LIBRO quattro, capitoli 32, 33, 34: L'ultima risorsa (post suscettibile di revisione grafica e letteraria da parte di Eileen).









Liberamente ispirata a Harry Potter e il Calice di Fuoco, Capitoli 32,33,34: Carne, sangue, e ossa, I Mangiamorte, Prior Incantatio.






Harry sentì i piedi urtare il suolo; la gamba ferita cedette e lui cadde in avanti; la mano lasciò finalmente andare la Coppa Tremaghi. Alzò la testa.


"Dove siamo?" disse Harry.
Cedric scosse la testa. Si tirò su, aiutò Harry ad alzarsi, e si guardarono intorno.
"A te qualcuno aveva detto che la coppa era una Passaporta?" chiese il tassorosso.
"No" disse Harry. Stava osservando il cimitero. Era immerso nel silenzio, e vagamente inquietante. "Questo dovrebbe far parte della prova?".
"Non lo so" rispose Cedric. Il suo tono di voce era teso. "Fuori le bacchette, che ne dici?".
"Si" disse il grifondoro, lieto che a suggerirlo fosse stato il suo amico.
Harry continuava a guardarsi intorno. Aveva la strana sensazione di essere osservato, e non aveva torto.

Infatti, un piccolo periscopio dalle sembianze di una rara 'Camellia Middlemist', spuntato fuori dal vaso di fiori della tomba di Lord Penhaligon, stava terminando pigramente il suo giro di perlustrazione.
(//www.deabyday.tv/casa-e-fai-da-te/giardinaggio/article/155/I-5-Fiori-pi--rari-al-mondo.html)

"Miao...è stata organizzata una festa studentesca al Cimitero di Little Hangleton stasera, Conan?" domandò Pietra osservando i ragazzi appena arrivati, in modalità di visione notturna.
"No, no. Ma è probabile che Alastor Moody, con quell'aria da funerale, stia per allestire una sagra del crisantemo fritto per festeggiare la fine dell'anno scolastico" rispose Scintillo armato di pazienza, grembiule e forchettone. "Ehm...puoi passarmi la passata di pomodori di Hagrid, per favore?".
"Allora...non ti sorprenderà sapere che Harry Potter e Cedric Diggory sono appena arrivati utilizzando la Coppa Tremaghi come Passaporta"  miagolò lo Stregatto porgendogli un grosso barattolo profumato di basilico con la medesima cura che avrebbe riservato a dei liquidi esplosivi.
"In effetti, una Passaporta nel labirinto non era stata prevista dai giudici, miao!" commentò Conan pulendo il piano cottura tombale.
"Decisamente no, e non da Silente" replicò lo Stregatto con un tono di voce diffidente. "E l'ultimo che ha preso in consegna il trofeo è stato proprio Moody: solo lui poteva stregarlo per farne una Passaporta".
"Mmmhh...comincio a sentire puzza di bruciato!" borbottò Scintillo secco.
"Già!...Abbassa il fuoco del fornello, o il nostro prezioso 'Ragù alla Amatriciana' andrà perduto!" suggerì il direttore di Violafucsia in ansia. "Come il Diadema di Corvonero".
"Giusto, giusto!" miagolò Conan riducendo la fiammella nell'angolo cottura. "Ma con Potter e Diggory come ci comportiamo?".
"In mancanza di ulteriori elementi, non possiamo fare altro che aspettare" rispose Pietra passando prontamente una formaggiera al suo amico. "Del resto, miao, devono trascorrere altri cinque minuti di cottura prima di scolare gli spaghetti, ghghgh!".

                                  

Mentre la pasta stava raggiungendo il grado ottimale di cottura, un'ombra si mosse fra le lapidi, più silenziosa di un fantasma.

"Arriva qualcuno!" disse Harry all'improvviso.
Aguzzando gli occhi nell'oscurità, i due campioni videro una sagoma avanzare decisa tra le tombe, verso di loro, trasportando qualcosa.
Chiunque fosse, era basso e indossava un mantello con il cappuccio abbassato per nascondere il volto. E man mano che la distanza tra loro si riduceva, Harry notò che la cosa fra le braccia della persona sembrava un neonato...o era solo un fagotto di abiti?

"Non può essere il custode del cimitero a quest'ora!" miagolò Conan scrutando la misteriosa sagoma al periscopio. Pietra lo ascoltava mescolando diligentemente il ragù, tre volte a destra e due a sinistra, quasi fosse una pozione suggerita da Severus Piton. "Chiunque sia, sta tenendo in collo una specie di 'neonato troppo cresciuto'...ed è brutto quanto la fame!".
"Hai reso bene l'idea, miao!...Vedi un ciuccio?...Un passeggino?...Un pacco di pannolini?" chiese lo Stregatto distrattamente, in procinto di scolare la pasta.
"No, neanche un biberon con vino elfico" rispose Scintillo turbato. "Forse...è una povera ragazza madre in incognito, che sta per richiamare Harry Potter alle sue precoci e gravose responsabilità genitoriali".
"Non possiamo escluderlo di questi tempi!" esclamò Pietra nell'atto di versare il ragù all'Amatriciana sugli spaghetti cotti al dente felino. "Ciò spiegherebbe l'incontro clandestino al cimitero: il diritto agli alimenti in favore del figlio, una volta quantificato in galeoni, uccide d'infarto molti padri, specialmente quelli di 'Specie Stregatta' ".
"Tuttavia, essendo già qui al cimitero" concluse Conan annuendo, "il genitore evita almeno che gli siano addebitati i costi di trasporto sulla scopa funebre".
"Vero, miao!...D'altra parte, considerate le cucciolate numerose che ci dona madre natura, è comprensibile desiderare di risparmiare sulle spese funerarie..." aggiunse lo Stregatto leccandosi i baffetti. "Inutile miagolare che, in caso di morte, è meglio andare 'Avanti', altrimenti le madri potrebbero perseguirti dinanzi al Wizengamot perfino da fantasma, ghghgh!".

D'un tratto un enorme pecorino stagionato degno di Humphrey Ruttus, ( il mago che credeva che un calderone ricavato da una grossa forma di formaggio fosse una buona idea), prese posto sulla tavola apparecchiata, raggiunto in volo da un coltello per formaggio da pasta dura e una grattugia tradizionale.

