Libro 5, capitoli 32, 33: L'arma segreta nelle segrete. (post suscettibile di revisione grafica da parte di Eileen)


 

 

                          Liberamente ispirata a Harry Potter e L'Ordine della Fenice, capitoli 32, 33: Fuori dal camino, Lotta e fuga.

 

 

 

Dopo essersi ripreso dal dolore alla cicatrice Harry salutò il professor Tofty e lasciò la Sala Grande, dove era ancora in corso la prova scritta di Storia della Magia, per correre da Madama Chips. 

 Aveva urgente necessità di parlare del pericolo di vita che stava correndo Sirius con un membro dell'Ordine della Fenice presente nella scuola; desiderava avere un consiglio sul miglior modo per organizzare una missione di soccorso a Londra e salvare il suo padrino.
Purtroppo, giunto in infermeria, il giovane mago venne a conoscenza del trasferimento della professoressa McGranitt all'Ospedale San Mungo e si sentì invadere dal terrore: Silente, Hagrid, e la sua direttrice se ne erano andati.
Non gli era rimasto nessuno a Hogwarts, o almeno così credeva.
Non aveva mai preso in considerazione la possibilità che il professor Piton, membro dell'Ordine della Fenice, potesse aiutarlo. Nei suoi pensieri, infatti, l'uomo Severus Piton era come se non esistesse.

"Non mi stupisce che tu sia sconvolto, Potter" disse Madama Chips con una sorta di fiera approvazione. "Nessuno di loro sarebbe mai riuscito a schiantare Minerva McGranitt faccia a faccia e alla luce del giorno! Una vigliaccheria...ecco cos'è stata...una vigliaccheria vergognosa...se non temessi quello che potrebbe succedervi senza di me, mi dimetterei per protesta".
"Si" mormorò Harry con voce atona.

Uscì alla cieca nel corridoio affollato, dove rimase inerte, sballottato dalla folla, mentre il panico lo invadeva come un gas velenoso e la sua testa sembrava galleggiare, incapace di pensare al da farsi...

D'un tratto, la porta di un'aula si aprì e una mano afferrò la sua, trascinandolo dentro la stanza vuota senza troppi complimenti.

"Come stai, Harry Potter?" disse Kitty Tiffany che aveva assunto di nuovo le sembianze di Pippi, la falsa studentessa straniera del 'Programma Erasmiaus' che il grifondoro aveva visto più volte in compagnia di Dennis Canon. "Posso presentarti la mia amica, Betty?".

La sua amica Bia, anch'essa trasformata in umana, fece un inchino sorridendo, senza dire una parola.

"Scusate, ma vado di fretta" rispose Harry frettolosamente. "Se non vi dispiace...".
"Volevo solo dirti che andremo a Londra" disse Kitty-Pippi allegramente. "Abbiamo vinto una borsa di studio come 'Allieve Indicibili'; lavoreremo all'Ufficio Misteri fino alla fine dell'estate...Turno notturno...reparto manutenzione e pulizia delle sfere di cristallo".
"Cosa?" chiese il ragazzo cercando di metabolizzare l'informazione.
"Naturalmente...la strada professionale è ancora lunga" precisò Bia-Betty umilmente. "Ma Pippi desiderava solo chiederti di salutargli Dennis Canon".
"Ah, ecco...certo, ve lo saluterò" replicò Harry facendo qualche passo indietro verso la porta.
"E se avessi voglia di andare a Londra" disse Kitty-Pippi salutandolo. "Non dimenticarti di passare a trovarci".
"Perché dovrei venire a..." mormorò Harry insospettito.
"Per festeggiare con una burrobirra e una torta la fine degli esami, naturalmente!" lo interruppe Bia-Betty.
"D'accordo, affare fatto!" esclamò Harry precipitandosi nel corridoio.

                                      

Ron e Hermione, gli disse una voce nella mente.
Riprese a correre, scostando bruscamente chiunque gli bloccasse il passaggio, senza badare alle proteste.

Intanto nell'aula vuota, le due amiche feline stavano ancora commentando l'esito dell'incontro.

"Ti avevo detto di non praticare la Legilimanzia senza autorizzazione!" brontolò Bia alla sua amica. "Ho approfittato delle sue momentanee difese indebolite" rispose Kitty facendo spallucce. "Era un'occasione unica...e non si è accorto di niente".
"Allora, miao...Cosa hai scoperto?" domandò Bia incuriosita. "Devo fare le valigie per un soggiorno illegale all'Hotel...'Ministero della Magia' ?".
"Si, miao" replicò Kitty ridacchiando. "Ma è inutile lasciare le mance ai camerieri Mangiamorte, cercheranno di ucciderci lo stesso, hihihi!".
"I mangiamorte all'Ufficio Misteri!...E' una trappola per Potter?" chiese Bia rabbrividendo. "Avvertiamo subito il direttore!".
"No, Bia" sibilò Kitty con decisione. "Ce la faremo da sole a proteggere l'umano, e dimostreremo tutto il nostro valore".
"Sei impazzita?" esclamò Bia. "L'ordine di Gattaca deve essere avvisato di ogni piano dell'Oscuro Signore...".
"Se Harry non dice nulla al professor Severus Piton, che è un membro dell'Ordine della Fenice, noi non miagoleremo niente al Professor Pietra Stregatto".
"Ma...".
"E' il volere di Potter!...Lasciamo che sia lui a decidere la linea di condotta".

Nel frattempo, il grifondoro aveva ripreso a correre, ridiscendendo a capofitto due piani.
Era in cima alla scalinata di marmo vide i suoi amici salire verso di corsa verso di lui.

"Harry!" esclamò subito Hermione, con aria spaventata. "Che cosa è successo? Stai bene? Stai male?".
"Dove sei stato?" chiese Ron.
"Venite" disse in fretta Harry pensando che riunirsi in aule vuote andasse di moda. "Devo dirvi una cosa".

Li precedette nel corridoio del primo piano, affacciandosi in tutte le aule finché non ne trovò una vuota; vi si tuffò dentro, non appena furono entrati chiuse la porta alle loro spalle, e vi appoggiò contro la schiena.
Per un attimo scrutò d'istinto tutti gli angoli della stanza, nella speranza di non ritrovarsi di nuovo in compagnia di Pippi e Betty, e poi, si preparò a dare la ferale notizia.

"Voldemort ha preso Sirius".
"Che cosa?"
"Come fai a..."
"L'ho visto. Poco fa. Quando mi sono addormentato durante l'esame".
"Ma...ma dove?...Come?" domandò Hermione pallidissima.
"Non lo so. Però so esattamente dove si trova. Nell'Ufficio Misteri c'è una stanza piena di scaffali carichi di sfere di vetro, e loro sono alla fine della fila novantasette...sta cercando di costringere Sirius a prendere qualcosa là dentro...lo sta torturando...ha detto che alla fine lo ucciderà!".

Scoprì che la voce gli tremava quanto le ginocchia. Si avvicinò a un banco e si sedette, tentando di controllarsi.

"Come facciamo ad arrivare là?" chiese.

