Libro sette, Capitolo 13: Baci mortali

    




       Miagolamente ispirato al Libro sette, capitolo 13: La Commissione per il censimento dei nati Babbani 




"Ah, Mafalda!" esclamò la Umbridge guardando Hermione. "Ti ha mandato Travers, vero?"

"S-si" balbettò Hermione.
"Bene, andrai benissimo". 

La Umbridge si rivolse al mago in nero e oro: "Il problema è risolto, Ministro. Se possiamo usare Mafalda come cancelliera, cominciamo subito". Consulto la tavoletta. "Sono dieci oggi, e una è la moglie di un dipendente, Santi numi...persino qui, nel cuore del Ministero!". Entrò nell'ascensore accanto a Hermione, insieme ai due maghi che avevano ascoltato il dialogo. "Andiamo subito giù, Mafalda. Troverai tutto quello che ti occorre in aula. "Buongiorno, Albert, non sei arrivato?".
"Si, certo" rispose Harry con la voce profonda di Runcorn. 

Uscì dall'ascensore con Pietra, mentre Conan rimase con Hermione e scese con lei.

 Le griglie dorate si chiusero con fragore alle sue spalle. 
"Come mai quassù, Runcorn?" gli chiese il nuovo Ministro della Magia.
"Devo parlare con..." Harry esitò un istante. "...Arthur Weasley...Qualcuno mi ha detto che era su al Primo Livello".
"Ah, l'hanno sorpreso in contatto con un indesiderabile?"
"No" rispose Harry, la gola secca. "Niente del genere".
"Ah, bè. E' solo questione di tempo" commentò O'Utsoe. "Se vuoi sapere come la penso io, i traditori del loro sangue sono quasi peggio dei Babbani. Buona giornata, Runcorn"
"Buona giornata, Ministro".

Harry osservò il Ministro allontanarsi sulla spessa moquette del corridoio.
Non appena fu sparito sfilò il Mantello dell'Invisibilità da sotto il pesante mantello nero.
Se lo gettò addosso e si avviò nella direzione opposta.

"Ti si vedono le scarpe, razza di...!" brontolò lo Stregatto al seguito.
"...Grazie per l'avvertimento!" lo interruppe Harry. "Sempre premuroso...e dai modi gentili, eh!".

Runcorn era così alto che Harry fu costretto a ingobbirsi per tenere nascosti i piedi. 
Sentiva il panico pulsargli in fondo allo stomaco. 
Passando davanti alle lustre porte di legno, ciascuna con il nome e il ruolo del funzionario scritti su una piccola targa, il potere del Ministero, la sua complessità, la sua inespugnabilità gli furono così evidenti che il piano congegnato con tanta cura assieme a Ron e Hermione nelle ultime quattro settimane gli parve ridicolo e infantile.
Si fermò, si appoggiò a una parete e cercò di decidere cosa fare. Il silenzio lo opprimeva: non c'era agitazione, chiacchiericcio o rumore di passi, quassù; nei corridoi con la moquette viola tutto taceva , come se l'Incantesimo Muffliato fosse stato gettato ovunque, l'unica eccezione era Pietra.

"Agire separati è più difficile, vero?" chiese lo Stregatto ridacchiando. "Non lo avevate previsto, banda di dilettanti allo sbaraglio!"
"Mi leggi nella mente?" rispose Harry stizzito.
"Chi, io?" replicò Pietra con un tono di voce contrito. "Certo che no...quando lo faccio mi viene il mal di testa".

                                 

'Il suo ufficio dev'essere quassù' pensò il grifondoro.

"Certo che è quassù!" miagolò Pietra sbuffando. "Datti una mossa..."
"Allora mi leggi nella mente!"
"Ho di meglio da fare, miao!"

Era alquanto improbabile che la Umbridge tenesse i propri gioielli in ufficio, ma d'altra parte sembrava sciocco non perquisirlo per accertarsene. Si rimise in marcia per il corridoio, dove incrociò solo un mago accigliato che mormorava istruzioni a una piuma che si librava davanti a lui, scrivendo freneticamente su una pergamena.

A metà del corridoio Harry si ritrovò in un ampio open space pieno di maghi e streghe seduti in silenzio a lavorare davanti a delle scrivanie simili a banchi di scuola.
Erano tutti intenti a scrivere opuscoli. 

