" disse gelida sua madre. "Ma sei solo un bullo arrogante e prepotente. Lascialo stare".
"Solo se esci con me Evans" replicò rapido suo padre. "Esci con me, e non alzerò più la bacchetta su Mocciosus".
"Non accetterei nemmeno se dovessi scegliere fra te e una piovra gigante"
"Ti è andata male, Ramoso" disse Sirius spiccio.

Poi assistette all'inutile tentativo di Piton di difendersi da solo, seguito da ulteriori atti di bullismo di James Potter.
In seguito, gli sembrò di vedere il luccichio dei micidiali artigli degli stregatti provenire dallo stesso cespuglio, giusto il tempo del riflesso di un raggio di sole.

Infine Harry osservò lo studente Severus Piton penzolare per aria all'ingiù, grazie a un altro incantesimo di suo padre, la veste che gli ricadeva sopra la testa mostrando le pallide gambe ossute e un paio di mutande grigiastre.
Un applauso si levò dalla piccola folla; Sirius, James, e Codaliscia si rotolavano dalle risate.

"Mettilo giù!" gridò Lily. La sua espressione furiosa aveva per un attimo quasi ceduto il posto a un sorriso.
"Ai tuoi ordini" replicò James.

Piton si afflosciò a terra, ma prima che riuscisse a rialzarsi, fu immediatamente colpito da un 'Petrificus Totalus' di Sirius.
Contemporaneamente, il solito cespuglio stava vibrando in modo innaturale, come se fosse animato da un bizzarro fenomeno magico.

"Lascialo stare!" urlò Lily, e estrasse a sua volta la bacchetta. James e Sirius la fissarono preoccupati.

Seguì uno strano miagolio soffuso, e il famigerato cespuglio cominciò a fiorire in modo apparentemente inspiegabile.
Di fronte a un evento così curioso, i due studenti di grifondoro si fissarono ancora più preoccupati di prima.
Girava voce che Severus Piton avesse creato diversi mostri felini dotati poteri magici incredibili, avvalendosi di un'antica pozione segreta di magia nera, tutti obbedienti ai suoi comandi.


Qualcuno giurava perfino di averli visti zampettare verso le cucine, alcuni sostenevano di aver trovato segni di artigli sulle pareti del Bagno dei Prefetti, mentre altri segnalavano difficoltà respiratorie a causa di strani peli color violafucsia dispettosamente liberati nell'aria.
E le voci cominciavano a essere fin troppe e troppo dettagliate per i gusti di James Potter, abituato ad aver tutta l'attenzione di Hogwarts per sé.
L'ultima diceria riguardava un topo caramellato regalato a Lily Evans per il suo compleanno, un argomento su cui la ragazza preferiva soprassedere.
In merito a tali notizie, James e Sirius erano abbastanza cauti ma possibilisti, tenuto conto della genialità mostrata dallo studente di Serpeverde in materia pozionistica, e del fatto che Silente ospitava nel castello molte 'creature ripudiate' dal mondo magico, tra le quali un Lupo Mannaro come Remus.

"Dai, Evans, non costringermi a farti un incantesimo" disse ansioso James.
"Allora libero!"

James sospirò, poi si voltò verso Piton e mormorò un controincantesimo.

"Ecco fatto" disse, mentre Piton si rialzava a fatica. "Ti è andata bene che ci fosse Evans, Mocciosus...".
"Non mi serve l'aiuto di una piccola schifosa Mezzosangue!" esclamò Severus.
Lily trasalì.
"Molto bene" replicò la ragazza freddamente. "Vuol dire che in futuro non mi prenderò la briga di aiutarti. E se fossi in te, mi laverei le mutande, Mocciosus".
"Chiedi scusa a Evans!" ruggì James, puntando la bacchetta contro Piton.
"Non voglio che mi chieda scusa perché l'hai costretti tu!" urlò Lily. "Siete uguali, voi due".
"Che cosa?" protestò James. "Io non ti avrei mai chiamato una...tu sai come!".