Seguì un momento di silenzio.
Poi, facendosi coraggio, Hermione e Ron sollevarono tutti i dubbi e le perplessità che il 'sogno' di Harry trascinava con sé: per quanto magicamente attendibile, esso non era ancora stato confermato come un fatto realmente accaduto.
Infatti, Hermione non comprendeva come fosse stato possibile per Lord Voldemort e Sirius, i due più famosi ricercati del Regno Unito, entrare senza essere notati in un Ministero della Magia brulicante di Auror, e per giunta di pomeriggio.
Invece, superate le obiezioni dell'amica, Ron aveva individuato una certa logica dietro la cattura di Sirius: il suo defunto fratello Regulus, ex Mangiamorte, poteva avergli confidato il segreto per impadronirsi della cosidetta 'Arma'.
Tuttavia, sia Hermione che Ron erano convinti che la famosa 'mania di salvare le persone' di Harry avrebbe potuto essere sfruttata dall'Oscuro Signore per farlo cadere in trappola.
Di conseguenza, prima di avventurarsi a Londra, era opinione di Hermione che fosse necessario controllare se Sirius era presente o meno in casa sua.
L'arrivo di Ginny e Luna nell'aula, richiamate dal tono troppo alto della voce di Harry, favorì l'approvazione dell'unico piano accettabile per mettersi rapidamente in contatto con Grimmauld Place numero dodici: utilizzare il camino della Umbridge.
In buona sostanza, Ron avrebbe dovuto spedire la Umbridge il più lontano possibile dal suo ufficio, con la scusa di un guaio combinato da Pix, mentre Ginny e Luna si sarebbero occupate di tenere gli studenti lontano dal corridoio, spargendo la voce di una pericolosa diffusione di gas strozzante.
Naturalmente Harry e Hermione avrebbero approfittato del poco tempo a disposizione per forzare la porta dell'ufficio della Preside e mettersi in contatto con Casa Black.
E per quanto furioso e impaziente, Harry dovette riconoscere che l'offerta di Hermione di entrare insieme a lui nell'Ufficio della Umbridge era una prova di solidarietà e lealtà.

"Io...d'accordo, grazie" borbottò il ragazzo dalla cicatrice a saetta.
"Allora, bé, in tutto non credo che avremo più di cinque minuti" disse Hermione, sollevata all'idea che Harry avesse accettato il piano. "Con Gazza e la Squadra d'Inquisizione in giro...".
"Cinque minuti basteranno" disse Harry. "Muoviamoci...".
"Adesso?" esclamò Hermione spaventata.
"Adesso, si!" ribatté Harry con rabbia. "Che cosa pensavi, di aspettare dopo cena? Voldemort sta torturando Sirius in questo momento!".
"Io...ho, va bene" disse lei, disperata. "Vai a prendere il Mantello dell'Invisibilità, ci troviamo all'inizio del corridoio della Umbridge, d'accordo?".
Senza rispondere Harry corse fuori dall'aula e cominciò a farsi largo tra la folla per raggiungere il prima possibile il dormitorio.

                                        

Nello stesso momento in cui Harry e suoi amici iniziarono a eseguire i compiti assegnati dal piano, nell'Ufficio del Professor Piton si stava tenendo una riunione informale tra i membri dell'Ordine di Gattaca e il direttore di Serpeverde, per decidere cosa fare.

"Non c'è alcun dubbio, Sev" miagolò Eileen allargando le zampette.  "In assenza di Minerva, sei tu l'insegnante che deve dirigere le operazioni dell'Ordine di Gattaca".
"Miao, posso sfidare Dolores Umbridge a duello e ucciderla?" chiese Pietra prima che il Maestro di Pozioni potesse aprire bocca.
"Era la domanda che più temevo" sibilò Piton scuotendo la testa. "No, Pietra...non ancora".
"Mai una gioia!" singhiozzò Pietra con le orecchie abbassate.
"Dobbiamo proteggere il ragazzo" disse Severus cambiando argomento. "Qualcuno di voi sa miagolarmi cosa sta tramando Potter in questo momento?".
"La signorina Kitty Tiffany è alle sue calcagna" rispose Daisy con fare incoraggiante. "Stiamo aspettando un suo rapporto...".
"...Che tarda ad arrivare" aggiunse Conan.
"Da quando affidate compiti da Agenti a una studentessa?" domandò Piton soave.
"Kitty non è una studentessa qualunque" obiettò Pietra con un tono di voce incerto. "E' la Spada Vivente!".
"Rimane una studentessa" replicò il direttore di Serpeverde. "Una cucciola, se preferite".
"Non hai tutti i torti, Sev" mormorò Eileen annuendo rispettosamente.
"Con ciò...desidero che vi occupiate personalmente di seguire le mosse del Prescelto" mormorò Piton, "perché da Potter mi aspetto solo il peggio, ovvero delle sciocche decisioni che potrebbero mettere in...".

"ALLARME, MIAOOOOOOOHHHHHHH!!!" lo interruppe Bia dopo essere entrata senza bussare e aver richiuso la porta come se fosse inseguita da un cane a tre teste. "Mi manda Kitty Tiffany...Potter e alcuni dei suoi amici sono stati catturati nell'Ufficio della Umbridge!...E Draco Malfoy sta venendo qui, per ordine della Preside...a chiamare in suo aiuto lei, Professor Piton.

"Allora...cosa vi dicevo?...Siete stupiti?...Sorpresi?...Non ve lo aspettavate?" disse Severus Piton arricciando le labbra compiaciuto della sua previsione. "E' tutto o c'è dell'altro, signorina...".
"Mi chiamo Bia, signore, è miagolamente tutto" mentì la studentessa felina in affanno, tacendo le ulteriori informazioni su Harry ottenute da Kitty attraverso la Legilimanzia felina.
"Bene. Attenderò qui l'arrivo del Signor Malfoy, leggendo i pettegolezzi sugli amori di Harry Potter nella Gazzetta del Profeta" disse il professor Piton soave. "L'Ordine di Gattaca si prepari a entrare in azione...".
"Sissi...ma se Harry non riuscisse a liberarsi..." miagolò Daisy con un filo di voce.
"Sarebbe meraviglioso saperlo assicurato alle catene di una segreta del castello di Hogwarts" rispose Severus sogghignando. "Sapete indicarmi un modo migliore per proteggerlo da se stesso e dalle sue iniziative balorde?".
"E se invece Harry riuscisse a liberarsi dalla Umbridge..."
"In tale sventurata ipotesi, pedinerete Potter ovunque vada, anche a casa del Ministro" ordinò Piton senza esitazione.

Subito gli stregatti annuirono, fecero un inchino e poi smaterializzarono in un 'puff collettivo', predisponendosi ad eseguire li ordini ricevuti.

Nel frattempo Harry, che si era appena reso conto di aver fatto un grave errore, e cioè di pensare che tutti i membri dell'Ordine della Fenice, tutti coloro che potevano aiutarlo a salvare Sirius, se ne fossero andati, tornò a fissare la Umbridge cercando di non rivelare le proprie emozioni.
A Hogwarts c'era ancora Severus Piton, come aveva potuto essere così sciocco da dimenticarlo?
Per colpa della sua mancanza di lucidità, lui e i suoi amici più cari si trovavano prigionieri nell'ufficio di 'Faccia di Rospo', circondati dall'intera Squadra d'Inquisizione.
Era presente perfino Neville, che si era casualmente unito al gruppo nell'inutile tentativo di evitare la cattura di Ginny.
Così il grifondoro tentò di restare impassibile anche quando Draco Malfoy rientrò e tenne aperta la porta per far passare Piton.