Harry si avvicinò a una giovane strega, prese un opuscolo dalla sua pila e lo esaminò sotto il Mantello dell'Invisibilità. 
La copertina rosa recitava: 'NATI BABBANI e i Pericoli che Pongono a una Pacifica Società Puronsangue'

Sotto il titolo era disegnata una rosa rossa, con un faccino lezioso tra i petali, strangolata da una torva e zannuta erbaccia verde.
La copertina non riportava il nome dell'autore, ma il ragazzo avvertì un pizzicore alle cicatrici del dorso della mano. 
La giovane strega confermò i suoi sospetti dicendo, senza smettere di muovere la bacchetta: "Qualcuno sa se la vecchia Megera interroga Mezzosangue tutto il giorno?"
"Attenta" mormorò il mago accanto a lei, guardandosi attorno nervosamente; una pagina gli scivolò e cadde a terra.
"Cos'ha, anche le orecchie magiche, adesso, oltre all'occhio?"

La strega sbirciò verso la lustra porta di mogano davanti all'open space; anche Harry guardò, e la rabbia si impennò dentro di lui come un serpente.

"L'occhio di Alastor..." mormorò lo Stregatto commosso. "Sarà finalmente recuperato!"

Nel punto in cui su una porta Babbana ci sarebbe stato uno spioncino era stato incastonato un grande occhio tondo con l'iride blu elettrico; un occhio spaventosamente familiare a chiunque avesse conosciuto Alastor Moody.

Harry andò verso la porta, L'occhio non si muoveva, guardava all'insù, cieco e paralizzato.
La targa sottostante diceva: ' Dolores Umbridge, Sottosegretario Anziano del Ministero '.

E ancora sotto una nuova targa recitava: 'Direttore della Commissione per il Censimento dei Nati Babbani '.

"Per aprire la porta della Megera, devi creare un piccolo diversivo" miagolò Pietra al giovane mago. "O la fai tu oppure comincio a distruggere il Ministero da questo piano"

Harry sapeva bene che uno Stregatto scatenato non avrebbe creato un semplice diversivo, ma una battaglia memorabile di cui si sarebbe narrato le gesta nei libri di Storia della Magia per tutti gli anni avvenire. Non era necessario...non ancora, almeno.

Così prese da una tasca interna uno strano oggetto  dotato di zampette ondeggianti, con un bulboso clacson di gomma come corpo.
Si rannicchiò sotto il Mantello e posò a terra il Detonatore Abbindolante.

Quello zampettò subito tra le gambe di streghe e maghi.
Harry attese, la mano posata sulla maniglia; un attimo dopo risuonò uno scoppio sonoro e da un angolo si levò una gran quantità di acre fumo nero.
La giovane strega in prima fila strillò: pagine rosa volarono ovunque mentre lei e i compagni balzavano in piedi e si guardavano intorno, in cerca della fonte dell'esplosione.
Harry abbassò la maniglia, entrò nell'ufficio della Umbridge e si richiuse la porta alle spalle.

Dietro l'occhio di Malocchio, un dispositivo telescopico consentiva alla Umbridge di spiare gli scrivani dall'altro lato della porta. 
Harry ci guardò dentro: erano ancora tutti riuniti attorno al detonatore abbindolante.
Strappò il telescopio dalla porta,, lasciando un foro., sfilò l'occhio magico e se lo mise in tasca.
Poi si voltò, levò la bacchetta e mormorò: "Accio Medaglione".

Non accadde nulla, ma l'aveva previsto: la Umbridge era un'esperta di Incantesimi e sortilegi protettivi.
Così esaminò la scrivania e i suoi cassetti, ma del Medaglione di Serpeverde nessuna traccia.
C'era solo uno schedario dal quale si evinceva che anche il Signor Weasley era sorvegliato, e che Harry Potter era considerato come 'L'Indesiderabile numero uno'. 
Harry notò che nella stanza c'era una copia del libro 'Vita e Menzogne di Albus Silente'.
Lo aprì e vide la foto di un giovane Silente accanto a un ragazzo dai capelli biondi, ma non poté leggere la didascalia perché la porta dell'Ufficio si aprì.

Se O'Tusoe entrando non si fosse guardato alle spalle, Harry non avrebbe fatto in tempo a rimettersi il Mantello dell'Invisibilità, sebbene Pietra avrebbe potuto schiantare il Ministro in qualsiasi momento.

"Che Prescelto fortunato..." commentò lo Stregatto ad un orecchio di Harry.

Harry non rispose, guardò l'uomo andare verso la scrivania, uscì dalla porta rimasta aperta arretrando dall'ufficio, e corse via lungo il corridoio.

L'unica cosa a chi stava pensando Harry era rintracciare Ron per andare insieme a lui a prendere Hermione nell'aula presieduta dalla Umbridge e fuggire. Ci avrebbero riprovato un altro giorno.

