Libro sei, capitoli 11,12: Una collana stregata e due misteri di troppo



                  
Liberamente ispirata a Harry Potter e Il Principe Mezzosangue, capitoli undici  e dodici: Una mano da Hermione, Argento e Opali







A dispetto dell'enorme impegno scolastico richiesto dal sesto anno d'istruzione magica, Harry, Ron e Hermione desideravano spiegarsi il prima possibile con Hagrid: l'abbandono della sua materia, Cura delle Creature Magiche, non doveva certamente diventare motivo di divisioni e litigi.

Pertanto, il sabato mattina, decisero di andare a visitarlo alla capanna, una volta finite le selezioni del Quidditch.

Prima però, mentre facevano ancora colazione, i tre grifondoro ricevettero dei gufi postali.
A Harry e Ron erano state spedite delle copie nuove di Pozioni Avanzate, mentre a Hermione era stata consegnata la Gazzetta del Profeta in abbonamento.
Dinanzi all'amica contrariata, Harry scambiò magicamente la copertina del libro appena acquistato con quella del vecchio manuale, con il chiaro intento di restituire il libro nuovo e tenersi quello scarabocchiato del Principe Mezzosangue.

Come se non bastasse, la Gazzetta del Profeta annunciava l'arresto di Stanley Picchetto, il bigliettaio del Nottetempo accusato dal Ministero della Magia di essere un Mangiamorte.
Sentita la notizia, lo stupore di Harry raggiunse il culmine e le ipotesi si sprecarono.
Ron fece notare che, in passato, Stan si era vantato di voler diventare Ministro per attaccare bottone con delle Veela.
Ma la vanità di Stan non giustificava certo la grave accusa mossa nei suoi confronti.

"Proprio lui" confermò Harry. "Non so a che gioco stanno giocando, se prendono sul serio Stan".
"Probabilmente vogliono dare l'impressione di far qualcosa" disse Hermione, pensierosa. "La gente è terrorizzata...".

Intanto, mentre la conversazione proseguiva, gli stregatti, invisibili e di passaggio fra i tavoli, iniziarono a commentare quella brutta notizia.

"Idioti!...Hanno catturato Stan, l'unico mago che non ci faceva pagare il biglietto sul Nottetempo" miagolò Pietra turbato. "Chi viene con me a liberarlo?...Assaltiamo Azkaban con il sottomarino Gnautilus e la disintegriamo!".
"Io!!!" risposero in coro Conan, Eileen e Daisy.
"E' bello sapere che esistete!...Peccato che Silente non sia d'accordo: il Preside ha già rifiutato il mio piano" aggiunse Pietra sbadigliando pigramente. "Il nostro Albus ci ha lasciato un biglietto stamattina prima di lasciare il castello...'Mi raccomando, non prendete iniziative contro il Ministero. Fidatevi di me!' ".
"Allora, perché ce l'hai domandato?" chiese Daisy tutta arruffata.
"Volevo vedere se stavate al passo, ghghgh!" replicò lo Stregatto dispettosamente.
"Ma Silente dove è andato?" domandò Conan cambiando argomento.
"Lui non ha lasciato detto niente, nemmeno a Sev!" esclamò Pietra facendo volare via i tovaglioli dai tavoli vicini.

Alcuni studenti di Corvonero e Tassorosso si voltarono per capire chi fosse il disturbatore di turno, ma non videro anima viva oltre ai fantasmi, e tornarono a godersi la colazione.

                                   

Come Harry si era aspettato, i provini del Quidditch occuparono gran parte della mattinata.
In particolare, Ron doveva dimostrare, in una gara di cinque rigori, di essere un portiere di qualità superiore al bravissimo Cormac McLaggen.
Fu Hermione a dare un 'piccolo aiuto' a Ron lanciando un Incantesimo Confundus su Mclaggen che, dopo essere stato stregato, fallì comicamente la parata sull'ultimo tiro.

Appena concluse le selezioni e fissato l'orario del primo vero allenamento per il martedì seguente, Harry, Ron e Hermione si diressero finalmente verso la capanna di Hagrid.

"Ho temuto di non parare il quarto rigore" stava raccontando Ron allegro. "Quel tiro mancino di Demelza, l'avete visto, era una palla a effetto...".
"Si, si, sei stato eccezionale" rispose Hermione, divertita.
"Comunque sono stato più bravo di McLaggen" continuò Ron assai compiaciuto. "L'avete visto quando si è buttato dalla parte sbagliata al quinto rigore? Sembrava che fosse stato confuso...".

