Libro sei capitolo 15: Una festa di Natale movimentata

Liberamente ispirata a Harry Potter e Il Principe Mezzosangue, capitolo quindici: Il voto infrangibile

                                             
Ancora una volta la neve vorticava contro le finestre ghiacciate: il Natale si avvicinava in fretta.

Rubeus Hagrid da solo aveva già portato al castello i consueti dodici alberi per la Sala Grande, mentre Pietra Stregatto aveva insistito per mettere, come puntali, dodici piccoli gatti neri in ferro battuto, ma senza successo.
Invece, malgrado i sentimenti di Hermione, Harry doveva affrontare una nuova situazione, e cioè, accettare la frequente presenza di Lavanda Brown, che sembrava ritenere sprecato ogni momento che passava senza baciare Ron.
Di conseguenza, Harry si ritrovò ancora una volta  a essere il migliore amico di due persone che probabilmente non si sarebbero più rivolte la parola.

Ron, che aveva ancora mani e avambracci coperti di graffi e tagli dopo l'attacco dei canarini di Hermione, assumeva un tono difensivo e risentito.
Inoltre, era stato salvato e rimproverato dagli Stregatti per il suo comportamento incivile nei confronti di Ginny, e questo aggiungeva benzina sul fuoco.

Harry studiava e lasciava sfogare il suo amico e, nello stesso tempo, teneva d'occhio l'orario di Hermione per riuscire a parlarle sul serio.
Così, di sera, la raggiungeva in biblioteca, dove ovviamente dovevano sussurrare tutto il tempo.
Anche gli Stregatti facevano visita ai due grifondoro ogni tanto, con il pretesto di portare a Madama Irma Pince un mazzo di fiori da parte di Argus Gazza.

"E' libero di baciare chi vuole" affermò Hermione mentre la Bibliotecaria pattugliava gli scaffali dietro di loro. "Non me ne importa un accidente".

Levò la piuma e mise un puntino su una 'i' con tanta ferocia che bucò la pergamena.

"E' proprio così, miao, non gliene importa nulla, ghghgh!...E quindi, prima o poi, si metterà con Ron, come avevo miagolamente previsto" sogghignò Pietra ripensando alla scommessa con la McGranitt. "La poveretta è sull'orlo di una crisi miagolosa di nervi, guardala...".
"Si, sei in una cuccia...anzi...in una botte di ferro!" replicò Conan, entrambi appollaiati vicino un grosso libro allergico ai felini. "Ferire una pergamena non è da lei".

Harry tacque. Si udirono solo alcuni starnuti di un libro, sopra un altissimo scaffale sopra di loro.
Si disse che presto avrebbe perso la voce per mancanza di esercizio.
Ma quella del libro si perse in un mormorio: le ultime parole percepite dal ragazzo furono 'brutte bestiacce cambiate scaffale, sciò'... e ancora 'sai chi siamo? Taci o sconsiglieremo la tua lettura'.

Intanto Harry si chinò un po' di più su Pozioni Avanzate e continuò a prendere appunti sugli Elisir Eterni, interrompendosi ogni tanto per decifrare le utili integrazioni del Principe Mezzosangue al testo di Libatius Borragine.

"Fra parentesi" aggiunse Hermione dopo un po', "devi stare attento".
"Per l'ultima volta" sussurrò Harry, leggermente roco dopo tre quarti d'ora di silenzio, "non ho intenzione di restituire questo libro, ho imparato di più dal Principe Mezzosangue che da Piton e Lumacorno in..."
"Non sto parlando del tuo cosiddetto Principe" lo interruppe Hermione lanciando uno sguardo cattivo al libro, come se fosse stato sgarbato con lei. "Sto parlando di poco fa. Sono andata nel bagno delle ragazze prima di venire qui e ce n'erano una decina, compresa quella Romilda Vane, che cercavano di decidere come farti avere di nascosto un filtro d'amore. Sperano di convincerti a portarle alla festa di Lumacorno e a quanto pare hanno comprato tutte i filtri d'amore di Fred e George, che temo funzionino...".
"Perché non glieli hai confiscati, allora?" chiese Harry.
"Non avevano portato i filtri in bagno" rispose Hermione, sdegnosa. "Stavano solo parlando di come fare. Siccome dubito che perfino il Principe Mezzosangue'" e scoccò al libro un'altra occhiataccia, "si sia potuto sognare un antidoto per una decina di pozioni diverse in un colpo solo, al posto tuo la farei finita, e ne inviterei una: così le altre smetteranno di illudersi. E' domani sera, sono sull'orlo della disperazione".

