Libro 2, Capitolo 12: Un'amicizia millenaria

Libro 2, Capitolo 12: Un'amicizia millenaria
Liberamente ispirato a Harry Potter e la Camera dei Segreti, Capitolo Dodici: La Pozione Polisucco

Appena entrati nell'ufficio del Preside, un'affascinante stanza circolare ricca di oggetti stravaganti e misteriosi, Minerva disse a Harry Potter di attendere l'arrivo di Albus Silente, lasciandolo in compagnia dei quadri che ritraevano i precedenti Presidi di Hogwarts.
C'era anche un'enorme scrivania con le zampe ad artiglio, e dietro di essa, su uno scaffale, era appoggiato un cappello da mago, frusto e straccio... il Cappello Parlante.

Il ragazzo esitò. Gettò un'occhiata circospetta verso le pareti, ai maghi e alle streghe apparentemente addormentati.
In fondo che male c'era se prendeva il Cappello e se lo metteva in testa un'altra volta? Solo per vedere... Solo per accertarsi che lo avesse effettivamente assegnato al dormitorio giusto.

Subito dopo averlo indossato, una vocina gli disse: «Pulce nell'orecchio, eh, Potter?».
«Ehm, si» mormorò lui. «Ehm... mi spiace disturbare... volevo chiedere...».
«Ti chiedi se ti ho messo nel posto giusto» disse il Cappello con grande perspicacia. «Devo ammetterlo, è stata una decisione particolarmente difficile. Ma rimango del mio parere». Il cuore di Harry gli balzò in petto.
E, a dispetto del pensiero di Harry, il Cappello continuò: «Saresti stato benissimo tra i Serpeverde».
Il ragazzo si sentì mancare il respiro, si tolse il Cappello e lo ripose sullo scaffale, poi replicò: «Guarda che ti sbagli!». Ma il Cappello non parlò più.

Accanto al Cappello Parlante, però, era apparso uno strano libro.
Pareva emettere delle fusa simili a quelle di un gatto, e si stava perfino grattando con una zampetta spuntata dalla sua costola.
Aveva la copertina colorata di sfumature violafucsia e stava dritto in verticale, rivolgendo la parte anteriore verso di lui.
Harry avrebbe giurato che, qualche minuto prima, precisamente quando aveva preso il Cappello Parlante, quel libro non fosse stato presente sullo scaffale.
Lo osservò meglio. Il libro lo stava annusando sospettosamente, quasi volesse esaminarlo dalla testa ai piedi.
Allora, il ragazzo si avvicinò per leggere il titolo in caratteri dorati: "Il Libro Stregatto degli Stregatti".
Poi, lo prese cautamente in mano, come aveva fatto con il Cappello Parlante, ma non si azzardò ad aprirlo, limitandosi a tenerlo delicatamente, coccolandolo istintivamente tra le braccia.

«Mieeewoorrr!...Con te non parlerò il miagolese antico, non mi capiresti... C'è una tempesta di domande nella tua testolina! Ne sceglierò una a caso, ghghghghgh! Ti chiedi se esistono veramente gli Stregatti» miagolò lo zampascritto all'improvviso.
Il cuore di Harry sobbalzò per un'istante: era proprio uno degli interrogativi a cui stava pensando, ispirato dalle fusa del libro, e provava la stessa sensazione che aveva quando Piton lo fissava intensamente negli occhi.

«Molti secoli fa, il nobile Godric riconobbe la verità soltanto dopo aver preso una bella graffiata affettuosa dal sottoscritto, ma poi, invece di sfidarmi a duello, fu così saggio da regalarmi una cuccia dorata con drappi rossi, per sancire la pace e scusarsi per la propria ignoranza!» aggiunse il Libro magico.
«Godric Grifondoro? ...Tu lo conoscevi? Chi sei? Come fai a conoscere le vicende del Fondatore di Grifondoro e degli Stregatti?» esclamò Harry che non vedeva l'ora di condividere eventuali rivelazione con i suoi amici. «Da quale parte stanno gli Stregatti?».

«Miao, appunto, tante domande, troppe domande ...Miagolavano in giro che sei coraggioso a pronunciare il nome di quel Voldemort, ma anche avventato, come tutti quelli della tua Casa. Il mio amico Salazar lo diceva sempre: i Grifondoro pongono spesso domande inutili, senza accorgersi di avere sotto il naso tutte le risposte, ghghghghgh!» replicò il Libro miagolante manifestando un sonoro sbadiglio. «E se ti stessi prendendo in giro, ti domandi? ...Sei in grado di distinguere la verità, Harry?».
«Ma perché dovresti raccontarmi bugie?» mormorò Harry sempre più impaurito e confuso. «Insomma, adesso basta! Non entrare più nella mia mente!».

