Libro sei capitolo 6: Il Big One Miao, (post suscettibile di revisione grafica da parte di Eileen) .

        



Liberamente ispirata a Harry Potter e Il Principe Mezzosangue, capitolo sei: La deviazione di Draco








Harry rimase entro i confini del giardino della Tana per le poche settimane che seguirono.


Passò gran parte del tempo a giocare a Quidditch due contro due nell'orto dei Weasley, (lui e Hermione contro Ron e Ginny), e a domandarsi perché la metà delle sue merende sparivano dal vassoio prima che lui potesse apprezzarle.

Nel frattempo Pietra e Conan si divertirono a scommettere sulle loro partite contro Eileen e Daisy: non era ancora agosto e avevano già perso circa cinquanta galeoni.
Naturalmente, lo Stregatto truffaldino aveva imputato la somma a carico del 'Fondo Missione', segnandola sotto la voce 'spese di sopravvivenza alla noia estiva'.
Le serate erano allietate dai manicaretti di Molly, di cui i ragazzi mangiavano triple porzioni.
Nulla in confronto a quella che la signora Weasley osava definire 'l'undicesima piaga d'Egitto', la punizione che il cielo le aveva riservato, ovvero le ispezioni dei famelici stregatti in cucina.

"Cosa ti aspettavi di trovare nel mio tacchino ripieno, un Mangiamorte?" aveva protestato la signora Weasley una di quelle sere.
"C'era puzza di ripieno di magia oscura, miao!" aveva risposto Pietra indignato.
"Cosa?" aveva chiesto la donna colta di sorpresa. "I miei manicaretti non puzzano, è il profumo della cipolla caramellata!".
"Qualcuno potrebbe tentare di avvelenare il ragazzo" aveva spiegato pacatamente lo Stregatto assaggiando una grossa fetta di tacchino.
"E tu non sei morto, a quanto pare!" aveva replicato Molly secca.
"Alcuni veleni agiscono più lentamente di altri, lo sai" aveva obiettato il direttore di Violafucsia soave afferrando dal vassoio una seconda fetta e qualche patatina.

Sarebbe stata una perfetta vacanza felice se non fosse stato per le storie di scomparse, strani incidenti, e anche morti che ormai apparivano quasi ogni giorno sulla Gazzetta del Profeta.
Perfino i festeggiamenti del sedicesimo compleanno di Harry furono funestati dalla notizia della morte di Igor Karkaroff, comunicata da Remus Lupin al momento del taglio della torta.
Inoltre, Florian Fortebraccio, il gelataio di Diagon Alley, risultava 'portato via', mentre Ollivander era semplicemente scomparso.

"Stregattacci ingordi!...Per quale motivo Rufus Scrimgeor non li ha ancora arrestati come sospetti Mangiamorte" mormorò Molly osservando la parte di torta avanzata sparirgli sotto gli occhi.
"Perché dopo l'arresto il Ministero della Magia dovrebbe mantenerci ad Azkaban, in attesa del processo, ghghgh!" miagolò una vocina nell'orecchio destro della donna. "Non hai idea di quanto potrei costare al sistema carcerario, e solo sotto il capitolo di spese alimentari".
"Io so soltanto quanto costi a me" sibilò sottovoce Molly sorridendo a denti stretti senza attirare l'attenzione degli altri.

Il giorno dopo quel tetro compleanno arrivarono da Hogwarts le lettere e le liste dei libri. Quella di Harry recava una sorpresa: era stato nominato Capitano della squadra di Quidditch, un rango che elevava il giovane mago allo stesso livello di un Prefetto.

"Bè, a questo punto non possiamo rimandare ancora per molto il giro a Diagon Alley" sospirò la signora Weasley studiando la lista dei libri di Ron. "Ci andremo sabato, se tuo padre non ha ancora da lavorare. Io senza di lui non mi muovo".
"Mamma, credi davvero che Tu-Sai-Chi si nasconda dietro uno scaffale del Ghirigoro?" chiese Ron ridacchiando.

Sentite le parole del figlio, Molly s'infuriò, minacciandolo di lasciarlo a casa a causa dell'immaturità dimostrata nell'affrontare la 'questione della sicurezza'.
D'altra parte, l'orologio magico della Tana segnava 'pericolo mortale' con tutte le nove lancette, tante quanti erano i componenti della Famiglia Weasley.

"Pietra e e Conan lo farebbero" miagolò Daisy lanciando uno sguardo preoccupato alla sua amica. "Si accuccerebbero sopra lo scaffale dei libri di cucina magica".
"Una pubblicità fantastica considerate le pance" commentò Eileen sogghignando, "Le opere letterarie culinarie sarebbero vendute in pochi minuti".