"Io non ci giurerei" obiettò Pietra. "Piton è leggenda; troverebbe la soluzione anche a cento veleni in colpo solo!".
"Di più, miao" miagolò Conan risoluto. "Piton è la magia!".
"Io lo so chi siete voi" brontolò il libro allergico. "Siete un ammasso di pel...".
"D'accordo, ci spostiamo" lo interruppe lo Stregatto sbuffando. "Basta che stai zitto!".

"Non c'è nessuna che voglio invitare" borbottò Harry, che cercava di pensare a Ginny il meno possibile, nonostante lei continuasse a sbucare nei suoi sogni in modi che gli facevano ringraziare il cielo che Ron non sapesse esercitare la Legilimanzia.
"Bè, stai attento a quello che bevi, perché Romilda Vane aveva l'aria di fare sul serio" concluse Hermione funerea.

La conversazione proseguì su come fosse stato possibile che dei filtri d'amore avessero superato i controlli di Argus Gazza e, inevitabilmente, i pensieri di Harry si concentrarono sulla Collana maledetta d'Argento e Opali.

"Oh...Harry...non di nuovo..." mormorò Hermione.
"Andiamo perché no?" insistette Harry.
"Senti" sospirò Hermione ripensando all'inganno dei filtri d'Amore, "i Sensori Segreti intercettano fatture, maledizioni, e incantesimi dissimulanti, no?" Sono abituati a trovare Magia Oscura e oggetti Oscuri. Avrebbero riconosciuto una maledizione potente come quella della collana in pochi secondi. Ma qualcosa che è solo stato messo nella bottiglia sbagliata non viene notato...e comunque, i filtri d'amore non sono Oscuri e nemmeno pericolosi...".
"Lo dici tu" borbottò Harry, pensando a Romilda Vane.
"...Quindi sarebbe compito di Gazza capire che non si tratta di una pozione per la tosse, ma non è un mago molto abile, dubito che sappia distinguere una pozione da...". Hermione s'interruppe di botto, perché alle loro spalle stava sopraggiungendo la Bibliotecaria.

"La biblioteca adesso chiude" disse Madama Pince. "Badate di rimettere qualunque cosa abbiate preso in prestito nel giusto...Che cosa stavi facendo a quel libro, ragazzo perverso?".
"Non è della biblioteca, è mio!" esclamò Harry, togliendo rapido dal tavolo Pozioni Avanzate mentre lei cercava di artigliarlo con la mano.
"Depredato!" sibilò l'anziana strega. "Profanato! Insozzato!".
"E' solo un libro su cui qualcuno ha preso degli appunti" ribatté Harry, mettendosi fuori portata.

Sembrava che Madama Irma Pince fosse lì lì per avere un colpo; Hermione, che aveva messo via le sue cose in fretta e furia, afferrò per un braccio Harry e lo trascinò via nei corridoi, direzione Sala Comune.

"Ti proibirà l'ingresso alla Biblioteca se non stai attento. Perché hai portato quello stupido libro?" mormorò Hermione indignata.
"Non è colpa mia se è matta da legare, Hermione. O magari ti ha sentito parlar male di Gazza? Ho sempre pensato che ci fosse qualcosa tra quei due..."
"Oh, ah, ah" rispose Hermione godendosi il fatto di poter parlare di nuovo ad alta voce.

Intanto, in biblioteca, gli Stregatti apparvero alla bibliotecaria dallo sguardo torvo.

"Come butta Irma?" miagolò Pietra esibendosi in un magistrale inchino. "Ti porto gli omaggi del signor Argus Gazza...".
"E io ti porgo il suo mazzo di Prugne Dirigibile" aggiunse Conan imitando l'amico. "Con tanto...non ricordo...ah, si, si! Con tanto Amore, eh, eh, eh!".
"Ah...professori, che bella sorpresa!...Sempre a scherzare, voi due. Posso esservi utile?" chiese Irma raddolcendosi.
"Porta pazienza con Potter, non cacciarlo dalla Biblioteca" replicò lo Stregatto grattandosi ignobilmente sotto la coda. "Quel manuale di Pozioni Avanzate è un vecchio libro del professor Piton, dove sono stati presi appunti speciali che aiuteranno il 'Prescelto' nella lotta contro Tu Sai chi".
"Capisco...'Appunti speciali'! Oh, questo cambia tutto, se avessi saputo..." ribatté la strega rincuorata. "Chiuderò un occhio, anzi due. Per voi chiuderò anche l'occhio interiore, finché non andrò a sbattere in qualche scaffale, pur di non vedere il signor Potter rovinare i libri, va bene? ".
"Grazie Irma, sei la nostra bibliotecaria preferita" miagolò Conan sogghignando. "A proposito, Argus ci ha detto di miagolarti che ti sta aspettando alla Torre di Astronomia, nell'angolino vista lago, dove sai tu".