«Tra le altre cose, io sono estremamente dispettoso» soffiò il Libro, aprendosi e richiudendosi di scatto. «Ti domandi perché mai dovremmo essere nemici? ...Ah, finalmente un domanda miagolamente utile! Ed ecco la risposta: lo hai pensato tu che siamo tuoi nemici, caro il mio Grifondoro!».
«Ma allora, cosa vogliono gli Stregatti da me?» mormorò il Grifondoro esasperato. «A volte, questo mondo sembra pieno di matti che vogliono uccidermi».

«Nel Mondo Magico niente è come sembra, è un Paese delle Meraviglie pieno di insidie! Conoscerai amici inaspettati che ti aiuteranno e nemici insospettabili che tenteranno di ucciderti... Le mie uniche certezze erano i succulenti spiedini cucinati dalla mia adorata Tosca e i teneri grattini sul collo regalati dalla dolce Priscilla... altri tempi! Il mio è solo un miagolato consiglio per chi, come te, dovrà muoversi tra oscuri pericoli e desideri restare vivo, ghghghgh!!!» rispose il libro saltando dalle braccia di Harry sulla scrivania. «Piacere di aver fatto la tua miagolosa conoscenza, sono sicuro che saresti piaciuto anche agli altri Fondatori! ...A proposito, qui siamo tutti un po' matti, e anche tu, dal momento che sei qui con noi, ghghghghgh!!!».

«Aspetta un momento, come fai ad aver conosciuto i Fondatori di Hogwarts?» esclamò Harry, convinto di essere sempre più vicino alla verità. «Dimmi almeno chi sei! ...Come ti chiami?».
Non ci fu nessuna risposta. Che fosse un'altra delle domande inutili di cui parlava un tempo Salazar Serpeverde?
"Puff!!!". Il libro color violafucsia era scomparso proprio davanti ai suoi occhi, senza lasciare traccia, a parte dei leggeri graffietti "affettuosi" sui suoi avambracci.

Poi un suono gutturale alle sue spalle lo costrinse a voltarsi, e vide Fanny, la Fenice di Silente dall'aspetto decrepito, ormai prossima a prendere fuoco per rinascere dalle proprie ceneri.
E infatti, sotto lo sguardo atterrito di Harry, Fanny si trasformò in una palla di fuoco, per divenire un mucchio di ceneri fumanti.

In quell'istante, la porta dell'ufficio si aprì. Entrò Silente. Aveva un'aria torva.
«Professore» ansimò Harry preoccupato di essere accusato anche della morte di quella creatura. «Il suo uccello... non ho potuto fare niente... ha semplicemente preso fuoco».
Con suo grande stupore, Silente sorrise.
«Era pure ora!» disse il Preside. «Erano giorni che aveva un'aria terrificante. Gliel'ho detto tante volte che doveva decidersi».

Seguì una rassicurante e curiosa lezione sulle Fenici e sui loro particolari poteri curativi, nonché una breve interruzione dovuta al desiderio di Hagrid di difendere Harry dalle accuse di pietrificare gli studenti.
Tuttavia, neanche Silente credeva che Harry fosse il colpevole e lo dichiarò apertamente.
A quel punto Hagrid comprese di essere di troppo; uscì rumorosamente, imbarazzato, ma felice della buona notizia.

«Davvero lei non pensa che sia stato io, professore?» ripeté Harry col cuore che si riapriva alla speranza.
«No, Harry, non lo penso» disse Silente. Ma sul volto gli era riapparsa quell'espressione cupa. «Però voglio chiederti qualcosa».
Harry attese nervoso, mentre Silente lo squadrava, accostando le punte delle sue lunghe dita.
«Devo chiederti, Harry, se c'è qualcosa di cui desideri parlarmi» disse con voce gentile. «Di qualsiasi cosa si tratti».
«No, professore» disse. «Non ho niente da dire».