Con sorpresa di Harry, a quelle parole Hermione arrossì violentemente. Ron non notò nulla, occupato com'era a descrivere con amorevoli dettagli ogni parata.
Fierobecco, l'enorme Ippogrifo grigio, era legato davanti la capanna di Hagrid. 
Fece schioccare il becco affilato come un rasoio quando si avvicinarono e voltò il testone verso di loro.
Così Harry compì il rituale inchino di rito, che fu subito ricambiato dall'animale.

"Ohi!" esclamò Hagrid in compagnia di Thor, il monumentale danese, da dietro la capanna. "Lontani! Vi mangerà le dita! Oh! Siete voi!".

Tuttavia, mentre Thor stava saltando festosamente addosso a Ron e Hermione, Hagrid entrò nella capanna, sbattendo la porta.

"Santo cielo!" fece Hermione addolorata.
"Non preoccuparti" rispose Harry, cupo. Andò alla porta e bussò forte.
Poi minacciò di buttarla giù.
Alla fine, prima che il grifondoro potesse mettere in atto i suoi propositi,  Hagrid si decise ad aprirla e ruggì: "Sono un professore! Un professore, Potter! Come osi minacciare di buttarmi giù la porta?".
"Mi dispiace, signore" rispose Harry, sottolineando l'ultima parola mentre riponeva la bacchetta nella veste.
"Da quand'è che mi chiami 'signore'?".
"Da quand'è che mi chiami 'Potter'?".
"Oh, molto furbo" grugnì Hagrid. "Molto divertente. Mi hai messo nel sacco, eh? Va bene, venite in casa, piccoli ingrati...".

Appena entrati, Harry, Ron e Hermione lo salutarono calorosamente e cercarono di spiegare le ragioni per cui non potevano frequentare Cura delle Creature Magiche.
Eppure Hagrid non era rattristato solo per quello; c'erano cose ben peggiori a cui doveva far fronte: il suo amico d'infanzia Aragog, l'enorme Acromantula, si era ammalato d'estate e stava morendo.
A dispetto dei due ragazzi, Hermione gli chiese se potevano fare qualcosa per lui, ma pur apprezzando l'aiuto offerto, Hagrid lo rifiutò.
Infatti, tenuto conto del nervosismo che serpeggiava tra i figli del ragno assassino, Rubeus non avrebbe mai mandato i suoi amici a portare Vermi Giganti nella tana.

"Si, ho sempre saputo che facevate fatica a ficcarmi nei vostri orari" mugugnò Rubeus, versando altro tè. Anche a chiedere dei Giratempo...".
"Non avremmo potuto" ribatté Hermione. "Abbiamo infranto l'intera riserva di Giratempo del Ministero quando siamo stati là quest'estate. C'era scritto sulla Gazzetta del Profeta".
"Ah bè, allora" convenne Hagrid. "Non potevate proprio farcela...è che ero preoccupato per Aragog...e mi chiedevo se invece, se c'era ancora la professoressa Caporal a insegnarvi...".

Al che tutti e tre dichiararono categoricamente e in piena falsità che la Caporal, che aveva sostituito Hagrid per alcune lezioni, era un'insegnante tremenda.
Al tramonto, quando li salutò sulla soglia, Hagrid era piuttosto allegro, mentre Harry, che si avviava in Sala Grande lo era un po' meno, essendo in attesa di raggiungere il professor Piton per la punizione.

                                     

Il profumo del roast beef inflisse allo stomaco di Harry una fitta di fame, ma si erano appena avviati al tavolo di Grifondoro quando il professor Lumacorno bloccò loro il passo.

"Harry, Harry, proprio te speravo di incontrare!" tuonò gioviale l'insegnante. "Mi auguravo di intercettarti prima di cena! Che ne dici di uno spuntino nelle mie stanze stasera? Facciamo una festicciola, solo un po' di stelle nascenti. Vengono McLaggen, Zabini e l'affascinante Melinda Bobbin, non so se la conosci, la sua famiglia possiede una grossa catena di farmacie, e naturalmente spero tanto che anche la signorina Granger mi onorerà della sua presenza".

Lumacorno s'inchinò brevemente a Hermione senza nemmeno guardare Ron: era come se non ci fosse.

"Non posso professore" rispose subito Harry". "Ho una punizione con il professor Piton".

Soppesata la risposta di Potter, il Maestro di Pozioni affermò entusiasta di avere buone possibilità di convincere il suo ex allievo a rimandare la punizione, ma Harry era meno ottimista, e per un buon motivo.

"Non ha alcuna speranza di convincere Piton" commentò Harry non appena Lumacorno fu a debita distanza. "Ha già spostato una volta la punizione per Silente, non lo farà per nessun altro".