"E' il posto più romantico di Hogwarts" pensò Irma annuendo con il naso fra le sue Prugne Dirigibile.

"Spelerò domani il pavimento, cari Professori" disse Madama Pince risoluta lanciando un'occhiata severa agli Stregatti. "E adesso...fuori di qui, la biblioteca chiude per davvero!".

                              

Intanto, in Sala Comune, Romilda Vane era riuscita a regalare a Harry una scatola di Cioccalderoni ripieni di Whisky incendiario.
Pare che Glieli avesse mandati sua nonna, ma a lei non piacevano.
Ad onor del vero, Hermione aveva più di un sospetto sul contenuto di quei buoni dolcetti; pensava ancora alla possibile somministrazione a Harry di una dose di Amortentia.
Tuttavia, dopo aver visto Ron e Lavanda avvinghiati in una poltrona, preferì dare la buonanotte al suo amico e ritirarsi nel suo dormitorio.
Erano appena le sette quando Harry si coricò, consolandosi col pensiero che c'era ancora solo un giorno di lezioni, più la festa di Lumacorno, e poi lui e Ron sarebbero partiti insieme per la Tana.
Era improbabile che Ron e Hermione facessero la pace prima dell'inizio delle vacanze, ma forse in qualche modo la pausa avrebbe dato loro il tempo di calmarsi, di riflettere.
Non nutriva grandi speranze però, e queste si affievolirono il giorno successivo, dopo una lezione di Trasfigurazione insieme ai due.
Avevano appena affrontato l'argomento estremamente complesso della Trasfigurazione umana: ciascuno davanti a uno specchio, dovevano cambiare il colore delle proprie sopracciglia.
Ciò aveva dato spunto a Hermione per punzecchiare Ron per i sui scarsi risultati e a lui per imitarla  nelle sue classiche alzate di mano da 'Signorina Sottutto io'.
Ebbe la peggio la Granger, che fuggì al bagno del piano di sotto, lasciando la metà dei suoi libri in classe.
Quando Harry la raggiunse per darle la sua roba, lei era in compagnia di Luna, sempre delicata e gentile con tutti.
Hermione prese i suoi libri, ringraziò l'amico e corse via per non far vedere le lacrime che gonfiavano i suoi occhi.
Fu allora che Harry ebbe l'idea di invitare l'amica Luna Lovegood alla festa di Lumacorno, quasi un'illuminazione.

"...Nessuno mi ha mai invitato a una festa, come amica!" esclamò Luna, sorridendo come non l'aveva mai vista sorridere. "E' per quello che ti sei tinto il sopracciglio, per la festa? Devo tingermelo anch'io?".
"No" rispose Harry deciso. "E' stato un errore, chiederò a Hermione di sistemarmelo. Allora ci vediamo nella Sala d'Ingresso alle otto".

E Pix il Poltergeist, che passava da quelle parti, trasse le peggiori conclusioni: in un baleno si sparse la voce per tutto il castello che Potter amava Luna, e che l'avrebbe portata alla festa del professor Lumacorno.
Anche e Hermione aveva preso la sua decisione, e per ferire nell'orgoglio Ron, scelse di farsi accompagnare da Cormac McLaggen.
Harry rimase in silenzio a meditare sugli abissi nei quali le ragazze possono sprofondare per amor di vendetta.

Alle otto in punto Harry e l'elegante Luna si ritrovarono nel luogo prestabilito per dirigersi verso Il grande Ufficio di Lumacorno, dove ad attenderli c'erano anche gli Stregatti sotto mentite spoglie.
Di fatto, Pietra si era trasformato in Cormac McLaggen e Conan in Zacharias Smith, mentre i due poveri studenti, colpiti da Incantesimi Confundus, erano tornati nei loro letti a farsi una bella dormita.
L'ambiente addobbato dall'anziano Maestro di Pozioni era pieno di arazzi color smeraldo, cremisi, e oro: sembrava di stare dentro un'enorme tenda.
La sala era affollata, calda, e inondata di luce dalla luce rossa di un elaborato lampadario d'oro appeso al soffitto: dentro svolazzavano delle Fate, ciascuna una lucente scheggia di luce, e un certo numero di Elfi domestici si faceva strada strillando nella foresta di ginocchia portando vassoi d'argento carichi di cibo, tanto da sembrare tavolini errabondi.

"Harry, ragazzo mio!" tuonò Lumacorno non appena Harry e Luna si furono insinuati nella porta. "Vieni, vieni, ci sono tante persone che vorrei presentarti!".

