Libro 2, Capitolo 13: Il diario e la poesia segretissimi

Libro 2, Capitolo 13: Il diario e la poesia segretissimi
Liberamente ispirato a Harry Potter e la Camera dei Segreti, Capitolo tredici: Il diario segretissimo

Hermione rimase in infermeria per diverse settimane.
Quando gli studenti tornarono dalle vacanze di Natale corsero varie voci sulla sua scomparsa, perché naturalmente tutti pensarono che fosse l'ennesima vittima.
Poi una folla sempre più numerosa di visitatori curiosi cominciò a infastidire anche Madama Chips, al punto che decise di nascondere la Grifondoro dietro una tenda, nel rispetto della sua riservatezza.
Harry e Ron andavano a trovarla tutte le sere. Quando ricominciò il trimestre le portavano i compiti del giorno.
Persino il professor Allock aveva inviato uno dei suoi originalissimi biglietti a Hermione, facendole gli auguri di pronta guarigione.
La simpatia che la ragazza provava per lui, provocava in Ron un profondo senso di disgusto, che raggiunse il culmine con il tentativo di Hermione di nascondere il biglietto dell'insegnante sotto il cuscino, come se fosse un tesoro prezioso da difendere.

In quelle settimane, inoltre, si erano susseguite numerose e frenetiche riunioni nell'ufficio del Preside.
Non c'erano in ballo soltanto la sicurezza della scuola e la ricerca della Camera dei Segreti, ma anche il comportamento di Pietra nei riguardi di Hermione Granger.
Fu così che l'ultima riunione ebbe, nella persona della professoressa McGranitt, l'assoluta protagonista della discussione, decisa com'era a presentare il conto al povero Stregatto.

«Adesso basta, Silente! Altro che cercare il pelo di gatto nell'uovo!!!» gridò Minerva spazientita. «E' un dato di fatto che la migliore studentessa del secondo anno di Grifondoro è in infermeria per colpa di una pozione manomessa da Pietra. L'Ordine di Gattaca ha il dovere di difendere Harry Potter, non di mandare da Madama Chips tutti coloro che gli stanno intorno!».

«Miao, ho già spiegato che se non avessi fermato Hermione con quell'innocuo pelo di gatto, Malfoy si sarebbe insospettito nel vedere la signorina Bulstrode a Hogwarts per le vacanze di Natale. Di conseguenza, Potter e Weasley avrebbero rischiato l'espulsione se fossero stati scoperti» miagolò Pietra assumendo uno sguardo innocente, come solo lui sapeva fare dopo anni e anni di pratica in razzie compiute nelle cucine elfiche. «Inoltre, come ben sapete, Daisy ha già fornito un antidoto preparato da Severus, che permetterà alla signorina Granger di guarire rapidamente».
«Innocuo pelo di gatto? ...Ma non avete visto come è stata ridotta quella povera studentessa?» domandò la direttrice di Grifondoro indicando con un braccio la direzione dell'infermeria. «L'Ordine di Gattaca ha troppa libertà di azione in questa scuola!».

A quel punto, Piton avanzò silenzioso tra Silente e Minerva, e sibilò: «A mio avviso, l'azione del professor Pietra è stata coerente con il compito di difendere il Signor Potter. Mi dolgo di far osservare a Minerva che la sua migliore studentessa, orgoglio tutto suo e di Grifondoro, è anche la stessa delinquente che ha fabbricato la Pozione Polisucco, ovvero una pozione altamente illegale».

Dopo una piccola pausa, applaudita di Pietra, Piton riprese: «Come se non bastasse, la Granger ha istigato Potter e Weasley a servirsene per il piano da lei progettato e, solo per aver coinvolto i suoi compagni, meriterebbe di essere espulsa. Infine ...ricordo a tutti i presenti che il Preside non è al di sopra della legge, e quindi, se Potter fosse stato platealmente scoperto nella Sala Comune dei Serpeverde, Albus Silente non avrebbe potuto proteggerlo senza perdere la sua imparzialità innanzi agli altri studenti e al Ministero della Magia».

All'udire le parole "delinquente" e "istigato", la professoressa McGranitt divenne paonazza, lanciando uno sguardo colmo di rabbia a Silente, poi sbottò: «Silente, stiamo parlando di una ragazzina che non si rendeva conto di quello che...»
«Ti prego Minerva! Non credo che la signorina Granger non sapesse ciò che stava facendo e, come ha fatto notare Severus, la fabbricazione della Polisucco è notoriamente illegale: il divieto di prepararla senza autorizzazione è di pubblico dominio anche tra gli studenti più sprovveduti» la interruppe il Preside bruscamente. «Tuttavia, comprendo le tue preoccupazioni. Tutti noi dobbiamo riflettere su altri possibili modi di agire in questi tempi così difficili».

