
Miagolamente ispirato al Libro sette, capitolo 17 Libro: Il segreto di Bathilda
"Harry, fermati!"
"Cosa c'è?"
Avevano appena raggiunto la tomba dello sconosciuto Abbott quando Gli Stregatti temettero per un'imboscata di Voldemort.
Tuttavia, nessun Mangiamorte era comparso nei dintorni.
"C'è qualcuno laggiù. Ci sta guardando. lo sento. Là, vicino ai cespugli".
Pietra e Conan si scambiarono un'occhiata imbarazzati.
"Vuoi vedere che siamo noi?" mormorò Conan liberando la sua cappottina invisibile da un ramo del cespuglio.
"E chi altro vuoi chi sia..." rispose Pietra facendo sparire da sotto il cespuglio la carta del panino che aveva consumato e buttato poco prima.
"Noi chi?" obiettò Eileen. "Voi! Sempre voi due...".
"Bè, faccio sparire le gocce di ketchup dalla neve e abbiamo rimediato quasi a tutto" miagolò Daisy.
I grifondoro rimasero immobili.
"Sei sicura?"
"Ho visto qualcosa muoversi, potrei giurarlo"
"Sembriamo Babbani"
"Babbani che hanno appena deposto fiori sulla tomba dei tuoi genitori! Harry, sono sicura che c'è qualcuno laggiù"
"E' un gatto" disse Harry dopo qualche istante, "o un uccello. Se fosse un Mangiamorte, saremmo già stecchiti. Ma andiamo fuori di qui e rimettiamoci il Mantello".
Uscendo dal cimitero si guardarono più volte alle spalle, ma gli Stregatti erano usciti alcuni secondi prima di loro, cancellando tutte le impronte sulla neve, passo dopo passo.
Sotto il Mantello dell'Invisibilità, cosparso di erba gatta magica tracciante, Harry e Hermione si avvicinarono al Pub del villaggio, che in quel momento era alquanto affollato.
Harry avrebbe desiderato entrarvi, ma prima che potesse parlare, Hermione mormorò "Da questa parte" e lo condusse lungo la strada buia che portava fuori dell'abitato nella direzione opposta rispetto a quella del loro arrivo.
"Come faremo a trovare la casa di Bathilda?" chiese Hermione, rabbrividendo e continuando a voltarsi indietro. "Harry? Cosa ne dici? Harry?"
Gli strattonò il braccio, ma lui era distratto. Poi si mise a correre trascinando l'amica con sé,
"Harry..."
"Guarda...guarda Hermione..."
"Io non...oh!"
La vedeva: L'Incanto Fidelio doveva essere morto con James e Lily. La siepe si era inselvatichita nei sedici anni passati da quando Hagrid aveva raccolto Harry fra i detriti, che ora giacevano sparsi tra l'erba alta fino alla vita.
Gran parte della casa era ancora in piedi, interamente coperta di edera scura e neve, ma il lato destro del piano superiore era esploso; quello era senz'altro il punto in cui la maledizione era rimbalzata indietro.
Si fermarono al cancello, contemplando la rovina di quella che un tempo doveva essere una villetta uguale a tutte le altre lì vicino.
"Ricordo che quel giorno litigasti con Hagrid" miagolò Conan sogghignando.
"Volevo essere io a portare il neonato a Privet Drive" protestò Pietra. "Che male c'era, miao?".
"Ma volevi dargli una scatoletta di cibo per gatti prima del viaggio!"
"Era mousse di aragosta per...ehm... gatti junior" si difese lo Stregatto indignato. "Mi era costata un occhio della testa...il biberon poi!...Tappo placcato d'argento Elfico..."
"Si, si, notevole cura. Tuttavia non avevi esperienza con i piccoli degli umani" tagliò corto Eileen.
"Quindi Silente scelse Hagrid, ma gli facesti da scorta" concluse Daisy, "e se non ti fermavamo, lo avresti sfidato anche a duello. Immagina la figuraccia con Silente!"
"Ero giovane...intemperante" ammise Pietra. "Magari avrei strappato un pareggio....anzi no".
"Ora, invece, sei più anziano, ma ancora più intemperante" borbottò Daisy.