"Non esiste tornare un altro giorno" miagolò lo Stregatto con un tono di voce stizzito. "Una donna che adora un gioiello lo indossa!... Scommettiamo che troverai il Medaglione nell'Aula della Commissione per il Censimento dei Nati Babbani, proprio dove adesso è Hermione".
"Potevi miagolarmelo prima" 
"Volevo vedere se ci arrivavi da solo, ma di femmine non te ne intendi molto"
"D'accordo, però smettila di leggermi nel pensiero"
"Si chiama Legilimiagolomanzia e non è una lettura del..."
"Falla finita e andiamo all'ascensore".
"Una merenda al bar del Ministero prima di combattere?"
"No!"

                                   

L'ascensore era vuoto. Harry vi balzò dentro e si sfilò il Mantello durante la discesa. Con suo enorme sollievo, al Secondo Livello salì proprio Ron, zuppo e sconvolto.

" 'G-giorno" balbettò Ron rivolto a Harry mentre l'ascensore ripartiva. Accanto a lui, c'erna Daisy ed Eileen invisibili.
"Ron, sono io, Harry!"
"Harry! Accidenti, mi ero dimenticato com'eri...perché Hermione non è con te?"
"E' dovuta scendere nelle Aule con la Umbridge, non ha potuto dire di no e..."

L'ascensore si fermò di nuovo e questa volta entrò Arthur Weasley e una strega sconosciuta che stava parlando con lui.
Il padre di Ron guardò Harry con grande disgusto mentre stava rispondendo alla donna.

"Daisy...Eileen...come è andata con Ron?" chiese lo Stregatto in un mormorio.
"Gli abbiamo miagolato di usare la Meteofattura Recanto, ma si è rifiutato di ascoltarci" miagolò Daisy infuriata. "Ha fatto di testa sua!"
"Stavamo per affogare...." borbottò Eileen annuendo.
"Bè, miao, Harry ha recuperato l'occhio magico di Alastor"
"Ottima notizia!" esclamarono in coro le Stregatte.

Poi, quando l'ascensore ripartì, Arthur si rivolse a Ron gocciolante e disse: "Oh, salve, Reg. Oggi non c'è l'interrogatorio di tua moglie? Ehm...cosa ti è successo? Perché sei tutto bagnato?"
"Piove nell'Ufficio di Yaxley" spiegò Ron. "Non sono riuscito a bloccare l'acqua, così mi hanno mandato a cercare Bernie...Pillswort, mi pare..."
"Si, ultimamente piove in un mucchio di uffici" osservò il signor Weasley. "Hai provato con la Meteofattura Recanto? Con Bletchley ha funzionato".
"Meteofattura Recanto?" sussurrò Ron. "No. Grazie, pa...voglio dire, grazie, Arthur".

Le porte si aprirono e Ron uscì con la Strega per raggiungere l'ufficio allagato per un secondo tentativo. Entrò Percy che rese vano il tentativo di uscire di Harry, il naso affondato in un documento.

Percy si accorse della presenza del padre solo quando le porte si richiusero. Alzò lo sguardo, vide il signor Weasley, diventò rosso come un rapanello e scese non appena le porte si riaprirono.

Per la seconda volta, Harry tentò di scendere, ma questa volta fu il signor Weasley a bloccarlo, afferrandolo per il braccio.

"Un momento, Runcorn"

Quando l'ascensore si richiuse e riprese la discesa, il signor Weasley continuò: "Ho sentito che hai passato certe informazioni su Dirk Cresswell".
"Scusa?" disse Harry facendo la parte dello stupido. 
"Non fingere, Runcorn" ribatté il signor Weasley con forza. "Hai rintracciato il mago che ha contraffatto il suo albero genealogico, vero?"
"Io...e allora?"
"Allora, Dirk Cresswell è dieci volte più mago di te. mormorò il signor Weasley mentre l'ascensore scendeva di un altro Livello. "E se sopravvive ad Azkaban, dovrai risponderne a lui, per non parlare di sua moglie, i suoi figli e i suoi amici..."
"Arthur" lo interruppe Harry, "lo sai che sei sotto sorveglianza, vero?"
"E' una minaccia, Runcorn?" chiese il signor Weasley ad alta voce.
"No" rispose Harry, "è un fatto! Tengono d'occhio ogni tuo movimento..."