Udita la risposta, a Silente non restò altro che invitare Harry a tornare con i suoi amici, congedandolo con un saluto affettuoso.
Non appena Silente rimase solo, silenzioso come un pipistrello, fece la sua comparsa Piton, avvicinandosi all'anziano Preside.
«Perché non si confida?» domandò Silente con una nota di tristezza nella voce.
«E' troppo presto per Potter, Albus» sentenziò il Maestro di Pozioni. «Teme il tuo giudizio».

«Facciamo di tutto per proteggerlo» disse Silente, facendo trasparire un pizzico di frustrazione. «Forse mi aspetto troppo da lui».
«Con tutti gli Agenti dell'Ordine di Gattaca in giro, Potter non riuscirà a nascondere neanche il giorno in cui berrà la Pozione Polisucco» replicò il professor Piton in tono deciso. «Devo ammettere che suo padre era ben più preparato quando aveva la sua età... Nonostante ciò quella notte, James Potter morì, mentre suo figlio sopravvisse allo scontro con il Signore Oscuro... Tutto sommato, Albus, le tue aspettative sono più che giustificate, dal momento che il ragazzo è persino un Rettilofono».
«Grazie, Severus» concluse Silente socchiudendo gli occhi. «Non rimane che prepararci a trascorrere il Natale tra queste mura, nella speranza che il Mostro della Camera dei Segreti non si presenti con un regalo indesiderato sotto l'albero».


Dopo il duplice attentato a Justin e a Nick-Quasi-Senza-Testa, quello che fino a quel momento era serpeggiato come semplice nervosismo, divenne vero e proprio panico: le prenotazioni dei posti sull'Espresso di Hogwarts fioccarono come neve e, alla fine, oltre a Harry, Ron, Hermione e pochi altri, rimasero al castello anche tre Serpeverde: Draco Malfoy, e i suoi due amici inseparabili, Tiger e Goyle.

L'alba del giorno di Natale si annunciò gelida e nevosa.
Ognuno dei tre Grifondoro scartò felicemente i propri regali, ma la notizia più importante fu portata da Hermione: la Pozione Polisucco era pronta e l'operazione contro Malfoy era prevista per il dopo pranzo.
Secondo il piano, gli ingordi Tiger e Goyle sarebbero dovuti cadere nella trappola preparata dalla stessa Hermione, consistente in due pasticcini ripieni di Pozione Soporifera, appoggiati in bella vista sulla balaustra delle scale della Sala d'Ingresso: il più classico specchietto per le allodole.

La Granger si era già procurata quello che credeva essere qualche capello di Millicent Bulstrode e, una volta avuti a disposizione anche quelli di Tiger e Goyle, avrebbero avuto un'ora di tempo per far confessare a Draco la vera identità dell'Erede di Serpeverde.
L'organizzazione del programma rasentava quasi la perfezione: un piano degno della "Signorina-Sotutto-Io"!
Era proprio il caso di dire che alla strategia dei tre Grifondoro non pendeva un capello, anche se Hermione continuava a temere che qualche Stregatto di sua conoscenza, avrebbe potuto metterci lo zampino.

Durante il sontuoso pranzo di Natale, invece, la conversazione cadde inevitabilmente sul colloquio che Harry aveva avuto con il Preside e, soprattutto, sulla comparsa del misterioso Libro Stregatto degli Stregatti.
«Lo ripeto... sentire voci che nessun altro sente, non è un buon segno, neanche tra maghi!» esclamò Ron prima di ingozzarsi con un pezzo di pasticcio di maiale più grosso della sua bocca. «Se hai udito altre voci anche nell'ufficio del Preside...».
«No! Non hai capito, Ron!» lo interruppe fulmineamente Harry, un po' deluso dalla scarsa attenzione da parte del suo amico, perennemente distratto dalle leccornie sparse sopra la tavola. «Quel libro mi ha parlato veramente... anzi, ha miagolato e anche soffiato! Ma la cosa più incredibile è che mi ha fatto capire di aver conosciuto i quattro Fondatori di Hogwarts!».

Fino a quel punto, Hermione aveva ascoltato attentamente.
Poi, dopo aver finito di rosicchiare la sua coscia di pollo all'arancia, decise di intervenire, e affermò: «Dunque, possiamo presumere che ci sia un collegamento tra gli Stregatti e le quattro Case di Hogwarts».
«Mi dispiace dirvelo, ma dovreste prendere in considerazione l'ipotesi che gli Stregatti sono il frutto della nostra immaginazione o di una qualche pozione di Piton, versata a nostra insaputa nel succo di zucca!» aggiunse Ron sgranocchiando una pannocchia gigante. «L'anno scorso anche io pensavo che gli Stregatti potessero esistere, ma...».