"Non ci siamo riusciti neanche noi" borbottò Conan al suo amico felino, sempre invisibili, a pochi passi da lui.
"Già, miao" miagolò Pietra deluso. "Perlomeno, Sev ha accettato il mio suggerimento sul tipo di punizione, ghghgh!".

"Oh, vorrei che potessi venire, non voglio andarci da sola!" si lagnò Hermione preoccupata. Harry sapeva che stava pensando all'indesiderata corte di McLaggen.
"Dubito che sarai sola, probabilmente Ginny verrà invitata" sbottò Ron che non aveva affatto gradito di essere stato ignorato.

Dopo cena tornarono nella Torre di Grifondoro e si sedettero ad un tavolo della Sala Comune.
Ron, che era di malumore fin dall'incontro con Lumacorno, incrociò le braccia e fissò accigliato il soffitto. Hermione prese una copia del Profeta della Sera, che qualcuno aveva abbandonato su una sedia.

"Qualcosa di nuovo?" chiese Harry.
"Non proprio" Hermione scorreva le pagine interne. "Oh, guarda, c'è tuo padre, Ron...sta bene!" aggiunse in fretta, perché Ron si era voltato in ansia. "Dice solo che è andato a far visita a Casa Malfoy. '... La seconda perquisizione della residenza del Mangiamorte non sembra aver sortito alcun risultato. Arthur Weasley dell'Ufficio Intercettazione e Confisca di Incantesimi Difensivi e Oggetti Protettivi Contraffatti ha dichiarato che la sua squadra è intervenuta in seguito a una soffiata' ".

"Certo, la mia!" dichiarò Harry. "A King's Cross gli ho detto di Malfoy e della cosa che stava cercando di far riparare a Sinister! Bé se non è a caso loro, qualunque cosa sia, deve averla portata con sé a Hogwarts...".

Ma Hermione non era d'accordo, visti gli accurati controlli di Gazza, sebbene Harry, giunto in ritardo e scortato in Sala Grande da Piton, non era stato sottoposto ai suoi Sensori Segreti.

"Qualcuno gliel'ha mandato via gufo, allora" suggerì Harry. "Sua madre o qualcun altro".
"Anche tutti i gufi vengono controllati" replicò Hermione. "Ce l'ha detto Gazza quando ci ficcava quei Sensori Segreti ovunque riuscisse ad arrivare".

Stavolta Harry non trovò nient'altro da dire. Non sembrava che Malfoy avesse potuto in alcun modo portare un oggetto oscuro o pericoloso dentro la scuola.
Guardò speranzoso Ron, che fissava con le braccia conserte Lavanda Brown.
Ma Weasley, ancora infuriato per il mancato invito nel Lumaclub, non fu di grande aiuto.
Infatti, dopo aver risposto in malo modo, si diresse verso il dormitorio, lasciando Harry e Hermione a fissarlo.

"Harry?" la nuova cacciatrice era apparsa all'improvviso accanto a lui. "Ho un messaggio per te".
"Del professor Lumacorno?" chiese Harry, rizzandosi a sedere speranzoso.
"No...dal professor Piton" rispose Demelza. Il cuore di Harry sprofondò. "Dice che devi andare nel suo ufficio alle otto e mezzo per la punizione...ehm...non importa quanti inviti mondani tu possa aver ricevuto. E voleva che sapessi che dovrai separare i Vermicoli marci da quelli buoni da usare a Pozioni, e...e dice che non c'è bisogno che porti i guanti protettivi".
"Va bene" rispose Harry, cupo. "Grazie mille, Demelza".

                                

Dov'era Silente, e che cosa faceva? Non lo sapevano neanche gli stregatti.
Harry vide il Preside solo due volte nelle settimane seguenti.
Si era forse dimenticato delle lezioni con lui, così importanti da avere a che fare con la Profezia?
A dire il vero Harry si sentiva un po' dimenticato, mentre Pietra si aspettava il peggio da un momento all'altro.

"Qualunque cosa accada di insolito a Hogwarts e dintorni" aveva detto Silente agli stregatti, "limitatevi ad osservare gli eventi, senza ostacolare le attività di Draco Malfoy".
"In nessun caso, miao?" aveva chiesto lo Stregatto perplesso.
"In nessun caso" aveva confermato Silente secco.
"E se Draco tentasse di uccidere la McGranitt?" aveva domandato Pietra sogghignando. "Posso dargli una zampa?".

Il Preside aveva guardato il il felino di sottecchi, regalandogli un sorriso enigmatico come quello della Gioconda.

