Libro 5, capitolo 34: Un Ufficio Misteri troppo affollato. (post suscettibile di revisione grafica da parte di Eileen)

                      

        Liberamente ispirata a Harry Potter e L'Ordine della Fenice, capitolo 34: L'Ufficio Misteri.

 

 

 

 

 

Non appena Ron, Luna, Ginny, Hermione e Neville finirono di accomodarsi in groppa ai Thestral, Harry abbassò lo sguardo sulla lucida testa nera del suo affascinante cavallo alato e deglutì.


"Ministero della Magia, ingresso dei visitatori, Londra, allora" disse, incerto. "Ehm...se sai...dov'è...".

Per un attimo l'animale rimase immobile; poi, con un movimento sinuoso che per poco non disarcionò Harry, le ali si spalancarono; il Thestral si acquattò lentamente per scattare verso l'alto quasi in verticale.
Quando emersero d'impeto oltre i rami più alti e si librarono nel tramonto rosso sangue, chiuse gli occhi e premette il viso contro la morbida criniera.
Non aveva mai viaggiato a una tale velocità: il Thestral sfrecciò sopra il castello battendo appena le grandi ali, l'aria ormai fresca schiaffeggiava il viso di Harry; stringendo gli occhi contro il vento impetuoso, si voltò indietro e vide i suoi cinque compagni curvi sul collo delle loro cavalcature per proteggersi dalla sua scia.
In un baleno si lasciarono alle spalle Hogwarts e Hogsmeade.
Poi una settima scia si unì, in incognito, a quelle degli studenti 'aspiranti cavalieri': era l'immancabile Ape stregata degli Stregatti, a rischio 'grippaggio magico'.

"Certo che, prima di metterla in moto, avreste potuto dedicare qualche minuto alla manutenzione!" sbottò Daisy stanca di udire i rumori sinistri causati dall'attrito dei meccanismi arrugginiti e scarsamente lubrificati.
"Qui non si riesce neanche ad alzare i finestrini, miao!" borbottò Eileen imbufalita.
"Non c'era il tempo per fare una revisione completa. Tuttavia sono riuscito a restaurare la scritta sulla fiancata, 'Peace and Love-miao!' " spiegò Conan mentre tentava di stabilizzare il manubrio dell'Ape. "E poi non è colpa nostra se Harry Potter è partito prima del previsto".
"Anche tu, Conan, come la Granger, dovresti rivedere le tue priorità!" sbottò Daisy lanciando uno sguardo d'intesa a Eileen.

Nello stesso istante in cui Pietra aprì bocca per esprimere il suo miagoloso punto di vista, una velocissima palla di penne nera entrò nell'abitacolo e lo centrò in pieno sul musetto, costringendolo a tartagliare.

"Cof'e', mao?" miagolò lo Stregatto sputacchiando piume in qua e là.
"E' un piccolo povero corvo" sibilò Daisy osservando il pennuto stordito da vicino. "Sei stato fortunato; poteva essere un pellicano...un falco...un cinghiale alato...un aereo di linea...".
"Mai fisto finghiali di linea folare..." rispose Pietra ancora in leggero stato confusionale.
"Non ti distrarre!" esclamò Daisy avvistando in lontananza le luci di Londra. "Cerca di stare sopra la scia dell'ultimo thestral, quello di Neville Paciock, là sotto!!!".
"Fi, fi, mao!" replicò lo stregatto. "Fome un Fop Cat...anfi, un Fop Gun!".

L'Ape virò con l'agilità propria di un caccia da combattimento Babbano, portandosi a distanza di sicurezza da Neville. 

"Avete una miagolante idea di dove parcheggiare?" domandò Conan aprendo una mappa della capitale.
"Accanto al cassonetto della spazzatura, nei pressi della cabina telefonica rossa, ovvero all'ingresso per visitatori" miagolò Eileen sospirando. "Atterreremo dopo che il gruppo di Harry sarà entrato nel Ministero".
"Tra l'Ape e il cassonetto non si dovrebbe notare una grossa differenza" spiegò Daisy ridacchiando. "Ottima scelta, miao!".

Intanto, Harry e suoi amici continuarono a volare nell'oscurità sempre più fitta.
Se fossero arrivati troppo tardi...
E' ancora vivo, sta ancora lottando, lo sento...
Se Voldemort avesse capito che Sirius non si sarebbe piegato...
Lo saprei...
Lo stomaco di Harry sussultò: il Thestral aveva puntato di colpo il muso verso terra, facendolo scivolare in avanti sul lungo collo. Finalmente scendevano...
Ed ecco che brillanti luci arancioni, sempre più grandi, li circondavano da ogni lato; videro alti palazzi, fiumi di lampioni accesi simili a occhi di insetto, i riquadri giallo pallido delle finestre. D'un tratto, o così parve, il marciapiede balzò verso di loro; Harry si aggrappò al Thestral con tutte le sue forze, preparandosi all'impatto, ma l'animale toccò terra con la leggerezza di un'ombra e lui scivolò giù dal suo dorso. Scrutò la strada dove il cassone traboccante stava ancora accanto alla malridotta cabina telefonica, entrambi scoloriti dalla piatta luce arancione dei lampioni.
Dopo l'atterraggio degli altri Thestral, Harry fece entrare i membri dell'ES dentro l'ingresso per visitatori, poi fece digitare il numero magico sul ricevitore (62442), e attese la risposta.

"Benvenuti al Ministero della Magia" disse la solita fredda voce femminile. "Per favore dichiarare il vostro nome e il motivo della visita".
"Harry Potter, Ron Weasley, Hermione Granger" elencò rapido Harry. "Ginny Weasley, Neville Paciock, Luna Lovegood. Siamo qui per salvare qualcuno, a meno che il Ministero ci riesca prima di noi!".
"Grazie" disse la voce femminile. "Il visitatore è pregato di raccogliere la targhetta e assicurarla sul vestito".