«Ron, stai zitto e finisci di mangiare! Ti aspetta un pomeriggio difficile ....E prega che uno Stregatto non decida di farti visita!» esclamò Hermione inviperita. «Cos'altro ha detto il Libro, Harry?».
«Ha miagolato che sarei piaciuto anche agli altri Fondatori» rispose timidamente il bambino sopravvissuto. «Ma ciò vorrebbe significare che li ha conosciuti veramente».
«Niente, è impossibile nel nostro mondo» tagliò corto l'amica con un'aria saccente. «Gli Stregatti potrebbero essere vissuti qui fin dalla Fondazione di Hogwarts!».

Nel sentire quei ragionamenti, Harry mandò di traverso un boccone di polpetta, poi, annaspando leggermente, rispose: «Stai dicendo che quel Libro potrebbe avere più di mille anni? ...Non vorrai farmi credere che quella voce miagolante appartiene a...».
«Harry, stai zitto e concludi il tuo pasto! Sei atteso da un lungo pomeriggio impegnativo! E prega che il Libro Stregatto degli Stregatti non decida di tornare a graffiarti!» sbottò Hermione spazientita dalle critiche dei suoi amici.

Proprio in quell'istante, gli sguardi di Ron e Harry si incrociarono stupefatti e le loro sopracciglia s'inarcarono quasi fino all'altezza dei capelli.
Poi, evitando di commentare l'eccessivo nervosismo di Hermione, si affrettarono a mangiare una fetta di dolce alle fragole, senza proferir parola.
Eppure, nonostante il suo scetticismo, Ron doveva ammettere che i graffietti sull'avambraccio del suo amico non erano pura immaginazione.


Appena concluso il pasto Natalizio al tavolo dei docenti, Pietra propose a Daisy, Eileen e Severus di andare nel proprio ufficio, a festeggiare più felinamente con una torta Mimosa ricoperta di panna color violafucsia e una immancabile bottiglia di vino elfico, trovata abbandonata a se stessa dallo stesso Stregatto sulla scrivania della professoressa McGranitt.

«Pietra desidera viziarmi» mormorò il professor Piton messo di fronte a un generoso pezzo di torta e un calice stracolmo di vino. «Notizie della banda Potter?».
«Ahhh, si! ...Stanno attuando il loro piano proprio in questo momento» miagolò Daisy, porgendo un tovagliolo ricamato con le iniziali "VF" al direttore di Serpeverde. «Pochi minuti fa: Tiger e Goyle sono cascati nella trappola».
Nel sentire che Potter era già entrato in azione, il Maestro di Pozioni ebbe un sussulto, e rischiò di strozzarsi con una ciliegia candita.

«Non è incredibile, Severus? ...Quei Grifondoro sono riusciti nell'intento di far addormentare Tiger e Goyle, poi, bevuta la Polisucco, si sono diretti alla ricerca della Sala Comune di Serpeverde» aggiunse Eileen provocando un brindisi. «Chissà se riusciranno a ottenere informazioni sull'Erede di Serpeverde!».
«Non da Draco» mormorò Piton bevendo il vino elfico a piccoli sorsi. «Posso chiedere che fine ha fatto la Granger?».
«Oh, ecco l'unica nota dolente!» rispose Daisy sorridendo sotto i baffetti. «Pare che Hermione abbia scambiato un pelo del gatto della signorina Bulstrode per un capello di quest'ultima, e quindi, dopo aver bevuto la Polisucco, si è rinchiusa in bagno sconvolta dagli spiacevoli effetti estetici... per una umana, s'intende!».

A Piton sembrò di udire uno stormo di Augurey cinguettare al pari degli usignoli e le campane della Chiesa di Spinner's End suonare a festa; considerava quella notizia come uno dei migliori regali di Natale ricevuti, e subito, un ghigno di soddisfazione apparve sul suo volto.
"La Signorina "Sottuttoio" che scambia un pelo di gatto per un capello umano. Possibile che non sia riuscito a insegnarle proprio niente?" pensò il professor Piton enormemente deluso "Un errore del genere da Hermione Granger non me lo sarei mai aspettato".