"Voleva vedermi, signora Preside?" chiese Piton. Il suo sguardo scivolò indifferente sulle coppie di studenti che continuavano ad azzuffarsi.
"Ah, professor Piton" disse la Umbridge sorridendo. "Si, gradirei avere al più presto un'altra bottiglia di Veritaserum".
"Ha usato l'ultima che avevo per interrogare Potter" rispose lui, osservandola gelido, attraverso la cortina unticcia di capelli neri. "Non l'avrà consumato tutto? Le avevo spiegato che tre gocce sarebbero bastate".
La Umbridge arrossì.
"Ma può prepararne dell'altro, no?" insisté; la sua voce, come sempre quand'era furibonda, diventò ancora più leziosa.
"Certo" rispose Piton, arricciando le labbra. "Dato che serve un intero ciclo lunare perché sia pronto, dovrei poterglielo consegnare più o meno fra un mese".

Tra i suoni soffocati dei serpeverde, che cercavano di tenere fermi Ron e gli altri, Harry riuscì a percepire una breve e sibilante risata felina in sottofondo.
Poi vide il volto della Umbridge diventare paonazzo, e una gioia selvaggia lo pervase.

"Bravo Piton!" pensò Harry fra sé e sé, ma si pentì subito di aver concepito un pensiero simile, e poi, si pentì di essersi pentito. Alla fine capì.
Comprese il motivo per cui era stato tanto stupido da dimenticarsi di lui: lo aveva sempre considerato una specie di 'nemico'.
Per Harry poteva essere comprensibile avere dei dubbi sulla lealtà di Severus Piton nei confronti di Silente, vista la reticenza di quest'ultimo sui motivi di tanta fiducia riposta nel Maestro di Pozioni.
Tuttavia, era meno giustificabile il fatto di non averlo preso in considerazione, come un valido alleato, in un momento in cui Sirius e i suoi amici erano nei guai per colpa sua: la sfiducia e i pregiudizi nei confronti di quell'uomo lo avevano reso cieco e irresponsabile.

"Un mese?" gracidò la Umbridge gonfiandosi come un rospo. "Un mese? A me serve adesso, Piton! Ho appena sorpreso Potter che usava il mio camino per comunicare con una o più persone sconosciute!".
"Ma davvero?" commentò Piton, mostrando il primo vago segno d'interesse mentre si voltava a guardare Harry. "Bé, non mi stupisce. Potter non ha mai avuto un'eccessiva inclinazione a seguire le regole della scuola".

"Avete sentito, miao?...Dobbiamo capire con chi si è messo in contatto, cercando di restringere il campo dei potenziali interlocutori" miagolò Eileen aggrappata con gli artigli al davanzale della finestra dell'Ufficio.
"Se escludiamo i Dursley" osservò Conan accanto a lei, "rimangono il negozio di Mielandia, i gemelli Weasley, la biglietteria per le partite del Chelsea, l'Associazione Internazionale Gatti Randagi, il telefono azzurro del Ministero della Magia...".
"E questo si chiama restringere il campo?" domandò Daisy, gli artigli conficcati su un gargoyle di pietra di fianco a Conan.
"Non possiamo escludere il telefono azzurro a priori!" aggiunse Pietra socchiudendo gli occhi. "Ci sono molti studenti maltrattati in questa scuola al momento...E Neville Paciock sta per soffocare!".

I suoi freddi occhi scuri trafissero Harry, che sostenne il suo sguardo, concentrandosi sulla visione avuta in sogno, desiderando che Piton gli leggesse la mente, capisse...

"Voglio interrogarlo ora!" urlò la Umbridge, e Piton distolse lo sguardo da Harry per fissarlo sulla grassa faccia tremolante di collera. "Desidero che lei mi fornisca subito una pozione che lo costringa a dire la verità!".

"La verità!...Ecco una materia dove Harry Potter prenderà finalmente un 'G.U.F.O.' a pieni voti, ghghgh!" commentò Pietra sogghignando.
"Dovranno inventarsi un nuovo voto, tutto per lui" borbottò Conan scuotendo la testa.

"Gliel'ho già spiegato" replicò imperturbabile Piton. "La mia provvista di Veritaserum è finita. A meno che non voglia avvelenare Potter - e le assicuro che in tal caso avrebbe tutta la mia simpatia - non posso aiutarla. Purtroppo la maggior parte dei veleni agisce troppo in fretta e non lascia alla vittima il tempo di dire la verità".

Piton tornò a guardare Harry, che tentava disperatamente di comunicare senza parole.
'Voldemort ha portato Sirius nell'Ufficio Misteri. Voldemort ha portato Sirius...'

"Lei è in verifica, se lo ricordi!" strillò la professoressa Umbridge, e Piton si voltò nuovamente verso di lei, inarcando appena le sopracciglia. "Mi sta ostacolando deliberatamente! Mi aspettavo di meglio: Lucius Malfoy parla sempre così bene di lei! Ora esca dal mio ufficio!".

Piton le rivolse un inchino ironico e fece per andarsene. E con lui, Harry lo sapeva, se ne sarebbe andata l'ultima possibilità di far sapere all'Ordine che cos'era successo.

"Ha preso Felpato!" urlò. "Ha portato felpato nel posto dov'è nascosta!".

Piton si bloccò, le dita già sulla maniglia della porta. Gli stregatti strabuzzarono gli occhi, lanciandosi occhiate d'intesa. 'Felpato' era il soprannome di Sirius Black, nessun dubbio. 

                                          

"Felpato?" esclamò la professoressa Umbridge, lo sguardo avido che correva da Harry a Piton. "Che cos'è Felpato? Dov'è nascosta che cosa? Che cosa significa, Piton?"
"Piton si voltò. La sua  espressione era imperscrutabile. Harry non sapeva se avesse capito oppure no, ma non osò parlare più chiaro davanti alla Umbridge.
"Non ne ho la minima idea" rispose gelido Piton. "Potter, se mai mi venisse voglia di sentirmi urlare delle assurdità, ti somministrerò una Pozione Tartagliante. Tiger, per favore, allenta quella presa. Se Paciock soffoca, ci toccherà riempire una montagna di noiose scartoffie e temo che dovrei farne cenno nelle tue referenze, se mai tu cercassi lavoro".

Uscì chiudendosi la porta alle spalle e lasciando Harry in preda a un'angoscia ancora più acuta: Piton era stata la sua ultima speranza. Guardò la Umbridge, che pareva pensarla allo stesso modo, ansante per la rabbia e la delusione.

Mentre Piton rifletteva sulle 'parole in codice' di Harry camminando verso il suo ufficio, Eileen e Daisy si materializzarono dietro di lui con le cappottine invisibili, per condividere le proprie opinioni a riguardo.