"Sappiamo come chiamarvi, tu e il tuo amico...palloni gonfiati!" gli miagolò una voce simile a quella di un fantasma all'orecchio. "Ma non sei l'unico a poterti rendere invisibile, qui al castello".
"Per vostra sfortuna, Silente non tornerà a Hogwarts fino a stasera" aggiunse un'altra vocina felina. "Ma state tranquilli, miao. Per nostra sfortuna, invece, noi non possiamo uccidere gli studenti umani. Solo pettinarli meglio".

Udite quelle parole pronunciate dal nulla, James si guardò rapidamente intorno; cercò di nascondere la sua paura, continuando a concentrarsi spavaldamente sul volto di Lily.

Anche Harry, che stava seguendo con grande attenzione la scena, avvertì quei flebili miagolii e, finalmente, comprese che suo padre e Sirius stavano avendo a che fare con dei loro 'colleghi' felini: due studenti bulli umani contro due studenti bulli stregatti.
E non li invidiava per niente.

"Sempre a spettinarti i capelli perché ti sembra affascinante avere l'aria di uno che è appena sceso dalla scopa, sempre a esibirti con quello stupido boccino e a camminare tronfio nei corridoi e lanciare incantisimi su chiunque ti infastidisca solo perché sei capace...sei così pieno di te che non so come fa la tua scopa a staccarsi da terra! Mi dai la nausea".

Lilì si voltò e corse via.
"Evans!" le gridò dietro James. "Ehi, Evans!".
Lily non si voltò.
"Ma che cos'ha?" bofonchiò James, tentando - senza riuscirvi - di comportarsi come se la risposta non avesse per lui alcuna importanza.
"Leggendo fra le righe, amico, direi che secondo lei sei un po' presuntuoso" rispose Sirius.
"Bene" disse James, che sembrava furibondo. "Bene...".

Saettò un altro lampo di luce, e ancora una volta Piton si trovò a mezz'aria, a testa in giù.

"Allora...chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus?" chiese James Potter alla folla.

D'un tratto una raffica innaturale di vento spettinò violentemente i capelli dello studente di Grifondoro.

"Avete passato il segno, miao" miagolò la solita voce felina all'orecchio di James. "I nostri Superiori saranno lieti di intervenire. Congratulazioni...state per vincere un viaggio premio in infermeria!".
"Fossi in te, penserei a contare un potente numero magico prima di farlo!" esclamò la seconda vocina. "Noi ci limitiamo solo a graffiare delicatamente, ma loro...".

Se per 'Superiori', gli studenti felini intendevano i giovani professori Pietra Stregatto e Conan Scintillo, allora, padre e padrino di Harry potevano considerarsi in guai seri.
E fra le altre cose...stava emergendo una vecchia amicizia tra lo studente Severus Piton e gli stregatti, come Ron aveva sempre sospettato.

                                       

Harry non scoprì mai se James avesse davvero tolto le mutande a Piton, perché una mano gli serrò il braccio come una morsa. Si voltò di scatto per vedere chi lo avesse afferrato e scorse con un brivido di terrore un Piton adulto, pallido di rabbia.

"Ti stai divertendo?"

Si senti sollevare e la giornata estiva svanì; fluttuava verso l'alto attraverso una tenebra gelida, la mano di Piton sempre stretta attorno al braccio. Poi, con la sensazione di aver fatto una capriola a mezz'aria, atterrò in piedi sul pavimento di pietra del sotterraneo accanto al Pensatoio, nel cupo ufficio dell'attuale insegnante di Pozioni.

"Allora" ripeté Piton, stringendogli il braccio con tanta forza da fermargli la circolazione. "Allora...ti stavi divertendo, Potter?".
"N-No" disse Harry, tentando di liberarsi.

Era uno spettacolo spaventoso. Piton era pallidissimo, le labbra tremanti ritratte sui denti.
Alcune ronfate di Pietra e Conan provenienti dagli scaffali dei barattoli degli scarafaggi interruppero per pochi secondi l'inevitabile resa dei conti.