«Preside, faccio rispettosamente constatare che l'Ordine di Gattaca non può avere le zampe legate!» affermò Eileen tagliando corto. «E' impossibile difendere uno come Potter, che agisce abitualmente trasgredendo i regolamenti scolastici, senza poter infrangere anche noi qualche regola».
Mentre Eileen miagolava del dispregio di Harry per le norme in generale, Severus Piton scuoteva la testa, sorridendo ironicamente alla professoressa McGranitt.

«Ha ragione Eileen, Preside! Limitare l'azione degli agenti di Gattaca significherebbe mettere a rischio la vita di Potter e dei suoi amici» aggiunse la professoressa Daisy. «Capisco che la protezione ha un prezzo, e la Granger lo sta pagando, ma Harry è stato lasciato libero di agire nella Sala Comune dei Serpeverde senza essere scoperto, come anche il nostro Preside desiderava».
"In nome del solito bene superiore" pensò Eileen fra sé e sé. "Sempre lui!".

Seguì un attimo di silenzio, che solo il canto di Fanny osò interrompere. Era difficile comprendere dove fosse disposto ad arrivare Silente in nome del più importante dei beni superiori: la distruzione di Lord Voldemort. 
«Mi assumo la responsabilità di quanto che è accaduto a Hermione Granger» rispose Silente in tono sommesso. «Ma ora, ho bisogno che l'Ordine di Gattaca si dedichi solo ed esclusivamente alla ricerca della Camera dei Segreti e del mostro che vi dimora ...E che lasci perdere, temporaneamente, la custodia di Harry Potter».

L'ultima frase di Albus Silente raggiunse le orecchie dei tre Stregatti con la stessa violenza di una raffica di schiaffi a sei dita.
Il viso di Severus Piton si incupì, pareva la maschera dell'eterna rassegnazione: sapeva bene a chi sarebbe spettato l'incarico di proteggere Potter in assenza dell'Ordine di Gattaca: una responsabilità che, per la verità, si era sempre assunto, sin dall'inizio, ma solo in nome e nel ricordo della sua amata Lily.
Al contrario, Minerva poteva considerarsi esaudita nelle sue richieste, ma la sua soddisfazione durò poco.
Infatti, dopo aver sbollito la rabbia che covava nei confronti di Pietra, si stava già tormentosamente domandando se avesse spinto Silente a fare la cosa giusta.


La stessa sera della riunione, finita la visita giornaliera a Hermione, Harry e Ron stavano tornando nella Sala Comune di Grinfondoro, quando udirono Gazza lamentarsi per i continui allagamenti nei corridoi provenienti dal bagno di Mirtilla Malcontenta: si trattava dello stesso luogo in cui Mrs Purr era stata pietrificata.
Per la verità non era solo il vecchio Argus a lagnarsi.
Perfino la suscettibile Mirtilla aveva un motivo di doglianza: qualcuno le aveva lanciato addosso un vecchio diario, trapassandola.

Nonostante Piton avesse assegnato tanti di quei compiti che si sarebbero ritrovati al sesto anno senza averli ancora finiti, i due ragazzi decisero di approfondire quel piccolo mistero.
«Ma insomma, chi te l'ha tirato?» chiese Harry al fantasma di Mirtilla.
«E che ne so... me ne stavo tranquillamente seduta sul sifone a pensare alla morte, quando mi è caduto proprio sopra la testa» spiegò Mirtilla fissandoli. «Eccolo lì, si è bagnato tutto».

Nonostante gli avvertimenti di Ron sulla pericolosità di certi libri stregati, Harry decise incautamente di raccoglierlo per esaminarlo: era un libricino con copertina nera, più precisamente un diario con una data scolorita, risalente a cinquant'anni prima.
Al suo interno, solo pagine bianche, fatta eccezione per una scritta nella prima pagina, dove Harry riuscì a decifrare un nome scritto con inchiostro sbavato: "T.O. Riddle".
Sorprendentemente, l'unica informazione utile su quel nome giunse da Ron, che si era appena ricordato di averlo già letto in Sala Trofei.
Infatti, Weasley aveva scontato il castigo, ricevuto nell'occasione dell'arrivo a Hogwart con la Ford Anglia, ripulendo la miriade di trofei esposti, anche dalla bava di lumache.
Su una delle targhe, relativa a un premio per servigi speciali resi alla scuola, era inciso proprio quel nome.

«Non ci ha mai scritto niente» disse Harry deluso.
«Mi chiedo perché qualcuno abbia voluto liberarsene» disse incuriosito Ron.
Il retro della copertina aveva stampato il nome di un giornalaio di Londra dove, probabilmente, era stato acquistato, "Vauxall Road", ma la provenienza babbana di quel libricino non sembrava essere una notizia particolarmente rilevante.
A ogni buon conto, Harry se lo mise in tasca.
E purtroppo, nel rispetto delle decisioni di Silente, nessun agente felino era nei paraggi.