                                  

Il sabato, nuvoloso e fosco, arrivò senza altre esplosioni da parte della madre di Ron, anche se a colazione era molto tesa.
Mentre Fleur e Bill decisero di restare a casa, Harry e i suoi amici furono trasportati a Londra, in Charing Cross Road, scortati da una macchina del Ministero della Magia.
Ad attenderli c'era Hagrid, la scorta suggerita da Silente per Diagon Alley.
Dopo averli salutati calorosamente il buon Rubeus li condusse dentro un Paiolo Magico desolatamente vuoto.
Della vecchia folla era rimasto solo il proprietario Tom, raggrinzito e sdentato.
Alzò lo sguardo speranzoso al loro passaggio ma, prima che potesse parlare, Hagrid disse con aria solenne: "Oggi, siamo solo di passaggio, Tom, mi spiace. Faccende di Hogwarts, hai capito".
Tom annuì cupo e tornò ad asciugare i suoi bicchieri.
Se non fosse stato per Pietra, Conan, Eileen e Daisy, che avevano preceduto Harry consumando un enorme quantità di cibo, il barista avrebbe rischiato di chiudere l'attività commerciale per fallimento.

Intanto Harry, Hermione, Hagrid e gli Weasley attraversarono la sala del pub e uscirono nel gelido cortiletto sul retro, dove c'erano i bidoni dell'immondizia.
Hagrid alzò l'ombrello rosa e batté su un certo mattone nel muro, che si aprì subito per far posto a un arco, che dava su una tortuosa via acciottolata.
Oltrepassarono l'ingresso e si fermarono a osservare la scena.
Diagon Alley era cambiata. Le colorate, scintillanti vetrine dei negozi erano sparite, interamente coperte da grandi cartelloni del Ministero che riportavano istruzioni per la difesa magica personale, e annunci di Mangiamorte ricercati, tra cui Bellatrix Lestrange, che sghignazzava dalla facciata della farmacia più vicina.
Alcune vetrine, come quella della gelateria di Florian Fortebraccio, erano sprangate.
Lungo la strada era sorto un certo numero di banchetti dall'aria squallida.
Il più vicino, costruito subito fuori dal Ghirigoro sotto una sudicia tenda a righe 'violafucsia', aveva un'insegna di cartone appesa davanti.

"Amuleti. Efficaci contro Lupi Mannari, Dissennatori e streghe chiamate 'Molly' "

Un piccolo mago grassoccio dall'aria sciatta, con orecchie che ricordavano un felino, agitava verso i passanti manciate di simboli d'argento appesi a catene.

"Secondo me è un imbroglione, Bob" disse un'anziana strega di passaggio al marito. "Voleva vendermi un amuleto contro gli Stregatti, una collana con pelo di Levriero Afgano per 20 galeoni".
"Lo sanno tutti che gli Stregatti non esistono, Melanie cara" rispose il mago a sua moglie, arrancando con un bastone. "E' un'invenzione del Ministero della Magia per giustificare l'aumento delle tasse e la scomparsa di cibo dalle nostre case".

"Per la sua bambina, signora!" gridò Conan Scintillo, trasfigurato in falso venditore ambulante, alla signora Weasley, rivolgendo a Ginny un sorriso untuoso. Per proteggere il suo bel collo!".
"Se fossi in servizio..." borbottò Arthur Weasley scrutando con rabbia il venditore di amuleti.
"Allora...una moneta per il bene superiore del mio Kneazle, signore?" chiese Conan facendo un inchino. "Solo una moneta per sfamarlo, grazie".

Udita la frase il signor Weasley capì immediatamente che doveva trattarsi di un agente dell'Ordine di Gattaca sotto copertura e cercò di 'mangiare la 'foglia' ricomponendosi.

"Si, si...ma adesso non arrestare nessuno, tesoro, siamo di fretta" ribatté la signora Weasley, consultando nervosamente una lista e dando un'occhiataccia all'insegna di cartone.

Dopo una breve discussione sul da farsi, nonostante il desiderio manifestato da Molly di restare uniti, Hagrid, Harry, Ron e Hermione si diressero verso il negozio di Madama McClan per le nuove divise scolastiche, mentre i signori Weasley s'incamminarono lungo la strada che portava al Ghirigoro a comprare i libri per tutti.
Del resto, lo scopo era quello di guadagnare tempo, dal momento che l'autista del Ministero aveva ricevuto l'indicazione da Arthur di aspettarli fuori dal Paiolo Magico per almeno due ore.

Harry notò che molti passanti avevano la stessa aria tormenta e ansiosa della signora Weasley, e che nessuno si fermava più a chiacchierare; camminavano tutti uniti a ranghi serrati, badando solo ai loro affari.

"Sarà un po' strettino là dentro, se ci entriamo tutti" disse Hagrid fermandosi davanti al negozio di Madama McClan e chinandosi per spiare dalla vetrina. "Io sto di guardia qua fuori, va bene?".

Così Harry, Ron e Hermione entrarono insieme nel negozietto. A prima vista sembrava vuoto, ma la porta si era appena richiusa alle loro spalle quando sentirono una voce familiare levarsi da dietro una fila di luccicanti uniformi verde e blu.

