Libro quattro capitoli 5, 6, 7, 8: Quattro Veela ordinariamente straordinarie. (post suscettibile di revisione grafica e letteraria da parte di Eileen)




    Liberamente ispirata a Harry Potter e il Calice di Fuoco, Capitoli 5, 6, 7, 8: I tiri vispi di Fred e George, La Passaporta, Bagman e Crouch, La Coppa del mondo di Quidditch.









Alla Tana degli Weasley, in attesa della cena, l'argomento più dibattuto fu lo scherzo di cattivo gusto architettato da Fred e George all'affamato Dudley.
Infatti, i gemelli avevano lasciato cadere una caramella 'mou mollelingua', di loro invenzione, sotto il naso del cugino di Harry, procurandogli una lingua deformata lunga almeno un metro.




Provato dalla dieta di Petunia, Dudley non aveva potuto resistere alla tentazione di inghiottirla.
Ed era stato proprio su questo fattore di debolezza che i fratelli Weasley avevano fatto affidamento.
Solo l'intervento magico del padre era riuscito a riportare la situazione alla normalità, o per meglio dire, alla normalità della Famiglia Dursley, ma non senza attimi di terrore, forte tensione, e lanci di soprammobili.
Per la verità, Arthur aveva passato metà della sua vita a battersi contro i maltrattamenti ai babbani: odiava ogni comportamento diretto a minare seriamente le relazioni tra maghi e babbani e tra maghi e stregatti.
E non osava pensare che cosa sarebbe potuto accadere se, al posto di un Dudley qualunque, ci fosse stato uno stregatto, come il famoso Noli Me Tangere: un incidente diplomatico dalle conseguenze planetarie imprevedibili.

In Inghilterra, l'ultima volta che la pigrata di un'onesta famiglia di stregatti era stata disturbata da piccoli prodotti pirotecnici, fatti scoppiare per festeggiare il Capodanno babbano, una serie di inspiegabili esplosioni aveva fatto saltare in aria la metà dei magazzini di un'industria internazionale di fuochi d'artificio di Salisbury, nella Contea di Wiltshire.

"Che tradizioni babbane incivili...E' una vergogna, miao!" commentò Il Presidente Noli Me Tangere dinanzi al Wizengamot, in difesa del povero Stregatto accusato di disastro magico colposo e padre di quattordici cuccioli. "Gli umani non si rendono conto che mettono a repentaglio la salute e la vita dei nostri piccoli tesorucci e dei loro animali...Ormiaodunque, è stata legittima difesa!...O forse, dovrei ordinare alle mie legioni feline di eliminare il giorno di San Silvestro dal calendario?".

Nessun Giudice del Wizengamot comprese il significato di quella battuta, vagamente assimilabile ad una strampalata minaccia: era impensabile che il Presidente delle Colonie Internazionali di Stregatti potesse eliminare l'ultimo giorno dell'anno dal calendario.
Tuttavia quando si trattava di magia stregatta, una branca dai confini ancora inesplorati, era buona norma procedere con cautela e prendere in considerazione qualsiasi ipotesi, anche quella di un'eventuale complotto di Noli con il leggendario Leprotto Bisestile.
Alla fine della vicenda giudiziaria, su suggerimento di Albus Silente, il Wizengamot accolse la tesi della sussistenza della legittima difesa: la scriminante per il fatto commesso fu riconosciuta per l'esistenza del grave pericolo di una compromissione del delicatissimo udito dei cuccioli di stregatto.
Così, il padre degli stregattini fu assolto con formula piena e miagolante.
E il calendario gregoriano rimase intatto.
Pertanto, quella sera d'agosto, Arthur Weasley non poté fare a meno di esprimere a Fred e George tutto il suo rammarico e l'immensa delusione per il loro comportamento irresponsabile, lasciando a Molly l'ulteriore compito di rincarare la dose prima del pasto serale.

Dopo un'avvincente battaglia fra tavolini stregati, organizzata da Bill e Charlie, e una buffa caccia di Grattastinchi agli gnomi del giardino, arrivò finalmente l'ora di cena accompagnata da tanti succulenti manicaretti.
Così, Tutta la Famiglia Weasley più Harry e Hermione si sedettero a tavola sotto un cielo blu intenso e trasparente, dimenticandosi dell'incidente occorso al 'piccolo' dei Dursley.
Molly aveva appena finito di servire l'ultima portata, il gelato alle fragole, quando gli stregatti apparvero ai confini della Tana.
Erano miagolamente consapevoli dell'ingiustificabile ritardo: prima del 'puff ' di trasferimento da Privet Drive alla Tana, approfittando della confusione creata dallo schiantesimo erroneamente lanciato a Dudley, Pietra si era preso perfino la licenza di 'prendere in prestito' il binocolo di Petunia per spiare i vicini, con un'ottima visione notturna.

Inoltre, lo Stregattaccio aveva minimizzato l'incidente occorso al cugino di Potter sostenendo la seguente tesi miagolante: "Secondo alcune ricerche, miao, gli schiantesimi possono avere effetti positivi sul cervello dei Babbani. Forse non tutto il male viene miagolamente per nuocere!...In ogni caso, meglio non far sapere queste sciocchezze a Silente, ghghgh!".
Ovviamente, la notizia di un Dudley Dursley schiantato non avrebbe giovato al Curriculum accademico di Pietra, per non parlare della eventuale reazione della McGranitt.