Intanto, nell'ufficio di Eileen, l'Ordine di Gattaca brancolava nel buio, e Pietra decise di chiedere al Libro Stregatto degli Stregatti se avesse mai avuto conoscenza dell'ubicazione della leggendaria Camera dei Segreti.

Consapevole del rispetto che doveva mostrare all'irritabile Libro, Pietra intonò una cantilena felina e miagolò: «Miaooooohhh, Onorevole e miagolanteeeeehhhh Mago Stregatto Violafucsiaaahhhhh, Fondatore della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e della Quinta Casa segreta, Vincitore del Torneo dei Duelli Magici del Regno di Gran Bretagna dell'anno mille e sette, Conte del Cheshire ...ooooohhh Gran Condottiero delle Armate Stregatte delle Highlands, o leggendario...»

«Or le lodi posson bastar, Messer Pietra, che di Stregatto mia guisa, ardisci di portar il nome e il lignaggio che ne consegue» interruppe il Libro Stregatto degli Stregatti visibilmente compiaciuto, conversando dispettosamente in un terribile miagolese antico. «Di cosa miagolamente abbisogna Hogwarts e la Quinta Casa, per tua intercession miagolosa?».
«Miao Fondatore e amico fraterno di Salazar Serpeverde, saprai certamente dove si trova la Camera dei Segreti» rispose lo Stregatto, sicuro di una pronta risposta. «Silente ha bisogno di sapere dove è collocata e come è possibile accedervi, per liberare la scuola dal Mostro».

«Tal segreto cognosco, ma favellar di ciò non potrò» tagliò corto il Libro. «Un voto d'onor mi stringe a Sal ...a mai a niuno proferito avrei miagolìo su tal dimora, rifugio del suo amato cucciolo!».
«Amato cucciolo? ...Un feroce Basilisco millenario che uccide e pietrifica gli studenti su ordine dell'Erede di Serpeverde?» domandò all'improvviso Eillen in tono sorpreso. «Forse sarebbe l'ora di sciogliersi dalla promessa fatta! Ai tempi di Salazar poteva essere una tenera bestiola, ma negli ultimi cinquant'anni...».

«Amato cucciol seppur mostro, era per Sal!» interruppe ancora il Libro fulminando i presenti. «Cotal cucciol, discernimento non ha di ciò che fa o fece. Bestia è, e bestia resta ...non fa altro che obbedir, coccolosamente al suo colpevole Signore Oscuro, ma il cucciol niuna colpa tiene! ...Dove sareste disposti a spinger il vostro destro, in favor di una richiesta del vostro Padron Silente, tacciata in nome del superior bene?».
«Miao Fondatore, Silente non è il nostro padrone!» protestò Daisy. «Noi scegliamo consapevolmente di...»

«Stregattamente sicuri siete?» domandò il Libro in tono imperioso. «Se discerner il iusto da ciò che è iniusto è dono che appartien all'intelletto felino vostro, le colpe di oniuna impresa avrete, seppur condotte in nomen altrui o del superior bene! Arriverà il dì che iudicar dovrete! ...Ogni superior bene, concesso che veramente superior sia, richiede un dazio all'anima vostra, e Madamigella Hermione lo sta scontando senza saper; lo sta pagando, di grazia, a causa del vostro spontaneo obbedir!».

A quel punto, disperato, Pietra ricominciò a miagolare la cantilena inchinandosi quasi a terra: «O leggendario Miagolatore dei sette gattili celesti, o Superiore Custode dei quattro Collari dell'Apocalisse, o Mitico...».
«Piantar si può con codesta lagna?» interruppe il Libro sospirando tra le pagine. «Ordunque, un sol miagolìo alla mia quinta casa rivelerò, così che a cuccia la coscienza vostra metterò! ... Non giova il saper donde la Segreta Camera è posta, se il Serpentese, che è la chiave per entrar, non è favella vostra!».
E con un "puff!" il Libro Stregatto degli Stregatti lasciò i tre felini con un palmo di nasetto.

Dopo un attimo di riflessione, Eileen, Daisy e Pietra si guardarono negli occhi, incrociando gli sguardi al punto che Pietra era ormai diventato strabico.
Poi, all'unisono, miagolarono in coro: «Potter!».
Proprio così, la chiave della Camera dei Segreti era proprio il bambino sopravvissuto, ma il luogo in cui Salazar l'aveva celata rimaneva ancora un mistero.

«Miao, la logica felina ci miagola che Albus Silente è un mago molto furbo!» miagolò Pietra ridacchiando sotto i baffi. «Se l'Ordine di Gattaca ha il compito di ricercare la Camera dei Segreti e di acquisire il Serpentese parlato da Potter, il quale è l'unica chiave per entrarvi, ciò ci significa che noi...».
«Che noi dobbiamo seguire di nuovo Harry Potter, a dispetto di Minerva, muahahahahah!» interruppe Daisy, sorpresa dal fatto che la loro nuova missione si identificava, paradossalmente, con il loro vecchio incarico vietato da Silente, cioè proteggere il bambino sopravvissuto.