L'insegnante afferrò il braccio del ragazzo così forte che sembrava volesse Smaterializzarsi con lui e lo guidò risoluto nel cuore della festa; Harry prese Luna per mano e se la trascinò dietro.

"Harry, ti presento Eldred Worple, un mio vecchio studente, autore di Fratelli di Sangue: La mia Vita tra i Vampiri...e naturalmente il suo amico Sanguini".

Worlpe era un ometto occhialuto, uno scrittore alla ricerca di successo, prese la mano di Harry e la strinse con entusiasmo. Invece, Sanguini era davvero un Vampiro.
Di seguito, Worple non perse l'occasione di proporre al famoso studente di lavorare insieme a lui alla sua biografia, con un impegno minimo di poche interviste di quattro o cinque ore.

"Mio caro ragazzo, non hai idea di quanti soldi potresti guadagnare..." disse Eldred pensando che l'aspetto economico derivante dall'opera fosse un'argomentazione invincibile.
"Non sono affatto interessato" rispose Harry deciso, "e ho appena visto una mia amica, mi scusi".

Trascinò Luna dietro di sé in mezzo alla folla; aveva visto davvero una criniera di capelli castani sparire tra quelle che gli erano sembrate due delle Sorelle Stravagarie.

"Hermione! Hermione!"
"Harry! Ci sei, grazie al cielo! Ciao, Luna!".
"Che cosa hai fatto?" chiese Harry, perché Hermione era parecchio scarmigliata, come se fosse appena uscita da una macchia di Tranello del Diavolo.
"Oh, sono appena sfuggita...voglio dire, ho appena lasciato Cormac" rispose. "Sotto il vischio" aggiunse come spiegazione, visto che Harry continuava a guardarla interrogativo.
"Così impari a invitarlo" ribatté lui severamente.

Nel frattempo, il falso Cormac stava sghignazzando con il suo compare, il falso Zacharias; aveva in mano un piccolo ciuffo di capelli di Hermione, e li mostrava a mo' di un trofeo: i peli umani erano sempre utili per preparare una Polisucco.
Per Pietra e Conan nessuna occasione di fare incetta di 'ingredienti umani' doveva andare sprecata, neanche se si trattava di una festa.

"Ho pensato che avrebbe mandato Ron fuori dai gangheri" confessò Hermione massaggiandosi la testa. "Per un po' ho preso in considerazione Zacharias Smith, ma tutto sommato...".
"Hai preso in considerazione Zacharias Smith?" ripeté Harry, schifato.

In quel frangente Conan-Zacharias, visto che Harry e Hermione lo guardavano, accennò a un saluto strizzando un occhietto e alzando il dito indice.

"Smith non si è mai comportato così" pensò Harry sbalordito tornando a fissare la sua amica. "Avrà bevuto troppo".

"Esatto, e sto cominciando a pentirmi di non averlo scelto: in confronto a McLaggen, Grop è un gentiluomo" rispose Hermione,
 accorgendosi solo in quel momento di aver perso il borsellino. "Andiamo di qua, così riesco a vederlo se arriva, è così alto...".

Il terzetto si fece strada fino all'altro lato della stanza, afferrando calici di idromele, e si rese conto troppo tardi che la professoressa Cooman era là, sola.

"Buona sera" la salutò gentilmente Luna.
"Buona sera, cara" rispose la professoressa mettendola a fuoco con una certa difficoltà. Harry sentì l'odore di Sherry, proveniente da una bottiglia leggermente impelata con peli color violafucsia. "Non ti ho visto alle mie lezioni ultimante".
"No, quest'anno ho Fiorenzo" disse Luna.

Mentre la conversazione tra l'Insegnante di Divinazione e la Corvonero andava avanti, Harry ebbe un'improvvisa folgorazione: "Gli Stregatti...qui...alla Festa di Lumacorno!...Possibile? Ma no...".

La professoressa Cooman sembrava troppo brilla per riconoscere Harry. 
Approfittando della stroncatura in atto sul Centauro Fiorenzo, lui si avvicinò a Hermione e le sussurrò: "Chiariamo una cosa. Hai in mente di dire a Ron che hai interferito nelle selezioni per il Portiere?".
Hermione alzò le sopracciglia.
"Credi davvero che cadrei così in basso?".