                                

Una volta materializzati alla Tana, i felini iniziarono a strisciare nella vegetazione in direzione dell'abitazione.
Da come si stavano muovendo nella piccola palude, sembravano dei 'marines' pronti ad assaltare l'Ufficio del Personale, per consegnare le proprie richieste di pensionamento anticipato.

"C'è qualcuno, oltre me, che si sta chiedendo perché strisciamo come lumache, pur avendo cappottine invisibili?" domandò Eileen mentre lanciava furiosamente uno gnomo oltre i confini della proprietà Weasley.
"Guardate come siamo ridotti!" sbottò Daisy inviperita e infangata. "Non siamo più in forma umana, adesso!...Non potremmo semplicemente zampettare, invece di arare il giardino?".
"Avete ragione, miao!" rispose Pietra risvegliandosi dal suo torpore serale. "Ma dopo aver bevuto tutte quelle Pozioni Polisucco, comincio ad avere qualche crisi d'identità, ghghgh!".
"Purtroppo, qualunque cosa sia accaduta qui, ce la siamo persa!" aggiunse Conan osservando attraverso il binocolo di Petunia. "E' finita, sigh-miao!...Finitaaaahhh!!!".
"Per tutte le clessidre di Merlino, siamo rovinati!" esclamò Daisy agghiacciata. "Harry Potter, la nostra speranza migliore è morto per colpa nostra!...Chi avrà il coraggio di miagolarlo a Silente?".
"Ma no!...E' finita la cena degli Weasley" precisò Conan con un'espressione triste sul musetto. "Sto osservando i pietosi resti di un pasticcio di pollo e prosciutto, macerie di patate bollite, un piccolo frammento di fragola che lotta per non affogare nella coppa del gelato sciolto, e foglie di insalata che giacciono moribonde sulla tovaglia".
"Neanche una polpetta sopravvissuta, ahi-miao-me!" sentenziò Pietra con le zampette sul ciuffetto. "Cerchiamo di pensare miagolosamente positivo!...Il destino ci ha chiuso la porta di un frigorifero, ma ce ne aprirà un'altra di uno più grande".
"Bé, almeno Harry Potter è ancora vivo!...Non ci resta che accucciarci nel capannone degli strumenti babbani di Arthur e aspettare" commentò Eileen tirando un respiro di sollievo insieme a Daisy. "Al momento giusto, sgattaioleremo dietro al ragazzo e alla sua comitiva per raggiungere il luogo della Finale di Quidditch".
"Miagolamente approvato!...Chi fa il primo turno?" domandò Daisy pronta ad offrirsi volontaria.

"Io miao, per servirvi!" replicò Pietra battendosi il petto con eccessivo spirito cavalleresco. "Riposatevi pure, mi darà il cambio Conan fra tre ore. Sarete svegliate appena Harry sarà tirato giù dal letto dalla dolce Molly".

Era stata una domenica molto movimentata e impegnativa: Eileen, Conan e Daisy crollarono quasi subito in una profonda pigrata.
Diversamente, Pietra riuscì a resistere eroicamente trenta secondi in più, prima di celebrare l'inizio del suo turno di guardia con una sonora ronfata.

Quella notte, a Harry pareva di essersi appena coricato quando la signora Weasley lo scrollò per svegliarlo, e la stessa sorte toccò a Ron, Hermione e Ginny.
Le loro colazioni, a base di porridge e salsa di melassa, erano già pronte e aspettavano solo di essere servite.
Del resto, il tempo a disposizione per raggiungere il 'luogo di partenza' non lasciava spazio a troppi indugi: Arthur aveva prenotato la Passaporta più vicina alla Tana, in cima al 'Col dell'Ermellino', più
precisamente quella delle sette meno cinque, e non potevano permettersi di ritardare neanche un secondo.
Perciò, mentre gli stregatti erano ancora placidamente addormentati, il Signor Weasley radunò i grifondoro nel cortile, per guidarli in direzione della collina, oltre la vicina cittadina di Ottery St Cathpole.
Giunti sul Col dell'Ermellino, Harry e i suoi amici incontrarono Amos Diggory e suo figlio Cedric, il Cercatore di Tassorosso, entrambi in procinto di utilizzare il medesimo mezzo magico di trasporto.
Furono proprio loro a individuare la Passaporta per primi: si trattava di un vecchio e logoro stivale, apparentemente abbandonato come un rifiuto, che la maggior parte dei babbani non si sarebbe mai sognato di raccogliere.
Il 'luogo di destinazione' era una località inglese di campeggio, dove un fantastico stadio da Quidditch da centomila posti era stato magicamente costruito nei pressi del folto bosco adiacente alle piazzole prenotate dal padre di Ron.

La sensazione provata da Harry Potter riguardo la prima esperienza di trasferimento tramite Passaporta, fu più o meno la stessa che, nel tardo pomeriggio, Pietra Stregatto e Conan Scintillo sperimentarono al loro risveglio alla Tana, quando furono centrati da due getti d'acqua gelida creati magicamente da Eileen e Daisy.