"Anziano a chi?" brontolò Pietra imbronciato.
Poi gli Stregatti rimasero in silenzio a guardare la casa e i dintorni della strada.
Vigilanza costante, lo avevano imparato da Moody.
"Chissà perché nessuno l'ha ricostruita" sussurrò Hermione.
"Forse non si può" suggerì Harry. "Come per le ferite causate dalla Magia Oscura, non si può riparare il danno".
Gli Stregatti si guardarono allibiti dopo le parole del ragazzo.
Harry fece scivolare una mano fuori del Mantello e la posò sul cancello coperto dalla neve e dalla ruggine, non per aprirlo, ma solo per toccare una parte della sua casa.
"Non vorrai entrare. Mi sembra pericoloso, potrebbe...oh, Harry, guarda!"
Doveva essere stato il contatto della mano sul cancello. Davanti a loro, dal groviglio di rovi e erbacce era emerso un cartello, come un bizzarro fiore dalla crescita accelerata.
A lettere d'oro impresse sul legno c'era scritto:
'Qui, la notte del 31 0ttobre 1981, persero la vita Lily e James Potter, il figlio Harry è l'unico mago mai sopravvissuto all'Anatema che uccide. La casa, invisibile ai Babbani, è stata lasciata intatta nel suo stato di rovina come monumento ai Potter e in ricordo della violenza che distrusse la loro famiglia'
C'erano vari messaggi affettuosi incisi sul legno, dovuti ai visitatori venuti in pellegrinaggio, compreso un 'miao' dentro a un tentativo di un disegno di un cuoricino.
"Non dovevano scrivere sul cartello!" protestò Hermione indignata.
Ma Harry le rivolse un gran sorriso.
"E' straordinario, sono felice che l'abbiano fatto, io...".
Gli Stregatti si girarono verso la strada innevata. Lui s'interruppe.
Una figura imbacuccata zoppicava lungo il viottolo verso di loro, stagliandosi contro le luci della piazza lontana. A Harry sembrava una donna molto anziana. Aveva la schiena curva e il passo incerto.
Alla fine la vecchia si fermò davanti a loro, come se li vedesse nonostante il Mantello dell'Invisibilità.
Harry pensò che una strega dotata di un potere simile non poteva altro che essere l'amica di Silente, Bathilda Bath.
Aveva appena raggiunto questa inquietante conclusione quando lei alzò una mano guantata e fece loro cenno di avvicinarsi.
Hermione si strinse a lui sotto il Mantello, il braccio premuto contro il suo.
"Come fai a saperlo?"
Lui scosse il capo. La donna ripeté il gesto, più vigorosamente.
"C'è qualcosa di sospetto" miagolò lo Stregatto. "Non è la Bathilda della foto presente nell'ufficio del Preside".
"In quella foto aveva quarant'anni di meno" fece notare Eileen.
"Si....ma ha un fiuto troppo sviluppato per una Strega" mormorò Daisy. "Per una Strega umana..."
"Solo Silente era in grado di rilevare James Potter sotto al Mantello dell'Invisibilità, ma con estrema difficoltà" osservò Conan perplesso. "In effetti è tutto molto strano. E se fosse una trappola?"
Possibile che Bathilda avesse aspettato Harry su ordine di Silente per tutti quei mesi?
Infine Harry parlò, facendo sussultare Hermione.
"Sei Bathilda?"
La figura infagottata annuì e ripeté il suo gesto.
"Avrà rilevato anche noi?" chiese Daisy.
"Non credo" rispose Conan. "Forse li avrà visti al cimitero e poi ha seguito le impronte non cancellate...".
"Andiamo per esclusione...Non è il Signore Oscuro" miagolò lo Stregatto. "Li avrebbe già uccisi".
"Non è neanche Severus" continuò Eileen.
"Perché?" chiese Conan.
"Anche lui li avrebbe già uccisi, ghghgh!" miagolò Pietra ridacchiando.
"Questa vecchia ha un buon fiuto, ma anche io" concluse Daisy. "Qui c'è puzza di trappola!".

Harry e Hermione avanzarono verso la donna, che immediatamente si voltò e si avviò zoppicante nella direzione da cui erano venuti.