"Sev...Sev...Felpato è..." miagolò Daisy con un filo di voce.
"...E' Black" la interruppe il Maestro di Pozioni abbozzando un lieve sorriso. "Vuoi che non lo sappia?".
"Ti risulta che Sirius sia stato fatto prigioniero da Tu Sai Chi?" chiese Eileen ansiosa.
"No" sibilò Piton secco, poi si corresse. "Non ancora...ma non possiamo escludere niente, neanche una trappola".
"Harry ha detto che l'ha portato 'nel posto dove è nascosta', miao" aggiunse Daisy. "Dev'essere il luogo che il ragazzo ha sognato, quello di cui ti ha parlato durante le lezioni di Occlumanzia".
"Assai probabile. E' la deduzione più logica che possiamo trarre dalle assurdità pronunciate da Potter" mormorò Severus, gli occhi a fessura. "In poche parole, l'Ufficio Misteri. E precisamente, la Sala dov'è collocata la sfera di cristallo con la Profezia che lo riguarda".
"Harry crede che sia un'Arma" commentò Eileen. "Non è mai stato troppo lontano dalla verità".
"Esatto" disse il direttore di Serpeverde soave. "Sebbene tecnicamente non sia un'arma, il possesso della sfera e la conoscenza del suo contenuto potrebbero mutare le sorti del mondo magico".
"E adesso che facciamo, Sev?" chiese Daisy. "Dobbiamo essere assolutamente sicuri che Black non abbia fatto una passeggiata solitaria fuori programma".
"Conosco Black...è un idiota, ma non fino a questo a punto" osservò Piton sogghignando. "Per questo sarà sufficiente contattare l'Ordine della Fenice e chiedere conferme. Me ne occuperò io. Nel frattempo...non lasciate Potter da solo neanche un secondo: i piani dell'Oscuro Signore potrebbero andare oltre le nostre più accurate previsioni".
"Ti riferisci ai sogni di Harry, Sev?" chiese Eileen.
"Sogni?...Io parlerei di incubi che, per Potter, potrebbero presto trasformarsi in realtà" concluse il Serpeverde fissando le stregatte con estrema serietà. "Su, muoviamoci!".

Intanto, la Umbridge si era convinta di avvalersi di qualunque mezzo, pur di soddisfare i propri scopi. Ciò significava utilizzare l'estrema risorsa, la tortura magica.

"La Maledizione Cruciatus dovrebbe scioglierle la lingua" sussurrò la Umbridge.
"No!" gridò Hermione vedendo la Preside alzare la bacchetta. "Professoressa Umbridge...è illegale!...Il Ministro non vuole che lei infranga la legge!".
"Se Cornelius non saprà, non soffrirà" replicò la Umbridge. "Per esempio, non ha mai saputo che avevo ordinato ai Dissennatori di attaccare Potter l'estate scorsa", ma è stato ben felice di cogliere al volo l'opportunità di espellerlo".
"E' stata lei?" esclamò Harry. "Lei ha mandato i Dissennatori contro di me?".
"Qualcuno doveva agire" esalò la Umbridge, puntandogli decisa la bacchetta contro la fronte. "Continuavano a belare che bisognava chiudere la bocca a Harry Potter...screditarlo...ma io sono stata l'unica a fare qualcosa...quella volta è riuscito a scamparla, vero Potter? Ma non oggi, non ora...". Prese fiato e gridò: "Cru..."
"No!" urlò Hermione con voce rotta, ancora bloccata da Millicent Buldstrode. "No...Harry...dobbiamo dirglielo!".
"No!" urlò di rimando Harry, fissando quel poco di Hermione che riusciva a vedere.
"Ma Harry! Te lo tirerà fuori comunque! A...a che cosa serve resistere?".

                                          

Di colpo Hermione scoppiò a piangere sulle spalle della serpeverde, che smise di tenerla spiaccicata contro il muro e si allontanò di scatto con aria disgustata.

"E ora chi schiantiamo?" miagolò Pietra incerto sulla migliore soluzione per evitare fughe di informazioni. "la Granger o la Umbridge?".
"Bella domanda, miao" rispose Conan meditabondo. "Uno schiantamento di massa ci toglierebbe dall'imbarazzo della scelta...".
"Mmmhhh...aspettiamo l'evolversi della situazione" aggiunse lo Stregatto annuendo. "Se la signorina 'So tutto Io' accenna a Black o all'Ordine della Fenice li schianteremo tutti, prima che possa pronunciare la seconda sillaba, d'accordo?".
"Ottimo piano, miao! E' di una semplicità disarmante" replicò Conan ridacchiando. "Ma se la ragazza accenna a noi stregatti e all'Ordine di Gattaca?".
"Oh...nessun problema in tale ipotesi" sogghignò Pietra sbadigliando. "Suppongo che la Umbridge si sentirà presa in giro. E inizierà a torturare prima lei, ghghgh!".

"Bene, bene, bene!" gongolò la Umbridge. "La nostra Saputella ci darà qualche risposta! Su ragazza, parli!".
"E...mi...one...no!" biascicò Ron attraverso il bavaglio che la Squadra d'Inquisizione gli aveva messo. Anche Ginny e Neville erano allibiti quanto Weasley.
"Va bene, va bene, ragazza!" la Umbridge la prese per le spalle e la scaraventò sulla poltrona di chinz vuota e si chinò su di lei. "Allora...con chi parlava Potter poco fa?".
"Ecco..." balbettò Hermione, sempre con il volto tra le mani. "Bé...tentava di parlare con il professor Silente".

Tutti i presenti rimasero sorpresi, anche Pietra e Conan.

"Neanche l'Ordine di Gattaca sa dove si trova Albus Silente" miagolò Scintillo risoluto. "E' miagolamente ovvio che sta elaborando un piano per ingannare la Umbridge".
"Peccato...schiantare qualcuno avrebbe dato un senso a questa giornata noiosa" miagolò lo Stregatto grattandosi pigramente un orecchio. "I piani improvvisati di Hermione Granger sono come quelli della Scuola di Hogwarts, provvisti di scale a cui piace cambiare, ghghgh!".

"Silente?" sussurrò avida la Umbridge. "Sapete dove si trova, allora?".
"Bé...no!" singhiozzò Hermione. "Abbiamo provato al Paiolo Magico e ai Tre Manici di scopa e anche alla Testa di Porco...".
"Piccola idiota...Silente non può stare in un locale pubblico con tutto il Ministero sulle sue tracce" urlò la Umbridge, la delusione incisa in ogni piega del suo viso flaccido.

"Ah, che fantasia la Granger!" miagolò Pietra lievemente sorpreso. "Effettivamente, abbiamo provato a cercare Albus in quei luoghi...".
"Bé si, ma non è stata un'idea tanto idiota!...Abbiamo unito l'utile al dilettevole" osservò Conan. "Le nostre ricerche sono sempre terminate con un'accurata ispezione delle cucine dei locali".
"A onor del vero, le salsicce di Aberforth sono risultate le migliori" commentò lo Stregatto annuendo. "Non che mi aspettassi di trovare Albus davanti a una griglia babbana, ma con un mago del suo livello non si può escludere niente".
"Giusto, miao! Inoltre, nessun Auror penserebbe mai che Silente possa scegliere seriamente, come nascondiglio, la cucina di un pub, proprio perché è un locale pubblico" aggiunse Conan sogghignando.
"Miao...è proprio perché il Paiolo Magico, I Tre Manici di Scopa e La Testa di Porco sono nascondigli improbabili che Silente deve averli presi in considerazione, ghghgh!" rispose Pietra strizzando un occhietto. "Il segreto è non sostare più di ventiquattro ore nello stesso pub, per rendere più difficili le ricerche del Ministero. E poi, le salsicce avanzate del giorno prima non sono granché".