"Allora, come è andato il turno di guardia?" chiese Eileen con un tono di voce ironico. "Immagino che nessuno di voi abbia visto Harry Potter allontanarsi, stanotte".
"Mieeworrr!...Per la verità, ho sognato di fare la guardia, e di vedere Harry incamminarsi oltre la staccionata, insieme ad Arthur e ai suoi amici" miagolò lo Stregatto mentre si strizzava la coda bagnata.
"Ti rendi conto che hai sognato la sua partenza come realmente è avvenuta!" esclamò Daisy cercando di mantenersi calma. "E non ti sei neanche preoccupato di svegliarti!".
"Effettivamente...stavo quasi per svegliarmi, ma poi, ho sognato di avere un colpo di sonno, ghghgh!" miagolò Pietra con la solita falsa espressione innocente.
"Miao, solo a te capita di avere un colpo di sonno mentre stai già dormendo!!!" urlò Daisy inferocita.
"Ehm, che ne miagolate di sgattaiolare direttamente allo stadio del Quidditch con sembianze umane?" domandò Conan temendo di ricevere un'altro getto d'acqua per tutta risposta. "Così recupereremo il tempo pigramente perduto".
"D'accordo, ma non azzardatevi a fare scommesse con Ludo Bagman!...I Direttori di Hogwarts non possono giocare d'azzardo" miagolò Daisy indicando con la zampetta i due stregatti. "E non provate a parlare in miagolese con Barthy Crouch, perché quell'uomo conosce centocinquanta lingue diverse, tra le quali il miagolese moderno a un discreto livello".

Conan e Pietra annuirono, mostrando un'espressione delusa dipinta sul musetto, ma il tempo era tiranno e Harry Potter era rimasto senza scorta felina.
Sebbene le probabilità che Voldemort si facesse vivo in un posto stracolmo di Auror erano minime,
nessun stregatto desiderava venir meno all'impegno preso con Silente.
Fu così che decisero di 'puffarsi' direttamente dentro il bosco, ai confini del campeggio destinato ad accogliere maghi e streghe provenienti da tutto il mondo.

                                

Ma proprio nel momento in cui i felini si materializzarono, un gong profondo e assordante rimbombò da qualche parte, in direzione dello stadio, e in un solo istante lanterne verdi e rosse si accesero tra gli alberi, illuminando il sentiero che portava al campo.
"E' ora!" disse Arthur eccitato ai suoi ragazzi. "Avanti, andiamo!".

Tenendo ben stretti i loro acquisti, il Signor Weasley in testa, si affrettarono tutti a entrare nel bosco, seguendo il percorso illuminato dalle lanterne.
Sentivano i rumori di migliaia di persone che si muovevano intorno a loro, urla e risate, frammenti di canzoni, e...miagolii strani.
L'atmosfera di eccitazione febbrile era altamente contagiosa; Harry non riusciva a smettere di sorridere.
Poi, per alcuni secondi, fra i rami del folto bosco, gli sembrò di scorgere il suo Maestro di Pozioni.

"Possibile?" pensò Harry fra sé e se. "Che diavolo ci fa uno come Piton alla finale di Quidditch?"

L'insegnante si era mosso con le movenze rapide di un felino rivolgendogli uno sguardo furtivo, per poi scomparire nel nulla, inghiottito dal buio.

"Pensi che anche il Professor Piton sia venuto a vedere La partita?" domandò Harry al suo amico Ron con aria preoccupata.
"Che strane idee ti vengono in mente" rispose Ron leggermente sorpreso. "Credo che a un tipo come lui, interessino solo le partite dei Serpeverde".
"E se ti dicessi che l'ho visto qui nel bosco, fuori dal percorso illuminato?" replicò Harry con un'espressione mortalmente seria. "Stava saltando da un albero all'altro con l'agilità di uno...stregatto".
"Cosa?...Piton che saltella tra i rami?" domandò Ron colto di sorpresa. "Oh, non mi meraviglierei, dispettoso com'è, se fosse davvero uno stregatto!...Dai Harry, siamo seri, è impossibile!".

Udite le ultime parole dei ragazzi, Hermione li osservò come se tanti campanelli d'allarme gli risuonassero dentro la testa, e affermò: "Gli stregatti ci stanno seguendo".

"Si, Ron, era proprio lui, Piton!" precisò Harry ignorando le parole della Granger. "Ci sta tenendo d'occhio!".
"Bé, potrebbe essere normale avere allucinazioni la prima volta che si usa una passaporta" disse il ragazzo dai capelli rossi, lasciando spazio a qualche dubbio per il tempo già trascorso. "E poi, se Severus Piton sarà in tribuna, avremo l'occasione di vederlo, giusto Harry?".
"Giusto" ribadì Harry con un tono di voce poco convinto. "Però...".
"Sono costretta a ripetermi" lo interruppe Hermione, con un tono di voce più deciso del precedente. "E se, invece, tu avessi visto uno stregatto trasfigurato o sotto l'effetto di una pozione Polisucco?".

