Libro sei, capitoli 13, 14: Amori e calzini soffocanti

Liberamente ispirata a Harry Potter e Il Principe Mezzosangue, capitoli tredici e quattordici: Il Riddle segreto, Felix Felicis

Il giorno dopo Katie fu trasferita all'Ospedale San Mungo per Malattie e Ferite Magiche; 

nel frattempo la notizia che era sta colpita da una maledizione si era sparsa in tutta la scuola, anche se i particolari erano incerti e nessuno a parte Harry, Ron e Hermione sembravano sapere che non era lei la vittima designata.
"Oh, e naturalmente lo sa anche Malfoy" disse Harry agli altri due, che avevano deciso di far finta di essere sordi tutte le volte che lui tirava fuori la teoria
Malfoy-è-un-Mangiamorte.

Nello stesso momento Pietra, Conan, Eileen e Daisy si stavano complimentando con Severus Piton per aver genialmente impedito il diffondersi della maledizione della Collana di Opali nel corpo della studentessa.
Invero, il Maestro di Pozioni aveva preparato una pozione a base di sangue di Stregatto dagli effetti miracolosi.

"Nove gocce del raro 'MIAO RH negapositivo a fasi alterne', ovvero il sangue di Pietra" disse Severus Piton soave agli amici felini. "L'unico gruppo sanguigno che, una volta mischiato a tre radici di Asfodelo, due milze di ratto, e mezzo corno di Erumpent finemente polverizzato, è in grado di bloccare le più potenti maledizioni. A volte tale pozione riesce perfino a neutralizzarle, come nel caso della signorina Bell".
 "Sissi, ma è un vero peccato che il nostro direttore sia svenuto non appena gli hai fatto balenare davanti agli occhi l'ago della siringa" miagolò Daisy ridacchiando. "Non ha molta fiducia negli strumenti dei Babbani".
"Non c'è altro modo di prelevarlo senza correre il rischio di contaminarlo con impurità magiche" commentò Piton, lo sguardo impassibile.
"Ehm, ehm...si chiama 'svenimento anestetico' " protestò Pietra, il musetto imbronciato. "Per non soffrire inutilmente...".
"Non era la Spada di Grifondoro a conficcarsi nel tuo corpo" obiettò Eileen sogghignando dispettosamente. "L'ago di una siringa è una cosetta da nulla in confronto!".
"Miao, quando una cosa è inventata dai Babbani" giunse subito in soccorso Conan, "non si sa mai come va a finire!...Giusto Sev?".
"Oh bè, suppongo che sia corretto pensarlo. In ogni caso, la signorina Katie Bell si riprenderà" mormorò Piton fissando Pietra. "Lentamente, si".
"Al momento, Albus Silente non desidera che il colpevole sia fermato" miagolò lo Stregatto con tono di voce poco convinto. "Abbiamo solo licenza di impedire che le sue azioni criminali non abbiano conseguenze irreparabili per gli studenti di Hogwarts".
"Per non parlare del fatto che il colpevole è proprio uno degli studenti da difendere" confermò Piton arricciando le labbra, "da se stesso e dalle sue paure".
"Or-miao-dunque, gli angeli ancora risplendono, anche se è caduto quello più splendente" aggiunse Conan recitando teatralmente Shakespeare.
"E' proprio così, dobbiamo proteggerli tutti, Draco Malfoy compreso" replicò Piton guardandosi per un attimo le mani, come se si fossero annerite come quella del Preside. "Non c'è altra soluzione". 