Ma le sorprese feline natalizie non erano finite, e con Pietra nei paraggi, non avrebbe potuto essere diversamente!
Infatti, Severus si accorse di una zampetta che gli stava tirando, delicatamente, il mantello nero verso il basso, catturando la sua attenzione.
«Miao Sev, per la verità, non è andata proprio così! ...La signorina Granger aveva scelto il pelo giusto!» ridacchiò dispettosamente lo Stregatto con il musetto immerso nella panna. «Sono stato io a sostituire, con estrema velocità di zampa, il capello della Bulstrode con un pelo di gatto, ghghghghghgh!!! Adesso, avrà un diavolo miagolante per capello! Muahahahahah!!!».

Al contrario di Pietra, Daisy e Eileen erano rimaste allibite, e guardarono il professor Piton con aria mortificata, anche se il loro amico umano non sembrava affatto dispiaciuto.
«Dal momento che la signorina Bulstrode aveva già prenotato un posto sull'Espresso per andarsene a casa, sarebbe stato molto difficile, da parte della Granger, far credere al sospettoso Draco di aver cambiato idea all'improvviso» miagolò Pietra con aria innocente. «Il desiderio di partecipare alla missione di Hermione Granger, nelle vesti di Millicent Bulstrode, avrebbe potuto mandare a monte la strategia che lei stessa aveva architettato: non aveva tenuto conto di quest'ultima falla nel piano! ...Così, ho dovuto miagolamente porre rimedio».

Seguì un breve attimo di silenzio, poi il Maestro di Pozioni alzò il calice in direzione di Pietra, e disse: «L'astuzia strategica di Pietra è degna di Serpeverde, come sempre. In assenza di questa illuminata correzione, quei tre Grifondoro sarebbero stati probabilmente espulsi prima di festeggiare il Capodanno. Propongo un brindisi natalizio in onore della Casa Violafucsia e di Serpeverde!».
Così, Eileen e Daisy non ebbero altra scelta che brindare alla salute dello stregattaccio dispettoso, sempre più consapevoli che, come al solito, quel malandrino di Pietra Stregatto non solo se l'era cavata impunemente, ma era anche riuscito a ottenere i complimenti per le sue malefatte!


Nel frattempo, l'efficacia della Polisucco era agli sgoccioli, e con la scusa di un mal di stomaco improvviso accusato da Ron, i due Grifondoro uscirono di corsa dalla Sala Comune di Serpeverde, nella speranza che Draco Malfoy non si fosse accorto dei cambiamenti in atto.
Purtroppo non erano riusciti a scoprire chi era l'autore degli attentati, come Piton aveva previsto.
Tuttavia, avevano scoperto che la Camera dei Segreti era già stata aperta cinquant'anni prima, che nell'occasione era stata uccisa una studentessa, che il colpevole era stato espulso da Hogwarts, e infine, che il padre di Draco aveva nascosto sotto il salotto preziose sostanze per le arti oscure: un informazione certamente utile al padre di Ron, addetto alle Ispezioni.

Entrati nel bagno di Mirtilla Malcontenta, Harry e Ron avevano ormai riacquistato le loro normali sembianze, ma Hermione era ancora stranamente chiusa nel gabinetto, dove l'avevano lasciata.
«Hermione, vieni fuori. Abbiamo un sacco di cose da dirti...» esclamò Ron tutto eccitato.
«Andate via!» strillò Hermione. Harry e Ron si scambiarono un'occhiata.
«Ma che diavolo è successo?» chiese Ron. «Ormai dovresti essere tornata normale anche tu! Noi siamo...».

In quell'istante Mirtilla sgattaiolò fuori dal suo cubicolo. Harry non l'aveva mai vista così felice.
«Oooooohhh, adesso vedrete!» esclamò la ragazza fantasma. «E' orribile!».
Sentirono scorrere il chiavistello, e Hermione apparve, in lacrime, coprendosi la testa con gli abiti.
La sua faccia era tutta coperta di pelo nero e tra i capelli facevano capolino due orecchiette a punta, per non parlare della coda che, di tanto in tanto, si faceva spazio tra i vestiti.
«E'-era un p-pelo di g-gatto!» gemette la Granger. «M-Millicent B-Bulstrode deve avere un gatto! E la p-pozione non può essere usata per trasformarsi in un animale!»

Facendo finta di non sentire i commenti di Mirtilla, Harry e Ron ce la misero tutta per convincere la loro amica ad avvalersi delle cure di Madama Chips, nella speranza che non facesse troppe domande sull'incidente.

