Libro 5, capitolo 35, 36: Scontro dentro Harry Potter (post suscettibile di revisione grafica da parte di Eileen)

                              

 

Liberamente ispirata a Harry Potter e L'Ordine della Fenice, capitolo 35, 36: oltre il velo, L'unico che abbia mai temuto

 

 

 

 A Harry bastò pochi secondi di conversazione con Lucius Malfoy per scoprire la differenza tra la realtà e i sogni: Lord Voldemort lo aveva ingannato; 
 

gli aveva fatto credere di aver catturato e torturato Sirius per costringerlo a entrare nella Sala delle Profezie.

Ormai, era consapevole che, a causa di una inutile missione di salvataggio, aveva guidato i suoi amici verso una trappola.
L'unica cosa che poteva fare era guadagnare tempo prezioso, chiedendo a Lucius informazioni sulla profezia.

Intanto, gli stregatti si erano arrampicati sugli scaffali che dividevano la fila novantasette dalla fila novantotto, fino a superare di qualche metro le teste degli studenti e dei Mangiamorte, le cappottine invisibili attivate.

"Non agitate troppo la coda" miagolò Pietra stando attento a non intruppare i fragili contenitori di profezie. "Silente ha sempre raccomandato di...'non rompere le sfere', ghghgh!".
"Veramente, la sua 'esortazione' riguarda solo te, a Hogwarts" mormorò Daisy tirando un orecchio del suo fidanzato pigrone. "Il Preside ha l'accortezza di rinnovartela cortesemente con cadenza trimestrale, miao".
"Ehm...io stavo miagolando delle sfere di vetro" rispose lo Stregatto imbarazzato. "Una volta archiviate, le profezia sono considerate 'Patrimonio del Mondo Magico'. Perfino il Presidente Noli ci ha vietato di giocarci a bocce...".
"Che seccatura!...Ma adesso, cosa facciamo?" sibilò Conan osservando i piccoli spostamenti dei Mangiamorte intorno ai ragazzi. "Se combattessimo qui dentro, rischieremmo di fare una strage di profezie!...E Noli ci impiccherebbe al ramo più alto del suo grattatoio".
"Oh bé, sono quasi convinta che Harry si renda conto dell'importanza storico-artistica di questo luogo" osservò Eileen con un tono di voce titubante. "Duellare nella Stanza delle Profezie sarebbe come organizzare il Festival di Woodstook dentro l'Abbazia di Westminster!".
"E da quando Harry Potter è diventato un tutore del patrimonio culturale magico?" domandò Scintillo facendo finta di essere sorpreso. "L'ultima volta che è entrato nella Camera dei Segreti non si è preoccupato di mettersi i guanti per esaminare i reperti archeologici, eh, eh!".
"Uff-miao...volevo solo miagolare che il ragazzo è guidato da sani principi. Ciò fa presumere che farà del suo meglio per mantenere la Sala intatta" miagolò Eileen sospirando. "Inoltre, Lucius Malfoy non combatterebbe mai in un ambiente così angusto, assumendosi il rischio di distruggere la profezia riguardante il suo padrone e Harry".
"Ottime deduzioni, miao! Allora...non resta che aspettare che Harry faccia la prima mossa e scappi via" concluse Pietra sbadigliando. "Quando i ragazzi inizieranno a correre, gli copriremo la fuga lanciando Miagolo-Schiantesimi a distanza ravvicinata. Così, per la gioia di Silente e Noli, nessuna sfera sarà compromessa, ghghgh!".
"Tutto qui?" mormorò la Stregatta preoccupata.
"No! Certo che no" replicò lo Stregatto sottovoce falsamente indignato. "Ho anche un piano 'N', un asso 'a tre piani' nella manica...anzi, un Nottetempo!".
"Un Nottetempo???" chiese Eileen meravigliata. "Per la carrozza di Merlino!".
"Ma è per streghe, maghi o...creature in difficoltà" osservò Conan sbalordito.
"Appunto!" miagolò lo Stregatto indicando se stesso. "Stanotte, Ernie Urto e Stan Picchetto hanno promesso di venire a darci una mano, prevedendo una fermata straordinaria dentro l'Ufficio Misteri, Stanza delle Profezie, a metà degli scaffali, lato fila novantotto...proprio qui accanto, ghghgh!".
"Il Nottetempo...qui sotto...al nono livello del Ministero della Magia? E' incredibile, miao!...Sono cose magiche difficili da realizzare se non...!" esclamò Daisy stupita.
"...con l'aiuto di uno stregatto!" ribadì Pietra sogghignando.
"Ammesso che riesca a entrare e trovarci" mormorò Eileen, "Ernie dovrà guidare tra strette file piene di scaffali di sfere di...".
"Il fine giustifica il 'mezzo'...anzi, il 'veicolo', ghghgh!" tagliò corto il Direttore di Violafucsia, fregandosi le zampette sotto lo sguardo basito degli altri felini.


Nel frattempo, Harry si era facilmente reso conto che, per quanto potessero minacciarlo, Lucius e Bellatrix avevano ricevuto l'ordine di consegnare la profezia intatta.
Dunque, il possesso di quell'oggetto di vetro rappresentava l'unico vantaggio, la sola difesa che stava trattenendo i Mangiamorte dall'uccidere i suoi amici.
In risposta ai propositi della Lastrenge di catturare la più piccola del gruppo, Harry sentì gli altri stringersi intorno a Ginny, e lui si parò davanti a lei, la sfera stretta al petto.

"Se vuoi attaccare uno qualunque di noi" disse Harry a Bellatrix, "prima dovrai spaccare questa. E non credo che il tuo capo farà salti di gioia se torni da lui a mani vuote, vero?".

La donna rimase immobile, gli occhi inchiodati su di lui, passandosi la punta della lingua sulle labbra sottili.

"Allora" proseguì Harry che non sapeva che altro fare se non parlare, "di che profezia si tratta?".
"Di che profezia...?" rispose Bellatrix, mentre il ghigno le spariva dal volto. "Stai scherzando, Harry Potter?".
"Nient'affatto" rispose Harry in cerca di una via di fuga. "Perché Voldemort ci tiene tanto?".
"Tu osi pronunciare il suo nome?" sussurrò Bellatrix.
"Certo" replicò Harry tenendo ben stretta la sfera di vetro. "Non ho problemi a dire Vol...".
"Chiudi la bocca!" strillò Bellatrix. "Osi pronunciare il suo nome con le tue labbra indegne, osi profanarlo con la tua lingua da Mezzosangue, osi...".
"Non lo sapevi che è un Mezzosangue anche lui?" ribatté il ragazzo irrefrenabile. "Voldemort? Si, sua madre era una strega, ma il suo papà era un Babbano...o vi ha raccontato di essere un Purosangue?".

"STUPEFI..."
"No!"

Un getto di luce rossa scaturì dalla bacchetta di Bellatrix Lastrenge, ma malfoy lo bloccò e glielo rispedì contro, mandandola a cozzare contro lo scaffale alla sinistra di Harry; parecchie sfere di vetro caddero sul pavimento e si ruppero.
Due sagome, perlacee come fantasmi, fluide come fumo, sgorgarono dai frammenti di vetro e cominciarono a parlare, le voci che si sovrapponevano l'una all'altra.
Si udirono solo brandelli di frasi mischiarsi alle urla di Malfoy e Bellatrix.

"...Al solstizio giungerà una nuova..." disse la sagoma evanescente di un vecchio barbuto
"NON ATTACCATE! ABBIAMO BISOGNO DELLA PROFEZIA!" gridò Lucius.
"Ha osato...osa..." strillò Bellatrix farneticante. "Quel...sudicio Mezzosangue..."
"PRIMA ABBIAMO BISOGNO DELLA PROFEZIA!" latrò Malfoy
"...nessuno verrà dopo..." disse la sagoma di una giovane donna.

"Per fortuna che c'è il vecchio Lucius al comando" miagolò Conan Scintillo mettendosi una zampetta sulla fronte. "Una goccia di lucidità in un oceano di ottusità!".
"Quanta ignoranza..." aggiunse Scintille scuotendo la testolina. "E pensare che Bellatrix non conosce neanche le origini magiche del suo padrone. Oppure fa finta di non conoscerle".
"In effetti, Bellatrix non è mai stata una cima, neanche da studentessa" fece notare Daisy. "Insomma, non si può proprio definire una persona 'colta' come Minerva McGranitt".
"Ma è stata 'colta' sul fatto, ghghgh!" sogghignò Pietra giocando con le parole. "Siete tutti testimoni che le palle di vetro le ha rotte lei, non io".
"Sfere!" sibilò la Stregatta stizzita. "Usa termini tecnici appropriati, miao!".
"E io che ho miagolato?...Il concetto era quello!" rispose lo Stregatto risentito. "Da ora in poi le chiamerò...'beni profetici culturali', ghghgh!".

Le due figure emerse dalle sfere spezzate si dissolsero nell'aria, lasciandosi dietro soltanto le schegge di vetro sul pavimento.
Però avevano fatto venire a Harry un'idea. Il problema era comunicarlo agli altri.

"Non mi avete ancora spiegato che cos'ha di tanto speciale questa profezia" insisté Harry, per guadagnare tempo.
Mosse lentamente un piede di lato, cercando quello di uno dei compagni.
"Non giocare con noi, Potter" lo minacciò Malfoy.
"Non sto giocando" replicò Potter, metà del cervello concentrata sulla conversazione, metà sul piede in movimento.
Finalmente trovò un altro piede e lo pestò. Alle sue spalle sentì qualcuno trattenere bruscamente il fiato: Hermione.
"Che cosa c'è?" bisbigliò lei.
"Silente non ti ha mai detto che il motivo per cui hai quella cicatrice era nascosto nelle viscere dell'Ufficio Misteri?" sogghignò Malfoy.
"Io...cosa?". Per un momento, Harry dimenticò completamente il suo piano. "Che cosa c'entra la mia cicatrice?".
"Che cosa c'è?" ripeté Hermione ansiosa in un sussurro.
"Possibile?" disse Malfoy, malignamente divertito; alcuni Mangiamorte scoppiarono a ridere, e Harry approfittò del chiasso per bisbigliare a Hermione, muovendo appena le labbra: "Spacca gli scaffali...".
"Silente non te l'ha mai detto?" continuò Malfoy. "Allora è per questo che non sei arrivato prima, Potter! L'Oscuro Signore si chiedeva..."
"...quando dico ora..." proseguì il grifondoro bisbigliando.
"...perché non ti sei precipitato qui non appena ti ha mostrato il posto dov'era nascosta" continuò Lucius. "Pensava che la curiosità ti avrebbe spinto a volerla ascoltare con le tue stesse orecchie...".

Udite le ultime parole di Harry, il pelo sul groppone degli stregatti si era leggermente drizzato.

