Libro 5, capitolo 26: La leggenda del primo Dissennatore (post suscettibile di revisione grafica da parte di Eileen)






Liberamente ispirata a Harry Potter e L'Ordine della Fenice, capitolo 26: Visto e Imprevisto.






Kitty Tiffany detta 'Hope' e Bia Langdon non sospesero il lavoro di traduzione del libro delle 'Cronache della Creazione del Mondo Magico' neanche per assistere alla partita di Quidditch tra Grifondoro e Tassorosso.



Da quando Hope aveva ricevuto l'incarico di proteggere Harry 'con discrezione', il rapporto tra lei e Dennis Canon era nettamente migliorato, come anche i risultati scolastici nello studio delle Rune Antiche.
Infatti, grazie al 'Permesso Speciale di Frequentazione Umani' concesso dal suo direttore, la signorina Tiffany aveva compiuto enormi progressi in quella difficile materia, soprattutto per merito dei suggerimenti interpretativi proposti dall'amato Dennis.
Purtroppo, nonostante le preghiere di Silente, la  professoressa McGranitt non aveva cambiato opinione sulla perniciosità della loro storia romantica, neanche in nome del 'Bene Superiore'.

"L'Amore fugge miagolante come un'ombra l'Amore reale che l'insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi lo insegue" aveva mormorato Pietra in un orecchio di Minerva parafrasando felinamente Shakespeare. "Hai avuto le tue occasioni quando eri giovane, ora lascia che Kitty abbia...".
"Ripetilo un'altra volta e sarai tu a fuggire" lo aveva interrotto la McGranitt nel suo ufficio per tutta risposta, voltandosi verso di lui con l'indice della mano destra puntato e rigido come una bacchetta.

E quando gli altri stregatti le fecero notare che Hagrid era un Mezzo-Gigante ben cresciuto, educato, e rappresentava il frutto dell'Amore tra due specie diverse, Minerva obiettò: "Si, si...ma non troppo diverse!...Non oso pensare a come sarebbe un Mezzo-Stregatto".
Tuttavia, a dispetto delle difficoltà e dei pregiudizi, Kitty non si era persa d'animo e, insieme alla bravissima amica Bia, stava ultimando la traduzione delle ultime righe del terzo capitolo.

"Grifondoro ha perso la partita...duecentoquaranta a duecentotrenta" miagolò Kitty mestamente mentre graffiava la copertina di un manuale avanzato di Rune Antiche.
"Basta, Hope!...E' tutto il pomeriggio che hai quell'aria afflitta! In fondo, non ha mica perso Dennis; non giocava nemmeno" borbottò Bia accartocciando una pergamena per poi lanciarla dietro le spalle. "Fai una pausa, e leggi il titolo del Cavillo di marzo arrivato stamattina. E' più...istruttivo".

"HARRY POTTER PARLA CHIARO: LA VERITA' SU COLUI-CHE-NON-DEVE-ESSERE-NOMINATO E LA NOTTE IN CUI IO LO VIDI TORNARE" miagolò Kitty ad alta voce guardando la foto del ragazzo sopravvissuto che sorrideva mite in copertina.

"Tra poco conosceremo qualche 'verità' anche noi" aggiunse la signorina Langdon fregandosi le zampette. "Ma non rilasceremo stupide interviste, perché non dobbiamo convincere nessuno".
"E meno che mai l'Oscuro Signore, hi, hi, hi!" ridacchiò Hope stropicciando il volto di Harry nella foto. "Della bontà delle nostre informazioni, intendo".
"Però, se scopriamo i misteri dei Collari dell'Apocalisse e dell'Arco di Pietra, Silente non potrà negarci una cattedra di Rune Antiche a Hogwarts!" esclamò Bia lanciando un'altra pergamena accartocciata oltre la testa di Hope. "Ma questa serie di simboli uguali è così strana...proprio non la capisco; sembrano asterischi, ma non esiste l'asterisco tra i simboli delle Rune Antiche".
"Miao, hanno tutti la forma di un cerchio ondulato. Quasi fossero bocche aperte, voraci, affamate di qualcosa..." miagolò Kitty pensando a voce alta. "E se li traducessimo con la parola.'Dissennatore'?".
"Cosa, miao?" esclamò Bia sobbalzando sulla sedia. "Cosa...cosa hai miagolato?".
"Dis-sen-na-to-re!" sillabò Kitty ripensando a un consiglio di Dennis, e cioè quello di considerare una serie di caratteri uguali alla stregua di un'unica immagine. "Non vedi?...Sono buchi neri senza fondo, come le fauci di quelle orrende creature".
"Per la barba di Merlino, è vero! Hai ragione!!...Sei stata bravissima!!!" gridò Bia raccattando rapidamente le numerose pergamene accartocciate e sparse sul pavimento della Stanza delle Necessità. "E' così! Ora il nostro lavoro inizia ad avere un senso, miao-yeaaahhh!".
"Abbiamo scoperto i misteri dei Collari dell'Apocalisse?" domandò Kitty saltellando.
"No. Ti sto solo miagolando che, adesso, il testo potrebbe assumere un significato accettabile" la interruppe Bia mentre ricostruiva meticolosamente la traduzione introducendo la nuova parola, "non che abbiamo risolto ogni enigma del Mondo Magico".