Mezza dozzina di spille rotolarono fuori dalla fessura di metallo che di solito sputava le banconote di resto. Hermione le prese e le passò in silenzio a Harry sopra la testa di Ginny, lui guardò la prima. Sopra c'era scritto: 'Harry Potter, Missione di Salvataggio'.

"Il visitatore del Ministero ha l'obbligo di sottoporsi a perquisizione e di presentare la bacchetta magica perché sia registrata al banco della sorveglianza, all'estremità dell'Atrium".
"Bene!" gridò Harry, mentre la cicatrice ricominciava a pulsare. "Adesso possiamo muoverci?".

Il pavimento della cabina vibrò e il marciapiede scivolò al di sopra delle pareti di vetro; i Thestral spazzini sparirono dalla vista; le tenebre si chiusero sopra le teste dei ragazzi mentre con un sordo rumore raschiante calavano nelle viscere del Ministero della Magia.
Ma la prima brutta sorpresa che i temerari si trovarono di fronte fu la scrivania vuota del Guardiamago.
Harry era sicuro che ci dovesse essere qualcuno di guardia al banco di sorveglianza, e altrettanto sicuro che la sua assenza fosse un brutto segno.

                                        

Pochi secondi dopo, nella stessa via, un altro rumore sordo annunciò l'atterraggio in verticale dell'Ape degli stregatti, che aveva finito la propria corsa sopra il cassonetto della spazzatura.

"Ve l'avevo detto di frenare a tempo debito, idioti!" soffiò Eileen inferocita. "Siete venuti giù come un sasso!!!".
"Neanche il Barone Rosso è mai atterrato così imprudentemente!!!" urlò Daisy infuriata. "Siamo fortunati che il 'pungiglione esplodente' non abbia urtato il coperchio del cassonetto".
"Ma lo sapevate che i freni non erano di primo pelo, miao!" protestò Pietra indignato.
"Bé...in ogni caso, abbiamo brillantemente risolto il problema del parcheggio" miagolò Conan soave. "Il coperchio sembra sostenere agevolmente il peso dell'Ape, eh, eh, eh!...Nessun vigile ce la porterà via...almeno credo".
"Avete calcolato anche il vostro peso?" domandò Daisy sentendo sotto di sé degli scricchiolii ancora più sinistri di quelli causati dal veicolo.
"Sarebbe a miagolare che siamo forse grassi?" chiese di rimando lo Stregatto impermalito guardandosi il pancino.
"Non pensavamo questo, ma..." miagolò Eileen con un'espressione conciliatoria sul musetto.
"Abbiamo perso un centimetro di girovita da quando Harry Potter è piombato a Hogwarts!" precisò Scintillo incrociando le zampette. "E io e Pietra odiamo perdere!".
Poi il coperchio del cassonetto cedette di schianto e l'Ape AC3 sprofondò parzialmente nella spazzatura sottostante, adagiandosi sopra ai sacchetti ricolmi e maleodoranti.

Mentre Harry e i suoi amici stavano entrando nell'ascensore per scendere al nono livello, dove era situato l'Ufficio Misteri, i quattro stregatti zampettarono dentro la cabina telefonica e digitarono il numero '00000' sul ricevitore.

"Benvenuti al Ministero della Magia, Consoli Stregatti" disse la voce femminile. "Per favore dichiarare il vostro nome e il motivo della visita".
"Pietra Stregatto, Conan scintillo, Daisy Stregatta, e Eileen Scintille" miagolò lo Stregatto sbadigliando. "Siamo miagolamente qui per salvare la missione di salvataggio di Harry Potter, a meno che il Ministero non riesca a peggiorare le cose prima del nostro pregiato e miagoloso intervento, miao!".

Quattro spille rotolarono fuori dalla solita  fessura di metallo. Sopra c'era scritto: 'Diplomatico delle Colonie Stregatte, Missione di Salvataggio della Missione di Salvataggio'.

"Il visitatore stregatto del Ministero non ha l'obbligo di sottoporsi a perquisizione e di presentare il collare magico al Banco di Sorveglianza. E' riconosciuta l'immunità diplomatica al massimo livello".

Ad un tratto, da dietro il cassonetto della spazzatura, comparirono lentamente delle ombre fumose. Alle spalle dei membri dell'Ordine di Gattaca c'erano una decina di Mangiamorte, tutte le bacchette puntate verso la cabina telefonica.
Proprio nello stesso istante una coppia di cagnolini randagi, alle prese con gli avanzi di merluzzo fritto del vicino Pub, abbaiò così forte da far voltare di scatto gli stregatti.
Poi, uno dietro l'altro, i cagnolini scapparono via velocissimi, oltre il cancello aperto di un'abitazione babbana.

"Appena l'Oscuro Signore saprà della vostra cattura, riceveremo onori e premi oltre ogni immaginazione!" ruggì il Mangiamorte più vicino al cassonetto.
"Fermi dove siete, maledetti felini!!!" disse un altro uomo mascherato avvicinandosi alla cabina. "Uscite fuori...uno dopo l'altro...e slacciatevi il collare!"

Prontamente Conan si mise dietro Pietra tirandogli la coda a tratti alternati, in alfabeto 'Morse' felino: si trattava di un segnale per attuare un piano d'emergenza, precedentemente studiato per affrontare situazioni simili.
Dopo di ché, Scintillo iniziò a ingurgitare di nascosto la Pozione Ruttante Devastante che aveva avuto cura di portarsi con sé, l'ultima meravigliosa invenzione di Severus Piton.

"Cosa ci fate qui, schifosi stregatti?" urlò un terzo. "Parlate o vi uccideremo uno dopo l'altro".
"Lo sa lui, miao!...Lui conosce i piani di Silente" miagolò Pietra indicando Conan.
"Bene, bene!...La paura scioglie la lingua" disse il Mangiamorte più alto di tutti. "Allora, parla! Aprì la bocca immediatamente o ti faremo confessare con la Maledizione Cruciatus!".