"Non parlerà sul serio" mormorò Eileen secca.
"Spaccare gli scaffali delle sfere è un'azione miagolamente incivile" sibilò Daisy agghiacciata. "Secoli e secoli di preziosa raccolta e meticolosa conservazione di profezie...".
"E fra di esse, miao, nessuna profezia che abbia previsto che cosa sarebbe successo stanotte, ghghgh!" miagolò Pietra con un tono di voce ironico.
"Però, una modesta previsione da 'veggenti dilettanti' su cosa accadrà fra poco, la possiamo miagolare" borbottò Conan lievemente perplesso. "Perché sopra gli scaffali che vogliono...ehm...'spaccare'...ci siamo noi!".
"Pronti a un 'Puff' di emergenza..." mormorò Pietra all'improvviso. "Appena miagolo...'MIAO' ".
"Ah, ecco...la fantasia al potere!" mormorò Daisy alzando gli occhi al soffitto.

"Randez-miagolo-vous qui sotto, a metà della fila novantotto" miagolò Pietra ignorando l'ultimo commento. "Pronti a salire sul Nottemtempo...'MIAO'!!!".
 
                                           


"Ma davvero?" chiese Harry. Dietro di lui intuì, più che sentire, Hermione trasmettere il messaggio agli altri, e continuò a parlare per distrarre i Mangiamorte. "Voleva che venissi a prenderla? E Perché?".
"Perché?" rise Malfoy, incredulo e insieme deliziato. "Perché, Potter, le uniche persone alle quali è permesso ritirare una profezia dall'Ufficio Misteri sono coloro che ne sono l'oggetto...come l'Oscuro Signore ha scoperto quando ha tentato di usare altri per impadronirsene".
"E perché voleva rubare una profezia su di me?"
"Su entrambi, Potter, su di te e su di lui...non ti sei mai chiesto perché ha tentato di ucciderti quando eri solo un bambinetto?".

Harry fissò gli occhi grigi di Malfoy, scintillanti attraverso le fessure del cappuccio.
Era per quella profezia che i suoi genitori erano morti e lui aveva la cicatrice a forma di saetta?
Teneva fra le mani la risposta?

"Qualcuno ha fatto una profezia su Voldemort e me?" chiese piano, gli occhi fissi su Lucius Malfoy, le dita ancora più strette sulla tiepida sfera di vetro. Era poco più grande di un boccino e ancora incrostata di polvere. "E mi ha fatto venire a prenderla per lui? Perché non l'ha presa lui stesso?".
"Prenderla lui stesso?" scoppiò Bellatrix in una grande risata folle. "L'Oscuro Signore...che entra nel Ministero della Magia, quando loro continuano così gentilmente a ignorarne il ritorno? L'Oscuro Signore...mostrarsi agli Auror che insistono a sprecare il loro tempo dando la caccia al mio caro cugino?"
"Perciò ha mandato voi a fare il lavoro sporco, eh?" disse Harry. "E prima ha tentato di costringere Sturgis a rubarla...e anche Bode?".
"Molto bene, Potter, molto bene..." disse lentamente Malfoy. "L'Oscuro Signore sa che non sei uno scioc...".

"ORA!" urlò Harry.
Alle sue spalle, cinque voci diverse gridarono: "REDUCTO!".

Cinque maledizioni volarono in cinque direzioni differenti: gli scaffali davanti a loro esplosero e l'intera torre di ripiani ondeggiò mentre un centinaio di sfere s'infrangevano, liberando fluttuanti figure opalescenti le cui voci giunsero da chissà quale remoto passato, sommerse dal fragore di vetri e pezzi di legno che crollavano sul pavimento...

"CORRETE!" urlò Harry, mentre gli scaffali oscillavano minacciosi, e altre sfere di vetro cadevano in pezzi.

Tra le urla e i rumori di 'cultura magica infranta', Pietra, Conan, Eileen e Daisy zampettarono lesti sul Nottetempo, che si era appena materializzato in forma ristretta e in perfetto orario.

"Carissimi stregatti, come butta?" chiese Ernie Urto aggiustando la testolina-specchietto retrovisore. "Questo è un servizio speciale notturno per 'abbonati in enorme difficoltà', benvenuti a bordo!".
"Miao Ernie, ti ringrazio per la puntualità" rispose lo Stregatto mentre pezzi di legno e schegge di vetro cadevano tutto intorno. "Con Harry Potter e i Mangiamorte nei paraggi...".
"Oh...quindi, non si tratta di un giro turistico fra le alte sfere" disse Stan Picchetto accennando un breve saluto. "Ma forse, diventeremo famosi, che ne dite?...Ehm...che ne miagolate?".
"Puoi giurarci, Stan!" sbottò Daisy sbuffando. "Finiremo sulle prime pagine della Gazzetta del Profeta e della Gazzetta del Miagolio Profetico. Doppia edizione miagolosamente Straordinaria!".
"Contateci, ragazzi!" rincarò la dose Eileen. "Nessuno era mai entrato con il Nottetempo nell'Ufficio Misteri prima di voi!".
"A dir la verità, Pietra e Conan mi hanno insegnato un trucchetto magico, un passaggio carrabile sgattaiolante segreto, una cosa da stregatti" ammise l'anziano guidatore dagli occhiali spessi. "Ehm...qual'è la prossima fermata?".
"Addosso al primo Mangiamorte che incontriamo, Ernie!" sogghignò Conan fregandosi le zampette. "Poi metti la retromarcia e ripassagli sopra almeno una...".
"Vergogna!!!" urlò Daisy allargando le zampette. "Dov'è finita l'educazione stradale?".
"Pirati!!!" urlò Daisy accodandosi alle proteste dell'amica. "Ricordatevi la solidarietà per le vittime della strada!".
"Allora, miao, cercherò di spiegare la mia strategia nel modo più innocente e ludico possibile, Ernie. Dunque...entriamo nella fila novantasette dalla parte opposta alla Stanza del Tempo e giochiamo a...'Investi il Pedone' " miagolò Pietra tra gli sguardi allibiti delle stregatte. "Ricordatevi che il fine giustifica il sinistro stradale!".
"Ci dissociamo!!!" miagolarono in coro Eileen e Daisy.

Per un attimo Pietra e Conan guardarono in cagnesco le due stregatte: quando c'era di mezzo il Bene Superiore tanto sbandierato da Silente, era sempre difficile trovare la quadratura del cerchio.

"Queste discussioni mi ricordano tanto i vecchi tempi, a Godric's Hollow" mormorò Ernie compiaciuto. "Come quel maledetto giorno...il trentuno di ottobre del millenovecentottantuno. Tutti pensavamo di dare il proprio contributo per difendere la Famiglia potter...".
"Mio caro Ernie, rifletti! Non tutte le persone che indossano un cappuccio nero sono Mangiamorte" fece notare Daisy in modo perspicace. "Ad esempio, la povera Bathilda amava i foulard neri, ma non era...".
"Ah si, l'amica di Silente, la famosa storica Bathilda Bath!" la interruppe Ernie. "Però, quella donna poteva evitare di attraversarmi la strada davanti alla casa di James Potter e Lily Evans. Era la notte di Halloween, con l'Oscuro Signore in giro e pronto a uccidere un neonato".
"Dopo l'incidente Bathilda era diventata così brutta che al Ministero della Magia avevano proposto di spostare Halloween al giorno del suo compleanno" commentò Stan Picchetto ridacchiando.
"Ma i Guaritori del San Mungo compirono un vero miracolo: Bathy ne uscì 'ricostruita', più bella di prima" aggiunse Conan annuendo. "Probabilmente, investendola, gli hai fatto un piacere, Ernie".
"E' quello che dissi all'udienza del Wizengamot!" esclamò Ernie Urto adirato. "Poi, Albus Silente ci mise una buona parola, e i giudici mi prescrissero solo la...'guida con lenti magiche' ".

Eileen e Daisy si scambiarono uno sguardo d'intesa, gli occhi a fessura.

"Adesso che abbiamo miagolamente chiarito che le regole del Codice Magico della Strada sono 'temporaneamente sospese' per difendere Potter" miagolò Pietra entusiasta, "cominceremo a cercare il Prosciutto nella Stanza della Morte".
"Prosciutto?" chiese Eileen disorientata.
"Crudo o cotto?" aggiunse Conan nella speranza di fare uno spuntino prima della battaglia.
"Scusate, miao!...Volevo miagolare il 'Prescelto'!" precisò Pietra, anch'esso leggermente affamato.
"Ma perché iniziare le ricerche proprio da quella stanza?" miagolò Daisy incuriosita.
"Perché in una delle profezie che riguarda me e Harry, c'è scritto che, stanotte, lo troverò nella Stanza della Morte" miagolò il direttore di Violafucsia soave, apprestandosi a recitare una parte di quella profezia felina. "In tale luogo...'nel cuore della notte, colui che è Prosciut...Prescelto avrà un incontro volante con una creatura miagolante, il cui nome ricorda la roccia di cui sono fatti i gradini...".
"Che significa 'incontro volante'?" domandò Eileen pensando alla Firebolt confiscata. "Harry non ha una scopa con sé".
"E che ne so, miao" replicò lo Stregatto pigramente. "Non sono mica Sibilla Cooman!".

Mentre il Nottetempo si apprestava a muoversi, Harry agguantò Hermione e la trascinò via, proteggendosi la testa con un braccio dagli scaffali e le sfere che rovinavano a terra.

Dal polverone emerse un Mangiamorte che si lanciò su di lui, ma Harry gli tirò una gomitata sul volto mascherato; tutt'intorno era un coro di urla e le voci spettrali di veggenti sgorgavano dalle sfere...
 
                                         

Mentre gli studenti stavano fuggendo, il Mangiamorte colpito al volto era rimasto indietro, lievemente stordito.
L'uomo barcollante si rialzò e si voltò lentamente; era curioso di sapere cos'era lo strano rumore che sentiva alle sue spalle, sempre più forte e vicino.
Ma per sua sfortuna, ebbe giusto il tempo per intravedere la sagoma del Nottetempo piombargli addosso.

"Bel colpo, Ernie!" miagolò Pietra soddisfatto. "Non attraversava neanche sulle strisce pedonali!".
"Nella Stanza delle Profezie, non ci sono mai state strisce pedonali" osservò Stan Picchetto.
"Male, anzi malissimo, miao!" borbottò Conan. "L'assenza dell'opportuna segnaletica orizzontale, verticale e diagonale favorisce gli incidenti!".
"Segnaletica diagonale?" chiese Eileen sbigottita.
"Mai vista!" miagolò Daisy interdetta. "Dobbiamo aggiornarci".

Stan cercò di essere d'aiuto sfogliando il manuale del Codice Magico della Strada, ma non riuscì a trovare alcuna informazione utile a riguardo.