                                     

Alla luce del contributo di Kitty, il terzo capitolo delle Cronache della Creazione del Mondo Magico, intitolato 'Magia oscura e Dissennatori: le violazioni dell'equilibrio magico naturale', riportava il seguente testo:

"Leviathana Horcrux non si rese mai conto di essere stata la prima Signora Oscura di tutti i tempi, e forse anche il primo Dissennatore. La giovane strega viveva nella Cornovaglia, in un piccolo paese di pescatori; riparava le reti con piccoli incantesimi, senza rivelare a nessuno la propria natura magica. 
Purtroppo, durante una terribile tempesta, la ragazza usò pubblicamente i suoi poteri per salvare gli uomini del villaggio da morte certa, eseguendo un potentissimo 'Wingardium Leviosa' sulle loro barche. 
Invece di ringraziarla, i pescatori superstiziosi interpretarono quella magia come 'un'opera del maligno', e la rinchiusero in un faro. 
In seguito, il Capo del villaggio le promise che se avesse mantenuto il fuoco sempre acceso sulla sommità della torre, avrebbe continuato a ricevere cibo e acqua per il resto della vita. 
Trascorsi alcuni mesi, però, Gideon, figlio del Capo del villaggio e da sempre innamorato di lei, trovò il modo per farle riavere la sua bacchetta.  
Sebbene Leviathana contraccambiasse l'Amore di Gideon, non riuscì a perdonare i carcerieri ingrati, e la vendetta fu terribile: le tre maledizioni che usò contro di loro divennero leggenda in ogni luogo del Regno, a tal punto da essere chiamate...'Senza Perdono'. 
Quando Gideon vide suo padre soffrire sotto gli effetti della Maledizione Cruciatus, si scagliò contro La strega per fermarla, ma fu ucciso da un lampo verde prima di poter sguainare la spada.
Dopo aver ucciso l'amato Gideon, Leviathana ebbe la sensazione che la sua anima fosse diventata pesante come un macigno, e iniziò a rivolgere la bacchetta contro se stessa, recitando formule magiche sperimentali, simili a un Incantesimo di Librazione. 
La giovane strega era disperata; sapeva bene che l'incantesimo Winguardium leviosa funzionava su oggetti, più o meno pesanti, ma non lo aveva mai sperimentato né contro una creatura vivente, né contro se stessa e, a maggior ragione, neanche sulla sua anima.
Pensava di inventare un Incantesimo di 'librazione dello spirito'. Gli pareva un rimedio, una medicina magica per curare l'anima sofferente e sopportare meglio il dolore, ma si sbagliava.
Negli anni che seguirono, sulla spiaggia del villaggio, Leviathana Horcrux uccise numerosi cavalieri inviati dal Sovrano del Regno per giustiziarla.
E ogni volta che commetteva un assassinio, eseguiva contemporaneamente un Incantesimo di librazione sperimentale su se stessa, pensando così di dare sollievo alla propria anima.
Lo faceva pronunciando una formula magica di sua creazione, 'Wingardium Leviosa Anima Homicida', che chiamò orgogliosamente...'Incanto Horcrux'. 
Con il trascorrere del tempo Leviathana si accorse che l'Incantesimo non la guariva; stava creando qualcosa al di fuori di ogni controllo: aveva ucciso centinaia di uomini, e comprese che la sua anima era più leggera solo perché si era strappata in altrettante parti, corrispondenti al numero di omicidi commessi.
Si accorse che tali frammenti si erano aggrappati a oggetti e animali presenti sul campo di battaglia. 
Pertanto, essi avevano trovato magicamente rifugio nelle conchiglie sulla spiaggia, in un remo, nei pesci che nuotavano vicino la riva, in oggetti trasportati dalle correnti, nei gabbiani che volavano bassi, e l'avevano resa...immortale. 
Ma nessun dei suoi Incanti Horcrux, nemmeno il più potente, aveva ancora il potere di 'riporre' un pezzo di anima nel corpo di un essere umano. Era questo un limite apparentemente insuperabile.
D'altra parte, la strega non aveva mai pensato a un 'nascondiglio umano' per i brandelli dell'anima, la sua mente era solo rivolta a immaginarsi 'un luogo sicuro'.
Credeva di poterli riunire e ripararli, come aveva fatto un tempo con le reti dei pescatori, ma si sbagliava di nuovo.  
Al compimento del centesimo anno, l'Oscura Signora perfezionò finalmente l'Incanto Horcrux, raggiungendo la capacità magica di scegliere l'oggetto, l'animale o addirittura la persona in cui rinchiuderli, ma proprio quel giorno la sua anima iniziò a divenire così inconsistente da raggiungere il punto di non ritorno. Avrebbe dovuto fermarsi alla creazione di sette Horcrux, il numero magico più potente.
Fu allora che la strega cominciò a perdere coscienza di sé, trasformandosi in un'altra entità che nessuno avrebbe mai immaginato: Leviathana Horcrux era diventata il primo Dissennatore, il simbolo dell'equilibrio magico perduto.
Affamato di ciò che aveva perduto in vita, il Dissennatore iniziò a vagare in cerca di anime e di felicità di cui nutrirsi per moltiplicarsi, fino a raggiungere L'antica Londra.
Ma l'equilibrio doveva essere ristabilito secondo il Principio della Creazione degli Elementi Magici, per il quale 'Ad ogni nuova magia oscura corrisponde una reazione magica uguale e contraria'. E così accadde.
Non appena il Dissennatore tentò di baciare la sua prima vittima, nel cielo della città apparve un misterioso Arco di Pietra dal velo nero che lo fece fuggire. 
L'Arco di Pietra scese lentamente verso terra, visibile solo agli occhi delle persone magiche, sprofondando nel centro dell'antica Londra. 
Una volta individuato il Portale in un'enorme grotta sotterranea, alcuni maghi e streghe furono in grado di ascoltare i suoi 'mormorii' e tentarono di comprenderli.
Si scoprì che, ogni sette anni, una voce oltre il velo pronunciava una formula magica fino allora sconosciuta...'Expecto Patronum'.
Erano le parole del Guardiano dell'Oltre, che attendeva di fare la prima comparsa nel Mondo della Magia attraverso la forma corporea di una 'creatura vivente meritevole'. 
Tuttavia, le manifestazioni terrene del Guardiano sarebbero avvenute in caso di estrema necessità, per ristabilire l'equilibrio magico. 
E solo grazie all'ausilio di una specie magica eletta, che avrebbe ricevuto in dono i Collari dell'Apocalisse".