"Miao...chi sarà la puerpera?" domandò Conan incuriosito. "L'incappucciata ha una corporatura tozza e è molto bassa. Forse, è brutta quanto suo figlio...".
"A giudicare dalla descrizione, mi vengono in mente Millicent Bulstrode e Pansy Parkinson" replicò Pietra servendo un piatto fumante al suo amico. "Però, devo ancora capire il ruolo di Cedric Diggory in questa vicenda...".
"Potrebbe essere lui il padre!" aggiunse Scintillo annusando il buon profumo del formaggio pecorino.
"Or-miao-dunque...se il padre non riconoscesse il figlio, scoppierebbe uno scandalo a Hogwarts!" continuò lo Stregatto, l'espressione severa sul musetto. "Immagino già il titolo di Rita Skeeter sulla Gazzetta del Profeta: 'Pancia trasfigurata o gravidanza indesiderata?'.
"E poi, una madre come Pansy Parkinson potrebbe commettere qualche sciocchezza" miagolò Conan incupito. "Per esempio...sfidare Harry o Cedric a duello!".
"Anche Millicent Buldstrode. Ma nessuna delle due oserebbe uccidere subito il padre. Le studentesse di Serpeverde sono troppo intelligenti: prima si farebbero pagare gli alimenti fino all'ultimo galeone" ridacchiò lo Stregatto con la bocca sporca di pezzettini di guanciale. "Eppure...il mio pensiero più profondo è rivolto a quel tenero frugoletto innocente nel fagotto, che non sa che razza di genitori gli sono toccati in sorte, sigh-miao!".

La figura incappucciata si fermò accanto a un'alta lapide di marmo, a un paio di metri di distanza dai due studenti. Per un attimo, tutti e tre si limitarono a guardarsi.
E poi, senza preavviso, la cicatrice di Harry esplose di dolore. Era un male che non aveva mai provato prima; la bacchetta gli cadde dalle dita mentre si portava le mani sul viso; le ginocchia cedettero; cadde a terra accecato dal dolore, la testa stava per spaccarglisi in due.
Da molto lontano sopra di lui, una voce fredda e acuta disse: "Uccidi l'altro!".
Un sibilo, e una seconda voce urlò le parole nella notte: "Avada Kedavra!".
Un lampo di luce verde saettò attraverso le palpebre di Harry, e sentì qualcosa di pesante cadere a terra accanto a lui.
Cedric era disteso a terra al suo fianco, a braccia aperte. Era morto.

"GNAOOOOHHHH!...Non ci credo...l'ha ucciso!!!...La puerpera incappucciata ha ucciso Diggory!!!" esclamò Pietra regolando lo zoom del periscopio. "Ma perché?...Cedric era un bravissimo ragazzo, un onesto lavoratore...più bello di Harry Potter come marito".
"Non me lo sarei mai aspettato, miao, né da Millicent né da Pansy!...Non possiamo fare altro che catturare la colpevole e condurla ad Azkaban, in attesa del processo" miagolò Conan impettito. "Faremo giustizia e...".
"Un momento!...Adesso l'assassina sta legando Harry Potter alla tomba del padre di Tom Riddle, Tom Riddle Senior!" lo interruppe lo Stregatto agghiacciato.
"Astuta, la serpeverde" osservò Scintillo finendo l'ultima forchettata di pasta. "Pensa di far fuori l'unico testimone dell'omicidio e...".
"No, miao, aspetta!...Dai un'occhiata al periscopio" lo bloccò di nuovo Pietra alzando una zampetta. "La ragazza sta facendo bollire un'enorme calderone di pietra. Che diavolo vuol fare, un bollito di Potter?".
"Per tutti i pesci lessi di Merlino!!!" gridò Conan togliendosi il grembiule in fretta. "E' orribile!!!...Ha appena gettato il suo neonato nel calderone...Infanticidio!!!".
"Questo è miagolamente troppo!" miagolò lo Stregatto avviandosi verso la scala della tomba seguito da Conan" La studentessa è chiaramente fuori di sé, dev'essere fermata!!!".

Purtroppo, a causa della concitazione, gli stregatti si scordarono di disinserire preventivamente l'antifurto 'Taser' della tomba di Lord Penahaligon.
Pertanto, una forte scarica elettrica li stordì non appena poggiarono le zampette sui i primi gradini a pressione della scalinata interna.

                                 

Nel frattempo Harry, che aveva riconosciuto il vero assassino, non poteva fare altro che assistere al completamento della repellente pozione di magia oscura.
Codaliscia procedette a immergere nel calderone un osso del padre di Voldemort, recitando una specie di formula magica.
Poi un urlo squarciò il silenzio della notte.
Lo stesso Peter Minus si era mutilato una mano per gettarla nel liquido scintillante, formulando fra i singhiozzi altre parole magiche di rito.
Infine, il servo di Voldemort si avvicinò dolorante a Harry e balbettò: "S-sangue del nemico...preso con la forza...farai risorgere...il tuo avversario".
D'un tratto, il ragazzo sentì la punta di un pugnale d'argento penetrare nell'incavo del suo braccio destro, e il sangue scorrere lungo la manica della sua veste strappata.
Allo stesso tempo Codaliscia si frugò in tasca, estrasse un'ampolla di vetro e la riempì del sangue che scorreva dalla ferita di Harry. Poi tornò barcollando al calderone e lo versò.
Improvvisamente il liquido divenne di colpo di un bianco accecante; ribollì schizzando dappertutto scintille simili a diamanti. Non accadde nulla.
Infine, le scintille si spensero. Al loro posto si sollevò un'ondata densa di vapore.
Ancora legato, Harry pensò che la pozione fosse andata male e continuò a sperare, con tutte le sue forze, che la creatura gettata da Codaliscia nel calderone fosse affogata: il tremendo dolore della sua cicatrice gli aveva ormai rivelato l'identità del mostro immerso nella pozione.
Ma poi, con un sussulto di terrore, vide nella nebbia la sagoma scura di un uomo alto e scheletrico, che si ergeva lentamente dall'interno del calderone.

"Vestimi" disse la voce fredda e acuta e Codaliscia, tra lamenti e singhiozzi, reggendosi il braccio destro mutilato, strisciò a raccogliere da terra la veste nera, si alzò e con una sola mano la protese al di sopra del capo del suo signore.
L'uomo magro uscì dal calderone fissando Harry...e Harry a sua volta fissò il viso che da tre anni infestava i suoi incubi. Più bianco di un teschio, con grandi, lividi occhi rossi, il naso piatto come quello di un serpente, due fessure al posto delle narici.
Voldemort era risorto.

Il Signore Oscuro si chinò, e afferrò il braccio sinistro di Codaliscia; gli spinse la manica della veste oltre il gomito, scoprendo il punto dell'avambraccio dove era impresso il Marchio Nero.
Lo studiò attentamente, ignorando il pianto incontrollabile di Peter Minus e il suo moncherino.
Poco dopo, premette il lungo indice bianco sul segno sopra il braccio del servo, facendolo diventare nero come un giaietto.
Con un'espressione di feroce soddisfazione Voldemort si rialzò, gettò indietro la testa e osservò il cimitero nell'ombra.
"Quanti avranno il coraggio di tornare quando lo sentiranno?" sussurrò, i lucenti occhi rossi fissi alle stelle. "E quanti saranno così sciocchi da rimanere lontani?".