"Un uomo spiritoso, tuo padre, vero?" ringhiò scrollandolo così forte da fargli scivolare gli occhiali sul naso.
"Io...non"

Piton lo scagliò lontano con tanta violenza che Harry ruzzolò sui lastroni di pietra.
"Non ripeterai mai a nessuno quello che hai visto" ululò l'insegnante, mentre gli stregatti, che usavano come cuscino il sacco di semi di mais stregati mutarono placidamente la loro posizione di pigrata.

"No" balbettò Harry, rimettendosi in piedi e tenendosi più lontano possibile da lui. "No, certo che no...".
"Fuori! Fuori di qui! Non voglio vederti mai più qui dentro!"

Mentre Harry filava via verso l'uscita, un vaso di scarafaggi morti esplose sopra la sua testa, e una piccola 'scintilla di magia residua' raggiunse il sacco del mais.
Spalancò la porta e fuggì nel corridoio senza fermarsi, finché non ebbe messo tre piani fra sé e Piton.
Non aveva voglia di tornare così presto nella Torre di Grifondoro, né di raccontare a Ron e Hermione quello che aveva scoperto.
Perché a riempirlo di orrore e infelicità non era stata la reazione rabbiosa di Piton, ma il fatto, che lui, Harry, sapeva fin troppo bene che cosa si provava a essere umiliati davanti a tutti e perciò che cosa aveva provato Piton mentre James si faceva beffe di lui.
E a ferirlo era anche il fatto che, a giudicare da quanto aveva appena visto, suo padre era davvero un presuntuoso arrogante, proprio come Piton gli aveva sempre detto.

Nel frattempo, il Maestro di Pozioni sigillò la porta con un incantesimo, desiderava stare solo con i suoi pensieri; ricordò a sé stesso la necessità di domare le proprie emozioni.
Ma ebbe solo il tempo di rimettere i ricordi nella sua testa prima di essere semi-sommerso da una valanga di pop-corn scoppiettanti che si moltiplicavano a dismisura per tutto l'ufficio.

"Pietra, Conan...spero che oltre ad apportare modifiche alla Maledizione Gemino" sibilò Severus Piton apparentemente calmo, "abbiate scoperto anche il controincantesimo 'altrettanto opportunamente modificato' per riportare la situazione sotto controllo".
"Miao, ci stavamo lavorando, Sev" miagolò lo Stregatto tirando fuori un sorrisetto forzato di scuse. "Poi Draco ha interrotto i nostri pensieri...".
"Sissi...c'eravamo quasi, Sev" aggiunse Conan con uno sguardo contrito. "Ma se ti fa piacere darci una mano, non ci offendiamo, eh, eh, eh!".
"Vi avverto..." mormorò Piton arricciando le labbra. "Il cibo colpito da Maledizioni non è commestibile. Normalmente gli umani muoiono dopo pochi secondi che lo hanno ingerito".

Subito Pietra e Conan si misero un polpastrello in bocca per sforzarsi di vomitare i pochi popcorn mangiati.

"Bé...scherzavo. Dovevo pur tirarmi su di morale, stasera" disse Severus facendo spallucce. "Potter ha visto i miei ricordi nel Pensatoio. Non è stato un momento edificante per nessuno dei due".
"Sai Sev, in una cosa Lily Evans aveva torto...non sei mai stato uguale allo studente James Potter, neanche negli scherzi" miagolò Pietra affannato, respirando rumorosamente insieme a Conan. "Solo le vostre mutande sporche si assomigliavano, ghghgh!".
"Non dirmi che gliele avevi...tolte?" mormorò Severus leggermente stupito.
"Occhio per occhio, mutande per  mutande! Mutatis Mutandis...Ma anche questo rimarrà un segreto!" miagolò lo Stregatto sogghignando. "Adesso pensiamo a trovare il controincantesimo giusto, prima che il popcorn stregato invada le scale di Hogwarts".



























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