"Non si può più scherzare a Hogwarts, ho capito!" aveva concluso lo Stregatto, il ciuffetto più ribelle del solito. "Risparmiami quel ghigno da Monna Lisa, Leogatto Da Vinci non ne sarebbe fiero, Albus".
"Si chiamava Leonardo" lo corresse Silente mostrando un sorriso più genuino, "il geniale Babbano che ha detto...'sapere ascoltare significa possedere, oltre al proprio, il cervello degli altri' ".

A metà ottobre ci fu la prima gita del quadrimestre a Hogsmeade. Harry era lieto di scoprire che, nonostante le misure di sicurezza sempre più rigide, quelle escursioni erano ancora permesse.
D'altra parte, Pietra, Conan, Eileen e Daisy, incappucciati e bendati fino agli occhi, erano di servizio al pub 'I Tre Manici di Scopa', pigramente seduti in un tavolo vicino all'ingresso dei bagni a leggere un rapporto dell'agente segreto Grattastinchi.

"Per la barba miagolante di Merlino!" esclamò Eileen mentre leggeva la pergamena zampascritta. "Stamattina Harry ha usato incautamente l'Incantesimo Levicorpus contro Ron".
"Ah si, miao, quello 'non verbale' scritto nel Manuale di Pozioni Avanzate di Sev" miagolò Conan senza batter ciglio. "Dev'essere stato divertente, eh, eh, eh!".
"Dunque, pensate che non ci sia da preoccuparsi?" domandò Daisy lievemente turbata. "Usare incantesimi di cui non si conoscono gli effetti su una persona è da incoscienti e...".
"...E audaci, come un grifondoro. E si dà il caso che Harry Potter sia un..." rispose Conan osservando Katie Bell e la sua amica andare verso il bagno.
"Lo sappiamo!" lo interruppe Eileen bruscamente. "Ma non per questo significa che sia stata un'idea geniale. Era un incantesimo sconosciuto a Potter, avrebbe potuto uccidere il suo amico. miao".
"E tu Pietra, che ne pensi?" chiese Daisy scuotendo il suo fidanzato, intento a osservare Aberforth Silente e Mundungus Fletcher uscire dal locale.
"Bé...il vecchio Dung sta trattando oggetti rubati appartenuti ai Black, ora di proprietà di Potter, niente di nuovo" miagolò Pietra distrattamente. "Aberforth vorrebbe acquistare un frammento di specchio magico, se ho ben capito...".
"Ti ho chiesto...cosa ne pensi del Levicorpus usato da Harry?" domandò Daisy alzando leggermente la voce.
"Oh...ha usato anche l'incantesimo Liberacorpus, no? Ciò significa che è un ragazzo intelligente" rispose Pietra soave. "Così facendo, sta imparando Incantesimi e Controincantesimi non verbali. Ancora una volta grazie a Sev!".
"C'è altro che dovremmo sapere?" chiese Conan divorando il settimo salamino di ratto inzuppato nel Vino Elfico.
"Ehm, si...pare che Harry, Ron e Hermione abbiano deciso di venire a Hogsmeade" continuò Eileen sospirando. "Forse ce li ritroveremo qui, davanti a noi, entro pochi minuti".
"Ottimo, miao!" esclamò Conan fregandosi le zampette. "Con il vento gelido che soffia fuori, non c'è niente di meglio che tenerli d'occhio al calduccio. E poi, là fuori c'è già Tonks".
"Sono estremamente prevedibili" commentò Pietra sbadigliando. "Passeranno prima da Mielandia, e probabilmente incontreranno il professor Lumacorno, poi Harry si accorgerà di Mundungus e delle sue attività e...".

All'improvviso, si udirono delle urla provenire da High Street e un piccolo lampo illuminò debolmente i vetri della porta d'ingresso. La voce di Harry era inconfondibile, come quella di Mundungus. Infine, gli stregatti sentirono il classico rumore di una Smaterializzazione.

"Che vi miagolavo?...Il doppio trasloco di oggetti da casa sua alla valigia Dung e da quest'ultima alle tasche di Aberthfort lo ha reso di cattivo umore" commentò lo Stregatto stiracchiando le zampette sotto il tavolo.
"Una volta i furti li chiamavi 'piccoli prestiti" mormorò Eileen accigliata. "Ma quando c'è di mezzo Fletcher diventano veri e propri traslochi, eh?".
"In ogni caso, ho indovinato. Dovrei insegnare Divinazione e far interpretare agli studenti i vassoi pieni di salsicce, altro che fondi di tè!" continuò il Direttore di Violafucsia imperturbabile.
"Con un Veggente come te i vassoi arriverebbero vuoti sui banchi delle aule" obiettò Daisy sogghignando.
"Ovviamente!" miagolò Pietra ispirato. "Perché il futuro dopo i pasti dev'essere ancora scritto".
"E che razza di predizioni faresti in mancanza degli strumenti necessari?" domandò Daisy spazientita.
"Potrei miagolare profezie a breve termine su future merende in aula, per esempio" replicò il direttore di Violafucsia prendendo appunti. "Quelle dipendono da me, salvo esaurimento scorte di Vino Elfico, ghghgh!".
"ah, ecco!...Una Divinazione moderna, personalizzata, di ampio respiro culinario, insomma" mormorò Eileen con un tono di voce ironico. "Non bastava lo sherry della professoressa Cooman...".