A quel punto Conan non si fece pregare; spalancò la bocca e prese aria a pieni polmoni.
Un rutto assordante e mostruoso precedette il manifestarsi di un'onda d'urto magica con gli effetti micidiali di un piccolo uragano.
Sia i Mangiamorte che il cassonetto della spazzatura,  quello con dentro l'Ape, vennero sbalzati in aria e sbattuti contro la parete del palazzo nei pressi dell'ingresso visitatori', prima di ricadere a terra a peso morto.

Approfittando della confusione, gli stregatti rientrarono nella cabina telefonica chiedendole di farli scendere nell'Atrium.
Tuttavia, nel momento in cui il marciapiede stava scivolando al di sopra delle loro orecchie, sentirono un curioso suono simile a quello prodotto da un 'gong'.

"Miewoorrr...ho l'impressione che il pungiglione esplodente dell'Ape si sia attivato" miagolò lo Stregatto, gli occhietti al cielo. "Se mio Nonno ha eseguito gli incantesimi corretti, il conto alla rovescia dovrebbe essere già cominciato".
"L'Ape e il cassonetto della spazzatura finiranno in un lampo di gloria" rispose Conan sospirando profondamente. "Peccato non aver potuto utilizzare la Pozione Ruttante contro l'Oscuro Signore" precisò Pietra distrattamente. "Ma ho portato con me il cannoncino lancia-miele, non si sa mai, ghghgh!".
"Peccato che l'Oscuro Signore non abbia capelli" osservò Eileen ridacchiando. "Avrei proprio voluto spettinarlo, hi, hi, hi!".
"Già, miao, i capelli di quei Mangiamorte rimarranno piegati all'indietro per un lungo, lunghissimo tempo" miagolò Daisy sogghignante. "Qualunque acconciatura magica sia in grado di fare il loro parrucchiere, non potranno più stenderli verso il basso. Non senza l'aiuto di Sev!".
"Ehm, ehm...nel caso non lo aveste capito, la pettinatura è l'ultimo dei loro problemi in questo momento" replicò lo Stregatto indicando con una zampetta il marciapiede soprastante.

Quando il pungiglione dell'Ape esplose distruggendo il cassonetto della spazzatura, molti Babbani si affacciarono alle finestre.
Una coppia di anziani si ritrovò sul balcone perfino la maschera bruciacchiata di un Mangiamorte, dando la colpa del frastuono notturno a degli ubriachi di passaggio.
Nel frattempo, scesi allegramente dalla cabina, gli stregatti zampettarono verso un secondo ascensore oltre il banco di sorveglianza, che li avrebbe condotti all'Ufficio Misteri.

                                          

"Relax, miao!...Le Squadre dei Riparatori e degli Obliviatori felini saranno lieti di fare gli straordinari, stanotte" esordì Conan fischiettando. "E i Mangiamorte sopravvissuti saranno curati a dovere, prima di essere accolti ad Azkaban".
"Sopravvissuti?" domandò Daisy sorpresa. "Oh...dimenticavo che siete degli inguaribili ottimisti!".
"Stanotte avete già distrutto una stazione di carburanti nel Surrey e l'ingresso visitatori del Ministero della Magia, per non parlare dei danni ai balconi e alle finestre dei Babbani" sbottò Eileen incupita.
"Un briciolo d'improvvisazione nel nostro mestiere è necessaria..." mormorò Conan soave.
"Avete il coraggio di chiamarla 'improvvisazione'?....Se Silente e la McGranitt venissero a sapere come abbiamo lavorato nelle ultime ore..." sibilò Daisy, gli occhi a fessura.
"Il nostro lavoro di proteggere Harry Potter è così segreto, che nemmeno noi sappiamo di cosa si tratta finché non lo abbiamo pigramente svolto fino in fondo, ghghgh!" la interruppe Pietra facendo spallucce. "E visto che non abbiamo ancora toccato miagolamente il fondo, propongo di proseguire".
"D'accordo, miao" miagolò Eileen grattandosi nervosamente un orecchio. "Ma stiamo attenti! Dentro il Ministero della Magia ci saranno altri Mangiamorte".
"Ci sono sempre stati" rispose Pietra argutamente. "L'unica differenza è che stavolta non segneranno gli straordinari, ghghgh!".

Mentre i poliziotti londinesi stavano ancora esaminando i frammenti del cassonetto della spazzatura, la stessa coppia di cagnolini che aveva avvisato gli stregatti della presenza dei Mangiamorte uscì dal cancello dove si era rifugiata, zampettando dritta alla cabina telefonica.

La cagnetta più piccola e spelacchiata digitò '00007' con una zampetta,  la fredda voce femminile rispose: "Benvenute al Ministero della Magia, studentesse feline con sembianze cagnesche. Per favore, recuperare il vostro aspetto naturale e dichiarare il vostro nome e il motivo della visita".

"Siamo allieve del leggendario Professor Pietra Stregatto, i nomi non hanno importanza" miagolò Kitty ritornata felina come la sua amica. "Siamo miagolamente qui per salvare Harry Potter e tutti gli altri, e per cercare la 'Chiave dei Mormorii', a meno che il Ministero non voglia finire come il cassonetto della spazzatura".
"Ehm...la scusi, per favore, miao!" aggiunse Bia mortificata. "E' sempre stata allergica alle trasformazioni canine e al merluzzo andato a male: un combinazione veramente terrificante!".
"Comprendo la situazione" sibilò la sempre più fredda voce femminile. "Un caso di cucciole minorenni fuggite giustamente da scuola...e dal loro ignobile insegnante".
"Coooosa, miaooohhh?...Adoro il Professor Stregatto!" protestò Kitty saltellando nella cabina. "Razza di...".
"Taci, per una volta!" la interruppe Bia tappandogli la bocca.

Due grosse spille rotolarono fuori dalla solita  fessura di metallo. Sopra era incisa una lunga scritta identica per entrambe: 'Studentesse feline minorenni maltrattate dal proprio docente in attesa di essere salvate. Missione di Salvataggio della Missione di Salvataggio dei Consoli Stregatti della Missione di Salvataggio di Harry Potter'.