Oltrepassate numerose case, entrò in un cancello, attraversò il giardino incolto, e trafficò per un momento con una chiave davanti alla porta. come se avesse delle difficoltà a maneggiarla.
Poi si fece da parte per lasciarli entrare.
Aveva un cattivo odore, o forse era la casa.
"Sento puzza di serpente" mormorò Daisy.
"Cosa?" chiese lo Stregatto. "Serpente?"
"Non so spiegarmelo" miagolò Daisy. "Ma è un odore già sentito..."
"Io sento puzza di bruciato" sibilò Eileen.
"Prepariamoci al peggio" brontolò Conan.
Harry si tolse il Mantello e entrò insieme a Hermione, seguito dai velocissimi Stregatti.
C'era un cattivo odore di cibo stantio e polvere dappertutto. Sembrava che la casa fosse disabitata da diverso tempo.
"Bathilda?" ripeté Harry.
Lei annuì di nuovo.
"Ma perché non parla?" domandò Eileen.
"Forse non può" ipotizzò Conan. "Si sarà annodata le corde vocali con una Carola di Natale, eh, eh, eh!".
"Forse non vuole perdersi in chiacchiere" miagolò Pietra.
"O forse...non è umana" mormorò Daisy più sospettosa.
"Allora con cosa abbiamo a che fare...?" chiese Conan.
"Adesso...sento anche io una puzza di rettile" sibilò Eileen. "La conosco, l'abbiamo sentita all'Ufficio Misteri...qualche anno fa".
"Stai forse miagolando di....Nagini?" chiese Daisy. "Nagini qui?".
"Si, miao" sentenziò Eileen. "I nostri ragazzi potrebbero essere in guai seri".
"Pronti a intervenire...Allarme Rossso...Rosso sangue!" borbottò lo Stregatto. "Se Bathilda è morta..."
"...Se Nagini è un Horcrux, come sospettava Silente, non saremo in grado di distruggerlo senza la Spada" lo interruppe Daisy.
"D'accordo, ma se è un Horcrux con la coda, possiamo rallentarlo..." replicò Pietra guardandosi la sua. "A noi interessa salvare Harry e Hermione e poi sgattaiolare via insieme a loro. La ricerca e la distruzione di Horcrux ha la priorità, non ingaggeremo nessun combattimento all'ultimo sangue, chiaro?....Poi, solo dopo il salvataggio, faremo merenda"
"Chiarissimo!" risposero gli altri Stregatti in un mormorio, ammirando la saggezza del loro direttore.
Harry percepì il Medaglione di Serpeverde contro la pelle; la cosa al suo interno che a volte ticchettava o batteva si era risvegliata; la sentì pulsare attraverso l'oro freddo.
Sapeva, sentiva che ciò che l'avrebbe distrutta era vicino?
Alla fine, Bathilda le avrebbe dato la Spada di Grifondoro?
Bathilda passò alle loro spalle strascicando i piedi, spinse da parte Hermione come se non l'avesse vista e sparì in quello che doveva essere un salotto.
"Harry, non sono sicura" bisbigliò Hermione.
"Guarda com'è piccola; non dovremmo avere problemi a sopraffarla se fosse necessario" rispose Harry. "Senti, avrei dovuto dirtelo, lo sapevo che non era proprio sana di mente. Muriel ha detto che era 'rimbambita' ".
"Di qua!" chiamò Bathilda.
Hermione sussultò e afferrò Harry per un braccio.
"E' di poche parole, ma parla" fece notare Eileen bisbigliando.
"Ma sembra che faccia molta fatica a pronunciarle" mormorò Conan.
"Allarme rosso più scuro....rosso mattone" sibilò Pietra in posizione felina d'attacco. "Rosso rubino....rosso veneziano...rosso ciliegia..."
"Spero che tu non ci voglia elencare tutte le tonalità del colore rosso" borbottò Daisy.
"Allarme rosso e basta" brontolò lo Stregatto facendo spallucce.
"Va tutto bene" la rassicurò Harry, e entrò nel salotto per primo.
Bathilda e Harry si misero ad accendere delle candele tra la polvere che regnava sovrana nella stanza.