                                      

Intanto, fuori dal pub, Hermione aveva appena impedito al suo amico di strozzare Mundungus.
Harry imprecò a piena voce voltandosi di scatto.

"TORNA QUI, BRUTTO LADRO...".

"E' inutile, Harry". Tonks era comparsa dal nulla, i capelli color topo umidi di nevischio. "Ormai probabilmente Mundungus sarà a Londra. Non serve urlare".
"Ha rubato le cose di Sirius! Le ha rubate!".
"Si, però" osservò Tonks che non sembrava affatto turbata dalla notizia, "non dovresti stare così al freddo".

E aspettò che entrassero ai Tre Manici di Scopa.
"Quando fu dentro Harry esplose: "Ha rubato le cose di Sirius!".
"Lo so Harry, ma per favore non gridare, ci stanno guardando" sussurrò Hermione. "Vai a sederti, ti porto qualcosa da bere".

Harry era ancora fumante di rabbia quando Hermione tornò al loro tavolo con tre bottiglie di Burrobirra.

"L'Ordine non può controllare Mundungus?" chiese Harry agli altri due in un sussurro furioso. "Non possono almeno impedirgli di portar via tutto ciò che non è inchiodato alle pareti quando è al Quartier Generale?".
"Ssst" intimò Hermione angosciata guardandosi intorno per assicurarsi che nessuno ascoltasse; c'erano un paio di stregoni che fissavano Harry con enorme interesse, Zabini stava appoggiato a una colonna lì vicino, e quattro creature incappucciate che avevano appena finito di scolare la terza bottiglia di Vino Elfico, gli occhi nascosti da un velo nero. "Harry, anch'io sarei arrabbiata, lo so che sta rubando le tue cose...".

A Harry andò di traverso la Burrobirra; si era dimenticato di essere il proprietario del numero dodici di Grimmauld Place.

"Potremmo fare qualcosa per recuperare parte della refurtiva" miagolò Eileen impietosita.
"Certo!" rispose Conan entusiasta. "Rubarle a Mundungus?".
"Rubare a un ladro è comunque illegale" obiettò Daisy facendo spallucce.
"E' giustizia poetica" fece notare Pietra. "Tuttavia Dung è un amico...".
"Rubarle ai ricettatori, dopo che hanno pagato Dung?" domandò Conan meditabondo.
"E' ancora più poetico e più illegale" annuì Pietra sogghignando. "Mi piace questa idea, miao!".

Così due incappucciati, Pietra e Conan, uscirono silenziosamente dal Pub senza degnare di uno sguardo gli studenti, destinazione Londra, mentre Eileen e Daisy rimasero incollate alla sedia.

"Già, è roba mia!" esclamò Harry. "Ci credo che non era contento di vedermi! Bè, racconterò a Silente che cosa sta succedendo, lui è l'unico che riesca a spaventare Mundungus".
"Buona idea" commentò Hermione contenta che Harry si stesse calmando. Poi la ragazza trovò il tempo di riprendere Ron, che stava guardando in direzione dell'avvenente barista Rosmerta.
Non appena Harry ebbe bevuto l'ultimo sorso lei propose: "La facciamo finita e torniamo a scuola allora?".
Gli altri due annuirono.

"A quanto pare, dobbiamo seguirli fino al castello sotto la neve" mormorò Daisy dispiaciuta di separarsi dal calduccio del locale. "Tonks e gli altri Auror devono restare a Hogsmeade...".
"Vero, ordini di servizio" replicò Eileen rassegnata. "Con questa tempesta neanche il Signore Oscuro metterebbe il naso fuori...".
"Ma lui non ha il naso, hi, hi, hi!".
"Giusto, Daisy!...Mi fa piacere che qualcosa gli sia andata storta quella notte, a Little Hangleton".