«Scommetto che è quello che ha sempre voluto Silente!» aggiunse Eileen indispettita. «E nessuno di noi se ne era ancora reso conto! ...Se non fosse stato per il Libro Stregatto degli Stregatti...».
«Miao, siamo tutti d'accordo che Silente è un genio incompreso ...quasi come me, ghghghgh!!!» miagolò lo Stregatto strizzando un occhio.
Ma con un "puff", Eileen e Daisy erano già sgattaiolate ad avvertire gli altri agenti felini del castello, e nessuno lo stava più ascoltando: era senza ombra di dubbio uno Stregatto incompreso.


I primi di febbraio una Hermione finalmente priva di baffi, coda e pelo lasciò l'infermeria.
La sera stessa del suo ritorno alla Torre del Grifondoro Harry le mostrò il diario di T.O. Riddle e le raccontò in che modo lo aveva trovato.
Dallo sguardo assorto dell'amica, Harry capì che stava pensando quel che aveva già in testa lui.

«Cosa c'è?» chiese Ron spostando lo sguardo dall'uno all'altra.
«Beh, la Camera dei Segreti è stata aperta cinquant'anni fa, non è vero?» disse la Grifondoro.«Così ha detto Malfoy».
«Già» disse Ron lentamente.
«E questo diario ha cinquant'anni» disse Hermione indicandolo con il dito elettrizzata.
«E allora?» replicò Ron.

«Dai Ron, svegliati!» sbottò Hermione con impazienza. «Noi sappiamo che la persona che ha aperto la Camera l'ultima volta è stata espulsa cinquant'anni fa. Sappiamo che cinquant'anni fa T.O. Riddle ha ricevuto un premio per servigi speciali resi alla scuola. Che ne diresti se Riddle avesse ottenuto il premio per aver scoperto chi era l'Erede di Serpeverde? Probabilmente il suo diario potrebbe dirci tutto».
La teoria di Hermione era brillante, come fu costretto ad ammettere anche Ron.
Tuttavia, non solo sulle pagine non c'era scritto niente, ma neanche con un Rivelatore Magico e ulteriori incantesimi, la Granger riuscì a ricavare una goccia di informazione utile. Niente di niente!

Il giorno dopo, Harry, deciso a saperne di più, optò per andare insieme ai suoi amici nella Sala Trofei.
In un angolo di un armadio, c'era la targa d'oro brunito di Riddle, senza alcuna traccia dei motivi per i quali era stata assegnata, e un'altra vecchia medaglia, recante lo stesso nome, al "Merito Magico", e un elenco di vecchi Caposcuola.
«Bene, abbiamo scoperto che Riddle era Caposcuola, e adesso?» domandò Ron trattenendo a stento uno sbadiglio. «Non c'è altro da fare qui, quindi...».

«Un momento, la Sala Trofei è sempre deserta, è un ottimo posto per parlare senza essere ascoltati!» fece notare improvvisamente Hermione. «E' il momento giusto per mettervi al corrente di un altro strano incontro felino che ho avuto in infermeria».
Ron sospirò, alzò gli occhi al cielo, e esclamò: «Me lo sentivo. Allucinazioni indotte dagli intrugli di Madama Chips! Scommetto che ha visto il soffitto pieno di Stregatti miagolanti che ballavano nell'aria e lanciavano, sopra di lei, una nuvola di biglietti autografati da Allock!».

«Lasciala parlare» lo interruppe Harry. «Ultimamente, anch'io ho visto strane creature e sentito strane voci, e ti assicuro che non ho preso alcun medicinale».
«Grazie Harry» rispose seccamente Hermione ignorando il commento di Ron. «Ecco, ero reticente a parlarvene, perché, in effetti ...una Stregatta mi ha portato un antidoto per la Pozione Polisucco che ha accelerato la mia guarigione, ma sapevo che Ron avrebbe...».

«Dov'è la provetta che conteneva l'antidoto?» domandò Ron a bruciapelo. «Possiamo esaminarla?».
«E' sparita» rispose l'amica stringendo le spalle.
«E va bene... credo che sia giunto il momento di confessarvi che il giorno in cui Justin fu pietrificato, ho avuto modo di parlare con un misterioso libro miagolante nell'Ufficio del Preside; sapeva molte cose dei Fondatori di Hogwarts e degli Stregatti!» aggiunse Harry togliendosi un gran peso dallo stomaco. «Adesso, queste apparizioni cominciano a diventare troppo ...frequenti!».