                                  

Proprio mentre il Signore Oscuro stava discorrendo dei suoi genitori con Harry Potter, Eileen e Daisy fecero ritorno al cimitero, materializzandosi di fianco alla tomba di Lord Penhaligon, le cappottine invisibili attivate.
Lo spettacolo che si trovarono di fronte andava oltre ogni previsione: una realtà da far drizzare tutti i peli della pelliccia, coda compresa.
Ma le stregatte non si persero d'animo, e cercarono di mantenere la calma per quanto possibile.
Disinserirono l'antifurto 'Taser' premendo la lettera 'P' sul vaso di fiori di bronzo e soccorsero Conan e Pietra riversi sul pavimento, uno sopra l'altro, con la lingua di fuori.

"Mieooowwrrr..." miagolò Pietra risvegliandosi lentamente. "Ci avete schiantato voi?".
"Ma no, miao!" esclamò Daisy esasperata. "Vi siete dimenticati l'antifurto attivato".
"Allora...è troppo tardi..." mormorò Conan respirando a pieni polmoni. "La studentessa incappucciata...la ragazza madre...avrà già bollito Potter in 'salsa serpeverde' ".
"Ragazza madre?...Non miagolate sciocchezze!...Potter è vivo" borbottò Eileen inviperita. "Se proprio volete saperlo, sopra le nostre teste, il Signore Oscuro si sta divertendo con lui come il gatto che gioca con il topo!".
"E c'è anche Peter Minus, la vostra fantomatica studentessa incappucciata" precisò Daisy incrociando nervosamente le zampette.
"Fatemi dare un'occhiata..." miagolò Pietra zampettando torvo al periscopio. "Ehm...non c'è solo Codaliscia!...Adesso il vecchio Tom sta parlando con un nugolo di Mangiamorte".
"Quanti sono?" miagolò Daisy preoccupata.
"Abbastanza da sotterrarci tutti a Little Hangleton in uno 'scontro a muso aperto' " rispose il direttore di Violafucsia con un tono di voce agitato. "Oh, miao, è incredibile!...Il Signore Oscuro ha appena donato una mano d'argento a Peter Minus".
"E' in giornata di grazia!" aggiunse Eileen sospirando.
"Hai riconosciuto qualcuno dei Mangiamorte presenti?" chiese Conan incuriosito.
"Bé, tra di loro c'è Avery, McNair, Tiger, Goyle..." replicò lo Stregatto fornendo un elenco di nomi non esaustivo, "e naturalmente...Lucius Malfoy".

In quel momento Voldermort iniziò a spiegare ai suoi servi gli eventi miracolosi che avevano reso possibile il suo ritorno.
Cominciò a narrare i fatti accaduti dalla notte in cui aveva perso i suoi poteri per colpa di una magia antica fondata sull'Amore materno al suo lungo esilio nella foresta albanese, e infine, dal fortunato arrivo di Codaliscia, messo sulla buona strada dai suoi amici topi, fino all'incontro con Bertha Jorkins, una miniera di informazioni insperate sul Torneo Tremaghi.

"...Silente invocò un'antica magia per assicurare la protezione del ragazzo finché è affidato ai suoi parenti. Nemmeno io posso toccarlo quando è là...poi naturalmente ci fu la Coppa di Quidditch...pensai che laggiù la sua protezione potesse essere più labile, lontano dai parenti e da Silente, ma non ero ancora abbastanza forte da poter cercare di rapirlo nel bel mezzo di un'orda di maghi del Ministero. E poi il ragazzo sarebbe tornato a Hogwarts, dove è sotto il naso di quello sciocco filobabbano da 'mane a sera'. Allora, come fare per catturalo?" disse Voldemort muovendosi dentro il cerchio silenzioso formato dai suoi Mangiamorte. "Bé...ma usando le informazioni di Bertha Jorkins, naturalmente. Usando il mio fedele Mangiamorte di stanza a Hogwarts, per assicurarmi che il nome del ragazzo venisse inserito nel Calice di Fuoco...che toccasse la Coppa Tremaghi per primo...la Coppa che il mio Mangiamorte aveva trasformato in una Passaporta, che lo avrebbe portato qui...".

Intanto Pietra, che fino ad allora aveva tradotto fedelmente il labiale di Voldemort, si voltò verso gli altri stregatti e miagolò: "Un Mangiamorte a Hogwarts...e non ce ne siamo accorti! Non c'è dubbio!...E' la professoressa Minerva McGranitt!!!".
"Se non la smetti di miagolare idiozie ti schianto per davvero, miao!" soffiò Daisy inferocita.
"Stavo solo scherzando per tirarvi su il morale prima della battaglia, ghghgh!" sogghignò lo Stregatto sbuffando. "Adoro indispettirti accusando la vegliarda".
"E' evidente che il primo indiziato è quel dannato Auror traditore...Moody!" tuonò Conan con un'espressione feroce sul musetto.
"Vi faccio notare che anche i Mangiamorte usano le pozioni Polisucco..." aggiunse Eileen con un tono di voce triste. "Sarà veramente Alastor Moody?".

                                  

Poi venne il turno di osservazione al periscopio di Conan, che con un miagolio sommesso annunciò: "Ehm, per la cronaca...il 'mentegatto oscuro' ha appena torturato Harry con la Maledizione Cruciatus e ordinato a Codaliscia di slegarlo".
"Si miagola...mentecatto!" lo corresse Eileen.
"Ah bé, un piccola 'cruciatina' può essere considerata un'esperienza altamente formativa" aggiunse Pietra mentre Daisy e Eileen lo fulminavano con lo sguardo. "Lo miagolava sempre mio nonno Marcus Stregatto!...D'altronde, avendo a che fare con un nipote come...".
"Cosa, miao?" lo interruppe Daisy mettendo una zampetta sulla bocca del suo fidanzato. "Ha fatto sciogliere le funi che lo tenevano legato alla pietra tombale?...Lo sta liberando?".
"E' così!...Codaliscia ha restituito la bacchetta al ragazzo" precisò Conan scuotendo la testolina. "Ho come l'impressione che Tom Riddle voglia sfidare Harry Potter a duello".
"Il più potente dei maghi oscuri contro uno studente del quarto anno!" brontolò Eileen disgustata. "Che razza di vigliacco...".

Per un istante gli stregatti si guardarono negli occhi; sapevano che era rimasta una sola cosa da fare.

"D'accordo...Azioniamo le cappottine invisibili e appostiamoci lungo il percorso che conduce alla Passaporta, la missione è coprire la fuga di Potter!" miagolò Pietra zampettando verso le scale insieme a Conan a passo di marcia. "Combatteremo finché il nostro ultimo pelo avrà vita!...Cantate con me il motto della nostra Casa: 'Denti, zampa e furor d'artiglio, fan di lor temibili custodi del giaciglio!...Avanti miei prodi!!!".
"Combatteremo come se non ci fosse un domani...e neanche un domani l'altro!" aggiunse Conan canticchiando insieme al suo amico.