                                  

La gita era stata un fiasco e il tempo peggiorava.
Harry, Hermione e Ron si vestirono e seguirono Katie Bell e un'amica fuori dal pub e su per High Street, seguiti a distanza dalle stregatte.
Distratto dai propri pensieri su Ginny insieme con Dean, a Harry ci volle un po' prima che si accorgesse che le voci di Katie Bell e l'altra ragazza, che il vento gli riportava indietro, erano diventate più alte e acute.
Le due studentesse litigavano per qualcosa che Katie teneva in mano.

"Non sono affari tuoi, Leanne!" sentì Harry.
Poco dopo quest'ultima fece per afferrare il pacchetto di Katie, che lo strinse a sé con uno strattone. Il pacchetto cadde a terra.

All'improvviso Katie si levò a mezz'aria, le braccia aperte come se stesse per volare.
Eppure nel suo volto inespressivo c'era qualcosa di sbagliato, di inquietante.
Harry, Ron, Hermione e Leanne si erano bloccati.

"Guarda la Signorina Bell!" esclamò Eileen allarmata. "Qualunque cosa sia contenuta in quel pacchetto è stata stregata!".
"Senza dubbio" miagolò Daisy rabbrividendo. "E se nessun insegnante umano passerà di qui entro breve, saremo costrette a intervenire...".
"Lo sai che Silente non vuole che blocchiamo le attività di Draco...".
"E chi ti ha miagolato che sia opera di Draco?"
"Chi altri?".
"Un altro Mangiamorte, per esempio?"
"Stiamo ragionando come Pietra".
"Stiamo invecchiando"
"No, solo peggiorando"

Poi, a quasi due metri dal suolo, Katie emise un urlo terribile, gli occhi spalancati.
Qualsiasi cosa vedesse o provasse, era evidente che le procurava dolore.
Urlò e urlò, mentre gli altri ragazzi cercavano di riportarla a terra afferrandola per le gambe.
Katie precipitò su di loro, Harry e Ron riuscirono a sorreggerla, ma si contorceva tanto che non potevano più trattenerla.
D'un tratto Harry ebbe l'idea di cercare soccorso correndo verso il castello e incontrò Hagrid, di ritorno da una visita al fratellastro Grop.

"Per fortuna che Rubeus passava da queste parti" commentò Daisy riprendendo fiato. "Mando un Patronus a Pietra e Conan per avvisarli della situazione.
"Si, miao" replicò Eileen, gli occhi fissi su Katie. "E io lo invio a Minerva".


Fu proprio Rubeus a sollevare Katie e a correre, con lei fra le braccia, verso l'infermeria: si trattava probabilmente di un contatto con un oggetto stregato.
Tuttavia, visto l'incartamento protettivo, era anche evidente che la ragazza l'aveva toccata per sbaglio.

Hermione andò dall'amica di Katie che piangeva a dirotto e le passò un braccio intorno alle spalle.
"Sei Leanne, vero?"
la ragazza annuì.
"E' successo all'improvviso, o..."
"E' successo quando si è strappato quello" raccontò Leanne sempre singhiozzando, e indicò il pacchetto che giaceva al suolo. La carta marrone ormai inzuppata che lo avvolgeva si era squarciata rivelando un lucore verdastro. Ron si chinò con la mano tesa, ma Harry gliela bloccò e lo tirò indietro.
"Non toccarlo!"
Si accovacciò. Dalla carta spuntava un'elaborata collana di opali che Katie aveva certamente toccato.

"Ma perché Albus non vuole che fermiamo Draco una volta per tutte, Eileen?" domandò la Stregatta perplessa. "Per quale ragione desidera che i piani del giovane Mangiamorte non siano ostacolati?".
"Allora...dunque...ehm, perché Silente non licenzia Pietra e Conan?" rispose Scintille sogghignando. "Ecco due misteri che vanno al di là della nostra comprensione, Daisy".

Nel frattempo, Harry disse ai suoi amici di aver già visto la collana qualche anno prima da Magie Sinister, il suo cartellino indicava che era maledetta, e che Katie doveva averla toccata.

"Come ha fatto Katie ad averla?"
"E' per questo che stavamo litigando. Aveva il pacchetto quando è uscita dal bagno dei Tre Manici di scopa, ha detto che era una sorpresa per qualcuno a Hogwarts e lei doveva consegnarlo. Era tutta strana mentre lo diceva...Oh no, oh no...scommetto che era sotto la Maledizione Imperius, e io non me ne sono accorta!".
"Non ha detto chi gliel'aveva dato, Leanne?"
"No...non voleva...e io le ho detto che era una stupida e di non portarlo a scuola, ma lei non ascoltava e...e poi ho cercato di prenderglielo...e...e..." Leanne gemette.