"Ma dovevamo dirgli una cosa importante!" balbettò Hermione, le mani ancora più serrate sul viso...non - capì Harry - per nascondere le lacrime, ma per la loro mancanza.
"Che cosa?" chiese la Umbridge con un repentino guizzo d'interesse. "Che cos'è che volevate dirgli?".
"Vo...volevamo dirgli che è pronta!" singhiozzò Hermione.
"Che cosa?" la Umbridge la afferrò di nuovo per le spalle e la scrollò. "Che cosa è pronto, ragazza?".
"la...l'arma segreta" disse la grinfondoro alla fine.

"Sta recitando o si sta riferendo all'ultima creazione di Sev, la PRD...la Pozione Ruttante Devastante?" miagolò Conan in tono serio. "Un rutto successivo alla somministrazione di quella pozione può provocare un'onda d'urto magica con gli stessi effetti di un terremoto".
"Dal momento che la Umbridge e la Parkinsons hanno ancora l'acconciatura in ordine" replicò Pietra ridacchiando. "Presumo che il prototipo non ancora testato della Pozione Ruttante Devastante sia ancora al sicuro, nel magazzino degli ingredienti".

"Che arma è?" chiese brusca la Umbridge, le dita tozze affondate sulle spalle di Hermione.
"No-non capiamo bene come funziona" rispose Hermione, tirando su col naso fragorosamente. "Abbiamo...abbiamo solo fatto quello che il professore ci ha d-d-detto".

"Miao...anche noi siamo incompresi" miagolò Pietra sospirando. "Nessuno capisce come funzionano gli stregatti fino in fondo, a parte Silente".
"Sissi, d'accordo, lo hai miagolato anche all'ultimo Convegno sui maltrattamenti felini commessi da Maghi e Babbani" obiettò Conan rattristato. "Ma non siamo proprio...un'arma".
"Ne sei sicuro?" miagolò lo Stregatto imperscrutabile.
"Non del tutto, vecchio mio" rispose Scintillo dopo un breve attimo di riflessione.

La Umbridge si raddrizzò esultante.
"Mi accompagni subito nel posto dov'è nascosta quest'arma" ordinò.
"A loro non la faccio vedere" strillò Hermione, sbirciando i serpeverde fra le dita socchiuse.
"Non sta a lei fissare le condizioni" le ricordò secca la Umbridge.
"E va bene" disse Hermione, e riprese a piangere. "Va bene...li lasci venire...spero che la usino contro di lei! Le...le starebbe bene...si, vorrei proprio che tutta la scuola sapesse dov'è, e come u-usarla, così se lei dà fastidio a qualcuno, la sistemeranno a dovere!".

Questo parve colpire la Umbridge, che passò un rapido sguardo sospettoso sulla Squadra d'Inquisizione; i suoi occhi sporgenti si soffermarono su Malfoy, troppo lento a mascherare l'espressione bramosa che gli era comparsa sul viso.
Per un altro lungo istante la Umbridge contemplò Hermione.

"Va bene, mia cara" disse infine in quello che secondo lei, era un tono materno, "andremo soltanto lei e io...e anche Potter, eh? In piedi!".
"Professoressa" intervenne Malfoy. "Qualcuno della Squadra d'Inquisizione dovrebbe venire con lei, per sorvegliare...".
"Sono un funzionario abilitato dal Ministero, Malfoy...crede che non sappia badare da sola a due ragazzini privi di bacchetta?" replicò secca la Umbridge. "E per giunta non mi pare consigliabile che quest'arma sia vista da semplici studenti. Restate qui fino al mio ritorno, e assicuratevi che nessuno di costoro..." accennò a Ron, Neville e Luna, "riesca a svignarsela".
"Va bene" annuì Malfoy, immusonito e deluso.
"Voi due andate avanti e fatemi strada" ordinò la Umbridge, puntando la bacchetta contro Harry e Hermione. "Muovetevi".

                                     

Conan e Pietra si guardarono come se qualcuno avesse infranto i loro sogni di pigrare nell'Ufficio.

"Uffà-miao...dove ci porterà la Granger, adesso?" miagolò Pietra pettinandosi il ciuffetto.
"Qualunque posto è meglio che restare aggrappati fuori da una finestra" fece notare Conan.
"Potremmo attuare il vecchio piano 'Chips' " osservò lo Stregatto sogghignando. "D'altra parte, non vedo pericoli per Harry Potter, oggi".
"Ottima idea!" rispose Scintillo. "Quel piano funziona sempre...".

D'un tratto, Eileen e Daisy soffiarono contrariate sulle teste dei Gargoyle presenti ai lati del davanzale.

"Miao, Sev ha ordinato di seguire Harry fino in capo al mondo e proteggerlo a costo della vita" miagolò eileen con un certo spirito di abnegazione.
"La cattura di Sirius Black potrebbe essere un inganno, una trappola per il ragazzo" precisò Daisy. "Dobbiamo essere pronti a tutto: l'Oscuro Signore farà di tutto per ucciderlo!".
"Tranquille, la Granger ha un piano...o almeno così ha detto" miagolò Conan dando una pacca sulle spalle a Pietra. "E noi siamo nati pronti!".

Poi, la parte di davanzale dove erano affondati gli artigli dei felini parve sgretolarsi e Pietra e Conan caddero insieme nel vuoto, come due pere cotte.

"Aresto Miao-Momentum!" miagolarono in coro le stregatte scuotendo la testa.
"Siamo alle solite!" commentò Daisy materializzandosi sul prato sottostante. "Ci hanno provato a farsi fuori da soli, ma gli è andata male".
"Oh, miao...tutte le scuse sono buone per marcare visita medica da Madama Chips e ubriacarsi con l'Ossofast per stregatti! Vergognatevi!!!" esclamò Scintille di fianco a Daisy.
"Spero che il piano della Granger sia migliore del vostro" commentò la Stregatta.
"Mai una gioia!...Mai una gioia!" mormorò Pietra galleggiante a pancia all'aria, a pelo d'erba.
"Il piano è fallito, Pietra" si limitò a miagolare Scintillo sbadigliando. "Addio pigrata, ci hanno salvato".
"Ma non da Potter!" miagolò lo Stregatto singhiozzante.

Al calar della sera, Hermione condusse Harry, la Umbridge e gli stregatti dentro la Foresta Proibita, percorrendo il sentiero che conduceva verso la tana di Aragog.
La Grifondoro aveva fatto credere a Dolores che l'arma di Silente era ben nascosta in un luogo imprecisato della folta foresta, al riparo da occhi indiscreti.
Per la verità, il piano della ragazza non era dare in pasto la donna alle Acromantule, ma provocare l'aiuto del branco dei Centauri capeggiati da Magorian.
Tuttavia, le aspettative di Hermione andarono deluse quando una freccia sibilò nell'aria conficcandosi in un tronco, sopra la sua testa: i Centauri non avevano la minima intenzione di farsi strumentalizzare dagli esseri umani, e nemmeno di sopportare le offese di Dolores.
Fu così che, dopo un breve tentativo di opporsi, la Umbridge scomparve tra gli alberi, trascinata via da Cassandro, mentre Harry e Hermione furono afferrati e costretti a spiegare la loro presenza nelle zone della foresta riservate dal Ministero ai Centauri.