"Pietraaa!!! Conaaan!!!" esclamò Daisy all'improvviso. "Frenate la zampa!!!".
"Non un altro passo, miao!" gridò Eileen in affanno. "Prima dovete...".
"Oh si, Daisy, mia dolce metà!" rispose lo Stregatto voltandosi con occhi languidi. "Un ultimo abbraccio romantico prima di essere 'travolti da un insolito destino nel verde prato di giugno'. Il mio cuore batterà per te i rintocchi del nostro Amore miagolante nell'immensità felina!".
"Oh si, Eileen, anima mia!...Offro a te il mio ultimo bacio, sigillo di Amore eterno" aggiunse Conan con voce struggente. "Porterò con me il ricordo dei tuoi sorrisi, mentre le tue fusa saranno il canto celestiale che preannuncia il...".
"Ehm, ehm, ehm...non era per questo" lo interruppe Daisy indicando insistentemente un pulsante sul frigobar. "Era solo per ricordarvi di disinserire l'antifurto 'Taser', prima di salire le scale!".
"Volete essere fulminati, per la seconda volta, da una scarica elettrica babbana?" domandò Eileen sospirando.
"Ahhhhhhh!...Giusto, giusto!" ammise Pietra zampettando nervosamente verso l'elettrodomestico. "Come si miagola in questi casi?...Chi ben comincia a miagolare...".
"...E' a metà dell'opera miagolosa!" concluse Conan imbarazzato, il musetto più violaceo del solito.

Un minuto dopo gli stregatti si trincerarono su un campo di battaglia che, per ironia della sorte, era già pieno di morti.
Eileen si era accucciata accanto al corpo di Cedric Diggory, Daisy vicino alla Coppa Tremaghi, Conan e Pietra si erano avvicinati a una tomba con un Angelo di marmo, a pochi metri dai Mangiamorte.
Erano tutti in attesa di un ordine di Pietra, ovvero del momento più propizio per scatenare un inferno miagolante.

                                   

Eppure, al interno del cerchio formato dai servi sghignazzanti, il Signore Oscuro non sembrava aver fretta di uccidere il ragazzo sopravvissuto.
Continuò a torturarlo e dileggiarlo per il pubblico ludibrio.
Poi, quasi per miracolo, Harry riuscì a resistere alla Maledizione Imperio, rifiutandosi di inchinarsi dinanzi al suo nemico: non gli avrebbe mai permesso di prendersi gioco di lui, soprattutto ora che sentiva la morte vicina.
L'inaspettata tenacia del grifondoro colse di sorpresa perfino Voldemort e, da quel momento, il duello iniziò ad assumere una sfumatura diversa, più seria.

Harry si era rannicchiato dietro una lapide tombale. E mentre sentiva il suo avversario avvicinarsi, seppe una sola cosa, ed era al di là della paura o della ragionevolezza; non sarebbe morto prostrandosi ai piedi del mago oscuro...sarebbe morto in piedi come suo padre, e sarebbe morto cercando di difendersi, anche se nessuna difesa era possibile...
Prima che il viso serpentino di Voldemort spuntasse da dietro la lapide, Harry si rialzò...strinse forte la bacchetta, la tese davanti a sé.

Ormai, l'attacco felino era improcrastinabile: l'attimo fuggente doveva essere colto ad ogni costo.
"Al mio 'tre' facciamo fuori il Beccamorto Oscuro, Conan!" miagolò Pietra con il ciuffetto arruffato. "Ai Mangiamorte ci penseranno Eileen e Daisy con un massiccio fuoco magico di copertura".
 "Il tuo ottimismo prima di una battaglia contro Voldemort e trenta Mangiamorte è contagioso" rispose Conan, il collare attivato. "Sono pronto!...Ma se vuoi contare fino a dieci, hai tutta la mia comprensione, eh, eh, eh!".

Lo Stregatto sogghignò e indicando il cerchio dei nemici, mormorò: "Sempre al mio 'tre'!...Una Cioccorana...due Cioccorane e mezzo tacchino...due Cioccorane e tre quarti di pollo...due Cioccorane e quattro quinti di salsiccia...".

Anticipando involontariamente le intenzioni feline, Harry Potter decise di scagliarsi dall'altra parte della lapide per affrontare il Signore Oscuro.
Voldemort era pronto. Mentre Harry urlava 'Expelliarmus', gridò 'Avadakedavra'.

Un fiotto di luce verde sgorgò dalla bacchetta di Voldemort mentre un fiotto di luce rossa esplodeva da quella del grifondoro.
Un sottile raggio di luce unì le due bacchette né rosso né verde, ma di un luminoso oro intenso.
Harry e Voldemort furono sollevati per aria, le bacchette ancora unite da quel filo di luce d'oro scintillante.
Volarono via dalla lapide del padre del mago oscuro, e si posarono su un lembo di terra spianato, privo di tombe.
Il filo d'oro che univa Harry e Voldemort andò in mille pezzi; le bacchette rimasero unite, mentre un centinaio di raggi disegnarono archi sopra di loro, incrociandosi tutto intorno, finché i due non si trovarono rinchiusi in una rete d'oro a forma di cupola, una gabbia di luce, oltre la quale i Mangiamorte si aggiravano come sciacalli e gli stregatti si interrogavano sul fenomeno magico che avevano di fronte.
Contemporaneamente, una musica ultraterrena simile al canto di una Fenice, proveniente da ogni filo vibrante della rete intessuta di luce sembrò rincuorare Harry.

"E' il Prior Incantatio...o Miagolatio?" domandò Conan sbigottito. "Un incantesimo rarissimo!...E' evidente che i nuclei delle loro bacchette hanno un elemento magico in comune appartenente alla stessa creatura, forse una piuma di Fenice".
"Più o meno si chiama così dalle nostre parti" rispose Pietra osservando le perle di luce che si stavano muovendo sul filo dorato. "Ma non ne avevo mai visto uno con un effetto così potente".
"A quanto pare, il marmocchio se la sta cavando egregiamente" aggiunse Scintillo grattandosi la testolina. "Però...prima o poi il contatto magico dovrà interrompersi,  e allora...".
"...Dovremmo coprirgli la ritirata" continuò lo Stregatto memorizzando le posizioni dei nemici. "A meno che il pargolo non abbia intenzioni suicide e scelga di restare a prendersi un altro Avada kedavra"
"La fortuna aiuta gli audaci, non gli idioti, eh, eh, eh!" sogghignò Scintillo strizzando un'occhietto. "E Potter è tutto fuorché matto".
"Credo che la Dea Fortuna non si stia limitando a baciare ripetutamente Harry Potter" replicò Pietra con aria sorniona. "Stasera...gli sta facendo la respirazione bocca a bocca, ghghgh!".