Le porte si aprirono: avevano raggiunto l'Atrium. Il signor Weasley rivolse a Harry uno sguardo duro e scese. Harry rimase lì, scosso. Avrebbe preferito incarnare qualcun altro...
L'ascensore si richiuse.

Harry indossò di nuovo il Mantello dell'Invisibilità. Avrebbe cercato di portare via Hermione da solo mentre Ron si occupava dell'ufficio piovoso.
Quando le porte si aprirono, uscì in un corridoio di pietra illuminato da torce, molto diverso da quelli rivestiti di legno e moquette dei Livelli di sopra. 
L'ascensore si allontanò sferragliando e Harry rabbrividì, fissando la lontana porta nera che segnava l'ingresso dell'Ufficio Misteri.

Ma la sua destinazione non era la porta nera, bensì l'apertura sulla sinistra, che dava sulla rampa di scale che portavano giù alle aule giudiziarie.
Scendendo i gradini fu avvolto in un gelo innaturale, come se si stesse immergendo nella nebbia: un freddo che penetrava nella gola e lacerava i polmoni. E poi quello strisciante senso di disperazione che lo riempiva, si dilatava dentro di lui...
Dissenatori pensò.

"Te l'ho mai detto che gli Stregatti sono completamente immuni al bacio dei Dissenatori?" miagolò Pietra sottovoce. "Se uno di loro prova risucchiarci l'anima si gonfia a dismisura e poi esplode"
"Una vera dote magica naturale" ammise Harry. "Perché non sei tu il Prescelto?"
"Non è miagolato che io non lo sia" mormorò Pietra ridacchiando. "Almeno per la mia specie, intendo, ghghgh!". 
"Funziona anche all'incontrario?"
"Cosa, miao?"
"Se tu...se tu baci un Dissennatore...esplode?"
"Non ho mai provato a baciarli di mia iniziativa, chissà perché. Ma due che ci hanno provato l'anno scorso sono esplosi e divenuti polvere" sibilò lo Stregatto con un tono di voce canzonatorio. "Bè, in effetti, ci potrei provare...la mia Daisy non è mai stata gelosa di loro".

                                 

Quando Harry raggiunse la base delle scale e voltò a destra, vide una scena terribile. 
Lo stretto corridoio fuori dalle aule era pieno di alte figure con i cappucci neri e i volti celati, l'unico rumore era il loro respiro rauco. I Nati Babbani condotti lì per l'interrogatorio sedevano pietrificati, ingobbiti e tremanti su dure panche di legno. 
Molti nascondevano il volto fra le mani, come tentando istintivamente di ripararsi dalle avide bocche dei Dissennatori. 

Resisti, si disse, ma sapeva di non poter evocare un Patronus senza rivelarsi all'istante. 
Così avanzò, più piano che poteva, e a ogni passo il torpore pareva impossessarsi della sua mente, ma si costrinse a pensare a Hermione e a Ron, che avevano bisogno di lui.

E poi, all'improvviso, la porta di una delle segrete si spalancò e ne uscì l'eco di urla e la voce inconfondibile della Umbridge.
Infine, un uomo semisvenuto venne portato via da due Dissennatori. 

"Il prossimo....Mary Cattermole" chiamò la Umbridge.

Si alzò una donnina; tremava da capo a piedi. 
Harry agì d'istinto e prima che la porta si chiudesse, scivolò nell'aula con lei. Non era la stessa sala in cui era stato interrogato per 'uso improprio della magia'. Era molto più piccola, ma con il soffitto altrettanto alto; dava la sensazione claustrofobica di essere rinchiusi sul fondo di un angusto pozzo.
Dentro c'erano altri Dissennatori, che diffondevano la loro aura gelida. Lì, dietro una balaustra, sedeva la Umbridge, con Yaxley a un fianco e Hermione, pallida come la signora Cattermole, all'altro.
Ai piedi del palco un gatto a pelo lungo di un luminoso color argento andava avanti e indietro, avanti e indietro; Harry comprese che era lì per proteggere i magistrati dalla disperazione che emanava dai Dissennatori: dovevano provarla gli accusati, non gli accusatori.

"Che Patronus imbarazzante..." miagolò lo Stregatto sottovoce. "E' vergognoso che un felino l'aiuti..."
"Ignoralo" mormorò Harry, "e stai pronto a...tutto".
"Tutto è il mio terzo nome"
"E il secondo sarebbe...?"
"Nulla, miao"

"Si sieda" flautò la Umbridge alla donna con la sua morbida voce setosa.

La signora Cattermole obbedì e dai braccioli della sedia uscirono subito delle catene che la legarono.