                                

Nel frattempo, Harry si era chiesto se Silente sarebbe tornato in tempo per la lezione di lunedì sera; non avendo avuto contrordini si presentò fuori del suo ufficio alle otto in punto, bussò, e fu invitato a entrare.
Questa volta la lezione del Preside aveva lo scopo di rivisitare anche i suoi pensieri: erano i ricordo del giorno in cui Albus Silente e il piccolo Tom Riddle s'incontrarono per la prima volta nell'orfanotrofio londinese della Signora Cole.
Harry fu sorpreso di apprendere che, a differenza sua, il bambino che sarebbe diventato il più pericoloso mago oscuro di tutti i tempi, non aveva avuto alcuna difficoltà ad accettare la sua natura magica: si era sempre sentito 'speciale', la padronanza dei suoi poteri era sorprendente anche per un mago della sua età, come la rara capacità di parlare il linguaggio dei serpenti.
Dal comportamento oltremodo paziente e accomodante, Harry comprese che Silente ne era rimasto affascinato.
Inoltre, Tom disprezzava il suo nome troppo ordinario, e qualunque cosa lo legasse ad altre persone, compresa l'amicizia.
L'autonomia, la crudeltà e la prepotenza facevano già parte della sua indole.
Tuttavia, la tendenza all'isolamento non gli impediva di circondarsi di 'trofei'. 
Ciò era dimostrato dall'attaccamento che aveva nei confronti degli oggetti rubati agli altri bambini, tra i quali uno Yo-Yo, un ditale d'argento, e un'armonica a bocca.
Da questo punto di vista non era troppo diverso dal nonno, che pareva tenere più ai cimeli di famiglia che ai propri figli: sia l'anello di Gaunt con lo stemma dei Peverell, sia il medaglione di Serpeverde, che erano stati in suo ossessivo possesso, avvaloravano la suddetta ipotesi.
Tale inclinazione sembrava avere un significato assai rilevante per Silente, che raccomandò a Harry di non dimenticarla, specificando che sarebbe divenuta importante più avanti.
Infatti, Silente aveva ben compreso che alcune strategie di Lord Voldemort avrebbero potuto riflettere quell'aspetto essenziale della sua personalità.

Anche la seconda lezione al Pensatoio era finita.
Così, l'anziano mago invitò il ragazzo ad andare a letto.
Harry si alzò. Mentre attraversava la stanza, il suo sguardo cadde sul tavolino sul quale l'ultima volta era posato l'anello di Orvolon Gaunt, ma l'anello non c'era più.
"Si, Harry?" chiese Silente, vedendo che silente si era bloccato.
"L'anello è sparito" disse Harry, guardandosi attorno. "Ma pensavo che potesse avere l'armonica o qualcosa del genere".

Silente gli rivolse un gran sorriso osservandolo da sopra gli occhiali a mezzaluna.

"Molto astuto Harry, ma l'armonica è sempre stata solo un'armonica".
E su questa nota enigmatica fece un cenno con la mano a Harry, che capì di essere stato congedato.

Alcuni secondi dopo che il grifondoro era uscito dalla scala a chiocciola, Silente si voltò verso la scrivania.

"Potete venire fuori, adesso, miei cari amici" disse Silente senza perdere il buon umore. "Ma vi prego, non parlatemi della mano annerita".

Pietra, Conan, Eileen e Daisy apparvero dinanzi a lui, tutti con le braccia incrociate, il Direttore di Violafucsia era il più accigliato.

"Miao, perfino un ragazzino come Harry ha capito che quell'anello aveva qualcosa che di strano" miagolò lo Stregatto sbuffando.
"Anche più di una" confermò il Preside divertito, ripensando alla Pietra della Resurrezione e alla sua conversazione con il Libro Stregatto degli Stregatti.
"Davvero?" chiese Eileen indicando la mano annerita. "E qual è la seconda?".
"Il vostro Fondatore, il Mago Stregatto Violafucsia, ve la rivelerà al momento opportuno" rispose secco Silente.
"D'accordo, Albus" commentò Daisy spazientita. "Ma non puoi negare che l'Anello di Gaunt abbia mostrato la stessa magia oscura di cui era piena la collana stregata di Opali che ha quasi fatto fuori Katie Bell, non credi?".
"Non proprio. In realtà, siamo di fronte a magie oscure qualitativamente diverse" spiegò il Preside nascondendo la mano annerita. "E' tardi, stasera preferirei non discuterne, nemmeno dell'anello".
"Va bene, Albus. Ripasseremo ad un'ora più miagolamente urbana" miagolò Conan apparentemente più rilassato.

"Era l'ora che qualcuno lo capisse" disse l'ex Preside Everard dal suo ritratto. "Buonanotte!".