"...Se non te ne sei accorta, madre, non sono un bambino. Sono perfettamente in grado di fare da solo".
Si udì un risolino e una voce che Harry riconobbe per quella di Madama McClan: "Ma caro, tua madre ha ragione, nessuno di noi dovrebbe più andare in giro da solo, non è questione di essere un bambino...".

In realtà, l'abile sarta era stata temporaneamente sostituita da Daisy Stregatta grazie a una Pozione Polisucco, mentre la vera Madama McClan si trovava nella stanza adiacente, il piccolo magazzino dei tessuti in compagnia di Eileen Scintille. 
"Se lo chiede Silente..." commentò la vera negoziante facendo spallucce a Scintille.
"Lo richiedono anche le circostanze" rispose Eileen annuendo. "Con Harry Potter dentro il negozio, Draco potrebbe avere una reazione imprevedibile".
"Capisco" si limitò a ribattere Madama McClan sospirando. "Spero solo che Daisy sappia come usare gli strumenti del mestiere...".

"Stia attenta a dove infila quello spillo piuttosto!" esclamò Draco Malfoy alla falsa sarta, che lo aveva punto all'altezza del cavallo dei pantaloni.

Si avvicinò allo specchio e si studiò, passò qualche istante prima che notasse Harry, Ron e Hermione riflessi dietro di lui. I suoi occhi grigio chiaro si serrarono.

"Se ti stai chiedendo che cos'è questa puzza, madre, è appena entrata una sporca Mezzosangue" dichiarò Draco Malfoy.
"Non è proprio il caso di usare questo linguaggio!" esclamò Daisy-McClan, sbucando fuori da dietro il supporto dei vestiti con metro a nastro, una bacchetta, e uno strano collare al collo che ricordava quello di un gatto. "E non voglio nemmeno bacchette sfoderate nel mio negozio!" aggiunse in fretta, quando vide Harry e Ron con le bacchette puntate contro Malfoy.
Dietro di loro Hermione sussurrò: "No, davvero, non ne vale la pena...".
"Certo, come se avesse il coraggio di fare magie fuori dalla scuola" li provocò Malfoy. "Chi ti ha fatto un occhio nero, Granger? Vorrei mandargli dei fiori".
"Basta così!" ordinò Daisy-McClan guardandosi alle spalle in cerca di sostegno. "Signora...la prego...".

Rendendosi conto che la situazione stava per precipitare, Madama McClan mormorò: "Pe-per il mantello di Merlino! Ci sarà un duello nel mio negozio...".
"Stia tranquilla, miao, Daisy sa recitare la sua parte molto bene" rispose Eileen soave. "A proposito, colgo l'occasione per ricordarle le divise per i nostri studenti felini, quelle prenotate a a fine giugno".
"So-sono già pronte" replicò la sarta, l'aria scettica. "Sempre che non distruggano il negozio".

Narcissa uscì dietro la fila dei vestiti, mentre il collare della falsa sarta cominciò a brillare.

"Mettetele via" disse Freddamente a Harry e Ron. "Se aggredite di nuovo mio figlio, vi garantisco che sarà l'ultima cosa che fate".
"Davvero?" chiese Harry. "Cosa fa, va a chiamare un po' di amici Mangiamorte per farci fuori?".

Daisy McClan squittì e si mise le mani sul cuore.
"Davvero, non dovresti accusare...è una cosa pericolosa da dire...via le bacchette, per favore!".

Ma Harry non abbassò la sua. Narcissa Malfoy fece un sorriso sgradevole.

"Vedo che essere il cocco di Silente ti rende spavaldo, Harry Potter. Ma Silente non sarà sempre lì a proteggerti".

Harry si guardò intorno per il negozio, sarcastico.

"Ehi, guardi, adesso non c'è! Perché non ci prova? Forse riusciranno a trovarle una cella doppia ad Azkaban, insieme a quel cialtrone di suo marito!".

Malfoy scattò verso Harry, ma inciampò nella veste troppo lunga. Ron scoppiò a ridere.

"Non osare parlare con quel tono a mia madre, Potter!" ringhiò Malfoy.
"Non preoccuparti, Draco" ribatté Narcissa posandogli le bianche dita sottili sulla spalla per trattenerlo. "Vedrai che Potter sarà riunito al suo caro Sirius prima che io mi riunisca a Lucius".

Harry levò più alta la bacchetta quando notò che, dietro le spalle di Narcissa, il collare della sarta aveva cominciato a emettere dei minacciosi bagliori violafucsia.

"Io non ti permetterò di ridurre a un campo di battaglia uno dei pochi negozi rimasti aperti a Diagon Alley...miao!" gli miagolò una voce nella sua testa. "Ormai dovresti aver capito la differenza tra l'audacia e la stupidità".

"Harry, no!" gemette Hermione afferrandogli il braccio e cercando di abbassarlo a forza. "Rifletti...non devi...finirai nei guai...".