Sola e distesa in un letto dell'infermeria, Hermione continuò per qualche minuto a piangere, rivoltandosi tra le coperte senza sosta.
Era da tanto tempo che si chiedeva cosa significasse essere uno Stregatto, e ora, che era "nei panni di un felino" ne aveva una mezza idea.
Mentre si chiedeva come facessero i gatti a sopportare la coda, sentì un suono conosciuto, un familiare "puff!" accanto al letto.
E quando vide chi era venuta a visitarla, il suo cuore aumentò i battiti.

«Miao cara Hermione! Sai che hai un meraviglioso aspetto per essere una creatura umana? ...Se non ti offendi, desidero citarti nel libro che sto scrivendo, dal titolo "Gli Umani Fantistici: dove trovarli"» miagolò Daisy Stregatta sorridendo con una fiala in mano.
«Laciatemi in pace» mormorò Hermione. «Non voglio più vedervi! Io sto male...».
«Capisco la tua reazione, ma vorrei consegnarti una pozione che velocizzerà la tua guarigione, in aggiunta alle medicine che ti darà Madama Chips: è un antidoto specifico, preparato con lo stesso pelo di gatto che ha provocato la tua trasformazione. Così non ci vorranno mesi per tornare al tuo aspetto normale, ma soltanto alcune settimane!».

Ancora riluttante, ma sedotta dal pensiero di una guarigione più rapida, Hermione prese la fiala e bevve, in un solo sorso, tutto il contenuto: aveva un curioso sapore di trippa.
Poi la fiala sparì.
«Dunque, siete al corrente di cosa abbiamo fatto oggi pomeriggio» mormorò Hermione sulla difensiva «Ma non lo avete impedito!».
«Sei una ragazza intelligente, Hermione. Dovresti esserti resa conto che nessuno può farcela da solo contro il Signore Oscuro» rispose Daisy facendo apparire dal nulla un mazzo di girasoli per collocarli su un vaso del comodino adiacente al letto. «Neanche Harry Potter!».

«Dobbiamo incontrarci, parlare, se necessario... miagolare, conoscerci meglio, preparare una strategia comune!» si affannò a dire la bambina.
«Miao, vorrei darti un consiglio: se ti dà fastidio la coda, dormi acciambellata!» miagolò Daisy cambiando argomento repentinamente. «E non vergognarti di usare uno spray antipulci!».
«Come fai a sapere che mi dà fastidio la coda?» chiese esterrefatta la povera ragazzina.
«Sono una brava Legilimens!» replicò la Stregatta «Sai già di cosa sto miagolando. Buona guarigione, piccola mia!».
«Come ti chiami? Almeno questo puoi...» la pregò con un filo di voce la piccola Grifondoro.
Insieme al secondo "Puff!", tutte le risposte volarono via nella notte di Natale, dissolvendosi in una piccola nuvoletta di fumo violafucsia.


Intanto, nell'ufficio di Silente, si stava consumando un incontro tra vecchi amici, che non avevano più avuto modo di parlare e miagolare insieme da circa mille anni.
Era quasi mezzanotte, ma a dispetto di qualcun altro appeso alle pareti, che avrebbe preferito dormire, il Cappello Parlante e il Libro Stregatto degli Stregatti stavano continuando imperterriti a conversare dei vecchi tempi passati, come se il millennio fosse trascorso da un solo giorno.
Purtroppo, il tono delle loro voci era necessariamente più alto perché, essendo il Cappello Parlante allergico al pelo degli Stregatti, il Libro doveva tenersi, rispettosamente, a distanza di sicurezza.

«Mio caro Stregatto Violafucsia, perché perseveri a comunicare in "miagolese antico" con i tuoi Stregatti?» chiese il Cappello animato dalla curiosità di un comportamento così bizzarro.
«Miewor, perché sono miagolamente e infinitamente dispettoso, ghghghghgh!!!» miagolò il Libro con aria di superiorità. «E poi, volevo capire se, nella mia Casa, si studia ancora bene la materia di "Rune e Miagolii antichi"!».
«Hai ragione! ...Non c'è stato un Fondatore umano che, almeno una volta nella vita, non abbia desiderato appenderti per la coda» aggiunse il Cappello abbozzando un sorriso. «Eccezion fatta per l'allergia che mi hai fatto venire, ho tanta nostalgia di quell'epoca ...Eppure, mi chiedo come mai non hai ancora rivelato ai tuoi felini dove sono nascosti i Quattro Collari dell'Apocalisse?».