"Miao, chi ci garantisce che sia la verità?" domandò Kitty incredula fissando Bia negli occhi.
"Nessuno" replicò Bia facendo spallucce. "Nel mondo della magia i confini tra storia e leggenda sono ancora più difficili da distinguere rispetto a quelli del mondo Babbano, lo sai".
"Abbiamo prove che Leviathana Horcrux sia veramente esistita?"
"Nessuna, per ora".
"Abbiamo notizie degli inventori dell'Incanto Horcrux e dell'Incanto Patronus?".
"Il professor Ruf afferma di non esserne a conoscenza, ma il nostro Direttore miagola insistentemente di averli inventati lui".

Di colpo, la Stanza delle necessità si riempì di un'esplosione di risate miagolanti.

"Quindi, dobbiamo cercare il Guardiano dell'Oltre" incalzò Kitty asciugandosi gli occhi lacrimanti. "Almeno l'Arco di Pietra esiste, è l'unica cosa che trova corrispondenza nel testo".
"Sissi...e il nostro Direttore miagola che si chiama 'Arco di Pietra' perché lui ha sponsorizzato la sua ristrutturazione, con l'aiuto dei galeoni della McGranitt".

Seguì un'altra esplosione di risate feline.

"Come le inventa tutte queste baggianate il professor Pietra Stregatto?" chiese Kitty cercando frenare la sua smodata ilarità. "Più le spara grosse e più sembrano vere".
"Bé, miao, se è per questo, il capitolo che abbiamo appena letto" osservò Bia sospettosa, "sembra proprio un chiaro esempio di uno dei suoi migliori scherzi, magari riservato alle sottoscritte".
"Allora...non ci resta che tradurre il quarto capitolo e parlare con il Guardiano dell'Oltre" concluse Kitty strizzando l'occhietto. "Lui ci mormorerà cosa fare con lo Scrigno. Forse è un regalo di nozze per me e Dennis".
"Oh, potrebbe miagolarci se siamo sulla buona strada per diventare insegnanti di Rune Antiche e, eventualmente, se la paga sarà identica a quella della Professoressa McGranitt, al lordo delle ritenute del nostro Direttore" aggiunse Bia ridacchiando. "Ah, dimenticavo!...Si, miao, tradurremo anche il quarto capitolo, ma non ora, eh!".
"In buona sostanza, non ci resta che zampettare al Ministero della Magia e fare il solletico al velo nero" concluse Kitty schioccando i polpastrelli. "Dopodiché, miagoleremo al Guardiano che siamo la specie eletta, a conoscenza della storia di Leviathana Horcrux, e...".
"...E che siete due studentesse mentalmente disturbate!" le interruppe il Libro Stregatto degli Stregatti materializzatosi alle loro spalle come una folgore caduta dal cielo. "Vi avverto...o prendete sul serio la vostra ricerca, oppure vi faccio sbattere a zampate fuori dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, miao! Parola di Stregatto Violafucsia".
"Stavamo solo scherzando!" protestò Kitty con le zampette congiunte.
"Per la cronaca, miao, io sono stato il primo Guardiano" ruggì il quinto Fondatore. "E non sto scherzando".