Daisy-McClan rimase incerta per un attimo, poi decise di comportarsi come se non stesse succedendo nulla, nella speranza che non succedesse. Si chinò verso Malfoy che ancora guardava torvo Harry.
"Credo che questa manica sinistra potrebbe essere accorciata un altro po', caro, lascia che...".
"Ahia!" urlò Malfoy allontanandole una mano con uno schiaffo. "Guarda dove metti i tuoi spilli, donna! Madre...non voglio più questa roba...".

Si sfilò la veste dalla testa e la gettò per terra ai piedi di Daisy-McClan.

"Hai ragione, Draco" rispose Narcissa con uno sguardo sprezzante a Hermione. "Ora che ho visto il genere di feccia che frequenta questo posto...meglio andare da 'Telami e Tarlatane' ".

E con questo i due uscirono dal negozio, prima però Malfoy fece in modo di urtare Ron più forte che poteva.

"Ma che modi!" esclamò Daisy-McClan continuando a recitare la sua parte di sarta indignata e raccogliendo la veste.
A quel punto Harry iniziò a guardarla con sospetto e lei sorridente, temendo le volesse domandare qualcosa, fu distratta per tutta la prova delle divise dei ragazzi.
Poi, la falsa negoziante cercò di vendere a Hermione una veste di Mago invece che da strega, e una cappottina invernale per gatti.
Quando, infine, li spinse fuori dal negozio, dove li aspettava Hagrid, pareva contenta di essersene liberata.

                                  

"Preso tutto?" chiese Hagrid allegro quando ricomparvero al suo fianco.
"Più o meno" rispose Harry. "Hai visto i Malfoy?".
"Come no" fece Hagrid, imperturbabile. "Ma non ci verrebbe certo in mente di far cagnara in mezzo a Diagon Alley, Harry, non ci pensare a loro".

Harry, Ron e Hermione si guardarono negli occhi, ma prima che potessero contraddire Hagrid comparvero i signori Weasley e Ginny, carichi di libri.
Dopo aver visitato rapidamente la Farmacia e l'Emporio del Gufo, il gruppo riunito si diresse verso il negozio di scherzi di Fred e George, 'I Tiri Vispi Weasley', le cui rilucenti vetrine colpivano i passanti come uno spettacolo fuochi d'artificio.
La vetrina di destra era coperta da un poster gigante viola come quelli del Ministero, stampato a gialle lettere lampeggianti, che fece lacrimare Harry alla sola vista:

"Perché hai paura di Tu-Sai-Chi? Meglio aver paura di No-Pupù-No-pipì 
La Sensazione di Occlusione che Stringe la Nazione!".

Harry scoppiò a ridere.
Di segno opposto la reazione della signora Weasley che sussurrò: "Finiranno assassinati nei loro letti".
"Ma no!" esclamò Ron, sbellicandosi. "E' geniale!".

Dalla finestra più in alto, all'ultimo piano del negozio, Pietra, Conan, Fred e George stavano ascoltando i commenti di Molly e dei ragazzi con un Orecchio Oblungo.

"Avete sentito?...Che vi miagolavo?" domandò Pietra soave. "Ha detto che la scritta che vi abbiamo proposto è...'geniale', ghghgh!"
"E' nostro fratello" obiettò Fred facendo spallucce.
"Ma nostra madre ha mormorato qualcosa di più angosciante" fece notare George.
"Uff, miao, le mamme sono le mamme, si allarmano per niente!...Avete la squadra di Stregatti d'assalto 'Icebox' come scorta" ricordò Conan strizzando un occhietto. "Gli ultimi Mangiamorte che hanno provato a rapirvi sono stati schiantati e graffiati a dovere. E Voi-Sai-Chi non interverrà personalmente per dei 'pesci piccoli' come voi....Senza offesa, eh, eh, eh!".
"Si, grazie" rispose Fred preoccupato.
"Allora...noi andiamo di sotto, a dare il benvenuto ai 'nuovi clienti' " disse George indicando le scale. "E voi...?".
"Abbiamo un lavoro da terminare qui, nel nostro laboratorio magico a cielo aperto. Si tratta del nuovo capolavoro: il fuoco d'artificio 'Big One Miao' " replicò Conan indicando un sinistro razzo a forma di muso di gatto. "Stiamo perfezionando un nuovo innesco a coda di topo...".
"Fantastico!" esclamò George entusiasta.
"A proposito..." miagolò Pietra ridacchiando. "Questa è...la pasta 'Cancella-lividi', per l'occhio nero. E' di nostra creazione, ghghgh!".
"L'occhio nero che neanche Eileen e Daisy sono riuscite a 'guarire' " precisò Conan, l'espressione compiaciuta sul musetto.
"Ah, si...il Cannocchiale Tirapugni!...E' una vera garanzia la vostra Cancella-lividi, la produrremo in serie" disse George rincuorato. "A più tardi, cari soci!".