«A quanto pare l'unico che non deve fare ammissioni sono io... Ricordi il titolo del libro?» chiese Ron esasperato.
«Si intitolava "il Libro Stregatto degli Stregatti", di questo ne sicuro» rispose il bambino sopravvissuto.
«Dov'è questo libro, Harry?» incalzò Ron fiducioso. «Andiamo a cercarlo in biblioteca?».
«Te l'ho detto, era nell'Ufficio del Preside e poi... è sparito» replicò l'amico fissando la targa di T.O. Riddle.
«Come gli Stregatti... spariscono sempre!» mormorò l'amico dai capelli rossi, sempre più scettico. «Come tutto ciò che li riguarda».


Un sole pallido aveva ricominciato a brillare su Hogwarts, che finalmente aveva potuto godere di un periodo di pace relativa, senza nuovi attentati.
Poi una buona notizia giunse dalla professoressa Sprite: le Mandragole erano quasi mature per essere usate come ingrediente, per la preparazione della pozione che avrebbe rigenerato Mrs Purr e gli atri studenti pietrificati.
Secondo Allock, invece, che si attribuiva indegnamente il merito della fine degli attentati, la scuola aveva bisogno di qualcosa di più di un sostegno morale, e quel che intendesse l'insegnante quando parlava di tale sostegno, fu chiaro la mattina del quattordici febbraio, a colazione.

Infatti, nel giorno di San Valentino, in Sala Grande, le pareti erano coperte di grossi fiori di un rosa acceso. Come se non bastasse, dal soffitto color azzurro pallido piovevano coriandoli a forma di cuore. Harry si avvicinò al tavolo dei Grifondoro, dove Ron sembrava in preda a un attacco di nausea e Hermione rideva in maniera insulsa.
Gli insegnanti che sedevano al fianco di Allock erano impassibili, quasi come pietrificati dal Basilisco.
Dal punto dove si trovava, Harry vedeva un muscolo contrarsi sulla faccia della McGranitt. Quanto a Piton, pareva gli avessero propinato un bel bicchierone di Ossofast.

Quando Allock annunciò la disponibilità dei suoi amici nani, in qualità di cupidi e postini d'amore, di consegnare gli auguri di San Valentino, il panico cominciò a serpeggiare tra gli studenti più timidi.
Subito dopo, il professore di Difesa Contro le Arti Oscure invitò tutti gli studenti a rivolgersi al professor Vitius per imparare i migliori Incantesimi Incantevoli, e al professor Piton per la preparazione della più potente Pozione d'Amore.
Vitious si nascose la faccia tra le mani.
Quanto a Piton, la prima persona che si fosse azzardata a chiedergli una Pozione d'Amore rischiava l'avvelenamento.

Per tutto il giorno i nani non smisero di fare irruzione nelle aule per consegnare gli auguri di San Valentino, con grande disappunto degli insegnanti, eccetto uno!

L'idea di mandare alla sua Daisy un miagoloso bigliettino balenò nelle meningi feline e diroccate dello Stregatto che, per l'occasione, compose una delle sue più miagolanti e passionali poesie d'amore, scopiazzando qui e là una poesia babbana di un certo Giosuè Carducci, intitolata "San Martino".
Nell'occasione, lo Stregattaccio, per rendere segretissima la sua azione da "Casanova", chiese il favore a Pomona Sprite di consegnare il suo zampascritto a mano, inserendolo in una busta anonima, profumata con essenza di erba gatta.

Quel giorno, la direttrice di Tassorosso avrebbe dovuto consegnare a Minerva un'urgente relazione sul grado di maturità raggiunto dalle Mandragole.
Il destino volle che, per distrazione, l'insegnante di Erbologia scambiasse la relazione sulle Mandragole con la busta contenente la poesia felina ispirata dalle stesse Mandragole.

Fu così che la professoressa Minerva McGranitt si vide recapitare, da un imbarazzatissimo studente di Tassorosso, una busta anonima che emanava un fortissimo odore d'erba gatta.
Felice di scoprire i progressi relativi alla maturazione delle Mandragole, Minerva aprì immediatamente la busta estraendo una pergamena, poi ne lesse il titolo e la prima frase:
"O Mandragola mia! ...Bramano le radici del mio cuor silvestre e selvaggio di attorcigliarsi intorno ai tuoi vibranti baffetti, nello stesso ermo vaso".

Prima che lo studente di Tassorosso potesse varcare la soglia del suo ufficio, la McGranitt lo richiamò di colpo e gli domandò: «Signor Diggory, crede che la professoressa Sprite sia molto addolorata al pensiero di dover tagliuzzare le radici delle sue povere piante, così amabilmente allevate, per preparare le Pozioni rivitalizzanti?».
«La professoressa Sprite adora le sue piante» ripose Cedric con tono deciso. «E' sicuramente molto dispiaciuta al pensiero di doversi separare da loro, ma sa che il loro sacrificio è per una buona causa».