"Io no...ono...tata...maltratt..." balbettò Kitty infuriata.
"Grazie, per la pazienza" miagolò Bia al ricevitore con un tono di voce gentile, le zampe ancora sulla bocca dell'amica.
"Le visitatrici feline minorenni del Ministero hanno l'obbligo di sottoporsi a perquisizione, dichiarare la scuola magica di appartenenza e i tipi di maltrattamenti subiti. Inoltre, sono tenute a presentare il collare magico al Banco di Sorveglianza".
"Agli ordini, miao!" esclamò Kitty irritata. "Ora possiamo scendere?".
"Certo" disse la fredda voce. "Ma si consiglia di raggiungere il prima possibile l'Ospedale San Mungo per un controllo medico, Reparto 'Manie di salvataggio' ".
"Brutta...specie...di..." biascicò Kitty lentamente.
"Fantastico, miao! Restiamo in attesa di ulteriori suggerimenti ministeriali, felici di averla conosciuta" continuò Bia puntando un artiglio sulla punta del naso dell'amica.

Quella notte il pavimento della cabina vibrò per la terza volta, iniziando l'ordinaria discesa; i poliziotti e il marciapiede sparirono alla vista delle feline insieme ai vetri frantumati.
La fredda voce femminile borbottò fra sé e sé: "Fortunato questo Potter, tutti pronti a salvarlo!".

                                     

Intanto, Harry e i suoi amici erano appena scesi al livello nove, dove era situato l'Ufficio Misteri.
L'unica cosa a muoversi nel corridoio erano le fiamme delle torce più vicine, che baluginavano nella corrente d'aria provocata dallo stesso ascensore. Nessuno di loro desiderava restare lì a guardia, non avrebbe avuto alcun senso.
Il ragazzo guardò la nuda porta nera davanti a lui. Finalmente, dopo averla sognata per tanti mesi era lì. Si spalancò al solo sfiorarla e lui avanzò, guidando gli altri oltre la soglia.
Si trovarono in una grande stanza circolare. Tutto era nero, pavimento e soffitto compresi; nelle pareti nere si susseguivano a intervalli regolari porte nere tutte uguali, prive di contrassegni e di maniglie, e fra l'una e l'altra ardevano grappoli di candele dalle fiammelle azzurrine.

"Qualcuno chiuda la porta" borbottò Harry.

Neville obbedì e Harry subito rimpianse di averlo detto. Senza la striscia di luce delle torce nel corridoio dietro di loro, la stanza diventò così buia che per un momento le uniche cose visibili furono i gruppi di frementi fiammelle azzurre sulle pareti.

In sogno, una volta là dentro, si era sempre diretto verso la porta che aveva di fronte. Ma ora ce n'erano almeno una dozzina. Mentre tentava di decidere quale fosse quella giusta, udì un forte rombo e le candele cominciarono a muoversi. La stanza circolare stava ruotando, mentre il pavimento rimase immobile.

"Che cosa succede?" chiese Ron spaventato.
"Credo che serva a non farci ritrovare la porta da dove siamo entrati" rispose Ginny con voce sommessa.
"Come faremo a tornare indietro?" chiese inquieto Neville.
"Per me non ha importanza" replicò Harry. "Prima dobbiamo trovare Sirius".
"Non chiamarlo però!" esclamò ansiosa Hermione; ma Harry non aveva mai avuto meno bisogno del suo consiglio. L'istinto gli suggeriva di fare meno rumore possibile.

Prima di raggiungere l'ascensore riservato ai diplomatici, Pietra e Conan si erano fermati davanti alla Fontana dorata dell'Atrium, dove l'acqua zampillava dalle bacchette delle statue della strega e del mago, dalla freccia del Centauro, dal cappello del Folletto e dalle orecchie dell'Elfo Domestico, ricadendo nella vasca.
Durante le loro missioni al Ministero della Magia i due stregatti potevano resistere a tutte le tentazioni, meno che a quelle di rastrellare le monete lanciate dai visitatori nella vasca e di scattare foto-ricordo.

"Miao...ma vi pare il momento?" protestò Eileen.
"Volevamo inviare una nostra foto con dedica all'Oscuro Signore, ghghgh!" sogghignò Pietra pettinandosi il ciuffetto ribelle. "Ci tiene tanto...".
"Un'immagine così vale più di mille miagolate!" aggiunse Conan regolando l'autoscatto magico. "Sempre che L'Oscuro Signore non fulmini il gufo postale prima della consegna".
"Sbrigatevi fannulloni, Harry Potter potrebbe essere in pericolo!" miagolò Daisy accanto a Scintille, mentre si apprestava a premere il pulsante di chiamata per la discesa dell'ascensore riservato.

Dopo il terzo scatto, in pose invereconde, Pietra e Conan salirono sulla pedana del 'saliscendi', chiudendo accuratamente la grata.
In pochi secondi si ritrovarono tutti all'inizio del corridoio che conduceva all'Ufficio Misteri.
L'ultima volta che i due stregatti erano stati lì avevano dovuto lottare duramente contro Nagini, proprio la notte in cui il serpente magico aveva morso Arthur Weasley.

Infine fu il turno delle studentesse feline di ammirare da vicino il monumento della fontana dorata.

"Non c'è neanche una moneta in questa vasca" osservò Kitty sospettosa. "E' una traccia!...I Mangiamorte morti di fame di Voldermort sono passati di qui e si sono fregati tutto, fino all'ultimo zellino. Forse stanno per tenderci un agguato negli ascensori".
Bia guardò la sua amica con sguardo compassionevole, la prese per la zampa e la trascinò verso l'ascensore più vicino.

"Ascensore temporaneamente fuori servizio al nono livello: palle di pelo impediscono la chiusura della grata. Stiamo lavorando per voi, riprovare più tardi, grazie" disse la solita voce femminile dopo che Bia aveva premuto il pulsante di chiamata. "Il Ministero della Magia vi augura una piacevole serata".

Vista la situazione, le feline decisero di andare sul sicuro e usare l'ascensore dei diplomatici.