"Grazie" disse Silente lasciandosi cadere a sedere dietro la sua scrivania. "A domani".
"E magari, miagoleremo di...Horcrux?" mormorò Pietra pochi secondi prima di svanire insieme agli altri felini.
Per un attimo Silente rimase sorpreso.

"Per quanto pensi di nascondere a te stesso la verità, Albus?" disse l'ex Preside Nigellus stiracchiandosi nel suo dipinto.
"Fino a che non avrò la prova certa, la conferma" replicò Silente pazientemente. "A tal proposito, come sai, confido nell'aiuto del professor Lumacorno. Buonanotte, Phinneas".

                               

Mentre Hogwarts era avvolta nel buio della notte, nella Casa di Violafucsia al terzo piano, altri erano ancora svegli: la Sala dei Ritratti era fin troppo affollata.

"Dunque, la ricerca millenaria è giunta al termine" sibilò Salazar Serpeverde dal suo dipinto quando la porta della Sala segreta si richiuse dietro il Libro Stregatto degli Stregatti. "I miei complimenti, sei un vero Stregatto Purosangue!".
"Grazie, miao" rispose il quinto Fondatore fulminando con una luce verde una pulce magica sulla sua copertina. "Ebbene, la mia morte fu causata proprio dalla mancata disponibilità di quel sassolino, scscsc!".
"Chi l'avrebbe mai detto!" esclamò Tosca Tassorosso esterrefatta. "Fra tutte le pietre magiche del mondo...".
"Bè, se ci pensate bene ciò ha una sua miagolante logica" rispose Violafucsia soave. "Solo la magia 'resurrezionale' promanata da essa può contrastare l'incontenibile potenza dei Collari, e permettere a chi li indossa di sopravvivere al loro utilizzo".
"Forse, se avessi potuto indossare il Diadema perduto ancora una volta, avrei potuto aiutarti" fece notare Priscilla Corvonero. "Prima Cadmus Peverell e poi Orvoloson Gaunt sono stati molto fortunati a impossessarsi di quel gioiello".
"Anche Albus Silente" osservò il Libro Magico zampettando in su e giù. "Tuttavia, solo dopo averne visto la forma ho capito che era lei l'anello...anzi, la pietra mancante, scscsc!".
"Mi sembra di capire che il castone formato dall'unione dei Quattro Collari dell'Apocalisse è pronto ad accoglierla perfettamente" dedusse Tosca Tassorosso argutamente.
"Come il libro Stregatto degli Stregatti accoglie la mia essenza magica" precisò Violafucsia sbattendo le pagine come per applaudire.
"E adesso" incalzò Salazar più sospettoso del solito, "dov'è?".
"Al sicuro, caro Sal" miagolò Violafucsia ridacchiando. "All'interno di uno speciale boccino alato".
"A quanto pare, il Preside adora il Quidditch" mormorò Serpeverde con un tono di voce carico di ironia. "E cos'ha di tanto speciale?".
"Sopra di esso vi è incisa una frase assai curiosa...'mi apro alla chiusura' " spiegò lo Stregatto Violafucsia agli altri Fondatori dall'espressione basita.
"Ma perché Silente ha nascosto la Pietra della Resurrezione in un boccino d'oro?" chiese Godric impugnando la spada dipinta. "Chiunque potrebbe aprirlo...o no?".
"Bè, a quanto pare, il Preside non adora soltanto le frasi enigmatiche" concluse il Fondatore di Violafucsia prima di congedarsi con un inchino. "Mi ha rivelato che solo Potter può aprirlo, ma non chiedetemi altro".