Harry vide una foto, la pulì con un incantesimo, e riconobbe il giovane ladro con la faccia allegra che aveva fatto visita nella casa di Gregorovich.
Domandò più volte a Bathilda chi era quella quella persona, ma Bathilda non rispondeva; pareva assente.
Si sentì molto frustrato. Come aveva fatto Rita Skeeter ad aprire lo scrigno dei suoi ricordi?
"Chi è quest'uomo?" urlò Harry.
"Harry, che cosa stai facendo?" gli chiese Hermione.
"Questa foto, Hermione, è il ladro, il ladro di Gregorovich!...La prego!" disse a Bathilda. "Chi è?".
Ma la vecchia si limitò a fissarlo e, evitando le ulteriori domande di Hermione, indicò Harry e il soffitto.
"Oh, bè...Hermione, vuole che io vada di sopra con lei, credo"
"Va bene" acconsentì Hermione. "Andiamo".
Ma quando Hermione si mosse, Bathilda scosse il capo con sorprendente energia e indicò di nuovo prima Harry, poi se stessa.
"Vuole che io vada con lei da solo"
Intanto gli Stregatti erano già sgattaiolati al piano di sopra sul pianerottolo, per stare una zampa avanti a loro.
"Perché?" chiese Hermione.
"Forse Silente le ha chiesto di dare la Spada a me, e a me soltanto" rispose Harry.
"Credi davvero che sappia chi sei?"
"Si, credo di si"
"Bè, d'accordo allora, ma fai presto"
"Mi faccia strada disse Harry a Bathilda".

Lei parve capire e superò Harry, che la seguì prendendo la foto del ladro e facendola scivolare nella tasca del cappotto.
Salirono le scale strette; giunsero sul pianerottolo e voltarono a destra, entrando in una camera da letto dal soffitto basso. Era buio pesto, ma nonostante tutto Bathilda chiuse la porta.
"Pare una trappola per topi" commentò Eileen.
"Di topi, ce ne intendiamo, miao" miagolò Daisy. "E adesso, Harry sta assomigliando proprio a un povero topone che sta per essere addentato".
"Conosciamo la casa da quando rubammo delle salsicce a Bathilda" aggiunse Conan. "Cosa faccia adesso?"
"Ci Materializziamo là dentro dietro la sospetta Bathilda, restando invisibili. Se serve gli incolleremo la coda al pavimento, ghghgh!" sibilò Pietra sogghignando. "Ora, miao!"
E con il solito 'Puff!" si trasferirono nella piccola stanza con una precisione chirurgica.
"Lumos" Harry accese la bacchetta e sussultò: in quei pochi istanti di tenebra, Bathilda si era avvicinata, e lui non l'aveva sentita.
"Sei Potter?" gli sussurrò.
"Si"
Lei annuì piano, solenne. Harry sentì l'Horcrux battere forte, più forte del proprio cuore: era una sensazione sgradevole, inquietante.
La camera era maleodorante. Da sotto il letto spuntava un vaso da notte forse ancora da lavare.
Pietra afferrò un candelabro da una scrivania, che aveva tutte le caratteristiche di un corto tridente: intorno ad ogni foro per le candele vi erano delle punte di acciaio disposte a croce per sorreggerle, simili a lance in miniatura. E ciò ne faceva un'eccellente arma bianca all'occorrenza.
"Ha qualcosa per me?" le chiese Harry, ma lei sembrava distratta dalla luce della bacchetta.
"Ha qualcosa per me?" ripeté lui.
Poi lei chiuse gli occhi e accaddero molte cose contemporaneamente: la cicatrice di Harry cominciò a bruciare; l'Horcrux batté così forte da muovere il maglione; la buia stanza fetida sparì per un attimo.
Harry provò un moto di gioia e esclamò, con voce acuta e fredda: "Tienilo!"
Harry barcollò: la buia stanza maleodorante era di nuovo intorno a lui; non sapeva cosa fosse successo.
"Ha qualcosa per me?" chiese per la terza volta, molto più forte.
"Qui". Batilda indicò l'angolo. Harry sollevò la bacchetta e vide il profilo di una toeletta ingombra sotto la finestra schermata da una tenda.
Questa volta la donna non le fece strada. Harry s'infilò tra lei e il letto disfatto, impugnando la bacchetta. Non voleva perderla d'occhio.