                                           

Quella notte Kitty Tiffany ebbe un vero e proprio incubo: fuggiva tra le dune di un deserto, inseguita in lontananza dall'inarrestabile Libro Stregatto degli Stregatti.
Poi, vide il Fondatore Violafucsia trasformarsi in un possente felino di colore nero, simile a una pantera, con strisce violafucsia sul torace. La creatura indossava quattro eleganti collari, che sembravano formare un 'ornamento unico'. La sua zampa destra indicava un riflesso luminoso al centro di una cavità formata dagli stessi collari, ma Kitty non riusciva a distinguere bene cosa c'era oltre il bagliore.
In seguito, il felino nero la raggiunse in pochi balzi sconfiggendola facilmente in duello, grazie al movimento impercettibile di un solo dito artigliato.
Kitty rotolò esausta nella sabbia, il suo musetto sanguinava: il potere della 'Spada Vivente', che le permetteva di assorbire ciò che la fortificava, non aveva funzionato. Aprì gli occhi; la creatura torreggiava su di lei e, proprio in quell'istante, gli parve di scorgere una strana pietra al centro della cavità, tra il secondo e il terzo collare.
La studentessa si aspettava di ricevere il colpo di grazia, ma invece di finirla, la terribile creatura gli voltò le spalle.
Mentre il suo corpo si stava trasformando lentamente in sabbia nera trasportata via dal vento, l'essere felino gli miagolò : "Non sai mai quando fermarti".
"Dimmi che devo fare" miagolò Kitty.
"Torna nel dormitorio e lascialo al suo destino" tuonò l'essere che si stava disgregando.
"Nel mio dormitorio..." ripeté la piccola Hope incerta. "E chi dovrei lasciare al suo destino?".
"...Soglie che non puoi varcare...limiti che non devi superare...poteri indomabili...".
"Chi sei tu?" gridò la piccola felina. "Di quali poteri stai parlando?".

Poi, Kitty si svegliò di soprassalto; aveva un graffio sanguinante sul musetto, e pianse fino all'alba.
Invece, Bia Langdon si risvegliò con la coda madida di sudore e disperata, miagolando di essere stata licenziata ingiustamente e di aver perso per sempre il posto da insegnante a Hogwarts.
Ovviamente, le sue compagne feline di dormitorio le fecero notare che non poteva essere stata 'licenziata', perché doveva ancora superare i G.U.F.O., e i M.A.G.O. felini, ma soprattutto, per il motivo che non era ancora stata assunta dal Professor Albus Silente.

Anche le avventure oniriche di Harry Potter non furono da meno.
Sognò di essere in una stanza buia con le tende tirate, illuminata da un candeliere.
Lui era Lord Voldemort; era stato consigliato male dal suo maldestro servo Avery, che presto avrebbe punito.
Tuttavia, il Mangiamorte Rokwood lo aveva rimesso sulla pista giusta. Infatti, quest'ultimo gli parlò di Bode, l'impiegato del Ministero che era stato assassinato al San Mungo da un Tranello del Diavolo.
Rookwood lo informò che Broderick Bode non avrebbe mai potuto prendere ciò che lui desiderava, neanche sotto l'influenza della Maledizione Imperio scagliata da Lucius Malfoy.
Subito Harry ne dedusse che ciò bramava il Signore Oscuro fosse proprio la famosa 'Arma' di cui aveva ipotizzato l'esistenza durante le feste di Natale, a Grimmauld Place.
Evidentemente, di qualunque cosa si trattasse, l'Arma non poteva essere presa da una persona qualunque.
Infine, quando vide la sua immagine riflessa in uno specchio della stanza...un volto più bianco di un teschio...occhi rossi...con pupille come fessure...Harry si risvegliò bruscamente cadendo sul pavimento, avvolto nelle tende del letto.
Per fortuna, vicino a lui, era sopraggiunto Ron, che lo aiutò a liberarsi e a rimettersi tremante sul letto.
Nell'occasione, Harry gli raccontò tutto e ascoltò il consiglio del suo amico: parlare del sogno a Silente.
In quel momento, però, il giovane gridonforo sentiva di non potersi confidare con una persona che lo aveva ignorato per tutto l'anno scolastico e, di conseguenza, scelse di non prendere in considerazione il suggerimento.
Tornò a dormire dando le spalle a Ron. La cicatrice cominciò a bruciargli; strinse forte il cuscino tra i denti per non lasciarsi sfuggire dei gemiti. Da qualche parte, Avery veniva punito.

