Libro 5 capitolo 22, 23: Rapina al San Mungo (post suscettibile di revisione grafica da parte di Eileen)





Liberamente ispirata a Harry Potter e L'Ordine della Fenice, capitoli  22, 23: L'ospedale San Mungo per malattie e ferite magiche, Natale nel reparto riservato.






A notte fonda gli stregatti lasciarono il Ministero della Magia per materializzarsi nella Sala 'Accettazione' del San Mungo.



Maghi e streghe vestiti in verde acido andavano su e giù per le file di sedie, facendo domande e prendendo appunti su tavolette come quelle utilizzate dalla Umbridge per le ispezioni.
Avevano un simbolo ricamato sul camice da Guaritore o sulla divisa da infermiera: una bacchetta e un osso incrociati.
In un ospedale per malattie magiche era abbastanza frequente vedere persone 'vittime' di Polisucco illegali, comprese quelle in cui erano accidentalmente caduti dei peli di animali domestici.
Pertanto, quando Pietra, Conan, Eileen e Hermione iniziarono a zampettare ben visibili nel corridoio tra gli assistiti, nessuno si sorprese più di tanto di vederli.

"Guardali, Dory!...Poveretti, cosa gli sarà capitato!...Specialmente quei due grassi e arruffati..." borbottò un mago sofferente. "E io che pensavo che le scarpe mordaci regalate da mio fratello fossero il peggio".
"Un po' di rispetto per i malati obesi, Archibald" sibilò la moglie con un tono conciliante, osservando Pietra e Conan che lanciavano sguardi minacciosi al marito.

Nonostante l'ora tarda c'era una discreta fila di pazienti di fronte a una scrivania, indicata da un cartello come uno sportello 'Informazioni'.
Seduto dietro di essa un mago dall'aria stanca invocava la fine del turno e l'arrivo di una collega paffutella dai capelli biondi, che affermava di aver sposato dopo una richiesta di informazioni sullo 'Scrofungulus'.
L'uomo sosteneva ad alta voce che il suo era un matrimonio perfetto perché, a causa dei loro turni, non si erano quasi più visti dal giorno in cui erano tornati dal viaggio di nozze.

"Non ce ne frega un bel niente di tua moglie e dello Scrofungulus!" urlò una strega centenaria inferocita dai capelli bianchi in fila. "Voglio sapere dov'è il reparto 'Rigurgiti' prima di vomitarti addosso, è chiaro?".
"Poteva vomit...ehm...dirlo subito che non è interessata al matrimonio". rispose il mago indignato. "Terzo piano, la corsia sulla destra, sezione quarta età".
"Idiota..." mormorò l'anziana strega zoppicando verso le scale con un bastone culminante con una piccola zampa di drago intarsiata. "E lo pagano anche...".
"Zitella maleducata" disse fra sé e sé il mago stizzito. "Cerco solo di rallegrare i malati: bisogna lavorare anche sul morale. Avanti il prossimo!".

                                                   
Intanto Pietra, che aveva assistito divertito allo scambio di battute, stava valutando il da farsi con gli altri.
Tuttavia, prima che potessero stabilire una linea d'azione comune, gli stregatti furono colti alla sprovvista da una delle Guaritrici, apparentemente intenta a compilare la propria tavoletta.

"Benvenuti al San Mungo. Il vostro problema mi pare identico" disse la giovane donna con un tono di voce severo ma pacato. "E' sufficiente che uno di voi risponda per tutti alle domande, grazie...Avete il dubbio di aver bevuto delle Pozioni Polisucco impure, magari con peli felini di scarsa qualità?".
"No, miao!" rispose lo Stregatto per primo, gli occhi a fessura.
"Siete allergici agli Kneazle?" chiese la Guaritrice con un piglio sempre più arcigno.
"No, miao!" replicò Pietra sbuffando leggermente.
"Avete il sospetto che i vostri incantesimi di Trasfigurazione siano andati diversamente da come avreste desiderato?" continuò la donna spuntando energicamente delle caselle con la sua piuma.
"No, miao!" ripeté Pietra quasi fosse un disco rotto.
"Sente spesso il bisogno di comunicare con un fastidioso 'miao' a fine frase in presenza di umani?" domandò la donna senza alzare lo sguardo.
"No, miao!" soffiò il Direttore della Casa di Violafucsia digrignando leggermente i denti.

Per un momento Conan, Eileen e Daisy si misero a ridacchiare, prima di essere fulminati dallo sguardo intenso della ragazza.
Indubbiamente i suoi modi austeri e i capelli raccolti ricordavano qualcuno di loro conoscenza, per la precisione un'insegnante di Hogwarts per l'esattezza.

"Siete stati morsi da uno Stregatto Mannaro?" proseguì la donna, lo sguardo penetrante.
"No, miao!...Gli Stregatti Mannari non esistono, dovrebbe saperlo..." replicò Pietra digrignando i denti. "E per quanto mi riguarda, l'esclusiva sui morsi ce l'ha solo la mia Daisy".
"Ahhhh, Bene, bene!...Finalmente sono sicura della vostra 'diagnosi' " mormorò la Guaritrice abbassando la tavoletta di colpo. "Avete una malattia mortale chiamata 'Morbo di Silente'!".
"Cos....miao?" chiese Pietra spiazzato. "Quante vite mi rimangono?...Dove devo...".
"...Andate al primo piano, seconda porta a destra, Reparto Dai 'Pernicioso' Llewellyn: morsi gravi" continuò la giovane strega soave. "Entrate nella stanza dove sono ricoverati un uomo morso da un Lupo Mannaro e una donna senza una gamba. Accanto a loro troverete la cura, cioè colui che cercate".
"Davvero, miao?...E' già arrivato, miao!" rispose Pietra stupito dalla velocità dei soccorsi ad Arthur. "Comunque, miao, non sapevamo che al San Mungo c'era un'amica di Alb...".
"Neanche io" lo interruppe la Guaritrice indossando gli occhiali di Minerva McGranitt e voltandogli le spalle. "E smettila di dire 'miao' ogni tre secondi, per la barba di Merlino!".
"Allora, senza dire 'miao' " continuò Pietra, "siamo pronti a far visita a...".
"...I vostri ordini sono di difenderlo durante la degenza, mentre Potter se la caverà da solo per un po' " lo bloccò la McGranitt sfinita."Proteggete il signor Weasley senza rubare il cibo ai malati e, possibilmente, evitando di distruggere l'ospedale".