"Oh!...Per la Barba di Merlino!" urlò il vecchio Ernie osservando una luce rossa sul cruscotto.
"Cosa c'è, miao?" chiese Eileen allarmata. "Ti è scaduta la patente?".
"Ehm...ho una chiamata da parte di un'anziana strega in difficoltà fuori Londra" disse Ernie rammaricato. "Proprio ora che iniziavo a divertirmi!...Purtroppo, io e Stan dobbiamo correre in suo aiuto...".
"D'accordo, se il dovere chiama..." miagolò Daisy avviandosi verso l'uscita del Nottetempo. "In tal caso, scendiamo qui...".
"E' stato bello rivederti in azione, Ernie" miagolò Pietra salutando l'anziano guidatore con un inchino.
"E quello lì?" chiese Stan Picchetto indicando il Mangiamorte investito.
"Poverino...dev'essere inciampato su una sfera di vetro" commentò Conan sogghignando.
"Non ha una bella cera" fece notare Ernie pulendosi le lenti. "La maschera schiacciata gli dà un aspetto così...come dire...appiattito?".
"Ci pensiamo noi al primo soccorso, Ernie" miagolò Eileen pensierosa tirando fuori il bauletto dei medicinali dalla tasca magica della cappottina.
"L'importante è capire da dove cominciare a rimettere insieme i pezzi del puzzle" aggiunse Daisy, la più esperta di anatomia umana. "Dammi una zampa, Eileen, non possiamo stare qui tutta la notte".
"Quanto la fate lunga! Non è poi così difficile riparare l'arto di un essere umano" miagolò Pietra orgogliosamente iniziando l'opera di ricostruzione magica curativa. "Ammirate il capolavoro!...Ho già ricomposto le ossa del piede destro e quelle della mano sinistra a tempo di record, ghghgh!".
"No, no, no Pietra...fermati" mormorò Eileen imbarazzata a un orecchio dello Stregatto. "Lì dobbiamo incastrare l'alluce, non il pollice".
"Non vedo differenze, miao" brontolò lo Stregatto indignato.
"E quello poi..." miagolò Daisy frustrata. "Non puoi mettere dei denti al posto del naso!".
"Uffa, siete le solite perfezioniste!" la interruppe risentito Pietra incrociando le zampette.

Nello stesso istante in cui il Nottetempo stava scomparendo, Harry, superato di corsa da Ron, Ginny e Luna, aveva raggiunto insieme a Hermione e Neville l'inizio della fila novantasette, poi aveva svoltato a destra.
Davanti alla porta spalancata della Stanza del Tempo, da dove si erano introdotti, poteva di nuovo scorgere lo scintillio della campana di vetro.

"Colloportus!" ansimò Hermione dopo che Harry e Neville furono entrati, e la porta si autosigillò con uno strano squittio.
"Dove...dove sono gli altri?" rantolò Harry riferendosi a Ron, Ginny e Luna.
"Devono essere andati dalla parte sbagliata!" bisbigliò atterrita Hermione.
"Ascoltate!" sussurrò Neville.

Passi e grida risuonavano dietro la porta che avevano appena sigillato; Harry vi accostò l'orecchio e sentì Lucius Malfoy ruggire: "Lascialo stare, Nott, lascialo, ho detto...le sue ferite sono nulla per l'Oscuro Signore, nulla in confronto a perdere quella profezia".
"Bé...sono solo curioso di sapere che cosa gli è successo..." mormorò Nott deponendo il Mangiamorte investito dal Nottetempo sul pavimento. "Non vedete che ha le orecchie messe al contrario?".

Ignorando i commenti di Nott, Lucius decise di dividere i suoi Mangiamorte in coppie per frugare accuratamente ogni stanza dell'Ufficio Misteri: non poteva permettersi di tornare da Lord Voldemort a mani vuote.
Dato l'esiguo numero degli spazi, la ricerca fu rapidissima e caratterizzata da brevi ma intensi duelli.

Infatti, dopo essersi scontrati con alcuni Mangiamorte nella Stanza del Tempo, Harry, Hermione e Neville giunsero nell'atrio circolare, dove riuscirono a ricongiungersi fortunosamente con Ron, Ginny e Luna, reduci da dei duelli nella Stanza dello Spazio.
Erano tutti abbastanza provati e malconci, in particolare Hermione, svenuta per essere stata sfiorata da una maledizione di Dolohov, e Ginny, che aveva una caviglia rotta.
Invece Ron era stato colpito da uno strano incantesimo e, sebbene fosse ancora cosciente, sembrava essere caduto in uno strano stato di euforia misto a confusione mentale.

A causa di un colpo al volto, poi, Neville non riusciva ad articolare chiaramente le parole e, di conseguenza, la pronuncia di ogni formula magica risultava priva di effetto.
 
                                            

Seguirono altri combattimenti nella Stanza dei Cervelli, fino a che Harry decise di fuggire verso l'unica porta rimasta aperta, quella da dove erano entrati gli inseguitori, la sfera della profezia rivolta contro il nemico.
Il suo unico pensiero era quello di allontanare i Mangiamorte dai suoi amici.
Parve funzionare, perché lo inseguirono tutti, rovesciando sedie e tavoli, ma non osarono lanciare incantesimi per paura di colpire la sfera di vetro.
Tuttavia, Harry aveva fatto solo pochi passi quando sentì il pavimento svanire sotto i piedi...
Stava cadendo, rimbalzava da un ripido gradino di pietra all'altro, finché con un tonfo mozzafiato atterrò di schiena nella cavità dove si trovava la piattaforma con l'Arco di Pietra, rovinando addosso a qualcosa di...'morbido, peloso, e miagolante'.
Nello stesso tempo, il ragazzo sentì sia le risate dei Mangiamorte, che si apprestavano a scendere i gradini della Stanza della Morte per circondarlo, sia dei soffocati miagolii di protesta.

"Mewooorrrrrrr!!!...Per tutte le profezie di Sibilla!" miagolò Pietra all'orecchio del Grifondoro. "Altro che 'incontro volante'! Ero io la pista di atterraggio!!!...Quanto sei ingrassato, Potter?".
"Pietra???....Pietra sei tu sotto la mia schiena, vero?" disse Harry in sussurro, senza voltarsi."Ci sono anche Conan, Eileen e Daisy?".
"Ovvia-miagola-mente" miagolò a voce bassa il povero felino. "Invisibili come me e pronti a entrare in azione".
 "I miei amici sono in pericolo; devi avvertire..." disse lo studente con voce affannata. "Occorre avvisare l'Ordine...".
"Ho già inviato il mio Criceto Patronus ad Albus Silente" lo interruppe sottovoce lo Stregatto. "Così, il Preside saprà precisamente in quale stanza trovarci".
"Hai un criceto come patronus...tu...uno stregatto" commentò Harry ancora confuso e dolorante. "E' curioso...".
"Adoro i roditori, in tutti sensi" sussurrò Pietra lisciandosi la coda pestata. "E' questo che ti crea problemi stanotte, perditempo di un grifondoro?".
"No!" esclamò Potter dimenticandosi dei servitori del Signore Oscuro, sempre più vicini.

Alcuni Mangiamorte lo sentirono e risero ancora più forte, pensando che il ragazzo avesse paura di loro e intendesse chiedere pietà.

"Allora, impegnati nella tua specialità: continua a perdere tempo" sibilò lo Stregatto, "fino all'arrivo dei rinforzi...e non mi guardare in cagnesco!".
"D'accordo, Pietra" replicò il giovane mago riprendendo coraggio. "Farò del mio meglio...ma voi...?".
"Tanto per cominciare, non sono un divano di chintz!" borbottò Pietra. "Togliti da sopra di me, miao".

Harry si alzò a fatica sulle gambe, così tremanti da reggerlo a stento, la sfera ancora miracolosamente intatta nella mano sinistra, la bacchetta nella mano destra.
Indietreggiò, guardandosi attorno, cercando di tenere sotto tiro tutti i Mangiamorte. Le sue caviglie urtarono qualcosa di solido: aveva raggiunto la piattaforma. Vi salì a ritroso.

"La corsa è finita, Potter" disse con voce strascicata Lucius Malfoy, togliendosi il cappuccio. "Adesso dammi la profezia, da bravo".
"Lasciate andare gli altri e ve la darò!" urlò disperato Harry.

Alcuni Mangiamorte risero di nuovo, mentre gli stregatti si stavano avvicinando a loro zampettando da entrambi i lati delle gradinate, divisi in coppie.

"Non sei nella posizione di trattare, Potter" ribatté Malfoy, il volto pallido arrossato di piacere. "A quanto pare, noi siamo dieci e tu uno...o Silente non ti ha insegnato a contare?".

"Non è sciolo!" gridò una voce sopra di loro. "Ci sciono angh'io!".

Harry provò un tuffo al cuore. Neville stava scendendo goffamente i gradini di pietra, la bacchetta di Hermione stretta nella mano tremante.

"Neville...no...torna da Ron..."

Un altro gnaulio, che sembrava provenire dai piedi di Paciock, annunciò a Harry che l'amico aveva pestato la coda a uno degli altri stregatti.
I Mangiamorte non ci fecero troppo caso e attribuirono quei mugolii allo stesso studente ferito.

"SDUPEFICIUM!" gridò Neville, puntando la bacchetta su un Mangiamorte dopo l'altro. "SDUPEFICIUM! STUPE...".

Uno dei Mangiamorte più robusti gli arrivò alle spalle e gli bloccò le braccia lungo i fianchi.
Neville si divincolò e tirò calci disperatamente, suscitando molte risate.

"E' Paciock, vero?" ghignò Lucius Malfoy. "Bé, tua nonna è abituata a perdere familiari per la nostra causa...la tua morte non dovrebbe sconvolgerla".
"Paciock?" ripeté Bellatrix, e un sorriso di pura malvagità le illuminò il suo viso scarno. "Ho avuto il piacere di incontrare i tuoi genitori, ragazzo".
"Lo sciò!" ruggì Neville, divincolandosi con tanta forza dalla presa soffocante del Mangiamorte che questo urlò: "Qualcuno lo schianti!".
"No, no, no" disse Bellatrix. "No, vediamo quanto resiste Paciock prima di crollare come i suoi genitori...a meno che Potter non decida di consegnarci la profezia".

E poi, la Lestrange iniziò a eseguire la Maledizione Cruciatus sull'eroico Neville.

"Questo è solo un assaggio!" disse Bellatrix. A un gesto della sua bacchetta le urla di Paciock si placarono e il ragazzo rimase disteso e singhiozzante ai suoi piedi. La donna si voltò a fissare Harry. "Allora Potter: o ci consegni la profezia, o vedrai il tuo amichetto morire nel peggiore dei modi!".

"Ora basta, miao!" esclamò Pietra, la pazienza esaurita. "Al mio segnale miagolante...io e Conan ci occuperemo del Mangiamorte che tiene prigioniero Neville...Eileen e Daisy schianteranno il beccamorto accanto. Poi salteremo tutti addosso a Bellatrix, e ne facciamo un graffito d'arte felina...pronti?".
"Pronti!" miagolarono in coro Conan, Eileen e Daisy.