Subito Hermione suggerì di tornare a scuola per informarsi sulle condizioni di Katie.
Harry esitò per un attimo, poi si sfilò la sciarpa e, ignorando il rantolo terrorizzato di Ron, ricoprì con cautela la collana e la raccolse.
"Dobbiamo mostrarla a Madama Chips" disse Harry.

                                    

Appena misero piede nel parco del castello, Harry non ce la fece più a trattenersi e proruppe: "Malfoy sa della collana. Era in una teca di Magie Sinister quattro anni fa, l'ho visto che la guardava quando mi nascondevo da lui e da suo padre. E' questa la cosa che stava comprando il giorno che l'abbiamo seguito! Se l'è ricordata ed è tornato a comprarla!".
"Non...non so, Harry" fece Ron esitante. "Un sacco di gente va da Magie Sinister...e la ragazza non ha detto che Katie l'ha presa nel bagno delle donne?".
"Ha detto che quando è tornata dal bagno l'aveva con sé, non è detto che l'abbia trovata proprio nel bagno...".

"La McGranitt!" lo avvertì Ron.

Harry alzò lo sguardo. L'insegnante stava correndo verso di loro nel nevischio vorticante.

"Hagrid dice che voi quattro avete visto che cosa è successo a Katie Bell...Subito nel mio ufficio, per favore! Che cos'hai in mano, Potter?".
"E' la cosa che ha toccato" rispose Harry.
"Santo cielo" esclamò la professoressa McGranitt allarmata.
Poi consegnò la collana avvolta nella sciarpa di Grifondoro ad Argus Gazza, con l'ordine di consegnarla al Professor Piton stando attento a non toccarla.

Nel frattempo, gli studenti seguirono Minerva nel suo ufficio, dove Pietra, Conan, Eileen e Daisy li avevano preceduti, sempre in modalità invisibile.
Una volta dentro la professoressa chiuse la porta e andò alla scrivania per fronteggiare Harry, Ron, Hermione e Leanne, che stava ancora singhiozzando.

Purtroppo, il breve 'interrogatorio' della McGranitt, la confessione di Leanne, e i sospetti di Harry su Draco non produssero risultati decisivi per l'indagine.

"Questa è un'accusa molto seria, Potter" osservò la direttrice di Grifondoro, "Hai qualche prova?".
"No" rispose Harry. "Ma...". E le raccontò di quando aveva seguito Malfoy da Magie Sinister e della conversazione che aveva origliato.
Quando ebbe finito di parlare, la professoressa McGranitt era un po' confusa.

"Malfoy ha portato qualcosa da riparare da Magie Sinister?"
"No Professoressa, voleva solo che Sinister gli dicesse come aggiustare una cosa, non l'aveva con sé. Ma non è questo il punto, il fatto è che ha comprato qualcosa nella stessa occasione, e io credo che fosse quella collana...".
"Hai visto Malfoy uscire dal negozio con un pacchetto simile?"
"No, professoressa, ha detto a Sinister di tenergliela da parte...".
"Ma Harry" lo interruppe Hermione, "Sinister gli ha chiesto se voleva portarla con sé, e Malfoy ha detto di no..."
"Perché non voleva toccarla, è chiaro!" ribatté Harry furioso.
"Veramente ha detto: 'Non posso portarlo così per strada" rimarcò Hermione.
"Bè, sarebbe sembrato un idiota a portare una collana" intervenne Ron.
"Oh, Ron" sospirò Hermione esasperata, "sarebbe stata tutta impacchettata, per non toccarla, e quindi piuttosto facile da nascondere sotto un mantello: nessuno l'avrebbe vista! Secondo, qualunque cosa si sia fatto mettere da parte Malfoy, dev'essere rumorosa o voluminosa: qualcosa che sapeva avrebbe attirato l'attenzione...e comunque" continuò a voce alta, prima che Harry riuscisse a interromperla, io ho chiesto a Sinister della collana, non ricordate? Quando sono entrata per cercare di scoprire che cosa gli aveva chiesto Malfoy, l'ho vista. E Sinister mi ha detto il prezzo, non ha detto che era già venduta...".
"Bè, sei stata così prevedibile che ha capito le tue intenzioni in cinque secondi, è chiaro che non te l'avrebbe detto...Comunque Malfoy avrebbe potuto mandare qualcuno a prenderla, da allora..."

"E pensare che io e Conan volevamo regalare quella collana alla McGranitt per Natale, ghghgh!" miagolò Pietra usando un Incantesimo Miagolo-Muffliato. "Però costava troppo, e Sinister odia i pagamenti a rate".
"Ma alla Vegliarda non piacciano i gioielli in argento" fece notare Conan soave. "Inoltre, gli opali non sono le pietre del suo segno zodiacale. Invero, a conti fatti, non le avrebbero portato fortuna, eh, eh, eh!".