Subito Pietra e Conan assunsero un'aria indignata, incrociando le zampette senza rispondere.

"E' la prima volta che vedo Minerva usare una Polisucco in missione" miagolò Eileen sorridente mentre la direttrice di Grifondoro si allontanava.
"Ha scelto le sembianze di una bella e giovane Guaritrice" osservò Daisy annuendo. "Un'ottima copertura!".
"Vero!" sibilò Conan. "Nessuno avrebbe mai pensato che fosse la vegliarda inacidita".
"Ma è rimasta inacidita come il latte andato a male, ghghgh!" sogghignò Pietra indicando sommessamente le scale, quando ormai la Professoressa McGranitt sotto mentite spoglie era già scomparsa.

                                    

Giunti al primo piano, i membri dell'Ordine di Gattaca individuarono facilmente il reparto grazie alle informazioni suggerite da Minerva.
Proprio all'entrata, sopra un cartellino di bronzo, c'era scritto a mano: Guaritore Responsabile: Ippocrate Smeth-wyck. Tirocinante: Augustus Pye.
Per fortuna, si trattava di due Guaritori amici del Presidente Noli Me Tangere, e quindi, simpatizzanti dei felini magici.
Le pareti della corsia erano rivestite di pannelli di quercia e, addosso a una parete, era appeso il ritratto 'animato' di Urquahart Rackharrow, un mago vissuto nel diciassettesimo secolo, l'inventore della Maledizione Espellivisceri, con cui Pietra ebbe una breve discussione sul modo di pulire la trippa.

Il resto della  tarda serata trascorse abbastanza tranquillamente, salvo un piccolo inconveniente occorso a un'infermiera: la strega aveva aperto la porta della stanza di Arthur Weasley senza preavviso, ed era stata schiantata da Pietra e Conan prima di poter augurare la buonanotte ai malati.

"Ritengo che non sia una buona pratica sanitaria giocare al 'tiro al bersaglio' con il personale del mio Reparto" osservò  Ippocrate Smeth-wyck accigliato. "Silente non lo apprezzerebbe, decisamente no".
"Ma perché l'infermiera non ha bussato?" chiese Pietra imbarazzato. "Poteva farsi riconoscere...annunciarsi...miagolare...parlare...".
"Preferiscono non disturbare gli assistiti che riposano, facendo meno rumore possibile" rispose Augustus Pye sospirando.
"Bé...si muovono in corsia come assassine silenziose" obiettò Pietra allargando le zampette. "Se fosse stata una Mangiamorte...".
"Allora...sono aperto ai vostri suggerimenti" disse l'anziano Guaritore, gli occhi venati. "Purché ciò permetta di curare i presenti in questa stanza senza ulteriori incidenti".
"Ehm, sarebbe meglio lasciare la porta della stanza spalancata fino all'alba" replicò Conan torvo. "Avremo una visuale migliore del corridoio".
"D'accordo" disse il Guaritore Responsabile annuendo. "E' una proposta ragionevole".
"Anch'io farò buona guardia, qui fuori" aggiunse Pye alzando le mani. "Per favore, non...".
"Faremo il possibile per non fulminarti, caro Augustus" miagolò Eileen sogghignando. "Intanto, per la tua incolumità, manderemo Pietra e Conan a pigrare sotto il letto di Arthur".
"Eh già! Il prossimo turno è il nostro" precisò Daisy indicando se stessa e poi Eileen. "Siete più sereni, adesso?".
"Finalmente una buona notizia!" commentò Smeth-wyck arricciando lievemente le labbra. "Adesso scusatemi, corro a informare le altre infermiere prima che rassegnino le dimissioni o chiedano il trasferimento in altro reparto".

Alle prime luci dell'alba, Fanny avvisò gli stregatti che Harry Potter e la Famiglia Weasley sarebbero arrivati al San Mungo a partire dall'ora di pranzo, insieme a una scorta di membri dell'Ordine della Fenice.
Non c'erano stati altri incidenti di sorta con le infermiere che, ogni mezz'ora, erano riuscite a somministrare al signor Weasley la Pozione Rimpolpasangue senza restare vittime di agguati felini.
Dopo colazione, invece, in occasione del primo giro d'ispezione mattutino, l'attenzione di Pietra e Conan fu richiamata dal ritratto di un'anziana donna, ex Preside di Hogwarts, presso il 'Punto Informativo'.

"E' stata una notte movimentata, vero?" chiese Dilys Derwent con un'espressione severa. "Ho impiegato parecchio tempo a convincere il Guaritore Responsabile a non dire niente a Silente dell'infermiera schiantata".
"Mia cara Dylis...non vorrai sottoporre tutti gli stregatti a un trattamento sanitario magico obbligatorio per ogni piccolo errore di valutazione!" miagolò Pietra con aria innocente.
"Non tutti" rispose Derwent con espressione torva. "Due in particolare!".
"Non siamo matti" obiettò Conan sogghignando. "E' solo che la nostra realtà è diversa dalla vostra, eh, eh, eh!".
"Corre voce che avete ferito Nagini, l'animaletto preferito del Signore Oscuro" disse l'ex Preside e Guaritrice cambiando repentinamente argomento. "Ciò significa che, in questo momento, vi servirebbe una realtà dove Lord Voldemort non possa raggiungervi, possibilmente un altro pianeta. Non avete paura della sua vendetta?".
"Neanche un po'. Allora, ci serve davvero un trattamento sanitario obbligatorio, ghghgh!" miagolò Pietra impettito. "Perché noi rimarremo al fianco di Potter e combatteremo il Signore Oscuro fino all'ultima salsiccia...ehm, cioè fino all'ultimo respiro!....Che poi è quasi lo stesso".
"Sapete come si dice?...'Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno' " commentò l'anziana maga prima di svanire dal quadro.