"Lei è Mary Elisabeth Cattermole?" domandò la Umbridge.

La signora Cattermole rispose con un solo, tremante cenno della testa. 

"Sposata con Reginald Cattermole dell'Ufficio Manutenzione Magica?"

La signora Cattermole scoppiò in lacrime.

"Non so dov'è, dovevamo vederci qui!"

La Umbridge la ignorò. 

"Madre di Maisie, Ellie, e Alfred Cattermole?"

La signora Cattermole singhiozzò più forte.

"Hanno paura, pensano che non tornerò più a casa..."

"Ce lo risparmi" soffiò Yaxley sprezzante. "I mocciosi Babbani non suscitano le nostre simpatie"

I singhiozzi della Signora Cattermole coprivano i passi cauti di Harry e Pietra verso la tribuna, e anche i loro mormorii.

"Non vorrai aspettare la fine del processo, vero Harry?" chiese Pietra impaziente.
"Lo chiami processo?" rispose Harry di rimando.
"Ehm...volevo ricordarvi che ci sono anche io qui" miagolò Conan facendoli lievemente sobbalzare. "Temevo che non sareste arrivati in tempo per lo spettacolo"
"In tempo, è il mio quarto nome" replicò Pietra.
"Non voglio sapere il quinto, grazie Pietra" concluse Harry. 

Si portarono alle spalle della Umbridge, di Yaxley e di Hermione,  avanzando lungo il palco.
Quando la Umbridge alzò la voce di nuovo, Harry ne approfittò per lanciare un Incantesimo Muffliato tra lui e Hermione.

"Sono dietro di te" sussurrò all'orecchio dell'amica. 

                                 

Come previsto, lei sobbalzò così violentemente che per poco non rovesciò la boccetta d'inchiostro con cui doveva trascrivere l'interrogatorio, ma la Umbridge e Yaxley erano concentrati sull'accusata e non se ne accorsero, continuando a interrogare la donna sulla provenienza illegale della sua bacchetta.

"Può dirci per favore a quale mago o strega ha rubato questa bacchetta?"
"R-rubato?" singhiozzò la signora Cattermole. "Io n-non l'ho rubata a nessuno. L'ho comprata quando avevo undici anni. M-m-mi ha scelto".

Pianse più forte che mai.

La Umbridge rise di una delicata risatina infantile che fece venire voglia a Harry di strangolarla.
Si protese sopra la balaustra, per vedere meglio la sua vittima, e un oggetto d'oro scivolò in avanti, penzolando nel vuoto: il Medaglione.

Hermione lo vide e si lasciò sfuggire un gridolino, ma la Umbridge e Yaxley, ancora concentrati sulla preda, erano sordi a qualunque altra cosa. 

Poi la Umbridge chiese a Hermione-Mafalda di passargli un questionario compilato dalla signora Cattermole, la falsa prova documentale del furto della bacchetta.

"Che... che carino, Dolores" balbettò Hermione-Mafalda dopo avergli dato il questionario, indicando il pendente che scintillava tra le ruches della camicetta della Umbridge.

"Cosa?" chiese brusca la Umbridge. "Oh, si, un vecchio cimelio di famiglia" osservò picchiettando il Medaglione di Serpeverde adagiato nel suo largo petto. "La 'S' di Selwyn...sono imparentata con i Selwyn...in realtà sono poche le famiglie Purosangue con le quali non sono imparentata...peccato" ripres ea voce più alta, sfogliando il questionario, "che non si possa dire lo stesso di lei. Professione dei genitori: fruttivendoli".

Yaxley ridacchiò. Più giù, il soffice gatto d'argento continuava la sua marcia avanti e indietro, i Dissennatori aspettavano nei loro angoli.

Fu la menzogna della Umbridge che fece salire a Harry il sangue al cervello, spazzando via ogni cautela, l'idea che potessere usare il Medaglione di Serpeverde estorto a un criminale da quattro soldi per sostenere le proprie credenziali di Purosangue.

"E' quasi l'ora della merenda Harry, diamoci una mossa!" miagolò Pietra sogghignando.

Harry levò la bacchetta, senza nemmeno darsi la pena di nasconderla sotto il Mantello dell'Invisibilità, ed esclamò: "Stupeficium!"

Un lampo di luce rossa; la Umbridge si afflosciò picchiando la fronte sulla balaustra. I documenti della Cattermole scivolarono dal suo grembo e il gatto argenteo svanì.

Un'aria ghiacciata li investì come un'improvvisa raffica di vento.
Sopra le teste di Harry e Hermione si udirono delle esplosioni.