Ron la guardò come se fosse matta, poi, tra il serio e il faceto, gli chiese: "Perché uno stregatto dovrebbe presentarsi a vedere una partita assumendo le sembianze del Professor Piton, dal momento che può rendersi invisibile?".
"Ci dev'essere sotto qualcosa! Un piano segreto..." replicò la ragazza scrutando tra i cespugli con un'espressione sospettosa. "Forse Piton conosce gli stregatti, probabilmente sono complici".
"Ahhh, siamo alla teoria del complotto!...Aspetta un attimo, Hermione! Frena!!!" brontolò Ron appoggiando un braccio sulle spalle del suo amico. "Io e Harry siamo qui per goderci la Finale di Quidditch e, a meno che tu non veda il Signore Oscuro svolazzare sopra il campo da gioco indossando un cappello irlandese ornato con trifogli, oppure sventolare una bandiera della Bulgaria...".
"Si, si, ho capito" lo interruppe Hermione sospirando visibilmente rassegnata. "Lasciamo perdere e pensiamo a divertirci".

Camminarono nel bosco per venti minuti, parlando e scherzando a voce alta, finché uscirono all'aperto.
Si ritrovarono all'ombra di uno stadio gigantesco, circondato da i immensi muri d'oro.
"Posti di prima classe!" disse la strega del Ministero all'ingresso, staccando i loro biglietti. "Tribuna d'onore! Dritto di sopra, Arthur, più in alto che puoi".

Nel frattempo, ai margini del bosco, Pietra-Piton, Conan-Vitious, Eileen-McGranitt e Daisy-Sprite stavano discutendo animatamente a causa di un imprevedibile incidente di percorso.

"Pietraaaaaaaaahhhh!!!...Dove hai messo i biglietti?" sbottò Daisy furiosa. "Te lo ripeto, lentamente, per l'ultima volta...Do-ve hai me-sso i bi-glie-tti!!!".
"Ohhh-gnaooohhh...non riesco più a trovarli!...Lo giuro, ho guardato in tutte le tasche!" miagolò lo Stregatto pietosamente. "Ero sicuro di averli presi; li avevo in tasca in Sala Grande, poco prima di partire per la missione...E adesso non ci sono più".
"Se li saranno mangiati i Doxy che ci stavano inseguendo, eh, eh, eh!" miagolò Conan cercando allentare la tensione con una battuta. "In fondo è una spiegazione, ehm...miagolamente ragionevole".
"Lo sapevo!...Lo sapevo!!...Lo sapevooohhh!!! Abbiamo sprecato le Polisucco inutilmente" sbottò Eileen schiumando di rabbia. "Inoltre, ci siamo giocati la Tribuna d'onore e, quel che è peggio, Harry Potter sarà in pericolo per tutta la partita!".
"Una gara di Quidditch di questo livello potrebbe durare giorni, settimane, mesi!!!" soffiò Daisy inviperita. "Per non parlare delle nostre cappottine invisibili danneggiate dai sassi e dal fango alla Tana degli Weasley!...Tirate fuori un'idea!...Subitoooohhh!!!".
"Ehm, Ehm...potremmo entrare direttamente in campo senza biglietti" mormorò Conan, come se avesse paura di quello stava per miagolare. "Nascondersi in bella vista, si miagolerebbe!".
"Direttamente in campo...Questa è bella! Così ci facciamo arrestare dagli Auror in diretta, davanti a tutto il mondo magico che ci guarda" soffiò Eileen scuotendo la testolina disperatamente. "Chi dobbiamo strangolare per primo, Daisy, il mio diletto Conan o il tuo amato...".
"Non se ci trasfiguriamo in 'Mascotte' di una delle squadre finaliste, e ci confondiamo fra loro!...Vi ricordo che, a differenza dei maghi e delle streghe umani, noi stregatti abbiamo la capacità di trasfigurarci in animali fantastici o altri tipi di creature" la interruppe Conan ghignando felinamente. "Così non daremo nell'occhio e il ragazzo avrà la protezione all'interno del campo di gioco".
"Allora, miao, in quali creature preferite trasfigurarvi?" chiese Pietra con un filo di voce, rammentandosi i suoi orrendi voti da studente in Trasfigurazioni di ogni tipo. "Nelle Veela bulgare o nei Lepricani irlandesi?".
Le stregatte rimasero ammutolite, quasi meravigliate dalla genialità e semplicità di quel piano.
Restava solo da scegliere la trasfigurazione più consona e dignitosa.
Dopo una breve e sghignazzante consultazione, Eileen e Daisy fugarono ogni dubbio, e miagolarono in coro: "Veelaaaaahhhh!!!".

                                  

Tuttavia, gli stregatti erano consapevoli che i risultati di quelle difficilissime trasfigurazioni non potevano altro che riflettere la 'natura miagolante delle cose'.
Fu così che mentre Eileen e Daisy assunsero le sembianze di due splendide Veela dai tratti felini, che le rendevano ancora più affascinanti delle normali Veela, Pietra e Conan si trasfigurarono in una specie di scherzo della natura magica, come se fossero l'eccezione vivente a conferma della regola dell'indiscusso canone di bellezza delle Veela.