"Che cos'è?" chiese avvicinandosi al tavolino, occupato da quello che aveva l'aspetto e l'odore di una pila di biancheria sporca.
"Là" disse lei, indicando la massa informe.
Harry distolse un attimo lo sguardo per cercare l'elsa di una spada, o un rubino, in mezzo a quel groviglio, ma vide con la coda dell'occhio un movimento strano; il panico lo costrinse a voltarsi e il terrore lo paralizzò, perché il vecchio corpo di Bathilda si stava afflosciando e un enorme serpente sbucava dal punto in cui un attimo prima c'era il collo.
"Immobilus!" miagolò Conan, ma l'Incantesimo su Nagini non funzionò.
"Petrificus Totalus!" sussurrò Daisy, e nemmeno questo Incantesimo sortì alcun effetto.
Forse Nagini era stata dotata di qualche sorta di protezione magica dal suo padrone.
Il serpente colpì mentre Harry alzava la bacchetta: la forza del morso sull'avambraccio la fece volare verso il soffitto; la sua luce roteo accecante nella stanza; poi un potente colpo di coda al diaframma gli mozzò il fiato: cadde all'indietro sulla toeletta, nel mucchio di abiti sudici.
Come tutti gli Stregatti, però, Pietra vedeva benissimo al buio, e dopo il colpo inferto al ragazzo, aveva individuato al bersaglio da colpire.
Harry rotolò di lato, evitando per un soffio la coda del serpente, che si abbatté sul tavolino dove lui si trovava un secondo prima: i frammenti del piano di vetro gli piovvero addosso mentre rovinava a terra.
Da sotto, sentì Hermione gridare: "Harry!"
Pietra fece cadere il candelabro sulla rapidissima coda di Nagini come se fosse una lancia, ma la mancò, infilzando il pavimento.
"Vuoi un paio di occhiali?" chiese Eileen.
"Presta più attenzione, miao!" miagolò Daisy preoccupata mentre stava lanciando peli magici traccianti sui vestiti di Harry.
"Non mettetemi fretta, quella coda è sgusciante!" rispose lo Stregatto stizzito. "E' un lavoro di precisione..."
"Ma la Granger se l'è presa comoda!" brontolò Conan. "Dove è la rammollita?"
"Sarà un po' sorda" commentò Pietra ridacchiando. "Sta invecchiando male, quasi come Bathilda".
Il giovane grifondoro non riuscì a prendere abbastanza fiato da rispondere: una pesante massa liscia lo schiaccio e strisciò su di lui, possente, muscolosa...ma ora anche lenta.
E pietra ne approfittò: il candelabro si abbatté come una scure sulla punta della coda inchiodandola al pavimento, e la libertà di movimento del serpente si ridusse notevolmente.
Nagini si rese conto di essere trattenuta, e distraendosi, perse secondi preziosi per capire cosa la stava ostacolando.
"No!" ansimò Harry inchiodato al pavimento.
"Si!" sussurrò la voce. "Sssssi...ti tengo...ti tengo..."
"Anche io ti tengo, stupida biscia" miagolò Pietra che spingeva con tutta la sua forza verso il basso sul candelabro.
Conan, Daisy e Eileen gli davano una zampa premendo sulle parti del candelabro in cui si trovavano appigli.
"Accio...Accio bacchetta..."
Ma non accadde nulla e Harry aveva bisogno delle mani per cercare di allontanare il serpente che gli si attorcigliava intorno al torace, e una fredda luce bianca gli inondò il cervello, Gli cancellò ogni pensiero, gli annegò il respiro, passi distanti, tutto diventava...
Un cuore di metallo gli batteva fuori dal petto, e adesso volava, volava trionfante senza aver bisogno di scope o di Thestral. Ma era lui o il Signore oscuro?
"Stai sempre in compagnia di Maghi Oscuri...prima Grindelwald, poi Lord Tom, ghghgh!" miagolò Pietra. "E' proprio un vizio, eh? Ma almeno, il primo era più bello, il secondo è anche pelato..."