Dilys Derwent era diventata famosa per citare frasi di uomini importanti senza dare un briciolo di spiegazione, lasciando studenti e interlocutori attoniti, compresi Pietra e Conan.

"E questo che vorrebbe miagolare, miao?" chiese Conan leggermente preoccupato.
"Significa che se qualcuno busserà alla porta" replicò Pietra, "dobbiamo uscire furtivamente dalla finestra sul retro, catturare il disturbatore, e poi, rientrare da dove siamo usciti prima che sia troppo tardi per pigrare".
"Perché non suonare il campanello?" domandò Conan dubbioso.
"Ora mi fai domande troppo difficili, non sono la McGranitt" replicò lo Pietra sogghignando.
"Sei sicuro di ciò che stai miagolando?" chiese Scintillo incerto.
"Per niente" rispose lo Stregatto risalendo le scale per il primo piano. "Ma mi sembra una valida linea d'azione per chi, come noi, perde sempre le chiavi di casa, ghghgh!!!".

                                  

Il gruppo di Harry Potter giunse all'Ospedale dopo pranzo come previsto, scortato da Malocchio e Tonks.
Arthur era felice di poter rivedere vedere Molly, Ron, Fred e George, ma alle domande dei suoi figli fu costretto a rispondere in maniera assai evasiva: era fondamentale non far circolare più informazioni del necessario.
Si limitò ad affermare che aveva avuto una giornata lavorativa molto lunga e, conseguentemente, si era addormentato in servizio esponendosi ai morsi di un grosso serpente di passaggio.
Quando i gemelli Weasley insistettero per saperne di più, Molly fece uscire tutti dalla stanza con la scusa di far entrare, in visita, i due Auror rimasti fuori di guardia.
Ma Fred e George non erano tipi da arrendersi così facilmente e, al comportamento ostativo della madre, risposero azionando le 'Orecchie Oblunghe'.
Così, sbrogliarono i nastri color carne della loro invenzione e li srotolarono vicino alla porta.
Sulle prime Harry non sentì nulla, poi sobbalzò: il bisbiglìo di Tonks gli giungeva chiaro come se stesse parlando accanto a lui.

"...Hanno perquisito tutta la zona ma non hanno trovato il serpente da nessuna parte. Sembra che si sia volatilizzato dopo l'agguato, Arthur...ma Tu-Sai-Chi non poteva pensare che un serpente sarebbe riuscito a entrare, no?".
"Io credo che l'abbia mandato in perlustrazione" grugnì Moody, "perché finora non ha avuto una gran fortuna giusto? No, credo che stia cercando di farsi un'idea precisa di che cosa deve affrontare, e se Arthur non fosse stato lì, la bestia avrebbe avuto molto più tempo per guardarsi intorno. E così Potter dice che ha visto tutto?".
"Si" rispose la signora Weasley. Suonava piuttosto a disagio. "Sapete, sembra quasi che Silente se lo aspettasse".
"Ah, bé" disse Moody, "che quel ragazzo abbia qualcosa di strano lo sappiamo tutti".
"Silente sembrava preoccupato per Harry quando gli ho parlato stamattina" sussurrò la signora Weasley.
"Certo che è preoccupato" ringhiò Malocchio Moody. "Il ragazzo vede le cose da dentro la testa del serpente di Tu-Sai-Chi. Certo Potter non si rende conto di che cosa significa, ma se è posseduto da Tu-Sai-Chi...".

Harry si strappò via l'Orecchio Oblungo, col cuore in gola che batteva all'impazzata e il viso che avvampava. Si voltò verso gli altri. Lo stavano fissando con i fili che spuntavano ancora dalle orecchie, improvvisamente spaventati.

Vicino ai grifondoro, sempre invisibili, gli stregatti restarono in religioso silenzio.
Sapevano che quella di Malocchio era solo un'orribile falsa ipotesi, e che la mancanza di dialogo tra Potter e Silente stava contribuendo ad alimentarla.
Pertanto, era imperativo miagolare al ragazzo prima che prendesse decisioni avventate.

                               

Intanto, di ritorno a Grimmauld Place, Harry pensava se fosse per quel motivo che Silente non lo guardava più negli occhi, e cioè, se si aspettasse di vedere Voldemort che lo fissava.
Era lui il serpente, ormai lo sapeva.
Oltre ai seguaci, Harry comprese bene che Voldemort stava cercando qualcosa che l'ultima volta non aveva...un'arma.
Forse era lui l'arma, pronta a fare del male ai suoi amici.
Arrivato a Casa Black, su consiglio di Molly, Harry andò a riposarsi nella camera che condivideva con Ron.
Era proprio quello che voleva: un'ottima scusa per non parlare con gli altri.
Prese a camminare su e giù, davanti ai letti e al ritratto vuoto di Phineas Nigellus, con la testa che ribolliva di domande e pensieri ancora più terribili.
In effetti, se lui fosse stato posseduto da Voldemort, avrebbe fornito involontariamente al nemico una visione perfetta del Quartier Generale dell'Ordine della Fenice.
Questo era un pericolo che Harry avrebbe potuto scongiurare soltanto se fosse andato via, a Hogwarts, o meglio ancora a Privet Drive.

"Miao...nel caso te lo domandassi, il Signore Oscuro non è mai stato un Animagus" miagolò Conan apparendo improvvisamente davanti al ragazzo insieme agli altri stregatti. "La considera una magia inutile, sai".
"Non si usa più bussare prima di entrare in una camera da letto?" chiese Harry contrariato.
"E non crediamo proprio che lui sia mai stato dentro di te" aggiunse Eileen ignorando la domanda. "Sebbene Silente stia tuttora cercando di capire la natura magica del vostro collegamento".
"Tuttavia...è possibile il contrario!" miagolò Pietra testando la morbidezza del materasso del letto. "La nostra miagolante ipotesi è sicuramente più elegante di quella di Malocchio Moody".
"E dal momento che nessun Mangiamorte è qui" miagolò Daisy sorridente, "dobbiamo supporre che il Signore Oscuro non si è ancora accorto di tale legame e di ciò che tu percepisci dalla sua mente".