Minerva abbassò lo sguardo sul finire della pergamena, osservò la firma "P. S.", immaginando che si trattasse delle iniziali di Pomona Sprite, e avanzò con la lettura della seconda frase: "Gira su' ceppi accesi, lo spiedo scoppiettando, sta Venere zampettando sul pianoforte a coda a rimirar".

«La tua insegnante diventa addirittura una Musa quando si tratta di curar le sue Mandragole, non trovi?» chiese la direttrice di Grifondoro ammirando la qualità metrica delle strofe con cui Pomona sembrava aver scritto la sua relazione.
«Per la nostra direttrice la materia di Erbologia è arte e poesia celestiale!» replicò Diggory senza batter ciglio.

Sempre più curiosa, la McGranitt sorrise e proseguì la lettura della terza strofa: "La mia melodia d'Amore a gl'irti colli piovigginando sale, e sotto la mia anima ardente, accarezzata dal maestrale, urla e biancheggia il mare, specchio dei tuoi splendidi occhietti dorati".

«Oh Signor Diggory, avevi mai ammirato Mandragole dagli occhi color oro?» domandò Minerva stupefatta da tanta sensibilità nei riguardi di una creatura del regno vegetale magico.
Diggory strabuzzò gli occhi, poi mormorò: «Giallo oro? ...A dire la verità, assolutamente no! Ma le capacità empatiche della mia direttrice con le Mandragole sono sicuramente eccezionali: certi particolari li può notare solo lei a Hogwarts».
«Già, è vero! Cosa faremmo senza Pomona!» esclamò l'insegnante.
Poi dedicò la propria attenzione alla strofa successiva: "Maturi i tempi son quasi, com'esuli pensieri, nel vespero migrar! Ogni topo oscuro pugnerò e il tuo dolce musetto rosa difenderò!".

«Oh, bene! Le Mandragole stanno finalmente maturando, come l'arte lirica di Pomona» commentò la vegliarda. «Mandragole dal musetto rosa? Topi oscuri! Che non sia una nuova specie...».
«Forse è una Mandragola sperimentale!» interruppe Diggory. «Più efficace contro le pietrificazioni».
«Ah, sicuramente! Pomona è anche una fantastica ricercatrice» aggiunse distrattamente Minerva, immergendosi di nuovo nella sorprendente relazione: "In uno strofinar di nasetti la passion ci ghermirà e, tra artigli e fusa, l'estasi ci rapirà!".

«Per la barba di Merlino! Mandragole con artigli alle radici che fanno le fusa invece di piangere!!!» esclamò La McGranitt. «La professoressa Sprite è un genio!»
«E' una Tassorosso!» rispose orgogliosamente Cedric. «Tanto lavoro di ricerca di scienze magiche erbologiche!».

Minerva era arrivata all'ultima frase, e la lesse tutta d'un fiato: "O Mandragola mia, dal soffice pelo, tra stormi di uccelli neri il mio cuor pietrificato è, e da te sola aspetto Salvezza e Amor!".

Giunta alla parola Amor, Minerva iniziò a singhiozzare commossa, e poi si mise a piangere per le immense emozioni provate. Anche il ricordo dei topi oscuri passò in secondo piano.
Mai in tutta la sua vita aveva letto una relazione di Erbologia così piena di sentimento, anche se le fusa e gli artigli delle Mandragole rimanevano, per lei, un mistero erbologico ...compreso il loro soffice pelo.

Solo un'ora più tardi, quando la professoressa Daisy Stregatta si presentò con la vera relazione di Pomona Sprite, consegnata a lei per sbaglio da un nano-cupido infuriato, la verità saltò fuori come un fiume in piena e l'equivoco fu chiarito.
Così Daisy ebbe finalmente la sua poesia di San Valentino e Minerva McGranitt fece a meno di raccontare di aver letto e piagnucolato per una poesia, rivisitata in chiave miagolante, dal sentimentale P.S. ...Pietra Stregatto!


Il San Valentino di Potter non andò meglio.
Rincorso e placcato da uno dei nani-cupido più arcigni, mentre andava a lezione, Harry dovette soccombere e subire la pubblica lettura del biglietto di auguri di Ginny, sorella del suo amico Ron.
Come se non bastasse, durante l'azione del placcaggio a terra, la cartella si era rotta in due parti.
Tutto il suo contenuto si sparpagliò a terra, e sopra a tutto andò a rovesciarsi la bottiglietta dell'inchiostro.
Soltanto quando furono in classe Harry notò qualcosa di strano nel diario di Riddle.
Tutti i suoi libri erano imbrattati d'inchiostro scarlatto a parte il diario, che era immacolato come prima che la boccetta dell'inchiostro vi cadesse sopra.