"Siamo in ritardo, eh?...Immagino che le vostre compagne vi stiano aspettando negli spogliatoi" cinguettò un mago del Ministero appena vide lo strano gruppo di Veela presentarsi all'ingresso. "Anche quelle due dietro di voi fanno parte della vostra squadra?".
"Si, certo" rispose Eileen-Veela timidamente. "Perfino le Mascotte hanno le riserve: chi ingrassa troppo resta in panchina".
"Abbiamo molta premura, caro" aggiunse Daisy con uno sguardo seducente. "Verremo a ringraziarti dopo la partita, che ne dici tesoro?".
"Co..cosa?...Da, da, davvero?" balbettò L'uomo sudando freddo. "Oh bé, tutto ciò che vuoi...Luce dei miei occhi...ma spero che non abbiate bisogno di essere sostituite da quelle là!".

Pietra assunse un'aria torva e indecifrabile; si aggiustò il ciuffetto color biondo platino, poi, passando accanto al mago, brontolò sottovoce: "Potrebbe essere scambiato per un Purvincolo, che ha divorziato dalla sua appendice a forma di anemone di mare".
"E' già tanto se sua moglie lo fa entrare in casa senza aizzargli un branco di Crup alle calcagna!" aggiunse Conan facendo il suo ingresso per ultimo. "Io avrei già cambiato serratura e messo un lethifold al posto dello zerbino".

Intanto, in Tribuna d'onore, Harry aveva fatto la conoscenza di Winky, l'Elfa domestica di Barthy Crouch; aveva stretto la mano al Ministro della Magia e al suo collega bulgaro.
Infine, aveva dovuto fare buon viso all'arrivo della sprezzante Famiglia Malfoy al gran completo, invitata da Cornelius Caramell in seguito a una generosa offerta di Lucius in favore dell'Ospedale San Mungo.
Per ultimo era giunto Ludo Bagman che aveva preso posto in Tribuna per la cronaca della partita.

"Tutti pronti?" disse Bagman, il volto rotondo radioso come una grande, eccitatissima forma di formaggio. "Ministro...pronto a partire?".
"Quando vuoi Ludo" rispose Caramell tranquillamente.
L'ex fuoriclasse del Quidditch estrasse rapido la bacchetta, la puntò alla propria gola e disse: "Sonorus!".
La sua voce sovrastò il ruggito che riempiva lo stadio, echeggiò sul pubblico, rimbombando in tutti gli angoli delle Tribune: "Signore e Signori...benvenuti! Benvenuti alla Finale della quattrocentoventiduesima Coppa del Mondo di Quidditch!".
Gli spettatori applaudirono e urlarono, migliaia di bandiere sventolarono, aggiungendo al frastuono i loro inni nazionali discordanti.
"E ora, senza altri indugi, permettetemi di presentarvi...le Mascotte della Nazionale Bulgara!".

Tutto lo stadio rappresenta un sogno a occhi aperti, e Harry si sentiva sempre più parte di quel mondo magico.

"Chissà che cosa avranno portato" disse il Signor Weasley, curvandosi in avanti.
"Aaah!" all'improvviso si tolse gli occhiali e li pulì in fretta nell'abito. "Veela!".
"Che cosa sono i Vee...?" mormorò Harry.
La risposta giunse quando un centinaio di Veela si riversarono sul campo, compresi gli stregatti trasfigurati.
Le Veela erano donne...le donne più belle che il giovane mago avesse mai visto, solo che non erano...non potevano essere umane.
Harry rimase interdetto per un attimo, mentre cercava di indovinare che cosa potessero essere; che cosa potesse far brillare in quel modo la loro pelle di candore lunare, o far ondeggiare i loro capelli d'oro pallido, senza che ci fosse il vento.
A parte due Veela visibilmente fuori forma, con pance prominenti e un accenno di baffi sotto il naso, le altre avevano un fisico assolutamente perfetto.
Ma poi cominciò la musica, e il grifondoro smise di preoccuparsi circa la loro dubbia natura umana.
Durante la parata, una delle Veela in sovrappeso aveva pestato un piede alla collega di fianco, azzoppandola leggermente, ma nessuno ci aveva fatto caso.
Infine, le Veela avevano cominciato a ballare, e la testa di Harry si era completamente, beatamente svuotata.
Tutto ciò che importava al mondo era continuare a guardare le Veela, perché se avessero smesso di ballare, sarebbero successe cose terribili.
Quelle meravigliose creature non smisero di ballare neanche quando la più baffuta delle Veela perse l'equilibrio, rotolando giù per i gradini che conducevano agli spogliatoi e trascinando con sé altre cinque Veela.
Ancora una volta, nessuno degli spettatori ci fece caso, perché come Harry, erano troppo rapiti dai canti e dai balli delle altre Mascotte rimaste in piedi.
E mentre le Veela danzavano sempre più in fretta, brandelli di pensieri selvaggi presero a rincorrersi nella mente confusa di Harry. Voleva compiere qualcosa di molto impressionante, e proprio in quel momento. Buttarsi giù dalla Tribuna nello stadio sembrava una buona idea...ma era abbastanza buona?".