Il ragazzo lì fissò basito, quasi compatisse dei malati di mente in attesa di essere ricoverati al San Mungo, Reparto Intensivo 'Deliri da Maledizioni'.

"Che razza di assurdità è mai questa!" esclamò Harry visibilmente scosso. "Dunque, sarei io a fare incursioni nei pensieri del mago oscuro più potente del mondo?".
"E' l'ipotesi miagolo-plausibile a cui sta lavorando il Preside, bizzarra si ma plausibile" miagolò Eileen risoluta. "Vedi...ci sono dei campi della magia che non sono mai stati esplorati...".
"Capisco. Voi mi avete sempre sorvegliato per proteggere gli altri da me, non me!" sbottò il grifondoro respirando affannosamente.
"Ora sei tu che dici sciocchezze, non fraintendere" osservò Conan sbuffando. "Cerchiamo di proteggere tutti, ma ammettiamo che, per te, abbiamo un occhio e una zampa di riguardo, eh, eh!".
"E allora...dove eravate quando il padre di Ron è stato aggredito?" domandò Harry quasi sottovoce.
"Eravamo vicino a lui" precisò Pietra ingrugnito. "Stavamo facendo uno spuntino notturno e, proprio nel momento in cui gli stavamo portando il caffè, è stato morso ripetutamente da Nagini. Infine, lo abbiamo soccorso lottando contro il serpente".
"Non è vero!" sibilò Harry infuriato. "Ero lì e non vi ho visto".
"Probabilmente, ti sei svegliato pochi secondi prima che Pietra e Conan entrassero in azione" fece notare Daisy allargando le zampette. "Poco dopo lo scontro, siamo arrivate anche io ed Eileen con le prime Pozioni Rimpolpasangue. Lo giuriamo su Alice e il Paese delle Meraviglie!".
"Già, miao!...Posso assicurarti che poteva andare molto peggio ad Arthur" aggiunse Scintille incrociando le zampette. "Tu hai avvisato Silente e hai messo in moto i soccorsi successivi, mentre noi abbiamo impedito che morisse prima del loro arrivo: ognuno ha contribuito a salvare la vita di Arthur".
"L'unica vera vittima è stato il magnifico caffè di Molly" miagolò Pietra sogghignando. "Una fine gloriosa, però".
"E adesso cosa dovrei fare?" chiese Harry riprendendo a camminare in su e giù. "Tornare dai Dursley?".
"No, miao!...Resta dove sei" miagolò Eileen indicando il quadro vuoto di Phinneas Nigellus, "e aspetta un messaggio da parte di Silente".
"Ma se la vostra ipotesi non fosse corretta?" domandò il giovane mago preoccupato.
"Perlomeno ci permetteresti di pigrare un po' prima di essere assediati dai Mangiamorte" miagolò Conan saltellando su un guanciale."Ammesso che riescano a individuare Casa Black...".
"Va bene...ma qual'è l'arma cercata Voldemort?" domandò Harry cercando di calmarsi. "Quella che non aveva l'ultima volta".
"E chi ha miagolato che si tratta di un'arma?" chiese Pietra con aria innocente. "Pensiamo che desideri impadronirsi di...'informazioni fondamentali'. Di più non possiamo miagolare!".
"Quali informazioni?" chiese Harry sfiancato.
"Sulla marca del caffè di Molly, per esempio" sogghignò lo Stregatto sempre più dispettoso. "Raramente i maghi e le streghe sanno utilizzare la moka babbana!...Da una buona tazza di caffé, potrebbero dipendere le sorti di un duello oppure di una guerra, muahahahahah!!!".

Harry comprese di essersi spinto troppo oltre, dal momento che gli stregatti erano vincolati al segreto da Albus Silente.
Del resto, anche le 'informazioni fondamentali' di cui miagolava Pietra potevano considerarsi un'arma.
Poi, dopo una breve pausa di silenzio, gli stregatti lo salutarono con un inchino suggerendogli di fare una buona pigrata, e scomparvero.

                                     

"Andarsene o restare" pensò Harry fra sé e sé.
Guardò il quadro vuoto di Phineas Nigellus Black, nella speranza di vederlo apparire.
Se era vero quello che aveva miagolato Eileen Scintille, avrebbe potuto parlare con l'ex Preside della bontà delle sue intenzioni di andare a Privet Drive.
Ma nel ritratto non c'era ancora alcuna traccia del parente di Sirius e Harry stava cominciando a perdere la pazienza.

Bé, se era così, se la sua decisione doveva dipendere da ipotesi campate in aria, si disse il ragazzo, non aveva senso aspettare.
Cercando con tutte le forze di non pensare a come avrebbero reagito i Dursley trovandolo sulla soglia di casa sei mesi prima del previsto, andò verso il baule, chiuse il coperchio, e poi si guardò meccanicamente intorno in cerca di Edvige prima di ricordare che era ancora a Hogwarts.
Afferrò una maniglia del baule ed era già a metà strada verso la porta quando una voce sprezzante disse: "Ce la battiamo, eh?".

Harry si voltò. Phineas Nigellus era apparso sulla tela del suo ritratto e stava appoggiato alla cornice. Guardava Harry con un'espressione divertita.

"Pensavo" disse l'ex Preside, accarezzandosi la barba a punta, "che per appartenere alla casa di Grifondoro si dovesse essere coraggiosi...A me pare che saresti stato meglio nella mia. Noi di Serpeverde siamo coraggiosi, certo, ma non stupidi. Per esempio, se possiamo, cerchiamo sempre di salvarci la pelle".
"Non è la mia pelle che sto salvando" rispose gelido Harry, trascinando il baule su un punto della moquette particolarmente gibboso e divorato dalle tarme, davanti alla porta.
"Ah, ho capito" disse Phineas Nigellus, "questa non è la fuga di un codardo...è un gesto nobile".

Harry lo ignorò. La sua mano era già sulla maniglia della porta, mentre i quattro stregatti erano appostati nel pianerottolo, pronti a impedirgli di lasciare il Quartier Generale.