"SI!!!...SI!!!...E ANCORA SI!!!" gridò Zacharias mentre discuteva animatamente con il Signor Gazza sul fatto di essersi imbucato o meno alla Festa. "Io non cadrei così in basso...da imbucarmi, s'intende...ma c'è chi...".
"Lascia subito l'Ufficio del Professor Lumacorno o ti ritroverai nei guai, signor Smith!" replicò Argus Gazza con un tono di voce minaccioso. "Anzi, sei già nei guai...".
"Argus, Argus...ma non mi riconosci?" mormorò sottovoce Conan-Zacharias incupito. "Sono io che ho portato il tuo mazzo di Prugne Dirigibili a Irma. Come potrei saperlo se non fossi...ehm...chi sono".
"Oh bè...e come avrei potuto riconoscerla?...Buon proseguimento della missione signor...Smith" borbottò Gazza lasciando subito la presa sulla giacca dello studente.

Harry si annotò mentalmente tutti i particolari della conversazione che aveva percepito nella confusione della folla, poi rivolse un'occhiata pungente alla ragazza.

"Hermione, se hai invitato McLaggen..."
"C'è una certa differenza" osservò lei con dignità. "Non ho intenzione di dire niente a Ron di ciò che potrebbe essere successo alle selezioni per il portiere".
"Bene" Harry sospirò di sollievo. "Perché sarebbe di nuovo depresso e perderemmo la prossima partita...".
"Quidditch!" sbottò lei con rabbia. "I maschi non sanno pensare ad altro? Cormac non mi ha fatto una sola domanda su di me, no, ma mi sono dovuta sorbire le Cento Grandi Parate di Cormac McLaggen Non-Stop, anche con la coda, fin quando...oh, no, ecco che arriva!"
"Parate con la coda?" chiese Harry confuso. "Ma che..."

Hermione si spostò così in fretta che fu come se si fosse Smaterializzata; un attimo era lì, un attimo dopo si era infilata fra due streghe sghignazzanti e ed era sparita.

"Hai visto Hermione?" chiese McLaggen un minuto dopo facendosi largo tra la folla.
"No, mi dispiace" rispose Harry, e si voltò in fretta per inserirsi nella conversazione di Luna, dimenticando per un istante con chi stava parlando.
"Peccato" disse McLaggen allontanandosi. "Mi sono dimenticato di raccontargli la mia parata numero centouno, quella fatta con la coda usata come mazza da baseball, a testa in giù".

"Quella con la coda..." pensò Harry temendo di aver capito male. "O voleva dire scopa?".

"Harry Potter!" esclamò la professoressa Cooman con voce profonda e vibrante, notandolo per la prima volta.
"Oh, buonasera" la salutò lui senza entusiasmo.
"Quante voci! Quante storie! Il Prescelto! Naturalmente io lo so da molto, molto tempo...I presagi non sono mai stati favorevoli, Harry...Ma perché non sei tornato a frequentare Divinazione? Per Te, più che per chiunque altro, la materia è della massima importanza!".

"Chissà perché non sarà tornato..." mormorò Conan-Zacharias passando rapidamente dietro le spalle di Harry e perdendosi nella folla. "Nessuno l'aveva previsto che sarebbe fuggito verso altre materie, neanche lei, eh, eh, eh!".

A Harry sembrò di riconoscere quella strana risatina, ma non fece in tempo a voltarsi, perché un altro insegnante rispose, al suo posto, alla professoressa Cooman.

"Ah, Sibilla, siamo tutti convinti che la nostra materia sia la più importante!" intervenne una voce sonora, e Lumacorno comparve all'altro fianco della donna, molto rosso in viso, il cappello di velluto un po' storto, un bicchiere di idromele in una mano e un enorme pasticcio di carne nell'altra. "Ma io non credo di avere mai conosciuto una persona così portata per le pozioni!" continuò guardando Harry con occhi affettuosi e arrossati. "Ha istinto, sai...come sua madre! Ho insegnato solo a pochi ragazzi così dotati, te lo garantisco Sibilla...Ma si, perfino Severus...".

E, con orrore di Harry, Lumacorno tese un braccio e parve trarre Piton fuori dal nulla, trascinandolo verso di loro.

"Smettila di nasconderti e vieni qui con noi, Severus!" singultì Lumacorno allegramente. "Stavo parlando delle straordinarie capacità di Harry in Pozioni! Un po' di merito è tuo, ovviamente, sei stato il suo insegnante per cinque anni!".

"Meriterebbe una medaglia nastro verde, Ordine di Merlino Prima Classe" mormorò Pietra-McLaggen sgattaiolando dispettosamente dietro a Harry, tre piatti vuoti impilati fra le mani. "Povero professore, sopportare uno studente simile, ghghgh!".

Anche quella particolare risata non era sconosciuta al grifondoro, che cominciò a fare due più due.