"Quanti Dissennatori dobbiamo baciare prima che tu riesca a prendere quel maledetto Medaglione, Harry?" domandò lo Stregatto. "Sbrigati, miao!"
"Bleaahh, che schifo!" aggiunse Conan. "Mi sembra di essermi messo un rossetto nero, eh, eh, eh!".

Due ulteriori esplosioni sulla testa di Yaxley annunciarono che altri due Dissennatori erano stati eliminati dalla lotta.

Yaxley, confuso, cercava di capire da dove fosse venuto il colpo, quando vide la mano senza corpo di Harry e la bacchetta puntata contro di lui. 
Cercò di estrarre a sua volta la bacchetta, ma troppo tardi.

"Stupeficium!"

Yaxley cadde a terra, accartocciato sul pavimento.

"Harry!" 
"Hermione, non potevo star qui seduto a vederla..."
"Harry, la Signora Cattermole!"

Harry si voltò togliendosi il Mantello dell'Invisibilità. 
Tutti i Dissennatori avevano abbandonato i loro angoli e una serie di esplosioni nere, una dietro l'altra, stavano avendo luogo vicino la povera strega.

"Abbiamo solo una bocca per uno, Harry" miagolò Conan.
"Che ne dici darci una zampa?" chiese Pietra. "Sono troppo numerosi, non li possiamo fermare tutti...un lucida labbra al burro di cacao?"

Circondata da altre esplosioni intorno a lei, La signora Cattermole emise un terribile grido di paura quando una mano viscida e coperta di croste le afferrò il mento e le spinse indietro la testa. 

"Expecto Patronum!"

Il cervo d'argento sbucò dalla punta della bacchetta di Harry e balzò verso i Dissennatori, che indietreggiarono e tornarono a confondersi con le ombre. La luce del cervo, più potente e calda della protezione del gatto, illuminava tutta la segreta mentre l'animale trottava nella stanza.

"Perché non avete usato il vostro Expecto Patronum?" chiese Harry ai felini magici.
"Il nostro bacio li distrugge" spiegò Pietra. "L'Expecto Patronum agisce ad ampio raggio, ma li fa solo fuggire lontano".
"Il problema è che li puoi baciare solo uno alla volta" osservò Conan. "Almeno, abbiamo ridotto il numero dei Dissennatori in giro per il mondo".
"Capisco" mormorò Harry.
"E poi ero curioso di vedere il tuo potente Cervo d'argento" mormorò Pietra ridaucchiando.
"Avete sempre avuto questo magico potere naturale del bacio mortale?" chiese Harry.
"No...solo da quando il nostro Fondatore, lo Stregatto Violafucsia, indossò l'armatura incompleta dei quattro collari dell'Apocalisse..."
"Cosa...quale armatura incompleta?...I quattro collari dell'apocalisse?...Non saranno mica altri Horcrux?"
"Ehm...no, certo che no, tranquillo, Harry. Insomma, miao, non posso spiegartelo ora..." 

Harry sospirò e si rivolse a Hermione: "Prendi l'Horcrux".

Ridiscese i gradini di corsa, infilando il Mantello nella saccoccia, e si avvicinò alla signora Cattermole confusa: era stato Runcorn a suggerire il suo nome alla Umbridge e ora l'aveva salvata.

                                       

Nel frattempo Hermione duplicò il Medaglione di Serpeverde, mise la copia al collo della Umbridge e poi raggiunse Harry di corsa.

Dopo aver liberato la signora Cattermole dalle catene, i due grifondoro la invitarono a scappare via con loro. 

"Non capisco" disse la strega.
"Lei adesso viene con noi" le ordinò, tirandola su in piedi, mentre alcune esplosioni di Dissennatori si erano udite verso il corridoio. "Va a casa, prendi i bambini e scappa, lascia il paese se deve. Travestitevi e fuggite. Ha visto anche lei: qui non avrà mai un giudizio equo".

"Harry" lo chiamò Hermione, "come facciamo a uscire con tutti quei Dissennatori là fuori?"
"Con i Patroni" rispose Harry, pensando a Pietra e Conan impegnati in un continuo scambio di baci mortali.
Puntò la sua bacchetta verso il suo cervo che inviò verso la porta dell'aula. "Tutti quelli che riusciamo a mettere insieme; chiama il tuo Hermione".

"Expec-expecto Patronum!" balbettò Hermione. Niente.
"E' l'unico incantesimo con cui abbia mai avuto problemi" spiegò Harry alla signora Cattermole, ormai completamente interdetta. "Un vero peccato, direi...dai, Hermione..."
"Expecto Patronum!" 