Harry non dovette riflettere: non aveva scelta. La sfera sembrava aver assorbito il calore della sua mano mentre la tendeva verso i Mangiamorte e Malfoy si faceva avanti per prenderla.
 
                                              

D' un tratto, sopra di loro, nell'istante in cui Pietra aveva lanciato il segnale di battaglia, altre due porte si spalancarono e cinque persone irruppero nella stanza: Sirius, Lupin, Moody, Tonks e Kingsley.
Mentre i due mangiamorte presi di mira dagli stregatti stavano ruzzolando di sotto, verso la piattaforma, Harry saltò giù da essa, approfittando del fatto che Lucius era impegnato respingere un attacco di Tonks.
Attraverso i corpi in corsa e i lampi di luce, Harry vide Neville strisciare lontano dalla mischia e, schivando un raggio di luce rossa, si tuffò sul pavimento per raggiungerlo.

All'improvviso il pavimento sotto di loro esplose, colpito da un incantesimo, e un cratere si aprì là dove pochi secondi prima c'era la mano di Neville, quando un braccio robusto scaturì dal nulla, afferrò Harry per il collo e lo tirò su di peso, con i piedi che gli penzolavano a mezz'aria.

"Dammela" gli ringhiò una voce all'orecchio. "Dammi la profezia...".

Quando il Mangiamorte iniziò a premere così forte sulla gola di Harry da levargli il fiato, gli stregatti rinunciarono all'attacco a Bellatrix e zampettarono verso di lui: non potevano lanciare incantesimi senza rischiare di colpire il grifondoro.
Lacrimando Harry si guardò intorno: Sirius duellava con un Mangiamorte a tre metri di distanza, Kingsley ne stava affrontando due; Tonks ancora a metà discesa, sparava incantesimi contro Bellatrix...e nessuno di loro sembrava rendersi conto che lui stava per morire.
Puntò la bacchetta all'indietro, al fianco del Mangiamorte, ma non aveva abbastanza fiato per pronunciare gli incantesimi.
In seguito, forse per la mancanza di ossigeno, cominciò a sentire delle voci feline.

"Vedi, caro ragazzo....in questo momento, tu sei un esempio pratico dell'importanza di saper lanciare incantesimi e maledizioni non-verbali" miagolò Pietra a un orecchio di Harry.
"Cioè senza aver bisogno di miagolare" precisò Conan con un tono di voce soave. "Oppure di parlare, eh, eh!".

Harry tentò di rispondere, ma ne venne fuori un lamentoso singulto.

"Ma vi pare il momento di fare una lezione? Idioti!!!" sbottò Daisy assordando un orecchio del ragazzo.
"Nel caso non ve ne foste accorti" miagolò Eileen, "sta diventando paonazzo...anzi, quasi viola-fucsia, come il nostro pelo".

D'un tratto la mano libera del Mangiamorte si protese verso la sfera, ma fu bloccata dagli artigli della zampa di Pietra, che si chiusero su di essa trafiggendola.
Altre due zampe, quelle di Conan, si strinsero a tenaglia da dietro, proprio sul collo dell'uomo, costringendolo ad allentare la presa su Harry.

"Aaaargh!"

Neville, incapace di pronunciare correttamente gli incantesimi, aveva infilato la bacchetta di Hermione in una fessura del cappuccio, dritto in un occhio del Mangiamorte.
Urlando di dolore, invece, l'uomo lasciò andare Harry che ruotò su stesso e ansimò: "Stupeficium!".
Il Mangiamorte crollò all'indietro e perse il cappuccio: era Macnair, l'aspirante boia di Fierobecco, e aveva anche un occhio gonfio e insanguinato.
Ormai, la Stanza della Morte era diventata un campo di battaglia: Moody giaceva per terra ferito, Neville era stato colpito da un 'Tarantallegra', Tonks stava rotolando giù per i gradini, un Mangiamorte era caduto stecchito, colpito contemporaneamente da lampi color viola-fucsia spuntati dal nulla, mentre Harry, combattendo insieme a Sirius, era riuscito a pietrificare Dolohov.

"Harry, prendi la profezia, agguanta Neville e vattene!" urlò Sirius, correndo verso Bellatrix.
Il giovane mago non vide cosa accadde dopo, perché Kingsley attraversò il suo campo visivo duellando col butterato e non più mascherato Rookwood; un altro raggio verde gli passò sopra la testa mentre si tuffava verso Neville...

"Riesci ad alzarti?" gli urlò all'orecchio. Le gambe dell'amico continuavano a muoversi, incontrollabili. "Passami un braccio attorno al collo...".
"Neville obbedì...Harry lo sollevò...le gambe del suo amico non non smettevano di scattare qua e là, rifiutandosi di sorreggerlo...e poi qualcuno all'improvviso fu loro addosso: caddero entrambi all'indietro, Neville che dimenava le gambe come uno scarabeo rovesciato, Harry col braccio sinistro sollevato per evitare che la sfera si frantumasse.

"La profezia, dammi la profezia, Potter!" ringhiò Lucius Malfoy, conficcandogli la punta della bacchetta nelle costole.
"No...mi...lasci...Neville...prendila!"

Harry lanciò la profezia sul pavimento, Neville rotolò sulla schiena, la acciuffò e la strinse al petto. Subito Malfoy gli rivolse contro la bacchetta, ma Harry puntò la propria alle spalle e urlò: "Impedimenta!".

Malfoy fu colpito in pieno e ribaltato addosso a Eileen e Daisy. Rialzandosi a fatica, Harry lo vide cozzare, con il mantello impelato, contro la piattaforma nella quale stavano duellando Sirius e Bellatrix.
Ancora una volta Malfoy, levò la bacchetta contro Harry e Neville ma, prima che riuscisse ad aprire bocca, Lupin era balzato fra loro.

"Harry, raduna gli altri e VATTENE!"

Dopo un primo vano tentativo di risalire i gradini insieme al tarantolato Neville, che nel frattempo si era infilato la sfera in tasca, Harry ci riprovò strattonandogli la veste.
Ma proprio nel momento di massimo sforzo, una cucitura cedette e la piccola sfera di vetro rotolò fuori dalla tasca.
Prima che potessero recuperarla, Neville la colpì con un piede: la profezia fece un volo di tre metri alla loro destra, sembrò prima rimbalzare nell'aria, e poi andò a schiantarsi sul gradino di sotto.
Fissarono a occhi sgranati il punto dove si era rotta, sconvolti, e una sagoma perlacea con gli occhi enormi si srotolò davanti a loro.
Furono i soli ad accorgersene. Harry la vide muovere le labbra, ma tutte le urla e gli schianti attorno gli impedirono di sentire una sola parola. La sagoma tacque e si dissolse.

"Harry, bi dispiage!" gridò Neville, addolorato, le gambe sempre in agitazione. "Bi dispiage, Harry, non bolebo...".
"Non importa!" gridò Harry. "Cerca di stare in piedi, andiamocene...".
"Sciledde!" esclamò Neville, lo sguardo fisso oltre le spalle dell'amico, il viso sudato di colpo raggiante.

Harry si voltò. Albus Silente era comparso sopra di loro, stagliato sulla soglia della Stanza dei Cervelli, la bacchetta levata, il volto pallido e furente. Harry si sentì attraversare da una sorta di scarica elettrica...erano salvi.

"Vista la fine che ha fatto la profezia" miagolò sottovoce Conan, "se Albus non ci licenzia questa volta...".
"Non è colpa nostra se queste sfere di vetro sono fragili come bolle di sapone" mormorò Pietra massaggiandosi il bernoccolo sulla fronte lasciato dalla profezia caduta.
"Oh, miao!...Ecco che sale in cattedra! Ora vuole insegnare agli Indicibili il loro mestiere!" brontolò Daisy spazientita.
"Per non miagolare di quella volta che scrisse al direttore degli Indicibili, consigliandogli di trasferire le profezie in palle da tennis" borbottò Eileen sogghignando. "L'addetto alle pubbliche relazioni miagolanti gli rispose facendogli notare che, sebbene fossero vuote all'interno, non erano trasparenti come la tradizione e la legge magica richiede".
"Potevano dirlo prima, però!" protestò lo Stregatto ancora dolorante. "Avevo già comprato la racchetta".

Intanto, Silente era già sceso oltrepassando Neville e Harry, che ormai non avevano più alcuna intenzione di andarsene.
Quando i Mangiamorte più vicini si accorsero della sua presenza, urlarono un avvertimento agli altri.
Uno tentò di scappare, arrampicandosi come una scimmia sui gradini di pietra. L'incantesimo di Silente lo trasse indietro senza sforzo, come se lo avesse agganciato con una lenza invisibile...

Soltanto due continuavano a combattere, a quel che pareva ignari del nuovo arrivo. Harry vide Sirius schivare il fiotto di luce rossa di Bellatrix e deriderla.

"Avanti, puoi fare di meglio!" le gridò, la voce echeggiante nella vastissima sala.

Il secondo getto luminoso lo colpì in pieno petto.
La risata non gli si era ancora spenta sul viso, ma il colpo gli fece sgranare gli occhi.
Senza rendersene conto, Harry lasciò andare Neville. Saltò ai piedi della gradinata e estrasse la bacchetta, mentre anche Silente si voltava verso la piattaforma.
Sirius parve impiegare un'eternità a toccare terra: il suo corpo si piegò con grazia e cadde all'indietro oltre il velo logoro appeso all'Arco.
Harry colse un misto di paura e stupore sul suo volto sciupato, un tempo così attraente, mentre varcava l'antica soglia e spariva dietro il velo, che per un momento ondeggiò come scosso da un forte vento, poi ricadde immobile.

Udì l'urlo di trionfo di Bellatrix Lestrange, ma sapeva che non significava niente...Sirius era solo caduto al di là dell'Arco, da un momento all'altro sarebbe ricomparso...
Ma Sirius non ricomparve.

"SIRIUS!" urlò Harry. "SIRIUS!".

Fece per lanciarsi verso la piattaforma, ma Lupin lo bloccò, circondandolo con le braccia, e lo trattenne.

"Non puoi fare niente, Harry"
"Fermalo...salvalo...è appena passato...!"
"...è troppo tardi, Harry".
"Possiamo ancora raggiungerlo..." Harry si divincolò con violenza, ma Lupin non lo lasciò andare...
"Non puoi fare più niente, Harry...niente...se n'è andato".

"Sirius Black era troppo sicuro di sé, ma è morto da grande eroe!" commentò Pietra commosso, le lacrime agli occhi. "Onore al prode Black, l'Animagus canino, miao!".
"Ha avuto lo stesso glorioso destino dei due stregatti fantasmi della Casa di Violafucsia!" aggiunse Conan asciugandosi le lacrime al mantello di un Mangiamorte.
"Sissi...anche loro attraversarono il velo come è accaduto al valoroso Black" fece notare Eileen addolorata. "Tuttavia...".
"Madama Amber Soffiastringhe e Sir Pepper Strappalacci oltrepassarono distrattamente il velo inseguendo un gomitolo di lana stregato" continuò Daisy afflitta. "Perché anche loro non volevano darsi per vinti".
"Appunto" concluse Pietra singhiozzando. "Sempre per una buona causa!".