Eileen e Daisy preferirono non commentare il regalo mancato a Minerva, scrutando torve e in silenzio i loro fidanzati.

"Basta così!" li interruppe la professoressa McGranitt mentre Hermione apriva la bocca per ribattere, furente. "Potter, apprezzo che tu mi abbia detto questo, ma non possiamo accusare il signor Malfoy solo perché ha fatto visita al negozio in cui questa collana potrebbe essere stata comprata. Lo stesso vale probabilmente per centinaia di persone...".
"...E' quello che ho detto io..." borbottò Ron.
"...E comunque abbiamo messo in atto strettissime misure di sicurezza quest'anno, non credo che quella collana avrebbe potuto entrare a scuola a nostra insaputa..."
"...Ma..."
"...E soprattutto" concluse la McGranitt in tono terribilmente definitivo, "il signor Malfoy oggi non era a Hogsmeade".

Harry la guardò a bocca aperta come sgonfiandosi. "Come fa a saperlo, professoressa?".

"Perché era in punizione con me. Non ha finito i compiti di Trasfigurazione per due volte di fila. Quindi grazie per avermi rivelato i tuoi sospetti, Potter" proseguì, "ma adesso devo andare in infermeria per vedere come sta Katie Bell. Buona giornata a tutti".

Tenne aperta la porta del suo ufficio. Non ebbero scelta: sfilarono davanti a lei senza aggiungere una parola.
Una volta soli con la collega umana, Pietra, Conan, Eileen e Daisy ritornarono visibili, facendo sussultare per la sorpresa la direttrice di Grifondoro.

"Sempre voi!" disse Minerva sospirando.
"Sempre" rispose Pietra serafico, mentre Conan, Eileen e Daisy stavano sorridenti dietro di lui. "Hai valutato la possibilità che Draco si sia fatto punire di proposito per sviare i sospetti dalla sua persona e dai suoi piani, Minerva?".
"Hai le prove?" domandò la professoressa secca.
"No, miao" miagolò lo Stregatto falsamente indignato. "Spero solo che Malfoy non ti uccida, al prossimo tentativo, con un paio di orecchini d'oro e diamanti, ghghgh!".
"Quando ti impegni a miagolare accuse contro altri sei peggio di Potter" mormorò l'anziana strega riaprendo la porta dell'ufficio e indicando il corridoio. "Almeno lui è uno studente...".
"Se Malfoy si fa punire di nuovo..."
"Fuori di qui!!!".

                               

Naturalmente, la conversazione sulle sospette attività di Draco continuò nei corridoi, sebbene Harry fosse infuriato con i suoi amici perché si erano schierati con l'insegnante.
Evidentemente, il destinatario della collana stregata non poteva essere Harry, in quanto Katie avrebbe potuto facilmente consegnargliela fuori della scuola.
Rimanevano, quali potenziali vittime designate, il professore Lumacorno, da tempo ricercato dai Mangiamorte e il Preside Albus Silente.

"Harry, Malfoy non era a Hogsmeade!" esclamò Hermione frustrata dal pensiero di Draco nei panni di un Mangiamorte.
"Avrà usato un complice" insistette Harry. "Tiger o Goyle...oppure, adesso che ci penso, un altro Mangiamorte, avrà un mucchio di compari migliori di Tiger e Goyle ora che si è unito..."

Ron e Hermione si scambiarono sguardi che dicevano chiaramente 'non serve a niente discutere con lui'.
"Maltafinocchia" declamò Hermione quando raggiunsero la Signora Grassa. Il ritratto si aprì per farli passare.

"Non è stato un attacco molto astuto, a pensarci bene" osservò Ron in Sala Comune. "La maledizione non è nemmeno entrata nel castello. Non è quello che si dice un piano infallibile".
"Hai ragione" convenne Hermione. "Non è stato affatto ben congegnato".
"Ma da quando Malfoy è uno dei grandi pensatori mondiali?" chiese Harry.
Né Ron né Hermione gli risposero.

"Da quando la sua vita è in grave pericolo!" mormorò Conan vicino al camino.
"E anche le vite dei suoi genitori sono in pericolo, suppongo" aggiunse Eileen preoccupata.
"La necessità è la madre delle abilità, miao" aggiunse Pietra soave.
"A Te capita di essere più perspicace solo quando sei affamato" aggiunse Daisy sogghignando.
"Ah, l'ho sempre miagolato" replicò Pietra prevedendo una futura merenda divinatoria. "La fame aguzza l'ingegno!".





















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