In trappola, col braccio di Lumacorno intorno alle spalle, Piton guardò Harry dall'alto del suo naso adunco, gli occhi neri ridotti a fessure.

"Buffo, non ho mai avuto l'impressione di riuscire a insegnare alcunché a Potter" sibilò Piton sospettoso.
"Dovevi vedere che cosa mi ha preparato alla prima lezione, il Distillato della Morte Vivente...Mai uno studente ha fatto di meglio al primo tentativo, nemmeno tu, credo, Severus...".
"Davvero?" sussurrò Piton, gli occhi ancora fissi su Harry, che provò un certo disagio".

"E'  bello avere un insegnante come il Principe Mezzosangue, caro il mio furbacchione!" mormorò il falso Cormac ripassando di nuovo vicino Harry e portando con sé una tripla porzione di pasticcio di carne.

L'ultima cosa che Harry voleva era che Piton indagasse sulla fonte della sua nuova abilità in Pozioni. Quindi fece finta di non aver sentito la voce dietro di lui, sforzandosi di non voltarsi.

"Mi ricordi quali altre materie segui, Harry?" gli chiese Lumacorno.

Così il grifondoro iniziò a elencare tutte le materie richieste per diventare un Auror, come non mancò di  far osservare Piton con una vaga ombra di disprezzo.
Per fortuna che, ad allentare la tensione, ci pensò Luna. 
La studentessa di Corvonero raccontò una divertente e fantasiosa storiella sugli Auror che, a suo dire, facevano parte del Complotto di Zannamarcia: il loro obiettivo era minare il Ministero della Magia usando una combinazione di Magia Oscura e piorrea.

Harry scoppiò a ridere, mandandosi nel naso metà del suo idromele. Riaffiorando dal suo calice, tossendo, zuppo ma ancora sorridente, vide qualcosa che riuscì a migliorare ancora di più il suo umore: Draco Malfoy veniva trascinato per un orecchio verso di loro da Argus Gazza.

"Professor Lumacorno" sibilò Gazza, le guance tremolanti e negli occhi sporgenti la luce maniacale di chi ha beccato una malefatta, "ho trovato questo ragazzo nascosto in un corridoio di sopra. Sostiene di essere stato invitato alla sua festa e di essere in ritardo. Lei lo ha invitato?".

Ancora una volta, alle spalle di Harry, Pietra-Cormac e Conan-Zacharias si divertirono a commentare la cattura dello studente di Serpeverde.

"Senza la nostra soffiata Argus non l'avrebbe mai notato" mormorò il falso tassorosso ridacchiando.
"Si, ci deve un favore!" aggiunse il falso grifondoro. "Alla prossima occasione, gli chiederemo di prendere per un orecchio Potter".

Malfoy si liberò dalla presa di Gazza, furente.

"D'accordo, non sono invitato!" sbottò furibondo. "Stavo cercando di imbucarmi, contento?".
"No, per niente!" ribatté Gazza, in perfetto contrasto con la pura gioia dipinta sul suo viso. "Sei nei guai, oh si! Il Preside non ha detto che andare in giro di sera è vietato se non si ha il permesso?".
"Va bene così, Gazza, va bene così" intervenne Lumacorno sventolando una mano. "E' Natale, e non è un crimine voler andare a una festa. Solo per questa volta sospendiamo le punizioni: puoi restare Draco".

                             

L'espressione di Gazza di offesa delusione era perfettamente prevedibile: ma perché, si chiese Harry guardandolo, Malfoy sembrava quasi altrettanto scontento? E perché Piton guardava Malfoy come se fosse insieme arrabbiato e...possibile?...Un po' spaventato?".
Ma prima ancora che Harry avesse elaborato quanto aveva appena visto, Gazza si voltò e si trascinò via borbottando, Malfoy ricompose il volto in un sorriso e ringraziò Lumacorno; e il viso di Piton tornò imperscrutabile.
Mentre Draco conversava con il professore di Pozioni adulandolo come solo lui sapeva fare, Harry notò che lo studente di Serpeverde sembrava davvero malaticcio: aveva ombre scure sotto gli occhi e una distinta sfumatura grigia nella pelle.

"Vorrei parlarti un momento, Draco" disse Piton all'improvviso.
"Oh, andiamo, Severus" fece Lumacorno con un altro singhiozzo, "è Natale, non essere troppo duro...".
"Sono il Direttore della sua Casa, e decido io se essere duro oppure no" ribatté Piton, asciutto. "Seguimi, Draco".