Una lontra d'argento sbucò dalla punta della bacchetta di Hermione e raggiunse il cervo danzando con grazia nell'aria. 

"Andiamo". Harry guidò la Hermione e la signora Cattermole verso la porta, oltre la quale stava continuando la sequenza di esplosioni. 

Due forti miagolii sopraggiunsero da circa la metà del corridoio, poi seguirono le voci inconfondibili di Pietra e Conan.

"Un stick per le labbra, dannazione!....Mi si stanno screpolando..."
"Ce l'hanno Eileen e Daisy, per la barba del gatto di Merlino!"

Fuori dalla segreta, la gente in attesa, impaurita dalle strane esplosioni nere, accolse i Patroni con urla di stupore, mentre i Dissennatori cominciarono a disperdersi.

                                  

Una volta nella sala d'aspetto, Harry consigliò a tutte le Streghe e i Maghi presenti di fare le valigie e fuggire all'estero.
Suggerì inoltre di seguire i Patroni fino all'uscita dal Ministero.  

Risalirono le scale di pietra senza essere intercettati, ma quando arrivarono agli ascensori, Harry cominciò a nutrire dei dubbi: non poteva presentarsi nell'Atrium con i Patroni.

"Hai ragione, Harry" miagolò Pietra ancora invisibile. "Il Patronus è come una firma, ghghgh!"
"Smettila di leggermi nella mente!" borbottò a bassa voce Harry.

Era appena giunto a questa spiacevole conclusione che l'ascensore si fermò sferragliando davanti a loro. 

"Reg!" gridò la signora Cattermole, gettandosi tra le braccia di Ron. "Runcorn mi ha lasciato andare, ha aggredito la Umbridge e Yaxley e ha detto a tutti di abbandonare il paese: credo che sia meglio dargli retta, Reg, sul serio. Corriamo a casa a prendere i bambini e...perché sei tutto bagnato?"
"Acqua" borbottò Ron in coro con Eileen e Daisy invisibili che lo accompagnavano. "Harry, sanno che ci sono degli intrusi nel Ministero, parlavano di un buco nella porta dell'ufficio della Umbridge, abbiamo al massimo cinque minuti prima di..."

Il Patronus di Hermione sparì con un pop mentre lei si voltava verso Harry, orripilata.
"Harry, se restiamo intrappolati qui..."
"Non succederà, se ci muoviamo" ribatté Harry. Si rivolse al gruppo silenzioso; tutti lo fissavano a bocca aperta.

"Chi ha la bacchetta?"

Quasi la metà alzarono la mano. 

"Bene, chi non ce l'ha stia vicino a qualcuno che ce l'ha. Dobbiamo fare in fretta...prima che ci fermino. Andiamo".

Riuscirono a stiparsi in due ascensori con due Stregatti a bordo in ciascuno di essi.
Il Patronus di Harry fece la guardia davanti alle griglie d'oro che si chiudevano e gli ascensori cominciarono a salire.

"Ottavo Livello" annunciò l'imperturbabile voce femminile. "Atrium".

Harry capì all'istante che erano nei guai.

"O ti fai venire un'idea subito oppure riduco l'Atrium come la mia lettiera dopo cena" brontolò Pietra.

La sala era piena di gente che si spostava da un camino all'altro, sigillandoli tutti.

"Harry!" squittì Hermione. "Come faremo a...?".

"Fermi!" tuonò Harry, e la voce possente di Runcorn echeggiò nell'Atrium: i maghi che stavano chiudendo i camini s'immobilizzarono. "Seguitemi" sussurrò ai Nati Babbani terrorizzati che avanzavano in mucchio, scortati da Ron e Hermione.
Gli Stregatti erano già pronti, in posizione ideale per colpire alle spalle gli impiegati del Ministero presenti.

"Cosa succede, Albert?" chiese il mago stempiato che prima era arrivato dietro a Harry uscendo dal camino. Era nervoso.
"Questi devono uscire prima che sigillate i passaggi" rispose Harry con tutta l'autorità che riuscì a ostentare".
I maghi di fronte a lui si guardarono.

"Ci è stato detto di sigillare tutte le uscite e non permettere a nessuno..."
"Osi contraddirmi?" minacciò Harry. "Vuoi che faccia controllare il tuo albero genealogico, come quello di Dirk Cresswell?"
"Scusa!" boccheggiò il mago stempiato, arretrando. "Non volevo, Albert, ma credevo...credevo che fossero giù per gli interrogatori e..."
"Il loro sangue è puro" proclamò Harry, e la sua voce fonda rimbombò nell'ingresso, impressionante. "Più puro di quello di molti di voi, direi. Andate" tuonò ai Nati Babbani, che sgattaiolarono nei camini. I maghi del Ministero si fecero indietro, alcuni perplessi, altri spaventati e risentiti.