"Ascensore riservato...dichiarare il motivo della richiesta d'uso in assenza della necessaria qualifica" disse la solita fredda voce.
"Siamo povere studentesse minorenni feline maltrattate dagli ascensori dei visitatori del Ministero della Magia...che non funzionano!!!" miagolò Kitty con un tono di sfida. "Siamo qui per Harry Potter, lo vuoi capire o no?".

"Accesso negato!"

"Sono la Spada Vivente e Bia Langdon è la mia assistente. Hai trenta secondi prima che scateni..."

"Accessi temporanei autorizzati dal Console Pietra Stregatto" la interruppe la voce femminile secca. "Potevate miagolare prima tale informazione!".
"Le studentesse feline augurano al Ministero della Magia e alla sua voce soavee una miagolosa serata!" esclamò Bia in tono educato.
"Grazie" rispose la voce femminile commossa. "Se avrete l'occasione di incontrare i Consoli Pietra Stregatto e Conan Scintillo, ricordategli di versare la somma di denaro raccolta nella Fontana all'Ospedale San Mungo con gli interessi".
"Cooooosa, miaaaaaaaaaaaao?" soffiò Kitty inferocita. "Stai forse accusando i nostri integerrimi professori di aver...Razza di...Brutta specie...".
"Lo faremo, grazie per il suggerimento!" tagliò corto Bia sollevando di peso l'amica farfugliante ed entrando insieme a lei nell'ascensore riservato.
"E' molto fortunato questo Harry Potter, si" rispose la voce femminile più calorosamente del solito.

                                    

Nel frattempo, nella stanza circolare, gli studenti dell'ES stavano decidendo quale delle numerose porte aprire.

"Da che parte andiamo, allora?" chiese Ron.
"Non lo so..." Harry deglutì. "Nei sogni varcavo la porta in fondo al corridoio degli ascensori ed entravo in una stanza buia: è questa. Poi la attraversavo ed entravo in una stanza che...scintilla, tipo. Dobbiamo provarne un po'" aggiunse in fretta. "Riconoscerò la strada giusta quando la vedrò. Muoviamoci".

Seguito dagli altri, andò verso la porta che aveva di fronte, posò la mano contro la fredda superficie levigata e la spinse, tenendo la bacchetta levata, pronta a colpire.
Entrarono in una stanza rettangolare che Harry non riconobbe come quella del suo sogno: c'erano alcune scrivanie intorno a una grossa vasca di cristallo, piena di liquido verde scuro, dove galleggiavano pigramente dei 'cervelli' vagamente simili a cavolfiori viscidi.
Così rientrano in fretta nella stanza circolare per provare a visitare un'altra stanza.
Dopo che Hermione ebbe contraddistinto con una 'X' la porta che si chiudevano alle spalle, grazie all'incantesimo 'Flagramus', Harry raggiunse quella che aveva di fronte e la spinse, la bacchetta pronta e gli altri alle calcagna.
Quella stanza, illuminata da una luce fioca, era più grande dell'altra e anch'essa rettangolare, però il centro era concavo e formava una cavità rocciosa profonda poco più di sei metri. Si trovavano sulla fila superiore di una serie di panche di pietra che correvano tutt'attorno alle pareti e scendevano sino in fondo alla cavità, ripide come i gradini di un anfiteatro o dell'aula di tribunale dove Harry era stato giudicato dal Wizengamot.
Invece di una sedia con le catene, però, al centro si trovava una piattaforma di roccia sulla quale si ergeva un Arco di Pietra così antico, rovinato, e pieno di crepe, che Harry si meravigliò che fosse ancora in piedi. Privo di pareti che lo reggessero, l'Arco era chiuso da una logora tenda nera, una specie di Velo che, nonostante l'assoluta immobilità dell'aria fredda tutto intorno, fluttuava come se qualcuno lo avesse appena toccato o vi fosse passato attraverso.

"Chi è là?" fece Harry, scendendo verso l'Arco. Non ebbe risposta, ma il Velo continuò a ondeggiare.
"Attento!" mormorò Hermione preoccupata.
"Sirius?" disse il giovane grifondoro, ma a bassa voce, adesso che era più vicino.
Aveva la stranissima sensazione che dietro il Velo ci fosse qualcuno. Stringendo la bacchetta girò intorno alla piattaforma, ma non c'era nessuno: vide soltanto l'altro lato del logoro Velo Nero.
"Andiamo" lo chiamò Hermione, che era scesa fino a metà delle panche. "Questo posto non mi piace, Harry, vieni".
Sembrava spaventata, molto di più che nella Stanza dei cervelli., ma per Harry l'Arco aveva una sua bellezza. E quel velo che continuava a incresparsi lo incuriosiva: provava l'impulso sempre più forte di salire sulla piattaforma e attraversarlo.
"Andiamo Harry?" ripeté Hermione più decisa.
"D'accordo" le rispose ma senza muoversi. Aveva sentito qualcosa. Dall'altra parte del Velo provenivano sussurri fiochi, mormorii sommessi.
Poi si rese conto che solo lui e Luna erano in grado di sentirli, come soltanto loro erano capaci di vedere i Thestral.

"Li sento anch'io" bisbigliò Luna. Lì raggiunse e fissò la stoffa fluttuante. "C'è qualcuno là dentro!".
"Come sarebbe 'là dentro'?" sbottò Hermione in tono più irritato del necessario, saltando giù dall'ultima panca, " non c'è nessuno 'dentro', è solo un Arco, non c'è spazio per nessuno. Dai Harry, smettila, andiamo via...".
Lo afferrò per un braccio, ma Harry oppose resistenza.
Solo il ricordo che Sirius era in pericolo riuscì a fargli distogliere a fatica gli occhi dal Velo.
Alla fine, con l'aiuto di Ron e Hermione, anche Neville e Ginny distolsero lo sguardo, e tutti riguadagnarono l'uscita arrampicandosi fino alla porta.