"Non se n'è andato!" urlò Harry. "SIRIUS!...SIRIUS!".
"Non può tornare, Harry" disse Lupin con voce spezzata, mentre lottava per trattenerlo. "Non può tornare perché è m...".

"Non...è...morto" ruggì Harry. "SIRIUS!".
 
                                                    

Attorno a loro c'era il caos, un tumulto vano, lampi e incantesimi. Lupin lo trascinò lontano dalla piattaforma. Harry, ancora con gli occhi incollati all'Arco, era furioso con Sirius perché si faceva aspettare...
Ma il suo padrino non lo aveva mai fatto attendere...se non era riapparso quando Harry aveva urlato il suo nome come se la sua vita ne dipendesse, la sola spiegazione possibile era che non poteva...che era davvero...

"Remus ha detto la verità" sussurrò Pietra nell'orecchio del ragazzo. "Una volta oltrepassata la soglia del velo nero, nemmeno uno stregatto che ha nove vite potrebbe tornare indietro".
"Ma i tuoi amici sono ancora vivi, Harry" si affrettò ad aggiungere Conan con più delicatezza.
"Non puoi abbandonarli ora; hanno bisogno di te, miao" mornorò Eileen con filo di voce. "Reagisci!".
"Sono venuti qui per te" miagolò Daisy dolcemente. "E credono in te!".
"Tutti noi confidiamo in te" miagolò Pietra cercando di giocarsi le migliori carte per scuoterlo. "E poi c'è Ginny!...Pensa anche a lei".

Harry li ascoltò senza battere ciglio e senza replicare.
Poco tempo prima, Severus Piton lo aveva già fatto riflettere su quanto la vita fosse ingiusta.

Al centro della stanza Silente aveva raggruppato la maggior parte dei restanti Mangiamorte, immobilizzandoli, a quel che pareva, con corde invisibili; zoppicando Malocchio Moody aveva raggiunto Tonks e tentava di farla rinvenire; dietro la piattaforma ancora esplodevano lampi di luce, grugniti e grida...Kingsley si era sostituito a Sirius nel duello con Bellatrix; Lupin aveva liberato Neville dal Tarantallegra.
Dietro la pedana risuonarono uno schianto e un grido. Harry vide Kingsley cadere urlando di dolore; Bellatrix Lastrange girò sui tacchi e fuggì; Silente si voltò subito per lanciarle un incantesimo che però lei riuscì a parare: ormai era a metà dei gradini...

Su ordine di Pietra, gli stregatti si smaterializzarono dietro a Bellatix: l'idea era quella di anticiparla nell'Atrium per catturarla viva, Harry permettendo.

"Harry...no!" gridò Lupin, ma il ragazzo si era già liberato della sua stretta.
"HA UCCISO SIRIUS!" urlò. "LO HA UCCISO...E IO UCCIDERO' LEI!".

E scattò; risalì a balzi le panche di pietra, incurante delle urla alle spalle.
L'orlo della veste di Bellatrix scomparve con un guizzo davanti a lui, e di nuovo furono nella stanza dove nuotavano i cervelli...
Lei scagliò una maledizione al di sopra della spalla. La vasca si sollevò e s'inclinò. Harry fu inondato dal liquido puzzolente, ma riuscì a liberarsi facilmente dei cervelli che gli caddero addosso attraverso l'Incantesimo di Librazione, il 'Wingardium Leviosa'.
Poi il giovane mago superò di corsa i suoi amici feriti, distesi sul pavimento, raggiungendo l'atrio circolare, la piccola stanza dal pavimento rotante e dalle numerose porte.
Purtroppo, perse alcuni secondi preziosi per capire come accedere all'uscita, ovvero al corridoio che conduceva agli ascensori, così Bellatrix, che aveva guadagnato un buon vantaggio, riuscì a risalire prima di lui.
Tuttavia ad attenderla dall'altro lato dell'Atrium, c'era una dispettosa 'trappola da stregatti'.

Quattro spazzoloni stregati, che trascinavano altrettanti stracci sul pavimento, tagliarono la strada a Bellatrix mancandola di un soffio.
"Un Ministero della Magia guidato dal mio Signore ripulirà ben altro..." pensò Bellatrix fra sé e sé. "Sudici Mezzosangue, tra poco toccherà a...".

Ma quando la strega appoggiò incautamente un piede sopra la parte di pavimento su cui erano passati gli stracci, il rivestimento cominciò magicamente a ondeggiare.
Così, Bellatrix perse l'equilibrio e cadde per terra impelandosi i vestiti.

"La pulizia serve a rimuovere l'indesiderabile, Bruttatrix" miagolò Pietra emergendo tutto bagnato dalla Fontana dei Magici Fratelli.
"Stregatti al Ministero!" urlò Bellatrix sputacchiando peli dappertutto. "Avrei dovuto immaginarmelo!...Puah!!!".
"Vuoi farti un bagnetto con noi?" chiese Conan soave. "Lo Zio Tom non ama le donne che si trascurano...".
"Quel taglio di capelli felino che hai, è l'ultima acconciatura più alla moda di Azkaban?" chiese dispettosamente lo Stregatto. "Pare che tu abbia un gatto acciambellato sulla testa, muahahahahahah!!!".
"Morirai, Pietra Stregatto!" sbottò la strega ridendo istericamente. "Ricordati che..."
"Datemi una pergamena!...Prendo appunti" la interruppe Pietra sbadigliando. "Spero che accada dopo i pasti".
"Il Signore Oscuro lo ha promesso" sbottò la strega. "Lui ha giurato che ti ucciderà".
"Sissi, lo hanno giurato anche Lucius Malfoy, la professoressa MGranitt, Cornelius Caramell, sua moglie, e diversi Auror" mormorò  Daisy incrociando le zampette. "Il vecchio Tom dovrà mettersi in coda".
"State scherzando con l'Ardemonio!" strillò Bellatrix tornando seria. "Vi brucerà vivi!!!".
"Bé, bruciarci morti non gli darà una grande soddisfazione" continuò Eileen sogghignando.
"Schifosi felini pulciosi...osate farvi beffe di lui!!!" continuò Bellatrix rimettendosi lentamente in piedi dolorante. "La sua vendetta sarà...".
"Ops-miao! Ci dispiace, vantaggio temporale sprecato...sta arrivando Harry Potter!" miagolò Lo Stregatto indicando l'ascensore. "Siamo miagolamente curiosi di vedere come te la caverai stavolta".
"Lo avete voluto voi..." sibilò la Lestrange digrignando i denti. "Visto che avete deciso di intrattenermi, stanotte il ragazzo raggiungerà il suo padrino!".
"Scommetto tre salsicce che non riuscirà ad ucciderlo!" replicò Conan. "Finisce con un pareggio".
"Due salsicce e mezzo che non riuscirà neanche a ferirlo!" miagolò Pietra risoluto.
"Scommetto una scatola di Croccantopi che Bellatrix non riuscirà nemmeno a lanciare una maledizione!" esclamò Eileen. "Gioco la vittoria fissa di Harry!".
"Dieci chili di trippa che quando Bella conoscerà la fine che ha fatto la profezia proverà paura!" sogghignò Daisy fregandosi le zampette.

Udita l'ultima frase, la testa della strega si inclinò stranamente di lato, il nodo stava venendo al pettine.

"La profezia...io..." disse Bellatrix incerta, ripensando al vero scopo della sua missione. "Paura?...Ho sentito bene?...Conoscere cosa?...I Lastrenge non sanno cosa sia la paura!".
"Dovrai rispondere del fallimento della missione all'Oscuro Signore: la sfera che conteneva la profezia è stata distrutta. Io la chiamo 'paura allo stato puro', hi, hi, hi!" rispose Daisy ridacchiando. "No sfera, no Obuscurus-party!".

"Allora, godetevi il duello" disse la strega, meno baldanzosa di prima.  
 
                                       

Proprio in quel momento, Harry uscì dall'ascensore prima ancora che si fosse completamente riaperto e si guardò intorno.
Bellatrix aveva quasi raggiunto la cabina telefonica all'altro capo dell'ingresso, ma mentre lui si lanciava all'inseguimento, lei si voltò e gli scagliò un'altra maledizione. Harry si tuffò dietro la Fontana dei Magici Fratelli, e l'incantesimo colpì sibilando i cancelli d'oro battuto, facendoli  rintoccare come campane. Il suono di passi cessò. Bellatrix si era fermata. Harry si rannicchiò dietro le statue, in ascolto.

"Vieni fuori, vieni fuori, piccolo Harry!" lo chiamò lei con la solita beffarda voce infantile. "Perché mi hai seguito, altrimenti? Credevo che volessi vendicare il mio caro cugino!".
"E lo farò!" urlò Harry, e una serie di Harry spettrali parvero ripetere in coro 'Lo farò! Lo farò! Lo farò!' ".

"Abbiamo puntato tutti su di te, Harry" miagolò orgogliosamente Pietra dietro di lui. "Lo sappiamo che stai mordendo il freno come un purosangue, ma è importante mantenersi calmi prima di una galoppata impegnativa!".
"Guarda che non sono né un cavallo, né un ippogrifo" protestò sottovoce Harry. "E neanche un Thestral"
"Potresti almeno ringraziarci per aver bloccato quell'Arpia di Bellatrix" brontolò lo Stregatto falsamente risentito. "Anche un breve nitrito di sincera riconoscenza ci farebbe piacere, ghghgh!".
"Grazie!" esclamò Harry tentato di stregare il felino. "Ora, se hai finito di...".
"Suvvia, miao, 'non perdere le staffe'!" continuò Eileen strizzandosi la cappottina zuppa d'acqua. "Non puoi andare a briglia sciolta con quella strega laggiù".
"Esatto, miao!" osservò Daisy annuendo. "Elabora una strategia di combattimento del tipo 'mordi e fuggi' ".
"Inoltre, non perdere mai la concentrazione e...'siamo a cavallo'!" aggiunse Conan dispettosamente.
"Vi ho già detto che non sono un..." borbottò il ragazzo con una voce sibilante.
"Uffà-miao, per tutti i puledri di Merlino!...Ti imbizzarrisci per niente" lo interruppe lo Stregatto. "Tuttavia, nel caso ti servisse una zampa, noi siamo pronti a....'montare in sella', ghghgh!"
"Non mi serve l'aiuto di nessuno per vendicare Sirius" mormorò sottovoce Harry rabbioso. "Lo farò io, e basta!".

"Aaaaaah...Gli volevi bene, vero, Potterino?" chiese Bellatix dispettosamente.
Un odio mai provato sommerse Harry, spingendolo a lasciare il riparo della fontana.
"Crucio!" gridò il grifondoro.