Eileen approfittò della discussione per lanciare una speciale polvere magica felina su Harry, Ron e Hermione, utile per rintracciarli ovunque nel caso di eventuali Smaterializzazioni. 

Poi...

"Mary!"

La signora Cattermole si guardò alle spalle. Il vero Reg Cattermole, che non vomitava più ma era pallido e smunto, era appena uscito di corsa da un ascensore.

"R-Reg?"

Lei spostò lo sguardo dal marito a Ron, che imprecò.

Il mago stempiato spalancò la bocca, voltando comicamente la testa da un Reg all'altro.

"Ehi...che succede? Che storia è questa?"

"Chiudete l'uscita! Chiudetela!"

Quattro Miagolo-Schiantesimi color violafucsia partiti dal nulla colpirono i primi impiegati che si mossero.

Yaxley era schizzato fuori da un altro ascensore e correva verso il gruppo davanti ai camini nei quali tutti i Nati Babbani, tranne la signora Cattermole, erano ormai spariti.
Il mago stempiato fece per levare la bacchetta, ma Harry gli sferrò un pugno enorme che lo fece volare a mezz'aria.

"Ha aiutato i Nati Babbani a fuggire, Yaxley!" urlò Harry, riferendosi al mago stempiato.

I colleghi del mago stempiato fecere un gran trambusto, approfittando del quale Ron afferrò la signora Cattermole, la spinse nel camino ancora aperto e sparì.
Incerto Yaxley guardò prima Harry, poi il mago ammaccato, mentre il vero REg Cattermole strillava: "Mia moglie! Chi era quello con mia moglie? Cosa succede?"

Harry vide Yaxley voltarsi e un sentore di verità farsi largo sul suo volto animalesco.

"Via!" gridò a Hermione; le afferrò la mano e saltarono insieme nel camino mentre la maledizione di Yaxley volava sopra la sua testa.

Vorticarono per qualche istante e schizzarono fuori da un water dentro un cubicolo. Harry spalancò la porta; Ron vicino ai lavandini, cercava ancora di liberarsi della signora Cattermole. 

"Reg, non capisco..."

"Mi lasci, non sono suo marito, deve andare a casa!"

Ci fu un rumore nel cubicolo accanto; Harry si voltò a guardare: Yaxley era appena apparso.

"Andiamo!" urlò Harry. Afferrò di nuovo Hermione per la mano e Ron per il braccio e girò su se stesso.

Il buio li avvolse, insieme  al consueto senso di compressione procurato dalla Smaterializzazione, ma qualcosa non andava...la mano di Hermione sfuggiva alla sua stretta...

Si chiese se stava per soffocare, non riusciva a respirare né a vedere e le sole cose concrete al mondo erano il braccio di Ron e le dita di Hermione, che lentamente scivolavano via...

E poi vide la porta del numero dodici di Grimmauld Place, con il suo battente a forma di serpente, ma prima che riuscisse a riprendere fiato si levarono un urlo e un lampo di luce viola; la mano di Hermione all'improvviso si chiuse sulla sua come una morsa e tutto fu di nuovo buio.

"Yaxley non ha demorso, li ha inseguiti anche durante la Smaterializzazione, ghghgh!" miagolò Pietra ai suoi prodi felini al centro di Grimmauld Place. "Ma dopo essersi Materializzata, Hermione li ha portati in salvo, in un altro luogo. E' stata brava...".
"Già, miao" annuì Conan. "Per fortuna che Eileen ha cosparso i ragazzi di Polvere magica tracciante, eh, eh, eh!"
"Lodevole, non come voi" osservò Daisy. "Adesso, sarà facile ritrovarli"
"Sono curiosa di vedere dove sono andati, in effetti" mormorò Eileen facendo spallucce. "Potrebbero essere nascosti in un'altra dimora dell'Ordine della Fenice, immersi dentro un lago di scozia, oppure rinchiusi in un castello segreto..."
"Potrei essere rinchiuso in un guscio di noce e tuttavia ritenermi Re di uno spazio infinito. Se non fosse che faccio brutti sogni" borbottò lo Stregatto recitando Shakespeare e pensando al collegamento mentale tra Harry e Voldemort.

 





 



 








 




 


 













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