Quella sera Harry andò a letto prima degli altri compagni di stanza, in quanto aveva deciso di esaminare meglio quel curioso diario.
Sfogliò velocemente le pagine bianche, senza alcuna macchia d'inchiostro scarlatto.
Poi dal comodino prese una nuova boccetta d'inchiostro, vi intinse la penna d'oca e lasciò cadere una goccia sulla prima pagina.
Per un attimo l'inchiostro brillò vivido sulla prima pagina poi, come se fosse stato risucchiato nella pagina, scomparve.
Emozionatissimo, Harry intinse di nuovo la penna e scrisse: "Mi chiamo Harry Potter".
Le parole brillarono un istante sulla pagina, poi svanirono senza lasciare traccia.
Trasudando dalla pagina, nel suo stesso inchiostro, apparvero parole che Harry non aveva mai scritto.

"Salve, Harry Potter. Io mi chiamo Tom Riddle. Come sei venuto in possesso del mio diario?"
Anche queste parole svanirono, ma non prima che Harry cominciasse a scrivere una risposta.
"Qualcuno l'ha gettato nel bagno e ha tirato la catena" disse Harry attendendo ansiosamente la risposta di Riddle.    
"Meno male ho affidato le mie memorie a qualcosa di più duraturo dell'inchiostro. Ho sempre saputo che a qualcuno non sarebbe andato a genio che questo diario venisse letto".
"Cosa intendi dire?" scarabocchiò Harry, seminando qualche macchia d'inchiostro per l'eccitazione.

"Voglio dire che questo diario custodisce il ricordo di cose terribili. Cose che sono state occultate. Cose accaduto nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts".
"E' lì che mi trovo in questo momento" scrisse velocemente Harry. "Sono a Hogwarts, e stanno accadendo cose orribili. Sai niente della Camera dei Segreti?".
"Certo che so della Camera dei Segreti. Ai miei tempi ci dissero che era una leggenda, che non esisteva. Ma era una bugia. Quando frequentavo il quinto anno, la Camera dei Segreti fu aperta, il Mostro aggredì molti studenti e alla fine ne uccise una. Io presi la persona che aveva aperto la Camera e questa fu espulsa...".

Continuando a leggere le parole di Riddle, Harry venne a sapere che il Mostro era rimasto in vita, che l'unica persona dotata del potere di liberarlo non fu messa in prigione perché la morte della studentessa venne fatta passare per un incidente, e infine, che a Riddle venne consegnato il premio per i servigi speciali resi alla scuola, con il divieto del Preside Dippet di parlare dell'accaduto.

"Tutto si sta ripetendo in questo momento. Ci sono stati tre attentati e sembra che nessuno sappia chi c'è dietro. Chi è stato l'ultima volta?" chiese Harry in tutta fretta.
"Posso fartelo vedere, se vuoi" giunse pronta la risposta di Riddle, "Non devi credermi per forza. Posso portarti dentro al mio ricordo della notte in cui presi il colpevole... Lascia che ti mostri".
Harry rimase incerto per una frazione di secondo, poi scrisse due parole. "Va bene".

Le pagine del diario cominciarono a sfogliarsi come al soffio di un vento forte e si fermarono al riquadro della data del tredici giugno, che sembrava essere diventato un minuscolo schermo televisivo.
Harry si trovò piegato verso quel riquadro, che si allargava come una finestra, e sentì il proprio corpo lasciare il letto, per essere scaraventato a capofitto nella pagina, in un turbinio di luci e ombre, proiettato nel ricordo di Riddle di cinquant'anni prima.


In quello stesso istante, nel silenzio notturno dell'Ufficio del Preside, il Libro Stregatto degli Stregatti saltò fuori dalla sua cuccia, e lanciò un assordante miagolio: «Miiiiiiiieeeeeeeeeeeeeewwwwwwwwwwoooooorrrrrr!!! Magia Oscuraaaaaaaahhhhh!!!».
Tutti i ritratti nei quadri sobbalzarono per la paura e il Cappello Parlante rischiò di cadere dal suo scaffale.
«Che diavolo succede?» ringhiò l'ex Preside Fortebraccio. «Hogwarts è stata forse attaccata?».

«Mieeewooorr! ...Scusatemi, ma mentre pigravo, ho avvertito gli effetti di una potente Magia Oscura in atto, proprio dentro le mura castello! ...Anche adesso!!!» miagolò il Libro Stregatto degli Stregatti con la copertina sudante.
«Se il Mago Stregatto ViolaFucsia ha chiesto scusa, significa che sta miagolando seriamente!» mormorò Phineas Nigellus prendendo a cuore la questione. «Il Quinto Fondatore era famoso per il suo affinatissimo settimo senso nei riguardi delle tracce di Magia Oscura, e per non fare mai le proprie scuse!».