Uscirono, Piton davanti e Malfoy dietro con l'aria rancorosa. Harry rimase un attimo indeciso, poi disse: "Torno subito Luna...ehm...il bagno".
"Va bene" cinguettò lei allegra, e a Harry, mentre si tuffava rapido tra la folla, parve di sentirle riprendere l'argomento del Complotto di Zannamarcia con la professoressa Cooman sinceramente interessata.
Naturalmente, anche Pietra-Cormac e Conan-Zacharias sgattaiolarono dietro a lui.
E fu una fortuna, perché le Pozioni Polisucco Speciali per Stregatti stavano per esaurire l'efficacia.


A Harry fu facile, una volta fuori della festa, sfilarsi di tasca il Mantello dell'Invisibilità e gettarselo addosso, mentre Pietra e Conan, tornati Stregatti, non fecero altro che attivare le cappottine invisibili.
Più difficile fu trovare Piton e Malfoy, ma alla fine la ricerca del giovane studente ebbe successo.
Harry premette l'orecchio contro ogni porta del corridoio, finché si rannicchiò vicino a quella dell'ultima classe e, con un brivido di eccitazione, sentì delle voci.

"...Non puoi permetterti degli errori, Draco, perché se vieni espulso..."
"Io non c'entro niente, chiaro?"
"Spero che tu stia dicendo la verità, perché è stato un tentativo goffo e sciocco insieme. E tu ne sei già sospettato".
"Chi sospetta di me?" sbottò Malfoy adirato. "Per l'ultima volta, non sono stato io, d'accordo? Quella Bell deve aver avuto un nemico di cui nessuno sa nulla...non mi guardi così! Lo so che cosa sta cercando di fare, non sono stupido, io la posso fermare!".

"Stanno parlando della Collana di Opali maledetta" miagolò sottovoce Conan. "Avrei dovuto trasformarmi in Katie Bell quel giorno...".
"Perché, miao?" chiese Pietra incuriosito.
"Faccio collezione di gioielli stregati" confessò Scintillo facendo spallucce. "Escluso gli oggetti metallici per il piercing all'ombelico".
"E perché quelli no?" domandò lo Stregatto sogghignando.
"Bè, amico mio" rispose Conan sospirando, "le maledizioni che portano, quelle più potenti, non mi fanno mai digerire".
"Oh si, l'ombelico felino, una parte delicata, ghghgh!" annuì Pietra con un tono di voce comprensivo. "Si tratta di maledizioni che producono anche gorgoglio addominale e flautolenze, imbarazzanti a udirsi".

"Ci fu una pausa e poi Piton mormorò: "Ah...Zia Bellatrix ti insegna Occlumanzia, vedo. Quali pensieri stai cercando di nascondere al tuo signore, Draco?".
"Non sto cercando di nascondere niente a lui, è lei che non voglio che s'intrometta!".

"Non è che le lezioni abbiano dato grandi frutti se Sev ha scoperto che, a insegnarli Occlumanzia, è stata la Zietta" mormorò Conan sogghignando.
"Harry e Draco insieme non fanno mezzo Occlumante, poveri noi" aggiunse lo Stregatto sottovoce scuotendo la testolina.

Harry premette l'orecchio contro la serratura...Che cosa era successo perché Malfoy si rivolgesse a Piton in quel modo...Piton, verso il quale aveva sempre mostrato rispetto, perfino ammirazione?".

"Allora è per questo che mi eviti? Temi la mia interferenza? Ti rendi conto che se chiunque altro avesse mancato di venire nel mio ufficio dopo che gli avevo detto più volte di venire, Draco...".
"Allora mi metta in punizione! Mi denunci a Silente!" lo schernì Malfoy, beffardo.

Un'altra pausa. Poi Piton rispose: "Sai benissimo che non desidero fare alcuna delle due cose".
"Allora la smetta di dirmi di venire nel suo ufficio!"
"Ascoltami" mormorò Piton a voce così bassa che Harry dovette premere più forte l'orecchio contro il buco della serratura per sentire. "Io sto cercando di aiutarti. Ho giurato a tua madre che ti avrei protetto. Ho stretto il Voto Infrangibile, Draco...".

Udita la notizia del Voto Infrangibile, Pietra e Conan si guardarono in silenzio strabuzzando gli occhi.

"Pare che dovrà infrangerlo, allora, perché io non ho bisogno della sua protezione! E' la mia missione, lui l'ha affidata a me e io la sto portando a compimento. Ho un piano e funzionerà, ci vuole solo un po' più di tempo di quanto pensassi!".
"Qual è il tuo piano?"
"Non sono affari suoi!"
"Se mi dici che cosa stai cercando di fare, posso aiutarti...".
"Ho tutto l'aiuto che mi serve, grazie, non sono solo!"
"Stasera eri solo, cosa estremamente stupida, vagare per i corridoi senza sentinelle o retroguardia. Questi sono errori elementari...".
"Avrei avuto Tiger e Goyle se lei non li avesse puniti!"
"Abbassa la voce!" sbottò Piton, perché il tono di Malfoy era salito per l'agitazione. "Se i tuoi amici Tiger e Goyle questa volta intendono passare i G.U.F.O. in Difesa contro le Arti Oscure, devono studiare un po' di più di quanto non facciano al mo..."