                                             

Harry e Ron aspettarono fino all'intervallo, Il giorno dopo, per raccontare il sogno a Hermione in un punto del cortile fresco e ventoso, al riparo da orecchie indiscrete.
Senza troppe difficoltà, la Granger dedusse che l'assassinio di Broderick Bode era stato commesso per metterlo a tacere: se avesse recuperato la parola, l'uomo avrebbe raccontato di essere stato colpito da una Maledizione Imperius di Lucius Malfoy allo scopo di fargli recuperare l'Arma per l'Oscuro Signore.
Il collegamento successivo con la cattura di Sturgis Podmore giunse di conseguenza, come un fulmine a ciel sereno.
Infatti, anche quest'ultimo mago, finito ad Azkaban per aver tentato di forzare una porta dell'Ufficio Misteri, doveva essere stato colpito da una Maledizione Imperius.

"E ora Rookwood ha detto a Voldemort come fare a prendere l'Arma?" chiese Hermione preoccupata.
"Non ho sentito tutta la conversazione, ma così mi è parso di capire" rispose Harry. "Rookwood lavorava lì...forse Voldemort manderà lui a rubarla?".

Hermione annuì sempre immersa nei suoi pensieri. Poi, d'un tratto disse: "Ma tu non avresti dovuto vedere tutto questo, Harry".
"Cosa?" fece lui spiazzato.
"Tu dovresti imparare a chiudere la tua mente a queste cose" disse Hemione, improvvisamente severa.
"Lo so" replicò Harry. "Ma...".
"Bé, credo che dobbiamo cercare di dimenticare quello che hai visto" lo interruppe Hermione con fermezza. "E tu cerca di mettere più impegno in Occlumanzia, d'ora in poi".

Quando i grifondoro si avviarono verso la nuova lezione, un cespuglio nelle vicinanze si mosse come se avesse avuto brividi di freddo, lasciando cadere alcune foglie.

"Quel ragazzo non dimenticherà mai il suo sogno" miagolò Pietra nascosto tra i rami mentre accarezzava un cucciolo di Snaso della tana vicina. "E' testardo come Kitty!".
"Già...ho come la miagolosa impressione che, prima o poi, li ritroveremo a combinare guai all'Ufficio Misteri" aggiunse Conan annuendo. "Ma almeno Kitty ha una buona scusa: deve proteggerlo!".
"Miao, sapete bene che solo Harry Potter o Voi Sapete Chi possono recuperare...ehm, l'Arma" mormorò Eileen meditabonda. "Ebbene, non penso che il Signore Oscuro sia così matto da entrare personalmente in un luogo brulicante di Auror".
"In effetti, credo che neanche Harry sia pazzo a tal punto da facilitare i piani del Signore Oscuro" osservò Daisy, gli occhi a fessura. "Ormai, dovrebbe aver capito che l'Arma deve restare dove si trova, e quindi non ci andrà!".
"Ne siete proprio sicure?" chiese lo Stregatto, i baffetti all'insù. "Bé, l'Ufficio Misteri è un vero manicomio!...Per prudenza, prenoto due camere con vista sulla Sala Profezie, ghghgh!".

Un paio di settimane dopo il sogno di Rookwood, Harry si trovava a lezione di Occlumanzia, insieme agli immancabili stregatti.
Ancora una volta, il grifondoro era in ginocchio sul pavimento dell'ufficio di Piton, cercando di schiarirsi la mente.

"In piedi, Potter" sibilò Piton lanciandogli un'occhiata sospettosa. "Quell'ultimo ricordo. Cos'era?".
"Non lo so" rispose Harry alzandosi esausto. "Vuol dire quello in cui mio cugino cercava di farmi entrare in piedi nel water?".
"No" mormorò Piton. "Voglio dire quello con l'uomo inginocchiato nella stanza buia...".
"Non è...niente" balbettò Harry.
Gli occhi scuri di Piton perforano quelli del ragazzo.
"Come mai quell'uomo e quella stanza si trovano nella tua testa, Potter?".
"E'..." disse Harry, guardando ovunque tranne che verso Piton. "E'...solo un sogno che ho fatto".
"Un sogno?" ripeté Piton.

Ci fu una pausa, durante la quale Harry fissò intensamente una grossa rana sospesa in un vasetto di liquido viola.

"Tu sai perché siamo qui, vero, Potter?" chiese Piton con voce bassa e minacciosa. "Tu sai perché sto sprecando le mie serate in questo lavoro tedioso?".
"Si" rispose rigido Harry.

"E noi perché siamo qui, miao?" chiese Eileen sbuffando. "Avrei di meglio di fare...".
"Per proteggere lo studente, naturalmente" rispose Conan con un tono di voce serafico. "Per cos'altro?".
"Proteggerlo qui, nell'ufficio del Direttore di Serpeverde?" domandò Daisy contrariata. "E da chi?...Dalla Rana in salamoia?".
"Ma no...dallo stesso povero insegnante stressato. Non vedi? Piton è sull'orlo di una crisi nervi" miagolò Pietra osservando la stessa rana che aveva fissato Harry. "Sev è un uomo valoroso, coraggioso, e paziente, ma non è un Santo, ghghgh!".