"Potrebbe essere la volta buona che ci prendiamo la soddisfazione di schiantare il Prescelto senza essere rimproverati da Silente" miagolò Conan fregandosi le zampette.
"Non prima che Phinneas faccia l'ultimo tentativo per convincerlo a rimanere" obiettò Eileen.
"Non prima che Harry prenda le scale" aggiunse Daisy.
"Uffa!...Ogni scusa è buona per non schiantarlo" protestò Pietra. "Mai una gioia, miao!".

Quando tutte le speranze sembravano perdute, l'ex Preside di Serpeverde si decise a rivelare il motivo della sua visita: "Ho un messaggio da parte di Silente".
Harry si voltò.
"E che cosa dice?".
"Resta dove sei".
"Non mi sono mosso!" esclamò Harry, con la mano ancora sulla maniglia. "Qual'è il messaggio?".
"Te l'ho appena detto, stupido" rispose dolcemente Phineas Nigellus. "Silente dice: resta dove sei".

Al messaggio non seguivano spiegazioni, sebbene Harry dovette concordare con Phineas che nessuna decisione di Silente lo aveva mai danneggiato.
Infine, l'illustre parente di Sirius raggiunse con calma il bordo della cornice e sparì.

"Vattene pure!" sbraitò Harry contro la cornice vuota. "E dì a Silente: grazie di nulla!".

La tela restò in silenzio. Furioso, Harry trascinò di nuovo il baule ai piedi del letto, poi si buttò a faccia in giù sulle coperte tarmate.
Poco più tardi, Ron lo avvisò che era pronta la cena, ma lui preferì restare a letto e cercare di addormentarsi.

"Se non mangia il suo pasticcio di carne, ce lo sbaferemo noi, ghghgh!" miagolò una voce conosciuta proveniente dai corridoi. "Alla caricaaahhh!".
"Pancia mia fatti capanna, eh, eh!" rispose un'altra voce ridacchiante.
"Non oserete, miao!" esclamò Daisy. "Fermi, balordi!".
"Molly metterà la sua porzione da parte!" brontolò Eileen con un tono più feroce. "Ultimo avviso, fate un'altro passo e...".

Seguirono dei bagliori di luce rossa e dei tonfi sordi, rumori che richiamarono alla mente del grifondoro la fantasiosa immagine di grossi stregatti ruzzolanti per le scale.

"Chissà come sarebbe fare incursioni nei pensieri di Pietra" pensò Harry rilassandosi. "Vedere il mondo attraverso gli occhi di uno stregatto...".
 Infine, immaginandosi di partecipare ad una caccia al Pasticcio di Maiale, che fuggiva zampettante come un topo per i corridoi di Hogwarts, si addormentò.

                                     

Harry si svegliò alle prime ore del mattino, con lo stomaco indolenzito dalla fame, e Ron che russava nel letto accanto.
C'erano perfino creature che dormivano sotto il suo letto miagolando lievemente di tanto in tanto, ma preferì soprassedere.
Sbattendo le palpebre vide la sagoma scura di Phineas Nigellus di nuovo nel suo ritratto, e pensò che Silente doveva averlo mandato per sorvegliarlo, nel caso che aggredisse qualcun altro.
Desiderò quasi di non aver obbedito a Silente...se questa era la vita che lo aspettava a Grimmauld Place d'ora in poi, tanto valeva tornare a Privet Drive.

Tutti gli altri passarono la mattina successiva ad appendere le decorazioni natalizie.
Harry non ricordava di aver mai visto Sirius tanto di buon umore; cantava addirittura le carole, deliziato di avere ospiti per Natale.
Ma la vera sorpresa fu l'arrivo di Hermione Granger, che aveva rinunciato a partecipare alla settimana bianca con i genitori per stare con gli amici in un momento difficile.

Nell'occasione, sia Hermione che Ginny offrirono un contributo fondamentale per rasserenare l'animo di Harry.
Grazie alle precedenti esperienze legate al diario di Tom Riddle, Ginny riuscì a descrivere facilmente gli effetti della sua 'possessione' da parte di Voldemort: tale 'stato' era stato caratterizzato da momenti di vuoto, buchi di ore intere di cui non aveva alcun ricordo e la minima idea di cosa aveva fatto.
E questo non era certo il caso di Harry, che sapeva benissimo cosa era accaduto al padre di Ron.

Invece Hermione ebbe buon gioco a spiegargli che, nessuno può Materializzarsi o Smaterializzarsi dentro i confini di Hogwarts, (salvo Silente e...gli stregatti!), e pertanto, nemmeno il Signore Oscuro avrebbe potuto farlo volare via dal suo dormitorio per poi riportarlo indietro.
Ascoltata, infine, la testimonianza di Ron, che lo aveva visto agitarsi nel letto per almeno un minuto prima di svegliarsi, Harry concluse che i precedenti miagolii degli stregatti erano ragionevoli: non era lui l'arma cercata da Voldemort.
E sebbene le informazioni ricercate dal Signore Oscuro rimanessero ancora un mistero, il cuore del ragazzo si riempì di gioia, illuminandosi della prima scintilla di spirito natalizio.

La mattina di Natale, mentre i giovani grifondoro erano intenti a scartare i rispettivi regali, gli stregatti stavano commentando la misteriosa scomparsa di Kreacher l'Elfo Domestico, in attesa di ritornare a far visita ad Arthur.