                                      
Non appena sceso giù, Fred salutò calorosamente Harry, Hermione e i familiari, consegnando subito un tubetto di pasta gialla alla ragazza.

"Basta che ne applichi un po' sul livido e sparirà entro un'ora" disse Fred a Hermione. "Dovevamo ancora trovare una Cancella-Lividi efficace, stiamo provando gran parte dei prodotti su noi stessi".
"Hermione era nervosa. "Non è pericolosa, vero?".
"Certo che no" rispose Fred incoraggiante. "Vieni, Harry, ti faccio fare un giro".

Mentre Hermione si stava spalmando la pasta magica sui lividi, Harry seguì Fred nel fondo del negozio, dove c'erano scaffali con trucchi magici Babbani, per appassionati collezionisti come loro padre Arthur.
Erano davanti all'espositore di giochi di prestigio quando li raggiunse George, che strinse con energia la mano di Harry.
Poi, i gemelli Weasley scostarono una tenda e condussero il giovane mago in un'altra stanza più buia e meno affollata, dove c'era uno strano odore di gatto. 
Le confezioni dei prodotti che stipavano gli scaffali erano meno vistose.

"Abbiamo appena messo in produzione questa linea più seria" spiegò Fred. "E' una storia buffa...".
"Non ci si crede quanta gente ci sia, anche impiegati del Ministero, che non sa fare un Sortilegio Scudo decente" spiegò George. "Naturalmente non hanno avuto te come maestro, Harry".
"Vero...bè pensavamo che i Cappelli Scudo fossero una roba da ridere. Sai, sfidi il tuo compagno a stregarti mentre lo indossi e guardi la faccia che fa quando il sortilegio ti rimbalza addosso" proseguì Fred. "Ma il Ministero ne ha comprati cinquecento per tutto il personale di rinforzo! E continuiamo a ricevere ordini enormi! Così abbiamo sviluppato una linea di Mantelli Scudo, Guanti Scudo...Cioè, non sarebbe di grande aiuto contro le Maledizioni Senza Perdono, ma per stregonerie o malefici minori o di medio livello".
"Però..." mormorò Harry sorpreso.
"E poi abbiamo pensato di espanderci in tutta l'area della Difesa contro le Arti Oscure, perché è un bel giro di soldi" continuò George entusiasta. "Guarda, Polvere Buiopesto, la importiamo dal Perù. Ottima per una fuga rapida".
"E i nostri Detonatori Abbindolanti vanno tantissimo, guarda" disse Fred indicando alcuni bizzarri oggetti neri simili a clacson che in effetti cercavano di andare via. "Ne fai cadere uno di nascosto e lui scappa e fa un gran baccano senza farsi vedere...una bella azione diversiva, se ne hai bisogno".
"Comodi" commentò Harry colpito.
"Tieni" disse George: ne afferrò un paio e li lanciò a Harry.

Una giovane strega di nome Verity con biondi capelli corti sbucò dalla tenda per avvisare i 'signori' Fred e George Weasley che c'era un cliente che cercava un calderone finto.
Harry trovò molto strano sentir chiamare Fred e George 'Signori Weasley', ma loro non batterono ciglio.

"Grazie, Verity, vengo" rispose subito George. "Harry, prendi quello che vuoi, d'accordo? Gratis".
"Non posso!" protestò Harry, che aveva già estratto il suo sacchetto per pagare i Detonatori Abbindolanti.
"Qui non paghi" chiarì Fred deciso, facendo cenno a Harry di mettere via i soldi.
"Ma..."
"Sei stato tu a finanziarci, non l'abbiamo dimenticato" disse George. "Prendi quello che vuoi e ricordati solo di dire in giro dove lo hai preso, se te lo chiedono".

                                        

Ad un tratto, un forte boato proveniente dal tetto, simile a una potente detonazione, scosse i muri del negozio alla stregua di un terremoto.
Alcuni pezzi d'intonaco del soffitto caddero addosso ai grifondoro, senza conseguenze.

"Siamo sotto attacco?" chiese Harry, la bacchetta in mano.
"Ehm...no, tranquilli" rispose George scuotendo la testa. "E' solo che...qualcosa è andato storto in laboratorio. Facciamo tante prove per garantire la sicurezza dei prodotti ai clienti".
"Avete bravi maghi, lassù?" domandò Harry scuotendosi la polvere dal mantello.
"Oh si, i migliori sperimentatori! Sai...stiamo progettando un fuoco d'artificio con innesco a coda di...topo. E' la sesta prova, ma la settima andrà meglio...".

Al rumore dell'esplosione, seguì immediatamente l'eco lontano di curiosi miagolii lamentosi.

"Stupendo, un fuoco d'artificio con effetti sonori felini!" esclamò Harry divertito. "Scommetto che vi siete ispirati a Grattastinchi, eh?".
"Ahhh si, più o meno" replicò Fred sogghignando. "Per la cronaca si chiama...B.O.M....Big One Miao!".
"Capisco...il progresso nell'arte degli scherzi magici richiede sacrifici" disse Harry pensando ai suoi amici Stregatti. "Bè...Hermione ne sarà orgogliosa".
"Ne siamo sicuri" dissero in coro i gemelli Weasley alzando gli occhi al cielo.