Poi un'idea orribile si fece strada nella mente di Harry, ma fu proprio quella che lo salvò da una caduta rovinosa.
"E se dopo essermi lanciato nel vuoto finissi tra le braccia della Veela sbagliata?" pensò il ragazzo.
"Harry, che cosa stai facendo?" disse la voce di Hermione da una gran distanza.
La musica cessò. Harry sbatté le palpebre. Era in piedi, e una delle sue gambe era a cavalcioni sul muretto della Tribuna.
Accanto a lui, Ron era paralizzato in una posa che lo faceva sembrare sul punto di tuffarsi da un trampolino.
Hermione emise un chiaro sbuffo di disapprovazione. Si alzò e costrinse Harry a rimettersi a sedere.
"Insomma!" disse l'amica contrariata, mentre era venuto il turno della presentazione e dell'esibizione dei Lepricani, le Mascotte dell'Irlanda.

                                   

In seguito alla presentazione delle due squadre e dell'arbitro egiziano, la gara ebbe inizio: la favorita era l'Irlanda, ma la Bulgaria aveva tra le sue fila il giovanissimo Victor Krum, considerato il Cercatore più forte del mondo.
L'avvio della gara fu di marca irlandese come nelle previsioni, tanto che, dopo circa trenta minuti, il punteggio era di centotrenta a dieci. Ma il gioco cominciava a farsi più sporco.
Ad un tratto, a causa dell'ennesima punizione per l'Irlanda, le Veela balzarono in piedi, scossero le chiome con rabbia, anche quelle più spelacchiate, e ripresero a danzare.
A onor del vero, Pietra e Conan erano tra le Veela che facevano più paura, perché avevano dato il via a un'antica danza babbana di guerra dei Maori, che i tifosi bulgari stupiti stavano appoggiando con scroscianti applausi.

https://www.youtube.com/watch?v=J94x3sgI_Ho

Tutti insieme, i ragazzi Weasley e Harry si tapparono le orecchie, ma Hermione, che non ci aveva badato, cominciò a tirare Harry per il braccio. Lui si voltò a guardarla, e lei gli sfilò impaziente le dita dalle orecchie.
"Guarda l'arbitro!" disse con una risata.
Harry guardò. Il Direttore di gara Hassan Mustafà era atterrato proprio davanti alle Veela danzanti, e si stava comportando in modo davvero strano. Gonfiava i muscoli e si accarezzava i baffi con aria seducente.
"Insomma, non possiamo tollerarlo!" disse Ludo Bagman anche se in tono molto divertito. "Qualcuno schiaffeggi l'arbitro".

Prima che un medi-mago riuscisse a intervenire per affibbiare un calcio negli stinchi dell'arbitro, una delle due Veela, precedentemente impegnata a picchiare Lepricani nel corso della danza Maori, prese per buone le parole di Bagman, e decise di agire per sbloccare la situazione di stallo.
Fu così che la Veela-Conan scattò in avanti, travolgendo come uno tsunami un gruppo di poveri Auror.
Poi, giunto a distanza di tiro, Scintillo si tuffò in volo d'angelo sopra gli ultimi addetti alla sicurezza, centrando Hassan Mustafà in pieno volto con un manrovescio memorabile...anche quest'ultimo 'non umano'.
Si trattò di un gesto così spettacolare che, da solo, poteva valere la metà del prezzo del biglietto, o almeno la foto autografata di Victor Krum, oppure un weekend ad Azkaban per oltraggio e lesioni a Pubblici Ufficiali.
Invece, Conan Scintillo si dovette accontentare dell'immancabile standing ovation del pubblico bulgaro, adirato per le continue punizioni concesse alla squadra avversaria.

Attraverso il suo omniocolo, Harry vide l'arbitro tornare in sé, con le impronte di cinque dita stampate su una guancia, straordinariamente imbarazzato.
Gridava contro le Veela, che avevano smesso di danzare e sembravano riottose.

"E a meno che non mi sbagli di grosso, Mustafà sta davvero tentando di espellere le Mascotte della Nazionale Bulgara!" disse Bagman. "Questa si che è una cosa a cui non abbiamo mai assistito...oh, le cose potrebbero mettersi al peggio".
Infatti, poco dopo che i giocatori bulgari erano atterrati per chiedere spiegazioni, il Veela-Conan fu espulso dal campo di gioco e trascinato via a forza da altre due bellissime Veela, Eileen e Daisy, mentre la Bulgaria doveva prepararsi a subire altre punizioni.

Tuttavia, la partita non era ancora finita, e il gioco assunse un livello di ferocia mai visto prima.
Anche Pietra Stregatto aveva raggiunto livelli d'immedesimazione e tifo mai visti, a tal punto da digrignare i denti, legarsi i capelli a coda come i Maori, e proporre un 'attacco aereo'.

"Ma sei impazzito?" gridò Daisy disperata. "Vuoi farci espellere tutti?".
"Taci e non ti azzardare più a mettere in giro idee pellegrine tra menti così fragili. Stasera, le Veela sono talmente fuori di testa che potrebbero darti ascolto!" urlò Eileen mettendo a dura prova le corde vocali. "Pensi che sia una cosetta da nulla volare come un'arpia?".
A questo piccolo particolare, apparentemente insignificante, Pietra non aveva ancora pensato: trasfigurarsi da Veela obesa in un'Arpia era un conto, ma saper volare come un predatore alato munito di artigli era un'altra cosa.