"Noi non aiutiamo gli umani!" ringhiò il Centauro che teneva Harry, impennandosi al punto che i piedi del ragazzo si staccarono per un attimo da terra. "Noi siamo una razza a parte, e fieri di esserlo. Non vi permetteremo di andar via di qui a vantarvi di averci fatto eseguire i vostri ordini!".
"Non diremo mai una cosa del genere!" urlò Harry. "Sappiamo che non lo avete fatto perché lo volevamo noi...".
"Sono venuti qui senza essere invitati!" urlò un centauro barbuto in fondo al branco. "Devono pagare le conseguenze!".

Intanto, a poche decine di metri, appollaiati su grosso albero, i membri dell'Ordine di Gattaca stavano osservando l'evolversi della situazione, preparandosi ad intervenire.

"Ma dove è finito Pietra?" domandò Daisy. "Era qui un secondo fa quel fannullone!".
"E' andato a liberare la nostra arma segreta, eh, eh, eh!...E' una delle sue solite idee brillanti: salvare Harry Potter a costo zero" rispose Conan enigmaticamente. "In buona sostanza miagolante, ha tutta l'intenzione di fare un piccolo dispettuccio ai Centauri...".
"Liberare cosa?...Chi?" chiese Eileen incuriosita. "Non sarà mica così pazzo da slegare quel...".

Ma che cosa fosse gli altri stregatti non lo sentirono, perché in quel momento ai margini della radura risuonò uno schianto così fragoroso che tutti, Harry, Hermione, Eileen, Conan, Daisy e i cinquanta e più Centauri, si voltarono di scatto.
Le mani che stringevano Harry lo lasciarono ricadere a terra e scattarono verso l'arco e la faretra. Anche Hermione era finita a terra, e Harry si affrettò a raggiungerla mentre due tronchi massicci si scostavano con lentezza minacciosa e nel varco compariva la figura mostruosa di Grop il gigante. Una scia di funi spezzate gli partivano dalle caviglie.

"Liberare un gigante nella Foresta Proibita!" esclamò Daisy. "Era questa l'idea brillante?".
"Miagolamente affermativo!" miagolò lo Stregatto appena tornato sul ramo dell'albero a godersi la scena.
"E dopo?" chiese Daisy. "Che ne sarà di quel povero cucciolo?".
"Se la caverà, miao" replicò Conan con fare accomodante. "Non puoi imprigionare un Gigante per tutta la vita!...Rischia di non vivere la sua adolescenza...di non crescere come si deve...".
"Crescere?...Crescere più di così?...E se i Centauri lo uccidessero prima della maggiore età?" domandò Eileen preoccupata.
"Le loro frecce sono come aghi di pino per Grop, un fastidio, punture di zanzara, niente di più" osservò Pietra minimizzando con troppa leggerezza. "Se fossi in te, sarei più preoccupato per Magorian e i suoi amici".
"Insomma!...Hermione voleva strumentalizzare i Centauri" commentò Daisy infuriata. "Tu sei andato ben oltre; hai strumentalizzato un piccolo di Gigante!...Questo è un caso di 'infanzia rubata, miao!' ".
"Ehm...penso che il Telefono Azzurro e il Camino Azzurro siano due istituzioni civili fondamentali. Ho fatto molte donazione a mio nome, avvalendomi del borsellino della McGranitt" replicò lo Stregatto leccandosi i baffetti. "Ma quando li contatterete per denunciare il mio comportamento, ricordatevi di miagolargli che due giovani grifondoro stavano per essere rapiti dai Centauri, e che io gli ho salvato la vita!"
"Il fine miagolante non giustifica i mezzi!" sbottò Eileen arrabbiata.
"Allora...miagolatelo anche a Albus Silente, per coerenza!" miagolò Pietra indignato. "E' da quando è nato che Harry Potter è stato strumentalizzato da lui per il cosi miagolato Bene Superiore! E nessuna di voi gli ha mai fatto un appunto".

Udite quelle ultime parole, Eileen e Daisy rimasero a bocca aperta; non riuscirono a trovare neanche una sola argomentazione valida per controbattere quella Pietra, perché il suo ragionamento era inattaccabile.

                                   

"Bé, consolatevi!" aggiunse Conan cercando di far riconciliare gli animi felini. "Davanti a nostri occhi, l'infanzia sta trionfando, eh, eh, eh!".

"Hagger" disse Grop mentre i Centauri indietreggiavano andando gli uni contro gli altri.

Il Gigante cercò insistentemente Hagrid, poi vide i due giovani umani, e si ricordò della studentessa di grifondoro.

"Hermy" tuonò la bocca di Grop.
"Santo cielo" gemette Hermione, che sembrava lì lì per svenire, stringendo il braccio di Harry con tanta forza da fermagli il sangue. "Se...se l'è ricordato!".
"Hermy" ruggì Grop. "Dove Hagger?".
"Non lo so!" squittì lei, atterrita. "Mi dispiace, Grop, non lo so!".
"GROP VUOLE HAGGER!".

Nel frattempo Pietra e Conan stavano saltellando fin troppo felici sul grosso ramo, sotto gli occhi stupiti delle stregatte.

"Miaooohhh!...Hai sentito, Conan?...Grop ha detto quasi una frase compiuta!" miagolò lo Stregatto felice. "Ce l'abbiamo fatta!".
"Le nostre lezioni hanno avuto successo" aggiunse Scintillo altrettanto compiaciuto. "Soggetto miagolante, predicato verba-miagolo e complemento oggetto felino!...Valeva la pena venire qui solo per questo: è grammatica creativa, ma sempre grammatica".
"Mi pare giusto esaltarsi per i progressi linguistici di Grop in un momento simile" mormorò Eileen ironicamente.
"Quando avete finito di fare l'analisi miago-logica, ricordatevi che laggiù ci sono anche Harry Potter e Hermione Granger, miao".
"Oh...ma loro sanno parlare benissimo" ridacchiò Pietra sfogliando un libro di grammatica inglese per Giganti. "Il Problema è che i Centauri non apprezzano le frasi umane troppo complesse, ghghgh!".

Una mano immensa calò verso terra, in direzione dei ragazzi, stendendo un centauro candido come la neve.
Era quello che gli altri stavano aspettando: le dita tese di Grop erano a meno di mezzo metro da Harry quando più di cinquanta frecce sibilarono verso il Gigante e gli si conficcarono nella faccia, facendolo urlare di dolore e rabbia.
Grosse gocce di sangue caddero sui due ragazzi, inzuppandoli.
Subito il Gigante pestò i piedi e il branco si disperse, portandosi fuori tiro.
Con la faccia insanguinata, poi, Grop si lanciò all'inseguimento dei Centauri fuggitivi, regalando la libertà insperata a Harry e Hermione.

"Oh, no" disse Hermione, tremando tanto che le cedettero le ginocchia. "Potrebbe ucciderli tutti".
"Non mi turberebbe più di tanto, a essere sincero" commentò Harry amareggiato.

Lo scalpitare dei Centauri e i tonfi del Gigante diventarono sempre più deboli, fino a scomparire.