A onor del vero, il soffitto presentava una serie di crepe irregolari.

"E' una vera bomba!" chiese Harry speranzoso. "Posso averne uno?".
"Solo quando saremo sicuri che i nostri 'scienziati' abbiano compreso bene la distinzione tra fuoco d'artificio e ordigno esplosivo" rispose Fred in procinto di allontanarsi. "Non intendiamo espanderci nell'area delle armi magiche, è contro i nostri principi".

George sparì oltre la tenda per occuparsi dei clienti e Fred riaccompagnò Harry nella parte principale del negozio, dove scoprirono Hermione e Ginny ancora immerse nella contemplazione dei Sogni Svegli Brevettati.

"Ragazze, non avete ancora visto i nostri prodotti speciali Tumistreghi?" chiese Fred. "Seguitemi, signore...".

Intanto le ragazze ammiravano il vasto assortimento di Filtri d'Amore, di Annullaforuncoli, e di strani animaletti a forma di palle pelose, mentre Fred si divertiva a pungolare Ginny cercando di estorcergli notizie sul suo nuovo ragazzo.

"Puffole Pigmee" disse George. "Ne vendiamo tantissime, non facciamo in tempo ad allevarle. E un tale Micheal Corner?".
"L'ho piantato, non mi piaceva" fece Ginny, infilando un dito tra le sbarre della gabbia e osservando le Puffole radunarsi a torno. "Sono proprio carine!".
"Sono tenere, si" ammise Fred. "Ma non è che ti dai troppo da fare con i ragazzi?".

Ginny si voltò a guardarlo con le mani sui fianchi, ormai tutti sapevano che stava con Dean Tomas.

"Non sono affari tuoi. E ti sarei grata" aggiunse inviperita a Ron, appena comparso accanto a George, carico di mercanzia, "se la smettessi di raccontare storie su di me a questi due!".

                                 

Nel frattempo,  una seconda esplosione proveniente dal tetto, meno impressionante della prima, fece da sottofondo a un'accesa discussione sul prezzo di alcuni articoli fra Ron e i suoi fratelli.
Proprio in quel momento sopraggiunse la signora Weasley, che richiamò Ron all'ordine e lo invitò a comportarsi educatamente.
Il tempo a disposizione per le visite stava per finire, e Molly voleva lasciare il negozio come lo aveva trovato, prima che una terza esplosione potesse far presagire il crollo strutturale dell'edificio.

"Stanno facendo passi avanti lassù" pensò Harry osservando il soffitto danneggiato del negozio.

"Mamma posso comprare una Puffola Pigmea?" chiese subito Ginny.
"Una cosa?" domandò la signora Weasley sospettosa.
"Guarda sono così dolci...".

La signora Weasley si spostò per guardare le Puffole Pigmee, e Harry, Ron, e Hermione, videro per un attimo la strada oltre la vetrina.
Draco correva lungo la via, solo. Quando passò davanti a Tiri Vispi Weasley, si guardò alle spalle. Qualche attimo dopo oltrepassò la vetrina e scomparve alla vista.

"Chissà dov'è la sua mammina?" osservò Harry accigliato.
"E' riuscito a liberarsene, a quanto pare" aggiunse Ron.
"Ma perché?" si chiese Hermione.

Harry non rispose: era troppo impegnato a riflettere.
Conoscendo Malfoy, e detestandolo, era certo che il motivo non poteva essere innocente.
Si guardò intorno,  Molly, Ginny erano distratte dalle Puffole Pigmee, Arthur era incantato dalle carte da gioco Babbane segnate, i gemelli erano impegnati con altri clienti, mentre Hagrid dava la schiena alle vetrine guardando lungo la via.

"Venite qui sotto, presto" sussurrò Harry, sfilando il Mantello dell'Invisibilità dallo zaino.
"Oh...non so Harry" mormorò Hermione guardando incerta la signora Weasley.
"Andiamo!" la incitò Ron.

Hermione esitò ancora un attimo, poi s'infilò sotto il Mantello con Harry e Ron.
Sgattaiolarono via pedinando Draco, in direzione di Notturn Alley.
Tuttavia, il mantello era troppo corto per tre persone e i piedi dei ragazzi furono 'avvistati' da Pietra e Conan, che dal tetto del negozio, o quel che ne rimaneva dopo le esplosioni, stavano facendo buona guardia.

"Guai in vista, stanno seguendo la scia di Draco" miagolò Pietra sporco di fuliggine, la punta della coda leggermente bruciacchiata. "Dobbiamo sospendere gli esperimenti, rimetteremo il tetto a posto più tardi".
"Scommetto che ci ritroveremo in allegra compagnia da Sinister, miao" rispose Conan, intento a farsi spazio tra le macerie delle tegole crollate.