                                     

Ad un tratto, accadde qualcosa a cui nessuno dei presenti era preparato: la bacchetta di Voldemort emise urla di dolore.
Una densa mano di fumo uscì volando dalla punta e scomparve...il fantasma della mano che aveva creato per Codaliscia...altre urla di dolore...e poi dalla punta della bacchetta prese a sbocciare qualcosa di molto più grosso, un enorme 'qualcosa' grigiastro...era una testa...poi un petto, delle braccia...il torso di Cedric Diggory.
Seguirono altre urla di dolore, e allo spettro del ragazzo si aggiunsero quelli del vecchio custode, ucciso a Casa Riddle, e di Bertha Jorkins: ognuno di loro ebbe parole di elogio e incitamento per il giovane grifondoro.
Subito dopo giunse Lily Evans.
L'ombra di fumo della giovane donna dai capelli lunghi cadde al suolo come gli altri spettri, si rialzò e guardò suo figlio...e Harry, con le braccia che tremavano follemente, guardò a sua volta il volto del fantasma di sua madre.

"Tuo padre sta arrivando..." disse piano lo spettro di Lily. "Vuole vederti...andrà tutto bene...resisti...".

"Miao, stiamo rischiando la vita per suo figlio!" protestò lo Stregatto indignato. "E a noi nemmeno una parola di conforto!...Magari un croccantopino piccolo, piccolo...".
"Ora non esagerare...abbiamo le cappottine invisibili attivate!" osservò Conan mentre lo spettro di James Potter stava uscendo dalla punta della bacchetta del Signore Oscuro. "Forse gli spettri non riescono a vederci...".
"Hai ragione, sigh-miao!" miagolò lo Stregatto rassegnato. "Ma sia chiaro!...Non restituirò mai allo spettro di suo marito le morbide pantofole trafugate a Godric's Hollow!".

E infine, lo spettro di James prese forma, i capelli spettinati come suo figlio.
Si avvicinò a Harry, lo guardò, e parlò con la stessa voce remota e rimbombante degli altri, però sottovoce, così che Voldemort non potesse sentire.

"Quando il contatto s'interromperà, rimarremo qui solo per pochi istanti" disse James, "...ma ti daremo il tempo...devi correre alla Passaporta, ti riporterà a Hogwarts...hai capito, Harry?".
"Si" disse Harry senza fiato, lottando per mantenere la presa sulla bacchetta che gli scivolava tra le dita".
"Harry..." sussurrò la sagoma di Cedric. "Riporterai indietro il corpo, vero? Riporta il mio corpo dai miei genitori...".
"Lo farò" disse Harry, il volto contratto nello sforzo di trattenere la bacchetta.
"Fallo ora" sussurrò la voce di suo padre. "Preparati a correre...ora..."
"Ora!" urlò Harry: non credeva di poter resistere un istante di più. Puntò la bacchetta in alto con un potente strattone, e il filo d'oro si spezzò; la gabbia di luce svanì, il canto della Fenice si spense...ma le sagome d'ombra delle vittime non scomparvero: accerchiarono Voldemort, nascondendo Harry alla sua vista...

Quando la gabbia di luce iniziò a scomparire, un miagolio selvaggio di Pietra Stregatto annunciò 'tre cotechini', l'inizio del 'fuoco di copertura'.
Quattro Mangiamorte caddero a terra schiantati come marionette prima che il ragazzo cominciasse a correre, e poi altri quattro fecero la stessa fine.
Nella confusione creata dagli spettri, nessuno dei nemici si era reso conto di essere sotto tiro felino.

E Harry corse come non aveva mai corso in tutta la sua vita, urtando due Mangiamorte esterrefatti; sfrecciò zigzagando tra le lapidi, avvertì le loro maledizioni che lo inseguivano, li sentì colpire le pietre tombali...scansava incantesimi e lapidi.
Dal luogo in cui giacevano Diggory e la Coppa Tremaghi, il grifondoro scorse strani bagliori di luce rossa-violafucsia, le fonti da cui scaturivano i lampi che superavano il suo corpo senza colpirlo.
Per un attimo Harry pensò che qualche fantasma lanciasse incantesimi per aiutarlo, ma non aveva mai visto Sir Nicholas usare la bacchetta a Hogwarts.
Si precipitò verso il corpo del suo amico senza avvertire il dolore alla gamba ferita, mentre altri Mangiamorte venivano schiantati alle sue spalle, e i loro incantesimi bloccati.
Continuò a correre senza farsi domande, perché tutto il suo essere era concentrato su ciò che doveva fare...

"Schiantatelo!" udì Voldemort gridare.

A due metri da Cedric, Harry pestò la coda a Conan, che riusci a soffocare un miagolio di dolore, poi si tuffò dietro un angelo di marmo per evitare gli spruzzi di luce rossa, atterrando sul morbido, cioè sul groppone di Pietra.
Vide la punta dell'ala andare in pezzi, colpita da un incantesimo. Tenendo più stretta la bacchetta, sfrecciò fuori da dietro l'Angelo.
"Impedimenta!" urlò, puntando furiosamente la bacchetta indietro, contro i Mangiamorte che gli stavano alle calcagna.
Da uno strillo soffocato, credette di aver fermato almeno uno di loro, ma non ci fu il tempo di voltarsi a guardare.
Udì altre grida dietro di lui. Ebbe come l'impressione che altri Mangiamorte, che stavano per raggiungerlo, fossero stati abbattuti.
Di una cosa il ragazzo era sicuro: non erano scivolati sull'erba umida.
Tuttavia, in quel momento, a Harry interessava soltanto fuggire dal cimitero con il corpo di Cedric.
Balzò oltre la Coppa e si slanciò in avanti mentre sentiva altri dardi saettare alle sue spalle; altri fiotti di luce rossa gli volarono sopra la testa mentre cadeva, tendendo la mano per afferrare il braccio di Cedric.
Ancora una volta, alcuni lampi saettarono in direzione opposta, in risposta ai servi del Signore Oscuro.
Due figure incappucciate furono sollevate in aria nel buio e spinte violentemente addosso al basamento dell'angelo di marmo danneggiato, che gli crollò addosso.

"STATE INDIETRO! LO UCCIDERO' IO! E' MIO!" Strillò Voldemort.

La mano del ragazzo si chiuse sul polso di Cedric; solo una pietra tombale lo separava da Voldemort, ma Cedric era troppo pesante da trasportare, e la Coppa era irraggiungibile...
Gli occhi rossi di Voldemort dardeggiarono nell'oscurità. Harry vide la sua bocca arricciarsi in un sorriso, lo vide levare la bacchetta.

Ma proprio in quel momento, il Signore Oscuro fu costretto ad alzare un scudo magico per respingere un potente lampo violafucsia, mentre intorno a lui, altri tre Mangiamorte venivano abbattuti. L'ultimo a essere schiantato fu Lucius Malfoy.

"Accio!" gridò il ragazzo puntando la bacchetta verso la Coppa Tremaghi.
Il trofeo si alzò in volo e planò verso di lui. Harry lo afferrò per uno dei manici.
Udì l'urlo di rabbia di Voldemort nello stesso istante in cui avvertì lo strappo dietro l'ombelico, che significava che la Passaporta era in funzione: ed ecco che lo trascinava in un vortice di vento e colori, e Cedric era con lui...stavano tornando indietro...