"Chi glielo dice a Tiger e Goyle che se vogliono arrivare vivi ai prossimi G.U.F,O. devono mangiare un pochino di meno?" miagolò piano Pietra. "Gli studenti infartuati non possono svolgere gli esami".
"Bè, noi siamo le creature meno indicate per convincerli a mettersi a dieta, amico mio" fece notare Conan mettendosi una zampetta sul suo pancino.

"Che importanza ha?" lo interruppe Malfoy. "Difesa contro le Arti Oscure...è tutto uno scherzo, no, una messinscena! Come se noi avessimo bisogno di protezione contro le Arti Oscure..."
"E' una messinscena cruciale per ottenere il successo, Draco!". ribatté Piton. "Dove credi che sarei stato in tutti questi anni, se non avessi saputo fingere? Adesso ascoltami! Sei imprudente, a vagare così di notte, a farti sorprendere, e se pensi di poterti fidare di assistenti come Tiger e Goyle..."
"Non sono i soli, ho altra gente dalla mia, gente migliore!"
"Allora perché non mi confidi tutto? Io posso...".
"Lo so che cos'ha in mente! Vuole rubarmi la gloria!"

"Ma dice sul serio o è affetto da 'Mangiamortite'?" miagolò Conan sbadigliando. "Figuriamoci se Sev cerca la gloria...".
"Ma si...tale padre, tale nonno!...Ehm, cioè tale figlio!" bisbigliò Pietra, anche lui assonnato.

Un'altra pausa, poi Piton rispose gelido: "Parli come un bambino. Capisco che la cattura e la prigionia di tuo padre ti abbiano sconvolto, ma..."

Harry ebbe solo un attimo di preavviso. Sentì i passi di Malfoy al di là della porta e riuscì a scansarsi proprio mentre si apriva; Malfoy si allontanò velocemente lungo il corridoio, oltre la porta aperta dell'ufficio di Lumacorno, svoltò l'angolo lontano e sparì.
Senza quasi avere il coraggio di respirare, Harry rimase accovacciato mentre Piton usciva lentamente dalla classe. Con espressione indecifrabile, tornò alla festa.

Harry rimase a terra, nascosto sotto il Mantello, la mente che lavorava frenetica, e alla fine comparirono i due Stregatti.

"E' bastato spruzzare un po' di erba gatta su di te alla festa per ritrovarti, ghghgh!" ridacchiò Pietra insieme a Conan. "Problemi, caro?".
"Li avete sentiti, vero?".
"Si" miagolarono in coro gli Stregatti.
"E non avete nulla da miagolare su Piton e Malfoy?"
"Il professor Piton" lo corresse Conan. "Peccato che non abbia scoperto il piano di Malfoy".
"Lo vuole aiutare!"
"Finge di aiutarlo" ribatté Pietra.
"E dopo Katie Bell a chi toccherà? Quanti altri dovranno rischiare la vita?"
"Un giorno giorno ti farò una lezione sul concetto di Bene Superiore' definito da Albus Silente" rispose Conan trattenendo uno sbadiglio. "Ma ora considera che siamo in guerra...ed è tardi!".
"E quindi lasciate che Malfoy e Piton agiscano liberamente alle spalle di Silente?"
"Niente avviene a Hogwarts alle spalle di Silente!" sbottò Conan spazientito.

Ci fu una lunga pausa, più lunga di quelle prese da Piton in precedenza. 
Poi Pietra, gli occhi venati, miagolò: "Vedi Harry, forse non hai afferrato il pensiero esposto poco prima dal professor Scintillo. Siamo in guerra, e per combattere bene, gli eroi devono riposarsi, miagolosa buonanotte!".

A Harry non rimase altro che raccogliere i suoi dubbi e osservare i felini sparire nel loro magico 'puff!".




















Nessun commento:

Posta un commento

AVVISO: Benvenuti! Potete commentare pur non essendo registrati, ma sapete che è possibile inserire un nickname? Nella tendina "Commenta come" c'è l'opzione "Nome/URL". Inserite soltanto un nome e cliccate su continua, potrete così identificare facilmente i vostri commenti! Buona permanenza nel blog!