"Fallo!" ulularono i tifosi irlandesi come un sol uomo, tutti in piedi in un enorme onda verde.
"Fallo!" fece loro eco la voce di Ludo Bagman magicamente amplificata. "Dimitrov colpisce Moran...ha volato allo scopo deliberato di urtarla...e ci dovrebbe essere un'altra penalità...si ecco il fischio dell'arbitro!".

I Lepricani si erano alzati a mezz'aria e formarono una mano gigante, che faceva un gesto molto maleducato rivolto alle Veela dall'altra parte del campo.
Per tutta risposta le Veela persero il controllo. Dopo quello che aveva proposto Pietra, si slanciarono attraverso il campo scagliando quelle che sembravano manciate di fuoco contro i Lepricani.
Harry vide attraverso il suo omniocolo che non erano affatto belle, in quel momento: al contrario, i loro volti si allungavano in affilate teste d'uccello dai becchi feroci, e lunghe ali squamose spuntavano alle loro spalle.
Una di loro, però, quella che pareva la più feroce, somigliante in parte a un tacchino, faticò qualche secondo di più prima di prendere quota.

"E questo, ragazzi" urlò il signor Weasley sul tumulto della folla sottostante, "è il motivo per cui non bisogna mai fermarsi all'apparenza".

                                    

Maghi del Ministero si affrettarono a scendere in campo per separare le Veela dai Lepricani, ma con scarso successo; nel frattempo, la battaglia campale di sotto non era nulla paragonata a quella in alto. E lo scontro in alto era niente rispetto a quello che stava per combinare Pietra, in volo avvitato.
In buona sostanza, un'arpia con una curiosa testa di tacchino spelacchiata si stava facendo strada in cielo tra le due squadre, acquistando sempre più velocità in un saliscendi continuo.
Il suo volo ricordava quello di un pilota ubriaco, indeciso se salire più in alto per evitare un furioso temporale oppure scendere più in basso per tentare un atterraggio di fortuna.
Poi l'arpia-Pietra, autodidatta nell'arte del volo, virò improvvisamente, scendendo a singhiozzo verso la Tribuna d'onore, in direzione della famiglia Malfoy.

"Lucius!...Draco!...Cosa sta cercando di fare quel giocatore?" chiese Narcissa preoccupata. "Si tratta forse della famosa finta Wronsky?".
"Per essere una finta Wronsky, lascia molto a desiderare, mamma" rispose Draco stupito.
"A me non pare un giocatore" mormorò Lucius perdendo il suo sangue freddo. "Ma lascia molto a desiderare anche come Arpia".
"Non vorrei metterti ansia, Lucius, ma qualunque cosa sia, sta per schiantarsi sopra di noi!" urlò Narcissa tuffandosi di lato. "Aiutooooooohhhhh!!!".

Poi l'impatto....rapido, preciso, senza precedenti, praticamente un 'disastro aviatorio'...addosso al Signor Malfoy!

"Attenzione!...Una grossa arpia si è gettata sopra alcuni tifosi della Tribuna d'Onore, che spettacolo! Mai vista una cosa simile!!!" gridò Ludo Bagman alzandosi in piedi per godersi gli ultimi secondi prima della collisione. "...Ecco...adesso la Veela ha ripreso il volo...sta scendendo verso il lato del campo della Bulgaria, dove sarà sicuramente espulsa. Come volevasi dimostrare: espulsa!...Peccato!...Comunque, non sembrano esserci feriti, e gli spettatori si sono divertiti".
"Ludo, brutto idiota!...Che vuol dire nessun ferito?" urlò Lucius rialzandosi in piedi, il naso sanguinante. "Quel maledetto pollo mi ha quasi ucciso!!!".
"Pensa a fare la cronaca di questa di partita, Bagman!" aggiunse Narcissa inviperita. "Ti garantisco che non avrai più occasioni di divertirti così ad una finale di Quidditch!".

Nel vedere quella scena, Harry, Ron e Hermione si piegarono in avanti dalle risate, rischiando di cadere dal muro di protezione.

"Se quell'arpia non avesse gli artigli, gli stringerei la zampa!" disse Harry con le lacrime agli occhi. "Veelaaaahhh, grazie di esistere!".
"Adoro le arpieeeehhh!!!" rispose Ron sghignazzando e guardando Hermione un secondo di troppo. "Anche quelle senza artigli, naturalmente".
"Bé, quella creatura ha superato gli stregatti nel procurare guai!" replicò Hermione assestando un pizzicotto doloroso nel braccio di Ron. "In ogni caso, Ron, ricordati sempre che le mie unghie sono ben curate".
"Guardate Linch!" urlò Harry ad un tratto.

Perché il Cercatore irlandese si era lanciato improvvisamente in picchiata con Krum alle calcagna, e Harry era quasi certo che non si trattasse di una finta Wronsky, questa era volta per davvero.

"Ha visto il boccino!" gridò Harry. "L'ha visto! Guardate, ecco che va!".
"Si schianteranno!" strillò Hermione.
"No!" ruggì Ron.
"Linch si!" esclamò Harry.

E aveva ragione: per la seconda volta nella gara, Linch colpì il terreno con forza tremenda, e fu immediatamente circondato da un'orda di Veela infuriate, di cui facevano parte anche Eileen e Daisy.