La mattina dopo Harry aveva Erbologia alla prima ora.
In Sala Grande non aveva raccontato a Ron e Hermione della serata con Silente per paura di essere udito dagli altri, e così li ragguagliò mentre attraversavano l'orto diretti alle serre.
Li attendeva una lezione della professoressa Sprite su come prendere e spremere i baccelli di Pugnacio, una pianta poco arrendevole, ma ciò non impedì a Harry di raccontare il suo nuovo viaggio nel Pensatoio.
A tal proposito, Hermione pensava che le lezioni private del Preside avessero lo scopo di far conoscere il profilo psicologico di Tom Riddle, e quindi, di fornire informazioni utili per sconfiggerlo.
Invece Ron, sebbene considerasse interessante la vita del del piccolo Voi-Sapete-Chi, faticava a capire l'utilità di apprendere certi particolari sul Signore Oscuro, e non sembrava invidiare l'amico.

Durante la lezione di Erbologia, l'ultimo argomento di conversazione fu la recente festa di Lumacorno.
Senza indugio, Hermione fece notare a Harry che non avrebbe potuto sottrarsi al prossimo appuntamento natalizio: l'anziano maestro di Pozioni non avrebbe mai rinunciato alla presenza di Potter.
Tuttavia, la ragazza rivelò che gli invitati avevano la facoltà di portare ospiti, e che lei aveva l'intenzione di farsi accompagnare da Ron.
Subito il giovane Weasley  ritornò di buon umore, smise di prenderla in giro, ed evitò ulteriori commenti sprezzanti sul Lumaclub.

A quel punto, però, fu il turno di Harry di sentirsi triste e imbarazzato.
Aveva paura delle conseguenze che avrebbe avuto su di lui una 'storia d'Amore' tra Ron e Hermione.
In particolare, temeva di essere abbandonato o escluso dai suoi migliori amici.
Del resto anche Bill Weasley e Fleur Delacour, dopo essersi innamorati, si erano isolati dagli altri.
Poi c'era la non secondaria questione 'Ginny': Harry ne era innamorato, ma era molto combattuto.
In questo caso, il grifondoro era preoccupato di come l'avrebbe presa il 'possessivo' fratello Ron se lui e sua sorella Ginny si fossero messi insieme.
Sarebbe stata la fine della loro amicizia?

Nel frattempo, con grande fatica, i tgrifondoro catturarono il secondo baccello di Pugnacio, ma non erano stati tanto abili e veloci quanto Neville Paciock, il migliore studente di Erbologia del loro anno.
In quel periodo, poi, un'altra grana da risolvere era la sostituzione della Cacciatrice Katie Bell nella squadra di di Grinfodoro di Quidditch, dal momento che la studentessa colpita dalla maledizione della Collana era ancora ricoverata al San Mungo, mentre la partita contro Serpeverde incombeva a pochi giorni di distanza, come un Augurey sulla spalliera del letto.
A malincuore la scelta ricadde su Dean Tomas, l'attuale fidanzato di Ginny, il ragazzo di cui Ron era gelosissimo.
Inoltre, Harry sapeva bene di dover affrontare il problema 'Portiere': Ron era un giocatore molto nervoso, con un rendimento alquanto discontinuo, e ultimamente il suo comportamento stava travalicando tutti i limiti sportivi consentiti.

                                       

In quei giorni, anche gli Stregatti erano al corrente delle diverse questioni che tenevano in ansia il loro 'protetto', compresa la bruttissima discussione tra Ron e Ginny riguardo il suo rapporto con Dean Tomas.
Tuttavia, i pensieri del direttore della Casa di Violafucsia erano rivolti ad altre 'priorità'.

"Allora, miao, la Granger si è messa con Cormac McLaggen oppure no?" domandò Pietra a Daisy, comodamente seduto nel suo Ufficio, le zampe posteriori sopra la scrivania.
"Non credo" rispose la Stregatta mentre correggeva dei compiti di Magia Floreale. "Ma che te ne importa?...C'è altro a cui pensare, siamo alla vigilia della partita Serpeverde contro Grifondoro e Malfoy si è dato stranamente malato...".
"Bè, il nostro direttore ha scommesso tre galeoni con la McGranitt che Hermione e Ron si metteranno insieme" spiegò Conan sogghignando. "Su Draco Malfoy si accettano ancora scommesse, eh, eh, eh!".
"Davvero Minerva ha accettato?" chiese Eileen incuriosita.
"Sissi!...La vegliarda dice che il signor Weasley ha tante possibilità di mettersi con la signorina Granger quante ne ho io di sconfiggere il Signore Oscuro in duello, ma anche a Quidditch, ghghgh!" replicò lo Stregatto arruffandosi il ciuffetto.
"Capisco" commentò Daisy sogghignando. "Potresti vincere solo se la bacchetta di Voldemort proclamasse uno sciopero contro gli Avada kedavra, hi, hi, hi!".
"Uffà!" Esclamò Pietra stranamente entusiasta. "Ma solo se avessi miagolato a Minerva 'quando' i due pargoli umani si metteranno insieme".
"Un momento!...Così per stabilire il vincitore della scommessa ci vorrà una vita" osservò Eileen stupita.
"Ci puoi scommettere, muahahahah!!!" ridacchiò in modo sinistro lo Stregatto applaudendola. "Almeno credo...O no?".