Bellatrix strillò e cadde, ma non si contorse né urlò di dolore come Neville...eccola di nuovo in piedi, ansante, senza più ridere.
Harry tornò dietro la fontana dorata proprio mentre il controincantesimo di Bellatrix colpiva la testa del mago, che volò via e atterrò sei metri più in là, scavando lunghi solchi nel pavimento di legno.

"Che assassina insensibile!...Deturpare così un monumento in bronzo d'Arte Magica 'Quasi Contemporanea' " sbottò Pietra indignato, senza sapere alcunché sulla scultura.
"E' d'oro puro, Pietra" fece notare Eileen basita.
"Oro puro?" miagolò il direttore di Violafucsia entusiasta per la scoperta. "Come quello dei Galeoni, miao?".
"Perché non ce lo avete miagolato prima?" chiese Conan sorpreso.
"Perché siete peggio di un esercito di Snasi" spiegò Daisy sospirando.
"Il nostro è...vivido interesse culturale!" obiettò lo Stregatto alzando gli occhi al soffitto.
"No...è solo disonesta intellettuale" lo fulminò Eileen, gli occhi a fessura.
"E non vi azzardate a far sparire la testa del mago come i Galeoni della McGranitt!" miagolò Daisy con un piglio risoluto.

Un secondo dopo, il cartello di legno adiacente la fontana, che recitava 'Tutti i proventi della Fontana dei Magici Fratelli verranno devoluti all'Ospedale San Mungo per malattie e ferite magiche', cadde sulla testolina dello Stregatto provocandogli un grosso bernoccolo.

"Non avevi mai usato una Maledizione Senza Perdono, vero, ragazzo?" sbraitò la strega. "Devi volerlo, Potter, devi voler provocare dolore...goderne...una giusta collera non può farmi male per molto...ma ti insegnerò io come si fa, d'accordo? Ti darò una lezione...".

Harry stava girando cauto intorno alla fontana quando Bellatrix urlò "Crucio!", costringendolo a tuffarsi di nuovo al riparo, mentre il braccio del Centauro, quello che reggeva l'arco, schizzava via e atterrava con uno schianto poco lontano dalla testa dorata del mago.

"Potter, non puoi vincere contro di me!" gridò Bellatrix, mentre uno straccio sporco del pavimento inzuppato d'acqua sudicia prese a volare alle sue spalle, centrandole la nuca.
"Divertitevi pure, stregatti maledetti" pensò Bellatrix fra sé e sé asciugandosi il collo. "Finché potete...".

Harry la sentì muoversi sulla destra, per cercare un punto da dove tenerlo sotto tiro. Girò intorno alla statua, lontano da lei, e si rannicchiò dietro le gambe del Centauro, la testa all'altezza dell'Elfo Domestico.

"Io ero e sono la serva più fedele del Signore Oscuro. Da lui ho appreso le Arti Oscure e Incantesimi tanto potenti che tu, patetico ragazzino, nemmeno puoi sognarti di affrontare...".

D'un tratto, un coro di pernacchie feline interruppe il noioso discorso della strega.

"Stupeficium!" Harry si era spostato dietro il folletto che sorrideva estatico all'ormai decapitato mago, e le aveva puntato la bacchetta alla schiena mentre lei tendeva il collo per guardare dietro la fontana.
Bellatrix reagì così rapidamente che Harry ebbe a stento il tempo di schivare il colpo.

"Protego!".

Il getto di luce rossa del suo stesso Schiantesimo gli rimbalzò contro, costringendolo a buttarsi ancora dietro la fontana. Un orecchio del Folletto attraversò al volo la stanza.

"E' la seconda volta che mi salti addosso, stanotte!" borbottò Pietra con il fiato mozzato. "Mi hai preso per il giaciglio della tua stalla?".
"Non è colpa mia, siete invisibili!" protestò Harry affannato. "E' difficile fare attenzione a ciò che non si può vedere".
"Silente ti ha regalato una protezione miagolante venticinque ore su ventitre al giorno" miagolò Conan soave. "A Stregatti donati non si guarda in bocca..."
"Basta con le allusioni equine!" sibilarono in coro Eileen e Daisy preoccupate.

"Potter, ti darò una possibilità!" urlò Bellatrix, credendo che gli stregatti avessero mentito sulla distruzione della sfera. "Dammi la profezia...fai rotolare la sfera verso di me...e forse ti risparmierò la vita!".
"Bé, allora dovrai uccidermi, perché la profezia non c'è più!" urlò di rimando Harry, e in quell'istante un dolore acutissimo gli lacerò la fronte; la cicatrice era di nuovo in fiamme.
"E lui lo sa!" esclamò, con una risata folle, simile a quella di Bellatrix. "Il tuo caro vecchio amico Voldemort sa che non c'è più! E la cosa non gli farà piacere non trovi?".
"Cosa?" Che vuoi dire?" gridò lei. Per la prima volta nella sua voce c'era una nota di paura.

Si trattava proprio di quel sentimento di paura su cui aveva miagolamente scommesso Daisy Stregatta.

"La sfera si è rotta quando tentavo di trascinare Neville su per i gradini! Come credi che la prenderà Voldemort?".
"Bugiardo!" strillò Bellatrix, ma ormai dietro la collera si sentiva il terrore. "CE L'HAI TU, POTTER, E ME LA CONSEGNERAI! ACCIO PROFEZIA!".
"Niente!" le gridò il grifondoro. Aveva agitato la mano vuota per poi ritrarla, al fine di evitare un raggio verde. "Niente di niente! E nessuno ha sentito che cosa diceva...vallo a raccontare al tuo capo!".
"No!" urlò lei. "Non è vero! Tu menti! PADRONE, CI HO PROVATO, HO TENTATO...NON PUNITEMI...".
"Non sprecare il fiato!" gridò Harry, stringendo gli occhi nello sforzo di resistere alla fitta lancinante. "Qui non ti può sentire!"

"Non posso, Potter?" disse una voce acuta e gelida.

Harry sbarrò gli occhi impietrito.
 
                                     

"Pietra!!!...Smettila di fare il ventriloquo!!!" esclamò Scintille rivolgendo uno sguardo torvo a Pietra.
"Ma ti pare il momento di fare il cretino???" sbottò Daisy prendendo il suo fidanzato per un orecchio. "Harry sta affrontando una strega del livello della Lestrange e tu ci prendi in giro imitando la voce del Signore Oscuro!".
"Bé...visti i volti pallidi di Bellatrix e Potter, dovete ammettere che lo scherzo è ben riuscito, eh, eh, eh!" osservò Scintillo divertito. "Perché siete così adirate?...E' solo un po' di sano umorismo oscuro, eh, eh, eh!".
"Un momento, miao! Io mi diverto a imitare solo la voce della McGranitt" miagolò Pietra raggelando il sangue degli altri stregatti. "Lui è veramente...qui!".

Alto, emaciato, avvolto in un manto nero col cappuccio, l'orrida faccia da rettile bianca e scarna, gli occhi scarlatti dalle pupille verticali fissi su di lui...Lord Voldemort era apparso nell'ingresso, la bacchetta puntata contro Harry, che rimase paralizzato.

"E così hai rotto la mia profezia?" chiese a voce bassa scrutandolo con gli spietati occhi rossi. "No, Bella, non dice il falso...vedo la verità nella sua mente indegna...mesi di preparativi, mesi di sforzi...e ancora una volta i miei Mangiamorte hanno permesso a Harry Potter di tagliarmi la strada...".

"Bisogna fare subito qualcosa, miao" mormorò Eileen agghiacciata, "oppure ucciderà Harry".
"A quanto quoti la nostra morte?" chiese Conan allo Stregatto.
"Alla pari" sussurrò Pietra agghiacciato.
"Basta con le scommesse!...Elaboriamo un piano ingegnoso...per esempio...chiamare a squarciagola Silente" miagolò sottovoce Daisy. "E mentre aspettiamo il suo arrivo..."
"Facciamo l'ultima merenda" continuò Conan tirando fuori dal suo zaino le ultime razioni d'emergenza. "Dopodiché, nel pieno delle nostre forze, lo attaccheremo tutti insieme con la massima ferocia, da ogni lato, e..."
"...E finalmente, il Ministero della Magia sarà felicissimo di aggiungere le statue di quattro stregatti morti eroicamente alla Fontana dei Magici Fratelli" concluse Pietra tirando fuori una pergamena intrisa di polvere di cacao. "Ecco le mie ultime volontà: preferirei che la mia statua fosse scolpita a pancia all'aria, leggermente più magra dell'originale, il ciuffetto in testa più folto...".

Prontamente, Conan, Eileen e Daisy lo imitarono: tre testamenti felini contenuti in pergamene leggermente più pulite si aggiunsero a quello dello Stregatto, tutti ordinatamente impilati sotto la statua del Mago rimasto senza la testa.

"Padrone, mi dispiace, non sapevo, stavo combattendo l'Animagus Black!" singhiozzò Bellatrix, gettandosi ai piedi di Voldemort che avanzava lentamente. "Padrone, voi lo sapete..."
"Taci!" ordinò minaccioso Voldemort. "Con te farò i conti fra poco. Credi che sia venuto al Ministero della Magia per ascoltare le tue scuse e i tuoi piagnistei?".
"Ma padrone...lui è qui...è sotto...".
Voldemort non le badò.
"Non ho altro da dirti, Potter" disse piano il Signore Oscuro alzando la bacchetta.

In un lampo gli stregatti si posero davanti al ragazzo formando uno scudo in carne, ossa e...pelo.

"Unus pro omnibus, omnes pro uno" sussurrò Pietra il collare magico attivato.
"E che vuol miagolare questo motto?" chiese Conan di fianco al suo amico incuriosito.
"Tutti per uno e uno per tutti" miagolò Pietra risoluto.
"Chi l'ha inventato?" domandò Daisy alle spalle di Pietra.
"Mio nonno, miao!...Lo miagolava sempre a tavola, soprattutto quando mangiava da solo" rispose lo Stregatto sogghignando. "Uno per tutti, soprattutto!".
"E non potevi parlare subito in miagolese?" domandò Eileen a braccetto con Daisy.
"Nei momenti di pericolo estremo recito sempre frasi in latino" spiegò lo Stregatto soave. "Ci tengo a far bella figura con la Morte, ghghgh!".

"Mi hai infastidito anche troppo, e per troppo tempo! AVADA KEDAVRA!".

Dietro gli stregatti, Harry non tentò nemmeno difendersi: aveva la mente vuota, la bacchetta inerte rivolta contro il pavimento.
Ma d'un tratto la statua d'oro decapitata del Mago prese vita e balzò giù dal piedistallo per atterrare tra gli Stregatti e Voldemort.
La maledizione rimbalzò sul suo petto, respinta, mentre la statua spalancava le braccia per proteggere Harry e i felini.