"Ricordamelo, Potter" continuò Piton.
"Perché io impari l'Occlumanzia" disse Harry, osservando un'anguilla morta.
"Giusto, Potter. E per quanto tu possa essere tardo...". Harry tornò a guardare Piton con odio, "pensavo che dopo oltre due mesi di lezioni, saresti riuscito a fare qualche progresso. Quanti altri sogni hai fatto sull'Oscuro Signore?".
"Solo quello" mentì Harry.

Dopo che il Professor Severus Piton ebbe finito di chiarire al suo allievo che non lo considerava né speciale, né importante, la lezione proseguì con un ulteriore tentativo.
Questa volta, Harry riuscì a resistere sorprendentemente all'assalto mentale dell'insegnante.
Grazie a un Sortilegio Scudo, la bacchetta del professore volò per l'aria, e un vaso con un'anguilla morta si ruppe bagnando la spalla dell'allievo.

"Bene, Potter...questo è stato un vero miglioramento" disse il Maestro di Pozioni respirando affannosamente. "Non ricordo di averti insegnato un Sortilegio Scudo...ma senza dubbio è stato efficace".

"Miao, avete sentito cosa ha detto Sev?" miagolò Conan con tutti i baffetti dritti. "Ha lodato Harry!...E'...è incredibile!".
"Oh...non allarghiamoci troppo" miagolò Daisy ridacchiando. "E' solo il suo modo di commuoversi di fronte ad un avvenimento insperato: raccogliere con Potter i frutti meritati del proprio lavoro".
"Bé, dopo oltre due mesi di fatiche, vorrei ben vedere!" borbottò Eileen. "A questo punto siamo commossi anche noi; non ci siamo persi neanche una lezione".
"Miao, dev'essere quella strana connessione con il Signore Oscuro che rende difficile a Harry l'apprendimento dell'Occlumanzia" osservò Lo Stregatto mentre osservava distrattamente un vasetto riparato da Severus. "In ogni caso, non è escluso che il Prescelto sia un pochino tardo".
"Mai quanto te!" brontolò Daisy spazientita. "E non c'è bisogno di praticare la Legilimanzia sulla tua testolina per sapere che stai pensando di mangiarti l'anguilla nel vasetto".

"Riproviamo?" disse Piton levando ancora la bacchetta. "Al mio tre, allora. Uno...due...".

Harry non ebbe nemmeno il tempo di provare a concentrarsi e liberare la mente prima che l'insegnante esclamasse 'Legililimens'!.

Ma stavolta la mente del grifondoro poteva vedere la porta nera in fondo all'Ufficio Misteri, e si era aperta! Harry entrò in una stanza circolare con pareti e pavimento neri, illuminata da candele con la fiamma azzurra, e c'erano altre porte intorno...ma qual'era quella giusta...?

"Potter!" esclamò Piton.

Harry aprì gli occhi. Era di nuovo disteso sulla schiena, senza alcun ricordo di come ci era finito.

"Spiegati!" esclamò Piton, torreggiando su di lui, furioso.
"Io...non so che cos'è successo" disse sinceramente Harry, alzandosi. "Non l'avevo mai visto prima. Gliel'ho detto, ho sognato la porta...ma non si era mai aperta...".
"Non ti impegni abbastanza!" disse il Maestro di Pozioni. "Sei pigro e sciatto, Potter,e non mi meraviglia che l'Oscuro Signore...".
"Mi dice una cosa, signore?" domandò Harry accalorandosi di nuovo."Perché chiama Voldemort l'Oscuro Signore? Ho sempre sentito solo i Mangiamorte chiamarlo così".

"Per la barba del gatto di Merlino!...L'ho sempre chiamato all'incontrario...'Signore Oscuro'!" commentò Lo Stregatto.
"Oh...stiamo attenti alle 'etichetta oscure', adesso?" chiese Eileen sospirando.
"Non vorrei che Riddle si offendesse" osservò Conan ironicamente. "La prossima volta che lo incontriamo, chiariremo l'equivoco prima che ci uccida".
"Ma chissenefrega" mormorò Daisy, lanciando un'occhiataccia al suo fidanzato pigrone. "Tanto con noi quattro vuole farci una pelliccia violafucsia".

Piton aprì la bocca in un ringhio...e una donna gridò da qualche parte, fuori della stanza.
Levò la testa di scatto e guardò il soffitto. "Che cosa dia...?" mormorò.
Harry sentì dei rumori soffocati provenire, gli sembrava, dalla Sala d'Ingresso. Piton si voltò verso di lui accigliato.
"Hai visto qualcosa di insolito scendendo, Potter?".
Harry scosse la testa. Da qualche parte sopra di loro, la donna gridò di nuovo.

"Il castello è invaso dal nemico!" miagolò Pietra, il collare magico attivato. "Venderemo cara la pelle, anzi, la pelliccia!".
"Appunto, miao" borbottò Daisy. "E' quello che stavo miagolando, quattro pellicce a pelo magico ecologico in vendita!".