Nonostante le difficoltà, alla vigilia della partita, e prima di addormentarsi, Harry trovò la soluzione per l'amico portiere grazie a un'improvvisa illuminazione: avrebbe fatto credere a Ron di somministrargli la Felix Felicis, al fine di fargli riacquisire la grinta e la sicurezza perdute.
E così fece. Ma per rendere più credibile il suo piano, aveva bisogno di una 'complice involontaria', ovvero, doveva riuscire a ingannare anche Hermione.

La mattina dopo la colazione, proprio in presenza della sua irreprensibile amica, Harry porse a Ron un bicchiere di succo di zucca.
Il portiere di Grifondoro aveva portato il bicchiere alle labbra quando Hermione esclamò: "Non berlo, Ron!".
I due alzarono lo sguardo su di lei.
"Perché no?" chiese Ron.
Hermione fissava Harry come se non potesse credere ai suoi occhi.

Nelle vicinanze, l'invisibile Pietra guardava Harry con sincera ammirazione confabulando con il fidato Conan.
"Devo rivalutare Harry Potter" miagolò Pietra. "Un piano degno di...".
"Di noi, miao!" rispose Conan sogghignando.

"Hai appena messo qualcosa in quel succo" spiegò la Granger addolorata, convinta che i suoi amici fossero complici in attività illegali di 'doping magico sportivo'.
"Scusa?" fece Harry.
"Mi hai sentito. Ti ho visto. Hai appena versato qualcosa nella bibita di Ron. Hai ancora la bottiglia in mano!"
"Non so di cosa stai parlando" ribatté Harry, rimettendo in fretta una bottiglietta in tasca.
"Ron, attento, non berlo!" lo ammonì di nuovo Hermione preoccupata, ma Ron vuotò il bicchiere in un solo sorso e rispose: "Smettila di maltrattarmi, Hermione".
Scandalizzata, lei si chinò in modo che solo Harry potesse sentirla e sibilò: "Dovresti essere espulso per questo. Non me lo sarei mai aspettato da te, Harry!".
"Senti chi parla" sussurrò lui di rimando. "Hai confuso nessuno, ultimamente?".

Il chiaro riferimento era all'aiuto magico dato a Ron alle selezioni di Quidditch per il ruolo di portiere, a discapito di Cormac McLaggen.
Hermione si allontanò furiosa; Harry la guardò andar via senza rimpianti.

                                  

Poco dopo, negli spogliatoi, le notizie delle assenze di Vaisey, il miglior Cacciatore di Serpeverde e di Malfoy rafforzarono la speranza di vincere la partita, ma alimentarono anche i dubbi sulla malattia di Malfoy: normalmente, Draco avrebbe fatto di tutto per far rinviare la partita per di potervi partecipare.

"E' sospetto, vero?" bisbigliò Harry al suo amico.
"Io la chiamerei fortuna" rispose Ron, un po' più animato. "E anche Vaisey fuori, è il loro capocannoniere, non immaginavo...ehi!" Ron si bloccò, il guanti da Portiere infilati a metà, gli occhi fissi su Harry.