                                 

Per un attimo, il cimitero di Little Hangleton assunse un'atmosfera irreale, come se il tempo si fosse fermato.
Il Signore Oscuro guardò i suoi inutili Mangiamorte caduti con una smorfia di disprezzo, poi abbassò la bacchetta, e sibilò: "Mostratevi, stregatti...sapete bene che Nagini è in grado di percepire il vostro odore...non potete nascondervi da me".

"E' una grande occasione per eliminarlo" miagolò Pietra nascosto dietro la grande lapide di Lord Penhaligon insieme agli altri felini."E' da solo!...Oppure con se stesso, se preferite...".
"E ti pare poco, miao?" borbottò Eileen rabbrividendo. "Vorresti invitare a Little Hangleton il suo gemello?"
"A proposito...siamo sicuri che sia figlio unico, vero?" chiese Daisy ridacchiando nervosamente.
"Si, miao. A parte Nagini, parente di quarta squama..." replicò Conan guardandosi intorno.

"MOSTRATEVI!" urlò Voldemort, la voce echeggiante nel cimitero. "E' l'ora di saldare il vecchio conto in sospeso, maledetti pulciosi!".

"Abbiamo la superiorità numerica, siamo in quattro" mormorò lo Stregatto con fare incoraggiante. "Possiamo farcela...".
"Si...quattro morbide pellicce da srotolare come tappeti o da attaccare al muro come trofei" obiettò Eileen sbuffando. "Proprio sopra il suo camino, eh miao!"
"Oh bé, non c'è da meravigliarsi...Tom Riddle non è mai stato un affabile 'gattaro' " aggiunse Daisy con un filo di voce.
"E il suo rapporto con i felini è peggiorato dopo il famoso 'incidente del Molliccio' " intervenne Eileen annuendo, "quando venne graffiato da Pietra, risvegliato di soprassalto, mentre ronfava nell'armadio dell'Aula di Difesa contro le Arti Oscure".
"Forse...il Signore Oscuro non è più forte come tredici anni fa, eh, eh, eh!" ridacchiò Conan guardando le stelle. "Perché non provarci?".
"Sono felice che siate d'accordo con me!" miagolò Pietra ironicamente. "Allora...disattiviamo le cappottine, e che la Strega Alice ci protegga!".

All'improvviso, Lord Voldemort vide comparire a pochi metri da lui l'Ordine di Gattaca al completo, proprio accanto alla Tomba di Lord Penhaligon, mentre Nagini stava strisciando ai suoi piedi, pronta a ghermire.

"Dal momento che avete favorito la fuga di Harry Potter" disse il Signore Oscuro sfoderando un sorriso innaturale, "mi vedo costretto a giocare con voi, prima di uccidervi".

"Miao, si può scoprire di più su un essere vivente in un'ora di gioco che in anno di miagolante conversazione" miagolò Pietra parafrasando Platone, il collare brillante di intensa luce violafucsia. "Ancora una volta non sei riuscito a uccidere il ragazzo sopravvissuto, neanche in duello, ghghgh!"
"Potter ha i giorni contati, la magia antica non lo proteggerà per sempre" rispose Voldemort lanciando ai felini uno sguardo di puro odio. "Voi...avete...minuti!".
"A proposito, Troll...ehm cioè Tom!...Nel caso ti rendessi conto di aver perso gran parte dei poteri, a causa della scadente qualità della carne di Codaliscia usata per la pozione, potresti sempre arrenderti" proseguì lo Stregatto imperterrito. "Hai la mia parola miagolosa che riceverai adeguate cure gratuite per infermità mentale al San Mungo, stesso dei reparto dei Coniugi Paciock".

Sentita l'intollerabile proposta, Voldemort mosse la bacchetta come per tagliare l'aria, e lo Stregatto sgattaiolò di lato ad una velocità impressionante.
Nonostante il movimento fulmineo, sulla spalla destra di Pietra si aprì un taglio, che iniziò a sanguinare copiosamente: il Signore Oscuro aveva tacitamente risposto ai dubbi felini sull'integrità dei suoi poteri.
E la mira e i riflessi erano sicuramente migliori di quelli della Professoressa McGranitt.

"Se vi arrendete adesso, sarò magnanimo" sogghignò Voldemort formulando una controproposta, "vi prometto che i vostri cari avranno la possibilità di riconoscere i vostri cadaveri".

Intanto Nagini, protetto da uno scudo magico, si era portata alle spalle delle stregatte, strisciando fra le lapidi, in attesa di ordini.

"Quel serpente, Eileen!...Non sarà mica una specie in estinzione?" chiese Daisy con un tono di voce incerto. "Non vorrei essere la causa di..."
"Aspetta un attimo, miao!" la interruppe Eileen. "E' lei che vuole farci scomparire dal mondo magico!"
"Sissi, ma è nostro dovere porci questo interrogativo morale" miagolò Daisy facendo spallucce. "Lo sai che siamo animaliste!".
"D'accordo...siamo iscritte al Movimento Animalista Magico" obiettò Eileen puntando il suo collare sul rettile. "Ma quando si tratta di Nagini, mi ritengo una semplice simpatizzante dell'associazione, e anche tu!".

                                    

Quando la luna iniziò a fare capolino dalla collina di Little Hangleton, il vero scontro ebbe inizio.

Pietra e Conan erano ormai pronti a tutto.
Non appena il Signore Oscuro lanciò il suo 'Avada Kedavra', i due felini risposero con i loro 'Avada-miao-Kedavra': tre fiotti di luce verde s'incontrarono a metà strada, creando una strana lettera 'Y' e illuminando l'intero cimitero.
Mentre Eileen e Daisy stavano sgattaiolando a zig-zag inseguite da Nagini, lanciando incantesimi che rimbalzavano sul suo scudo, le forze magiche congiunte degli stregatti, che inizialmente sembravano equivalere a quella di Voldemort, cominciarono a perdere lentamente terreno.
Nessuno, nemmeno Silente, sarebbe stato in grado di dire quanto tempo ancora avrebbero potuto resistere.


Ad un tratto, una musica ben diversa da quella espressa dal canto di una Fenice, più simile al gracchiare di una cornacchia, fu avvertita da tutti i combattenti, e il duello si arrestò provvidenzialmente.

"Un altro Prior Incantatio!" esclamò Voldemort, timoroso di rivivere la stessa precedente esperienza avuta con Potter. "Di cosa diavolo sono fatti i vostri collari?".

"A me pare il fantasma di una Fenice con la gola tagliata" mormorò sottovoce Conan felice dell'interruzione. "Nick-Quasi-Senza-Testa sarebbe felice di coccolare un uccello così!".
"Credo che abbia la raucedine, poverina" aggiunse Eileen tenendo d'occhio Nagini.
"Dev'essere Fanny, un po' raffreddata..." osservò Daisy scrutando il cielo. "Ma dov'è?".