"Che cosa...?" urlò Voldemort, guardandosi attorno. E poi sussurrò: "Silente!".
 
                                           

Harry, Pietra, Conan, Eileen e Daisy si voltarono, i cuori in gola. Silente era comparso davanti ai cancelli dorati.
Voldemort levò la bacchetta e un altro getto di luce verde sfrecciò contro Silente, che si voltò e svanì con un guizzo del mantello.
Un attimo dopo riapparve dietro Voldemort e agitò la bacchetta verso i resti della fontana. Le altre statue presero vita. Quella della strega corse verso Bellatrix - che urlando le lanciò invano un incantesimo dietro l'altro - e le saltò addosso bloccandola sul pavimento.
Il Folletto e l'Elfo zampettarono vicino ai camini lungo la parete, e il Centauro con un braccio solo galoppò verso Voldemort.
Intanto, gli stregatti erano saliti in groppa al Centauro, i micidiali artigli sguainati, pronti a saltare addosso al Signore Oscuro da distanza ravvicinata.

Ma Voldemort svanì per ricomparire accanto alla vasca. La statua del Mago senza testa spinse indietro Harry, lontano dalla battaglia, mentre Silente si avvicinava a Voldemort e il Centauro dorato galoppava intorno a loro, emettendo strani miagolii.
All'improvviso, quattro lampi rossi partirono dal Centauro in direzione della schiena del Signore Oscuro, ma quest'ultimo li respinse senza difficoltà.

"Schiantesimi da quattro Galeoni. Pensavo che gli stregatti di Hogwarts potessero fare di meglio" disse Voldermort glaciale. "So che siete qui. Le statue dei Centauri non miagolano".
"Ehm...noi felini crediamo nella funzione rieducativa della pena detentiva" miagolò Pietra a presa di giro. "Sai...con Gellert Grindelwald sta avendo successo, ghghgh!".
"E' tipico di Albus Silente far condannare i suoi migliori amici al carcere a vita per salvare la loro anima" commentò il Signore Oscuro gelidamente.
"Ma sarà proprio per merito suo se Gellert potrà andare 'Avanti' dopo la morte!" spiegò Pietra dopo essersi riunito a Harry, insieme agli altri stregatti. "Invece, la tua anima assomiglia a una frittata caduta dalla padella; non andrai mai 'Oltre' se prima non ti penti...".
"Possibile che ti vengano in mente solo metafore che riguardano il cibo?" brontolò Daisy lanciandogli un'occhiataccia.
"Ma il cibo stesso è una meravigliosa metafora!" protestò Conan. "E' nutrimento del corpo e dello spirito".
"Bé, bastava miagolare che la sua anima non è predisposta per accogliere l'Amore, miao" concluse Eileen socchiudendo gli occhi. "A giudicare dagli Avadakedavra lanciati a raffica stanotte, non lo sarà mai".
"E chi, di voi, è già pronto per andare 'Avanti'?" chiese Lord Voldemort con filo di voce agghiacciante. "Sei forse tu il primo della fila, Silente?".
"Sei stato uno sciocco a venire qui stanotte, Tom" disse calmo l'anziano mago. "Gli Auror stanno per arrivare...".
"Per allora io me ne sarò andato, e tu sarai morto!" sibilò Voldemort.
Sparò contro Silente un altro incantesimo mortale, ma lo mancò e colpì il tavolo del guardiamago, che prese fuoco.
Silente mosse appena la bacchetta e, quale che fosse l'incantesimo, Voldemort fu costretto a evocare dal nulla uno scintillante scudo argenteo.

"Non vuoi uccidermi, Silente?" gridò il Signore Oscuro, gli occhi scarlatti socchiusi appena visibili oltre il bordo dello scudo. "Sei superiore a tanta brutalità, vero?".
"Sappiamo entrambi che ci sono altri modi per distruggere un uomo, Tom" replicò tranquillo Silente, e avanzò verso di lui come se non avesse paura alcuna, come se nulla fosse successo a interrompere la sua passeggiata nell'Atrium. "Ammetto che non mi darebbe soddisfazione toglierti soltanto la vita...".
"Niente è peggio della morte, Silente!" ringhiò Voldemort.
"Ti sbagli" replicò Silente, continuando ad avvicinarsi, parlando in tono leggero. "In verità, l'incapacità di capire che esistono cose assai peggiori della morte è sempre stata la tua più grande debolezza".

Sentita l'ultima frase del Preside, gli stregatti si scambiarono un'occhiata di tacito consenso.

"Secondo me Albus sta cercando di guadagnare tempo in attesa degli Auror" borbottò Conan, gli occhi a fessura. "Ma quante sono le cose peggiori della morte?".
"Le diete, le mancate pigrate per colpa di Potter, gli inutili antifurti 'monca-zampe' nel borsellino della McGranitt, le confezioni di croccantopi scadute... " miagolò lo Stregatto sciorinando una lista che pareva non finire mai.
"Basta così, grazie!" esclamò Eileen sospirando. "A differenza del Signore Oscuro, abbiamo afferrato il concetto".
"E' già abbastanza patetico vedere il Prescelto che si divincola, tenuto contro una parete dalla statua di un mago senza testa" aggiunse Daisy socchiudendo gli occhi. "Ma è un vero peccato non avere altre statue a disposizione per tapparvi la bocca".

Un altro zampillo di luce verde scaturì da dietro lo scudo argentato, facendo esplodere il braccio del Centauro che stava galoppando davanti a Silente.
Prima ancora che i pezzi avessero toccato il pavimento, Silente ritrasse la bacchetta e la mosse in avanti come una frusta.
Una lunga fiamma partì e volò ad avvolgersi attorno a Voldemort e al suo scudo.
Per un istante parve che Silente avesse vinto, ma di colpo la fune fiammeggiante diventò un serpente che subito lasciò andare il Signore Oscuro e si voltò sibilando verso il suo creatore.
Voldemort scomparve; il serpente di drizzò, pronto a colpire...
A mezz'aria sopra Silente esplose una vampata, e Voldemort ricomparve sul piedistallo al centro della vasca, dove fino a poco prima si ergevano le cinque statue.

"Attento!" gridarono Harry e gli stregatti, ma non avevano ancora finito di urlare che dalla bacchetta di Voldemort uscì un altro getto di luce verde contro Silente, e il serpente scattò...
Fanny calò davanti a Silente, spalancò il becco, e inghiottì lo zampillo verde: esplose in fiamme e cadde a terra, implume e raggrinzita.

"Mi piacerebbe proporre a Hagrid di allevare Fenici!" miagolò lo Stregatto affascinato dallo spirito di sacrificio del volatile. "Uno stormo di questi uccelli ci farebbe comodo, ghghgh!".
"Quando trovi una rarissima fenice maschio avvisaci" brontolò Eileen stizzita. "Basta che non presenti a Fanny un fenicottero spennacchiato in andropausa".

Nello stesso tempo, la bacchetta di Silente si mosse in un unico, lungo gesto fluido; il serpente che stava per affondare le zanne nella sua carne volò per aria e svanì in una voluta di fumo nero, e l'acqua della vasca si levò a coprire Voldemort come un bozzolo di vetro fuso.

"E' il momento di impegnarsi..." sibilò Pietra a Conan indicando il piedistallo delle statue. "Portiamoci sulla linea 'orizzontale' del Signore Oscuro. Quando la prigione d'acqua svanirà, lui ci cadrà come un topo lesso fra le zampe, e lo graffieremo a dovere, ghghgh!".
"Ehm...volevi miagolare...sulla sua 'verticale' " rispose Conan sogghignando.
"Ops-miao...scusami, Conan! Pensavo all'ennesima pigrata in orizzontale persa stanotte" replicò lo Stregatto ridacchiando istericamente. "Adoro duellare mentre dormo".

Per qualche attimo, di Voldemort si videro solo i contorni scuri, increspati, una sagoma senza volto, luccicante e indistinta, che lottava per liberarsi dalla massa che lo soffocava...
Di colpo svanì, e l'acqua ricadde di schianto nella vasca, sopra Pietra e Conan, traboccò oltre gli orli e invase il pavimento lucido.

"Padrone!" gridò Bellatrix.
"Padrone un corno!" protestò Pietra, bagnato come un pulcino. "Chi glielo miagolerà ai miei figli che sono morto di polmonite combattendo contro il Signore Oscuro?".
"Ora non esagerare, siamo solo da strizzare un pochino" rispose Conan mentre tentava di asciugarsi con un fazzoletto inzuppato d'acqua. "E poi, non hai ancora dei cuccioli".

"Bé, se li dovessi avere" mormorò Pietra indignato, "non gli insegnerei mai uno sport acquatico, increspa il pelo".
 
                                           

Ormai doveva essere tutto finito, Voldemort aveva deciso di fuggire: Harry cercò di liberarsi dalla protezione della statua, ma Silente gli ordinò: "Resta dove sei!".
Per la prima volta sembrava spaventato, anche se Harry non riusciva a capire perché: L'Atrium era vuoto, a parte loro due, gli stregatti, Bellatrix che singhiozzava intrappolata sotto la statua della strega, e Fanny, Fenice neonata, che cinguettava piano sul pavimento...

"E' l'ultima volta che vi asciugo per un bagno nella Fontana dei Magici Fratelli" miagolò Daisy dirigendo un getto di aria calda sui due stregatti con il collare magico.
"Unico e ultimo avviso: rimettete le monetine che avete rubato dentro la vasca...subito!" urlò Eileen inviperita. "Credevate di passare inosservati?".
"Chi, noi?" miagolarono in coro Pietra e Conan.

Poi la cicatrice di Harry si lacerò, e il grifondoro seppe di essere morto: era un dolore inimmaginabile, insopportabile...

"Guardate...il corpo del ragazzo è posseduto dal Signore Oscuro, miao!" esclamò Conan preoccupato.

A Harry pareva di non essere più nell'Atrium. Si sentiva avvolto nelle spire di una creatura dagli occhi rossi, avvinto così stretto da non sapere più dove finiva il suo corpo e dove cominciava quello della creatura: erano fusi insieme, legati dalla sofferenza, e non c'era via di scampo...
La creatura parlò, usando la bocca di Harry, che nel suo dolore, sentì muoversi la mascella...

"Uccidimi adesso, Silente..." sibilò Voldemort. "Se la morte non è nulla, Silente, uccidi il ragazzo...".

Silente aggrottò le ciglia fissando insistentemente il viso di Harry, come mai aveva fatto prima. Sembrava che l'anziano Preside di Hogwarts avesse preso in seria considerazione le parole del Signore Oscuro e stesse riflettendo.