"Non so chi sia peggio tra Harry e Pietra" commentò Eileen delusa dal commento del ragazzo. "Chi sarà l'essere vivente più insensibile di Hogwart?".
"Che strana coppia, miao!...Forse, si completano a vicenda" mormorò Daisy scuotendo la testolina. "Al cinismo umano e felino non c'è limite!"
"Bé, miao...una volta, durante la prima guerra magica, io e Pietra scambiammo due miagolate con un Avvoltoio stizzito, che zampettava nervosamente sopra la bara di un Babbano, beccandola di tanto in tanto" miagolò Conan soave. "Era molto turbato dal modo irrispettoso con cui avevano trattato il cadavere dell'uomo...rinchiuderlo là dentro...".
"E dove avrebbero dovuto mettere una salma secondo lui?" miagolò Eileen incuriosita.
"Forse nella bara c'era il suo vecchio padrone" aggiunse Daisy incerta. "E intendeva salutarlo a modo suo...".
"Chissà, miao!...Ma non era questo il punto" spiegò Pietra trattenendo una risata. "Il povero rapace non sapeva darsi pace perché aveva sempre odiato il 'cibo in scatola'...".
"Non è mica facile, per un avvoltoio, tirare fuori un morto da una bara con un apriscatole babbano, miao!" precisò Conan facendo proprie le istanze dell'uccello. "Insomma...un minimo di miagolante sensibilità per i poveri affamati, per favore".
"Per oggi, abbiamo sentito abbastanza sciocchezze" miagolò Eileen alla sua amica, rimasta ammutolita. "Adesso, dobbiamo concentrarci su quei due grifondoro là sotto".

Mentre Harry tendeva l'orecchio sentì una fitta lancinante attraversargli la cicatrice e un'ondata di terrore lo sommerse. Avevano perso tanto tempo...e ora salvare Sirius era ancora più difficile di quando aveva avuto la visione.

"Un piano fantastico" sibilò a Hermione, più che altro per sfogare la collera. "Proprio eccezionale. E adesso che cosa facciamo?".
"Dobbiamo tornare al castello" mormorò esausta Hermione.
"Quando arriveremo, Sirius probabilmente sarà morto!" sbottò Harry, tirando un calcio a un albero vicino.
"Bé, non possiamo fare niente senza bacchette" disse avvilita Hermione, rialzandosi a fatica. "E comunque, Harry, come pensavi di arrivare fino a Londra esattamente?".
"Proprio quello che ci chiedevamo anche noi" disse una voce familiare alle sue spalle.
D'istinto, Harry e Hermione si avvicinarono l'uno all'altra e scrutarono fra gli alberi.

Ron uscì dalle ombre, con Ginny, Neville e Luna. Avevano tutti l'aria un po' sciupata ma piuttosto soddisfatta.
Restituite le bacchette a Harry e Hermione, Weasley raccontò con dovizia di particolari come erano riusciti a liberarsi dalla Squadra d'Inquisizione e a seguire le loro tracce, mentre Harry informò i suoi amici del rapimento della Umbridge da parte dei Centauri e dell'aiuto ricevuto da Grop.
A quel punto, l'unica incognita rimasta era il mezzo magico da utilizzare per raggiungere Londra il prima possibile.
La prima soluzione, semplice e disarmante, che Harry ebbe occasione di ascoltare fu quella proposta da Luna: andare a Londra in volo.

"Oh no, miao!" miagolò Pietra appollaiato pigramente sul suo ramo. "Il mio istinto felino lo aveva previsto: Harry Potter ha in programma una gita all'Ufficio Misteri. Addio ronfata silvestre!".
"E come pensi che riusciranno a volare fino al Ministero?" chiese Eileen rassegnata.
"Con i Thestral, ovviamente!" miagolò lo Stregatto indicando con la zampetta gli alberi vicino ai ragazzi. "Non vedete? Sono stati attirati dal sangue di Grop e da alcune salsicce che ho sparso fra i cespugli prima di liberarlo, ghghgh!...Spero di riprenderle in tempo".
"Per fortuna che ho preso la Pozione Ruttante Devastante" aggiunse Conan mentre usava il tronco come un grattatoio. "Ma 'puffarsi' fino a Londra a stomaco vuoto...".
"Ho portato le merenda d'emergenza!" esclamò Daisy passando due cestini pieni di leccornie ai due stregatti. "Non voglio sentire altre lamentele".
"Un momento, miao" miagolò Eileen allarmata. "Non possiamo materializzarci direttamente al Ministero lasciando Harry privo di scorta durante il viaggio! Dobbiamo necessariamente usare un altro mezzo; qualcosa che non dia nell'occhio: ci vorrebbe un'arma segreta".
"Bé...io un mezzo ce l'avrei, miao" rispose lo Stregatto sogghignando. "Corrisponde alle caratteristiche richieste".
"Temevo che lo miagolasse!" sbottò Daisy, gli occhi a fessura. "Quale mezzo, di grazia?".
"Nelle segrete più segrete del Castello di Hogwarts, si trova un rottame ancora funzionante di un'Ape Piaggio AC3, anni 60, pesantemente stregata da mio nonno, con tre optionals di invisibilità o mimetizzazione magica: normale, fumé, nuvola. Questo gioiello ha percorso trecentomila chilometri su strada e cinquantamila nei cieli, velocità massima cinquecento chilometri orari in picchiata, adatta per quattro stregatti temerari. Tuttavia, devo miagolarvi che ci sono dei grossi problemi!".
"Per il triciclo di Merlino!...E' già l'Ape stessa un grave problema!" sbottò Eileen sbuffando come una ciminiera. "Di quale altre difficoltà stai miagolando?...Scommetto che ha un graffio sullo sportello!".
"No, no, miao...la carrozzeria è perfetta, a parte qualche piccola crepa provocata dalla ruggine. Ma è mio miagolante dovere civico farvi presente" miagolò lo Stregatto soave, "che la revisione del veicolo non è mai stata fatta, la freccia destra non funziona, il bollo e l'assicurazione sono scadut..."


Non fece in tempo a finire la frase, che Eileen, Daisy e Conan lo presero contemporaneamente per il collo, 'puffandolo' a Hogwarts insieme a loro.

                                      

Intanto, una volta chiarito che tutti i membri dell'Esercito di Silente presenti avrebbero partecipato al salvataggio di Sirius all'Ufficio Misteri, l'idea di Luna di volare a Londra riprese quota.

"E va bene, non ha importanza, comunque" disse Harry scoraggiato. "Tanto non sappiamo come arrivare a Londra...".
"Mi pareva che questo punto fosse risolto" lo interruppe Luna con la sua calma esasperante. "Volando!".

Dopo una breve discussione tra la Lovegood e Ron, che ormai sembrava controllarsi a stento, Harry, su indicazione di Luna, scorse gli occhi bianchi di due Thestral immobili fra gli alberi. Sembravano seguire l'animata conversazione come se capissero ogni parola.
Poi, attirati dall'odore del sangue di Grop, di cui i vestiti di Harry e Hermione erano inzuppati, ne arrivarono altri. Almeno sei o sette Thestral avanzarono fra gli alberi, le grandi ali coriacee chiuse e strette accanto al corpo, gli occhi lucenti nell'oscurità.
"E va bene" si arrese Harry furibondo. "Sceglietene uno e salite".

A pochi metri dai Thestral, Kitty e Bia si erano materializzate dietro un folto cespuglio.
Le feline avevano ascoltato gran parte della conversazione degli studenti umani, e stavano valutando come proseguire la missione.