"Ma no, miao!...Tempo!!...Tempo!!!...E' la suoneria del telefono di Lord Penhaligon che sta squillando" miagolò Pietra segnalando la lettera 'T' con le zampette, mentre trotterellava verso la tomba del miliardario. "Se non rispondo lo stravagante Babbano invierà qui tutto il corpo di Polizia di Little Hangleton, seguito a ruota da ogni giornalista ficcanaso della Gran Bretagna".

Voldemort lo guardò con sospetto, incredulo, poi ringhiò: "Pietra Stregatto, se questo fa parte dei tuoi trucchi, o di un piano di fuga...".

"Cerca di stare zitto per un attimo, Tom!" lo interruppe Conan mettendosi il dito indice di fronte al nasetto. "Se l'uomo s'insospettisse, il proseguimento del duello sarebbe impossibile: Lord Penhaligon ha un esercito di guardie del corpo!".
Anche Nagini si arrestò rassegnata, obbedendo all'ordine sibilato dal suo Signore.

Quando il silenzio raggiunse un livello 'cimiteriale', lo Stregatto si decise ad alzare l'originale cornetta di marmo posta sulla sommità della lapide.

"Pronto?...Ah, Lord Penhaligon!...Sono l'Ingegner Gattanzi, il responsabile dei sistemi d'allarme!...Come? Sono stati avvistati dei bagliori in paese, degli strani rumori?...Oh, porgo le mie scuse, avrei dovuto avvisare che lavoriamo perfino di notte per lei!" miagolò Pietra, accennando un gesto teatrale di scuse anche nei confronti di Voldemort. "Ma certo...si, si, rassicuri pure la Polizia che qui abbiamo quasi finito di martellarvi i...si, si, si".

Il Signore Oscuro rimase con lo sguardo concentrato su Pietra per tutta la telefonata, digrignando i denti in silenzio.
Lui aveva vissuto e visto tante situazioni particolari nella sua vita malvagia, ma non si era mai ritrovato in contesto così imbarazzante durante un duello.

"Ehhhhh, già, già...Io e il mio collega, l'Architetto Miagolandri, abbiamo personalmente collaudato l'antifurto 'Taser' sulla nostra pelle...no, no, no, non è un modo di dire...le assicuro che funziona perfettamente: siamo svenuti. Naturalmente, il frigobar è fantastico, uno scrigno di prelibatezze!...Ahhhhh, lei ha assolutamente ragione, la morte ci deve trovare vivi, ghghgh!" continuò Pietra toccandosi di tanto in tanto la ferita. "Altri suggerimenti per la tomba?...Ecco, se mi permette, suggerirei una statua di un gatto nero, in stile 'Chat Noir' parigino. Si, il pelo nero è elegante, classico, adatto ad ogni occasione. Sono felice che sia soddisfatto!...Allora, la saluto Lord Penhaligon e porgo le mie condoglianze anticipate a lei e alla sua affascinante signora. Arrivederci...vederci...vedecci, vecci, vecci...".

                                          

Una volta riagganciata la cornetta, il duello riprese all'istante, e Nagini ricominciò la caccia alle stregatte.

E poi, accadde ancora.
Si udì la solita musica gracchiante, per niente ultraterrena, simile a quella di uno stormo di corvi in volo.
Il duello si arrestò di nuovo, ma questa volta Lord Voldemort, senza dire una parole, fece esplodere la superficie della tomba di Lord Penhaligon, facendo crollare i pesanti frammenti di marmo sul lardo sottostante messo a stagionare.
La stessa Nagini rimase bloccata con la coda sotto un pezzo di marmo saltato in aria.

Pietra e Conan rimasero agghiacciati pensando al pregiato lardo perduto sotto le macerie, e i loro sguardi più feroci si rivolsero al Signore Oscuro.
Invece Eileen e Daisy sgattaiolarono accanto ai loro rispettivi fidanzati, nella speranza che Pietra miagolasse l'ordine di ritirata.
Ormai si erano resi conto che, per quanti sforzi potessero fare, Tom Riddle non poteva essere battuto.

Vedendo Nagini in difficoltà, lo Stregatto prese il gomitolo al balzo e miagolò: "Lanciamo tutti insieme l'Incantesimo 'Cuspis Cauda'...Ora!!!".
"E' Antica Magia Stregatta!...Quel maledetto Libro Stregatto degli Stregatti vi ha già istruiti..." disse il Signore Oscuro avvolgendosi in un potentissimo scudo magico a spirale.

( Cuspis Cauda: vedi i Capitoli 2 e 3 della Fanfiction dedicata al Libro 3, Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban).

In passato, lungo il corso dei suoi viaggi, Voldemort aveva sentito narrare di un incantesimo misterioso che generava, con l'aiuto del corpo di uno stregatto, una rarissima congiunzione di due tecniche magiche.
Ed era per questo che, agli inizi della prima guerra tra maghi, il Signore Oscuro aveva ordinato a Severus Piton di cercare e catturare il Libro Stregatto degli Stregatti nella Contea del Cheshire, ma la caccia non aveva avuto l'esito sperato.

Attraverso la prima tecnica, una sostanza argentea sarebbe emersa dalla coda di uno stregatto; tale sostanza magica avrebbe permesso al felino di plasmare, con la forza della mente, qualunque tipo di arma o oggetto desiderasse.
Attraverso la seconda tecnica, invece, l'oggetto creato avrebbe sprigionato una magia temporale identica a quella emessa da una Giratempo. 
Pertanto, una volta individuato il bersaglio, l'arma sarebbe si sarebbe trasferita in un'altra dimensione spazio-temporale, per poi riapparire nei pressi del nemico, sfruttando una direzione e un momento del duello completamente imprevedibili.
In breve, il Cuspis Cauda era un vero e proprio 'attacco a sorpresa'.

Così, le code degli stregatti iniziarono ad alzarsi verso il cielo, rilasciando vorticosamente le sostanze argentee che si sarebbero ben presto trasformate in armi: Conan plasmò una lancia, Eileen preferì un'ascia, Daisy optò per una mazza chiodata, e Pietra pensò a una scimitarra.
Una volta presa consistenza, gli oggetti magici scintillanti salirono sopra le loro testoline, per poi scomparire improvvisamente.
Voldemort era già pronto, protetto dallo scudo di magia oscura, reso più resistente dalle sue precedenti esperienze.
Se tale difesa avesse resistito ad un attacco di Antica Magia Stregatta, lui avrebbe considerato l'eliminazione di Albus Silente una pura e semplice formalità. 

Ad un certo punto, le armi si materializzarono a mezz'aria a pochi metri dal Signore Oscuro, una dopo l'altra: sembravano segnare i quattro punti cardinali.
Poi, simili a proiettili, proseguirono la loro corsa in direzione del bersaglio, polverizzandosi al primo contatto con la barriera magica.
Una risata echeggiò nel cimitero, accompagnata da un grido inumano di vittoria.