"Cosa c'è?" chiese il suo Capitano.
"Io...tu..." balbettò Ron a bassa voce, spaventato e eccitato a un tempo. "La bibita...il succo di zucca, non avrai mica...?".
Harry alzò le sopracciglia, ma si limitò a dire: "Cominciamo fra cinque minuti, è meglio se ti metti gli stivali".

Al di là delle gravi assenze di Serpeverde, Ron giocò una partita fantastica parando l'impossibile, mentre Harry ebbe la meglio per la cattura del boccino alato su Harper, il Cercatore che aveva sostituito Draco.
In breve tempo Grifondoro vinse agevolmente la partita, e l'atmosfera nello spogliatoio era di puro giubilo.
Tuttavia la gioia di Harry e Ron, attesi in Sala Comune alla festa organizzata da Seamus, non venne condivisa da Hermione, che pareva l'indignazione fatta persona.

"Devo parlarti, Harry" disse la ragazza respirando profondamente. "Non avresti dovuto. Hai sentito Lumacorno, è illegale".
"Che cosa vuoi fare, denunciarci?" domandò Ron.

"Ti risulta che Potter abbia fatto qualcosa di illegale prima o durante la partita?" domandò Conan nascosto insieme a Pietra negli armadietti in disuso degli spogliatoi.
"No" rispose Pietra abbacchiato. "Magari, lo avrei considerato un parente!".
"Già, avresti preferito diversamente, eh?" chiese Conan sogghignando.
"Si" miagolò lo Stregatto, gli occhi a fessura. "Per colpa del Prescelto ho perso una scommessa con Eileen e Daisy: dovrò donare mille sterline al Canile di Londra".
"Per la barba di Merlino!" esclamò Conan rimanendo a bocca aperta. "Come farai a trovare tutto quel denaro?".
"Spero che qualcuno di buon cuore esista ancora, e lasci generose elemosine ai poveri come me nelle cassette della Cattedrale di Saint Paul" replicò lo Stregatto senza batter ciglio.
"Capisco, il solito prestito non concordato" suggerì Conan ridacchiando. "E la restituzione della somma con gli interessi...a quando?".
"Oh...dipende da quanto tempo impiegherà il miglior Snaso di Hagrid a entrare nella cassaforte della Banca di Londra, vecchio mio" mormorò Pietra facendo spallucce.
"In ogni caso, siamo dei cattivi esempi" sentenziò Conan impettito.
"Non è abbastanza per far crescere Harry Potter come il nostro rampollo" miagolò lo Stregatto scuotendo la testa. "Vuoi chiedere una valutazione alla Granger circa il nostro operato?".
"Assolutamente no, miao!" esclamò Conan, l'espressione sul musetto preoccupata.

"Di che cosa state parlando, voi due?" chiese Harry nel frattempo ai suoi amici, voltandosi per appendere la divisa in modo che nessuno dei due lo vedesse sorridere.
"Sai benissimo di che cosa stiamo parlando!" esclamò Hermione con voce acuta. "Hai messo la Pozione della Fortuna nel succo di Ron! La Felix Felicis!"
"Non che non l'ho fatto!" ribatté Harry, girandosi a guardare entrambi.
"Invece si, Harry, ed è per questo che tutto è filato liscio, c'erano dei giocatori di Serpeverde assenti e Ron ha parato tutto!".
"Invece no!" replicò Harry, con enorme sorriso. Fece scivolare la mano nella tasca della giacca ed estrasse la bottiglietta che Hermione gli aveva visto in mano la mattina.
Era colma di pozione dorata e il tappo era ancora sigillato con la ceralacca. "Volevo che Ron lo credesse, così ho fatto finta quando sapevo che stavi guardando". Si rivolse a Ron. "Hai parato tutto perché ti sentivi fortunato. Hai fatto tutto da solo".
Intascò di nuovo la pozione.

"Davvero non c'era niente nel mio succo di zucca?" boccheggiò Ron, esterrefatto. "Ma il tempo è buono...e Vaisey non ha giocato...sul serio non ho preso la Pozione della Fortuna?".

Harry scosse il capo. Ron lo guardò a bocca aperta per un istante, poi si scagliò contro Hermione, facendole il verso.