Nagini guardò per un attimo dietro di sé, ma non vide niente, poi sibilò: "Ssssta per...",
"...Arrivare. Lo so" lo interruppe lo Stregatto, "ma troverà solo la sua sciocca biscia d'acqua dolce. Rimarrà con un....palmo di naso, muaahhaahhahahahah!!!".

Mentre Nagini dimenava la coda bloccata, Harry si svegliò bruscamente nel buio maleodorante; Nagini l'aveva lasciato andare.
Si alzò a fatica e contro la luce del pianerottolo vide il serpente attaccare, ormai libero nei movimenti, e Hermione gettarsi di lato con uno strillo.
Vide i graffi di artigli invisibili affiorare sulla pelle del serpente, che sibilò orribilmente.
Nagini sembrava tirare morsi nell'aria, ma senza successo.
Harry comprese che nella stanza c'erano gli Stregatti ad aiutarlo, ma una parte di lui non voleva ammetterlo.
Una maledizione di Hermione fu deviata e colpì la finestra che andò in frantumi.
L'aria gelida invase la stanza e il piede di Harry scivolò su qualcosa di simile a una matita...la sua bacchetta...
Si chinò ad afferrarla, ma il serpente sembrava riempire tutta la stanza e la sua coda frustava l'aria.
Poi un lampo di luce rossa fece volare in aria il serpente: Hermione sembrava aver trovato un Incantesimo efficace.
Harry sollevò la bacchetta, mentre la cicatrice bruciava: il dolore alla testa era lancinante.
"Sta arrivando! Hermione, sta arrivando!"
Nagini cadde sul pavimento sibilando ferocemente. Tutto era caos.
Il vaso da notte finì rovesciato sulla testa del rettile con tutto il suo liquido maleodorante.
Era chiaro che gli Stregatti provocavano Nagini come Pix infastidiva gli studenti di Hogwarts, ma il tempo guadagnato era estremamente prezioso.
Harry balzò sul letto e afferrò la forma scura di Hermione...La tirò via dal letto e lei strillò di dolore.
Poi corse via, trascinando l'amica con sé, e il serpente, trattenuto da zampe feline, si gettò di nuovo goffamente su di loro, avendo perso gran parte della sua mobilità; quando colpì, Hermione gridò: "Confringo!".
E il suo Incantesimo volò per la stanza, facendo esplodere lo specchio dell'armadio e rimbalzando indietro, dal soffitto al pavimento; Harry sentì il calore scottargli il dorso della mano. Un vetro gli tagliò la guancia quando, sempre avvinghiato a Hermione, saltò dal letto al tavolino infranto e poi fuori della finestra, nel nulla; l'urlo di Hermione echeggiò nella notte, mentre roteavano a mezz'aria...
E poi la cicatrice si aprì e lui era Voldemort, attraversava di corsa la stanza fetida, le lunghe dita bianche stringevano il davanzale, scrutava l'uomo stempiato e la donnina contorcersi e sparire. Urlò di rabbia, sopra il suono delle campane che annunciavano il Natale.
E il suo urlo era l'urlo di Harry, il suo dolore il dolore di Harry...che potesse succedere lì, dove era già successo in passato...lì, a poca distanza da quella casa in cui era stato così vicino a scoprire cos'era morire...morire...il dolore il dolore era terribile...strappato dal proprio corpo...ma se non aveva più un corpo, perché la testa gli faceva tanto male, se era morto, come mai soffriva così, il dolore non cessava con la morte, non andava via...
Harry stava mescolando i suoi ricordi nella mente a quelli di Voldemort, proprio quelli della notte in cui, ancora neonato, tentò di ucciderlo.
Vide il momento in cui il Signore Oscuro entrò in casa sua e uccise suo Padre, che non aveva neanche la bacchetta in mano.
Lord Voldemort non avrebbe ucciso sua madre se non si fosse interposta fra lui e il bambino, ma la Madre scelse il sacrificio, creando così una magia antica di protezione.
Quando Voldemort lanciò la Maledizione che uccide verso il neonato si sentì esplodere.
Non era più nulla, null'altro che dolore e terrore, e doveva nascondersi, non lì tra le macerie della casa distrutta, dove il bambino era intrappolato e urlava, ma lontano...lontano...
"No" gemette.