                                        

Piton andò alla porta, la bacchetta ancora in mano, e sparì. Harry esitò un istante, poi lo seguì.
Le grida provenivano proprio dalla Sala d'Ingresso, piena di studenti usciti in massa dalla Sala Grande.
Intanto, Eileen, Conan e Daisy si erano accucciati a pochi passi da Harry sfruttando le cappottine invisibili, mentre Pietra era rimasto indietro, nel corridoio del sotterraneo.
Infatti, appena uscito dall'ufficio di Piton, Pietra si era ritrovato improvvisamente davanti a tre studentesse mascherate di Serpeverde, che giocavano a fare i Mangiamorte per spaventare i bambini del primo anno.
E ovviamente, lo Stregatto le affrontò come tali.

"Non avrete mai Hogwarts finché sono vivo, neanche se mi mettono a dieta!...Cedete la zampa nanerottoli...anzi, il passo!" intimò lo Stregatto pronto a 'schiantare' il nemico. "Arrendetevi balordi...o sarà peggio per voi!".
"Chi diavolo è questo idiota?" domandò Millicent Buldstrode alle sue amiche. "Sembra Tiger...".
"Ma da cosa si è mascherato quell'idiota?" chiese Pansy Parkinson voltandosi. "Sembra il tuo brutto gattaccio spelacchiato, Millicent...un po' più grasso".
"Per la cronaca, il mio gatto non cammina su due zampe" rispose la Buldstrode risentita. "E non strilla come un deficiente. Non parla affatto!".
"Secondo me è Goyle! Draco deve avergli detto di farci uno scherzo" commentò Daphne Greenpass mentre stava alzando la mano per togliersi la maschera. "E poi, il pelo color violafucsia andava di moda l'anno scorso, che cattivo gusto. Io direi di tosarlo...".

In quel momento, Pietra credette che la Greenpass stesse per prendere la bacchetta per lanciare un'Avada kedavra', e altre grida femminili dai sotterranei si aggiunsero a quelle che provenivano di sopra.
Seguì una zampettante corsa in infermeria con le studentesse di Serpeverde schiantate che si libravano a mezz'aria, in cerca di Madama Chips.
Pix, che era stato presente a tutta la scena, non la finiva più di ridere.

"Direttore, cosa ha fatto?...Non avevo mai visto dei Miagolo-Schiantesimi così potenti: le ragazze sembrano in coma" chiese l'anziana infermiera rimanendo a bocca aperta. "Si rende conto...".
"Non dica nulla a Silente, la prego" singhiozzò Pietra cercando di apparire pentito. "Vede le maschere da Mangiamorte che indossavano?...Come potevo sapere che si divertivano a fare le bulle, miao!".
"Mmhhh, capisco" mormorò Madama Chips annuendo. "Anche se non sarà facile, potremmo farlo passare per uno degli scherzi più pesanti che Pix abbia mai fatto".
"Se Pix è d'accordo, naturalmente" miagolò lo Stregatto speranzoso.

Appena nominato, Pix apparì sopra di loro.

"Sono qui apposta, signor direttore e signora infermiera!" li interruppe il Poltergeist sogghignando malignamente. "Per servirvi!".
"Come?" domandò Madama Chips colta di sorpresa.
"E' per questo che il signor Preside non mi ha mai cacciato dal castello: tra me e il signor Silente c'è un antico patto" ridacchiò Pix a testa in giù. "Sono qui per fare da parafulmine a ogni guaio combinato dagli stregatti della Casa di Violafucsia".
"Vo-vorresti dire che...che Albus Silente ti ha permesso di restare nella scuola in tutti questi anni per..." balbettò la strega stupita.
 "Se viene attribuita la colpa di ogni 'strano o inspiegabile evento' a un povero Poltergeist inquieto, tutto si giustifica a Hogwarts" la interruppe Pix facendole la linguaccia. "Geniale il Preside, eh?".

Nel frattempo, la McGranitt era al capo opposto della Sala d'Ingresso rispetto a Harry e guardava la scena nauseata.
La professoressa Cooman era al centro della Sala d'Ingresso, con la bacchetta in una mano e la bottiglia di sherry vuota nell'altra, e l'aria completamente folle: era stata licenziata e invitata dalla professoressa Umbridge a lasciare subito il castello.
Tuttavia, con l'arrivo del Preside nella Sala d'Ingresso, a Sibilla fu risparmiata la sofferenza di lasciare Hogwarts.

Con enorme sorpresa di Harry, il professor Silente sorrise cordialmente alla Umbridge, confermandogli l'autorevolezza della sua decisione.
Poi, sempre con il sorriso sulle labbra le disse: "Naturalmente ha ragione, professoressa Umbridge. Come Inquisitore Supremo ha tutto il diritto di licenziare i miei insegnanti. Tuttavia, non ha l'autorità di mandarli via dal castello.Temo" proseguì con un piccolo inchino, "che quel potere spetti ancora al Preside. Ed è mio desiderio che la professoressa Cooman continui a vivere a Hogwarts".