"Hai messo la Felix Felicis nel succo di Ron, ecco perché le ha parate tutte! Visto? So giocare anche senza aiuto, Hermione!"
"Non ho mai detto che non sei capace...Ron, anche tu credevi che te l'avesse data!".

Ma Ron era passato oltre e era uscito con la scopa in spalle, mentre Harry non sapeva come dire a Hermione che il suo amico ce l'aveva con lei perché in passato aveva baciato Viktor Krum.

Harry non vide Hermione alla festa di Grifondoro, che al suo arrivo era al culmine.
Nuovi applausi e grida salutarono il suo ingresso e ben presto fu circondato da una folla di gente che si congratulava.
Si liberò di Romilda Vane per poi imbattersi in Ginny, che gli fece notare suo fratello avvinghiato a Lavanda Brown: erano così stretti che era difficile quali mani erano di chi.
Dopo aver ascoltato i commenti sarcastici di Ginny, Harry distolse lo sguardo da Ron, sfrecciò avanti, schivò di nuovo Romilda Vane, e spinse il ritratto della Signora Grassa per seguire Hermione, che era uscita fuori dalla Sala Comune.
Il corridoi sembrava deserto.

"Hermione!"

La trovò nella prima classe aperta in cui entrò.
Era seduta sulla cattedra, sola, a parte una piccola aureola di canarini cinguettanti che evidentemente aveva appena fatto apparire dal nulla.
Harry non poté fare a meno di ammirare la sua abilità negli Incantesimi anche in un momento come quello.
Anche Pietra, Conan, Eileen e Hermione osservavano compiaciuti, silenziosi e invisibili.

"Oh, ciao, Harry" lo salutò l'amica nervosamente. "Mi stavo esercitando".
"Si...sono...ehm...proprio venuti bene" balbettò Harry.
"A quanto pare Ron si sta godendo i festeggiamenti" continuò Hermione.
"Ehm...davvero?" chiese Harry.
"Non far finta di non averlo visto" ribatté Hermione. "Non si stava precisamente nascondendo, no...".

La porta alle loro spalle si spalancò.
Con orrore di Harry, entrò Ron, ridendo e tirando Lavanda per la mano.

"Oh" fece, bloccandosi di colpo alla vista di Harry e Hermione.
"Oops!" squittì Lavanda, e usci indietreggiando, con una risatina.

La porta si richiuse.

"Ciao, Harry! Mi stavo chiedendo dov'eri finito!" disse Ron con uno strano misto di impudenza e goffaggine.

Hermione scivolò giù dalla cattedra. Il piccolo stormo di canarini, che continuava a volteggiarle attorno alla testa cinguettando, la faceva assomigliare a uno stravagante modellino di sistema solare.

"Non dovresti lasciare Lavanda fuori ad aspettarti" disse calma. "Si chiederà che fine hai fatto".

Avanzò lenta e impettita verso la porta. Harry lanciò un'occhiata a Ron, che sembrava sollevato che non fosse successo altro.

"Oppugno!"

Harry si voltò di scatto e vide Hermione puntare la bacchetta contro Ron, con aria folle.
Il piccolo stormo filò come una pioggia di proiettili d'oro verso Ron, che gemette e si coprì il volto con le mani; ma i canarini lo aggredirono, beccando e graffiando ogni brano di pelle che riuscivano a raggiungere.

"Toglimeli-di-dosso!" urlò Lui, ma con un ultimo sguardo di rabbia vendicativa Hermione spalancò la porta e sparì.
Harry credette di aver sentito un singhiozzo prima che la porta sbattesse.

                            

Ad un tratto, i quattro Stregatti tornarono visibili, e uno stormo di piccoli piccoli draghi sputa-fiamme, creato da Daisy, eliminò rapidamente i terribili canarini.