Infatti, poco dopo, i grifondoro si ritrovarono davanti all'unico negozio di Notturn Alley che Harry avesse mai visitato: Magie Sinister, che vendeva un'ampia gamma di oggetti inquietanti.
Ad un tratto Hermione diede all'amico un pizzicotto sul braccio.

"Ahia!"
"Ssst, guarda! E' là dentro!" gli sussurrò all'orecchio.

Nel negozio, tra le casse piene di teschi e vecchie bottiglie, c'era Draco: dava loro le spalle ed era visibile dietro lo stesso armadio nero nel quale una volta Harry si era nascosto per evitare i Malfoy, padre e figlio.
A giudicare dai gesti, stava parlando animatamente.

"Se solo potessimo sentire quello che dicono!" sospirò Hermione.
"Possiamo!" rispose Ron, eccitato. "Aspettate...accidenti...guardate: Orecchie Oblunghe!".
"Fantastico!" esclamò Hermione, mentre Ron sbrogliava i lunghi fili color carne e cominciava a infilarli verso il fondo della porta. "Oh...spero che questa porta non sia imperturbabile...".
"No" ribatté Ron, allegro. "Ascoltate!".

Avvicinarono le teste. Dalle estremità dei fili la voce di Malfoy proveniva forte e chiara, come attraverso una radio.

Nello stesso tempo, con estrema precisione, Pietra e Conan si erano 'materializzati' direttamente all'interno dell'armadio nero.

"Adoro gli Armadi Svanitori" sussurrò Conan soave. "Ti permettono di viaggiare quasi sempre in compagnia di un Molliccio, così posso fargli paura, eh, eh, eh!".
"Peccato che devi averne almeno due" fece notare sottovoce lo Stregatto. "Ma se avessimo una rete di armadi magicamente interconnessa, potremmo pigrare in più posti contemporaneamente, ghghgh!".

Il proprietario del negozio, il signor Sinister, un uomo curvo dai capelli unti, stava di fronte a lui con una curiosa espressione, un misto di rancore e paura.

"...Sa come aggiustarlo?".
"Può darsi" rispose Sinister, e dal tono si capiva che non aveva alcun desiderio di prendere impegni. "Devo vederlo, però. Perché non me lo porta qui in negozio?".
"Non posso" replicò Malfoy. "Deve stare nascosto. Ho bisogno solo che lei mi dica come fare".

Harry vide Sinister leccarsi le labbra nervoso.

"Aggiustare una cosa nascosta?" miagolò Pietra, gli occhi a fessura.
"Adoro giocare a nascondino!" commentò Conan con un tono di voce ironico.

"Bè, senza vederlo, temo che sarà un lavoro molto difficile, forse impossibile. Non posso garantire nulla".
"No?" chiese Malfoy, e Harry capì dal suo tono di voce che stava sogghignando. "Forse questo le darà più sicurezza".

Avanzò verso Sinister. L'armadio lo nascose.

                                

"Vedi quello che vedo io?" chiese Scintillo strabuzzando gli occhi.
"Vedo quello che vedi tu!" replicò lo Stregatto allibito. "Fra tutti i tatuaggi magici a disposizione, doveva scegliere proprio quello?".
"Anche Sev ne ha uno così" ricordò Conan a denti stretti. "Errori di gioventù!".
"Si" ammise Pietra sospirando. "Pare che siano andati dallo stesso tatuatore...".
"A meno che non si tratti di dermatite da contatto magico" aggiunse Conan tra il serio e il faceto.
"Si miao...da contatto con il Signore Oscuro" annuì Pietra socchiudendo gli occhi.

Harry, Ron e Hermione si spostarono per cercare di vedere, ma scorsero solo un Sinister molto spaventato.

"Lo dica a qualcuno" mormorò Malfoy, "e verrà punito. Conosce Fenrir Greyback? E' un amico di famiglia, ogni tanto farà un salto qui per assicurarsi che lei dedichi al problema la sua piena attenzione".
"Non c'è bisogno che...".
"Questo lo decido io" lo interruppe Malfoy. "Ora è meglio che vada. E non dimentichi di tenere quello al sicuro, ne avrò bisogno".
"Lo vuole portare via adesso?".
"No. certo che no, stupido ometto. Non posso portarlo così per strada. Ma non lo venda".
"Naturalmente no...signore".

Sinister fece un inchino profondo come quello che aveva fatto tempo prima a Lucius Malfoy.