Mentre Minerva riaccompagnava Sibilla con il baule nella sua stanza, e Eileen e Daisy trattenevano per le orecchie Conan dal desiderio di sfidare a duello Dolores Umbridge, quest'ultima formulò un'ultima tagliente domanda al Preside: "E cosa farà di lei, quando avrò assunto un nuovo insegnante di Divinazione, che avrà bisogno dei suoi alloggi?".
"Oh, non sarà un problema" rispose l'anziano mago in tono gentile. "Vede, ho trovato un nuovo insegnante di Divinazione, e preferisce abitare al pianterreno".

"Non sarà mica Pietra il nuovo insegnante di Divinazione?" chiese Conan bloccandosi all'istante. "Una punizione per aver schiantato le studentesse?".
"Non essere sciocco!" borbottò Eileen. "Noi siamo parte di un Ordine e di una Casa segreta!".
"E poi, miao, la punizione non sarebbe stata comminata a lui, ma a degli studenti innocenti" precisò Daisy ridacchiando. "Immaginatevi che previsioni sul futuro sarebbero scaturite dalla lettura di salsicce grigliate".

Naturalmente, l'inviata di Caramell non si sarebbe data per vinta così facilmente.

"Lei ha trovato...?" urlò stridula la Umbridge. "Lei? Posso ricordarle, Silente, che in base al Decreto Didattico numero ventidue...".
"Il Ministero ha diritto di incaricare un candidato idoneo se, e solo se, il Preside non è in grado di trovarne uno" disse Silente. "E sono felice di comunicarle che in questa occasione ho avuto successo. Posso presentarvi?".
Poi, un Centauro dai capelli biondi e gli occhi azzurri entrò nella Sala d'Ingresso di fronte agli sguardi meravigliati degli studenti.
"Questo è Fiorenzo" disse allegro Silente a una folgorata Umbridge. "Credo che lo troverà idoneo".

                                         

Poco dopo che il Semiumano aveva fatto il suo ingresso, lo Stregatto si materializzò accanto ai colleghi di ritorno dall'infermeria, attivando la cappottina invisibile.

"Per fortuna le studentesse stanno bene...benino...anzi...così, così, ma si riprenderanno prima o poi" miagolò Pietra imbarazzato. "Ehm, ehm...cosa mi sono perso?".
"Sibilla è stata licenziata, ma resta ad abitare qui" spiegò Conan.
"Al suo posto, è stato assunto Fiorenzo" aggiunse Eileen con aria torva. "Odia la divinazione umana e felina".
"Bé, almeno non dovremo fare da scorta a Sibilla in giro per la Gran Bretagna" fece notare Daisy.
"Abbiamo corso davvero questo rischio?" chiese lo Stregatto affamato con la mente annebbiata dal pensiero della cena.
"Quanto credi che sopravvivrebbe Sibilla, di questi tempi, fuori da Hogwarts?" domandò Eileen, gli occhi a fessura.
"E' lei che ha 'la Vista' profetica, mica io!" miagolò Pietra sbadigliando. "Ma ammetto che il Signore Oscuro farebbe carte astrologiche false per averla nelle sue mani".

Seguì un attimo di silenzio, mentre gli studenti sciamavano via dalla Sala d'Ingresso per tornare nelle proprie aule.

"Signore Oscuro oppure Oscuro Signore?" chiese Conan incerto.
"Oscuro Signore è un 'must' " obiettò lo Stregatto.
"Signore Oscuro è più trendy" replicò Scintillo.
"Ma Signore Oscuro è una forma più elegante...roba da Purosangue".
"Però, Oscuro Signore appare più solenne, miao!".
"Tuttavia, Signore Oscuro è miagolamente più orecchiabile".
"Nondimeno Oscuro Signore dà l'idea di un appellativo ammantato di sacralità".

Due lampi rosso-violacei provenienti dai collari di Eileen e Daisy posero fine alla conversazione felina, e Pietra e Conan si ritrovarono riversi sul pavimento.

"Ricordi la Profezia, Eileen?" miagolò Daisy con aria sorniona e molto soddisfatta. "Sibilla lo aveva previsto ben sedici anni fa; ci aveva detto...'Il giorno che non sarò più insegnante, ci sarà incertezza a Hogwarts su come chiamare il più potente mago oscuro di tutti i tempi, ma voi porrete fine alla disputa' ".
"Ce l'ha ripetuta sempre, all'inizio di ogni anno scolastico" rispose Eileen annuendo. "E' bello sapere che certe profezie, prima o poi, si avverano; ti aiutano a credere che possiedi veramente la 'Vista' ".
"Dobbiamo miagolarlo subito a Sibilla" mormorò Daisy sorridente. "In questo momento difficile...".
"Senza dubbio, miao" rispose Eileen sogghignando. "Le sarà di grande conforto professionale, come lo è stato per noi, hihihi!!!"
















     












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