"Il boccino, dov'è il boccino?" ululò Charlie nella mischia.
"Ce l'ha...Krum l'ha preso...è finita!" gridò Harry.

Krum, gli abiti rossi luccicanti del sangue che gli colava dal naso, saliva dolcemente per aria, il pugno in alto, un bagliore d'oro racchiuso nella mano.
Il tabellone lampeggiava 'Bulgaria: centosessanta, Irlanda centosettanta'.
"Vince l'Irlanda!" gridò Bagman, preso alla sprovvista dalla fine improvvisa della partita. "Krum prende il boccino...ma vince l'Irlanda!...Santo cielo, credo che nessuno di noi se lo aspettasse!".

D'altra parte, Krum si era reso conto che la sua squadra non avrebbe mai potuto rimontare l'Irlanda, perché i cacciatori di quest'ultima erano troppo forti.
Così aveva deciso di finire a modo suo, conquistando almeno il boccino alato.
Per tutto lo stadio sventolavano bandiere, l'inno nazionale irlandese risuonava da tutte le parti; le Veela stavano tornando al loro consueto bell'aspetto, benché scoraggiate e depresse.

Nel frattempo, negli spogliatoi, la Veela-Pietra sembrava la Mascotte più frustrata di tutte.

"Si può sapere cos'hai da frignare?" chiese Eileen sospirando. "Mica hanno sconfitto gli stregatti, hanno perso i bulgari!".
"Già, miao...ma lassù in cielo, per un momento, ho visto il boccino alato davanti al mio becco; sono stato tentato e ho cercato di catturalo con tutte le mie forze!" disse lo Stregatto lisciandosi il ciuffetto di capelli d'oro spelacchiato. "Non pretendevo di vincere io, ma il Presidente degli Stregatti avrebbe potuto darmi un premio, magari una salsiccia d'oro alata".
"Miao che emozione!" aggiunse Conan con le lacrime agli occhi. "E' un vero peccato che ci sia impedito da un Trattato magico internazionale di avere una Nazionale Stregatta di Quidditch".
"Con Noli in giro, non è miagolato l'ultimo miagolio!" esclamò Pietra pieno di speranza. "Sarà per la prossima Coppa del Mondo!".
"Chissà che cosa prevedono le regole del gioco se una Mascotte afferra il boccino!" chiese Daisy incuriosita. "Non credo che sia proprio regolare".
"Ehm, stasera la questione non si pone" replicò Pietra storcendo la bocca. "Quel maledetto boccino ha virato all'ultimo secondo, ed io sono finito in collo a Malfoy: i miei artigli hanno afferrato solo il naso non alato di Lucius...fine della storia, Game mia-over, ghghgh!".

                                   

Mentre gli irlandesi festeggiavano la vittoria, nel cortile interno del castello di Hogwarts, una tenera coppia di Snasi stava affrontando alcune questioni familiari.

"Sette cuccioli, Alf!" esclamò Twila con un tono di voce isterico. "Te l'avevo detto di fare una tana più grande e profonda. Cinque metri di profondità non bastano, e neanche quattro stanze!".
"Mia cara, siamo arrivati da pochi giorni...dammi il tempo di scavare in sicurezza, senza far crollare il cortile della scuola" rispose Alf in modo pacato, lisciandosi il becco color arancione. "In fondo, sei stata tu a dirmi, senza preavviso, che non desideravi partorire alla Gringott!".
"Lo sai che i piccoli non devono distrarsi durante la poppata!" replicò Twila indaffarata ad allattare i suoi frugoletti. "Con tutto quel luccicare di monete, pietre preziose...".

"Hai ragione Tesoro, non ci avevo pensato" disse Alf con un tono di voce accomandante, rigirandosi tra le zampette quattro biglietti della Finale di Coppa del Mondo di Quidditch dalla filigrana luccicante.
"E quelli cosa sono, Alf?" domandò Twila incuriosita, osservando la refurtiva sottratta a Pietra Stregatto prima che partisse in missione da Hogwarts.
"Ho pensato di arredare il nostro salotto con dei piccoli quadretti d'autore appesi alle pareti, Amore" replicò Alf accarezzandosi il soffice pancino. "Vedi come brillano?".
"Oh, veramente carini!" commentò Twila esaminandoli uno per uno. "E chi sarebbe questo pittore che si firma...Tribuna d'Onore?".
"Credo che sia il nome di un'artista importante, mia dolcissima Twila. Li ho visti in mano al Preside di Hogwarts, poco prima che li cedesse a quella simpatica creatura miagolante di nome Pietra, che sembra avere qualcosa in comune con noi: la cleptomania" disse Alf pieno d'orgoglio.
"Per tutto ciò che luccica?" chiese Twila preoccupata per la concorrenza.
"No...per tutto ciò che è cibo!" replicò Alf strizzando un'occhietto. "Comunque, questi quattro quadri sono un vero investimento!...Neanche tua madre ha mai avuto nella sua tana delle opere d'arte di così immenso valore".

Il musetto dello Snaso femmina si rabbuiò in lampo.

"Come?" chiese Twila mostrando un'espressione imbronciata. "Neanche una?".
"A parte te, moglie adorata!" rispose Alf prontamente, esibendosi in un bacia-zampetta. "A parte la mia Amata Twila".
































    











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