"Scommetto un quarto di salsiccia che Kreacher è andato a baciare le zampe di Bellatrix!" miagolò Pietra con un'espressione disgustata. "Artiglio sudicio per artiglio sudicio".
"...Baciare le mani oppure i piedi!...Unghia per unghia" lo corresse Daisy scuotendo la testa. "Quando imparerai certe distinzioni?".
"D'accordo!" brontolò Pietra arrossendo. "E' andato a baciargli le pantofole...va meglio?".
"Ci manca solo che le chieda di autografare la foto che tiene come cimelio!" aggiunse Conan torvo. "Strano che l'abbia dimenticata nel suo giaciglio puzzolente".
"In ogni caso...per quanto Kreacher trovi intollerabile servire Sirius, non può tradirlo!" obiettò Eileen spazientita.
"Inoltre, non può rivelare alcun segreto dell'Ordine della Fenice e del suo Quartier Generale" fece notare Daisy gesticolando con le zampette nervosamente.
"Ma può rivelare altre informazioni di carattere diverso!" esclamò Pietra visibilmente scosso. "Per esempio...il menù di Molly, il numero di tappeti mangiati dalle tarme, i consumi dello scaldabagno, e le costolette di rosticciana presenti nel frigorifero".
"Io mi preoccuperei di più se a Voldemort fosse rivelato qualcosa che potrebbe sfruttare a suo vantaggio" mormorò Eileen incrociando le mani. "Qualche nostra debolezza...".
"Bé, dato il nostro legame 'quasi parentale' con il cibo, qualcuno potrebbe suggerire a Kreacher di avvelenare l'arrosto" sibilò Conan rabbrividendo. "Vi pare poco, miao?".
"Non siate egocentrici" miagolò Daisy indignata. "Provate a pensare, solo per un attimo, a cosa potrebbe accadere se Kreacher rivelasse lo stretto rapporto tra Harry e Sirius: entrambi sono pronti a dare la propria vita per l'altro".
"Non vedo in che modo il Signore Oscuro potrebbe utilizzare questa informazione a suo vantaggio" commentò Pietra distratto dal pensiero del cibo. "O almeno, non senza la complicità di Kreacher, che non può tradire il suo padrone".
"Non tradirebbe il suo padrone, miao" rispose Eileen preoccupata. "A Kreacher sarebbe sufficiente raggirare Harry Potter".
"Un'idea strategica così geniale verrebbe in mente solo a me e a Conan!" miagolò Pietra soave. "State sopravvalutando quel mentegatto del Signore Oscuro!"
"'Mentecatto'!" lo corresse Daisy per la seconda volta.
"Per favore, pensiamo alle priorità, adesso!...Molly e i ragazzi partiranno per il San Mungo dopo pranzo" mormorò Eileen cambiando argomento.
"Allora, prepariamo un piano" replicò Conan fregandosi le zampette. "Nulla dev'essere lasciato al caso!".
"Un piano per scortare Harry da Grimmauld Place all'Ospedale?" domandò la Stregatta incuriosita.
"No, per il pranzo" rispose lo Stregatto risoluto indicando la cucina.
"Un piano per volta, per tutti i randagi felini di Merlino!" aggiunse Scintillo impaziente, la lingua penzoloni.
"Quando fanno così...li crucerei!" esclamò Scintille, mentre manifestava un tic all'occhio destro.
"A chi lo miagoli!" rispose Daisy annuendo rassegnata. "Dovevamo immaginarcelo: il piano che adorano di più è...il 'piano di cottura' di Molly".

                                                                        

Alcune ore più tardi Harry e i suoi amici raggiunsero sani e salvi il San Mungo, ma stavolta non erano soli: due Mangiamorte travestiti erano riusciti a infiltrarsi dopo di loro, mettendosi in fila alla postazione delle 'Informazioni'.

"Li hai visti, Frazier?" mormorò Scar Cunnigham all'orecchio del suo compagno. "Ci sono anche Malocchio Moody e Remus Lupin di scorta".
"Aspetteremo che l'orario delle visite sia terminato" rispose Frazier Thompson mordendosi un labbro. "Poi consegneremo il nostro regalo ad Arthur Weasley".
"Hai mai pensato che la luce verde di un'Avada Kedavra è in sintonia con le feste natalizie?" domandò Scar sogghignando. "O almeno con l'albero di Natale".
"Come i costumi rosso sangue da Babbo Natale e il sacco pieno di regali che ho rubato poco fa" replicò Frazier aggiustandosi la finta barba bianca. "La giacca mi sta un po' stretta come lo spirito natalizio".
"Ehi...che fine hanno fatto i maghi che indossavano questi vestiti?" chiese Scar incuriosito. "Ritardo un minuto e cogli sempre l'occasione per divertirti senza di me!".
"Oh...la fine che si meritavano: schiacciati dalla loro slitta prima di entrare in Ospedale" disse Frazier con uno sguardo maligno. "Poi ho provveduto a far sparire i corpi".
"Che colpo di fortuna averli incontrati" sibilò Scar sotto voce. "Però, a Natale mi sento più buono; uccideremo il signor Weasley senza torturarlo".
"Ecco perché preferisco divertirmi da solo!" borbottò Frazier sbuffando. "Così non devo sopportare il tuo stupido sentimentalismo natalizio".

Giunto il loro turno, il mago alla scrivania delle 'Informazioni' li osservò gioioso e, senza avvertire alcun sospetto, esclamò: "Buon Natale ragazzi, vi aspettavamo con ansia!...Potete accomodarvi al quinto piano nella Sala da tè. La distribuzione dei regali inizierà subito dopo le visite dei familiari".
"Perfetto, non vediamo l'ora" rispose Scar dirigendosi con il suo compare verso le scale. "Un meraviglioso Natale, amico mio!".
"A proposito...cosa facciamo con Broderick Bode?" chiese Frazier sottovoce salito a metà pianerottolo. "Dobbiamo uccidere anche lui, non dimenticarlo".
"Sono io che ho il pollice verde, non tu" rispose Scar mostrando un vaso con una pianta sospetta. "I tuoi voti a Erbologia facevano impallidire i Troll".
"Non è un Frullobulbo, vero?" domandò Frazier ridacchiando.
"Decisamente no" replicò Scar. "E' un Tranello del Diavolo pronto per la consegna!".

Mentre i falsi Babbi Natale stavano salendo verso il primo piano, gli stregatti li osservarono dalla Sala d'accettazione con occhi sognanti.