"Che cosa ci siamo perse?" miagolò Bia vedendo Harry e Hermione sporchi di sangue.
"Non saprei, miao" rispose Kitty. "Ma sono vivi. E sappiamo dove hanno intenzione di andare".
"Porteremo con noi lo Scrigno dei Collari dell'Apocalisse?" domandò Bia rabbrividendo.
"Si, uniremo il miagolamente utile al felinamente dilettevole" spiegò Kitty sorridendo.
"Ricerca magica scientifica e protezione di Harry Potter!...Se siamo fortunate potremmo accedere al Velo Nero dell'Arco di Pietra, la 'Chiave Mormorante'!".
"D'accordo, miao...ma qualunque cosa sia accaduta qui, non siamo arrivate in tempo per difendere il ragazzo" obiettò Bia scuotendo la testolina. "Guarda il colore delle macchie sui vestiti di Potter...è sangue di Gigante".
"Avrà fatto un rito magico a scopo propiziatorio per il viaggio" rispose Kitty stiracchiandosi. "Per fare le cose in grande occorre sangue di Gigante, hihihi!".
"Assomigli sempre di più al nostro direttore" commentò Bia rassegnata allargando le zampette.
"Grazie, Bia" miagolò Kitty. "E' il mio modello modello di vita felina, ma non glielo miagolare!".
"Lo avevo intuito" mormorò Bia con un tono di voce ironico. "Allora...non ci resta che prendere lo scrigno e 'puffarci' a Londra".
"Ben miagolato!" esclamò kitty entusiasta. "E sia miagolosamente chiaro...se Potter si rompe l'osso del collo cadendo da un Thestral, non è colpa nostra!".
"Ah bé, se lo miagoli tu..." replicò Bia poco convinta.

Nello stesso istante, l'Ape AC3 stregata era stata trascinata oltre i cancelli del castello e gli stregatti avevano preso posto all'interno abitacolo.
Mancavano solo gli ultimi controlli prudenziali.

"Freno a zampa disinserito...Pressione gomme da masticare ottimale...tergicristallo funzionante" miagolò Pietra sfoggiando una professionalità da pilota di aerei. "Meccanismo d'invisibilità attivato e impostato su modalità 'nuvola' ".
"Nuvola, miao?" borbottò Daisy digrignando i denti. "Hai mai visto una nuvola schizzare a cinquecento chilometri l'ora in un limpido cielo notturno?".
"D'accordo, miao...modalità 'normale'!" brontolò lo Stregatto sbuffando. "La modalità 'nuvola' la inserirò se sarò costretto a parcheggiare in divieto di sosta".
"Pensi forse che i vigili di Londra non noteranno una nuvola parcheggiata selvaggiamente in doppia fila?" domandò Eileen ironicamente.
"Si...ma non si può fare la multa a una nuvola" rispose Pietra con un tono di voce serafico. "Non ha la targa, ghghgh!...Però, dietro di noi, c'è un gustoso cannone lancia-miele, miao".
"Tale nonno, tale nipote!" esclamò Eileen Daisy colta alla sprovvista. "Ci manca solo la pappa reale".
"Come?...Abbiamo un'arma magica appiccicosa a bordo?" chiese Daisy preoccupata.
"A miagolare la verità ce sono due" precisò Pietra con la massima tranquillità. "C'è un pungiglione a forma di rostro sulla parte anteriore del veicolo, con gli stessi effetti del corno un Erumpent".
"Cosa?" urlò Daisy agghiacciata. "E cosa succede se facciamo un frontale?".
"Ma insomma, cosa pretendi da un Ape?...Che non abbia un pungiglione?" protestò lo Stregatto allargando le zampette.

In risposta le stregatte emisero dei lamenti sommessi, allacciandosi silenziosamente le cinture.

"Pronti per il decollo verticale" miagolò Conan ridacchiando. "Non appena i Thestral e i loro cavalieri attraverseranno i cieli di Hogwarts, ci porteremo sopra di loro a distanza di sicurezza, d'accordo?".

Eileen e Daisy gemettero di nuovo, socchiudendo gli occhi più volte.

"Conto alla rovescia miagolante!" urlò Pietra afferrando i comandi. "Meno dieci...due, uno, miaoooooooohhhh!!!".

Dopo una rapida sgommata sul prato, l'Ape s'impennò su due ruote e cominciò a sollevarsi a balzi verso l'alto, come se stesse salendo dei gradini, uno dopo l'altro, portandosi silenziosamente a una decina di metri sopra il tetto della Torre di Astronomia.

                                      

"Ah, Pietra...ti sei ricordato di fare il pieno di carburante al solito distributore della Contea del Surrey?" chiese Conan pensando agli eventuali percorsi nelle strade di Londra. "Quella stazione vicina Casa Dursley, per intederci".
"Ehm, si. Ma il distributore del Surrey è saltato in aria non appena ho miagolato 'Lumos' " miagolò lo Stregatto con aria innocente.
"Per la barba di Merlino!!!" miagolarono in coro le stregatte agghiacciate.
"Relax, miao!...Invieremo subito una squadra di riparatori magici felini e obliviatori" dichiarò Conan minimizzando l'incidente. "Sistemeranno la faccenda in un baleno".
"Non è colpa mia, era buio!...Non riuscivo a leggere le istruzioni per far funzionare la pompa" si giustificò Pietra alzando gli occhi al cielo. "Devono essere state le scintille emanate dal mio collare magico...".
"Certe persone hanno paura del vuoto, altre hanno paura del pieno, eh, eh, eh!" commentò Conan pensando anche al costo della benzina. "E quindi, miao?".
"Allora...sono stato costretto sgattaiolare in un distributore della confinante Contea del Berkshire; ho tolto il collare e ho preso il carburante necessario, in totale sicurezza, stregando prima il self-service babbano, ovvia-miagola-mente!".
"Meno male!...Era un po' più illuminata la stazione di Berkshire, eh?" chiese Eileen digrignando i denti. "Nessuna esplosione, vero?".
"No" miagolò Pietra impettito. "Imparo in fretta, mai due volte lo stesso errore: vietato avvicinarsi a una pompa di erogazione di carburante con un Collare Magico".
"Bravissimo! Pertanto, hai letto diligentemente le istruzioni senza distruggere la stazione, giusto?" domandò Daisy mostrando un insistente tic all'occhio destro.
"Vero. Nessun danno, miao!...C'era poca luce anche là, ma ho risolto diversamente" miagolò lo Stregatto con orgoglio.
"Spiegati, miao!" urlò Daisy in preda a una crisi felina di nervi.
"Bé, erogava lentamente e temevo che il distributore stesse per finire il carburante. Così, ho acceso dei fiammiferi babbani per vedere se ne era rimasto a sufficienza nel serbatoio sotterraneo della stazione".


"COOOOSSSSSAAAAAHHHHH???" urlò Eileen sbiancando.


"Miao, ma è un miracolo che..." mormorò Daisy più pallida della sua amica.
"Sono d'accordo, miao, il fiammifero è un'invenzione miracolosa che, a volte, sopperisce alla mancanza di Incantesimi Lumos" commentò Pietra soave. "Aveva ragione Arthur Weasley: intelligenti questi Babbani!".








































Nessun commento:

Posta un commento

AVVISO: Benvenuti! Potete commentare pur non essendo registrati, ma sapete che è possibile inserire un nickname? Nella tendina "Commenta come" c'è l'opzione "Nome/URL". Inserite soltanto un nome e cliccate su continua, potrete così identificare facilmente i vostri commenti! Buona permanenza nel blog!