Il serpente avanzò sul pavimento sudicio e ingombro, e lui aveva ucciso il ragazzo, eppure era il ragazzo...
"No"
E adesso era appoggiato alla finestra infranta della casa di Bathilda, immerso nei ricordi della sua sconfitta più grande, e ai suoi piedi l'enorme serpente strisciava sui cocci di vetro e porcellana...guardò in basso e vide qualcosa...qualcosa di incredibile...
"No"

"Harry, va tutto bene, sei salvo!"
Si chinò a raccogliere la cornice rotta. Eccolo, il ladro ignoto, il ladro che stava cercando... E poi sentì un rumore alle sue spalle.
Bloccò con un semplice incantesimo un vaso da notte diretto verso di lui. Alcuni schizzi di pipì di Stregatto lo bagnarono, prima di vedere quattro felini sghignazzanti Smaterializzarsi nello stesso istante del lancio.
"No...m'è caduta...m'è caduta..."
"Harry, va tutto bene, svegliati, svegliati!"
Lui era Harry...Harry, non Voldemort...e la cosa che frusciava non era un serpente...
Aprì gli occhi.
"Harry" sussurrò Hermione. "Ti senti...bene?"
"Si" mentì. Gli sembrava di sentire l'odore pungente della pipì di Pietra.
Ancora una volta Voldemort si era lasciato sfuggire il Prescelto umano e l'aspirante Prescelto felino.
Era nella tenda, disteso su uno dei letti in basso, sotto un mucchio di coperte. Era zuppo di sudore.
"Ce l'abbiamo fatta"
"Si" disse Hermione. "Ho dovuto usare un Incantesimo di Librazione per metterti a letto, non riuscivo a sollevarti. Eri...bè, non eri proprio...Sei stato male, molto male"
"Quanto tempo è passato?"
"Ore. E' quasi mattina"
"E io ero...cosa, svenuto?"
"Non proprio" rispose Hermione, a disagio. "Urlavi e gemevi e...altro" aggiunse, in un tono che lo inquietò. Che cosa aveva fatto? Aveva urlato maledizioni come Voldemort? Aveva pianto come il piccolo nel lettino?
"Non riuscivo a toglierti l'Horcrux" aggiunse Hermione, e lui capì che era per cambiare discorso. "Era incollato, incollato al tuo petto. Hai un segno, mi dispiace, ho dovuto usare un Incantesimo Tagliuzzante per levartelo. E il serpente ti ha morso, ma ho ripulito la ferita e ci ho messo sopra del Dittamo..."
Harry scostò la maglietta umida e guardò. C'era un ovale scarlatto sul suo cuore, dove il Medaglione di Serpeverde lo aveva scottato.
Vide anche i segni del morso quasi cicatrizzati sull'avambraccio.
"Dove hai messo l'Horcrux?"
"Nella borsa. Credo che faremo meglio a non tenerlo addosso per un po'".
Harry ricadde sui cuscini e guardò il volto sciupato e grigio di lei.
"Non dovevamo andare a Godric's Hollow. E' colpa mia, è tutta colpa mia, Hermione, scusami"
"Non è colpa tua. Anch'io volevo andare; ero convinta che Silente ti avesse lasciato là la spada".
"Già, bé...ci siamo sbagliati, eh?"
"Cosa è successo, Harry? Cosa è successo quando ti ha portato di sopra? Il serpente era nascosto da qualche parte? E' venuto fuori, l'ha uccisa e ti ha aggredito?"
"No" rispose lui. "Lei era il serpente...o il serpente era lei...per tutto il tempo".
"Co-cosa?"
Harry chiuse gli occhi. Aveva ancora addosso la casa di Bathilda.
"Bathilda dev'essere morta da un pezzo. Il serpente era...era dentro di lei. Tu-Sai-Chi l'ha lasciato a Godric's Hollow, ad aspettare. Avevi ragione. Sapeva che sarei tornato".
"Il serpente era dentro di lei?"
Lui riaprì gli occhi: Hermione era disgustata.