                          

"E' uno scudo a memoria magica di mia creazione!...Riconosce e distrugge ogni tipo di arma esistente, di fabbricazione moderna o antica, babbana o magica" sibilò Lord Voldemort, gli occhi rossi sempre più brillanti. "Non è geniale?".

"Una memoria insita in una creazione magica o in un oggetto magico ha sempre dei limiti" miagolò sottovoce Pietra ripensando a quelle del Cappello Parlante e della Mappa del Malandrino. "E cioè, gli stessi limiti della memoria del suo creatore, oppure dei creatori".
"I limiti della memoria del mago creatore..." rispose sottovoce Conan meditabondo. "Miao...penso che Tom Riddle abbia sempre avuto scarsa immaginazione, una caratteristica psicologica che potrebbe aver lasciato delle lacune nella memoria della sua creazione magica...".
"State miagolando, per caso, che il suo scudo ha un punto debole?" chiese Eileen con filo di voce.
"State miagolando che lo avete anche individuato o state facendo solo accademia?" domandò Daisy, gli occhi venati.

Intanto, Nagini guardava affamata gli stregatti, muovendo la lingua biforcuta da una parte all'altra della bocca quasi fosse un pendolo.

"Confesso di ammirare la vostra tenacia, e ho deciso di concedervi un'ultima possibilità!" ringhiò Voldemort, la bacchetta sempre puntata contro i felini. "Giurate fedeltà e servitemi!...Non fatelo e morirete stanotte, non appena tenterete di smaterializzarsi!".
"Game-miao-over!" mormorò Daisy disperata.
"E se lo attaccassimo contemporaneamente con quattro Avada-miagolo-Kedavra?" domandò Eileen in stato di palese agitazione.
"Ehm, ehm...guardate là!...Nagini si è appena liberata" miagolò Conan guardando il rettile strisciare dietro di loro. "Ammesso e non concesso di poter prevalere lungo il corso del duello, quella bestiaccia avrebbe tutto il tempo di attaccarci alle spalle, ed eliminarci uno alla volta".

Purtroppo Conan Scintillo aveva ragione da vendere: Nagini stava già strisciando oltre le macerie della tomba di Lord Penhaligon, con l'intento di aggirarli.

"Lo attaccherò solo io...con il 'Cuspis Cauda', ghghgh!" esclamò Pietra sorprendendo perfino se stesso. "Prepariamoci a effettuare i 'Puff' di emergenza!...Adesso, so cosa devo fare!!!".

"Co...cosa, miao?" miagolò Daisy allibita guardando il ghigno impavido dipinto sul volto del fidanzato. "Hai intenzione di utilizzare, per la seconda volta, un incantesimo che ha fallito in precedenza? E' una follia miagolamente suicida!!!".
"Sei impazzito?" rincarò la dose Eileen. "Anche gli studenti di Hogwarts del primo anno sanno che è inutile usare di nuovo un'incantesimo che si è rivelato inefficace la prima volta; glielo hai sempre insegnato tu!!!".
Conan lo guardò con un'occhiataccia, ma prima di esprimere giudizi miagolanti affrettati gli domandò: "Perché dovrebbe funzionare, stavolta?".
"Miewooor...ho ripensato a una vecchia lezione del nostro Fondatore, ghghgh!" rispose lo Stregatto, l'orecchio sempre dolorante. "Secondo il Libro Stregatto degli Stregatti...'quando tutto sembra perduto, si deve ricorrere alla propria 'fantasia', l'ultima risorsa per cambiare le sorti di un duello contro un mago Oscuro!'...Lasciate Tom a me!!!".
Daisy, Eileen e Conan rimasero in silenzio, annuendo rassegnati.

                                   

"VOGLIO UNA RISPOSTA!" urlò Voldemort accarezzando la sua Nagini. "ORA!!!"

"CUSPIS CAUDA!!!" gridò lo Stregatto di rimando.

"Siamo alla frutta, Pietra?" sorrise il Signore Oscuro beffardamente. "Dopo il tuo primo inutile tentativo, vuoi ritentare maldestramente la sorte? Dunque...Sarai il primo a morire".

La coda di Pietra si levò di nuovo in verticale, puntando le stelle.
La sostanza argentea sprigionata assunse la forma di una strana sagoma allungata, che cominciò a roteare verticalmente prima di svanire. 

"Il mio scudo difensivo disintegra qualunque tipo di lama rotante o boomerang!...La sua memoria magica è sterminata" ribadì Voldemort pregustandosi la sconfitta dell'avversario felino. "Nagini...il tuo pasto sarà servito freddo e peloso, a breve".
"Miao...sterminata si, non infinita" miagolò Pietra impudente, incrociando le zampette. "Ti sei ricordato di includere nella memoria magica del tuo scudo colabrodo le armi 'improprie', miao?".

Per una frazione di secondo, Voldemort rivolse al musetto ghignante del dispettoso Stregatto una sincera espressione interrogativa, ma era troppo tardi.
L'oggetto magico di Pietra si era già materializzato a circa tre metri di fronte a lui, sempre in rotazione: il suo rapido movimento, simile a un'elica, lo rendeva praticamente irriconoscibile a occhio nudo.

"Che razza di..." mormorò Voldemort cercando di capire che cosa fosse.

Infine, la misteriosa 'arma' iniziò la corsa contro il Signore Oscuro, mentre la sua voce acuta si stava lentamente spegnendo.
Davanti allo sguardo sbigottito di Lord Voldemort, l'arma di Pietra oltrepassò lo scudo come se non esistesse, roteando in direzione del suo viso bianco, più bianco di un teschio, e l'impatto in pieno volto fu violentissimo.
Mentre il mago oscuro cadeva ferito all'indietro sul manto erboso, una scheggia d'osso volò in aria, e fu presa al volo dalla zampetta lesta di Pietra.
Si trattava di un frammento di dente 'canino', un cimelio preziosissimo da presentare a Rita Skeeter.

Il Signore Oscuro si rialzò in piedi in una manciata di secondi, barcollante, la bocca impastata di sangue, la bacchetta alzata, ma degli stregatti non v'era più alcuna traccia.

Ai suoi piedi, Nagini aveva trovato qualcosa; era l'arma vincente di Pietra Stregatto.
La afferrò con i denti aguzzi e la consegnò con devozione al suo padrone.
Non appena si rese conto da cosa era stato colpito, Voldemort urlò furiosamente e lanciò l'oggetto magico in aria, lontano da lui, colpendo accidentalmente la testa di Codaliscia, che si era nascosto dietro una delle tombe circostanti.

In mezzo alle tombe di Little Hangleton, un grosso mestolo da cucina splendeva sotto la luce lunare, in procinto di essere utilizzato per preparare un succulento brodo di pollo, o un altro gustoso ragù alla Amatriciana...oppure, in attesa di prendere parte ad un'altra fantastica battaglia.












  































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