"Che cosa credi che fosse?" chiese Harry a Hermione mentre rientravano nella stanza circolare.
"Non lo so, ma di sicuro era pericoloso" rispose lei decisa, tracciando una croce fiammeggiante sulla porta che aveva appena attraversato.

Dopo l'inutile tentativo di aprire una porta chiusa a chiave, la parete ricominciò a girare.
Quando la rotazione si concluse, Harry, con un senso di disperazione crescente, spinse un'altra porta.

"E' questa!"

Riconobbe subito la bella luce danzante che brillava diamantina nella Stanza del Tempo.
Vide orologi luccicare da ogni parte, grandi e piccoli, pendole e sveglie, appesi fra librerie o posati sui tavoli allineati. La luce danzante, simile a uno scintillio di pietre preziose, proveniva da una gigantesca campana di vetro posta su un tavolo al capo opposto della stanza.

"Guardate!" esclamò Ginny mentre si avvicinavano, indicando il centro della campana di vetro.

Un uovo minuscolo, luminoso come una gemma, era sospinto in alto dal vortice di luce. Salendo si dischiuse e emerse un colibrì che fu trascinato fino all'imboccatura del vaso, e quando ridiscese con la corrente le piume tornarono rade e fradicie, e una volta che ebbe raggiunto il fondo della campana, era ancora un uovo.
Prima che lo spettacolo magico del 'ciclo del tempo' si ripetesse, Harry spalancò la porta oltre la campana.
Erano arrivati, avevano trovato il posto giusto: una stanza alta come una cattedrale, piena di enormi scaffali zeppi, di piccole, polverose sfere di vetro.

Tuttavia, i membri dell'ES non erano stati i primi ad arrivare in quel luogo.
In attesa di veder comparire gli studenti di Hogwarts, gli Stregatti avevano attivato alcuni rivelatori magici di movimento a metà della fila novantasette, dall'aspetto di trappole per topi, e stavano pigramente ingannando l'attesa nel Reparto Profezie Feline, fila settantasette.

"Per tutte le sfere miagolanti di Merlino!" miagolò Daisy sottovoce, l'espressione sorpresa sul musetto. "Ci sono almeno un centinaio di Profezie che riguardano Pietra!".
"Leggete la scritta sotto la data di quella sfera, la più grossa delle altre...'S.P.C. a A.P.W.B.S., Minerva McGranitt e Pietra Stregatto, (Profezia sottoposta a condizione miagolante)!" aggiunse Eileen avvicinandosi all'etichetta. "Questa Profezia si riferisce all'anno in cui Pietra era studente del primo anno a Hogwarts!".
"Ma le profezie sottoposte a condizione sono rarissime!...Possiamo saperne di più?" chiese Conan incuriosito. "Qualche studioso di Divinazione ritiene che le Profezie condizionate non siano Profezie vere e proprie".
"Ehm, miao...è una vecchia storia, ormai! Sibilla Patricia Coomann disse ad Albus Perciwal Wulfric Brian Silente che...Minerva McGranitt avrebbe compiuto uno 'stregatticidio' prima della fine della guerra contro l'Oscuro Signore, ma solo se io le avessi fatto mangiare, a sua insaputa, un pasticcio di topo al posto del suo pasticcio di maiale" miagolò Pietra soave.
"E come pensi che andrà a finire?" chiese Daisy basita. "C'è ancora tempo per l'avverarsi della condizione di cui parla la...ehm...Profezia...".
"Sibilla non ha fatto esplicitamente il mio nome; lei ha parlato solo di 'Stregatticidio', ghghgh!" sogghignò Pietra diabolicamente. "La Vegliarda potrebbe sbagliare felino e uccidere uno di voi, muahahahahah!!!".
"Allora, che sia una Profezia oppure no, sarà meglio evitare di servire pasticci di topo a Minerva" mormorò Eileen stizzita, lanciando un'occhiataccia allo Stregatto. "Così la 'condizione' non potrà mai avverarsi nei tempi previsti!".
"E' quello che mi ha suggerito Silente" miagolò lo Stregatto sommessamente. "Anzi, me lo ha gentilmente ordinato!".
"Bé, potresti preparargli il pasticcio di topo 'dopo la fine della guerra', eh, eh, eh!" ridacchiò Conan tirando una pacca sulle spalle all'amico. "Con erba gatta o senza?".
"Sibilla non ha indicato nessuna ricetta" miagolò Pietra, l'espressione delusa sul musetto. "Personalmente, aggiungerei anche il timo...dà alla carne di topo quel sapore di maiale arrosto che inganna sempre gli umani al primo assaggio".

                                  

Senza perdere tempo, Kitty e Bia avevano fatto il loro ingresso nella grande stanza dell'Arco di Pietra.

"L'abbiamo trovato, miao!" esclamò Kitty gioiosamente. "E' lui!...L'antico portale".
"Si, si, ma ricordati di Potter..." miagolò Bia sospirando. "Con tutte quelle porte dove sarà andato a finire?".
"Chiusa una porta gattaia, si apre un portone gattaio" rispose Kitty ridacchiando e scendendo i gradini di pietra.
"A Potter penseremo dopo...dammi cinque ninuti e...".
"Che vuoi fare, miao?" la interruppe Bia preoccupata. "Non avvicinarti troppo a quel velo...sento strani mormorii!".
"Davvero?...Allora...siamo nel posto giusto" miagolò la gattina soriana saltellante. "Avvicinerò lo Scrigno al Velo. Se la leggenda della Chiave dei Mormorii fosse vera...".
"Non troppo vicino, per la colonia felina di Merlino!" gridò Bia stanca di riprendere l'amica. "Prudenza, miao!!!".

Con cautela, le feline si mossero lentamente verso il Velo, erodendo la distanza, centimetro dopo centimetro, ma non accadde nulla.
Poi, ad un tratto, in assenza di correnti d'aria, il Velo si mosse impetuosamente in direzione dello scrigno, quasi fosse una mano che volesse toccarlo, per poi ritornare gradualmente al consueto e blando ondeggiare.
Di colpo le studentesse udirono un sordo 'click': uno sbuffo di denso fumo nero fuoriuscì dall'interno dello scrigno, diradandosi lentamente nell'aria.