"Non me ne andrò via dal San Mungo senza un regalo di Babbo Natale!" miagolò Pietra incuriosito dai misteriosi pacchetti contenuti nei sacchi. "Là dentro dovrebbero esserci dei cestini pieni di salsicce! Ho sentito un profumino...".
"Ce lo meritiamo, miao" aggiunse Conan applaudendo pacatamente. "Allora è deciso...la prossima tappa è la Sala da Tè!".
"Neanche per sogno!" sbottò Daisy infuriata. "I regali spettano solo ai bambini malati!".
"Avete deciso di dare fastidio a dei poveri volontari che sono qui per alleviare le sofferenze dei piccoli malati?" chiese Eileen indignata. "Vergogna! Lasciate in pace Babbo Natale!".
"Per la verità...noi ci sentiamo un po' malaticci, ghghgh!" miagolò Pietra ingobbendosi e incavando le guance.
"Stress felino causato da 'Harry Potter'!" sentenziò Conan simulando delle vertigini. "Iniziate pure il primo turno di guardia; noi vi raggiungeremo dopo aver dato la nostra letterina ai Babbi Natale, eh, eh, eh!".
E con un 'puff' smaterializzante gli stregatti lasciarono Eileen e Daisy a bocca aperta e sconcertate.

                                        

Nel frattempo la visita ad Arthur non era cominciata nel migliore dei modi.
Il signor Weasley e il Guaritore Tirocinante Augustus Pye, un appassionato di medicina babbana, si erano accordati per applicare dei punti di sutura sulle ferite provocate dai morsi del serpente, ma i risultati ottenuti non erano stati confortanti.
Infatti il veleno magico ancora in circolazione stava lentamente sciogliendo i punti, e Molly era diventata una furia.
Vista la brutta piega che stava prendendo la discussione, Ron ebbe l'idea di allontanarsi dalla stanza per andare in Sala da Tè e, immediatamente, Harry, Hermione e Ginny uscirono dalla porta con lui.
Tuttavia, quando i grifondoro raggiunsero il Reparto Lesioni Magiche per Lungodegenti al quarto piano, la loro attenzione fu catturata da due incredibili sorprese.
Prima si imbatterono nel Professor Allock il vecchio professore di Difesa contro le Arti Oscure, che aveva perso parzialmente la memoria, ma non il vizio di firmare autografi per i suoi fans.
Poi incontrarono un imbarazzato Neville Paciock, venuto a far visita ai suoi genitori insieme a sua nonna.
Purtroppo, gli ex Auror, Frank e Alice Paciock, erano stati torturati da Bellatrix Lestrange con la Maledizione Cruciatus fino alla perdita della ragione.
Si trattava di una questione così delicata che Neville aveva preferito tenersi per sé, almeno fino a quel momento.
Grazie a Silente solo Harry conosceva la tragica situazione, ovvero il vero motivo per cui Bellatrix era finita ad Azkaban, ma aveva promesso di non parlarne con nessuno.

Nello stesso tempo, mentre Harry, Ron, Hermione e Ginny si stavano intrattenendo con Neville e la sua eccentrica nonna, Pietra e Conan si erano furtivamente materializzati al quinto piano, dove avevano visto entrare i Babbi Natale con un po' di ritardo.

"E' stato doloroso separarmi dalla mia pianticella" mormorò Scar dirigendosi verso il bancone. "L'avevo coltivata con tanto Amore. Abbandonarla così, sola su quel comodino...".
"Ma Broderick Bode se la merita, lo sai" obiettò Frazier dando una pacca sulla spalla al suo complice. "E' stato un regalo necessario".
"I Tranelli del Diavolo dovrebbero contribuire a migliorare l'ecosistema magico e l'ossigeno che respiriamo" piagnucolò Scar, gli occhi arrossati. "E non essere sprecati in quel modo...".
"Non fare l'ambientalista con me, Scar" concluse Frazier sospirando. "Il rischio di una sua guarigione è troppo alto: sa troppe cose...".

Alla fine i due si appollaiarono comodamente sui trespoli vicino al bancone mentre gli stregatti li raggiunsero incappucciati, trotterellando e indossando mascherine chirurgiche con simboli magici e natalizi.
Sembravano bambini troppo cresciuti colpiti da qualche strano virus.

"Cosa avete nel sacco, cari Babbini Natale?" chiese Pietra parlando con una voce infantile.
"Che te ne frega?" rispose Frazier buttando giù la sua bevanda con un'espressione disgustata.
"Possiamo scegliere un regalino?" domandò Conan trattenendo un 'miao' compromettente.
"No!" borbottò Scar secco. "Girate alla larga!".
"Ma siamo gravemente malati" obiettò Pietra piagnucolando. "Forse non arriveremo a Pasqua".
"Appunto...che ve ne fate di un regalo?" ringhiò Frazier scorgendo le pupille di Pietra. "State lontano!...Potreste essere contagiosi".
"Questi marmocchi hanno le pupille quasi identiche a quelle del Signore Oscuro" aggiunse Scar lievemente stupito. "Per me non arrivano a San Silvestro, ah, ah, ah!!!".
"Potremmo strozzarli per alleviare le loro sofferenze!" propose Frazier ridacchiando.
"Suvvia, solo un piccolo regalino e ce ne andiamo" propose Conan singhiozzando come un bambino petulante.
"Ne riparliamo dopo che abbiamo preso l'incasso di questo schifo di locale, ah, ah, ah!" brontolò Scar lanciando un'occhiataccia al barista. "Lo considero un rimborso per la brodaglia che ci ha servito".

Sentita l'ultima frase, il barista si allontanò preoccupato dal bancone con l'intenzione di chiamare degli Auror, borbottando qualcosa riguardo a dei tavoli da pulire.
L'ultima cosa che si era immaginato quel povero mago al San Mungo, nel giorno di Natale, era una rapina in Sala da tè.

"Non ho mai visto un Babbino Natale così cattivo...e deficiente" commentò Conan insospettito, gli occhi a fessura.
"Bé...se avete delle salsicce, ci dimenticheremo il paragone che avete fatto prima sulle nostre pupille, ma solo per spirito natalizio" soffiò Pietra famelico.
"Sparite, appestati!" esclamò Scar indicando con un braccio l'uscita. "Siete stati idioti quest'anno, e quindi, niente regali!".

D'un tratto, dalla manica troppo corta del costume da Babbo Natale apparve una parte di avambraccio tatuato con il famoso 'marchio nero', il simbolo di Voldemort.
A quel punto le mascherine facciali degli stregatti caddero a terra; i collari brillavano di luce dorata.
Frazier e Scar si ritrovarono schiantati prima di poter scendere dai rispettivi trespoli.