"Abbiamo sotto gli occhi una cosa peggiore della morte" miagolò Eileen impaurita. "Però, il Signore Oscuro non riesce a comprenderla".
"Ma perché non ha mai provato a possedere il corpo di uno stregatto?" domandò Pietra incuriosito. "Il mio, per esempio".
"Sarà psicopatico, ma non è scemo" mormorò Eileen sbuffando. "Se lo facesse, non riuscirebbe mai più a uscirne".
"Che cosa ho che non va?" rispose Pietra adombrato. "Con dieci chili in meno potrei fare un casting felino per diventare un modello!".
"Cosa non va?...Sarebbe come rinchiudersi da soli in una cella di Azkaban e buttare la chiave in mare" spiegò Daisy cercando di non perdere la calma. "I corpi degli stregatti, creature esperte in vaporizzazioni, non possono essere posseduti da nessuno".
"Davvero?" chiese lo stregatto colto di sorpresa.
"E chi lo ha miagolato?" domandò Conan con uno sguardo vacuo perso nell'Atrium.
"Lo ha scoperto il Professor Garfildo Garfield, un'Autorità della S.M.S....la Scienza Magica Stregatta!" esclamò Eileen spazientita "E' scritto in un articolo dell'Intermiao-National Magic Geographic Magazine dell'anno scorso, ignoranti!!!".

Che il dolore cessi, pensò Harry...che ci uccida...fa finire tutto, Silente...la morte è nulla, in confronto a questo...".
E così rivedrò Sirius.

"Ehm, ehm...mi è venuta in mente un'idea!" miagolò Pietra sogghignando. "Ho un piano per fermare il Signore Oscuro...".
"Temevo che lo miagolasse!" borbottò Daisy allarmata. "Vuoi forse tirargli un altro mestolo da cucina nei denti? Sai benissimo che stavolta non funzionerà: romperai gli incisivi di Harry".
"Ho ancora gli incubi per quello che accadde al Cimitero di Little Hangleton"  mormorò Eileen ripensando al giorno della terza prova del Torneo Tremaghi.
"Un incubo in più o in meno non farà troppa differenza" fece notare Conan strizzando un occhietto. "Ascoltiamo il miagoloso piano!".
"Grazie per la miagolante fiducia, Conan!" replicò lo Stregatto soave. "In breve...tenterò una doppia possessione, ovvero...una 'compossessione'!".
"Vuoi prendere possesso anche tu del corpo di Potter e condividerlo con il Signore Oscuro?" domandò la Stregatta sbalordita.
"Sarebbe la prima volta nella storia della magia..." osservò Scintille preoccupata.
"Insieme con Tom Riddle nella mente di Harry Potter!" esclamò Scintillo affascinato dall'idea. "Starai un po' stretto là dentro, eh, eh, eh!".

"Ma potrebbe funzionare, grazie alla 'vaporizzazione stregatta possessiva' " miagolò Pietra iniziando a scomparire.
 
                                   

Per un attimo, Conan, Eileen e Daisy ebbero un attimo di panico.
Poi, videro la mano destra di Harry muoversi come la zampetta di uno stregatto: si era trattato di un gesto rapidissimo, quasi impercettibile, come se il grifondoro avesse voluto graffiare l'aria.
Da quel piccolo 'segnale', Silente e i felini dedussero che il temerario e incosciente direttore di Violafucsia era davvero riuscito a condividere il possesso del corpo del Prescelto con il Signore Oscuro.
Restava solo da capire come sarebbe andato a finire l'esperimento.

"Ancora tu?" ringhiò il mago oscuro.
"Ehilà, come butta, miao!" rispose Pietra ridacchiando. "Oh, non hai mica l'esclusiva sul ragazzo".
"Vattene!" ordinò Voldemort furioso. "Non hai la forza per cacciarmi!".
"Ma io non ho alcuna intenzione di sfrattarti!...Accomodati pure, vecchio mio" miagolò Pietra dispettosamente. "Anzi, .farò del corpo di Harry Potter la tua prigione".

"COSA?"

"Tra pochi minuti, il mio incantesimo di Antica Magia Stregatta finirà di sigillare il corpo di Potter completamente, solo un po' di pazienza, Tom".
"Non lo farai! Condanneresti il ragazzo a un'esistenza...".
"Ma io passerò alla storia per averti sconfitto! Ci pensi, miao?...Voldemort inscatolato come trippa oscura dentro Potter, muahahahahahahaahahah!!!".
"Stai mentendo! Non esiste un incantesimo di vaporizzazione che..."
"E' per il Bene Miagolante Superiore, ghghgh!".
"NON CI CREDO!...NON...E'...VERO!!!".
"E TU, MIAO, IL MAGO OSCURO PIU' IDIOTA DI TUTTI I TEMPI, RESTERAI RINCHIUSO CON ME, LA MENTE DI HARRY, E I MIEI MIAGOLII, PER l'ETERNITA', MUAHAHAHAHAHAHAH!!!".
"NO..."
"SEI ANCORA CONVINTO CHE NON ESISTONO COSE PEGGIORI DELLA MORTE, TOMMY?"
"NO!"
"ALLORA, ATTENDI ANCORA UNA MANCIATA DI SECONDI, E SAREMO COINQUILINI NELLA TESTA DI POTTER PER SEMPRE...MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!!!"
"NOOOOOOOOOOOOOOHHHHH!!!".
"GNAOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHH!!!".

Con le urla di Voldemort e le risate dello Stregatto che gli rimbombava nella testa, Harry cercò disperatamente di concentrarsi per mantenere la mente calma, come gli aveva insegnato Severus Piton durante le lezioni di Occlumanzia.
Chiamando a raccolta tutte le proprie forze, iniziò a respingere l'intrusione mentale magica: sentiva che il Signore Oscuro era distratto, indebolito dalla compossesso del suo corpo, e doveva assolutamente approfittarne.

"Non ignorarmi, Tom, ti ricordo le regole della civile e miagolante convivenza!...Non puoi gestire questa scatola cranica come se fosse un letto matrimoniale a uso singolo" miagolò Pietra, sentendo la presa mentale del Signore Oscuro ritirarsi. "Dobbiamo stabilire i turni delle pulizie delle meningi di Harry per il prossimo mese, ghghgh!!!".
Voldemort non rispose.

Mentre il cuore di Harry si gonfiava di commozione, le spire della creatura si allentarono, i miagolii scomparvero, il dolore svanì, e il ragazzo crollò faccia a terra, gli occhiali chissà dove, tremando come se fosse disteso sul ghiaccio, non sul legno...

Molte voci echeggiarono nell'Atrium.
"Stai bene, Harry?" chiese Silente chinato su di lui.
"Si" rispose lui, tremando così forte da non riuscire a tenere dritta la testa. "Si, sto...dov'è Voldemort, dove...chi sono tutti questi...che cosa...".

L'Atrium era ormai pieno gente.
Mentre Silente lo aiutava a rialzarsi, Harry vide le piccole statue d'oro dell'Elfo Domestico e del Folletto precedere un Cornelius Caramell sbigottito e i suoi Auror.

"Era laggiù!" gridò un mago con i capelli raccolti a coda di cavallo e una veste scarlatta, indicando una pila di schegge dorate all'altro capo dell'ingresso, dove fino a pochi istanti prima era intrappolata Bellatrix. "L'ho visto, Signor Caramell, giuro che era Lei-Sa-Chi! Ha afferrato una donna e si è smaterializzato!".
"Lo so Williamson, lo so, l'ho visto anch'io!" balbettò Caramell, che indossava un pigiama sotto il manto gessato e ansimava come se avesse corso per chilometri. "Per la barba di Merlino...qui...qui!...Nel Ministero della Magia!...Cieli supremi...non sembra possibile...parola mia...ma come può...?".
"Se vorrai scendere nell'Ufficio Misteri, Cornelius" disse Silente facendo notare la sua presenza, "vi troverai parecchi Mangiamorte evasi rinchiusi nella Camera della Morte, bloccati da un Incantesimo AntiSmaterializzante, in attesa che tu decida che cosa farne".
"Silente!" balbettò Cornelius sbalordito, voltandosi verso i suoi Auror. "Tu...qui...io...ma...".
"Cornelius, sono pronto a lottare contro i tuoi uomini...e a vincere di nuovo!" tuonò Silente. "Ma poco fa hai avuto davanti agli occhi la prova che ti sto dicendo la verità da un anno. Lord Voldemort è tornato, tu hai dato la caccia per dodici mesi all'uomo sbagliato, ed è tempo che tu ti decida a usare il cervello!".
"Io...non...ecco..." farfuglià Caramell guardandosi attorno come nella speranza che qualcuno gli suggerisse cosa fare. Alla fine, visto che nessuno apriva bocca, si decise a dire: "Molto bene...Dawlish!...Williamson!...Scendete all'Ufficio Misteri e vedete...Silente...tu dovrai raccontarmi per filo e per segno...la Fontana dei Magici Fratelli...cos'è successo?" aggiunse in una specie di piagnucolio, fissando il pavimento cosparso dai resti delle statue di Strega, Mago, e Centauro.
"Parleremo dopo che avrò rimandato Harry a Hogwarts" disse Silente.
"Harry...Harry Potter?"
Caramell piroettò su se stesso e fissò Harry, ancora appoggiato al muro accanto alla statua che lo aveva protetto durante il duello tra Silente e Voldemort.
"Lui...qui?" balbettò Caramell. "Ma che cosa è successo?"
"Ti spiegherò tutto" ripeté Silente. "Quando Harry sarà tornato a scuola".

Mentre la conversazione tra Albus e Cornelius proseguiva più o meno amabilmente, gli stregatti disattivarono i collari magici e tirarono un sospiro di sollievo.

"A quanto pare, abbiamo finito qui!" brontolò Conan sbadigliando sguaiatamente. "Potremmo approfittarne per pigrare un po' nell'Ufficio del Preside, in attesa del suo ritorno".
"Ottima idea!" aggiunse Pietra, ancora frastornato dalla straordinaria avventura magica nel corpo di Harry. "Miagolare con il Signore Oscuro di 'questioni cerebrali condominiali' è miagolamente spossante, ghghgh!".
"D'accordo, ma domani dovrai raccontarci la tua esperienza di 'compossessione', Pietra!" esclamò Eileen incuriosita. "Gli Indicibili e gli Immiagolabili darebbero un occhio della testa per farti un'intervista".
"Lo so, lo so...ecco perché chiederò una somma esorbitante, ghghgh!" ridacchiò lo Stregatto accarezzandosi il borsellino. "Almeno trecento galeoni, miao!".
"Prima di metterti a ronfare, però, regalaci almeno un piccolo assaggio!" lo incalzò Daisy pungolandolo alla schiena. "Su, miagolaci qualcosa...cosa hai trovato di interessante dentro la testa di Harry?".
"Posso miagolarvi che Harry Potter assomiglia mentalmente sempre di più a uno stregatto" rispose Pietra preparandosi a citare alcune parole dello scrittore Lewis Carroll. "La sua memoria non è povera come un umano qualsiasi, perché non funziona solo all'indietro....e certe volte, pensa ad almeno sette cose magiche impossibili prima di colazione...come me".





  














































 

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