«E soprattutto, caro Phineas, se ha interrotto la sua pigrata notturna per rendercene partecipi!» aggiunse il Preside Everand preoccupato.
«Silente dovrà essere avvertito!» intervenne il Cappello Parlante. «Ma di cosa si tratta esattamente?».
«Miao, gli effetti stanno cessando, è impossibile stabilirlo, ma provengono dalla Torre di Grifondoro, altro non saprei miagolarvi!» rispose in tono deluso il Libro Stregatto degli Stregatti. «Dobbiamo zampettare con attenzione in questi topeschi tempi oscuri!».
E nessuno dei ritratti riuscì più a chiedere un occhio per tutta la notte, fino all'arrivo di Silente.

Proprio in quel momento, anche il viaggio di Harry nel ricordo di Riddle stava giungendo alla fine.
Tutto cominciò a girare vorticosamente, e si sentì cadere sul suo letto a baldacchino, nel dormitorio di Grifondoro. Sulla pancia giaceva aperto il diario di Riddle.
Prima che avesse avuto il tempo di riprende fiato, la porta si aprì ed entrò Ron.
«Ah, ecco dove sei!» disse l'amico.
 
Harry si mise seduto. Sudava e tremava tutto.
«Cosa è successo?» chiese Ron guardandolo preoccupato.
«E' stato Hagrid, Ron. Hagrid ha aperto la Camera dei Segreti, cinquant'anni fa».

4 commenti:

  1. Ciao Stregatto, a quanto vedo sono rimasta indietro di un po di capitoli. Non preoccuparti, non avevi perso una fan, sono solo rimasta impantanata in banali, noiosi ed imprevedibili problemi babbaniy. Resti e sarai sempre il mioo mito. Guarda, se avessi una cameretta metterei il tuo poster! Comunque mi sono messa in pari. Che dire? 1) è proprio vero, il genio è sempre incompreso. 2) nemo profeta in patria. 3) i guai non vengono mai soli... Me lo vedo lo Stregatto, vessato e vilipeso malgrado la sua genialita. E ogni volta mi diverto perché è come guardare un cartone animato, nonostante la trama si faccia più inquetante. Un consiglio però, la prossima volta metti i soldi sotto la cuccia. Ti costa meno della Gringott, non spendi soldi per la disinfestazione e nessuno può metterci le zampe. Inoltre avrai un motivo in più per dormirci sopra. Una buona serata da Lidia.

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    1. Miao Lidia,
      sarei miagolamente curioso di sapere se preferisci lo stregatto in versione cartone animato o quello di Alice in wonderland.
      Meno male che Severus mi dà una zampa, cioè una mano a venir fuori dai vicoli ciechi, specialmente quando la McGranitt mi mette alle corde!

      Il fatto che tu abbia la sensazione di 'vedere un cartone animato' ci riempie di gioia, perché io e Eileen cerchiamo di scrivere in modo tale da lasciar spazio alla libera fantasia di chi legge. E siamo felici di esserci riusciti: una storia raccontata in un libro è riuscita bene solo se permette al lettore di essere "vista dai suoi occhi e dal suo cuore", attraverso le immagini create da ognuno di noi.

      Si, non è colpa nostra, ma della Rowling!...Effettivamente la fanfiction prende la via inquietante della saga da ora in poi.
      Molte persone saranno pietrificate, perfino Mrs Purr e alcuni felini....
      Pietra attraverserà momenti molto tristi e difficili, ma fa parte della vita, anche felina!

      I soldi sotto la mia cuccia, con un gatto soriano trasfigurato in giro per Hogwarts?
      Occhio alla vegliarda, farebbe ispezioni per ritrovare i galeoni perduti del suo borsellino, e darebbe la colpa a me, sigh-miao!
      E forse,...non avrebbe tutti i torti, ghghghgh!!!
      Miagolanti saluti da Eileen e Pietra.

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    2. Ciao Stregatto. Il film di Alice in Wonderland non l'ho mai visto, ma dalle foto quel Gatto mi sembra piuttosto
      satanico. Quello del cartone di Alice invece è troppo subdolo e inquietante. Lo Stregatto che immagino io è un micione in stile fumetto, tipo un British Shorthair, col manto bianco a macchie di varie sfumature di rosa. Una faccia da schiaffi, sornione, con un bel pancino tondo e l'aria non molto sveglia, ma pronto a scattare subito se occorre. Eileen invece la vedo come una Maine Coon, che è un gatto dall' aspetto regale e molto intelligente. Adesso ti saluto. Buona giornata da Lidia.

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    3. Miao Lidia,

      Le tue descrizioni sono fantastiche, e anche caratterialmente molto vicine alla reale personalità dei personaggi!
      Per quanto riguarda lo stregatto di Alice in Wonderland, l'aspetto inganna, è abbastanza dolce e tranquillo, ma pigrone come me: si addice a un'atmosfera come quella della saga di Harry Potter.
      Del resto, lo Stregatto della Walt Disney è comunque leggenda, anche se neutrale come la Svizzera, ghghghgh!

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