"Aiuto, aiuto!" gridò il barista confuso a squarciagola. "Aggressione! Assassinio! Rapina!...E tutto per un regalo!!!...Aiutoooohhh!!!".

Ma quando gli Auror si materializzarono fra i tavoli, gli stregatti erano già scomparsi mentre i Mangiamorte erano riversi sul pavimento con le braccia scoperte.

"Perché gli abbiamo solo schiantati, miao?" domandò Scintillo sotto il letto di Arthur.
"Bé, la luce rossa dello 'Schiantesimo' è più confacente di quella verde al Natale, caro Conan" sogghignò lo Stregatto.
"Stiamo diventando troppo sentimentali" osservò Conan.
"Già!" confermò lo Stregatto. "Ce lo dice sempre anche il nostro Sev".

                                 

La mattina dopo, a Hogwarts, la professoressa McGranitt stava camminando avanti e indietro nell'Ufficio del Preside con una Gazzetta del Profeta stropicciata fra le mani.
Ad un certo punto Minerva si fermò di colpo di fronte a Silente e a Piton, e iniziò a leggere a voce alta l'articolo sugli eventi accaduti all'Ospedale San Mungo:

"...'Tentata rapina alla Sala da Tè dell'Ospedale San Mungo!...Proprio nel giorno di Natale una coppia di malviventi, travestita da Babbo Natale, ha deciso di rapinare l'incasso della Sala da Tè del San Mungo. Grazie al coraggioso intervento di Joe Barbony il barista, gli Auror li hanno arrestati con le mani nel sacco. A proposito di 'sacchi'...quelli dei regali sono stati ritrovati al primo piano, presso il corridoio del Reparto Lesioni da Creature. Per fortuna dei bambini malati, all'appello mancava solo un piccolo pacchetto di 'Salsicce Detonanti con innesco ad acqua'. Nonostante l'incresciosa situazione, con l'aiuto di Joe l'Eroe del Natale, la Direzione dell'Ospedale è riuscita a distribuire i regali promessi ai bambini subito dopo cena. Secondo la ricostruzione dei fatti, pare che altri due complici incappucciati, che si erano spacciati per bambini malati, siano riusciti a fuggire. In serata, il Ministro della Magia Cornelius Caramell ha ringraziato i Guaritori per la gentile collaborazione precisando che i rapinatori catturati saranno presto condotti ad Azkaban per un lungo periodo di detenzione, in attesa di assicurare alla giustizia gli altri responsabili' ".

"Malviventi!...Neanche una parola sul fatto che erano Mangiamorte!...E appena due righe sulla morte di Bode!" esclamò Minerva infuriata. "E' chiaro che il Ministero abbia ordinato alla stampa di tacere...".
"Non sono sorpreso" rispose Silente tranquillamente, "sebbene ritenga perturbante che i seguaci di Voldemort siano entrati così facilmente al San Mungo".
"Almeno Arthur è ancora vivo" continuò la McGranitt rabbrividendo lievemente.
"Vero!...Grazie alla curiosità di Pietra e Conan per i sacchi dei regali di Babbo Natale" osservò il Preside abbozzando un lieve sorriso. "Le vie degli stregatti sono veramente infinite, non credi Minerva?".

La direttrice di Grifondoro guardò Albus quasi fosse uno studente da mettere in castigo per un anno.

"A tal proposito, non si deve dimenticare il coraggioso e lodevole intervento felino" precisò Severus imperturbabile.
"E per quanto riguarda le 'Salsicce Detonanti'?" domandò la McGranitt. "Nessun provvedimento per il furto di un regalo destinato ai bambini malati?".
"I professori Stregatto e Scintillo credevano che fossero salsicce vere, perché emanavano un intenso odore di carne suina" commentò il direttore di Serpeverde, come se il profumo di salsiccia bastasse a scriminare il gesto". "Nel momento in cui si sono resi conto che erano soltanto fuochi d'artificio, le hanno regalate al professor Allock".
"E poco dopo le salsicce sono esplose, incendiando il letto di Allock e i suoi autografi!!!" sbottò Minerva inferocita.
"Suppongo che le salsicce avessero un innesco difettoso" osservò il Maestro di Pozioni alzando gli occhi verso il soffitto. "In ogni caso, se quel pericoloso regalo fosse finito nelle mani di un bambino...".
"Allock si è salvato per un pelo!" urlò la McGranitt come un'aquila. "Lasciare degli esplosivi in mano a un malato di mente è comunque una cosa indegna, è qualcosa di...di...".
"Pare che forti emozioni improvvise contribuiscano a far ritornare la memoria più velocemente" la interruppe Piton gesticolando teatralmente con il mantello. "Pertanto, l'eventuale merito di una più rapida guarigione del Professor Allock potrebbe attribuirsi ai nostri valorosi colleghi felini".

Silente stava per commentare le affermazioni del Direttore di Serpeverde quando vide l'anziana maga alzare una mano di scatto.
Così, tolto dall'imbarazzo, le cedette la parola preferendo ascoltarla in silenzio.

"Si, si ho capito, Albus. Non parliamone più" sibilò Minerva appallottolando la Gazzetta del Profeta per poi scaraventarla sulla scrivania. "E' per il maledetto 'Bene Superiore', giusto?".
"E' anche per la natura degli stregatti" intervenne Piton soave. "Chiunque desideri avvalersi dei loro servigi magici deve accettarne e tollerarne le peculiarità comportamentali".

Albus annuì sorridendo a entrambi mentre accarezzava il testolina di Fanny.
Da parte sua la McGranitt sospirò e iniziò a scrutarlo torva con animo rassegnato.

Indubbiamente Silente sapeva di aver convinto Minerva a chiudere un occhio sulle malefatte di Pietra e Conan, ma doveva ancora affrontare il Maestro di Pozioni per proporgli una gravosa missione, il cui esito andava ben oltre le previsioni di una vera veggente.
In effetti, convincere Severus Piton a insegnare a Harry Potter l'Occlumanzia era da considerarsi un'impresa senza precedenti.































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