"Hai visto?...Draco ha guardato verso di noi" miagolò sottovoce Conan. "E' evidente che desidera comprare un Armadio Svanitore quale regalo di compleanno a sua madre".
"Oppure vuole approfittare del suo compleanno per liberarsi di lei una volta per tutte. Certi armadi sono imprevedibili" sogghignò lo Stregatto pensando alla McGranitt. "Quella donna è assillante; non lo lascia solo un attimo, poverino".
"Ma un solo Armadio Svanitore è inutilizzabile" affermò Conan risoluto. "Quindi...".
"...Narcissa riceverà per il suo compleanno una coppia di Armadi Svanitori" proseguì lo Stregatto soave. "E uno di questi è quello da riparare: il caso è risolto".
"Ah, che bravo figliolo" continuò Scintillo pieno di ammirazione per Malfoy. "Ha minacciato Sinister per non rovinare la sorpresa a Narcissa, eh, eh, eh!".
"Gli adolescenti hanno sempre bisogno di esagerare" concluse Pietra sbadigliando. "D'altra parte, miao, la mamma è sempre la mamma, o no?".

"Non una parola con nessuno, Sinister, mia madre compresa, capito?"
"Naturalmente, naturalmente" mormorò Sinister con un altro inchino.

Un attimo dopo la campanella sulla porta tintinnò forte e Malfoy uscì dal negozio, molto soddisfatto, passando vicino al Mantello Invisibile di Harry, Ron e Hermione.
Sinister era immobile, il suo sorriso untuoso era sparito. Sembrava preoccupato.

"Di che cosa parlava?" sussurrò Ron, riavvolgendo le Orecchie Oblunghe.
"Non so" rispose Harry meditabondo. "Vuole che qualcosa venga riparato...e vuole che gli si tenga da parte qualcosa che c'è là dentro...Siete riusciti a vedere che cosa indicava quando ha detto 'quello'?".
"No, era dietro quell'armadio...".
"Voi due restate qui" mormorò Hermione.

La ragazza entrò nel negozio cercando di carpire informazioni al commerciante, ma inutilmente.
Del resto, le scuse accampate per farlo parlare degli affari di Draco Malfoy erano così deboli, che Sinister le ordinò subito di uscire dal negozio.
La campanella tintinnò, Sinister sbatté la porta e appese un cartello 'Chiuso'.

"Bè" commentò Ron gettandole addosso il Mantello. "Tentar non nuoce, ma sei stata un po' ingenua".
"Bè, la prossima volta mi fai vedere tu come si fa, Maestro del Mistero!" sbottò lei.

Intanto, all'interno del negozio, l'uomo passeggiava nervosamente su e giù, lanciando di tanto in tanto occhiatacce all'Armadio Svanitore, dove erano ancora nascosti Pietra e Conan.
Sembrava indeciso sul da farsi e timoroso di sbagliare; era consapevole che le sue competenze su certi oggetti magici non erano illimitate.

"Ops...ci serve un diversivo che ci permetta di smaterializzarci con calma" miagolò Pietra, che sbirciava da un'anta socchiusa. "Credo che Sinister muoia dalla voglia di esaminare il nostro nascondiglio".
"Mi è rimasto in tasca l'ultimo Big One Miao" rispose Conan incerto. "Non l'abbiamo mai provato in ambienti chiusi...".
"Allora...cosa aspettiamo?" chiese lo Stregatto fregandosi le zampette. "E' una ghiotta occasione per sperimentarne gli effetti!...Appena pronto, Conan".

Ron e Hermione battibeccarono per tutta la strada di ritorno ai Tiri Vispi Weasley, dove furono costretti a smettere per sgattaiolare inosservati alle spalle di un'assai preoccupata signora Weasley e di Hagrid, che si erano accorti della loro assenza.
Una volta  dentro il negozio, Harry nascose il Mantello dell'Invisibilità nello zaino e si unì ai due amici quando, in risposta alle accuse della signora Weasley, sostennero di essere stati tutto il tempo nella stanza sul retro, dove lei sicuramente non aveva guardato bene.

                                      

Alcuni minuti dopo, Notturn Alley fu scossa da un boato fortissimo, la terza esplosione della giornata.
Temendo un attacco dei Mangiamorte, un piccolo gruppo di streghe scappò via senza concedere spazio alla curiosità, mentre la stessa coppia di anziani, a cui Conan aveva tentato di vendere un amuleto contro gli Stregatti, si voltò coraggiosamente a vedere cosa fosse successo.

"C'è sempre stato qualcosa di sinistro in quel luogo!" esclamò Bob agitando il suo bastone quasi fosse una bacchetta.
"Non per niente si chiama Magie Sinister, caro" replicò la moglie Melanie con un tono di voce comprensivo.

Nella via principale di Notturn Alley le vetrine di Magie Sinister erano andate in frantumi, e alcuni teschi esposti erano passati dai vetri come proiettili.
Sbalzato sul marciapiede, ricoperto di coriandoli e in stato confusionale, Sinister ringraziò il cielo di essere ancora vivo.

"Un avvertimento di Draco Malfoy, un Mangiamorte più pericoloso di suo padre" pensò Sinister fra sé e sé, mentre il cartello 'Chiuso', che aveva precedentemente attaccato alla porta, gli penzolava ora intorno al collo avvizzito. "Devo aggiustare il suo Armadio Svanitore a tutti i costi, o la prossima volta mi ucciderà!".
















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