"Finalmente la chiusura magica si è sbloccata, ci avrei scommesso!" esclamò Kitty entusiasta. "Le nostre ricerche non sono state vane".
"Bé..sai benissimo che le ricerche sono ancora insufficienti" commentò Bia allargando le zampette. "Gli stessi Collari dell'Apocalisse sono incompleti. E quindi, apriremo lo scrigno al castello, come avevamo stabilito".
"La solita miagolante guastafeste, uffà-miao!" borbottò Bia indispettita. "Ma non potresti guardare alla ciotola mezza piena, per una volta?".
"Lo farò se ti decidi a cercare Potter" la interruppe Bia secca. "L'Oscuro Signore potrebbe...".
"E va bene, miao...sempre Harry Potter e solo Harry Potter" rispose Kitty sbirciando nella fessura fumante dello scrigno. "Come se stanotte Tu-Sai-Chi non avesse niente di meglio da fare che venire qui apposta per lui, muhahahahah!"
"Ehm...questo lo tengo io" miagolò Bia prendendo lo Scrigno dalle zampette dell'amica e nascondendolo con cura nel suo zaino. "E' bene non fare troppa pubblicità ai Collari dell'Apocalisse nel Ministero della Magia: a qualcuno potrebbe venire l'acquolina in bocca".
"D'accordo! Non devo mica farci una sfilata di moda nell'Atrium!" protestò Kitty con una vocina infantile contraffatta. "E poi, preferisco le collane e gli anelli di Dennis!".
"Su, miao, non farti pregare, Kitty. Sii ragionevole!" miagolò la studentessa stregatta prendendo a braccetto la gattina soriana. "Adesso...".
"Adesso, verrete con me a Hogwarts!" la interruppe una voce miagolante dietro di loro. "La vostra missione si è conclusa con successo".
"Chi è?" chiese Kitty voltandosi all'istante.  "Qualcuno ha mormorato dal Velo?".
"Ma no, è il nostro Fondatore, il leggendario mago Stregatto Violafucsia!" esclamò Bia sorpresa. "Però Harry Potter...signore".
"Non è più la vostra priorità, adesso" miagolò il Libro Stregatto degli Stregatti saltando sulle spalle di Bia.

Due zampette uscirono dalla costola del libro e si posarono delicatamente sulle testoline delle feline.
Sotto l'effetto magico di un potente 'puff' collettivo, Kitty e Bia si ritrovarono materializzate insieme al Fondatore nella Sala Grande della quinta Casa segreta di Violafucsia.

"Avremmo potuto essere utili qui al Ministero" miagolò Kitty delusa. "Sempre meglio che fare i topi da biblioteca".
"L'Oscuro Signore non deve sapere dell'esistenza dei Collari dell'Apocalisse" replicò Violafucsia soave. "Inoltre, l'esito finale della vostra ricerca potrebbe aiutare a sconfiggere Lord Voldemort e salvare il Prescelto".
"E ora...Signore?" mormorò Bia incerta.
"Sapete già cosa fare; dovete trovare l'oggetto magico mancante a completamento dei Collari dell'Apocalisse" miagolò il Libro magico risoluto. "Costi quello che costi!...Ma dopo la pigrata notturna, naturalmente".

                                      

Faceva molto freddo nella Stanza delle Profezie. Harry mosse qualche passo e sbirciò nel corridoio che separava due file di scaffali. Non sentì alcun rumore, e nemmeno scorse la minima traccia di movimento.

"Hai detto che era la fila novantasette" sussurrò Hermione.
"Si" rispose Harry. Alzò lo sguardo all'inizio della fila cinquantatré.

Poi avanzarono cauti verso destra, oltrepassando la fila cinquantaquattro. Piccole etichette ingiallite erano fissate sotto ogni sfera di vetro. Alcune sfere emanavano uno strano bagliore liquido; altre erano opache e scure come lampadine fulminate.

"Novantasette!" mormorò Hermione.
"E' laggiù in fondo" disse Harry, la bocca arida. "Da qui non si vede".

Li precedette tra le file torreggianti di sfere di vetro; alcune brillarono fioche al loro passaggio...

"Dovrebbe essere qui vicino" sussurrò, certo che da un momento all'altro avrebbe visto Sirius accasciato sul pavimento oscuro. "Qui...molto vicino...".
"Harry" disse Hermione esitante, ma lui non le rispose. Aveva la bocca completamente asciutta.
"Da qualche parte...qui..." ripeté.

Arrivarono in fondo al corridoio ed emersero nella luce velata di altre candele. Non c'era nessuno. Solo polveroso echeggiante silenzio.
Nonostante le frenetiche ricerche del ragazzo nelle file adiacenti, del suo padrino non c'era alcuna traccia, e nemmeno tracce di lotta.

"Harry" chiamò Ron, a seguito del vano tentativo di Hermione di far capire al suo amico che Sirius non era lì.
"Che cosa c'è?" chiese Harry .

Non voleva ascoltarlo; non voleva sentirsi dire che era stato uno sciocco, o che era meglio tornare a Hogwarts, ma una vampa rovente si diffondeva sul suo viso e avrebbe voluto rintanarsi là sotto, al buio, per un bel po' prima di affrontare la luce dell'Atrium e gli sguardi di rimprovero degli altri...

"Hai visto questa?" chiese Ron.

"Che cosa c'è?" chiese Harry, ora di nuovo ansioso...forse era un segno della presenza di Sirius, un indizio. Ma quando ebbe raggiunto Ron a metà della fila novantasette, lo trovò intento a fissare una delle tante polverose sfere di vetro sullo scaffale.