«Miao, conosci la ragione: indossati tutti insieme danno origine a un...». miagolò tristemente il Libro senza terminare la frase. «Forse, sarebbe stato meglio distruggerli, a suo tempo!».
«Nonostante tutto, gli altri Fondatori decisero di non farlo ...sebbene contro il tuo parere» esclamò il Cappello. «Ma qualcuno dei tuoi Stregatti potrebbe avere successo dove tu hai fallito».
«Vuoi dire che i miei eredi potrebbero riuscire là dove io, invece ...ho fallito e sono morto! Posi la prima lettiera nel Castello di Hogwarts e fui anche il primo Fondatore ad andarmene oltre!» mormorò il Libro in tono ironico. «Non posso escludere che i miei bravi e miagolanti amici siano in grado scoprire il segreto ultimo, ma non sono ancora pronti a gestire quell'immenso potere!».

«Se ricordo bene, i Collari dell'Apocalisse, una volta agganciati insieme, formano una profonda incavatura vuota al centro, una specie di cavità adatta ad ospitare, o meglio, incastonare qualcosa» disse il Cappello cercando di portare il suo piccolo contributo «Di conseguenza, dedicasti le tue ricerche a un oggetto che fosse in grado di mantenere un equilibrio magico, permettendo di...».
«Inutile miagolarne! ...Non sono mai riuscito a comprendere quale fosse l'oggetto magico in questione: non tutte le salsicce riescono col buco» lo interruppe il Fondatore rattristato. «E quel maledetto giorno, non ebbi scelta!».

«Si ha sempre una scelta! Avresti potuto sgattaiolare via con un "puff!", invece hai deciso di restare, riuscendo a vincere una battaglia persa in partenza» borbottò il Cappello Parlante imbronciato. «Grazie a te, Hogwarts esiste ancora».
«Prometto che, uno di questi giorni, ti racconterò di quell'epico scontro, ghghghghgh!» miagolò Violafucsia con un tono di voce fiero. «Ma il mistero dei Collari dell'Apocalisse rimane, e non mi fa pigrare in pace da più di millennio».

Ci fu una lunga pausa di silenzio, in memoria delle terribili vicende del passato, poi la conversazione riprese con più allegria.
«Miewor, ricordi chi ha avuto la miagolante idea di farti stregare dagli altri Fondatori per utilizzarti nella Cerimonia di Smistamento degli studenti?» miagolò il Libro felino, cambiando argomento. «E pensare che, sgualcito com'eri, Godric aveva pensato di buttarti via, ghghghgh!».
«Certamente, sei stato tu. Onore al merito!» rispose il Cappello entusiasta. «Ma il peggio per il povero Godric doveva ancora arrivare, giusto?».
«Vero... lanciai un incantesimo sopra di te, allo scopo di far estrarre la spada elfica dal tuo interno, ma permettendolo solo a un vero Grifondoro! ...E puff! L'arma tempestata di rubini scomparve!!! Muhahahahahahh!!! Ci volle una settimana intera prima che Godric scoprisse di poterla facilmente richiamare, grazie a te, in qualunque momento!!! Muahahahahahah!!!» scoppiò a ridere il Libro felino, rotolandosi sulla scrivania di Silente. «Un incantesimo miagolamente geniale, non credi?».

Dietro di loro le figure ritratte dei presidi di Hogwarts cominciarono ad agitarsi e sbuffare.
«E' tardi! Vogliamo dormire!!!» esclamò Armando Dippet gesticolando con le braccia spazientito. «E' finito questo tormento?».
Ma il Libro lo ignorò e, senza curarsi di rispondere, proseguì il dialogo con il Cappello, e miagolò: «Sai a cosa ho sempre dato la caccia a Hogwarts?».
«Non ce ne importa niente della tue attività predatorie, vai a cuccia e zitto!» interruppe il Preside Phineas Nigellus Black inferocito. «Accidenti alla strampalata idea di Silente di farti dormi qui!!!».