"Lupin aveva detto che ci sarebbe stata magia che non potevamo neanche immaginare" proseguì Harry. "Lei non voleva parlare davanti a te, perché era 'Serpentese' , tutto Serpentese, e non me ne sono reso conto, ma è chiaro, io riuscivo a capirla. Quando siamo saliti nella sua stanza, il serpente ha mandato un messaggio a Tu-Sai-Chi, l'ho sentito dentro la testa, ho avvertito la sua eccitazione, le ha detto di tenermi lì...e poi...lei si è trasformata, trasformata nel serpente, e ha attaccato".
Non c'era bisogno di scendere nei particolari pensò Harry. Inutile specificare che Nagini era scivolata fuori dal collo di Bathilda. Di certo non era l'effetto di una Polisucco.
"Non doveva uccidermi, solo trattenermi fino all'arrivo di Tu-Sai-Chi".
Non era nemmeno riuscito a uccidere il serpente ed era furioso. Gettò via le coperte.
"Credevi che fosse una cosa facile uccidere Nagini?" gli miagolò una vocina all'orecchio. "Riprovaci con la Spada di Grifondoro. Non ti resta che trovarla. Idiota".
Udita l'ultima parola Harry si calmò all'improvviso, come se il cervello avesse nuove informazioni da elaborare. Forse Pietra aveva ragione: non si poteva escludere che il serpente fosse veramente un altro Horcrux. Anche Silente lo aveva ipotizzato.
"Harry, no, devi riposarti!" disse Hermione.
"Sei tu che hai bisogno di dormire. Senza offesa, hai un aspetto orribile. Io sto bene. Farò la guardia per un po'. Dov'è la mia bacchetta?"
Lei si chinò accanto al letto e gliela porse. La bacchetta di Agrifoglio e fenice era quasi spezzata in due. Un fragile filamento di piuma di fenice teneva insieme i due pezzi. Il legno si era tranciato.
Harry la prese fra le mani come se fosse una cosa viva che ha subito una terribile ferita.
Poi la diede a Hermione.
"Aggiustala, ti prego"
"Harry, io non credo, quando si rompe così..."
"Per favore, Hermione, provaci!"
"R-Reparo!".
La metà penzolante della bacchetta si saldò. Harry la brandì.
"Lumos!"
La bacchetta emise una flebile luce, poi si spense. Harry la puntò contro Hermione.
"Expelliarmus!"
La bacchetta di Hermione sussultò lievemente, ma non le volò via dalla mano.
Il debole tentativo di magia fu troppo per quella di Harry, che si spezzò di nuovo in due.
Lui la fissò, stupefatto, incapace di accettare quello che vedeva...la bacchetta che era sopravvissuta a tanto...
"Harry" sussurrò Hermione, così piano che lui quasi non la sentì. "Scusami. Credo die ssere stata io. Quando stavamo scappando, sai, il serpente ci attaccava, e così ho scagliato un Incanto Esplosivo, ed è rimbalzato ovunque, e deve aver...aver colpito..."
"E' stato un incidente" rispose Harry meccanicamente. Si sentiva vuoto, stordito. "Tro-troveremo il modo di riparlarla.
"Harry, non credo" ribatté Hermione, il volto coperto di lacrime. "Ricordi...ricordi Ron? Quando ha rotto la sua, cadendo con l'auto? Non è più stata la stessa, ha dovuto procurarsene una nuova".
"Una volta il mio collare magico si ruppe e Silente riuscì a ripararlo" miagolò Conan sospirando. "Certo...un collare non è una bacchetta...Non vorrei dargli false speranze"
"Già...ma neanche la bacchetta di Hermione è la bacchetta di Sambuco" mormorò Pietra sogghignando.
"Non mettetegli in testa strane idee" borbottò Eileen.
"Prima deve trovare la Spada di Godric Grifondoro" concluse Daisy. "Tutto il resto può aspettare".
Harry pensò a Ollivander, rapito e prigioniero di Voldemort, a Gregorovich, che era morto. Come avrebbe fatto a trovare un'altra bacchetta?
"Va bene" disse Harry in tono falsamente neutro, "per ora prendo in prestito la tua, allora. Per montare la guardia".
Il volto umido di lacrime, Hermione gli porse la propria bacchetta, e lui uscì dalla tenda, lasciandola seduta accanto al letto, non desiderando altro che allontanarsi da lei.
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