"Beccate meritate, ghghgh!" miagolò Pietra sbadigliando. "Alcuni giorni fa il nostro affabile Ron ha lanciato una fattura contro sua sorella Ginny mancandola di un soffio".
"E' corretto, Harry?" domandò Eileen come se avesse bisogno di una conferma.
"Si, ma..." balbettò Harry cercando di improvvisare un'improbabile arringa difensiva. "Era stato....provocato".
"E comunque, non sono affari vostri" mormorò Ron. "Mia sorella è una faccenda...".
"...Privata?" chiese Daisy inclinando la testolina. "La consideri di tua proprietà, quasi fosse Arnold la Puffola Pigmea o Leotordo, che ti obbedisce a bacchetta?".
"Abbiamo avuto una discussione" continuò Ron arrossendo. "Nessuno è rimasto ferito".
"Siamo insegnanti, miao!" spiegò Conan innervosendosi. "Se la fattura andava a segno...".
"Bé...se l'avessi colpita?" domandò Ron con aria di sfida. "Non siete insegnanti umani, non è di vostra...".
"Punizione!" lo interruppe Pietra, la sua voce era molto simile a quella di Dolores Umbridge.
"Io...non ho tempo da perdere!" sbottò Ron innervosito.
"Ti sei appena giocato la cravatta e i calzini" spiegò lo Stregatto con straordinaria calma. "Ti avviso che le cose fatte a pezzi dai nostri artigli non si possono riparare magicamente".
"I calzini, no, per favore!" esclamò Harry preoccupato. "Ci tiene così tanto".
"Sai cucire, Ron?" chiese Conan serafico.
"Silente vi licenzierà" brontolò il giovane Weasley infuriato. "Sarà il primo a saperlo".
"Ron scherza sempre" aggiunse Harry facendo segno al suo amico di stare zitto.

In un istante Ron si ritrovò in un baleno gli artigli di Pietra alla gola. Non lo aveva neanche visto arrivare.

"Allora...suppongo che preferisci limarci le unghie" sibilò Pietra mormorandogli a un orecchio. Questa volta era il timbro di voce di Severus Piton. "A Eileen e Daisy potresti dare anche lo smalto".
"In alternativa, c'è sempre la cravatta...e i calzini" fece notare Conan facendo spallucce. "Vedi come siamo buoni, ti lasciamo perfino scegliere".
"E' molto bravo il professor Pietra a imitare le voci" disse Harry cercando di smorzare i toni.
"Da quando lo chiami professore?" gli chiese Ron infastidito.
 "Finiamola qui, Ron, te la ricompro io la cravatta" proseguì Harry sorridendo nervosamente.
"D'accordo...d'accordo, scelgo la punizione della cravatta" sibilò Ron, il mento alzato verso il soffitto. "I calzini...è l'ultimo paio che ho!".
"Lascia in pace tua sorella, e ti prometto che i tuoi calzini non ti morderanno le dita dei piedi" miagolò Pietra sogghignando sinistramente.
"Ultimo avviso!" miagolarono in coro Conan, Eileen, e Daisy.

Ron rispose con un grugnito di consenso.

"Ti ringrazio per i complimenti, caro Harry" aggiunse Pietra facendogli un inchino.
"Figurati, direttore Pietra" disse Harry tirando un respiro di sollievo e pensando a Ginny.
"Da quando lo chiami..." bofonchiò Ron irritato. "Direttore di cosa?".
"Ultimamente mi sto esercitando con la voce di Lavanda Brown. Vuoi sentirla, miao?" continuò lo Stregatto ignorando i commenti impertinenti.
"No, grazie, ti crediamo sulla parola" rispose Harry cortesemente. "Mi sono bastate le eccellenti imitazioni della professoressa Umbridge e di Piton".
"Il professor Piton" precisò Eileen, gli occhi a fessura. "E Ti ricordo che Pietra Stregatto è il direttore della quinta Casa Segreta di Violafucsia, caro Ron".
"Come ho potuto dimenticarlo!" esclamò Ron con un pizzico di sarcasmo.
Poi gli stregatti scomparvero, lasciando Ron a riflettere sui propri errori insieme a Harry.

A onor del vero, quella notte, un calzino tentò di soffocare Ron svegliandolo all'improvviso.
Ma non c'era la zampetta di Pietra; si trattava soltanto di un innocente incantesimo di Seamus, che desiderava porre fine al suo incessante russare.

















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