«Beh, immagino che tu abbia sempre aspirato alla Coppa di Tosca!» replicò il Cappello tagliando corto. «Aveva degli incredibili poteri magici riguardanti il cibo. Il tuo amico Pietra darebbe la metà della sua coda per averla!».
«Giusto miao, altro che Coppa del Quidditch! Erano veramente altri tempi, eh?» mormorò il Libro nostalgicamente. «Quante volte sono sgattaiolato via con il Diadema di Corvonero per attirare le attenzioni di Priscilla e ricevere le sue coccole! Ogni volta lo chiamavano "il diadema perduto", ma glielo restituivo puntualmente dopo i grattini sotto il mento, muahahahahahaah!!!».
«Riceverai la mia cornice in testa, se non la pianti con questa lagna!» esclamò Dilys Derwent mettendosi un cuscino del ritratto sulla testa. «Vai a dare fastidio ai Dissennatori di Azkaban!!!».

«E del tuo amico Salazar cosa mi racconti?» chiese il Cappello richiamando il ricordo dell'ultimo Fondatore che mancava all'appello quella sera. «Il vecchio Sal aveva provato qualunque incantesimo di ostacolo conosciuto per impedirti di fargli fuori le scorte di cibo nel suo ufficio, ma inutilmente».
«Miao, non hai idea di quante centinaia di uova di gallina ho sbafato al vecchio Sal! ...E che ne sapevo che voleva farle covare dai rospi!» rispose il Libro felino facendo apparire una linguetta rossa e ruvida tra le pagine. «Lui e le sue manie di allevare un esercito di Basilischi. Non poteva scegliere un pesce rosso come animale da compagnia?».
«Avrebbe potuto» commentò il Cappello Parlante. «Ma tu avresti mangiato anche lui, come le uova, insaziabile bestiola!».

«Chissà perché, ultimamente, abbiamo tutti l'impressione che ti sia dimenticato di mangiare l'ultimo uovo rimasto a Salazar!» ringhiò Dexter Fortebraccio. «Sono stati pietrificati studenti e felini in questa scuola!!! Ora basta, Silenzio!!! ...E buonanotte!!!».
Al calare della luna, il Fondatore della Casa di Violafucsia si stirò ignobilmente ed emanò un profondo sbadiglio sguaiato, poi si arrese alla pigrata notturna, e mormorò: «Ecco cosa succede a essere troppo generosi: si perde la chance di cucinarsi un'ultima omelette alla crema gracidante ...Miagolosa buonanotte a tutti! ...Ronzzzzzzz!!!».

2 commenti:

  1. Miao Pietra,
    Begli spunti. Un appunto: c'è un "un" di troppo nel dialogo di Piton nell'ufficio di Silente, ti è scappato sicuramente dalla zampa....
    Bell'idea quella del dialogo tra Daisy e Hermione in infermeria. Il meglio ovviamente sono le parti in cui parla il libro Stregatto degli Stregatti sia con Harry sia con il Cappello Parlante... Credo che tutti noi abbiamo un sacco di punti interrogativi sulla storia degli Stregatti e sul loro rapporto con i fondatori... Che ovviamente risolverai, vero? E poi i collari dell'apocalisse...
    Ti ho gia scritto che è un'idea geniale? Nooo? Allora te lo scrivo adesso

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    1. Miao GattoCalderone,

      sei sempre gentile con noi!
      Ci siamo chiesti miagolamente come mai la Rowling non abbia ancora pensato, invece che a una trilogia su Scamander, a una saga sulla fondazione di Hogwarts.
      Bé, miao, dal momento che non ci ha pensato lei, noi proveremo a usare la nostra fantasia per inserire nella fanfiction dei frammenti di storia dei Fondatori, man mano che se ne presenterà l'occasione.
      Sia il rapporto tra Stregatti e Fondatori che la storia del Mago Violafucsia e dei Collari della Apocalisse saranno sviluppati nei prossimi capitoli, ma certi misteri ci accompagneranno fino all'ultimo libro.
      Come avrai intuito il Fondatore felino ha usato quei collari, ma qualcosa è andato,.....storto.
      Anche il rapporto tra i tre grifondoro e gli stregatti sta maturando, ma occorrerà altro tempo prima che gli studenti comprendano a pieno il ruolo dei felini a Hogwarts.
      In fondo abbiamo anche tempo per pigrare, dal momento che i libri sono sette!

      Possiamo solo anticiparti una cosa: i quattro collari dell'Apocalisse sono strettamente connessi con qualcosa che si trova nell'Ufficio misteri, qualcosa su cui molti di noi hanno tanti, tantissimi interrogativi: un argomento mai trattato dalla Rowling. Appunto, ghghghghgh!
      Ma non miagoliamo oltre. Tuoi Eileen Scintille e Pietra Stregatto.

      P.s.: Grazie per l'appunto, provvediamo.

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