Senza che nessuno di loro se ne fosse accorto, una trappola magica per topi posizionata dagli Stregatti, rivelatrice di movimenti, era stata precedentemente attivata: aveva pulsato di luce violafucsia appena percettibile fin dall'istante in cui erano passati nel corridoio la prima volta, aumentando le frequenza delle pulsazioni ai successivi movimenti di Harry e Ron.
Di conseguenza, Pietra, Conan, Eileen e Daisy avevano attivato le cappottine invisibili appostandosi alla fine della fila novantasei, vicinissimi a Hermione, Luna, Ginny e Neville, il cannoncino al miele della vecchia Ape distrutta puntato verso l'incrocio con la fila novantasette.


"C'è...c'è il tuo nome scritto qui" disse Ron,
"Che cosa c'è?" ripeté per la terza volta, deluso.
"C'è...c'è il tuo nome scritto qui" disse Ron.
"Il mio nome?" disse Harry con espressione vacua, dopo essersi avvicinato.

Era meno alto di ron, perciò dovette allungare il collo per leggere l'etichetta sullo scaffale sotto la piccola sfera impolverata. Una calligrafia spigolosa vi aveva scritto una data di più o meno sedici anni prima, e subito sotto:

"S.P.C. a A.P.W.B.S.
Oscuro Signore
e (?) Harry Potter"

Harry la fissò perplesso.
Che roba è?" chiese Ron teso. "Che cosa ci fa il tuo nome quaggiù?".
Lanciò un'occhiata alle altre targhette sullo stesso scaffale.
"Il mio non c'è" osservò perplesso. "E nemmeno quello degli altri".
"Harry, non credo che dovresti toccarla" disse brusca Hermione, mentre lui tendeva una mano verso la sfera.
"Perché no? C'è il mio nome, giusto? E' qualcosa che mi riguarda..." replicò il giovane mago.
"Non farlo, Harry" disse all'improvviso Neville.
"C'è il mio nome" ripeté Harry.

                                           

"Se sparassi adesso" miagolò lo Stregatto prendendo la mira dall'angolo della fila novantasette, "Non la prenderebbe di sicuro, ghghgh!".
"Fermo, miao!...La decisione spetta a lui" fece notare Daisy imperturbabile. "Ha davanti a sé la cosiddetta 'Arma' che tanto cercava".
"Ha ragione Daisy!" aggiunse Eileen poggiando una zampetta sulle spalle della sua amica. "In fondo, c'è il suo nome".
"E poi, Harry potrebbe essere allergico al miele" obiettò Conan.
"Miao, io sono allergico quando ci sono i 'polli-ni arrosto' nell'aria!" sbottò lo Stregatto deluso allontanando la zampetta dal grilletto del cannoncino di suo Nonno.

Cedendo a un impulso avventato, Harry chiuse le dita sulla superficie calda e polverosa della sfera. Aspettandosi, quasi sperando che succedesse qualcosa di drammatico, qualcosa di eccitante che dopotutto giustificasse il loro lungo, pericoloso viaggio, tolse la sfera di vetro dallo scaffale e la fissò. Non accadde niente. Gli altri si strinsero attorno, fissando la sfera mentre lui la strofinava per liberarla dalla polvere.
Poi, proprio alle loro spalle, risuonò una voce strascicata.

"Molto bene, Potter. Adesso voltati lentamente, da bravo, e dammela".

Pietra non perse tempo, e iniziò a calcolare velocemente l'angolo di tiro, per un preciso colpo d'artiglieria magica ad alzo zero.
"Mangiamorte a ore dodici!" sibilò Daisy. "Mirare, miao!".
"Puntare, miao" mormorò Eileen.
"Fuoco..." miagolò Conan sottovoce.

Non appena lo Stregatto premette il grilletto, il cannoncino si trasformò in un piccolo sciame di api, che volò via indisturbato, lasciando un biglietto sul pavimento.

"Ehm, miao...forse fa così quando è scarico" commentò lo Stregatto imbarazzato raccogliendo il piccolo pezzo di pergamena. "Oppure è l'ultimo scherzo di mio Nonno: dovete sapere che lui era un pacifista, odiava le armi, specialmente quelle dei Babbani".
"Ah, miao!...Quel coccodrillo miagolante di tuo nonno, pace all'anima sua. Era un pacifista, eh?...Aveva perfino un poster di Gellert Grindelwald autografato nel salotto!" borbottò Eileen sottovoce. "E allora, coraggio, leggi pure cosa ha scritto sul biglietto di così pacifico!".
"Siete sicuri di volerlo sapere?" rispose Pietra di rimando. "Proprio adesso?".
"Certo che si" replicò Daisy in preda a un tick nervoso a una zampa. "Ma non abbiamo tutta la notte: sono arrivati Lucius e Bellatrix, con i Mangiamorte al seguito!".
"A meno che la pergamena non si trasformi in un alveare pieno di Celestini..." aggiunse Conan cauto.
"D'accordo, ma promettete prima di non arrabbiarvi" miagolò lo Stregatto soave.
"Promesso, promesso" mormorarono Conan, Eileen e Daisy simultaneamente.
"Pace?" domandò Pietra cercando di creare suspance felina.
"Pace!" confermarono gli altri stregatti esausti all'unisono.
"E va bene...è una specie di 'testamento morale' " miagolò lo Stregatto preparandosi a rileggere a voce alta la breve frase contenuta. "Premetto miagolosamente che, per lui, la pace era per il mondo come le salsicce lievitanti per il pane; la pace era filosoficamente uno stato mentale che...".
"Sbrigati, per favore!!!" lo interruppe Daisy sbirciando dall'angolo del corridoio. "I Mangiamorte hanno appena circondato Harry Potter e compagni".
"Ebbene...'Sapete cosa si miagolano due Stregatti quando fanno la pace?" chiese Pietra recitando teatralmente la prima frase del biglietto.
"Noooohhh!!!" sibilarono in coro Conan, Eileen e Daisy.
"Ehm, miagolano...'StregA-Mici come prima!' " rispose Pietra sfoderando il solito sorrisetto da Stregatto dispettoso del Cheshire. "E adesso che abbiamo fatto pace, prepariamoci alla guerra, stregamicetti miei, ghghgh!".







 






















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